Carrosio

AutoriAngelini, Massimo
Secondary AuthorsCerino Badone, Giovanni
Anno Compilazione1998
Anno Revisione2013
Provincia
Alessandrino
Area storica
Repubblica di Genova, Oltregiogo.
Abitanti
506 [Dato ISTAT al 31 dicembre 2013].
Estensione
724 ha [ISTAT] e 676 ha [SITA] al censimento del 1991.
Confini
Gavi, Voltaggio, Bosio.
Frazioni
Non sono presenti frazioni o centri minori oltra l'abitato omonimo di Carrosio [ISTAT 2001].
Toponimo storico
La prima citazione di Carrosio è il Carosio nel 1006 [Ferretto 1909 : doc. VII], Caroxium nel 1140 [ivi : doc. XXXIV], Caroxio nel 1268 [ASG, notaio G. Nepitella : reg. I, f. 81]. Alcuni, senza fondamento, hanno voluto vedere in Carrosio la romana Carystum [Traverso s.d.]
Diocesi
Tortona fino al 1248, poi Genova [MHP, Iurium, I : 1222].
Pieve
La parrocchia di S. Maria Assunta è ricordata per la prima volta nel 1212 come dipendente dall’abbazia di San Marziano di Tortona, mentre il territorio della comunità era sotto la responsabilità della chiesa di Voltaggio [vedi scheda Voltaggio]. Fu assegnata alla diocesi di Genova, nella quale è tutt’ora inclusa, con Bolla di Papa Innocenzo del 3 giugno 1248 ed eretta in parrocchia nel 1490. La costruzione attuale, in stile barocco, fu edificata tra il 1675 e il 1729 in sostituzione del primitivo edificio religioso, che sorgeva nella porzione di terreno oggi occupata dal rustico che affianca l’antico cimitero, sul margine settentrionale del sagrato. Ne resta una labilissima memoria, sul muro esterno del casolare, nella lapide datata 1638 che ricorda il parroco Agostino Olivieri e in alcuni lacerti di affreschi parzialmente conservati: un frammento di fregio da cui sembrano trasparire elementi decorativi tardogotici, e un dipinto che raffigura san Cristoforo, assegnabile alla prima metà del XVII secolo.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Oratorio della SS. Trinità, e sede della Confraternita. L'edificio, che affianca la chiesa parrocchiale sul quadrante meridionale del sagrato eretto nei primi decenni del XVII secolo ad opera di maestranze locali, presenta un apparato murario assai semplice, con il tetto a doppia falda coronato dal timpano e il frontale diviso in tre comparti da lesene di limitato oggetto tra le quali si aprono due monofore verticali. Le prime testimonianze relative all'istituzione risalgono al 29 novembre 1645, allorché l'assemblea straordinaria deliberò i “Capitoli” della Congregazione, formalizzati dal notaio gaviese Giulio Montagna e sottoscritti dal Priore Giovanni Antonio Merello, dal vice Priore Oberto Pantaleo Odino e da cinquantotto confratelli. Il 6 luglio 1648 il Pontefice Innocenzo X concedeva alla Confraternita privilegi e indulgenze. L'11 dicembre dello stesso anno il cardinale Stefano Durazzo, Arcivescovo di Genova, approvava le norme del 1645, che contenevano soprattutto disposizioni liturgiche e di culto per i confratelli, e che resteranno immutate per quasi due secoli. Soltanto nel 1839 infatti il regolamento che disciplinava l'organizzazione e la gestione della confraternita verrà totalmente rinnovato. Ulteriori modifiche sono state apportate recentemente, dopo il riconoscimento giuridico della Confraternita. In particolare è stata elevata da uno a tre anni la durata in carica del Priore.
Cappella di San Rocco e San Sebastiano.  Le informazioni disponibili non forniscono riferimenti sicuri sull’epoca di costruzione dell’edificio religioso. il termine ante quem si può dedurre da una scritta latina apposta sul riquadro sovrastante l’ingresso, oggi solo parzialmente leggibile, che ricorda la predicazione di Paolo Ségneri nell’estate del 1688. Poiché la chiesetta non risulta evidenziata sulla carta topografica dell’area eseguita nel 1648 e conservata nell’archivio comunale, la costruzione va riferita ad un periodo compreso fra il quarto e l’ottavo decennio del XVii secolo. Peraltro la cappella attuale non presenta le originarie strutture seicentesche. Nel 1861 venne infatti riedificata con l’inserimento di una tettoia a due pioventi sul frontale. L’avancorpo, sostenuto da pilastri di arenaria, fu demolito nel 1959. L’attuale copertura dell’ingresso fu posta in opera nel corso degli interventi di restauro realizzati tra il 1994 e il 1997. Con la ricostruzione ottocentesca andarono perduti gli affreschi che ornavano il primitivo edificio, sostituiti da decorazioni parietali sull’intradosso dell’abside.
Cappella della Nostra signora della Misericordia. Collocata all’estremo limite meridionale del centro storico e rappresenta il più antico edificio religioso conservato a Carrosio nelle sue strutture originarie. realizzata intorno al 1630, la costruzione prospetta su un piccolo piazzale lastricato in ciottoli bianchi e grigi, che crea una netta cesura con l’apparato urbano circostante. L’alzato ripete i canoni delle architetture rustiche e spontanee realizzate da maestranze locali, con il tetto a capanna e l’intonaco in mescola di calce e sabbia del Lemme.
Assetto Insediativo
L’insediamento è accentrato: il nucleo principale della comunità si compone tuttavia di almeno tre distinte parti. La parte più antica, situata sull’alta riva che domina il Lemme, corrisponde ad un’area adibita a prato o coltivo ad occidente dell’attuale abitato. Non a caso qui troviamo i resti delle strutture delle fortificazioni del castello – “in podio Caroxii”. A ridosso delle fortificazioni venne a svilupparsi il primo nucleo dell’abitato al quale si aggiunse, a partire dal XVI secolo, il prolungamento sviluppato lungo l’asse stradale in direzione di Voltaggio.
Luoghi Scomparsi
Aimero. Borgo con castello e parrocchia, sulla sponda destra del torente Lemme, citato come castrum Aymelii dal 1141 sino alla fine del sec. XIV [ASG, Materie politiche : mz II].
Pomaiolo. Pomariolo località citata in atto del 1006 [Ferretto 1909: doc. VII] e oggi ridotta a una cascina.
Comunità, origine, funzionamento
La genesi storica del borgo, soggetto alla signoria dei Vescovi-Conti di Tortona nel X secolo e a quella degli adalbertini marchesi di Gavi tra Xi e Xii secolo, appare composita e relativamente tardiva. La prima citazione nelle fonti documentarie risale infatti all’anno 1006, ma soltanto nel 1141, allorché i genovesi acquistarono il castello di Aimero, nucleo originario del primitivo paese, risulta testimoniata la presenza di un centro demico (ubicato peraltro in altura, a sud est dell’attuale insediamento). Nella seconda metà del Xii secolo, il territorio era controllato da un fortilizio, eretto dai marchesi di Gavi “in podio Caroxii”, sulla collina tuttora denominata “Casté”. La struttura venne smantellata dalle milizie della repubblica nel 1197, dopo la conquista genovese dell’alta val Lemme. Nelle più antiche fonti, il nome del paese è indicato come Caroxium, Carosium, Carosio, mentre dalla fine del XViii secolo il toponimo inizia ad essere trascritto, anche se non sistematicamente, nella forma attuale Carrosio.
Statuti
Non risulta notizie storiche dell’esistenza di antichi statuti a Carrosio. Lo statuto attualmente in vigore è del 2009. Vedi statuto comunale.
Catasti
L’archivio storico del comune conserva un Catasto figurato del 1761, un catasto descrittivo del 1815, e un libro figurato di beni ed estimi del 1830 (con mappa)
Altri documenti inerenti i confini con Gavi e bosco "della Bruzeta" [A.S.G., Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Documenti iconografici estratti, Giunta dei Confini, Documenti iconografici estratti, 58 "Tipo della parte de boschi della Bruzeta della comunità di Gavi confinanti con il territorio di Carosio" (1761 mag. 30).; vd anche scheda Gavi] Vedi mappa.
Ordinati
L’archivio storico di Carrosio conserva le deliberazioni della comunità a partire dal 1709. Ordinato; esiste un sommario inventario; conserva registri di nascita e morte risalenti al 1602 e registri dei possessi dal 1709. Le deliberazioni e i registri del comune iniziano anch’essi dal 1709 con atti consiliari dal 1798, editti e regie patenti dal 1725.
Dipendenze nel Medioevo
Dal sec. X appartiene alla Marca Obertenga, quindi al Comitato di Tortona, ai marchesi di Gavi e, dal 1141, alla Repubblica di Genova [ASG, Liber Jurium, ff. 261-262].
Feudo
Nel sec. XIV, dalla Repubblica di Genova viene infeudata alle famiglie Castagna, Grimaldi e Di Negro. In seguito diventa feudo imperiale; passa sotto il dominio degli Spinola e, dal 1586, dei Salvago. Nel 1622 il feudo è diviso tra le famiglie Doria e Imperiali-Lercaro (confeudatarie fino alla metà del sec. XVIII) e la Repubblica che, nel 1735, cede i propri diritti alla Monarchia sabauda. Nel secondo Settecento i Savoia infeudano le famiglie Gavotti e Migliorati [A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, ipi articolo 663, Carrosio, Mazzo 26, Tipo Regolare de' Beni Feudali indivisi ... Feudo di Carrosio spettante ... Regio Patrimonio e ... Giurisdizione dell'Eccell.mo R. Senato … (Data: 1793, aprile 18) [Autore copie: Sartirano Vincenzo]. Vedi mappa
Mutamenti di distrettuazione
Carrosio venne occupata dalle truppe liguri nel corso della guerra tra la Repubblica Ligure e il Regno di Sardegna del 1798 (5-27 giugno 1798). Al termine delle ostilità il paese de facto entra a far parte dei territori liguri, nella Giurisdizione del Lemme (1798). Dopo l’annessione della Repubblica Ligure da parte dell’Impero Francese  (31 Ottobre 1805), diventa parte del Dipartimento di Genova, Circondario di Novi, Cantone di Gavi. Nel 1815 Carrosio rientra a far parte del Regno di Sardegna. Nel 1819 la maglia amministrativa rimane sostanzialmente la sessa, con la nuova denominazione di Divisione di Genova, Provincia di Novi, Mandamento di Gavi. Nel 1859, in seguito al riordino del nuovo Stato unitario, Carrosio entra nella Provincia di Alessandria.
Mutamenti Territoriali
Tra la delimitazione del feudo di Carrosio, come risulta dalle descrizioni del 1648 e del 1671, e l' attuale perimetro dei confini comunali non risultano rilevanti differenze [A.S.G., Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Fondi cartografici originari, Mappe e tipi della Repubblica di Genova, Carte riconducibili all'ordinamento originario, CCC: "Visita, descrittione et delineatione de confini del Dominio della Serenissima Repubblica di Genova di la da Giogo" (1648) Delineazione dei confini tra Gavi e Carrosio (1644 - ca. 1645)]. Vedi mappa
Comunanze
Nella scheda del C.U.C. risultano 205 ha, censiti dalla mappa Rabini, e 72 ha, da fonte comunale, di terreni soggetti a usi civici : riguardano 15 particelle situate prevalentemente (per oltre 164 ha) in località Portovecchio. Si registrano controversie per le terre comuni con la comunità di Sottovalle, almeno dal 1614 [A.S.G., Buste paesi : Carrosio, n. 345].
Liti Territoriali
Lite con Gavi intorno alla linea di confine nel 1749 [A.S.G., Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Documenti iconografici estratti, Giunta dei Confini, 56 , Carta per una questione di confini tra Gavi e Carosio. "Parte della boschina detta la Val Fredda" (1749 mag. 9). vd. anche scheda Gavi] " Vedi mappa.
Fonti
Fonti edite:
ASLSP Atti della Società Ligure di Storia Patria
BSSS Biblioteca della Società Storica Subalpina
MHP Monumenta Historiæ Patriæ
 
Fonti inedite:
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Carrosio).
 
A.C.G. (Archivio Storico del Comune di Gavi).
 
A.S.G. (Archivio di Stato di Genova).
A.S.G.,  Buste paesi, cfr. inv. 32 : 33-38.
A.S.G., Buste Paesi, Carrosio, n. 345 : Relazione del luogo, qualità e redditi di Carrosio.
A.S.G.,Giunta dei Confini
A.S.G., Magistrato delle Comunità
A.S.G.,Materie politiche.
A.S.G.,Mss : Liber Iurium,
A.S.G.,Ms. 712, Atlante B (1648).
A.S.G., notai: Gioachino Nepitella, Baldassarre de Coronato.
A.S.G., Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Fondi cartografici originari, Mappe e tipi della Repubblica di Genova, Carte riconducibili all'ordinamento originario, CCC: "Visita, descrittione et delineatione de confini del Dominio della Serenissima Repubblica di Genova di la da Giogo" (1648) Delineazione dei confini tra Gavi e Carrosio (1644 - ca. 1645). Vedi mappa.
A.S.G., Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Documenti iconografici estratti, Giunta dei Confini, 56 , Carta per una questione di confini tra Gavi e Carosio. "Parte della boschina detta la Val Fredda" (1749 mag. 9). " Vedi mappa.
A.S.G., Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Documenti iconografici estratti, Giunta dei Confini, 56 , "Pianta della strada che passa per Valle Fredda e divide il territorio di Gavi da quello di Carosio" (1739 - 1751).   Vedi mappa.
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T.,  Langhe, feudi, Carosio
A.S.T.,Paesi per A e B.
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, ipi articolo 663, Carrosio, Mazzo 26, Tipo Regolare de' Beni Feudali indivisi ... Feudo di Carrosio spettante ... Regio Patrimonio e ... Giurisdizione dell'Eccell.mo R. Senato … (Data: 1793, aprile 18) [Autore copie: Sartirano Vincenzo]. Vedi mappa.
 
B.C.B - (Biblioteca Civica Berio, Genova).
B.C.B., mss: Foliatum Notariorum.
 
C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici. Torino).
 
I.G.M. (Istituto Geografico Militare, Firenze).
I.G.M., tav. 1:25.000 (F.82 Carta d'Italia, I NO), agg. 1930, Lerma
I.G.M.,  tav. 1:25.000 (F.82 Carta d'Italia, I NE), agg. 1930, Voltaggio.
Bibliografia
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Benso, R. Carrosio, il mito e la realtà, Genova 1976.
Benso, R. Leggenda e storia del Borgo di Aimero nell' Alta Valle del Lemme, «Novinostra», 1984, 3.
Desimoni, C. Annali storici della città di Gavi e delle sue famiglie (dall' anno 972 al 1815), Tip. Jacquemod Figli, Alessandria 1896.
Ferretto, A. I primordi del Cristianesimo in Liguria, ASLSP (XXIX), Genova 1907.
Ferretto, A. Documenti genovesi di Novi e Valle Scrivia, BSSS (LI), Pinerolo 1909.
Leardi, E. Il Novese. Segni e radici di un' identità, Tip. Brigati, Genova-Pontedecimo 1996
Remondini, A. e M., Parrocchie dell' Arcidiocesi di Genova. Notizie storico-ecclesiastiche, Regione XIII, Genova 1891.
Traverso, G.A. Breve cenno storico di Carrosio, Stab. Arti Grafiche "Progresso", Genova s. d.
Vigna, A. La Collegiata di S. Maria di Castello, Rossi, Genova 1896.
Vinzoni, M. Il Dominio della Serenissima Republica de Genova in Terraferma (1773), anastatica ed. C.I.E.L., Genova 1955.
Descrizione Comune
Carrosio
Carrosio è situato lungo la via della Bocchetta, sull’antico percorso commerciale tra Genova e la valle padana. Il territorio era compreso, in epoca romano-imperiale, nell’area libarnese, e la frazione ricoi (Rivi caput) sembra conservarne una labile traccia toponomastica. Così come esigue testimonianze indirette della presenza longobarda nella località permangono nelle denominazioni dei colli Erbano (Haribann), Gazego (Gahagi), Garbletta (Wald). La genesi storica del borgo, soggetto alla signoria dei Vescovi-Conti di Tortona nel X secolo e a quella degli Adalbertini marchesi di Gavi tra Xi e Xii secolo, appare composita e relativamente tardiva. La prima citazione nelle fonti documentarie risale infatti all’anno 1006, ma soltanto nel 1141, allorché i genovesi acquistarono il castello di Aimero, nucleo originario del primitivo paese, risulta testimoniata la presenza di un centro demico (ubicato peraltro in altura, a sud est dell’attuale insediamento). Nella seconda metà del Xii secolo, il territorio era controllato da un fortilizio, eretto dai marchesi di Gavi “in podio Caroxii”, sulla collina tuttora denominata “Casté”. La struttura venne smantellata dalle milizie della repubblica nel 1197, dopo la conquista genovese dell’alta val Lemme. Nelle più antiche fonti, il nome del paese è indicato come Caroxium, Carosium, Carosio, mentre dalla fine del XViii secolo il toponimo inizia ad essere trascritto, anche se non sistematicamente, nella forma attuale (Carrosio, con geminazione della “erre”). Nel plurisecolare dominio sulla val Lemme della Serenissima Repubblica, Carrosio rappresenta un corpo separato e, nel sec. XVIII, un' enclave sabauda. Borgo senza territorio circostante, lo sviluppo di Carrosio è legato alla decadenza del sommitale borgo di Aimero - sulla strada di costa che nel Medioevo collegava Genova a Gavi - al fondovalle. Di Aimero, oggi scomparso [Benso 1984], non resta che il toponimo Cappella d' Ameo [IGM, Voltaggio], sulla sponda destra del torente Lemme, immediatamente a levante di Carrosio. Troviamo citazioni del borgo, con castello e parrocchia, dal 1141 alla metà del sec. XIV. Il castrum Aymelii (anche Amelij) cum burgo cum sediminibus et vineis ecc. [ASG, Materie Politiche : mz. II], era amministrato da una conserteria di signori locali e figurava tra i possedimenti genovesi già nel 1141 [ASG, Liber Iurium, f. 238]. La chiesa di s. Maria, citata in atti del 1303 [BCB, Foliatum Notariorum : vol. III, parte II, f. 361] e nel 1387 per la colletta del card. Albornoz [Desimoni, Annali : 88-89], dipendeva dalla pieve di Voltaggio. Dagli inizi del secolo XVI non ne resta traccia e non figura nella visita apostolica di mons. Bossio (1582). La prima citazione di Carosio risale al 1006 [Ferretto 1909 : doc. VII]; in quegli anni il suo territorio dipende dalla diocesi di Tortona e appartiene alla Marca obertenga; nel corso del sec. XI diviene soggetto al Comitato di Tortona, quindi passa sotto il dominio degli Adalbertini marchesi di Gavi. Nel 1197 la Repubblica di Genova, da cui dipende il borgo di Aimero, distrugge il castello di Carrosio costruito nel 1171 dai marchesi di Gavi e Parodi [Desimoni, Documenti : 42, 46], quindi (1202), acquisisce ogni diritto sui luoghi di Aimero, Carrosio e Montaldo [A.S.G., Liber Iurium, f. 261-262]. Una prima, completa descrizione dei confini risale al 1648 [ASG, ms. 712] e presenta come termini la località Pomairolo [Pomaiolo], il monte Carlevaro, il borgo di Sermoria (in giurisdizione di Gavi, come è tutt' oggi), il rio Carpenea, il monte Ferrua, le coste di Serrexala, Remerdaro, Serrei, il rio del Ponte [Redeponte], il monte Serrei, fino a Portovecchio - dove si incontrano i confini di Gavi, Carrosio e Voltaggio - quindi la costa delle Fondeghe e poco distante dallala località Frassio [Frassi]. A occidente Carrosio confinava con il territorio di Parodi [cfr. anche, per il 1672, ASG, Magistrato delle Comunità : n. 102]. In una relazione del 1614 si riferisce che «Ha la comunità [di Carrosio] boschi a quali dicono li Broxe che sono comunaglie, in quali sono solamente legne da brugiare e pascoli, parte di dette comunaglie sono libere, et alcuna parte è ancora in controversia con li huomini di Setto alla (Sottovalle) e così alcune terre seminative di particolari» [A.S.G., Buste paesi : Carrosio, n. 345]. Alcune controversie per i confini sono testimoniate a partire dal sec. XVII, a comnciare da un tratto ampio «un miglio e meggio di longhezza et un miglio per larghezza» [ASG, Confinium : fz 47 (1620)], tra Carrosio e la frazione di Sottovalle (in giurisdizione di Gavi) : si tratta di terra seminativa «dove nascono vino, grano, castagne, farro et altri frutti», con «sette cascine e nove alberghi ... e tre strade pubbliche» [v. anche ASG, Confinium : fz. 46 (an. 1619) e fz 47 (an. 1621)]; nello stesso fascicolo si afferma che i confini tra Sottovalle, Carrosio, Aimero e Campastro erano stati definiti già nel 1359. Le principali vertenze di confine con Gavi, nel sec. XVIII, riguardano la definizione dei confini e la rimozione dei termini nei tratti fra la località Pomairolo e il monte Bruzeta e in prossimità di Sermoria [v. ASG, Magistrato delle Comunità : filze col. Vinzoni, n. 102, Tipo della parte de boschi della Bruzeta della communità di Gavi confinanti col territorio di Carrosio]. La chiesa parrocchiale di s. Maria di Carrosio è nominata la prima volta nel 1268; dal 1301 dipende dall' abbazia di s. Marziano in Tortona [Remondini, reg. XIII, parte II, f. 142]; perde la cura d' anime nel secolo successivo [Vigna 1859 : 216] e la riacquista nel 1516 [ASG, not. Baldassarre de Coronato : fz XIII : 332], forse dopo la scomparsa della chiesa di Aimero (v. infra). La nuova chiesa viene costruita nel 1660.