Buttigliera d'Asti:

AutoriCastellani, Luisa
Secondary AuthorsMorandini, Cesare
Anno Compilazione2004
Anno RevisioneIn aggiornamento
Provincia
Asti.
Area storica
Astigiano.
Abitanti
1961 (Anagrafe comunale 1992); 2492 (ISTAT 2010).
Estensione
1882 (ISTAT 1991) ettari e 1916 (SITA 1991)
Confini
A nord con Moriondo Torinese; a ovest con Riva presso Chieri, a est con Castelnuovo Don Bosco, a sud-est con Capriglio e Montafia e a sud-ovest con Villanova d'Asti.
Frazioni
L’Istat censiva, nel 2001, come località abitate il centro omonimo di Buttigliera d’Asti e la frazione Crivelle, oltre a Cascinetta, Fabbri, Meliga, Oriasso, San Bartolomeo, Serra e alcune case sparse (Istat 2001). Tuttavia gli statuti comunali riconoscono come abitati della circoscrizione comunale solo il concentrico e gli aggregati di Crivelle e Serre (Statuti del Comune di Buttigliera d’Asti, Art.4.1).
Toponimo storico
Butiglaria (a. 1269: Gramaglia 1981, 486); Butilleria (a. 1463: Savio 1934, Documento XIX).
Diocesi
Buttigliera fa parte della diocesi di Torino almeno dal 1353 (Chiuso 1875, p. 64), mentre, per il periodo precedente, la mancanza di notizie e la presenza nell'area dei confini di tre diocesi -- torinese, vercellese e astigiana -- non permettono di far luce sull'effettiva appartenenza.
Pieve
Nel 1386, le chiese buttiglieresi di S. Stefano, S. Remigio, S. Giorgio e S. Albano, come anche la chiesa di S. Maria di Rosai nel territorio di Buttigliera, dipendono dal vasto distretto plebano di S. Maria di Chieri (Casiraghi 1979, 89).
Altre Presenze Ecclesiastiche
E' stata dimostrata la presenza a Buttigliera di Ospitalieri di S. Giovanni di Gerusalemme fin dalla seconda metà del XII secolo (Gramaglia 1980, 362- 68) che nel XVIII secolo contavano 176 giornate di beni immuni soggetti alla chiesa di S.Biagio presso Buttigliera (Balduini, p. 298). Nella scomparsa località di Cellere (ora S. Maria di Celle) la prevostura di Vezzolano aveva beni terrieri nel 1197, conservati almeno sino al 1519 (Settia 1975, 288-289), tale chiesa controllava 50 giornate assegnate nel 1750 al cavaliere Christa di San Damiano (Balduini p.89, 298). L'abbazia di San Solutore di Torino possedeva beni nei pressi di Mercurolio (si veda Località scomparse), confermati con diploma di Federico I nel 1159 (Cartario della abazia di San Solutore di Torino, a cura di F. Cognasso, Pinerolo 1908 (B.S.S.S. XLIV), doc. 39).
Assetto Insediativo
Il luogo di Buttigliera nasce negli anni Sessanta del XIII secolo come villanova astese, nel quadro di un ampio processo di riorganizzazione territoriale volto ad eliminare le molte presenze signorili nell’area. Il territorio della nuova Buttigliera risulta infatti già denso di insediamenti preesistenti, di cui molti scompariranno presto e altri si mostreranno invece punti deboli della giurisdizione del luogo, spesso luoghi di penetrazione o di sopravvivenza della vecchia feudalità [cfr. voce Feudo e la seconda parte della scheda]. Il territorio era incasetellato nell’area di Mercurolio (si veda Località scomparse); inoltre, ancora nel Settecento l’Intendente provinciale registra la presenza di vestigia diroccate di un presidio murato e di ampi fossati appartenuto alla Repubblica di Asti [B.R.T., Relazione generale dell’ Intendente d’Asti sullo stato della Provincia, 1753, ff. 56r.]. Le indagini degli intendenti nel 1750-53 definiscono Buttigliera come un «comune di pianura diviso in borgate» (Balduini, p. 88). Nel XVIII secolo viene rifatta, ad opera dei Padri carmelitani del posto, la strada tendente a Villanova occupando il sito della comunità dove era posizionata la strada antica, meno soggetta alla stagnazione delle acque.
Luoghi Scomparsi
La località di Mercurolio, attestata per la prima volta nel 1159 e centro di un'antica curtis, sorgeva a circa un chilometro a sud-est dell'attuale Buttigliera. La sua chiesa, intitolata a S. Martino, risale tuttavia al X secolo; ora è la cimiteriale di Buttigliera (Gramaglia 1980, 338). Nel 1530 era già località prediale (GRAMAGLIA 1981, 454); tuttora sopravvive il toponimo dialettale Marcairö (SETTIA 1975, 292). Scomparso è anche l'insediamento di origine franca di Busineto, menzionato nel 1034 (Appendice al Libro Rosso del comune di Chieri, a cura di F. Gabotto, Torino 1924 ( B.S.S.S. 76), docc. 6 e 7), del quale è rimasto come toponimo "Bosnito", a sud di Mercurolio (GRAMAGLIA 1980, 339).
Presso «Roxaio» si collocava un manso concesso in feudo da Guglielmo V di Monferrato nel 1162 e che viene ubicata anch’essa a sud di Mercurolio (Gramaglia, Signori e comunità , p.419).
Altra località scomparsa è Cellere (ora S. Maria di Celle, al limite meridionale del territorio di Buttigliera, presso il confine con Villanova d'Asti), attestata come comunità dotata di parrocchiale e territorio fino al 1292, ma successivamente decaduta e incorporata nel territorio di Buttigliera nel corso del Trecento (Settia 1975, p.288-289). La prevostura di Vezzolano vi possedeva beni terrieri nel 1197, conservati almeno sino al 1519 (Settia1975, p.288-289).
Comunità, origine, funzionamento
La prima attestazione di Buttigliera e della sua comunità risale al 1269, in occasione del cittadinatico e di un'esenzione fiscale concessi dalla città fondatrice – Asti – alla nuova comunità (Gramaglia 1981, 358,456).
Collocati in posizione di forte dipendenza da Asti, gli uomini di Buttigliera compiono un vano tentativo di passare alla dominazione monferrina nel 1289, stroncato da Asti l'anno successivo. I patti con Asti del 1291 (Gramaglia 1981, Appendice, doc. 4) non mortificano i desideri autonomistici della comunità: ai Buttiglieresi va il compito di organizzare la difesa del territorio, il controllo delle finanze e la possibilità di dotarsi di statuti (Ibid., 477-78). La scelta del podestà deve cadere su un civis astigiano, come è stabilito dagli Statuti di Asti (1379) e come è consuetudine sin dai primi accordi con i loca nova nel 1198 (Bordone 1980 155-56); tuttavia va notato che il podestà di Buttigliera aveva piena giurisdizione in materia civile e penale, come quello della vicina Villanova d’Asti.
Gli statuti quattrocenteschi forniscono notizie più dettagliate sul funzionamento della comunità: dei registri di materie giudiziaria ed economica del comune si occupavano tre probiviri eletti ogni quattro mesi. Vi erano inoltre un «clavario» (tesoriere) e un notaio. Figura degna di nota è il «terminator», ufficiale preposto alla sorveglianza della costruzione di strade, ai confini, allo scavo dei fossati, mentre gli «extimatores» valutavano i danni subiti da persone e beni. Importante è la figura del «camparo», ufficiale rurale preposto alla custodia dei campi, dei prati, dei boschi tra maggio e dicembre. I «portonarii» erano addetti alla difesa del comune. Non si conosce il numero dei membri del consiglio, detto credenza, ma il loro incarico veniva definito otto giorni dopo l'elezione del podestà e durava un anno. Per partecipare al consiglio occorreva essere «burgenses» di oltre 25 anni e abitare in paese da almeno 25 anni. Otto «sapientes» eletti dal consiglio (rimanevano in carica per tre mesi) affiancavano il podestà nelle decisioni più importanti. Vi era poi un sindaco la cui carica era semestrale. Nel 1749 Carlo Emanuele III concesse alla comunità di tenere un mercato settimanale e due fiere annuali (Pennacchini 1978, p. 13).
Statuti
Degli statuti di Buttigliera del 1447 (riconfermati da Carlo Emanuele I nel 1582 esistono due copie: una presso l'Archivio comunale di Buttigliera (codice in pergamena del secolo XVI); l'altra presso la Biblioteca Reale di Torino in copia cartacea del 1546. Un'edizione del loro contenuto è acclusa alla tesi di Laurea: N. Pennacchini, Ricerche storiche e statuti di Buttigliera d'Asti, tesi in storia del diritto italiano, rel. prof. M. Viora, Torino 1964, datt. presso Biblioteca della Provincia di Torino.
Catasti
L'esistenza di catasti o «registri dei beni» è attestata a Buttigliera dagli statuti del 1447. Nel 1733 Buttigliera dichiara che i propri catasti sono "logori, irregolari, non autentici e vecchi". Richiede dunque una misura e un nuovo allibramento, come prescive il Regio Editto (A.S.T., la archiviaz., Misure territoriali e allibramenti, m. 2, n.8). Una mappa catastale del 1744 (m. 2,45 x 2,45), conservata presso l'A.S. To, Camerale, sala mappe, Allegato C, n. 193, è corredata di registro particellare (alleg. E. 21 ); vi si conserva anche il catasto napoleonico (Alleg. G 274-D). Presso il comune è possibile trovare una mappa del territorio di Buttigliera del Rabbini (1863) desunta dalla mappa fatta nell'anno 1744 dal geom. Sebastiano Virano (A. C. Buttigliera d'Asti, cat. V, cl. 5, Catasto, fasc. 1-10).
Ordinati
Sono presenti nell’archivio comunale i volumi degli ordinati di Buttigliera dal 1556 (AC Buttigliera).
Dipendenze nel Medioevo
Dalla fondazione, Buttigliera e il suo territorio rimasero sotto il controllo del comune astigiano (salvo il tentativo di sottomettersi al Monferrato nel 1289), passando nel 1312 sotto il dominio angioino e nel 1342 a quello dei Visconti. Nel 1414, Buttigliera giurò fedeltà al nuovo signore Filippo Visconti (sostituiva il nipote Carlo d'Orléans, prigioniero degli Inglesi), ottenendone conferma dei privilegi, franchigie e statuti.
Feudo
Originariamente il territorio di Buttigliera (forse solo l’area di Mercurolio) era controllata dai signori di Biandrate, a loro infatti viene sottratta, secondo la narrazione di Guglielmo Ventura, intorno al 1250, quando Manuele di Biandrate avendo derubato i mercanti di Asti delle loro merci viene attaccato e i suoi villaggi vennero sottratti dagli astigiani: «ex viris dictarum villarum - prosegue poi - aedificate sunt Butigleria, Povarinum, Montata Fangis et Canalis» tuttavia la fondazione della villanova di Buttigliera risale con più precisione ad un periodo compreso tra il 1263 e il 1269, quando viene conquistata la vicina località di Mercurolio (Cfr. Guilelmi Venturae, Memoriale de gestis civium Astensium et plurium aliorum, ed. C. Combetti, Augustae Taurinorum MDCCCXLVIII (Monumenta historiae patriae, 5, Scriptorum III), col .730. Gramaglia E. B., Signori e comunità tra Asti, Chieri e Monferrato cit., p. 455. Bordone R., Il riordino politico del territorio comunale di Asti: le villenove duecentesche, in “Bollettino storico-bibliografico subalpino”, CII (2004), pp. 413-441).
L’attuale Buttigliera, controllata direttamente dal comune di Asti, non fu soggetta a nessuna investitura signorile per tutto il medioevo (Savio 1934, pp.220-224) e per il perdurare della circoscrizione di cui fece parte, il Capitaneato dell'Astigiana (XV-XVI secolo). Nel 1619 Buttigliera venne infeudata da Carlo Emanuele I al generale boemo Ernesto di Mansfeld, che ne acquisì il titolo di marchese. Alla morte del Mansfeld, nel 1627, Buttigliera fu concessa a Matilde di Savoia, sorella di Carlo Emanuele I. Otto anni dopo fu divisa tra Bernardino Gentile e Carlo Baronis e quindi riunita nelle mani di Ottavio Baronis nel 1649. Esauritasi la discendenza diretta, nel 1703 il feudo passò a Giacinto Protto e poi, nel 1723, ai conti Freilino [B.R.T., “Miscellanea 130.18”. Elenco infeudazioni di Buttigliera].
All’interno del territorio comunale odierno altre località, oggi scomparse, erano invece infeudate: Mercurolio, (Gramaglia 1981, 416), allodio monferrino riconosciuto nel 1164 da Federico I al marchese Guglielmo V di Monferrato (M.G.H., Diplomata regum et imperatorum Germaniae, X, II, doc. 466), nel 1224 risultava infeudato a Alberto di Biandrate insieme a «medietatem Castronovi vel totum et Mayny» (Mainito) e altre porzioni di territori nelle circostanti aree di Mombello, Poirino, Riva e Chieri (Cancian 1983, p.735).
Mutamenti di distrettuazione
Buttigliera fu compresa nel Capitaneato d'Asti, distrettuazione sorta nel 1413 per concessione dell'imperatore Sigismondo a Carlo d'Orléans, signore di Asti. Tra il 1521 e il 1529 Buttigliera fu contesa tra gli Sforza (che avevano riconquistato Asti) e il re Francesco I. Assegnata ai Savoia nel 1550 (Cateau Cambrésis); durante le guerre franco-spagnole, Buttigliera fu occupata dall'esercito spagnolo (1553). Nel 1576 la comunità locale giurò fedeltà a Carlo Emanuele I di Savoia (SAVIO 1934, Franchigie, XIX).
Nell'Ottocento, Buttigliera, insieme ai comuni di Albugnano. Berzano, Moncucco, Mondonio. Pino e Primeglio, è compresa nella provincia d'Asti, mandamento di Castelnuovo (Casalis II).
     In anni recenti Buttigliera d'Asti ha aderito alla Comunità Collinare Alto Astigiano
Mutamenti Territoriali
Tra il XVII e il XVIII secolo vengono ridiscussi e contestati i termini di confine del comune rispetto alle limitrofe comunità di Riva presso Chieri e Villanova d’Asti (A.S.T.. Camerale, la archiviaz., Misure territoriali, m. 2. n. 5; Vanetti 1986, p. 51.).
Comunanze
Nei documenti preparatori settecenteschi per la Perequazione generale del Piemonte la comunità risulta in possesso di 33 giornate di «beni antichi della comunità», tra cui 12 giornate di gerbido e due piccole pezze di prato. Il modo di utilizzazione di tali beni è molto vario. Alcune pezze sono classificate «infruttifere», altre sono destinate al pascolo comune, altre sono «in goldita o sii serviente» a vantaggio di particolari, senza obblighi – e dunque senza redditi - per la comunità; un solo pascolo di una giornata e mezza in regione Valleriana è affittato annualmente. Tra i beni infruttiferi, in regione Vairino un gerbido «ha servito per Lazareto nel tempo del contagio, per ciò al presente si chiama anche al Lazareto, dove sono stati sepolti li morti di deto contaggio» [AST camerale, capo 21, m. 73, Asti. Consegna beni immuni e comuni 1721, f. 84; m. 85, Provincia di Asti, Immuni e comuni 1721].
Liti Territoriali
Presso l'AC Villanova sono conservati atti di lite con Buttigliera sui confini (s. I, Cat. 1. m. 9; 1552-1742) e circa l'uso del mulino di Casale (Ibid., Cat. 1, m. 60; 1565-1785); altre notizie sulle liti di confini con Villanova in AC Asti, Faldone 61/A, n. 1. Nel 1732 le due comunità si condendevano duecento giornate di territorio (AC Buttigliera d'Asti, cat. X, Disegni, cart. 343).
Liti territoriali tra Buttigliera e Castelnuovo sono in AC Castelnuovo Don Bosco, Serie I, Fondo Atti Era antica, fald. 42, 2.7 Capitoli stipulati tra il Comune di Castelnovo e quello di Buttigliera, 20 gennaio 1624, e Ibid., 2.10:Attestazioni per le quistioni colla comunità di Buttigliera, 17 novembre 1579. Altri atti di lite si hanno in lbid., fald. 54, 1: Atti di lite e carte relative. Pareri, conclusioni (1437-1788).
Fonti

 

AC Buttigliera d'AstiAC Castelnuovo Don Bosco

 

AC Villanova d'Asti
ASAt (Archivio di Stato di Asti)
AST (Archivio di Stato di Torino), Camerale, Capo 21, m. 73, Asti. Consegna beni immuni e comuni 1721, f. 84; m. 85, Provincia di Asti, Immuni e comuni 1721.
B.R.T., Relazione generale dell’ Intendente d’Asti sullo stato della Provincia, 1753, ff. 55v.-57v.
B.R.T., Statuti del Comune di Buttigliera (1447), copia cartacea 1546, Storia patria, 944-53.
Bibliografia
Bordone 1980: Bordone Renato, Assestamenti del territorio suburbano: le "diminutiones villarum veterum" del comune di Asti, in "B.S.B.S.", LXXVIII (1980), pp. 127-177.
Chuiso 1875: T. Chiuso, Buttigliera Astigiana, Torino 1875.
N. Pennacchini, Ricerche storiche e statuti di Buttigliera d'Asti, tesi in storia del diritto italiano, rel. Prof. M. Viora, Torino 1964.
Savio 1934.
Settia 1975: Settia Aldo A., Insediamenti abbandonati sulla collina torinese, in "Archeologia medievale" 2 (1975), pp. 237-328.
Casalis 1834: Casalis Goffredo, Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S.M. Re di Sardegna, II, Torino 1834, p. 777 sg.
Descrizione Comune

Buttigliera d'Asti

     Buttigliera d'Asti sorge sulla sezione nord-orientale dell'altopiano di Villanova d’Asti. Il rio Gerbido segna per breve tratto il confine con il territorio di Riva presso Chieri. La parte meridionale del suo territorio, lungo il torrente Banna, era coperta di un'antica selva, la "silva Celere", confermata dall'imperatore Enrico III al vescovo di Asti nel 941 (M.G.H., Diplomata regum et imperatorum Germaniae, V, doc. 70).
     La via Fulvia, nel tratto che collegava Asti a Chieri, attraversava il territorio di Buttigliera, in prossimità di Mercurolio (Settia 1970, pp.66-73). Fu proprio l'importanza della strada romana, ancora pienamente usata nel medioevo, a determinare lo sviluppo dell'abitato di Mercurolio, a poca distanza da dove, nella seconda metà del Duecento, sarebbe sorta Buttigliera. Dal XII secolo, a Mercurolio sorgeva una precettoria gerosolimitana che accoglieva pellegrini e mercanti in transito (Gramaglia 1980, 367). Il castello locale, in mano ai potenti signori di Biandrate, controllava un tratto di strada verso il Monferrato e costituiva un ostacolo alla politica di espansione e di controllo del territorio attuata da Asti. L'importanza di Mercurolio era dovuta alla posizione strategica di controllo e protezione nei pressi dei confini tra i maggiori poteri dell'area, i conti di Biandrate, i marchesi di Monferrato, i comuni di Asti e Chieri.
Dopo la sconfitta dei Biandrate da parte di Asti e la fondazione di Buttigliera, il castello di Mercurolio - sorgeva verosimilmente in prossimità dell'attuale cascina Allamano (Gramaglia 1981, 454) - divenne proprietà allodiale della famiglia astigiana dei Toma (ca. 1280) (A. Asteggiano, Documenti inediti dei monasteri cisterciensi di S. Spirito e S. Anna in Asti (sec. XIII). Contributi alla storia del notariato astigiano, datt. presso Dipartimento di Storia dell'Università di Torino, Torino 1978, doc. 49). Altri insediamenti popolavano l'area dell'attuale Buttigliera nel medioevo, come testimonia la presenza di alcune antiche chiese: S. Giorgio a Rosai - ora località prediale a sud del cimitero -, S. Stefano nell'attuale frazione Serra, la chiesa e l'ospedale gerosolimitano di Mercurolio e ancora la chiesa campestre di S. Maria di Celle (già esistente nel 1292) che una visita pastorale del 1584 ordinata da monsignor Peruzzi ed eseguita da Giovanni B. Cavoretto dei signori di Belriparo indica come assai decadente (Chiuso 1875, 94-95). Tutti scomparvero o furono parzialmente abbandonati dopo la fondazione della villanova da parte di Asti.
Fu infatti l'intervento astigiano a ridisegnare l'assetto territoriale dell'area, nel quadro di un ampio precesso di riorganizzazione del territorio volto a eliminare le presenze signorili. Oltre alle nuove fondazioni di Villanova e di Poirino, tra il 1263 e il 1268 Asti fondò la villanova di Buttigliera al fine di controllare le frontiere con il Monferrato. Non è peraltro da escludersi un interesse economico nella fondazione, considerata la produttività cerealicola dei terreni di quell'area. (Gramaglia 1981, 455-463).
Dal XIV secolo, Buttigliera fece parte del capitaneatus Astesane, una nuova entità territoriale istituita da Gian Galeazzo Visconti per difendersi dal conte di Savoia e poi rimasta, benché avesse perduto la sua funzione originaria, fino a tutto il XVI secolo (Bordone 1980. 150). La creazione del capitaneatus riorganizzava il territorio, risolvendo il problema - emerso negli anni Settanta del Trecento - dell'esistenza di alcune località non comprese nel districtus di Asti. Tale nuova circoscrizione comprendeva a ovest, verso il dominio sabaudo, Buttigliera e Villanova.
Il territorio di Buttigliera mostra compattezza fintanto che incluso nel Capitaneato dell'Astigiana. Tuttavia la comunità dovette contrastare i tentativi di creazione di isole giurisdizionali al suo interno. Nel 1423, Carlo d'Orléans investiva la famiglia Ricci dei castelli di Corveglia, S. Paolo, Solbrito e San Michele, dichiarando le suddette località «perpetuis temporibus omnino separata, disgregata, distincta a finibus et poderii dictorum locorum Villenove et Butillierie» (Pirrone 1991, doc. 2). Due anni dopo, Villanova vinse la causa intentata contro la decisione orleanense e il territorio dei due comuni di Villanova e Buttigliera non subì scorpori fino al XVII secolo.
Il territorio di Buttigliera venne mantenuto integro fino al 1619, quando i Savoia decisero di infeudare la località al generale boemo Ernesto di Mansfeld. La comunità insorse impugnando gli statuti e aspre proteste giunsero anche da parte degli Astigiani; tuttavia la camera ducale si pronunciò a favore del Mansfeld che acconsentì a rilasciare alcuni privilegi in cambio di 100 scudi d'oro all'anno (Sommario della causa della citta d'Asti contro li signori e le ville del distretto e capitaneato infeudate, Asti s.d. (ma 1621), in A. St. Com. Asti).
I rapporti tra Buttigliera e la limitrofa Villlanova non furono sempre buoni: una lunga causa sui confini frappose le due comunità per molto tempo. In particolare, i problemi nascevano in prossimità dei confini comunali verso Casalotto (ora Madonna di Casale, sulla sponda destra del rio Traversola, nel comune di Villanova d'Asti) e il torrente Traversola. La preoccupazione di definire i limiti territoriali emerge già nelle franchigie di Villanova del 1384 (Savio 1934, Franchigie, 1, 169). Buttigliera, infatti, tende a considerare confine naturale (a proprio vantaggio) il corso del torrente da nord a sud. In ragione di tali divergenze d’opinione altre liti vennero aperte circa il possesso del mulino che sorgeva sul torrente (A. C. Villanova d'Asti, serie I, Cat. 1, m. 63, 1596-1799), ma la questione si risolse a favore di Villanova.
I confini meridionali di Buttigliera furono contestati a più riprese: nel 1535, la duchessa Beatrice di Savoia ordinava a Villanova di cessare le liti con Buttigliera sui «finibus inter easdem communitates contentiosis» (Savio 1934, Franchigie, XIII. 211). Le questioni si trascinavano probabilmente dal 1469, quando dal termine detto le «tre more», lungo la via Monferrina e in prosecuzione del confine tra Villanova e Riva presso Chieri, si delimitò il nuovamente il confine tra Villanova e Buttigliera. Ancora nel 1732 tra le due comunità erano contese oltre 200 giornate di terra; l'intendente Craveri della Provincia aveva stabilito un termine provvisorio, consistente in una linea retta che dal punto detto delle «tre more» andasse ai «tre cerri», dividendo a metà circa il terreno conteso dai due comuni. Buttigliera fece ricorso al Senato. Tuttavia, la misura richiesta subito dopo non fu portata a termine dal magistrato preposto, il quale anzi ordinò che si piantassero i termini di confine dove stabilito dall'Intendente. Nel 1736 i termini erano stati levati, ma Villanova richiese un nuovo intervento dei magistrati, sostenendo la necessità di una linea retta «tiratta dall'uno all'altro dei suddetti termini», più «conaturale» rispetto a quella, più tortuosa, proposta da Buttigliera. In realtà, i termini fissati in seguito riprendevano quelli concertati in un documento del 1685, nel quale risulta che i confini tra Buttigliera e Riva presso Chieri coincidono con quelli attuali, passando sopra la località detta Serramena Alta e puntando verso nord sulle sponde del rio Madonna della Fontana; ora, proprio nel punto detto «tre more», convergevano i territori comunali di Villanova, Riva presso Chieri e Buttigliera; esso si trova a circa 600 metri ad est della Serramena Alta [si veda, Mutamenti territoriali].