Vicoforte

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo.
Area storica
Monregalese.
Abitanti
2859 al censimento del 1991.
Estensione
Al censimento del 1991 la superficie comunale è di 2545 ettari.
Confini
Il territorio di Vicoforte confina a est con quelli di Niella Tanaro e San Michele Mondovì, a sud con quelli di Torre Mondovì e Montaldo Mondovì, a ovest con quelli di Monastero di Vasco e di Mondovì, a nord ancora con quest'ultimo, segnato in parte dal fossato Otteria.
Frazioni
Le attuali frazioni di Vicoforte sono : Fiamenga, Moline, S.Grato, e Santuario, a sua volta divisa in Boschi e Chiarole. Briaglia S.Croce, già frazio­ne, fu eretta a sede comunale autonoma nel 1796 (CAMILLA 1997,119).
Toponimo storico
Vicus, fin dalla sua prima attestazione documentaria del 26 gennaio 1041 come sede plebana, anche se scoperte casuali di tombe romane ne atte­stano un'origine ben più antica (NALLINO 1788). Dopo il trasferimento di buona parte dei suoi abitanti sul Monte di Vico, poi Monteregale, (fine secolo XII), viene in­dicato come villario di Vico-vetere. Con l'affermarsi del nome Mondovì, quest'ultima aggiunta scompare; diventa Vicoforte in seguito al Regio Decreto 4 di­cembre 1862, ratificato dal Consiglio comunale il 14 dicembre (CAMILLA1997, 119).
Diocesi
Vicoforte fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando viene assegna­to alla nuova circoscrizione ecclesiastica diocesana facente capo a Mondovì.
Pieve
San Pietro di Vico ("Plebs Montisvici"), citata la prima volta nel diploma imperiale del 1041, concessa nel 1247 da Innocenzo IV al monastero di S.Bartolomeo di Azzano, di cui costituisce, con il priorato di S.Stefano del Bosco, una estrema propaggine nell'area monregalese. Si ignora quando si sia resa indipendente, dopo che le funzioni plebane erano state trasferite nel Monteregale (CAMILLA 1997,44 sgg.). Nel 1345 il "Registrum ecclesiarum dioecesis Astensis" segnala la "Plebs Montisvi­ci"; la chiesa di S.Pietro è ancora sottoposta a S.Bartolomeo (CONTERNO 1988,24).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia di S.Giovanni e Donato, che nel primo titolo santorale ricorderebbe un'antichissima parrocchia situata sulla strada per Briaglia. Cappelle di S.Teobaldo, di S.Cristoforo. Parrocchia di S.Pietro di Fiamenga, già pieve.
Parrocchia di S.Grato, nell'omonima frazione, eretta nel 1952 smembrandola da quel­la di S.Donato.
Parrocchia dell'Annunciazione della B.V. Maria (Moline), in origine dipendente dall’arcipretura della Cattedrale, eretta in parrocchia autonoma nel 1565. Cappelle di S. Rocco, della Madonna della Neve e di S.Martino nell'omonima borgata (ANNUA­RIO 1978, pp.58-60). Priorato benedettino di S.Stefano del Bosco, citato nel 1118, dipendente dal monastero di S.Bartolomeo di Azzano, così detto perché segnava per un tratto il limite del bosco concesso dal vescovo ai Vicesi. Soppresso nel 1440 e ceduto nel 1471 al Capitolo, è ora trasformato in cascina (CAMILLA 1997,48-51). Chiesa di S.Genesia (S.Agnese), priorato femminile benedettino dipendente dal monastero di S.Anastasio di Asti, concessogli dal vescovo nel 1096 e riconfermato nel 1132 e 1142, con un proprio "ambito", diritto di decima e di sepoltura (ibidem.,62-63 nota 159).
Monastero cistercense annesso al Santuario "della Madonna SS. del Mondovì a Vico": i padri foglianti vennero chiamati ad ufficiare il Tempio da Carlo Emanuele I in sosti­tuzione dei Gesuiti nel 1595 e vi rimasero fino alla soppressione di metà Ottocento. Mons Regalis. Vedi planimetria 1. Vedi planimetria 2.
Assetto Insediativo

   

Luoghi Scomparsi
Pizzo ("Pixius"; Pis): l'insediamento sorgeva poco a valle dell'abitato attuale delle Moline, presso un'ansa del torrente Corsaglia, dove i delega­ti del duca nel 1698 ancora vedevano la chiesa "rovinata" di S.Benedetto, e dove fu piantato uno dei termini divisori tra Vico e Montaldo. Antichissimo insediamento be­nedettino, il luogo fu visitato nel 1583 da mons. Scarampi: la chiesa di S.Benedetto manteneva le funzioni parrocchiali, ma i capi di casa si erano ridotti a 22; era senza redditi, e il curato Giovanni Giordano di Entracque si manteneva a malapena con le e-lemosine. Anche se coperto di paglia, l'edificio doveva essere tutt'altro che disprez­zabile, con due altari, parte del presbiterio e della navata ornati di figure "abbastanza decenti", il cimitero tutt'intorno alla chiesa. La presenza della confraria dello Spirito Santo, dotata di redditi, ci testimonia l'esistenza di una comunità legata da solidi vin­coli di appartenenza (Archivio Curia vescovile di Mondovì, visita pastorale Scarampi vol. I, cc. 326-27). Il sito dev’essere stato abbandonato entro i primi anni del '600, in quanto nessun vescovo successivo lo visita più. Il nome è rimasto ad una regione del territorio vicese.
Comunità, origine, funzionamento
Gli "homines" di Vico, legati da rapporti di "vicinia", strappano nel 1118 al vescovo di Asti la concessione del bosco di S.Stefano per ridurlo a coltura, suddiviso in sorti di diversa ampiezza. Nel contem­po sono attestate le antiche usanze del luogo, che saranno codificate nel 1210. Gli stessi "homines" nel 1118 ottengono dal vescovo l'affrancamento dal fodro. Pertanto, prima che sia attestata la nascita della villanova del Monteregale, Vico appare dotato di una salda organizzazione comunitaria, in grado di imporre scelte ben precise all'e­piscopato astese. Nel 1224 Vico è strutturato in terzieri, detti "delle Sette Vie”, di S. Pietro e di Terragneto (CAMILLA 1997,33 sgg.).
Statuti
Consuetudini di Vico, 1210, che diventano la base del nuovo comune del Monteregale.
Catasti
Un Registro catastale di metà '500 in A.C. Mondovì. Catasto del 1752 estratto dai libri originali dei catasti di Mondovì, 3 voli. Mappa del catasto del territorio di Vico, 1760. Libri di campagna, secorda metà del XVIII secolo, 5 voli, con indici per regioni. Catasto con mappe del 1836, 6 voli. Nuovo catasto 1895-1898.
Ordinati
Dal 14 giugno 1699....; 1752-1765; 1773-1779 ...; 1801-1814 non con­servati.
Dipendenze nel Medioevo
Comitato di Bredulo; poi, con l'affermarsi della villanova del Monteregale, Vico costituisce una delle comunità del distretto, aggregata, insieme con Briaglia e Moline, all'omonimo “terziere”, che ha contribuito a popolare.
Feudo
Vico è infeudata il 22 settembre 1722 ed eretta in contea a favore di Giusep­pe Gerolamo Derossi, con esclusione del "distretto" del Santuario, monastero e palazzata (CAMILLA 1997,117-118). Il marchese d'Ormea l'acquista nel 1747 (CASALIS 1854,113).
Mutamenti di distrettuazione
Con lo smembramento del distretto monregalese (1698) Vico diventa comunità autonoma nell'ambito dello Stato sabaudo.
Mutamenti Territoriali
Finché la comunità di Vico rientra nel distretto, non è possibile delimitare con esattezza l'ambito territoriale del suo "posse" o dei "fines". Un vero e proprio territorio viene fissato in seguito alla divisione del 1698, ma la "misura generale" deve attendere il 1757, dopo la quale la variazione più consistente riguarda la costituzione in comune autonomo di Briaglia (1796).
Comunanze
Le "Alpi di Vico", di cui il bosco di S.Stefano (o Bosconero) co­stituisce una parte cospicua, tra il Corsaglia e l’Ermena, dovevano avere una estensione notevolissima, arrivando a interessare le comunità di Garessio, Pamparato e Ormea. Con Vico vi avevano parte Torre, Montaldo e Roburent. Nel 1284 si rende ne­cessario precisarne i confini nei confronti di queste due ultime, per evitare liti: è chia­ro che il Monteregale intende valersene in modo esclusivo, riducendo o annullando le possibili interferenze degli uomini della Montagna. Nel 1298 il Comune concede in enfiteusi il bosco di S.Stefano a 15 "particolari" perché lo riducano a coltura: il docu­mento precisa che esso si trova nella giurisdizione del Monteregale, ma nei confini di Vico, il che ne sancisce l'assorbimento nell'ambito della villanova, pur senza negarne l'antica delimitazione (entrambi i documenti sono in Il "Liber Instrumentorum" del Comune di Mondovì, a cura di G.BARELLI, Pinerolo 1904, B.S.S.S., 24, n. 96, pp. 240-242; n. 51, pp. 126-132). Per l'età moderna non sono segnalate comunanze.
Liti Territoriali
Non sono attestate liti territoriali.
Fonti
A.C.V. (Archivio Storico del Comune d Vicoforte).
Bibliografia
Blaeu, Joan, Theatrum statuum regiae celsitudinis Sabaudiae ducis, Pedemontii principis, Cypri regis. Pars altera, illustrans Sabaudiam, et caeteras ditiones Cis & Transalpinas, priore parte derelictas, vol. 2, apud heredes Ioannis Bleu, Amstelodami, 1682, Mons Regalis. Vedi planimetria 1. Vedi planimetria 2.
P.CAMILLA, Da Vico Vetere a Vicoforte: momenti di storia. Cartario di Vico, a cura di G. BARELLI, R.M.BORSARELLI, P.CAMELLA, Cuneo 1997 (B.S.S.S.A.A. Cn, 31)
G.CASALIS, Dizionario geografico storìco-statistico-commerciale degli Stati di S.M. II Re di Sardegna, XXV, Torino 1854, pp. 89-114
G.COMINO, Sfruttamento e ridistribuzione di risorse collettive: il caso delle confra-rìe dello Spirito Santo nel Monregalese dei secoli XHI-XVIII, in "Quaderni storici", 81 (1992), pp. 687-702
G.CONTERNO, Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondo-Vì: le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenarìo 1388-1988, Farigliano 1988, pp. 7-55
DIOCESI DI MONDOVÌ', Annuario 1978, Mondovì 1978
Il "Liber Instrumentorum" del Comune di Mondovì, a cura di G.BARELLI, Pinerolo 1904, B.S.S.S., 24
L.LOBERA, Delle antichità della terra, castello e chiese di Vico e deirorìgine della Città di Mondovì, Mondovì 1791
G.M.LOMBARDI, A proposito della vicinia di Vico. Sopravvivenze romane e albori comunali nel territorio monregalese, in "B.S.B.S., LXV (1967), pp. 127-143
P.NALLINO, II corso del fiume Ellero, Mondovì 1788
S.NEBBIA, San Bartolomeo di Azzano. Primi lineamenti per una storia dell'abbazia, in "B.S.B.S ", XCI (1993), pp. 167-206.
Descrizione Comune
Vicoforte
     La circoscrizione plebana facente capo alla chiesa di S.Pietro di Vico è la testimonianza più antica (1014) di una comunità nella quale il rapporto di vicinato pare aver contribuito a creare le premesse per un precoce sviluppo politico, con un complesso ben radicato di usi e consuetudini, che emergono a più riprese (LOMBARDI 1967,127 sgg.).
     Nel 1118 i vicini di Vico strappano al vescovo Landolfo la concessione del bo­sco di S.Stefano e la riconferma di poter liberamente vendere, donare, permutare o la­sciare per testamento; quasi alla fine del secolo ottengono due parti delle terre al di qua del Corsaglia: si può dire che inizia di qui a delinearsi un territorio di pertinenza della comunità, certo presto eroso dalla decisione di una parte degli abitanti di trasfe­rirsi sul "Monte di Vico".
Come si evince dal documento già ricordato del 1298, non è affatto detto che limiti di un territorio e giurisdizione della comunità coincidano, o, almeno, non quando una villanova in espansione tende a costruirsi un proprio distret­to, nel quale esercitare poteri di vario tipo, comunque tali da indirizzare in un senso piuttosto che in un altro l'agire politico di chi gli è sottoposto. L'identità comunitaria deve così essere ricondotta a pratiche simboliche che rafforzino i vincoli di apparte­nenza a un territorio o a una porzione di esso.
Le confrarie dello Spirito Santo assol­vono bene a questo compito. Vico mantiene la suddivisione in terzieri, e in ognuno di essi la confraria è presente e continua le distribuzioni a Pentecoste, riuscendo così a distinguersi da quella, dal nome in origine simile, che ora si è trasferita nella villanova: infatti, per Mondovì, dicendo "de Vico", ci si riferirà sempre e soltanto alla confraria avente la propria “casa” presso l'omonima porta (COMINO 1992,691-693).
La documentazione successiva, dal secolo XIV al 1698, non ci è prodiga di testimo­nianze sull'evoluzione del territorio di Vico, che, pur nell'appartenenza al distretto monregalese, è sicuramente attestato. Al momento dello smembramento del distretto, si proce­de a una ricognizione che, come per le altre comunità interessate, si limita a piantare termini confinari. Il territorio della comunità viene delimitato, verso Montaldo, dalla regio­ne del Pizzo, presso la chiesa di San Benedetto, dal torrente Corsaglia e dalla strada che prosegue per le Frabose; verso Monastero dalla cappella di S.Luigi nella regione dell’Ermetta (la cappella divide anche il territorio di Mondovì), dalla stessa strada e dal rivo Arnifone (Biblioteca del Liceo Classico di Mondovì, Divisione del distretto 1698 cc. nn.).
Tuttavia, la complessa operazione non implica affatto la redazione di un ac­curato catasto, ma di un semplice transunto, estratto da quello della città, da cui si de­sumeranno i "quinternetti esattoriali"; la scarsa chiarezza scoraggia gli esattori, che la comunità fatica a trovare. Inoltre vi è la questione dei beni “immuni”, fino ad allora non consi­derati. Misurati nel 1711 e nel 1718, superano le 518 giornate sulle 7571 del totale. Le operazioni di redazione del catasto iniziano nel 1757, precedute da una nuova ricognizione dei confini, per la quale sono convocati i rappresentanti delle comunità vicine. E' del 1778 lo "atto di sottomissione" del misuratore Giovanni Antonio Peraldi per la riduzione in libro della mappa territoriale di Vico (A.C. Vicoforte, Catasto, m. 37, fasc. 1-14).
Nel 1785 la città di Mondovì e le comunità del distretto stipulano un accordo per la ripartizione dei censi, problema che non era ancora stato affrontato (A. C. Vicoforte, Territorio e patrimonio comunale, fase. 18).
Nel 1796 una parte del territorio viene smembrato per costituire quello della comuni­tà di Briaglia (vedi scheda relativa), dopodiché non subisce ulteriori modificazioni, né presenta problemi di contenzioso.