Aisone

AutoriPalmero, Beatrice
Anno Compilazione2008
Anno RevisioneVersione Provvisoria
Provincia
Cuneo.
Area storica
Cuneese. Alta valle Stura. Attualmente Aisone e il suo comprensorio alpino costituiscono parte integrante del Parco naturale delle Alpi Marittime. Il nuovo ente parco è stato creato nel 1995, in seguito alla fusione del Parco naturale dell'Argentera (istituito nel 1980) con la Riserva del Bosco e dei Laghi di Palanfré (istituita nel 1979). Il territorio alpino del comune di Aisone entra così a far parte di un'unica grande area protetta che si estende su una superficie di 27.945 ettari, ripartita su tre valli (Gesso, Stura, Vermenagna) e quattro comuni (Aisone, Entracque, Valdieri, Vernante).
Abitanti
309 [CSI 1991], 257 [ISTAT: censimento 2001], 257 [ISTAT/2004], 262 [BDDE: popolazione residente 2006] 261 [ISTAT/2007].
Estensione
ha 3687 (ISTAT/SITA, 1991).
Confini
Demonte, Vinadio, Valdieri.
Frazioni
Forani, Lucerna e un nucleo abitato: Lavoire. Nell’inchiesta ottocentesca si rilevavano tre villate, denominate Marchel, Forani e Pirone [Casalis 1834, vol. I, p. 95]. Vedi mappa.
Toponimo storico
Aysone compare nei documenti del secolo XII relativi ai feudi del Marchesato di Saluzzo [A.S.T., Corte, Città e provincia di Cuneo, Demonte Mazzo 6]. «Aison», «Aiso» trae probabilmente il suo significato dall'attività rivolta alla coltivazione della canapa, fatta macerare negli izou, ossia in pozze d'acqua che in quel luogo erano numerose, considerata la vicinanza al fiume Stura [Casalis 1833, vol. I, p. 95]. Nel regesto delle carte relative all’infeudazione sabauda dei feudi della valle Stura il toponimo è riportato anche come «Isone», «Issone», [A.S.T., Corte, Città e provincia di Cuneo, Vinadio (1615-1635, Mazzo 8, fascc. 3-6].
Diocesi
L’antica diocesi di Torino estendeva la sua giurisdizione sulla valle della Stura di Demonte oltreché sulle valli della Varaita nel Saluzzese, secondo il diploma di Ottone III (998, Casiraghi 2007, p. 199). La chiesa di Aisone risulta pertanto nella circoscrizione del vescovo di Torino, che mantiene le chiese della valle Stura, nonostante la costruzione del nuovo distretto diocesano di Mondovì, che si estende sulle chiese di Borgo S. Dalmazzo e sui possedimenti dell’abbazia (a.1388, Bolla papale Clemente X, Giacchi 1976, p. 421). Le attestazioni della chiesa di Aisone risalgono al XIII secolo in alcuni documenti che sanciscono il ruolo del « porticu » e della « domus ecclesie de Axono » nella vita politica del territorio. Si tratta del luogo scelto per la stipula di un atto. Qui i consoli di Vinadio e Demonte s’incontrarono per il riscatto dei possedimenti della valle Stura del marchese Manfredo III di Saluzzo (1240). In seguito detta chiesa ospitò il giuramento di fedeltà (1275), prestato dagli uomini di Aisone e Castelmagno al marchese di Saluzzo (Casiraghi 2007, p. 211 e nota 52).
Durante il periodo napoleonico, la riorganizzazione amministrativa improntata sui dipartimenti si estese alle diocesi, proponendo dunque un rimaneggiamento delle antiche circoscrizioni diocesane sulla base dei nuovi confini dipartimentali. In questo modo la parrocchia di Aisone e le chiese della valle Stura passarono sotto la diocesi di Mondovì, poichè detta città era stata eletta capoluogo del dipartimento dello Stura (1805). In seguito, per intercessione del re, si lavorò all’erezione della diocesi di Cuneo. Nel progetto iniziale, la diocesi di Mondovì avrebbe dovuto cedere a Cuneo le parrocchie della valle Gesso, mentre per quel che riguarda la valle Stura e in particolare Aisone e Vinadio, sarebbero dovute rientrate nell’antica diocesi di Torino, da cui provenivano. Infine, la costituzione del distretto diocesano di Cuneo (1817) incluse la chiesa della Natività di Maria SS. di Aisone insieme alla parrocchia di Vinadio nella nuova circoscrizione (Berra 1955, p. 19 e p. 51).
Pieve
La chiesa di Aisone risulta inclusa nella pieve di S. Giovanni di Demonte, anche se non si hanno notizie di tale circoscrizione plebana fino al XIII secolo (Giacchi 1976, p. 430-39). L’importanza di un plebato nell’alta valle Stura crebbe in ragione dello sviluppo di un confine tra la diocesi di Torino e il distretto vescovile di Asti in espansione. Quest’ultimo infatti, a seguito del diploma imperiale del 1041, si era annesso la «Plebs S. Mariae de Pedona», oltre a essere in via di consolidamento come potere pubblico nel comitato di Bredulo (Bordone 1992, p. 122-124; Il Libro verde della chiesa di Asti, p. 217, doc. 304).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Si segnala la presenza di una giurisdizione arcidiaconale che s’interseca con quella diocesana, meglio documentata a partire dal Quattrocento, quando appunto i poteri del vescovo di Asti e dell’arcidiacono di Torino entrarono più volte in conflitto. Si ipotizza nella giurisdizione dell’arcidiacono di Torino sulla valle Stura di Demonte una riorganizzazione politica del X secolo, atta a far fronte all’erosione della diocesi di Torino rispetto alla penetrazione del vescovo di Asti e al radicamento territoriale dell’abbazia di Pedona. Un tariffario delle decime da versare all’arcidiacono di Torino fornisce gli estremi di tale giurisdizione con l’elenco delle chiese soggette. Oltre a Aisone sono citate le chiese di Demonte, Vinadio, Pietraporzio, Sambuco, Moiola, Valloriate, Gaiola, Rittana e Roccasparvera ([1546], Casiraghi 2007, p. 200-203 e nota 6). La parrocchia di Aisone, dedicata alla Natività di Maria Santissima, nel XIV secolo venne ricostruita sui resti della chiesa più antica risalente al XIII secolo.
Assetto Insediativo
Il castello di Aisone è documentato dalla contabilità dei conti delle castellanie (AST, Camerale, art. 6, Aysone [1385-1528]) e la sua dilocazione a ridosso o a contenimento delle abitazioni che si snodano lungo la strada, sembra aver impresso un’impronta significativa all’abitato. Attualmente la statale 21 del colle della Maddalena attraversa due file di tipiche abitazioni, con i tetti in ardesia. Il nucleo centrale dell’abitato, leggermente discosto dalla strada principale di traffico, si riconosce intorno alla chiesa parrocchiale. Questo è stato interessato da un importante fenomeno di slittamento del terreno, contenuto negli anni Trenta con la costruzione di un muraglione in calcestruzzo e pietra, che a tutt’oggi connota il paese [RD n. 1277, 15 agosto 1930]. Lo studio finanziato dalla regione Piemonte nell’ambito del programma speciale di previsione e prevenzione degli eventi franosi a grave rischio, ci restituisce una storia di questo «centro insediativo instabile». La scarpata di erosione creatasi lungo il conoide del rio Villa, affluente della Stura, interessa la parte Ovest dell’abitato per una balma di 25 metri di altezza. Le inondazioni del rio avrebbero iniziato una importante attività corrosiva, documentata dal 1810, e in seguito nel 1870 e 1884. Il giornale «sentinella d’Italia» il 18 aprile 1930 segnalava che in archivio parrocchiale si trovavano testimonianze delle iniziative degli abitanti per contrastare i danni dello straripamento. Una memoria contabile del 1794 attesta infatti che i parrocchiani avevano dovuto ripare la casa della Canonica per ben 10 volte tra 1724 e 1787. Inoltre il comune di Aisone nel 1891 aveva richiesto al governo un finanziamento per consolidare il sito ove era costruita la casa canonica. Fino al 1957 sono state apportate opere di estensione del muraglione verso sud a cinta di consolidamento del fronte abitato lungo il rio.
L’assetto insediativo tra Otto e Novecento si è modificato in nuclei abitativi sparsi di diversa dislocazione. Solo Forani si mantiene come importanza residenziale centro abitato di Aisone, mentre tra l’indagine del Casalis e quelle degli istituti nazionali di statistica demografica si può sottolineare lo sviluppo di nuovi abitati e l’abbandono residenziale delle frazioni ottocentesche. In ogni caso la popolazione che a metà Ottocento era di 1200 abitanti (Casalis 1854, vol.I p.95) ha subito una costante inflessione, con una significativa emigrazione verso la Francia dopo gli anni Cinquanta.
Luoghi Scomparsi
Non si sono rilevate attestazioni.
Comunità, origine, funzionamento
L’archeologia del territorio segnala i resti di un acquedotto in pietra che portava l'acqua alla Morra di Aisone, dove erano in funzione un mulino e un martinetto. Nei pressi di questo complesso edilizio, sono stati rinvenuti reperti riconducibili alla presenza umana del periodo Neolitico. Se la presenza antropica nella valle è dunque di antica attestazione, allo stato attuale degli studi non è possibile fornire ulteriori dati sull’organizzazione e il funzionamento della comunità del luogo. Pertanto, in assenza di altri riscontri documentari, non è stato possibile stabilire la natura della costituzione comunitaria di Aisone, benché i rapporti feudali con i marchesi di Saluzzo siano ben documentati a partire dal XII secolo. Inoltre l’atto di fedeltà ai Marchesi di Saluzzo del 1275 ([10 novembre 1275], AST, Corte, Scritture della città e provincia di Cuneo, Aisone mazzo 2 fasc. 1), prestato in giuramento dagli «uomini di Aisone» è una delle prime testimonianze della vita comunitaria intorno alla chiesa del luogo. Si ipotizza però un significativo apporto all’organizzazione comunitaria fornito nell’ambito della riorganizzazione amministrativa provenzale, di cui permangono tracce ad esempio nel «privilegio del sale di Nizza», concesso dai Savoia al comune di Aisone, come attestato ancora a metà Ottocento (Casalis 1854, vol. I p.95). La concessione del «privilegio del sale», che la comunità di Aisone ottenne dai Savoia, potrebbe rientrare nella procedura degli «atti di dedizione» del XIV secolo, che abbiamo documentati ad esempio per il comune limitrofo di Vinadio, nella stessa area storica (v. scheda di Vinadio). Questi ultimi, meglio documentati per la città di Nizza e le comunità del contado, costituivano strumenti di affermazione della dominazione sabauda (Cais de Pierlas 1898, p. 35). In cambio della sottomissione, i Savoia confermavano ai luoghi di nuova acquisizione le «antiche consuetudini» e una serie di diritti; così le «terre nuove di Provenza» si accostavano al territorio sabaudo rivendicando un rapporto privilegiato di dipendenza. Il rapporto tra lo Stato Sabaudo e la comunità di Aisone si rinsalda dunque attraverso la conferma di una tariffa agevolata del prelievo del sale di Nizza, oltre all’adozione dei «pesi, misure e monete», in uso appunto nel contado di Nizza (Casalis 1854, vol. I p.95).
Statuti
L’archivio storico del Comune non è inventariato e probabilmente ha perduto consistenza in merito alla documentazione storica a causa di due gravi incendi, che distrussero la sede comunale nel 1744 e nel 1888. L'attuale statuto comunale risale al 2007. Vedi testo.            
Catasti
Non pervenuti. Si veda Statuti.
Ordinati
Non pervenuti. Si veda Statuti
Dipendenze nel Medioevo
Aisone risulta un possedimento territoriale dei marchesi del Vasto e in seguito è documentata la sua dipendenza feudale dai Marchesi di Busca nel corso del XIII secolo (AST, Scritture della città e provincia di Cuneo, Demonte, mazzo 6 fasc. 2.1,[febbraio 1165]). La valle Stura di Demonte insieme alla valle Gesso e il colle delle Finestre sono inoltre un territorio di penetrazione benedettina, su cui nel XII secolo si era consolidato il dominio dell’abbazia di S. Dalmazzo di Pedona (Tosco 1996). Per la sua posizione geografica a monte dello Stura e sulla direttrice del colle della Maddalena, che costituisce uno dei principali collegamenti tra la piana piemontese e la Francia, il luogo di Aisone risente indubbiamente delle strategie di fondazione e sviluppo della villanova di Cuneo (Guglielmotti 1995, p. 770). In particolare nel XIII secolo, Aisone, annoverato nei possedimenti dei marchesi di Busca, si trova nei giochi di alleanze per contrastare l’espansione dei marchesi di Saluzzo e in questo contesto rientra in un districtus cuneese, che aveva vincolato a sé in qualità di vassallo lo stesso marchese di Busca ([1268] Guglielmotti 1995, p.784 e nota 129). Con l’affermazione del predominio dei marchesi di Saluzzo sulla città di Cuneo, anche Aisone rinsalda la sua dipendenza entro quel potere pubblico ([7 luglio 1281] AST, Scritture della città e provincia di Cuneo, Cuneo, mazzo 1, fasc. 7). Tra 1259 e 1265 Aisone passa sotto la dominazione angioina, che erige una Contea a favore dei signori di Demonte e Vinadio. Entro la dominazione angioina la valle Stura di Demonte viene costituita in baliaggio, un distretto retto dal balivo, che si occupava per conto della Francia della giustizia e dell’amministrazione fiscale del territorio e che aveva nel siniscalco l’intermediario tra il comune e il governo (Grillo 2006, pp. 31-102). Il governo provenzale sul territorio si afferma inoltre con l’istituzione di un funzionario pubblico che indicava una nuova circoscrizione: il clavarius vallium Cunei (Guglielmotti 2001, p. 175).
Feudo
Il marchese Manfredo II di Saluzzo ottenne dai marchesi di Busca il feudo di Aisone nel 1183. Venne poi riscattato dal Marchese Bonifacio del Monferrato che lo cedette nel 1197 al suo figlioccio Bonifacio marchese di Saluzzo (Schiffo 1962, p. 12). Durante la dominazione provenzale in Piemonte sui feudi di Aisone e Vinadio, insieme ad altri in valle Stura venne istituito il titolo comitale, che nel 1648 fu ceduto dal marchese di Ferrara al principe Maurizio di Savoia (AST, Corte, Scritture della città e provincia di Cuneo, Vinadio, mazzo 1J, [15 Maggio 1648]). Il marchese di Saluzzo riacquistò nel 1347 la titolarità marchionale sul feudo di Aisone e sui possedimenti passati attraverso la dominazione angioina, e concesse allo stesso comune di Aisone la giurisdizione signorile (Manno [1361]). Infine con atto di sottomissione della comunità a Carlo Emanuele I di Savoia, i diritti feudali del luogo di Aisone pervennero direttamente al casato sabaudo nel 1606. Quindi venne infeudato al conte Gaspare Giacinto Levrone insieme ai luoghi di Vinadio, Pietraporzio e Ponte S. Bernardo, con un terzo del feudo di Sambuco. (A.D.A.M. – Nice Sénat de Nice, [28 mars 1672 - 28 mars 1676], Doc. 01B 0168).
Mutamenti di distrettuazione
Nel 1562 la comunità di Aisone partecipa con una delegazione alla causa per l’eredità dei titoli della dominazione provenzale tra re di Francia e duca di Savoia, sostenendo la dominazione piemontese (A.D.A.M., Ni Mazzo 057 Mazzo 57- Comté de Nice 1 - [20 janvier 1562]). Con il consolidamento della dominazione piemontese e l’istituzione delle sette province sabaude (1560), il ruolo di Cuneo in rapporto all’alta valle Stura si rinsalda nei sensi di capoluogo amministrativo, benché Aisone mantenga una condizione particolare in ambito fiscale, con il privilegio del sale, e in ambito economico con l’adozione dei “pesi e misure” del contado di Nizza.
Mutamenti Territoriali
Il territorio di Aisone si forma a partire da compromessi territoriali stipulati con Vinadio nel corso del XIV secolo. Le due comunità risultano però in questo periodo talmente legate che il capitano di Valle Stura stabiliva una contribuzione da parte dei Vinadiesi nella ricostruzione di Aisone (AC Vinadio, pergamena n. 7: Compromissionem inter comunitatem Vinadii et Aisoni, 30 dicembre 1356; pergamena n. 11: “Michele di Lucerna capitano di valle Stura e Demonte pronuncia una sentenza arbitrale nella quale stabilisce il contributo dei Vinadiesi per la ricostruzione di Aisone”. 14 aprile 1394).
In seguito l’imposizione della taglia contribuisce alla separazione, ossia alla distinzione dei due luoghi di contribuzione. I Vinadiesi infatti venivano estromessi dal consiglio di comunità e dal sindicato della taglia. Come se fosse stato istituito un registro separato, l’imposizione della taglia che Aisone aveva ripartito sul suo territorio gravava in misura maggiorata sui possedimenti che Vinadio manteneva in detto luogo, che pagavano 3 grossi in più per ogni fiorino di contribuzione, dovuto da Aisone (AC Vinadio, pergamena n. 23 “Transazione tra la comunità di Vinadio e quella di Aisone concernente proibizione alli particulari di Vinadio possidenti beni sovra le fini di Aisone d'intervenire nel consiglio del medesmo et assistere nelle levazioni di taglia, che gli uomini di Vinadio pagheranno grossi tre per ogni fiorino di più di quelli di Aisone”, 6 febbraio 1593). In questo modo mi sembra venga sancita una modificazione territoriale, ossia gli strumenti fiscali dell’amministrazione piemontese sono stati utilizzati dal luogo di Aisone per affermare la propria identità sul territorio, e differenziarsi da Vinadio.
Comunanze
Con una ordinanza del 17 ottobre 1933 veniva legittimata l’occupazione dei terreni comunali. Mentre una sentenza del 20-25 novembre 1933 reintegrava nel possesso i terreni assegnati. Infine un decreto commissariale definiva alla categoria "A" e “B” i beni stimati, con chiusura delle operazioni di liquidazione dei beni di uso civico [Cluc n.12, decreto commissario prefettizio 21 marzo 1940].
Liti Territoriali
La definizione dei confini territoriali tra Aisone e Vinadio concerne una fase trecentesca di piantamento dei confini tra le due comunità (ACVinadio, pergamena n. 3: “compromesso sulle vertenze per i confini tra Vinadio ed Aisone dove vengono segnati i rispettivi confini” [5 gennaio1328]; pergamena n. 4: procure per transare controversie sorte sui confini di Vinadio, baiuolo di Valle Stura Berardo Lanterno[11 maggio 1328] ; pergamena n. 5 [18 luglio 1328]; pergamena n. 6: procura generale ad littes et a negotia fatta dalla comunità di Vinadio a favore di Ferando e Durando Ajmando, [18 luglio 1339]; pergamena n. 7: “Compromissionem inter comunitatem Vinadii et Aisoni [30 dicembre 1356]).
La causa cinquecentesca conduce invece alla divisione delle terre in uso promiscuo (AC Vinadio, pergamena n. 21, Transazione tra Vinadio e Aisone sulla divisione dei territori, [21 dicembre 1553]: strumento di ratifica di Aisone, [14 gennaio 1554]; strumento di sindicato di Aisone, [24 giugno 1553]; strumento di ratifica di Vinadio, [14 gennaio 1554 gennaio]; strumento di sindicato di Vinadio, [24 giugno 1553]). La registrazione dei possedimenti degli uomini di Vinadio sul territorio di Aisone comporta una esclusione di questi possessori dall’attività amministrativa vera e propria (v. mutamenti territoriali).
Fonti
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino):
Camerale, art. 6, Conti delle Castellanie, valli di Demonte e Stura: Aysone [1385-1528]
Corte, Scritture della città e provincia di Cuneo,
Cuneo, mazzo 1, fasc. 7: Trattato di pace tra il Marchese Tommaso di Saluzzo, ed il Commune di Cuneo, per cui si sono reciprocamente rimmesse tutte le Offese, e danni hinc inde causatisi. Più detto Commune si è obbligato d'assistere d.to Marchese, e far per esso guerra contro chichesia, alla riserva del Marchese di Monferrato, dell'Abbate di S. Dalmazzo, del Commune del Mondovi, e Commune d'Asti. Più detto Commune ha ceduto al detto Marchese il Castello, e Luogo di Montemalo, e ragioni prettese nel Luogo di Dronero, Val di Majra, Centallo, Castelmagno, e Busca, ed in tutti gli altri Luoghi allora posseduti dal detto Marchese. più detto Commune si è obbligato di pagare al detto Marchese e suoi Superiori un annuo Censo di L.50., reforziate per li Castelli, e Luoghi di ooMonterosso, Pra di Leves, Bernezzo, Vignolo, e Cervasca. Più si è detto Commune obbligato di permettere agli Uomini di Busca di condurre il loro vino in detta Città di Cuneo, ed ivi venderlo. Più di tener aperte tutte le strade tendenti verso il Marchesato di Saluzzo, e render ragione in detta Città a tutti li Sudditi di detto Marchese. E per contro detto Marchese si è obbligato di difendere detto Commune di Cuneo, e per esso far guerra contro chichesia, alla riserva del Marchese di Monferrato, dell'Abbate di S. Dalmazzo, del Commune di Mondovi, de Sig.ri di Lingueglia, e del Commune d'Asti, cedendo a detto Commune tutte Le ragioni spettantegli in Bruza Porcello, Roccavione, Val di Vermenagna, Quaranta, S. Benigno, Caraglio, Valgrana, Monterosso, Pra di Leves, Borgo S. Dalmazzo, Bernezzo, Vignolo, Cervasca, ed altri Luoghi allora tenuti, e posseduti dal detto Commune; E di tener aperte tutte le Strade tendenti verso La detta Città di Cuneo, e render ragione a suoi Sudditi; di non aquistar alcun Dominio, e Giurisdizione in Cuneo, e terre del suo Distretto. Con Investitura a favore di detto Commune in feudo Nobile, e gentile di tutta la Val di Stura con prestazione della Fedeltà [ 7 Luglio 1281].
fasc. 39: Stato del Registro Universale della Città, e Provincia di Cuneo del 1695.
Aisone, mazzo 2 fasc. 1: Riccognizione della Communità d'Aysone, verso il Marchese Tommaso di Saluzzo, in cui dichiara spettar al detto Marchese La plenaria Giurisdizione, mero, e misto Impero,Successioni, Acconsamenti, pene, e bandi, con prestazione della fedeltà [10 novembre 1275].
Demonte, mazzo 6 fasc. 2.1: Transazione tra il Marchese Manfredo di Saluzzo, ed Enrico fu Pracado, per lui, suoi fratelli, e cugini, per cui questi hanno ceduto al detto Marchese tutto ciò, che li med.i avevano in Demont, Aison, Sambuco, Pietra Porzio, Pont Bernardo, e Berzezio, e per contro detto Marchese ha ceduto alli detti Cugini il Castello di Vinay, con obbligo di fedeltà [febbraio 1165].
Vinadio, mazzo 8 fasc. 3: Patenti del Duca Carlo Emanuele di Donazione, ed Infeudazione, a favore di Filippo, e Ludovico fratelli Deforni fù Antonio, de' feudi, e Luoghi di Vinadio, Sambuco, Issone, Pietraporzio, e Pombernard, Giurisdizione, beni e redditi feudali da medesimi, dippendenti, per essi, Loro Eredi, e discendenti Maschj, e chi avrà causa da loro, in feudo nobile, antico, avito, e paterno, col titolo di Contado prima, e seconda cognizione, e facoltà di poterne disporre delli 22 Luglio 1615. Coll'Interinazione Camerale delli 3 ottobre detto anno fatta in seguito a giussione di detta S.A. delli 26 settembre medesimo anno [22 luglio 1615].
fasc. 4: Investitura Concessa dal Duca Carlo Emanuele a Filippo, e Ludovico fratelli Deforno fù Antonio, de' feudi, e Luoghi di Vinai, Sambuco, Issone, Pietraporzio, e Pombernardo, Giurisdizione, beni e redditi feudali da medesimi dippendentia, alla forma, e mente della Donazione, ed Infeudazione [5 novembre 1616].
fasc. 5: Investitura concessa dal Duca Vittorio Amedeo, a favore del Marchese Ludovico Forni della terza parte de' feudi, e Luoghi di Vinadio, Sambuco, Issone, Pietraporzio, e Pombernardo, Giurisdizione, beni, e redditi feudali da medesimi dippendenti, alla forma, e tenore dell'Infeudazione delli 22. Luglio 1615. [17 gennaio 1635].
fasc.6: Atti nella Causa di D. Carlo Filippo, e Ludovico Forni, contro le Communità Della Valle di Stura, cioè Vinadio, Sambuco, Isone, Pietraporzio, e Pombernardo, per riguardo alle Cavalcate personali date, o sian Late, Stipendio del Giudice, Bandi campestri, Elezione del Bailo, ed intervento de' Giudici ne' Loro consegli 1620. in 1626. [1620-1626].
Corte, Paesi A per B, Aisone, mazzo 6, fasc. 1: CONCESSIONE di terreni in enfiteusi. [14 marzo 1832];
Vinadio, mazzo 1J: Vendita fatta dal Marchese Ludovico Forno di Ferrara col consenso di Cristiana di Francia Duchessa di Savoja a favore del Principe Maurizio di Savoja delle due parti delle tre dei feudi, giurisdizioni, beni, e redditi, e ragioni al medesimo spettanti nei Luoghi di Vinadio, Sambuco, Aisone, Petra Porco, e Pombernardo in titoli di Contado; come altre della terza parte del Feudo, giurisdizione, beni, redditi, e Ragioni dal medesimo posseduti nelli Luoghi di Berzesio, ed Argentera in titolo di Marchesato, pel prezzo quanto al Marchesato per la sud.a 3.a parte, di L. 4666. pagabili come ivi, e quanto al Contado per le sud.e due 3.e parti, di ducatoni 2333. [15 Maggio 1648]. Con una Memoria relativa.
C.U.C. (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Provincia di Cuneo, cartella 12).
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Descrizione Comune
Aisone
     La forma del territorio comunale resta stabile in quanto prodotto di transazioni e ridefinizioni delle risorse territoriali sul rivo sinistro della Stura, rispetto a una preminenza di utilizzo che era stata esercitata da Vinadio nel corso del Medioevo. Lo sforzo di definizione del territorio comunale di Aisone è compiuto da questa comunità tra la fine del Trecento e la metà del Cinquecento, quando prima il bailo della Valle Stura e poi il capitano del distretto costituito sotto dominazione angioina, tutelano la differenziazione territoriale tra le due comunità, promuovendo il piantamento dei confini (v. Liti territoriali, 1328-1356). In effetti la comunità di Aisone dimostra di appellarsi all’autorità territoriale per contrastare l’ingerenza della comunità di Vinadio, prima appunto rivolgendosi all’autorità angioina e poi a quella sabauda. Una seconda questione territoriale riguarda un nuovo piantamento dei confini a metà Cinquecento, a cui segue in maniera significativa l’estromissione dal consiglio di comunità dei possidenti di Vinadio, che avevano beni sul territorio di Aisone (v. Liti territoriali, 1553-1593).
La forma del territorio comunale di Aisone quindi non è tanto il risultato di un assemblaggio, o meglio di una separazione-annessione territoriale, quanto piuttosto degli sforzi di affermare una giurisdizione sulle terre e di garantire il controllo del rivo sinistro dello Stura rispetto a Vinadio. Aisone sembra acquisire dunque una sua specificità territoriale lungo lo Stura, come a “configgersi” tra le giurisdizioni dei luoghi di Vinadio e Demonte, a riprodurre la conformazione fisica della confluenza di tre vallate che si dipanano tra lo Stura e il Gesso, in una configurazione di poteri di strada medievali.
La comunità di Aisone si rappresenta innanzitutto come unità parrocchiale, quando presta giuramento ai marchesi di Saluzzo nel 1275 (AST, Corte, Scritture della città e provincia di Cuneo, Aisone mazzo 2 fasc. 1). Sembra invece composta al suo interno da una comunione possessoria delle risorse agro-silvo-pastorali, condivise anche da alcuni esponenti della comunità di Vinadio, con i quali entrano in conflitto all’inizio del Trecento. Questo gruppo appare il più mobile, considerato che tra Tre e Cinquecento innescano una riorganizzazione delle risorse collettive in modo tale da estromettere dal consiglio di comunità i rappresentanti dei possessori di Vinadio (1593).
Da una parte l’identità comunitaria di Aisone è alimentata dalla giurisdizione ecclesiastica concorrente dell’arcidiacono di Torino che mantiene il prelievo della decima sulla Valle Stura di Demonte, ripartita entro le singole parrocchie dei luoghi di valle (Casiraghi 2007, p. 203). Dall’altra la signoria dei signori di Demonte e i diritti signorili che i Busca cedono poi alla città di Cuneo fanno del luogo e del castello di Aisone un centro definito nel Duecento entro la strada che sale lungo l’alta valle al colle della Maddalena. In particolare i pedaggi che i cuneesi riscuotevano fino a Bersezio (Provero 2007, p.131), concorrono a definire Aisone come un luogo di strada, il cui insediamento principale e così il controllo del territorio si dispongono lungo l’asse di transito della valle Stura. Il territorio di Aisone è altrimenti definito entro il baliato della valle Stura in maniera significativa ad esempio con l’ordine di ricostruzione del luogo di Aisone, a cui quelli di Vinadio hanno dovuto contribuire. Il capitano Michele di Lucerna attraverso un arbitrato imponeva infatti a fine Trecento un contributo a quelli di Vinadio (14 aprile 1394, ASC Vinadio, pergamena n. 11).
L’istituzione angioina del bailato si rinnova dunque in un distretto di valle che permane in seguito, anche sotto l’egemonia del marchesato di Saluzzo e poi entro la dominazione sabauda. Vinadio nel corso del Quattrocento si fa promotore di una distinzione tra Alta Stura e Stura di Demonte, richiamandosi appunto alla tradizione del distretto angioino, cercando però di agire in piena autonomia dal Bailo, ossia rivendicando l’autonomia amministrativa dei consigli di comunità (v. scheda Vinadio, mutamenti distretto). In questa fase in particolare sembra che Aisone abbia un legame politico-amministrativo con Vinadio, da cui si emancipa solo a fine Cinquecento, sfruttando il ruolo di “luogo di riparto fiscale” che Cuneo e il governo sabaudo offrono in questo periodo alle comunità di valle (v. qui liti territoriali).
La forma che il territorio di Aisone assume fin dalle prime attestazioni, tra lo Stura e il Gesso, ossia tra i territori di Vinadio, Demonte e Valdieri, è quella entro cui organizza e mantiene i propri confini comunali. Si tratta di due torrenti importanti per lo sviluppo delle comunità altomedioevali entro la dominazione dell’abbazia di S. Dalmazzo di Pedona, che si addentrava appunto in valle Stura. Pertanto sia la diocesi di Asti che il marchese di Saluzzo e il comune di Cuneo sono giurisdizioni concorrenti nella definizione medioevale del territorio di Aisone. Entro la dominazione angioina poi, le due valli costituiscono due assi viarie distinte di collegamento duecentesco tra la Provenza e la Pianura Padana (Provero 2007, p.130). Inoltre anche il colle della Lombarda, che scende direttamente nella valle de La Tinée e da lì nel distretto della contea di Nizza, si sviluppa come snodo di comunicazione intervalliva tra il Piemonte e il mare. Perciò nel gioco delle ambizioni distrettuali dei poteri pubblici, la giurisdizione di strada non è più così fondamentale per l’identità del comune di Aisone (Grillo 2006). Così la comunità di Aisone tra Tre e Cinquecento persegue il proprio consolidamento territoriale attraverso l’affermazione possessoria della valle della Valletta, ai danni dei diritti d’uso e dei possedimenti dei Vinadiesi.
Nella storia della costruzione del territorio comunale di Aisone una parte sottoposta a maggiore tensione risulta essere la zona tra Vinadio e Demonte, ossia il fronte alpino che consente la distinzione giuridico-amministrativa dell’Alta valle Stura e della Stura di Demonte. Aisone costituisce il confine della riconquista angioina del Piemonte rispetto al marchesato di Saluzzo e ai signori del Monferrato, ma anche a contenimento dell’espansione di Cuneo (1351-1388). Tale confine è ribadito in seguito per ottenere l’esenzione dai pedaggi che il signore di Demonte e Roccasparvera avrebbe voluto imporre anche qui (v. ASC Vinadio, pergamena n. 12: “Controversia tra le comunità di valle Stura superiore e Ludovico Bolleri signore di Demonte e Roccasparvera per il pedaggio dal quale le comunità dichiaravano di essere esenti per privilegio concesso dalla regina Giovanna D'Angiò”, 15 novembre 1427). Si tratta di un confine che si istituzionalizza in una sorta di “frontiera” giurisdizionale tra autorità sovralocali come la Francia e il Ducato sabaudo, che tra Quattro e Cinquecento avvalorano nelle consuetudini locali una ripartizione tra la Stura di Demonte e la “valle Stura soprana”(v. ASC Vinadio, pergamena n. 17: “Il duca Amedeo di Savoia ordina ai suoi ministri e governatori di osservare le concessioni fatte in favore della comunità di valle Stura soprana”, 15 luglio 1466; v. anche scheda Vinadio). In questo contesto emerge una zona critica, quella appunto dei possedimenti tra Vinadio e Aisone, che porta a definire i contorni istituzionali del comune, luogo amministrativo-fiscale del governo piemontese, come già evidenziato.
Mi sembra in conclusione che la forma del territorio di Aisone tragga spunto sia dalla conformazione orografica su cui sorge l’abitato, sia dal luogo di strada. In altri termini la forma incuneata tra la Stura e il torrente Gesso della Valletta è costituita dal fronte alpino dell’Alta Stura da una parte, e dall’altra dal vallone della Valletta, che costituisce l’area principale di estensione delle risorse agro-silvo-pastorali degli abitanti. Da una parte il fronte alpino si erige a confine territoriale con Demonte, e a freno dell’ingerenza che i signori di Demonte avrebbero voluto esercitare sulla strada per il valico della Maddalena, in particolare a seguito della divisione della valle tra dominazione sabauda e francese (1388). A questo proposito il castello di Aisone e in seguito la divisione dei diritti signorili sulla zona tra i signori di Vinadio e Demonte potrebbero forse meglio illustrare il consolidamento tra XI e XIII secolo della forma territoriale di Aisone in tal senso. Allo stesso tempo, il controllo esercitato da Aisone sul vallone della Valletta, attraverso lo sviluppo insediativo della comunità, contiene l’espansione di Vinadio sulle risorse boschive e pascolative della zona, oltre a presiedere un tragitto diretto al colle della Lombarda, di cui si servivano gli abitanti della valle del Gesso della Valletta (Valdieri e anche Entracque).
Infine, al territorio comunale non risultano appartenere isole amministrative, mentre si segnala come il vallone della Valletta, area di sviluppo di alcuni nuclei abitati, sia stato valorizzato in senso ambientale con l’adesione al Parco delle Alpi Marittime.