Rocca de' Baldi

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1998
Provincia
Cuneo
Area storica
Monregalese.
Abitanti
1655 (ISTAT 1991).
Estensione
2665 ha (ISTAT 1991).
Confini
A nord Sant’Albano Stura, a est Magliano Alpi, a sud Mondovì, a ovest Morozzo.
Frazioni
Crava (dove ha sede il Comune), Pasquero, Carleveri, Corvi.
Toponimo storico
«Rocha Ubaudi» in due documenti del 1247 e 1249; a partire dagli anni Cinquanta del secolo XIII prevale quasi sempre la forma «Roca de Baudis» o «Roca Baudorum» (Guglielmotti 1995, p. 63); quest’ultima si impone dal secolo suc­cessivo.
Diocesi
Rocca de’ Baldi fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando viene assegnata alla nuova diocesi di Mondovì.
Pieve
«Plebs [prepositura] Morotii»: la «ecclesia de Rocha Baudorum» è attestata per la prima volta nel 1345 nel Registrum ecclesiarum dioecesis Astensis; si tratta di S. Maria «de Assis seu de Postibus» (Conterno 1988, p. 27).
Altre Presenze Ecclesiastiche
In origine la parrocchia era intitolata a S. Maria; dalla seconda metà del Quattrocento la comunità si dota di un nuovo edificio, consacrato il 22 marzo 1517 dal suffraganeo del vescovo Lorenzo Fieschi e dedicato a S. Maria e S. Marco, ora unico titolare (Comino 1995, pp. 97-100). Nel 1820 viene eretta una nuova parrocchia nella frazione Crava, intitolata a Maria Vergine Assunta; nel 1947 viene fondata quella dei Carleveri (S. Giorgio e S. Bartolomeo), mentre rimane cappella rurale quella di S. Bernardo dei Corvi (Diocesi di Mondovì 1978, pp. 95-96). Oratorio dei disciplinati di S. Antonio abate. Chiesa della Madonna del Carmine, la Badia, oratorio privato eretto in beneficio sem­plice nel 1668 da Ludovico Francesco Morozzo. Cappelle campestri di S. Maria della Crocetta, di S. Rocco (con affreschi del sec. XV). Priorato benedettino di S. Quirico, citato per la prima volta nel 1180, dipendente dal­l’abbazia di Breme e poi dal priore di Vasco. Soppresso nel 1440 da Felice V, le sue rendite vengono assegnate al Capitolo della cattedrale di Mondovì (Morozzo della Rocca 1894-1907, I, p. 176).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
«Framello»: ricordata nell’atto con cui, il 23 marzo 1018, Anselmo del fu Eremberto e Rotelda vendono al prete Gisulfo diversi beni nelle zone di Morozzo, Roccaforte, Chiusa, Vasco. Morozzo ritiene che sia l’attuale Crava, sulla base dell’esistenza di una via che «da tempo antichissimo» porta quel nome (Morozzo della rocca 1894-1907, III, p. 288). Nel novembre 1797, i particolari del­la contrada «di Faramello che si dirama da quella della Crava» rivolgono una supplica al comune per la riparazione e la rilastricatura della loro strada (AC Rocca de’ Baldi Cat. IX, fasc. 40).
Comunità, origine, funzionamento
La prima attestazione risale al 1240; gli abitanti di Morozzo, già trasferitisi nelle villenove di Cuneo e Mondovì, sono au­torizzati a fare ritorno al loro villaggio di origine. La loro condizione è paragonata a quella degli «homines Sancte Margarite et Rochebaudi» (Guglielmotti 1995, p. 60). Nel 1255 il consiglio della comunità elegge procuratori perché trattino la vendita di beni comuni non meglio specificati (Guglielmotti 1995, p. 72). In seguito la documentazione è scarna e occorre attendere l’inizio del secolo XV per osservare il suo emergere nell’ambito del distretto monregalese a cui da sempre appartiene.
Statuti
Gli Statuti vengono approvati dal duca Ludovico di Savoia il 18 marzo 1448 e sono esemplati, con notevoli riduzioni, su quelli di Mondovì (Camilla 1995, pp. 134-135). L’archivio comunale conserva una buona serie di disposizioni nor­mative successive: Statuti antichi circa li bandi campestri (s.d. ma secolo XVII); Bandi campestri (1677); Bandi politici e campestri della comunità emanati dal marchese Ludovico Morozzo Della Rocca, testo ms. e copia a stampa, Torino 1752 (AC Roc­ca de’ Baldi, Cat. XVIII, Bandi politici e campestri, polizia, 1600-1898, fascc. 1, 2, 7).
Catasti
Registro catastale della Rocca de’ Baldi formato in seguito alla misura­zione generale eseguita nel 1686 e 1687; 1749-1751; Catasto ottocentesco, con mappe, e novecentesco.
Ordinati
Libro della credenza della Comunità (1582-1611; 1603-1633; lacuna poi in serie continua dal 1688).
Dipendenze nel Medioevo
Comitato di Bredulo, poi distretto di Mondovì fin dal­le prime attestazioni del villaggio, pur permanendo ancora nel 1300 il diritto, da par­te dei signori di Morozzo, di esigere la quarta parte dei banni dai loro uomini che ora abitano a Rocca de’ Baldi (Guglielmotti 1995, p. 68). Lo status di «villa conven­zionata» le consente di ridiscutere le condizioni della sua appartenenza al distretto nel 1415, 1508, 1518, 1540, 1568, in particolare per quanto riguarda l’aspetto fiscale.
Feudo
Non si può parlare di una vera e propria infeudazione fino al momento in cui Carlo Emanuele I vende il feudo della Rocca a Oddino Maria Sandri Trotti (1619). Infatti, dopo che la città di Mondovì rimette al duca Amedeo VIII la custodia del ca­stello (1418), i successori concederanno ai signori di Monforte, ai Taparelli di Genola e agli Ascheri di Fossano solo ed esclusivamente la carica di castellano. Estintisi que­sti ultimi, il feudo viene devoluto alla Camera ducale e diventa disponibile, questa volta nella sua interezza. In occasione dell’investitura ai Sandri Trotti, il territorio della Rocca deve essere stato per un breve periodo smembrato da quello del distretto mon­regalese, se nel 1622 la comunità ridiscute con Mondovì i termini della sua riunione, con tutte le prerogative, immunità e privilegi, e la città si assume le spese della disinfeudazione del luogo (AC Rocca de’ Baldi, Cat. X, Amministrazione civile e giudi­ziaria, fasc. 1). Nel 1641 Madama Reale fa valere il diritto di prelazione nei confron­ti del sergente maggiore Francesco Ludovico Filippi, che aveva acquistato da Sandri Trotti il castello della Rocca e relativa castellania, che ritorna così nella disponibilità ducale. Due anni dopo, Carlo Filippo Morozzo ne ottiene l’investitura col titolo di conte, avendo unito al feudo 140 giornate di terra allodiale acquistata da Filippi. Infine, per Patenti del 4 ottobre 1674, Rocca de’ Baldi viene eretta in marchesato a favore di Carlo Francesco Morozzo, figlio del precedente (Morozzo della Rocca 1894 1907, I, pp. 470-472).
Mutamenti di distrettuazione
Distretto di Mondovì, salvo un breve periodo in coincidenza con la prima infeudazione; poi, dal 1698, comunità autonoma nell’ambito del ducato sabaudo.
Mutamenti Territoriali
Dopo la formazione del territorio comunale attuata con sicura consapevolezza nel corso del secolo XV non si riscontrano nelle fonti incrementi o decrementi dello stesso negli ultimi secoli.
Comunanze
La più precoce attestazione di beni comuni è legata alla lite con Pie­tro Tricoli, prevosto di Morozzo, per il «Bosco dei Preti»: sessanta giornate di gerbido che la chiesa di S. Maria della Pieve possiede nel territorio della comunità e sulle qua­li gli uomini del luogo vantano antichi diritti di pascolo. La questione non è risolta dall’accordo del 1464, e si ripresenta nel 1583, quando la comunità riesce a conserva­re il bosco per il proprio pascolo, limitando a due giornate e mezza la parte ridotta a coltura (Comini 1995, pp. 100-101). I documenti dell’archivio comunale parlano, per il Settecento, di gerbidi comuni al Fontanile, una parte dei quali è di godimento esclusi­vo delle cascine che gli stanno vicine, ma è costantemente usurpato da altri «particolari» (1711); di altri gerbidi alle Gombette, a Pragaletto, alle Coste di Pogliola, alla Fusà: una regione è detta «gerbidi della Rocca». Consistenti parti sono vendute o permutate nel 1751, 1767, 1789 (AC Rocca de’ Baldi, Cat. V, Beni, edifici e stabili comu­nali, fascc. 9, 11 bis, 15, 18). Dopo la formale soppressione della confraria dello Spiri­to Santo, nel 1576, e l’aggregazione dei suoi beni alla confraternita dei Disciplinati, la comunità ne dispone liberamente e li mette all’incanto per tutto il Seicento, ogni sei anni esclusivamente a favore di quelli del luogo (Comino 1992, pp. 696-697).
Liti Territoriali
Successivamente al secolo XVI non si segnalano liti di que­sto tipo. Il 23 agosto 1572 viene composta una vertenza per i confini tra la comunità e la certosa di Casotto in merito alla costruzione della nuova strada del Consovero, che attraversa «il pasquo della Rocca»: i rispettivi beni sono separati da una «tagliata» e ora il termine viene fissato proprio sulla via (AC Rocca de’ Baldi, Cat. IX, Ponti e ar­gini, fasc. 35).
Fonti
A.C.R. (Archivio Storico del Comune di Rocca de’ Baldi).
A.C.R., Cat. V, Beni, edifici e stabili comu­nali, fascc. 9, 11 bis, 15, 18;
A.C.R., Cat. IX, fascc. 35 e 40;
A.C.R., Cat. X, Amministrazione civile e giudi­ziaria, fasc. 1;
A.C.R., Cat. XVIII, Bandi politici e campestri, polizia, 1600-1898, fascc. 1, 2, 7;
A.C.R., Cat. XIX, Liti, cause e transazioni, fascc. 1-3.
Bibliografia
Camilla P., Note sugli Statuti di Rocca de’ Baldi, in Rocca de’ Baldi: un borgo e un castello dimenticati, a cura di R. Comba, A.M. Massimino, G. Viara, Cuneo 1995, pp. 133-137.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XVI, Torino 1847, pp. 494-497.
Comino G., Sfruttamento e ridistribuzione di risorse collettive: il caso delle confrarie dello Spirito Santo nel Monregalese dei secoli XVII-XVIII, in «Quaderni storici», 81 (1992), pp. 687-702.
Comino G., L’emergere di una comunità rurale del Monregalese nel tardo Medioevo: Rocca de’ Baldi tra XIV e XVI secolo, in Rocca de’ Baldi: un borgo e un castello dimenticati, a cura di R. Comba, A.M. Massimino, G. Viara, Cuneo 1995, pp. 75-131.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì: le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario 1388-1988, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Guglielmotti P., Origini di un insediamento rurale: Rocca de’ Baldi nel declino della prima dominazione dei signori di Morozzo, in Rocca de’ Baldi: un borgo e un castello dimenticati, a cura di R. Comba, A.M. Massimino, G. Viara, Cuneo 1995, pp. 59-74.
Morozzo della Rocca E., Le storie dell’antica Città del Monteregale ora Mondovì in Piemonte, Mondovì 1894-1907, voll. I-III
Descrizione Comune
Rocca de' Baldi
 
II costituirsi di un territorio della comunità di Rocca de’ Baldi tra i secoli XIV e XVI è un esempio della dinamicità che si manifesta all’interno del distretto monregalese sot­to lo stimolo di forze varie e concorrenti. In questo arco cronologico, dopo che si è definitivamente consolidata la presenza sabauda, Rocca de’ Baldi sembra voler assume­re decisamente una propria fisionomia comunitaria, sfruttando anche la limitata auto­nomia concessagli dalla città di Mondovì.
     Il momento è delicato: da un lato si vanno definendo gli ambiti giurisdizionali di comunità vicine (ad esempio Cuneo), dall’altro Amedeo VIII procede ad alcune infeudazioni a vantaggio di esponenti di famiglie a lui fedeli (i Beggiamo per S. Albano e i Costa per Trinità), per cui si rende necessario avere una più esatta percezione del territorio comunitario per evitare pericolosi sconfinamenti.
Dall’esame della documentazione si rileva come la costruzione del territorio sia sentita come bisogno primario, che impegna buona parte delle risorse: occorre rin­tuzzare i tentativi di privati di appropriarsi di terre comuni, lottare contro le comunità vicine e avviare una gestione delle terre che consenta di continuare a disporre di beni di uso comune, che danno una migliore consapevolezza di costituire una entità omo­genea; di qui l’interesse dimostrato per la manutenzione delle bialere (o per la loro costruzione, dove queste ancora non ci sono), e delle strade. Con queste realtà interagi­scono una serie di forze e con diversa fortuna.
La famiglia monregalese dei Pensa, che dispone di una buona quantità di denaro liquido, derivantegli dall’attività commerciale, si dispone nel corso della seconda metà del secolo XV a una nutrita serie di investimenti terrieri nella zona della Fraschea di S. Biagio, in cui l’incolto sta rapidamente scomparendo sotto i colpi di nuovi dissodatori, e a Pragaletto, grazie anche alla grande abbondanza d’acqua. In particolare, Girardo Pensa intrattiene una fitta serie di rapporti con esponenti delle famiglie più in vista di Rocca, i Novello e i Prandi, mentre Cristoforo Pensa presta denaro alla comunità e agisce spesso come suo procuratore per trattare liti e stipulare contratti.
I certosini hanno già una loro sicura presenza nella grangia del Consovero, e sembra­no soprattutto preoccupati di realizzare una unità quanto più omogenea all’interno dei loro possessi patrimoniali nella zona. Ciò non impedisce che nascano conflittualità abbastanza accese, tanto da richiedere nel 1479 l’intervento ducale, che però non spaventa gli uomini di Rocca de’ Baldi, condannati a pagare, per essere assolti dalle accuse mosse loro, ben 600 fiorini.
A seguito della soppressione, nel 1440, dei priorati benedettini di S. Biagio e di S. Quirico, il vescovo Aimerico Segaudi pensa di poter costituire con le loro rendite la dota­zione necessaria per i canonicati mancanti, ma l’iniziativa incontra la tenace resisten­za dei detentori di tali priorati, e in sostanza fallisce il suo scopo. Quindi non sarà tanto la comunità di Rocca a doversi impegnare per contenere la spinta del Capitolo, quanto piuttosto una famiglia, quella dei Tricoli, che conta su una larga presenza nel­la zona: Pietro, canonico della cattedrale, è prevosto di Morozzo e gode i beni di S. Biagio; Bartolomeo è curato di Rocca de’ Baldi; Giovanni e Giorgio ne sono i vicari rispettivamente negli anni 1479 e 1493.
Il segno di appartenenza a una ben definita comunità viene rafforzato anche dalla riedificazione della nuova chiesa di S. Maria e dal riscatto dalle decime pretese dal curato. Nel 1458 quest’ultimo accetta la dotazione, da parte degli uomini del villaggio, di 29 giornate irrigue ai Pian Cornale, tratte da un più esteso complesso di terre comuni che le circondano da tre lati. In questo modo essi ottengono anche un altro scopo: si ergono a garanti e difensori dell’integrità della loro chiesa, e contribuiscono a radicarla meglio nel loro territorio. La presenza del maestro di scuola, prima Francesco Bigiardo di Casteldelfino, e poi Stefano Peyrano di Valgrana, contribuisce a dare una più precisa fisionomia al villaggio, che organizza così la sua vita culturale e si apre anche alla presenza di studenti provenienti da comunità vicine.
Nel corso del secolo XVI l’appartenenza al distretto appare molto conflittuale, soprattutto dopo l’imposizione del tasso: il suo riparto crea squilibri e ingiustizie, che la comunità non sembra disposta ad accettare, stando alla lite che muove alla città negli anni 1568-1570 e 1605-1607 (AC Rocca de’ Baldi, Cat. XIX, Liti, cause e transazioni, fascc. 1-3). Di fatto, la misurazione generale del territorio avviene un decennio pri­ma del formale smembramento dei distretto, e non è così per altre comunità. In sostanza, dunque, si può affermare che le infeudazioni del luogo, soprattutto quelle ai Morozzo, hanno evidenziato una crisi nei rapporti con Mondovì che la città non ha quasi mai cercato di indirizzare verso una soluzione favorevole a Rocca de’ Baldi.
Nella prima metà dell’Ottocento si accresce l’isolamento dell’abitato di Rocca de’ Baldi, per la costruzione della nuova strada Mondovì-Fossano e poi della Cuneo-Mondovì, mentre nel contempo viene favorito lo sviluppo della frazione Crava, posta sull’asse viario Carrù-Magliano-Morozzo-Margarita-Cuneo e in una posizione più centrale. Con Regio Decreto 10 dicembre 1865 Crava diventa sede comunale, pur continuando ad essere frazione di Rocca de’ Baldi.