Ponzano Monferrato

AutoriParola, Monica
Anno Compilazione2002
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Alessandria.
Area storica
Monferrato. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2.
Abitanti
404 (ISTAT; 2001).
Estensione
11,58 Kmq (ISTAT; 1991).
Confini
Il comune di Ponzano Monferrato confina a settentrione con Mombello Monferrato e Serralunga di Crea, ad oriente con Cereseto, a meridione con Moncalvo e a occidente con Castelletto Merli.
Frazioni
Salabue (ISTAT; 1991). Vedi mappa.
Toponimo storico
Nella documentazione dei secoli medievali si alternano le due forme “Poncianum/Puncianum” e “Ponzanum/Ponçanum”, sin dalla prima attestazione nel 919 (B.S.S.S. CXIII; doc.I ). La denominazione assunta dal comune fino al 1863 è Ponzano, in seguito a decreto regio del 1 febbraio 1863 è diventata Ponzano Monferrato. Per quanto riguarda Salabue il toponimo, secondo Dante Olivieri, è composto di Sala, voce longobarda che indica “cordicella, casa signorile di campagna, con annessi fabbricati rurali” o ancora un “magazzino di raccolta di prodotti” e di Bue, soprannome o cognome (OLIVIERI, Dizionario, p. 304).
Diocesi
Casale dal 1474, in precedenza rientrava nella diocesi di Vercelli.
Pieve
Alla fine del XII secolo esisteva una zona fortificata abitata, ma non sappiamo se in origine vi fosse una pieve (B.S.S.S. CXIII, doc. 89). L’uso del termine curtis per fare riferimento a Ponzano in alcuni atti dello stesso periodo, nonché all’esistenza ancora di una curia del carlevario, fa persare a un’originaria strutturazione carolingia del territorio (B.S.S.S. CXIII, doc. 90 del 1180).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nel 1180 Alessandro III conferma i beni della chiesa di S. Maria a Foro, fra cui la decima di Ponzano (B.S.S.S. CXIII, doc. 88). Nel 1210 è invece la chiesa di S. Marziano di Tortona a vedersi confermati dall’imperatore Ottone IV i possessi fra cui Ponzano (B.S.S.S. CXIII, doc. 304).La chiesa parrocchiale di Ponzano è dedicata ai SS. Giovanni Battista e Vincenzo martire.
     All’inizio del Settecento alcuni banchi all'interno della chiesa appartengono rispettivamente al vassallo tenente Raimondi, all’alfiere Pellizzone, ai fratelli Carnisi, ai fratelli Rolla, ai fratelli Boveri, ai fratelli Sastri, a Stefano Angelino, al sergente Zannarcelli, ai fratelli Gioia e ai fratelli Gallina. Vi sono inoltre altri quattro oratori: quello di San Sebastiano, di proprietà della omonima confraternita dei disciplinanti, quello di S. Bernardo, in regione Sottoripa, nell’Ottocento di proprietà della famiglia Gioja e quello di S. Defendente unito al cimitero di proprietà del Comune; l’oratorio di S. Antonio di Padova viene citato solo nelle risposte di una visita ottocentesca ed era in quell’epoca di proprietà della famiglie Barberis-Raimondi. All’inizio del secolo XVIII nella Chiesa parrocchiale sono erette le compagnie del S. Sacramento, del Rosario e della Dottrina Cristiana. In seguito, nel 1877, mons. Ferré approva la costituzione della compagnia delle Figlie di Maria. La confraternita dei disciplinanti - eretta nel 1659 - e le Figlie di Maria intervengono nelle processioni indossando la divisa consistente nella cappa bianca per i confratelli e nella veste e velo bianco con medaglia appesa al collo con nastro blu per le Figlie di Maria. Inoltre è stata fondata il 25 gennaio 1894 la pia associazione della Sacra Famiglia di Nazaret. (A.S.D.C; Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729) pp.49r-69r; Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte pp.263r-267r; Visita pastorale del vescovo Paolo Maria Barone (1892-1903), risposte, pp. 313r-320r; Ponzano Monferrato, in “Monferratoarte”, Associazione Casalese Arte e Storia. Sito web (2013)).
     Per quanto riguarda Salabue la chiesa parrocchiale è sotto il titolo di S. Antonio Abate. Non vi sono confraternite, ma solo compagnie. Nel primo Settecento risultano quella del SS. Sacramento e quella del Rosario, nell’Ottocento viene documentata anche quella del Suffragio. All’inizio del XVIII secolo un banco della chiesa parrocchiale è riservato alla contessa Cocino e un altro al tenente Sapelli. Nel 1826 l’altare di San Carlo risulta appartenente al conte Cozio, in seguito nel Novecento appartiene a Giulia Benzi. Vi sono altri quattro oratori: l’oratorio sotto il titolo di Cuore di Gesù nel palazzo del conte Sapelli, quello di San Rocco al centro del paese, distante un chilometro dalla chiesa parrocchiale e quello S. Sebastiano in regione Starola a due chilometri dalla parrocchia entrambi spettanti alla comunità e quello della Concezione anch’esso dei Sapelli.( A.S.D.C; Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, pp.253r-263r; Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte, pp.189r-193r; Salabue, in “Monferratoarte”, Associazione Casalese Arte e Storia. Sito web:  (2013)).
     Verso la fine del Settecento possiedono terreni sul territorio di Salabue altri enti ecclesiastici: l’abbazia dei canonici lateranensi di Crea, il capitolo della cattedrale di Casale, la prevostura di Salabue, i padri agostiniani di Vercelli sotto il titolo di San Bernardo, e i padri barnabiti del collegio di S. Paolo di Casale(AC * Ponzano *, Salabue, Nota distinta de’Beni feudali, ecclesiastici , immuni esistenti in questo territorio di Salabue, 1778; Copia de’ beni posseduti dall’ecclesiastico e luoghi pii portati dalla relazione dell’Intendente generale commendatore Petiti, 1781).
Assetto Insediativo
Ponzano Monferrato si trova a ventuno chilometri da Casale, sulla dorsale collinare che segna lo spartiacque tra la valle del torrente Stura e quella del suo affluente rio Menga.
 
Luoghi Scomparsi
Non si hanno attestazioni.
Comunità, origine, funzionamento
Non abbiamo alcuna testimonianza documentaria della presenza in Ponzano di una forma di organizzazione comunale; sappiamo solo che nel 1320 i signori e gli uomini di Ponzano sono al parlamento di Chivasso, come anche nel 1379 due rappresentanti del comune sono presenti al parlamento monferrino convocato a Moncalvo (CASALIS, Dizionario).
Statuti
Bandi campestri emanati dal conte Carlo Francesco Cozio, feudatario di Salabue nel 1744 (A.C. * Ponzano *, Salabue, Polizia urbana e rurale, fald. 22).
Catasti
Presso l'archivio comunale di Ponzano sono conservati: un “Registrum Territorii loci Ponzani ... ” compilato da Giovanni Francesco “de Cerreto”, notaio di Ponzano, e da Biagio “ de Calligaris “, notaio di Forneglio, con registrazioni fino al sec. XVIII, datato 1569; un catasto compilato dal notaio Giovanni Battista “Rafferius” di Moncalvo, segretario della comunità di Ponzano, con registrazioni fino al 1741 e datato 1714 e un altro catasto con registrazioni fino al 1820 datato 1774.
     Per quanto riguarda Salabue,  presso l'archivio comunale di Ponzano sono conservati: un “Registrum onmium hominum et personarum loci Salbovis” compilato dal notaio Domenico “Muschi” di Cereseto con registrazioni fino al 1520, datato 1485; tre libri dei consegnamenti e dei trasporti con registrazioni che vanno dal 1520 fino alla fine secolo XVII; un “Registrum... omnium bonorum et personarum loci Salabovis“ con registrazioni fino a metà secolo XVIII, datato 1687; un catasto del 1773; un “Nuovo Indice del catasto vecchio della comunità di Salabue, formato in seguito a misura nel 1687, per cognome de possidenti”, datato 1795; una mappa del 1771-1772; un libro figurato del 1773; una mappa con tipologie di colture “Memorie e conti per il perimetro di Salabue” del 1804.
Ordinati
La serie degli ordinati di Ponzano inizia nel 1627 e prosegue con una certa continuità fino ai giorni nostri. Si notano tuttavia lacune relative agli anni 1724, 1770, 1771, 1805-1810, 1825-1828. La serie degli ordinati di Salabue inizia nel 1591 e prosegue fino gli anni nostri. Si notano lacune nella documentazione negli anni 1630-1632, 1743-1774, 1799-1801, 1816.
Dipendenze nel Medioevo
Come per altre località, anche nel caso di Ponzano la ricostruzione di una precisa dipendenza nel medioevo da autorità superiori risulta complessa. Alla metà del secolo XII il luogo sembra rientrare soprattutto nei possedimenti dei marchesi del Bosco, come dimostra un atto del 1152 in cui gli stessi donano dei beni allodiali e feudali agli abitanti di Gamondio (ora Castellazzo Bormida) eccetto Ponzano e Bosco (B.S.S.S. CXIII; docc. 50-51). Tuttavia, si ha una progressiva cessione del controllo sul luogo al comune di Alessandria verso gli inizi del Duecento, anche se nel 1199 il marchese Bonifacio rivendica di fronte agli alessandrini il possesso della metà di Ponzano che era dell’avo Delfino del Bosco (B.S.S.S. CXIII, doc. 172). Questi aveva, infatti, investito gli alessandrini del castello di Montechiaro, col patto che sarebbe loro passato in caso di sua morte senza eredi maschi e che se non avesse mantenuto tale promessa avrebbe perso tutto ciò che gli apparteneva in varie località fra cui Ponzano (B.S.S.S. CXV, doc 281). Nonostante questo evidente slittamento a favore di Alessandria, che infeuda il luogo ai marchesi del Bosco, sappiamo che per intervento imperiale nel 1223 è il marchese Guglielmo del Monferrato a ottenere possessi ad Alessandria stessa e nel castrum di Ponzano (B.S.S.S. CXV, doc. 422 del 1224).
Feudo
Nel 1180 un atto di concordia tra i marchesi del Bosco e gli alessandrini porta questi ultimi a prestare fedeltà ai marchesi ricevendo in feudo il territorio della loro città e circondario, nonché il castello e la villa di Ponzano con tutte le pertinenze. I marchesi si riservano solo di percepire ogni anno un quarto del fodro (B.S.S.S. CXIII, doc. 89). Nello stesso anno, sempre i marchesi del Bosco assolvono i Bellingeri dalla prestazione di fedeltà, ordinando che la prestino agli alessandrini cui avevano dato in feudo “curte Punzani” (B.S.S.S., CXIII, doc. 90). Pochi anni dopo (1191) gli alessandrino rendono – o infeudano – il castello di Ponzano con la corte e la giurisdizione ai Bellingeri (B.S.S.S. CXIII, doc. 113). Nel 1218 il marchese del Bosco e il figlio – a nome dei figli del fu Bonifacio di Pareto – cedono al comune di Alessandria i castelli con relativa giurisdizione di vari luoghi fra cui Ponzano, ricevendoli indietro in feudo (B.S.S.S. CXV, doc. 374).
Complesso, nel XIV secolo, il panorama degli aventi signoria localmente: accanto ai Ponzano ancora attestati nella seconda metà del Trecento, compaiono i di Castellazzo ricordati nella persona di Guglielmo, deceduto prima del 1303, i di Saliceto che si radicano nella persona di Faciotto, familiare del marchese Giovanni I di Monferrato, il quale nel 1303 riceve investitura di tutto ciò che era stato del defunto Guglielmo di Castellazzo, i di Castello e i Setaria o Settaria, presenti fin dai primi del Trecento.Nel Quattrocento e nel Cinquecento casati antichi si estinguono o scompaiono, famiglie nuove si inseriscono, magari solo con una quota di diritti e di beneficio; i Tizzone e i Saliceto concentrano nelle proprie mani la quasi totalità della giurisdizione e del castello e nella seconda metà del Cinquecento giungono ad uno scontro contendendosi, come ci informa Giacomo Giacinto Saletta, alcuni beni feudali, edifici e siti nel castello e una parte della giurisdizione.(SERGI, Andar per castelli, pp.582-583). Verso la fine del Seicento Ponzano passa a Carlo Giuseppe Antonio Della Chiesa di Roddi, figlio Di Maria Tizzoni Biandrate in Della Chiesa (1694) e alla sua famiglia fino al 1797 (GUASCO, Dizionario feudale, vol. III, p 227).
Il primo documento di cui abbiamo notizie riguardante Salabue, secondo Giuseppe Sergi, è un'investitura concessa dal marchese di Monferrato alla figlia di Tommaso di Setaria nel 1349, è di suo diritto “In castro, villa, consortito et signoria Ponzani ac Setarie et Salbovis”. Salabue viene nominato nel diploma dell’imperatore Carlo IV per Giovanni iI Paleologo del 1355 in cui sono enumerati i paesi del marchesato di Monferrato. Donazione del 1431 di Gian Giacomo Paleologo a Lodovico Tizzoni. Nel 1450 Giovanni IV di Monferrato successore di Gian Giacomo concede Salabue col podere di Tomarengo ad Antonio Tizzoni e a Giovan Matteo e Facerio, due dei consignori di Coniolo. Già nel 1456, il Tizzoni vendeva la sua parte a Facerio. Un discendente di Facerio, Giovan Battista ne venderà una metà a Francesco Bossi nel 1530 e l’altra a Gerolamo Natta nel 1538. La metà acquistata da Gerolamo Natta resta ai suoi discendenti sino al 1618, anno in cui Gabriele Natta la aliena a Giovanni Battista Fassati. Sull’altra metà, dopo il 1568 per confisca comminata contro Orazio Bossi subentra la camera marchionale del Monferrato che nel 1600 ne fa vendita a Vincenzo ed Elena coniugi Nuvolosi, in seguito passa nel 1615 ad Alessandro Streggi e poi a Giovanni Battista Fassati nel 1616, il quale in virtù del successivo acquisto del 1618 da Gabriele Natta resta unico Signore di Salabue. Nel 1620 una sua metà passa al mantovano Francesco Bruschio poi a Giulio Porta nel 1656 che vende nel 1665 l’intero castello, feudo e giurisdizione a Carlo Francesco Cozio, e appartiene allla famiglia Cozio fino al 1840. (SERGI, Andar per castelli, pp. 585-586). L’unica figlia ed erede Matilde lascia cognome e titolo di conte di Salabue a Giovenale Davico, già conte di Quittengo.(GUASCO, Dizionario feudale, vol. III, pp 376-377).
Mutamenti di distrettuazione
I Comuni di Ponzano e di Salabue appartenevano al Marchesato, poi Ducato del Monferrato. Dopo l’annessione del Ducato del Monferrato agli stati sabaudi all'inizio del XVIII secolo entrano a far  parte della provincia di Casale. Tale assetto si mantiene fino alla caduta dell’antico regime in Piemonte (1798). La circoscrizione di Casale nel periodo napoleonico viene aggregata senza sostanziali alterazioni a una circoscrizione avente come capoluogo Alessandria. Si tratta dapprima del dipartimento del Tanaro (1799), e  in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801 del dipartimento di Marengo arrondissement di Casale. Non toccato dal successivi cambiamenti  del 1805 l’inquadramento amministrativo resta invariato fino alla restaurazione. In seguito Ponzano e Salabue ritornano a far parte della ricostruita provincia di Casale inclusa nella divisione di  Alessandria, che viene in seguito ridotta a circondario della provincia di Alessandria nel 1859 (STURANI, Il Piemonte, 1995). 
     Attualmente Ponzano Monerrato fa parte della Unione dei Comuni "Comunità collinare della Valcerrina".
Mutamenti Territoriali
La circoscrizione territoriale viene modificata nel 1928 a seguito di aggregazione dei territori del soppresso comune di Salabue.
Comunanze
A metà del Settecento, sia la comunità di Ponzano, sia quella di Salabue possiedono in allodio diversi boschi cedui, tutti situati in collina, confinanti con Castelletto Merli e Salabue per Ponzano, con Serralunga e Ponzano per Salabue. Le comunità affittano i loro boschi. Nei boschi non è permesso “boscheggiare in tutto e in parte sebbene ciò si pratichi abusivamente dalle persone più povere e nullatenenti” .(A.S.T.C., Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse (s.d., ma 1760/1769)). Risulta dall’istruttoria eseguita per l’accertamento degli usi civici nel comune di Ponzano Monferrato in data 8 ottobre 1934 l’esistenza di uno stagno sul quale grava un diritto di abbeverazione a favore della popolazione di Salabue. (C.U.C, Provincia di Alessandria, fasc. Ponzano).
Liti Territoriali
 Le liti territoriali che riguardano Ponzano sono contro la comunità di Salabue per confini - un pezzo di terra di stara 16 e tavole 9 - datata dal 1699 alla transazione del 1757; contro la comunità di Castelletto Merli per confini nel 1709 [A.C.P.,  Liti e transazioni, fald. 13].
     Le liti territoriali che coinvolgono Salabue sono contro la comunità di Ponzano, per confini, nel 1596 e nel 1758, contro la comunità di Serralunga, per confini, dal 1662 al 1664, contro Gianbattista Pizzano e Antonio Francesco per la proprietà di alcuni appezzamenti boschivi e la misura di un bosco dal 1689 al 1690, contro il monastero di Crea per un appezzamento di terreno gerbido in regione “Gaveita” (alla lite contro il monastero, datata 1692-1693, partecipa anche il comune di Ponzano); contro il conte Ignazio Alessandro Cozio feudatario di Salabue per la destinazione di un sito conveniente fuori dell’abitato quale possa servire da cimitero dal 1768 al 1841 [A.C.P., Salabue, Liti e transazioni, fald 21].
Fonti
A.C.O. (Archivio storico del Comune di Odalengo Piccolo).
A.C.O., Corrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti, 1959
A.C.P. (Archivio Storico del Comune di Ponzano Monferrato).
A.C.P. , I sezione, Ordinati fald. 8-12
A.C.P. ,I sezione, Liti e transazioni, fald. 13.
A.C.P. ,I sezione, Catasto, fald. 41-45.
A.C.P. ,I sezione, Relazione che si fa dal segretario sottoscritto di Ponzano in adempimento di quanto viene prescritto alla circolare dell’Illust. signor conte Intendente Generale del 5 maggio 1764; Relazione che si fa dal segretario sottoscritto di Salabue in adempimento di quanto viene prescritto alla circolare dell’Illust. signor conte Intendente Generale del 7 maggio 1764, 1764, fald.63.
A.C.P. ,Salabue, Ordinati, fald. 10-17.
A.C.P. ,Salabue, Liti e transazioni, fald. 21.
A.C.P. ,Salabue, Polizia urbana e rurale, Bandi campestri, fald. 22.
A.C.P. ,Salabue, Catasto, fald. 66-90
A.C.P. ,Salabue, Catasto, Nota distinta de’Beni feudali, ecclesiastici , immuni esistenti in questo territorio di Salabue, 1778, fald. 91 .
A.C.P. ,Salabue, Catasto, Copia de’ beni posseduti dall’ecclesiastico e luoghi pii portati dalla relazione dell’Intendente generale commendatore Petiti, 1781, fald. 91.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Corte, Materie Ecclesiastiche, Arcivescovadi e Vescovadi, Vercelli.
A.S.T., Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B.
A.S.T., Corte, Paesi. Monferrato, Provincia di Casale, Provincia di Casale.
A.S.T., Corte, Paesi, Monferrato, Ducato del Monferrato, Ducato del Monferrato.
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi per A e B, P e S.
A.S.T., Corte, G. G., Saletta, Ducato del Monferrato, vol. I, parte terza, parte quarta, circa 1711e ss.
A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Provincia di Casale, mazzo I, Relazione dello Stato e Coltura de’ beni de’ territori delle città e comunità della provincia di   Casale. Stati de raccolti o quesiti fatti dall’Uffizio Generale di finanze in dipendenza di detta relazione 1742/1743, fasc. 18.
A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Provincia di Casale, mazzo II, Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse (s.d., ma 1760/1769), fasc. 4.
A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Cap. 14, Boschi e selve, , Provincia di Casale, Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale. fasc.13.
A.V.C. (Archivio Storico Diocesano di Casale Monferrato).
A.V.C., Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, P-Z, vol. VI, Ponzano, 1712, pp.49-69,Salabue, 1712, pp.253-263.
A.V.C.,Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte, P-Z, vol.II, Ponzano pp.263-267, Salabue,pp.310-343
A.V.C.,Visita pastorale del vescovo Paolo Maria Barone (1892-1903), risposte, Ponzano, P-S, Ponzano, pp. 313-320
B.N.F. (Bibliothèque nationale de France). Vedi catalogo.
B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5042), Estats du duc de Savoye ...sous le nom de Piémont...le duché de Montferrat.... par le Sr Sanson d'Abbeville, chez Pierre Mariette (Paris), 1665 [Sanson, Nicolas (1600-1667). Cartographe]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa.
B.S.M. (Biblioteca di Statistica e Matematica applicata alle Scienze Umane, Facoltà di Economia, Torino).
B.S.M., Censimenti della popolazione dal 1839 al 1991.
C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, Torino).
C.U.C., Provincia di Alessandria, fasc. Ponzano.
Bibliografia

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Cartario Alessandrino fino al 1300, a cura di F.Gasparolo, Alessandria 1928-1930, 3 voll.

G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1854

A. Di Ricaldone, Monferrato tra Po e Tanaro. Guida storico-artistica dei suoi comuni, Cavallermaggiore-Asti, 1999

F. Guasco, Dizionario feudale degli antichi stati sabaudi e della Lombardia. Dall'epoca carolingia ai nostri tempi (774-1901), Pinerolo 1911, 5 voll.

A. Manno, Il Patriziato Subalpino, Firenze 1895

D.Olivieri, Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965.

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Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991, circoscrizioni territoriali al 20 ottobre 1991, a cura di  ISTAT, Roma 1994

Pratiche del territorio, a cura di A. Torre, in “Quaderni Storici”, 103, 2000

M. L. Sturani, Il Piemonte, in Amministrazione e territorio in Italia, a cura di  L.Gambi,  F. Merloni, Bologna 1995

Salabue, in “Monferratoarte”, Associazione Casalese Arte e Storia (2013). Vedi testo.

Unità amministrative. Variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000. Popolazione legale per comune ai censimenti dal 1861 al 1991 ai confini dell'epoca, a cura di ISTAT , Roma 2001

Descrizione Comune

Ponzano Monferrato

          Ponzano Monferrato si trova a circa venti chilometri da Casale, sulla dorsale collinare che segna lo spartiacque  tra la valle del torrente Stura e quella del suo affluente rio Menga. Giovanni Giacomo Saletta, all’inizio del  Settecento, così descrive il paese di  Ponzano: “ è posto nel Monferrato tra li fiumi Po e Tanaro” e  “ha per confini li territori di Serralunga, , Castelletto Merli, Moncalvo e Cereseto”, a cui, attualmente, si aggiunge fra i comuni confinanti Mombello Monferrato (Saletta, Ducato, p.447r).
     La configurazione attuale di Ponzano Monferrato è molto recente (1928) ed è il risultato dell' aggregazione di due comuni Ponzano e Salabue, quest’ultimo ubicato a 2,5 Km da Ponzano. La superficie del territorio di Ponzano dall’epoca dell’unione con il comune di Salabue è rimasta stabile di 11,58 Km2. Il territorio del comune risulta fortemente enucleato verso il concentrico di Ponzano e quello di Salabue e verso l’abitato della frazione Sottoripa di Ponzano; cantone che Giovanni Giacomo Saletta definiva grande  come lo stesso Ponzano. La frazione Sottoripa in effetti all’inizio del secolo e negli anni venti del Novecento supera in abitanti il concentrico di Ponzano (tabella n.1 ) e possiede un proprio oratorio, quello di S. Bernardo.
     Goffredo Casalis citava nell’Ottocento per Ponzano due frazioni Sottoripa e Goj e per Salabue tre cantoni denominati della Ripa, Percivalle e di Starola (Casalis, Dizionario, p. 17, p.603 ) due in meno -Viarengo, Stara - rispetto a quelli citati nel Settecento da  Saletta. Il confronto fra alcuni censimenti del secolo XIX e XX  mostra come la popolazione sia distribuita in proporzione sempre maggiore negli agglomerati che nelle case sparse (tabella n. 2 e n. 3). La popolazione del comune diminuisce a partire dal 1951 con tutta probabilità a causa dello spostamento degli abitanti verso le città (tabella n. 4).
     Sulla più elevata altura di Ponzano, cinto di muraglie sorge il castello di Ponzano appartenuto a varie famiglie nobili (vedi voce feudo). All’inizio del Settecento, Giacomo Giacinto Saletta osservava che era “molto comodo e civile di stanze” , aveva nel mezzo una torre e a settentrione “boschi e ripaggi”. Secondo Giuseppe Sergi fu probabilmente allora che venne a delinearsi la fisionomia attuale : “il blocco ad oriente, a forma di “C”, che costituisce residenza civile, circonda il giardino e si salda, ad una estremità, alla torre; l’altro blocco a ponente, a forma di “L”, destinato a residenza rustica, che cinge il cortile” [Sergi, Andar per castelli, p. 584]. Oltre al castello i beni feudali posseduti dal feudatario di Ponzano all’inizio del secolo XVIII  tra campi, vigne, prati e boschi  raggiungevano la quantità di moggia 778 (Saletta, Ducato, p .453r ).
     La comunità, a meta' del Settecento, non possiede beni "coltivi, prativi o vignati", possiede solo in allodio diversi boschi o terreni gerbidi tutti situati in collina confinanti con Castelletto Merli e Salabue. I boschi sono cedui,  salvo qualche pianta di pino selvatico,  non sono d’alto fusto nei terreni gerbidi e  coprono un terzo del territorio di Ponzano, formando la principale ricchezza di questa comunità.
     La comunità suole dare in affitto i boschi per una rendita annuale di 2000/3000 pezzi di legna.  Vi sono anche 250 moggia di boschi cedui allodiali, con qualche pianta di pino selvatico e di castagno, spettanti a diversi particolari, tutti situati in collina che vengono regolarmente tagliati ogni otto o nove anni con l’annuo reddito di 17000 18000  pezzi di legna. Nei boschi sia della comunità sia dei particolari non è permesso di “boscheggiare in tutto e in parte sebbene ciò si pratichi abusivamente dalle persone più povere e nullatenenti con grave danno dei boschi”. I boschi sono per un terzo “fertili d’erba” e possono servire al pascolo non essendovi gerbidi della communità destinati a tale scopo. I pascoli sono scarsi poiché sul territorio non vi è acqua “per adacquare li prati”; il torrente denominato della Menga, infatti,  scorre solo  all’ estremità del comune (A.S.T., Camerale, Ricavo senza data e sottoscrizione de beni ed effetti posseduti dalle comunità della provincia di Casale e de redditi, crediti e debiti delle medesime; Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale).
     La comunità di Ponzano, a metà Settecento, non ha altro reddito salvo quello che annualmente ricava dall’affitto dei boschi. La comunità non ha alcun forno, mulino o altro edificio d’acqua, e neppure le competono le bannalità. Vi sono tuttavia alcuni forni di particolari che servono per la popolazione che deve pagare un pane ogni 40 pani circa che si cuociono. Si trova pure sul torrente Menga un mulino ad acqua del marchese Cinzano, vassallo del luogo, metà feudale, e metà allodiale a cui si paga mezza stara per ogni sacco di cereali che si macina. I diritti della pesca per tutto il territorio sono del  marchese vassallo anche se non vi sono pesci nel torrente. La comunità possiede nel luogo una casa con due stanze al piano terra, una  piccola cantina ed altre due stanze al primo piano che  servono per l’abitazione rettore di scuola e capellano salvo una camera che viene utilizzata per le riunioni del consiglio della comunità (A.C.*Ponzano*, Relazione che si fa dal segretario sottoscritto di Ponzano in adempimento di quanto viene prescritto alla circolare dell’Illust. signor conte Intendente Generale del 5 maggio 1764).
     Anche la comunità Salabue, descritta Giovanni Giacomo Saletta  “ nel Monferrato tra li fiumi Po e Tanaro” e confinante “con Castelazzo , Fornelli, Serralunga, Ponzano, et Moncalvo” (Saletta, Ducato, p. 123v) possiede,  a metà Settecento, diverse pezze di bosco gerbido e coltivo situati in diverse contrade confinanti  con Serralunga e  con Ponzano. I boschi sono cedui con qualche pianta di pino selvatico, la comunità autorizza il taglio ogni otto o nove anni e ricava annualmente 1500 pezzi di legna. Vi sono inoltre moggia 90 circa di boschi allodiali e cedui non d’alto fusto spettanti a diversi particolari, il taglio viene effettuato ogni otto o nove anni con una rendita di 10000 pezzi di legna .Tanto i boschi della comunità che quelli dei particolari sono per un quarto “fertili d’erba” per il pascolo di  circa 15/20 animali. Non vi sono pascoli communitativi salvo alcuni gerbidi che sono “asciutti” e non si possono “adacquare”. Il territorio non ha acqua per bagnare i prati, infatti, il torrente del Colobrio, in estate, rimane senza acqua. I boschi dove vi sono i pascoli sono non lontani da Salabue e dai suoi cantoni. Qualche piccola quantità di foraggio viene venduta a Moncalvo e a Casale.
     La comunità non ha alcun forno, mulino, e simili e neppure  le competeno  le bannalità. Vi sono però alcuni forni di particolari che servono alla comunità per i quali non si paga alcun diritto salvo un pane per ogni 40 pani circa che si cuoce. Il pedaggio delle gabelle del vino e della carne si esige solo nei confronti dei  forestieri ed risulta £ 50 l’anno. La comunità possiede inoltre tre case: una casa nel ristretto e recinto del luogo composta di una camera dove si riunisce il consiglio della comunità e si conserva l’archivio, un’ altra situata anch’essa nel recinto del luogo composta di cantina al piano terra, tre camere al primo piano ed altre due nel secondo ed è adibita come abitazione del parroco e  un'altra  di due camere al piano terreno ed una stanza al primo, con stalla e cantina, ed è l’abitazione del massaro dei beni della comunità.(A.C. * Ponzano*, Salabue,  Relazione che si fa dal segretario sottoscritto di Salabue in adempimento di quanto viene prescritto alla circolare dell’Illust. signor conte Intendente Generale del 7 maggio 1764).
     La situazione distrettuale non subisce mutamenti dalla formazione della provincia di Alessandria anche se le popolazioni di Odalengo Piccolo, Villadeati, Alfiano Natta, Castelletto Merli e Ponzano, nel  1956, chiedono di essere scorporate dalla provincia di Alessandria ed incorporate in quella di Asti. Ferdinando Clerici, portavoce di tali esigenze, in una lettera ai consiglieri della provincia di Alessandria espone le motivazioni di tale richiesta. In primo luogo la cittadina di Moncalvo, in provincia di Asti, rappresenta per questi paesi il  centro di attrazione. Infatti, i paesi di Odalengo Piccolo, Castelletto Merli e Ponzano dipendono dalla stazione ferroviaria di Moncalvo, inoltre “da tempo immemore , forse da sempre”, i detti comuni dipendono dalla Pretura, dall’ufficio del registro, dall’ufficio delle imposte, dalla direzione didattica di Moncalvo. Gran parte dei prodotti agricoli  e del bestiame di detti comuni viene contrattato e venduto sul mercato di Moncalvo, sempre a Moncalvo le popolazioni citate si riforniscono “del necessario”  dagli attrezzi agricoli,  ai vestiti. Naturalmente se conviene ai detti comuni di essere uniti a Moncalvo conviene altresì a Moncalvo per ragioni commerciali ed economiche. In secondo luogo, mentre Asti si può raggiungere in breve tempo con mezzi diversi , non essendoci in media più di 25 chilometri , per recarsi nel capoluogo di  Alessandria, con il treno, bisogna passare  per Asti o per Casale.
    La via di transito casalese, essendo servita da minor numero di treni con minori coincidenze, crea maggiori disagi. Infine “se si trova giusto che la città di Asti sia capoluogo di provincia, perché non dare ad essa un numero  meno sproporzionato di comuni (Asti 120, Alessandria 187, Cuneo 249) da amministrare (A.C.*Odalengo Piccolo*, Corrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti, 1959). Sono dunque le popolazioni di questi comuni che attraverso un processo corale che si sviluppa da tempo immemore costruiscono i territori della loro azione che raramente coincidono con le strutture amministrative e politiche calate dall’alto.