Frabosa Sottana

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1996
Provincia
Cuneo.
Area storica
Monregalese.
Abitanti
1197 (ISTAT l991).
Estensione
3763 ha (ISTAT l991).
Confini
A nord e a est Monastero Vasco e Villanova Mondovì, a sud Frabosa Soprana e Magliano Alpi (isola amministrativa), a ovest Roccaforte.
Frazioni
Alma, Miraglio, Pianvignale, Riosecco, Artesina, Gosi, Prato Nevoso e San Giacomo. Vedimappa.
Toponimo storico
«Freabusia» e «Freabosia». Nel diploma di Enrico III del 26 gennaio 1041 compare dopo Montaldo una «Ferraria» ma l’identificazione con Frabosa Sottana non è sicura, in quanto immediatamente dopo viene citata la valle Corsaglia e, solo dopo, il castello «Levezanige», la valle Maudagna (Il Libro Verde della Chiesa di Asti, II, doc. CCCXIX, p. 220). Nel 1210, all’atto di dedizione del Monteregale e delle sue ville al marchese di Saluzzo, compare come «Freabulza» (Grassi di Santa Cristina 1789, II, p. 25). A Partire dalla metà del Duecento si impongono le forme «Freabusia […] Freabosia» in alternanza con «Freabuçia […] Freabogia». La «ruata sotana» è citata per la prima volta nell’atto del 23 aprile 1270 con cui il comune del Monteregale vende alcuni beni al vescovo di Asti (Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, doc. 3, p. 16).
Diocesi
Frabosa Sottana fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando viene assegnata alla nuova diocesi di Mondovì.
Pieve
«Plebs [Prepositura] Morotii»: il Registrum del 1345 ricorda una unica chiesa «de Freaboza», per cui è molto difficile stabilire di quale si tratti (Conterno 1988, p. 28).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia di S. Giorgio, fondata nel 1584. Oratorio della confraternita di S. Giovanni Battista. Cappelle campestri: S. Luigi, San Giacomo Maggiore, S. Marco, S. Michele, S. Bernardo, S. Grato, Madonna della Concezione. Parrocchia della Beata Vergine della Neve in frazione Alma, fondata nel 1918. Parrocchia dell’Assunzione di M. Vergine, di S. Lorenzo e S. Bernardo in frazione Prato Nevoso-Seccata, fondata nel 1947, unita e traslata a Prato Nevoso nel 1976. Parrocchia di S. Biagio in frazione Miroglio, fondata nel 1850. Cappella succursale della Madonna dell’Artesina. Parrocchia del patrocinio di S. Giuseppe in frazione Pianvignale, fondata nel 1797. Cappella di S. Matteo, S. Anna in frazione Gosi, S. Rocco (Diocesi di Mondovì 1978, pp. 72-74).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
  
Comunità, origine, funzionamento
Molto tarda l’attestazione di una comunità di Frabosa Sottana: fino al 1595 il luogo faceva tutt’uno con Frabosa Soprana ed era distinto con l’appellativo «dei Mulini». Il 1 aprile di quell’anno essa ottiene dall’Infanta Caterina il tribunale di bassa giustizia e la facoltà di avere una propria autonoma amministrazione, pur senza pregiudicare i diritti della città di Mondovì. La decisione è confermata il 22 novembre 1596 (AC Mondovì, Cat. VII, Paesi diversi, m. unico, fasc. 15).
Statuti
Non noti. Non sono segnalati neanche bandi campestri.
Catasti
Indice catastale senza data (ma del sec. XVIII); Misurazione generale eseguitaFogliazzo di Frabosa Sottana delRegistro del catasto del 1745; Registro delle Misure generali del 1767; Libro didel 1756-1767 (2 voll.): Registro catastale e del 1796-1798; Catasto e trasporti dell’Ottocento (AC Frabosa Sottana, m. dall’agrimensore Giovanni Carnevale il 16 giugno 1710; 1721-1744; mappa principale di tutto il catasto del territorio Libro dei trasporti 29).
Ordinati
1612-1665; 1776-1778; in serie continua dal 1796. Ordinati della comunità sottoposti all’insinuazione 1735-1801.
Dipendenze nel Medioevo
Comitato di Bredulo. Frabosa appartiene al vescovo di Asti, che la governa senza la mediazione di  domini locali. Compresa nel distretto monregalese come «villa convenzionata», è retta da un vicario. Il vescovo di Asti mantiene alcuni diritti feudali, in particolare sulle acque, che passano a quello di Mondovì al momento dell’istituzione della diocesi nel 1388. Si tratta di due mulini siti nella villa che fanno parte della dotazione della Mensa vescovile.
Feudo
Insieme con Frabosa Soprana, viene infeudata ai Pallavicino nel 1620; la famiglia mantiene l’investitura fino al 1824.
Mutamenti di distrettuazione
Frabosa Sottana fa parte del distretto di Mondovì fino al 1595, quando si divide dalla «ruata soprana». Nel 1631 chiede di essere riammessa come «villa convenzionata»; la richiesta viene ripetuta nel 1682 vi rimane fino al 1698, al momento della divisione del distretto.
Mutamenti Territoriali
Il 10 agosto 1858 la frazione Pianvignale, situata fra il Riosecco, il torrente Maudagna, i confini di Roccaforte e Villanova, chiede di essere aggregata a quest’ultima. Immediatamente i particolari di Riosecco, che appartengono al “quartiere” di Pianvignale, si oppongono fermamente e la cosa non ha seguito (AC Frabosa Sottana, Territorio comunale, fasc. 1). Stessa sorte ha la domanda della frazione S. Martino di Frabosa Soprana di essere unita a Frabosa Sottana nel 1924 (AC Frabosa Sottana, Cat. I, Comune e amministrazione, m. 16, fasc. 2)
Comunanze
In seguito alla divisione del 1698, toccano a Frabosa Sottana le Alpi Pianformago, Fraito e Baravai, Biagna. Per un errore nella formazione dei catasti settecenteschi, tuttavia, viene iscritto nel territorio di Frabosa Sottana l’Alpe Balma, pur riconoscendone la proprietà al comune di Monastero. Di qui derivano le due liti intentate, rispettivamente, nel 1881-1883 e nel 1915-1918, la prima per la territorialità e la seconda per la rivendicazione delle superfici usurpate (Turco 1955, pp. 49 sgg.).
Liti Territoriali
L’inventario degli anni Cinquanta di questo secolo segnala liti territoriali con Villanova nel 1730, 1761 e 1798, che risultano mancanti all’ultimo intervento di riordino (1995-96). Una causa con Mondovì si trascina dal 1569 al 1682 (AC Mondovì, Liti, cause, transazioni, Cat. XXIII, m. 2). Nell’archivio comunale di Frabosa Sottana sono conservati gli atti della lite con Frabosa Soprana in occasione della divisione (1595), in consultabili per le pessime condizioni in cui si trovano.
Fonti
A.C.F. (Archivio Storico del Comune di Frabosa Sottana).
A.C.F., Mazzo 29; Cat. I, Comune e amministrazione.
A.C.F., Mazzo 16, 16, fasc. 2; Territorio comunale, fasc. 1.
A.C.M.(Archivio Storico del Comune di Mondovì).
A.C.M., Cat. IV, Atti e contratti, m. I, fasc. 28 e m. II, fasc. 48;
A.C.M., Cat. VII, Paesi diversi, m. unico, fasc. 15;
A.C.M., Cat. XXIII, Liti, cause, m. II, fasc. 5 [1569-1682]; Liti, cause, transazioni, A.C.M., Cat. XXIII, m. 2.
Bibliografia
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, VI, Torino 1840, pp. 863-865.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì. Le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario 1388-1988, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Grassi di Santa Cristina G., Memorie istoriche della Chiesa vescovile di Monteregale in Piemonte dall’erezione del vescovato sino a’ nostri tempi, Torino 1789, voll. 1-11.
Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, a cura di G. Barelli, Pinerolo 1904 (BSSS 24).
Il Libro Verde della Chiesa di Asti, a cura di G. Assandria, Pinerolo 1907 (BSSS 26).
Morozzo della Rocca E., Le storie dell’antica Città del Monteregale ora Mondovì in Piemonte, Mondovì 1894-1907, voll. I-III.
Turco E., Storia di Monastero Vasco dalle sue origini sino ai nostri giorni 998-1953, Mondovì 1955.
Descrizione Comune
Frabosa Sottana
     Per il periodo medievale non abbiamo elementi sicuri in merito alla formazione territoriale. Dobbiamo perciò considerare nel loro complesso l’evolversi della storia di Frabosa Soprana e quella di Frabosa Sottana a partire dallo scorcio del secolo XVI, quando la spinta autonomistica e le rivendicazioni sul territorio possono contribuire a fare un po’ di luce.
Gli attuali confini sono il risultato di un processo, imposto dall’alto dai delegati del duca nel 1698, che non tiene conto di vicende plurisecolari legate allo sfruttamento dei pascoli e alla commercializzazione del legname, né dell’evoluzione dei vari nuclei abitati, la cui caratteristica più evidente è la discontinuità. Oltre infatti ai tre quartieri della Vira – o Villa – del Serro e di Mondagliola, costituenti la contrada soprana, e dei Mulini, costituenti la contrada sottana, essa si sviluppa per una buona parte in Valle Corsaglia, la cui omonima frazione è divisa in due dal torrente, che segna l’anacronistico confine tra i comuni di Frabosa Soprana e Montaldo. Ultima e lontana appendice è Fontane, nell’alta valle, centro dell’isola linguistica del Kyè. Il territorio gravita dunque intorno alle valli del Maudagna e del Corsaglia, non senza sconfinamenti nella valle dell’Ellero, come dimostrano le vicende legate allo sfruttamento di beni comuni dislocati a Prea, Norea e Baracco.
Il 29 novembre 1585 viene stipulata una importante convenzione tra Mondovì e Frabosa, in base alla quale tutti i beni stabili acquistati fino al 1574 sull’uno o sull’altro finaggio devono essere registrati a catasto sulla base dell’appartenenza alla comunità degli abitanti, senza tenere conto quindi del territorio: se comprati da uomini di Mondovì, i beni sono registrati a Mondovì, se da uomini di Frabosa, a Frabosa. Viene volutamente lasciata fuori la questione dei beni comuni usurpati in val Ellero, perché la città vuole recuperarli.
Frabosa non osserva questa clausola e registra nel suo catasto, una volta avvenuta la divisione, i beni di molti «particolari» di Prea, Baracco e Norea, che Mondovì considera beni comuni usurpati (AC Mondovì, Cat. XXIII, Liti, cause, m. II, fasc. 5 [1569-1682]). È in atto un massiccio attacco alla ricchezza di boschi della valle, a cui si indirizzano soprattutto uomini di Frabosa che si stabiliscono nei luoghi di disboscamento e danno vita ai villaggi di Prea, Norea, Baracco e Rastello.
Contro di essi è diretto un ordine di Carlo Emanuele I di sospendere immediatamente il selvaggio taglio dei boschi, gli incendi e la messa a coltura di nuovi terreni (30 agosto 1606). Non decisivi in tal senso risultano gli accordi del 1597 e del 1601; è da notare che la città di Mondovì tratta direttamente con gli «huomini della Valle d’ Elere» e riesce in questo modo a strappare la dichiarazione che essi appartengono al finaggio della città, a cui sono tenuti a pagare i carichi fiscali, e in aggiunta un canone per ogni giornata di terra coltiva o di bosco, con facoltà di riscattare il pagamento versando il prezzo delle terre usurpate.
Vengono delimitati i confini e Mondovì concede 25 giornate di beni comuni non ancora toccati dall’opera di disboscamento perché gli uomini della valle possano costruirsi una chiesa e mantenere un sacerdote per i loro bisogni spirituali. Le cascine costruite su suolo pubblico poste al di fuori dei confini stabiliti non potranno essere ampliate e i «particolari"» dovranno pagare la ricognizione e le taglie alla città per i beni goduti dal 1554, ben inteso sospendendo qualsiasi nuovo ampliamento della zona usurpata (AC Mondovì, Cat. IV, Atti e contratti, m. I, fasc. 28 e m. II, fasc. 48).
Gli esiti della divisione delle due Frabose e dell’acquisita autonomia da Mondovì (ma nei documenti la città le intende sempre come facenti parte del suo distretto), si rivelano, a inizio Seicento, per l’imposizione degli alloggiamenti militari, che Villanova, sostenuta da Mondovì, impone agli abitanti delle cascine di Pianvignale, Alma e Riosecco. Questi sostengono di far parte della comunità di Frabosa dei Mulini, nel cui consiglio essi entrano come consiglieri, potendo anche essere eletti sindaci, oltre a dipendere dalla parrocchia di S. Giorgio “nello spirituale”.
La città ottiene diverse sentenze favorevoli, ma la lite si trascina per lunghi anni, nonostante che Pianvignale, Alma e Riosecco vengano dichiarate appartenenti al territorio di Villanova, unita con Mondovì. Un alleato nuovo, ma interessato, si schiera a fianco di Frabosa Sottana nel 1620: è il marchese Adalberto Pallavicino, a cui le due comunità sono state infeudate. È forse grazie al suo peso politico che la questione non viene definita nel senso voluto da Mondovì, ma anche contro gli interessi delle due Frabose, che nel luglio 1631 chiedono, quasi con tono di supplica, di essere unite ad essa
a soldo e livra come sono le altre ville, roatte d’essa città, rimostrando essa Unione più tosto utile che dannosa alla Città, atteso che oltr’il loro registro, e rediti pubblici corrispondenti a proporzione a quelli d’essa Città che avrebbero rimesso grandissima quantità di montagne piene di pascoli e di bosco di fago, di sappo, e di Meizello, et altri beni loro pubblici, utili, e necessari alla Città.
Mondovì fa svolgere una ricognizione nel finaggio e nei boschi prima di acconsentire all’unione, che non tronca comunque le liti, nonostante che le due comunità di Frabosa rinuncino per sempre a qualsiasi pretesa sul registro della valle Ellero in cambio di una altrettanto formale rinuncia della città su quello di Pianvignale, Alma e Riosecco. La richiesta di unione viene ribadita il 27 aprile 1682, in circostanze ben più drammatiche, con una intera area tra montagna e pianura in fermento per la ribellione contro la gabella del sale. Lo smembramento del distretto, successivo alla ribellione, rimette in discussione il problema dei confini, sopisce le vecchie questioni, ma ne apre di nuove per l’attribuzione dei pascoli comuni. Negli anni 1891-1896 la Commissione censuaria procede a delimitare il territorio comunale di Frabosa Soprana e di Frabosa Sottana in contraddittorio con le comunità confinanti (AC Frabosa Soprana e Sottana).