Monastero di Vasco

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1998
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo
Area storica
Monregalese.
Abitanti
1107 (ISTAT 1991).
Estensione
1745 ha (ISTAT 1991).
Confini
A nord Mondovì, a est Vicoforte e Montaldo Mondovì, a sud Frabosa Sottana, a ovest Villanova Mondovì.
Frazioni
Vasco, Roapiana (sede Comunale), Villa, Bertolini Soprani e Bertolini Sottani, Bassi, Pagliani, Villero, Comini di Ellero.
Toponimo storico
«Monasterium». La denominazione è riferita all’antico priorato benedettino di S. Pietro di Vasco, dipendente dall’abbazia di Breme, ricordato in una bolla di papa Benedetto VIII del 1014. Tuttavia, come osserva il Morozzo della Rocca (Morozzo della Rocca 1894-1907, I, pp. 191-192), il diploma dell’imperatore Ottone IV del 1210 – per come si esprime («villani in qua ipsa cella est constructa, que vocatur Monasterium») – farebbe pensare che non sia stato il paese a prendere il nome dall’insediamento benedettino, ma viceversa. Del tutto ipotetica la data del 998 proposta come inizio della «villa». Il nome diventa Monastero di Vasco in seguito al Regio Decreto 4 dicembre 1862.
Diocesi
Il paese di Monastero fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quindi viene assegnato alla nuova diocesi di Mondovì.
Pieve
La circoscrizione plebana nella quale rientra Monastero è incerta: il Conterno non vi accenna, ma potrebbe essere la plebs (poi prepositura) di Morozzo, che si estendeva dalla pianura fino alle valli del Pesio e dell’Ellero. Nel Registrum del 1345 è nominato unicamente il «prioratus de Vasco», esente dalla giurisdizione vescovile (Conterno 1988, p. 28).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia dei SS. Apostoli Pietro e Paolo a Roapiana, eretta con bolla di Urbano VIII del 6 agosto 1623 e retta da un vicario perpetuo da nominarsi e presentarsi dal priore commendatario di S. Pietro di Vasco (Diocesi di Mondovì 1978, p. 57). Cappelle campestri di S. Giuseppe, S. Magno, S. Giacomo. Oratorio della confraternita dei battuti bianchi. Santuario della Madonna delle Lame. Parrocchia dell’Immacolata Concezione e di S. Giovanni Battista in frazione Vasco, eretta con decreto vescovile del 1 luglio 1904 (Diocesi di Mondovì 1978, pp. 57-58). Cappelle di S. Lorenzo, di S. Antonio, di S. Sebastiano. Parrocchia di S. Maria Maddalena in frazione Bertolini Soprani, eretta nel 1943 smembrandola da quella di Roapiana (Diocesi di Mondovì 1978, p. 58).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Non noti.
Comunità, origine, funzionamento
Molto tarda l’attestazione di una comunità di Monastero. L’importante documento del 22 febbraio 1302, con il quale vengono composte le vertenze tra il priore di S. Pietro di Vasco e gli uomini del Monteregale in merito all’usurpazione, da parte di questi ultimi, di alcune proprietà dei Benedettini, non vi accenna: la funzione deliberativa e decisionale della villanova appare assoluta e non è rappresentativa di altri organismi minori, come potrebbe essere, per esempio, un consiglio degli uomini del villaggio (Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, doc. 85, pp. 204-206). Il 27 gennaio 1597, il consiglio degli uomini di Monastero ratifica una transazione con la città di Mondovì, in base alla quale quest’ultima versa alla comunità la somma di 1479 fiorini come rimborso delle spese sostenute per l’alloggiamento di soldati, a cui Monastero non era tenuto (Danna 1993, p. 25). Come le altre “ville del distretto convenzionate” con la città, Monastero viene governata da un vicario nominato dal consiglio comunale di Mondovì su una rosa di tre nomi proposta dalla stessa.
Statuti
Non noti.
Catasti
Registro catastale descrittivo della seconda metà del Cinquecento: Montaldo, Roccaforte, Monastero più altro volume Roccaforte e Monastero (AC Mondovì, Cat. XXIX, Catasti); Misura generale del territorio del 1759 non figurato; Libro dei trasporti della fine dell’Ottocento.
Ordinati
Presenti dal 1739, con lacune per gli anni 1776-1777, 1799, 1802-1817, 1839-1840.
Dipendenze nel Medioevo
Vasco è, con Morozzo, Roccaforte, Chiusa e Bredolo, una delle località incastellate appartenenti al consortile dei signori di Morozzo. Nel 1237 il vescovo di Asti rinsalda i propri legami con loro investendoli delle rispettive competenze patrimoniali: a Vasco vediamo insediati i fratelli Arnaldo e Ruffino, figli di Ardizzone (Guglielmotti 1990, pp. 117 sgg.), in concorrenza con il priorato di S. Pietro di Vasco, la cui presenza sul territorio è difficilmente accertabile. La scelta di alcuni membri del consortile di Morozzo di stabilirsi a Mondovì all’inizio del secolo XIV favorisce il costituirsi di un’egemonia della villlanova su tutti questi centri, e quindi anche su Monastero.
Feudo
Carlo Emanuele I concede il titolo di conte di Vasco a Claudio Lobetto, capitano degli archibugieri; poi, poco prima della metà del XVII secolo, lo ottiene in feudo la famiglia Chiera. Quest’ultima lo vende nel Settecento al marchese Fontana di Cravanzana (Morozzo della Rocca 1894-1907, I, p. 192).
Mutamenti di distrettuazione
Monastero fa parte del distretto di Mondovì; con lo smembramento del 1698, diventa comunità autonoma sotto il profilo amministrativo-fiscale nell’ambito dello Stato sabaudo.
Mutamenti Territoriali
La divisione del 1698 assegna a Monastero un territorio delimitato dalla regione di S. Lorenzo, dalla via Morozzenga, dalla valletta dell’Ermena e dal rio Arnifone. La prima è quella che suscita maggiori dubbi, non dis­sipati neppure dall’ultimo censimento: in particolare, gli abitanti che vivono intorno alla cascina Sibilla-Zaccone chiedono nel 1949 di essere aggregati a Mondovì per ragioni topografiche, in quanto già soggetti “nello spirituale” alla parrocchia di Mondovì Borgato (AC Mondovì, Cat. I, classe I, Aggregazione e distacco di frazioni 1950-55, fasc. 3). Di fatto, S. Lorenzo figura ancora come borgata di Monastero di Vasco. Un aggiustamento territoriale avviene nel 1757-59 con Mondovì.
Comunanze
Il già citato documento del 1302 è la prima testimonianza di beni di uso comune nel territorio di Monastero, goduti in competizione con il priore benedettino di Vasco: il Tenzonilio, localizzato sul monte Zalveto, ora Moncervetto, a cui sono coerenti altri beni comuni non specificati, e una cava, che costituisce la prima testimonianza di una attività estrattiva nella zona. In seguito, dopo la divisione del mandamento nel 1698, la comunità entra in possesso delle Alpi Balma e Sarle, poste in prossimità della attuale cappella e rifugio (a 1900 m slm), a cui si accede dal comune di Frabosa Soprana. Esse dunque costituiscono un’isola amministrativa, oggetto di usurpazione da parte delle due Frabose e assegnate a Monastero con sentenza del CLUC in data 18 agosto 1980 (AC Monastero Vasco, Cat. I, cl. IX, Atti di lite [1905-1980]).
Liti Territoriali
Con Frabosa Soprana e Sottana per le Alpi Balma e Sarle (1881-1980).
Fonti
A.C.M. (Archivio Storico del Comune di Monastero di Vasco).
A.C.M., Cat. I, cl. IX, Atti di lite [1905-1980]).
A.C.MO. (Archivio Storico del Comune di Mondovì).
A.C.MO., Cat. I, classe I, Aggregazione e distacco di frazioni 1950-55, fasc. 3;
A.C.MO.,  Cat. XXIX, Catasti.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T.,  Corte, Paesi per A e B, m. 8, Vasco.
Bibliografia
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, X, Torino 1842, pp. 504-505.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì. Le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario 1388-1988, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Danna D., Cronache monasteresi. La storia della gente di Monastero Vasco attraverso i secoli, Monastero di Vasco 1993.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Guglielmotti P., I signori di Morozzo nei secoli X-XIV: un percorso politico del Piemonte meridionale, Torino 1990 (BSS 206).
Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, a cura di Barelli G., Pinerolo 1904 (BSSS 24).
Michelotti A., Storia di Mondovì, Mondovì 1920.
Morozzo della Rocca E., Le storie dell’antica Città del Monteregale ora Mondovì in Piemonte, Mondovì 1894-1907, voll. I-III.
Turco E., Storia di Monastero Vasco dalle sue origini sino ai nostri giorni, 998-1953, Mondovì 1955.
Descrizione Comune
Monastero di Vasco
Nell’esaminare le vicende più antiche della comunità di Monastero si nota che, ad attestazioni abbastanza precoci del suo territorio, non fanno riscontro testimonianze di un organismo politico locale in grado di assumere proprie decisioni e di presentare scelte che incidano sugli equilibri economici e sociali della zona di sua pertinenza.
Il 23 aprile 1299 un certo Giacomo Camoirano delle Moline rilascia quietanza per lo avvenuto pagamento della dote alla moglie Agnese, e cita tutti i suoi beni dati in garanzia della medesima: vengono ricordati un prato e un castagneto «in posse Vaschi» nella valle dell’Ellero, nonché un altro castagneto «in posse Monasterii»: segno indiscutibile che la villa aveva un territorio di pertinenza su cui esercitare diritti, ma l’organismo preposto non emerge dalle fonti a nostra disposizione (AST, Corte, Paesi per A e B, m. 8, Vasco).
L’incidenza del priorato di S. Pietro non è definibile per mancanza di fonti, ma il documento del 1302 lascia intendere che essa sia stata piuttosto forte, in quanto rivendicava una consistente parte di beni comuni che, presumibilmente, la comunità intendeva godere a proprio esclusivo vantaggio. L’altra parte coinvolta è il Monteregale, che è probabile rappresenti quest’ultima: Vasco infatti è uno dei luoghi che hanno subito una perdita di abitanti, trasferitisi a popolare un quartiere del Monte di Vico. I signori di Morozzo possiedono beni nella zona e un castello che controlla la valletta del torrente Niere (valle Ignaria), attestato dal 1018.
È in questa competizione di poteri che deve essere visto l’estendersi e l’affermarsi del distretto monregalese, di cui Monastero entra a far parte come villa convenzionata (Michelotti 1920, p. 183). È coinvolta in misura massiccia nella ribellione di fine Seicento per la gabella del sale e viene smembrata dalla città nel 1698.
Entra così in possesso delle Alpi Balma e Sarle, che costituiscono un’isola amministrativa di 141 ettari, situata tra i territori di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana, completamente staccata dal territorio comunale. Le liti territoriali iniziano nel 1775 e proseguono senza soluzione di continuità; inizialmente la questione verte intorno al riparto dei censi passivi dovuti agli eredi Tomatis e Cantore, calcolato erroneamente in 6000 lire anziché in 9000 lire. L’accordo, raggiunto tra le varie comunità dell’antico distretto nel 1785, prevede che ognuna si accolli il nuovo riparto dei crediti, censi e beni stabilito su quello originario del 1698, e viene confermato dalla R. Intendenza di Mondovì il 24 dicembre 1834 (Turco 1955, pp. 50 sgg.).
Frabosa Soprana e Frabosa Sottana avevano iscritto nel loro catasto le due Alpi, obbligando in tal modo Monastero a pagare la sovrimposta comunale. Nel 1881 quest’ultimo chiede che venga cancellato dai loro ruoli, rimborsando le imposte indebitamente percepite, e riconoscendo la territorialità delle Alpi Balma e Sarle, così come era avvenuto per il comune di Magliano (Turco 1955, p. 60).
Sia il Tribunale di Mondovì, sia la Corte d’Appello di Torino, sia la Cassazione stabiliscono che le Alpi non costituivano semplicemente proprietà, ma territorio di Monastero a tutti gli effetti. L’ultima sentenza del CLUC (1980) non ha fatto che confermare tale decisione.