Gozzano

AutoriMontanari, Mirella
Anno Compilazione1998
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Novara
Area storica
Riviera Inferiore del Lago d'Orta
Abitanti
5986 (CSI-Piemonte)
Estensione
1254 ha (CSI-Piemonte)
Confini
A sud Borgomanero, ad ovest Gargallo, Soriso, Pogno, a nord San Maurizio d'Opaglio, le sponde del Lago d'Orta e Ameno, a est Bolzone Novarese, lavorio e Briga Novarese.
Frazioni
Cozzano, Auzate, Buccione, Bugnate. Vedi mappa.
Toponimo storico
"In plebe Gaudiano", così si esprime il più antico documento che riguarda Cozzano (/ diplomi di Berengario I, 1903, 220; Le carte dell'Archivio, 1913, 55-56; ANDENNA, 1982, 607). Si tratterebbe, come argomenta il D.T.U. (D.T.U., 1990, 313) di un prediale hi -anus derivato dal personale latino Gaudius: "Pinterpretazione del toponimo sarà dunque 'la terra di Gaudius'".
Diocesi
Non si evidenziano mutazioni per quanto riguarda la diocesi, che rimane, dal medioevo a tutt'oggi, quella di Novara. Nel 1560, però, si pone il tentativo dei Borromeo di acquistare la Riviera (effettivamente alienata ad essi dal vescovo novarese Giovanni Antonio Serbellone) per dotare una nuova diocesi che avrebbe dovuto avere come scopo quello "erigere un vescovado in Arona e di nobilitarla con il titolo di città" (MEDONI 1844, 60-61). Fu il conte Federico Borromeo, fratello del più famoso arcivescovo di Milano, a tentare l'impresa che non andò a buon fine nonostante l'assenso di Pio IV e del vescovo di Novara. Pieve: Gozzano era capo di un distretto plebano assai esteso e di rilevante importanza per l'inquadramento "dei fedeli e delle campagne del medio Novarese in cui essi dimoravano" (ANDENNA, 1982, 45).
Pieve
La chiesa plebana di San Giuliano, ospitante un collegio canonicale - come ci informa l'Andenna - aveva infatti giurisdizione sugli abitati di Caxulla, Gasinola, Invorio Inferiore, Invorio Superiore, Ghevio, Massino, Lesa, Villa Lesa, Oleggjo Castello, Paruzzaro, Talonno, San Michele alle Verzole, Briga, Piovine, Gargallo, Soriso, Pogno, Auzate, Bugnate, Ingrevio (Bolzano Novarese), Montrigiasco, Fosseno, Barquedo, Prerro, Berzonno, Sazza, Rastiglione, Borgo Agnello, Buccione, Balma, Lagna, Oraldo e Pratopiano.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Riunito attorno alla basilica pievana di San Giuliano (che conteneva le reliquie del santo) all'interno del castrum episcopale, il Capitolo canonicale di Gozzano, voluto probabilmente dal vescovo di Novara Litifredo (ANDENNA, 1982, 46), era un elemento di fondamentale importanza nella vita della comunità. Infatti, se da un lato l'ampiezza del piviere garantiva entrate cospicue dalle decime (divise tra la Mensa episcopale, i chierici della pieve, il fondo per i poveri e quello per le riparazioni della basilica), dall'altro il ruolo di magazzino e deposito per l'intera comunità plebana che il castrum deteneva, concorrevano a rendere ancora più significativa la presenza del Capitolo stesso all'interno delle mura del borgo. Straordinaria è poi, assicura Andenna, la costituzione nel XII secolo di un consortium tra il Capitolo e i laici del piviere, e cioè di una "istituzione confraternale mista, a cui partecipavano i canonici, i sacerdoti, il clero pievano ed i fedeli". Tale Consortium aveva lo scopo di "creare un forte legame tra il clero e i fedeli all'interno della pieve" ad integrazione della cura animarum consueta attraverso preghiere in comune, banchetti e l'arbitrato dei confratres nel caso di liti tra affiliati. Gli affiliati inoltre, attraverso il pagamento della tassa di iscrizione godevano del sostegno "materiale e spirituale nella malattia e nella morte" degli altri membri. L'Andenna sottolinea come contemporaneamente agli scopi sopra indicati, il Consortium sollecitasse anche "l'aiuto e la solidarietà verso i poveri, anche esterni al sodalizio, la cura degli infermi e la pietà verso i morti". Altre forme di organizzazione confraternale sostituirono il Consortium alla fine del Trecento, semplificandone la funzione e gli scopi ma perdurando "fino a Cinquecento avanzato" (AMDENNA 1982, 50 sgg.).
Luoghi Scomparsi
Caxulla o Casinula (RUGA, 1995/1996, 42) inglobata dall'estendersi dell'abitato di Gozzano nel secolo XIV.
Comunità, origine, funzionamento
II documento più antico in nostro possesso, relativo all'abitato di Gozzano, risale all'anno 919 e riguarda la concessione, da parte di re Berengario I, al vescovo di Novara Dagiberto del diritto di tenere nel giorno di sabato di ogni settimana un mercato "in plebe Gaudiano" (/ diplomi dì Berengario /, 1913, 55-56). Il presule avrebbe inoltre potuto istituire una fiera annuale nello stesso luogo il 24 ottobre, anniversario della traslatio di San Giuliano, il cui corpo era già allora conservato entro la basilica (ANDENNA, 1982, 45). La Chiesa Novarese avrebbe così potuto riscuotere, in qualità di titolare della donazione, i proventi della tassa sul commercio (teloneum) e ad essa sarebbero d'ora in avanti spettati tutti gli introiti e le funzioni prima goduti dalla istituzione pubblica, fl ricavato doveva essere di certo cospicuo, data la collocazione geografica di Gozzano, sita in posizione chiave sull'antica via Settimia, poi strada Francisca in età medievale, che dalla piana novarese conduceva al valico alpino del Sempione (il mercato di Gozzano era inoltre il solo luogo deputato ai commerci presente nel vasto territorio relativo alla pieve: cfr. ANDENNA, 1982*, p. 608).
     Nello strutturarsi della signoria vescovile sulla zona del Lago d'Orta (SERGI 1995, 357 sgg.), Gozzano diverrà il capoluogo della Riviera Inferiore (con Bolzano, Auzate e Bugnato; COTTA 1980, 21) la quale esprimeva uno dei consigli minori (24 membri, di cui 12 di Gozzano e 4 per le altre comunità; stabilivano le imposte e facevano eseguire le disposizioni del governatore) che confluivano poi nel Consiglio generale o Università della Riviera con due rappresentanti, come stabilito dagli Statuti del 1425 (cfr. COTTA 1980, 195). La signoria della Riviera spettava però sempre al vescovo - e nel caso di una vacanza della sede episcopale al Capitolo della cattedrale - che nominava un proprio funzionario (castellano) il quale era anche il suo rappresentante nella Università. Gozzano, in quanto capoluogo della Riviera Inferiore accoglieva il luogotenente del funzionario episcopale.
Catasti
A.C.G., 1672 Catasti di Gozzano Auzate Bugnate Bolzano [grosso volume rilegato hi pelle scura].
A.C.G., [sec.XVn-XVin ?] Antico catasto [grosso volume rilegato in pelle scura].
A.C.G., 1736? Antico catasto.
A.C.G., 1800 Catasto.
A.C.G., 1809 Consegna dei beni stabili fatta nel 1809.
A.C.G., [sec. XEX] Estimo.
A.C.G., [sec. XIX] Catastro.
A.C.G., 1728-1813 Antichi catasti [la cartella contiene due volumi: il primo del 1728 è l'estimo di Bolzano].
A.C.G., 1819-1898 Catasto.
A.C.G., 1869 Catasto di Bolzano.
A.C.G., [sec.XIX?] Catasto di Bugnate.
A.C.G., 1886 Catasto aggregati indici.
A.C.G., 1939 Catasto.
ARCHIVIO DI STATO DI TORINO, Finanze, Catasti, Gozzano, Allegato A (1723) e  Catasto Rabbini (1872).
A.C.G., 1867 Iventario di tutti i beni mobili ed immobili appartenenti al Comune.
Ordinati
A.C.G., 1678-1771 Atti consolari.
A.C.G., 1707-1747 Atti consolari.
A. C. G., 1692-1720 Deliberati del Consiglio Comunale.
A.C.G., 1747 Libro delle ordinazioni.
Dipendenze nel Medioevo
Nonostante i contrasti che avevano opposto la sede episcopale novarese alla città di Novara e i conseguenti tentativi di ostacolare lo strutturarsi di una signoria locale vescovile sulla Riviera d'Orta, dove il vescovo aveva grandi possedimenti terrieri, tale signoria riesce ad affermarsi a partire dal XIII secolo (SERGI 1995, 357 sgg.). Gozzano, in particolare, è saldo possesso del vescovo di Novara anche anteriormente al rinsaldarsi del suo dominatus loci sulla Riviera ed è anzi una delle località a partire dalle quali il vescovo potrà espandere il suo potere nel Cusio.
Feudo
Nel 1522 Francesco II Sforza si impadronisce della Riviera a danno della sede episcopale novarese, dopo che nel 1429 e nel 1447 Filippo Maria Visconti prima (COTTA, 1980, 120) e Francesco Sforza poi avevano riconosciuto il dominio episcopale. Tra il 1522 ed il 1528, prima Anchise e poi Bonifacio Visconti tentano di estendere la propria autorità giurisdizionale da Arona alla Riviera. Secondo le parole del Cotta "Bonifacio Visconte da Castelletto, (...) voglioso di segnalarsi contro la Riviera assai più del predecessore (...) impetrò d'esser creato nel 1528 castellano di Gozzano o governatore di Riviera dal duca di Borbone, che governava per l'imperatore Carlo V". La signoria del vescovo di Novara fu riconosciuta infine dal governatore Antonio de Leyva, dietro un esborso di cinquecento scudi (COTTA, 1980, 123-124).
     Nel 1560 si pone il tentativo dei Borromeo di acquistare la Riviera (effettivamente alienata ad essi dal vescovo novarese Giovanni Antonio Serbellone) per dotare una nuova diocesi che avrebbe dovuto avere come sede Arona, trasformandola così in una città(MEDONI 1844, 60-61). Fu il conte Federico Borromeo, fratello dell'arcivescovo, a tentare l'impresa che non andò a buon fine, nonostante l'assenso di Pio IV e del vescovo di Novara stante la ribellione del Capitolo cattedrale di Novara, della città stessa e delle popolazioni della Riviera, oltre che degli Spagnoli (COTTA, 1980, 163-164). Nel 1615 si giunge ad una transazione per la lunga lite tra il vescovo di Novara ed il ducato di Milano circa il possesso della Riviera. D ducato si riserva il dominio eminente (supremam potestatem et altum dominium) ed al vescovo viene assegnata in feudo la Riviera (remaneat domino pieno iure in temporalibus (...) cum iurisdictìone ac mero et mixto imperio). Solo nel 1647 un'ulteriore transazione riporterà la Riviera sotto il pieno dominio della sede episcopale novarese (COTTA, 1980, 131 sgg.).
     Il dominio episcopale sulla Riviera cessa il 15 giugno 1767, mediante una convenzione con Carlo Emanuele DI. Tale convenzione lasciava intatti gli statuti della Riviera, i quali, fatta salva la parentesi dell'occupazione francese, rimasero in vigore anche dopo la successiva e definitiva rinuncia del 7 ottobre 1817. La differenza legislativa tra la Riviera ed il resto del Piemonte fu sanata solo nel 1848.
Mutamenti di distrettuazione
Se è sicuramente esagerato affermare, come fa il Cotta che la Riviera "dal 962 in avanti e per molti anni addietro non fu mai, né mai era stata del contado novarese, benché rinserrata ed inviscerata entro il medesimo" (COTTA, 1980, 118), è certo che dal XDI secolo la Riviera assume uno statuto di autonomia che ha come punto di riferimento esclusivo il vescovo di Novara e le proprie strutture rappresentative (Università). Essa era divisa in Riviera Superiore e Riviera Inferiore a cui si aggiungeva Soriso come terra staccata. La Riviera Inferiore, che aveva come suo capoluogo proprio Gozzano, comprendeva Bolzano, Auzate e Bagnate.
Nel 1522, Francesco n Sforza si impadronisce della Riviera sottraendola al possesso del vescovo di Novara. Solo nel 1647, a fronte di un ingente versamento di denaro, avrà termine ogni controversia, ed il vescovo rientrerà in possesso della Riviera.
Nel 1750 la Riviera, ancora sotto il dominio vescovile, è annessa allo stato sabaudo; nel 1767 tale dominio si trasforma in feudo (convenzione con Carlo Emanuele DI) che si estinguerà solo nel 1817 (rinuncia del vescovo a Vittorio Emanuele I), fatta salva la parentesi della occupazione francese (1797-1815), assai importante per i mutamenti di distrettuazione. Fin dai primi anni della dominazione napoleonica, infatti, nel quadro della riorganizzazione delle circoscrizioni amministrative promosso dal nuovo governo, si era cercato di introdurre un ordinamento gerarchizzato sul modello francese, urtando con le consuetudini locali. Gozzano venne inquadrata nel Cantone d'Orta (cantone V), a sua volta facente parte del Distretto d'Arona, alTintemo del dipartimento dell'Agogna.
Con la dissoluzione del Regno d'Italia e la Restaurazione - tornati i tenitori del Piemonte orientale sotto la dominazione sabauda - nel 1817 il territorio della Riviera d'Orta venne compreso entro la Provincia di Novara e suddiviso per ramministrazione della giustizia in due mandamenti, uno dei quali facente capo proprio a Gozzano. Nel 1841 il mandamento di Gozzano comprendeva Auzate, Bolzano, Bugnate, Gargallo, Fogno con Berzonno e Prerro, Soriso. La popolazione del mandamento superava le 5700 persone e Gozzano aveva 1770 abitanti (secondo il "Quadro riassuntivo dei causati comunali per l'esercizio 1841" in A.S.No., Intendenza generale - Affari generali, busta 19). Verso la fine del secolo il mandamento aveva superato i 7000 abitanti e Gozzano aveva quasi raddoppiato la popolazione (2739, STRAFFORELLO, 1891, 46). La dipendenza amministrativa di Gozzano dal capoluogo provinciale novarese persiste sino ad oggi, pur all'interno delle successive modifiche della circoscrizione provinciale.
Mutamenti Territoriali
Il territorio comunale fra XIII e XIV secolo, secondo l'analisi della Ruga, "consisteva in una fascia ampia all'incirca un chilometro e mezzo all'intorno del concentrico e grossomodo compresa a nord fra le attuali via Motta, via Cerreto, Campo sportivo comunale, a ovest fra la località Lusignana e l'area su cui insiste l'oratorio delTAuresso, a sud doveva superare il sito dell'attuale stazione ferroviaria arrestandosi in un punto imprecisato prima dell'abitato di Briga, mentre a levante era grossomodo delimitata dalle strada vicinale Culina di sopra-strada vicinale Fungerà" (RUGA, 1995/1996, 65). Inoltre il territorio aveva una importante appendice che, puntando verso nord-ovest e costeggiando il lago, terminava al confine con il territorio di San Maurizio d'Opaglio, poco oltre la chiesa della Madonna di Luzzara (MONTANARI, 1997, 72-73).
Comunanze
Una visione quantitativamente esatta, ancorché recente, delle dimensioni del territorio di Gozzano può essere ottenuta per il primo Ottocento dallo "Stato di divisione dei distretti forestali" del 19 giugno 1829 (A.S.No., Intendenza generale - Affari generali, busta 56). A tale data il territorio comunale si estendeva per 909 ha, con una configurazione che tuttavia tale atto non ci permette di ricostruire in dettaglio. In ogni caso appare evidente una lunga stabilità dei confini verso nord, poiché il medesimo documento annovera tra le proprietà del comune anche quelle in regione "monte Roso detto della Madonna di Luzara" al confine con il territorio di San Maurizio d'Opaglio, che fin dal medioevo segnava il limite estremo del territorio di Gozzano in tale direzione.
Per venire a tempi più recenti, nel 1928 (decreto n. 101 del 19 gennaio), Gozzano acquistò i tenitori dei comuni soppressi di Auzate, Bolzano e Bugnate (per un totale di 602 ha e 1540 abitanti) che già anticamente avevano fatto parte della Riviera Inferiore e più tardi del mandamento facente capo alla stessa Gozzano. Nel primissimo dopoguerra, il comune di Bolzano Novarese venne ricostituito - né fu l'unico caso in cui le molte aggregazioni di età fascista si dimostrarono poco stabili - e Gozzano perse di conseguenza più di 300 ha di territorio e 785 abitanti (decreto n. 342 del 27/3/1947).
Comunanze: I boschi cedui ed i pascoli, residui dell'antica "baraggia" cui già nei secoli centrali del medioevo era stata sottratta dalla comunità gozzanese una consistente porzione a nord dell'abitato, destinata all'agricoltura e suddivisa in porzioni, costituiscono ancora nel XIX secolo la porzione più consistente dei beni comuni.
Nel XIV secolo è presente, tra i beni comunali, una "ragia prati novi", che probabilmente correva "presso la chiesa di Santa Maria del Boggio (l'attuale chiesa cimiteriale)" (RUGA, 1994/1995, 68 ed anche STOPPA, 1982, 67). Inoltre sappiamo per certo della presenza di mulini comunali alimentati da una "rugia molandini Aconie de superiore". All'esterno dell'abitato, la campagna era intensivamente coltivata sia dagli enti ecclesiastici sia dai borghigiani laici. Non erano comunque venute meno - ci avverte la Ruga -"le antiche proprietà comunali, che troviamo spesso nominate tra i confinanti di terreni privati. Non si tratta soltanto dei pascoli comuni, la cui presenza è abbastanza scontata, bensì di arativo e vigna nella forma del "gridato" e della "piantata". Ancora alla fine del Quattrocento il comune di Gozzano è proprietario di alcune aree destinate al pascolo e alla viticoltura" (RUGA, 1995/1996, 70-71).
E mentre la documentazione non ci sostiene, per l'età moderna, nell'individuare lo stato dei beni comunali, alcuni dei toponimi che si incontrano nella documentazione tardo medievale, come Barazola e Fungerà (STOPPA, 1982, 65-66), sono ancora riconoscibili in documenti dell'inizio del XIX secolo, a testimonianza di una lunga continuità nella localizzazione e nell'uso delle terre comuni (A.S.No., Prefettura del Dipartimento dell'Agogna, busta 378 [censo fondi comunali]), fl 21 aprile 1807 l'assemblea degli amministratori del Comune di Cozzano redige infatti un elenco dei fondi di proprietà comunale, consistenti in boschi cedui e brughiere, per un'estensione rispettivamente di 400 e 850 pertiche milanesi (in regione monte Roso e precisamente dove si dice "montelli di sotto", "della Madonna di Luzara","ai prati dell'inferno", al "baraggione di Concia", ai "valloni di Cusa", "in Sale e sue adiacenze", a "Cereto col Lagono", a "Cereto detto alla vilatta con Baragia" e a "Fungerà con colonne e Cereto"). Contestualmente si confermano gli usi vigenti su tali beni comuni: "boschi e brughiere continueranno ad essere amministrati come in passato giacché la longa esperienza ha fatto conoscere che le vendite di tagli di detto bosco e brugo (...) danno al comune maggior ricavo di quello che potrebbesi ottenere da altra natura di contratti". Inoltre si fanno presenti le condizioni di indigenza della popolazione e le possibilità che offre in tal senso l'uso del pascolo. Alcuni terre incolte poi, sono utilizzate in comune con gli abitanti di Bugnate e quindi il consiglio opina "anche in ponto di pascoli di nulla innovare". Da documentazione di poco successiva (1812) risulta che la comunità possedeva anche il "Lagone detto di Cusa", affittato con contratti novennali (A.S.No., Prefettura del Dipartimento dell'Agogna, busta 378). Altri boschi comunali sono registrati nella documentazione di fine secolo in regione Grata e Fosso Croso, Gela e Bosco Tagliato, Tempiasco e Cavallazzo, Monte Pela, Mote Crovo (Cfr. A.C.G., 1800-1877 Boschi-castagne-erica; 1836-1894 Taglio del bosco; 1839-1897 Taglio del bosco-erica-castagne). Inoltre un inventario del 1867 segnala la presenza di ben sedici contratti centenari con cui il Comune affittava numerosi beni (campi, vigne, gerbido etc.) disseminati nelle proprietà comunali (A.C.G., 1867 "Inventario di tutti i beni mobili ed immobili appartenenti al Comune").
Non stupisce dunque trovare, in anni più vicini a noi, una presenza ancora rilevante di terreni comunali. Dalla documentazione prodotta negli anni Venti del Novecento risulta una certa resistenza a denunciare l'esistenza di usi civici, mentre permangono le consuetudini di usi civici promiscui con il comune di Bugnate in località Monterosso. Nel 1934 il comune possedeva quasi 123 ha di cui la maggior parte a bosco e pascolo. Su tali terreni, hi quell'anno, non sussisteva più alcun uso civico ed essi sono dichiarati di demanio comunale. Alcuni di questi beni saranno soggetti ad alienazioni negli anni Cinquanta e Sessanta (C.U.C., Gozzano).
Liti Territoriali
C'è rimasta notizia di un contrasto territoriale che oppose, nell'anno 1699, le comunità di Gozzano e Soriso (B.F.A.M., Archivio Molli, Faldone 442 ["Cozzano e Riviera d'Orta" in particolare fase. 11 "8 marzo 1699 capitoli da farsi nell'istrumento di concordia da celebrarsi tra Gozzano e sua pieve per una parte et Soriso per l'altra per la differenza vertente a causa dei tenitori delle comunità suddette"]). Tuttavia, la scarsità di documentazione rende assai difficile ricostruire esaustivamente i mutamenti territoriali intervenuti nel corso dell'età moderna.
Fonti
Fonti edite
Le carte del Capitolo di Gozzano (1002-1300), a cura di M.BORI, (BSSS, 77/m), Pinerolo, 1913.
Le pergamene di San Giulio d'Orta dell'Archivio di Stato di Torino, a cura di G. Fornaseri, (BSSS, 180/1), Torino,  1958.
Le carte dell'Archivio capitolare di Santa Maria di Novara (729-1034), a cura di F. Gabotto, A. Lizier, A. Leone, GB. Morandi, O. Scarzello, (BSSS, 79/1), Pinerolo,  1913.
Le carte dell 'Archivio Capitolare di Santa Maria di Novara, a cura di F. Gabotto, A. Lizier, A. Leone, G.B. Morandi, O. Scarzello, (BSSS, 78/1), Pinerolo,  1915.
Le carte del Museo civico di Novara, a cura di G.B. Morandi, (BSSS, 77/n), Pinerolo 1913.
Statuti del lago d'Orto del secolo XIV Riviera ed Isola, Omegna, Cozzano, a cura di A. De Regibus, Corpus Statutorum Italicorum, XVin, n.s. 8, Milano,  1946.
Le pergamene di San Giulio d'Orta della Biblioteca Comunale di Novara, a cura di M.G.Virgili, (BSSS, 180/H), Torino,  1962.
I diplomi di Berengario I, a cura di L. Schiaparelli, Roma,  1903.
Fonti inedite
A.C.G. (Archivio Storico del Comune di Gozzano).
     L'Archivio del comune di Gozzano è ordinato ma non inventariato. Le buste originali risultano sostituite con buste moderne e ciò sembra aver comportato, almeno in alcuni casi, una mescolanza tra i fascicoli contenuti in ciascuna busta. Non esiste un archivista vero e proprio ma c'è una addetta all'archivio non sempre presente hi sede. Non essendo presente una segnatura vera e propria si darà l'anno e il titolo o l'indicazione sul dorso delle buste o dei volumi interessanti per il presente lavoro.
A.C.G., 1800-1877 Boschi-castagne-erica.
A.C.G., 1836-1894 Taglio del Bosco.
A.C.G., 1839-1897 Taglio Bosco-erica -castagne.
A.S.N. (Archivo di Stato di Novara).
A.S.N.,  Prefettura del Dipartimento dell'Agogna, busta 378. [censo fondi comunali].
A.S.N., Intendenza generale - Affari generali, busta 19 e 56.
A.S.T. (Archivio i Stato di Torino).
A.S.T., , Corte, Paesi, Riviera d'Orta, Mazzo 5, n. 17, Carta topografica della Riviera d'Orta cavata dal Tipo del censimento generale di Milano formato in misura sottoscritta dall'ingegnere milanese Onofrio Mugnozzi 9 maggio 1744.
A.V.A. (Archivio Storico Diocesano di Novara).
A.V.A., Parrocchie, Cozzano, Registri. Agazzini.
B.F.M. (Biblioteca della Fondazione Marazza).
B.F.M., Archivio Molli, Faldone 9. [Statuti di Gozzano].
B.FM., Archivio Molli, Faldone 196 ["Tassa e gridario" in particolare fasc.5 "Indice degli statuti di Gozzano"].
B.F.M., Archivio Molli, Faldone 442 ["Gozzano e Riviera d'Orta" in particolare fasc. 11, "8 marzo 1699 capitoli da farsi nelTistrumento di concordia da celebrarsi tra Gozzano e sua pieve per una parte et Soriso per l'altra per la differenza vertente a causa dei tenitori delle comunità suddette"].
C.U.C. (Commissariato per la Lquidazione degi Usi Civici, Torino).
C.U.C., Gozzano.
Bibliografia
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L.A.COTTA, Corografìa della Riviera di S.Giulio 1688, a cura di C.Carena, rist. anast. Borgomanero-Arona 1980.
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G. SERGI, / confini del potere. Marche e signorie fra due regni medievali, Torino 1995, pp. 358-59.
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ID., // vescovo G.A. Arcimboldo e l'estimo di tutta la Riviera d'Orta, secondo le carte del 1537 (Terre e proprietà di Crabbia e Pettenasco), in "Bollettino storico per la Provincia di Novara", 54 (1963), pp. 8-19.
ID., La Riviera d'Orta verso la crisi del 1767, in "Bollettino Storico per la Provincia di Novara", 67 (1976), pp. 82-89.
ID., I beni della chiesa di San Giuliano in un inventario del '300, in Gozzano nella memoria di S.Giuliano e nella storia degli uomini, Gozzano 1982, 61-75.
ID., Indagini sulla tradizione di antichi pellegrinaggi o "salmi" all'isola di San Giulio e a Cozzano, in AA. VV., Medioevo in cammino: l'Europa dei pellegrini, Orla San Giulio 1989, pp.263-286
La Novara sacra del vescovo venerabile Carlo Bescapè, a cura di G. Ravizza, Novara 1878
Descrizione Comune
Gozzano
Tra il 1025 ed il 1220 la presenza nell'area cusiana, tra gli altri grandi possessori, del vescovo di Novara, si struttura infine (1219) in un vero e proprio dominatus loci (SERGI 1995, 357 sgg.). Tali date, che non corrispondono alla prospettiva storiografica tradizionale della presenza per mille anni, in posizione eminente, del presule novarese nella zona del Lago d'Orta, lasciano comunque intatta la visione della Riviera Superiore ed Inferiore come di enclave politiche ed amministrative di lunghissimo periodo, le quali godono, assai precocemente, di organi amministrativi e consultivi propri all'interno di un orgoglioso isolamento. Non è quindi da considerare come frutto del caso il fatto che, proprio mentre l'autorità dell'episcopato novarese si rinserra sull'area cusiana, nasca in funzione antagonista (sebbene collaborativa) quella Universitas delle comunità della Riviera che, provenendo da esperienze autonomistiche particolari, rappresentava collettivamente le istanze delle comunità circumlacuali. All'interno di tale organismo Cozzano risultava a capo della Riviera Inferiore e sede dell'arcivescovo (assieme all'Isola di San Giulio) durante i suoi soggiorni in Riviera.
L'ampia zona pianeggiante o altopiano detto "Baraggia" - fertile area di origine alluvionale formata dalle acque dell'Agogna - sul quale sorge Gozzano è circondata da due sistemi collinari diversi: ad oriente quello che divide Gozzano dal Verbano, e ad occidente i rilievi che si presentano sempre più erti ed aspri a mano a mano che si procede in dirczione della Val Sesia. In tale prospettiva geografica, nell'esaminare il ruolo politico di Gozzano all'interno della Riviera, occorre rimarcare che essa si trova all'imbocco del lago, a chiusura della direttrice proveniente da Novara-Borgomanero e quindi in posizione assai importante dal punto di vista del transito. Non per nulla essa fu dotata sin dal secolo X di un mercato i cui diritti spettavano al vescovo di Novara e di una pieve dotata di ampio distretto.
"La scelta dell'incastellamento del sito - ci informa la Ruga - può dunque essere spiegata dall'importanza demografica e commerciale - ovvero politica ed economica -assunta dal villaggio di Gozzano tra il X e l'XI secolo: la compresenza di un mercato, di un'importante arteria commerciale, quale la via Francigena, e della prestigiosa pieve incastellata di San Giuliano avevano evidentemente attratto una buona quantità di famiglie e risvegliato gli interessi dell'episcopato novarese, ora intenzionato ad eliminare la scomoda presenza di poteri locali concorrenti, quali ad esempio i domini Da Seso". Anche la pieve, "un tempo assai decentrata rispetto al villaggio, era stata a suo tempo spostata in un luogo più idoneo a svolgere una funzione centripeta e di controllo nei confronti del popolamento locale" (RUGA, 1995/96, 60). La fondazione del castrum è opera del vescovo ma esso ospita al suo interno "i beni dei canonici e le abitazioni, sempre dotate di caneve, dei Gozzanesi". Esso si presentava come una prestigiosa sede religiosa e militare e, contemporaneamente, come "castello di deposito" per i beni degli abitanti del villaggio e del piviere. "Siamo perciò in presenza - sottolinea ancora la Ruga - di un caso tipico in cui permane la separazione tra castrum e vicits, ossia in cui il castello sorge 'iuxta vicus'poiché il villaggio fortificato non era riuscito a soppiantare l'abitato originario, venendo semplicemente ad affiancarlo, per dominarlo e proteggerlo" (Ibidem). Su Gozzano, dunque, la presenza congiunta del capitolo e del vescovo si fece sentire più che altrove, anche attraverso il funzionario che risiedeva stabilmente in paese.
In virtù della preminenza che la sua posizione e le sue funzioni commerciali e religiose le conferivano Gozzano egemonizzava il Consiglio della Riviera Inferiore, potendo disporre di ben 12 rappresentanti su 24. All'interno della Universitas, però, l'apporto dalla Riviera Inferiore era limitato a due rappresentanti e tuttavia anche la comunità di Gozzano godeva del ruolo di riequilibrio di fronte al potere episcopale che la Universitas deteneva. Tale posizione amministrativa privilegiata di Gozzano rispetto alle comunità contermini venne gradualmente erosa dal progressivo smantellamento dell'autonomia della Riviera e dei suoi equilibri interni con l'assorbimento di tale enclave entro compagini statali più ampie e centralizzatrici, in primo luogo nel perìodo napoleonico. Tuttavia, ancora nel 1817, con la riorganizzazione amministrativa e circoscrizionale seguita alla Restaurazione la preminenza gozzanese trovava ancora un certo riconoscimento nell'attribuzione del controllo sull'omonimo mandamento. Dal punto di vista delle vicende territoriali del comune, la frammentarietà e scarsità della documentazione non permettono di delineare un quadro diacronico esaustivo fino all'ampliamento di età fascista, con l'assorbimento dei comuni soppressi di Auzate, Bolzano e Bugnate, e alla successiva variazione del 1947, conseguente alla ricostituzione del comune di Bolzano Novarese.