Dorzano

AutoriOlivieri, Antonio
Anno Compilazione1998
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Biella
Area storica
Compresa nel distretto vercellese per tutto il medioevo, Dorzano fece parte in età moderna della Provincia di Biella. Le sue vicende storiche sono caratteristiche del territorio che gravita intorno al lago di Viverone.
Abitanti
387 [Istat, 13° censimento].
Estensione
ha 485 [Istat, 13° censimento].
Confini
Salussola, Cavaglià, Roppolo.
Frazioni
Non sono segnalate frazioni (Istat, 13° censimento).
Toponimo storico
Nel Medioevo il toponimo è nella forma Dorzanum.                          
Diocesi
Appartenne alla diocesi di Vercelli fino al 1772, anno in cui fu istituita la diocesi di Biella, di cui entrò a far parte. In epoca francese fu operata una generale riforma dell’assetto delle circoscrizioni diocesane del Piemonte: il 23 gennaio 1805 il cardinale Giambattista Caprara emanò il decreto esecutoriale della bolla di Pio VII, con cui venivano soppresse 9 delle 17 diocesi piemontesi. Tra le soppresse Biella, il cui territorio diocesano venne ricompreso nella diocesi di Vercelli. Quest’ultima fu in pari tempo sottratta alla giurisdizione metropolitana milanese e inserita in quella torinese. La diocesi di Biella fu nuovamente istituita nel periodo della restaurazione.
Pieve
La pieve di San Secondo, attestata per la prima volta nel X secolo in un elenco di pievi della diocesi eusebiana, cedette probabilmente i diritti plebani verso la metà del XIII secolo a Cavaglià. Quest’ultima ebbe però una giurisdizione plebana assai più ridotta, comprendente Cagliano, che Lebole dice essere ora frazione di Cavaglià, Santa Maria di Babilone, Roppolo castello, Pavarano, Dorzano. S. Secondo conservò il titolo di pieve fino al XVI secolo, ma senza le funzioni connesse. Un documento del 1350 riguarda l’investitura da parte del vescovo di Vercelli Giovanni Fieschi della terza parte della decima spettante a S. Secondo alla famiglia Ripa di Dorzano: in esso si parla della Ecclesia Sancti Secundi de Dorzano, quae est ecclesia campestris super territorio Dorzani [Lebole, La chiesa biellese, vol. II, pp. 131-136].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia di S. Lorenzo di Dorzano: una prima attestazione risale al 1196. Doveva trattarsi di una piccola rettoria se nel 1491 il prete Antonio Berzetti di Buronzo era curato insieme di Dorzano, Viverone e Roppolo. Divenne parocchia "pleno iure" con il privilegio della fonte battesimale nel Quattrocento [Lebole, La chiesa biellese, vol. II, p. 144 sg.].
 
Oratorio di S. Rocco: l’oratorio, posto su un piccolo rilievo lungo l’antica strada per Biella, non lontano dall’abitato di Dorzano, sembra esistesse già nel sec. XVI. Fu riparato nel corso del Seicento e dotato di alcuni terreni [Lebole, La chiesa biellese, vol. II, p. 145]. È probabilmente una cappella cimiteriale.
 
Cappella di S. Sebastiano: la cappella campestre di San  Sebastiano — costruita, secondo Lebole, con il concorso di tutta la popolazione nel 1802-03 (Lebole, La chiesa biellese, vol. II, p. 146) — fu interessata negli anni venti e trenta del secolo XIX da vivaci contrasti: essa era tappa di una processione che nel periodo della Pasqua veniva fatta “a conservazione de’ frutti delle campagne e de’ bestiami”, che il sindaco di Dorzano diceva avvenire da tempo immemorabile e che il prevosto della chiesa parrocchiale di Dorzano ricordava confermata da un decreto vescovile del 1825. Nel 1831, quando i contrasti sfociarono in atti arbitrari, la cappella era stata riedificata di recente grazie alle oblazioni e alle offerte di “particolari” di Dorzano: la lite, che probabilmente concerneva la proprietà della cappella, verteva di fronte al Senato tra il parroco e un tal Giovanni Anselmi di Donato residente in Ivrea (la cappella insisteva su un terreno di quest’ultimo: A.S.T., Segreteria interni, Corrisp. con le intendenze, Biella, m. 21, lettera 1831/04/20). Era accaduto che, dovendosi effettuare la processione, il prevosto aveva inviato il priore nel giorno prescritto per preparare la cappella per i riti che vi si dovevano compiere. Il priore trovò la serratura della cappella mutata e non vi potè entrare. Il prevosto si rivolse al sindaco, il quale, come recita un ordinato del 5 aprile 1831, “riflettendo alle funeste conseguenze che ne avrebbero potuto derivare qualora un tal voto fattosi da questa Comunità da tempo immemorabile, ed eseguitosi accompagnato dalle sacre cerimonie non si fosse adempiuto”, fece forzare l’entrata della cappella [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, lett. D, Mazzo  6, Dorzano].
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi

                               

Comunità, origine, funzionamento
Allo stato attuale delle ricerche le prime attestazioni di una organizzazione comunitaria di Dorzano risalgono a metà Quattrocento e mostrano i rappresentanti della comunità di Dorzano, due consoli, in rapporto con il castellano di Ludovico Valperga signore di Roppolo e Dorzano per l’organizzazione di una generale ricognizione dei beni fondiari presenti sul territorio di Dorzano a fini fiscali [A.S.V.,  Famiglia Berzetti di Murazzano, m. 55, n. 62 e cfr. oltre, Descrizione comune].
Statuti
Non si ha notizia di statuti né di franchigie concesse agli abitanti di Dorzano. Neppure è documentata l’esistenza di bandi campestri.
Catasti
Una visita ispettiva della Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta del 1971 rilevava un archivio comunale in condizioni disastrose, soggetto anche ad allagamenti e scarti abusivi. Venivano tuttavia rilevati 11 voll. di catasti dei secc. XVII-XIX e una mappa danneggiata del 1776. L’archivio comunale venne poi nel 1982 depositato presso la Sezione di Archivio di Stato di Biella.
   Una mappa del periodo francese con il territorio diviso in quartieri contrassegnati da lettere, e all’interno di ciascun quartiere particelle numerate progressivamente, è reperibile in A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Salussola; Mazzo 1, "Saluzz[ola], Dorzano, e / Cavaglia". Carta in 4 parti dei Territori di Dorzano, di Cavaglià e di Saluzzola stata levata per Ordine del Governo dei 12 Brumajo Anno XI (3 novembre 1802) dall'Ing. Geometra Momo sulla Scala di 1/5000, s.d., Autore disegno originale: Momo. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4.
   Altra mappa coeva del territorio di Dorzano [A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Dorzano, Mazzo 1, "Dorzano". Carta del Territorio di Dorzano stata levata per Ordine del Governo dei 12 Brumajo Anno XI (3 novembre 1802) dall'Ing. Geometra Momo sulla Scala di 1/5000 (Autore disegno originale: Momo)]. Vedi mappa.
Ordinati
Cfr. sopra, Catasti: nel 1971 venne rilevata una serie di 21 unità archivistiche composte perlopiù di ordinati comunali dal 1603 alla fine del secolo XIX.
Dipendenze nel Medioevo
Dorzano fu saldamente compresa nel distretto vercellese per tutto il corso del medioevo, sia nel periodo di indipendenza del comune di Vercelli, sia nel periodo visconteo. Con il passaggio del territorio vercellese ai Savoia, Dorzano, insieme con altre piccole località come Salomone e Paverano, oggi nel territorio di Roppolo, fu assegnata ai Valperga, già signori di Roppolo.
Feudo
Ludovico duca di Savoia nel dicembre 1447 concesse a Lancillotto di Lusignano cardinale di Cipro, viste le liti ingenerate dal luogo di Roppolo già infeudato a Ludovico di Valperga, tutti i diritti spettanti ai Savoia “in ipso castro villa mandamento Ropolli et universis pertinenciis ipsius loci dyocesi Vercellarum”, sotto le riserve “quibus pridem eidem Ludovico per nos tradita fuerit et infeudata”. Gli donò anche “iure feudi” tutti i diritti pertinenti ai Savoia nei luoghi di Paverano, Salamone, Castronovo e Dorzano e loro pertinenze “per ipsum Ludovicum de Vallepergia et ab eo deputatos acthenus (...) perceptos. Ita quod racione illorum (...) adversus ipsum Ludovicum et suo in quocumque iuditio et extra experiri petere et prosequi possit”. Il cardinale avrebbe però dovuto pagare a Ludovico di Valperga “omne id et quicquid pretextu ipsius sibi pridem facte infeudationis de eodem loco Ropuli per nos sibi legitime deberi” (A.S.T., Corte, Protocolli ducali, serie rossa, 91, f. 124 r-v, 125 r).
  Delle conseguenze di questa concessione non è conservata traccia nella documentazione posteriore. Nel marzo 1448 [A.S.T., Corte, Prov. di Vercelli, m. 22: il doc. è pervenuto in copia autentica del 1513 richiesta da Ludovico signore di Roppolo] anzi Ludovico duca di Savoia vendette a Ludovico di Valperga per 700 ducati d'oro l’infeudazione dei luoghi di Castronovo, Salamone, Dorzano, Paverano e loro pertinenze “sitorum prope et circa loca” di Roppolo, Cavaglià e Salussola con mero e misto impero, tutta la giurisdizione e tutti i diritti reali e personali “prout et quemadmodum illa tenebamus et possidebamus ante primam infeudationem per nos de castro Roppuli factam dilecto fideli scuttifero nostro Ludovico de Vallispergia factam” (l’infeudazione di Roppolo risale al settembre del 1441). La vendita venne fatta in aumento del feudo nobile e ligio e sotto lo stesso omaggio nobile e ligio “ad quod aliunde et pretextu predicti castri Roppuli ac pertinentiarum eiusdem nobis tenetur” il predetto Ludovico di Valperga. A Salamone, Castronovo, Dorzano e Paverano, stando a una formula con cui Ludovico duca di Savoia ordinava ai suoi officiali di rispettare il contenuto delle sue lettere, doveva al tempo della vendita essere preposto un podestà (o dei podestà) di nomina ducale.
Mutamenti di distrettuazione
Nel febbraio 1568 Emanuele Filiberto duca di Savoia, informato della vendita “con ricatto” fatta dal cugino, consigliere di stato, ciambellano e governatore della città di Asti Giovanni Tommaso Valperga conte di Masino al vassallo Antonio dei conti di Valperga zio del detto conte del castello e luogo di Roppolo e Dorzano (instr. ricevuto dal notaio Francesco Enriello del primo dicembre 1567), supplicato da Giovanni Tommaso, ratificò la vendita e rinunziò al laudemio, tanto per la vendita quanto per il futuro riscatto [A.S.T., Corte, Prov. di Ivrea, m. 11, Roppolo e Dorzano]: i Valperga di Masino continuavano quindi a tenere il feudo di Roppolo e Dorzano dai Savoia, esercitandovi verosimilmente il potere che vi esercitavano nel secolo precedente.
   Il comune di Dorzano è compreso oggi nella provincia di Biella, istituita di nuovo, a più di un secolo dalla sua abolizione, con DL 6 marzo 1992, n. 248. Nell’aprile del 1622, quando Carlo Emanuele I aveva ripartito gli Stati di qua dai monti in 12 province (Duboin, t. IX v. XI, p. 337 sgg.), Dorzano era compreso in quella di Vercelli. Sembra che la provincia di Biella sia stata creata dallo stesso Carlo Emanuele I nel novembre 1626 e che comprendesse allora anche il capitanato di Santhià (Mullatera, p. 238). Certamente comprendeva Dorzano e avrebbe continuato a comprenderlo per tutto il Settecento e, dopo l’intermezzo francese, per parte dell’Ottocento, fino all’abolizione della provincia stessa, avvenuta nel 1859 in seguito alla promulgazione della cosiddetta “legge Rattazzi” (legge 23 ottobre 1859, n. 3702: cfr. Raccolta di leggi, pp. 1150-1233). Questa legge, all’art. 1 del titolo primo, stabiliva dividersi il Regno “in Provincie, Circondarii, Mandamenti e Comuni” secondo la tabella annessa alla legge: Dorzano (che aveva allora 480 abitanti) era compreso nella Provincia di Novara, Circondario II di Biella, mandamento di Cavaglià (insieme con Roppolo e Viverone) (pp. 1219, 1222). La situazione circoscrizionale mutò ancora, semplificandosi notevolmente, con il RDL 2 gennaio 1927, n. 1: per restare a ciò che ci riguarda venne (art. 1) istituita la provincia di Vercelli con capoluogo Vercelli, comprendente i comuni già costituenti i soppressi circondari di Vercelli, Biella e Varallo Sesia, più i comuni di Borgo Vercelli e Villata. Vennero poi soppresse tutte le sottoprefetture e quindi, di fatto, i mandamenti, ai quali la legge Rattazzi aveva preposto gli intendenti, sostituiti dai sottoprefetti con RD 9 ottobre 1861, n. 250.
   Ho accennato al periodo francese: il territorio del Piemonte fu diviso con decreto del 13 germile a. 7 (2 aprile 1799) in 4 dipartimenti: Dorzano restò compreso nel dipartimento della Sesia con capoluogo Vercelli. Lo stesso giorno venne decretato che il dipartimento della Sesia avrebbe compreso “il Vercellese propriamente detto, la provincia di Ivrea, il Biellese, l’alto e basso Novarese” e ne vennero stabiliti i confini. Il 28 piovoso a. 8 (28 gennaio 1800) il Primo Console emanò la legge riguardante la divisione del territorio della Repubblica: l’art. 1 stabiliva che il territorio europeo della Repubblica fosse diviso in Dipartimenti e in circondari comunali, conformemente a una tabella annessa alla legge: Dorzano restò compreso nel Dipartimento della Sesia, sottoprefettura di Biella. Successivamente venne emanato (3 brumaio a. 11/25 ottobre 1802) un regolamento per la formazione delle assemblee politiche di cantone per i 6 dipartimenti in cui risultava ora divisa la 27 divisione militare, vale a dire il Piemonte: Dorzano fu compreso nel cantone di Cavaglià (Dip. Sesia) insieme con Salussola, Magnano, Zimone, Roppolo, Viverone, Carisio, S. Damiano, Villanuova di Massazza e Vergnasco.
Mutamenti Territoriali
Un mutamento territoriale deve essersi verificato in tempo imprecisato nell’angolo nord-ovest del territorio di Dorzano, e precisamente nell'area su cui insisteva la chiesa di S. Secondo, già pieve e poi progressivamente decaduta fino a essere detta, nel 1350, ecclesia campestris. Nel già citato documento del 1350, relativo all’investitura da parte del vescovo di Vercelli Giovanni Fieschi della terza parte della sua decima alla famiglia Ripa di Dorzano, la chiesa è detta trovarsi "super territorio Dorzani” [Lebole, La chiesa biellese, vol. II, p. 134]. Nel 1650 invece, poco dopo la ricostruzione di S. Secondo come oratorio, il luogo risulta appartenere al territorio di Salussola e al suo distretto parrocchiale.
Comunanze
Non rilevate.
Liti Territoriali
Nei Riflessi della misura generale della Provincia di Biella [A.S.T., Camerale, I Archiviazione, Capo 21, Mazzo 32], nella parte relativa a Salussola [f. 22], si legge:
 
Termini racconosciuti con Dorzano, con quale sendo natta differenza d’alcuni beni, sentiti dal signor dellegato li agenti dell’una e dell’altra comunittà, visti li cattastri si manda includersi nella misura di Salussola e dedursi da Dorzano. Più vi sono giornate 100 circa nella regione detta Salione, Marcelengo e Fuliano contentiose con Massazza per qual si dice fatta oppositione al sig. Angiono in occasione della misura di quel luogo.
    
Una contesa territoriale con la comunità di Dorzano è documentata da una supplica della comunità di Salussola al re del 1766 [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Salussola, fasc. 39]. La contesa, stando a questo documento, era iniziata con “testimoniali di visita” dell’aprile 1741 ed era continuata fino a una ordinanza dell’Ufficio della Regia Intendenza di Biella del luglio 1763. Quest’ultima ordinava una visita da effettuarsi il 4 agosto “per procedere" — si legge sulla supplica —:
 
all’oculare ispezione di un ragguardevole tenimento di beni comuni siti nella regione del Brianco, quali sebbene spettanti all’esponente, pretende ciò non ostante la comunità di Dorzano usurpare senz’alcun diritto e fondamento.
 
La visita non era tuttavia stata eseguita né si era risolta la questione tra le due comunità, nonostante i reclami da parte dei privati, che rivolgevano istanze alla comunità di Salussola. Tale ritardo portava pregiudizio a Salussola, che si era più volte rivolta all’Intendenza. Dorzano vantava, non si sa con quale fondamento, la protezione del vassallo conte d’Eais. La cosa rischiava di andare per le lunghe mentre occorreva risolvere l’affare, non tanto per il fatto esposto “quanto altresì nell’andare al riparo di que’ considerevoli danni che al pubblico e al particolare ridondano per le continue corrosioni che in ogni caso di escrescenza del torrente Elvo sono cagionate dalla non regolata imbrigliatura della roggia di S. Damiano sita sovra queste fini, regione detta di S. Pietro, alli beni che ad essa inferiormente ritruovansi, perché vi si introduce una quantità d’acqua assai maggiore di quella che puossa essere nel suo alveo contenuta”, come era noto all’intendente (commendatore Botton). Salussola sperava quindi in un pronto provvedimento e implorava la protezione regia per ottenere che l’intendente effettuasse le visite opportune.
   Del maggio 1766 è poi un verbale di consiglio comunale di Salussola al quale, oltre al sindaco Antonio Cracco e i consiglieri, comparvero alcuni particolari “li quali espongano essere già da più anni a questa parte vertente lite tra questa comunità e quella di Dorzano per un tenimento proprio di detta presente comunità regione del Brianco denominato la Valetta della Chiesa ed in parte anche della Valetta grande, meglio descritto negli atti di visita, già ad un tal ogetto seguita fin dall’anno 1741: 
 
senza che mai tale causa fosse ‘proseguita’ e ciò in grave pregiudizio della comunità di Salussola, “mentre apparendo ora diversi segnali giustifficanti la linea divisionale delle fini di Dorzano e del presente luogo e vivendo ancora diversi particolari pratici di tali tenimenti, facilmente si può coll’esistenza de’ primi e deposizione di questi giustifficare la proprietà di detti tenimenti spettante a detta presente comunità.
 
Al contrario, differendosi la causa, sarebbero potuti morire i testimoni e smarrirsi i segnali. Nel documento seguono le firme di 46 persone (molti illetterati). I congregati mandarono rassegnarsi l’ordinato all’intendente per le opportune sue determinazioni [Vd. anche scheda Salussola].
Fonti
A.C.D. (Archivio Storico del Comune di Dorzano).
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Biella, Mazzo 2, Foglio 1, Carta Topografica Regolare del Circondario di Biella / dipartimento della Sesia. Carta topografica regolare del circondario di Biella, dipartimento della Sesia, anni dal 1800 al 1814, Antonio de Steffani di Graglia Misuratore. Inchiostro e acquerello di vari colori (s.d.) [Autore disegno originale: Antonio Desteffani di Graglia]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Dorzano, Mazzo 1, "Dorzano". Carta del Territorio di Dorzano stata levata per Ordine del Governo dei 12 Brumajo Anno XI (3 novembre 1802) dall'Ing. Geometra Momo sulla Scala di 1/5000 [Autore disegno originale: Momo]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Salussola; Mazzo 1, "Saluzz[ola], Dorzano, e / Cavaglia". Carta in 4 parti dei Territori di Dorzano, di Cavaglià e di Saluzzola stata levata per Ordine del Governo dei 12 Brumajo Anno XI (3 novembre 1802) dall'Ing. Geometra Momo sulla Scala di 1/5000, s.d. [Autore disegno originale: Momo]. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Santhià, Mazzo 1, Tipo dimostrativo dei lavori da eseguire per derivare le acque a beneficio della Mandra di Santhià dal lago Bertignano e dalle sorgenti di Cavaglia. Descrizione: "Carta topografica, mappa, tipi, indici, piante, progetti, profili, ecc relativi alla Tenuta di Santhià" (21 disegni), sec. XVIII-XIX. 3) "Tippi per la Derivazione dell'Aque a Benefizio delle Mandrie di Santià dal Lago di Bertignano e dal Territorio di Cavaglià", prima del 1814. Inchiostro e acquerello grigio, verde. (Note: Derivazione dell'Aque a Benefizio delle Mandrie di Santià dal Lago di Bertignano e dal Territorio di Cavaglià"; è presente anche un'altra indicazione relativa all'oggetto rappresentato nella carta, che è solo parzialmente leggibile: "Per Santhia / Tippo dimostrativo co[...] ossi[...] [...] vare [...] dal lago Bertigrano e dalle sorgenti di Cavaglia".), s.d. Vedi mappa.
 
A.S.V. (Archivio di Stato di Vercelli).
Bibliografia
- Dizionario: Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.

- Duboin, t. IX v. XI: Raccolta per ordine di materie delle leggi, editti, manifesti, ecc. pubblicati sino agli 8 dicembre 1798 sotto il felice dominio della real casa di Savoia, compilata da F. A. Duboin, tomo IX vol. XI, Torino 1833.

- 13° censimento: Istituto Nazionale di Statistica, 13° censimento generale della popolazione e delle abitazioni, 20 ottobre 1991. Fascicolo provinciale Cuneo, Roma 1994.

- Manno: A. Manno, Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, 10 voll., Torino 1884-1934.

- Mullatera: G. T. Mullatera, Le memorie di Biella, Biella 1968.

Raccolta di leggi, decreti, circolari ed altri provvedimenti dei magistrati ed uffizii pubblicati negli Stati Sardi nell’anno 1859, vol. XXIII serie V, Torino 1859.
Descrizione Comune
Dorzano
Chi guardi l’attuale carta del territorio di Dorzano e la ponga a confronto con la mappa catastale francese disegnata quasi due secoli fa, nel 1802, è colpito da un particolare che distingue il territorio dorzanese da quello di tutti i comuni limitrofi: esso è infatti privo di frazioni, estremamente ridotto, con i suoi km2 4,85, scarsamente popolato, con i suoi 379 abitanti residenti e una densità di 78 abitanti per km2. Questi dati costituiscono l’anomalia di Dorzano e insieme il segno di un successo di una comunità che, malgrado la sua esiguità demografica e territoriale, è riuscita a conservare o conquistare la sua identità e autonomia amministrativa. Questo naturalmente quando non si abbia motivo di pensare che le condizioni odierne costituiscano una decadenza rispetto a una più florida condizione passata.
  Si può senz’altro escludere quest’ultima possibilità: al tempo della effimera infeudazione di Roppolo al cardinale Lancillotto di Lusignano [Vd. Feudo] Dorzano e altri luoghi (Paverano, Salamone, Castronovo), che oggi sono solo frazioni, appaiono quasi come complementi al feudo di Roppolo e comunque luoghi minori. In una successiva vendita dei feudi dei luoghi appena detti a Ludovico di Valperga essi appaiono siti prope et circa loca di Roppolo, Cavaglià e Salussola.
   Il legame con Roppolo, che avrebbe caratterizzato la storia di Dorzano a partire dagli anni Quaranta del Quattrocento, non sembra fosse un dato stabile. Un documento del 1411, relativo al breve periodo in cui il marchese di Monferrato controllò Cavaglià, dimostra un legame di Dorzano con quest’ultima: una lite tra un proprietario terriero di Vercelli e un affittuario di Dorzano per il censo di una vigna super poderio Dorzani venne decisa In loco Cabaliace videlicet ad banchum ubi ius redditur di fronte al podestà di Cavaglià, officiale del marchese di Monferrato [A.S.V.,  Famiglia Berzetti di Murazzano, Mazzo 53, n. 30]. Si può ritenere che i mutamenti di ‘orientamento’ del territorio di Dorzano siano da attribuire alla conquista sabauda del Vercellese e alla politica feudale del ducato, dettata da esigenze insieme politiche e finanziarie.
   L’acquisto di Dorzano da parte dei Valperga significò il suo inserimento in un’area dominata da una dinastia assai attiva sul piano territoriale: la politica di Valperga sull’area di Roppolo resta tutta da studiare, ma ci sono segni convergenti che sembrano suggerire un forte impegno volto a migliorare la ‘redditività’ del territorio dominato [vd. scheda Roppolo per i tentativi di espansione verso il lago di Viverone] e a razionalizzarne la gestione, anche imitando modelli di amministrazione del ducato sabaudo: del settembre 1456 è una importante carta che documenta un consegnamento, fatto
in castro Dorzani, da parte di un ricco proprietario fondiario vercellese di beni posseduti sul territorio di Dorzano, eseguito a fini fiscali al cospetto del castellano e giusdicente di Ludovico ex condomini Vallispergie domino Ropoli et Dorzani. Ciò avvenne in seguito all’emanazione di grida su istanza dei consoli e uomini di Dorzano su mandato del predetto castellano: i consoli di Dorzano e il castellano ordinarono al nunzio di Dorzano di gridare che chiunque possedesse a qualsiasi titolo beni immobili in Dorzano e territorio che in qualche modo potessero spettare a o muovere dal dominus Ludovico li facesse registrare "feuda pro feudis, libera pro liberis, censualia pro censualibus et serva pro servis per integrum (...) cum suis debitis, coherentiis et mensuris ac quibuscumque suis honeribus et conditionibus quibus reperta fuerunt talia bona subiacere”, in modo da far pervenire queste notizie al commissario deputato dal castellano e dai consoli a ricevere tali registri [A.S.V., Famiglia Berzetti di Murazzano, Mazzo 55, n. 62].
   La procedura ora esposta e le persone coinvolte nell’operazione di registrazione dei beni suggeriscono uno dei meccanismi, uno dei fattori, grazie ai quali Dorzano potè rafforzare la sua identità comunitaria e amminstrativa. La formazione e/o l’organizzazione da parte di Ludovico di Valperga di un apparato, sia pure assai semplificato, di officiali a più livelli (castellano, consoli di comunità, nunzi giurati, commissari ad hoc, ecc.) a fini di razionalizzazione nella gestione dei poteri esercitati e dei diritti percepiti, inserisce la comunità in un sistema che la invita e la costringe a creare o conservare le sue forme di autoorganizzazione, individua la stessa come collettività insediata su un determinato territorio oggetto di sfruttamento signorile ma anche, specularmente, come entità capace di organizzare la difesa dei suoi interessi collettivi. Il raffinamento delle tecniche di governo e sfruttamento del territorio può concorrere dunque alla creazione e/o al mantenimento in efficenza di organismi politico-amministrativi comunitari di carattere territoriale con una identità forte. Nel caso di Dorzano, simile presumibilmente ai casi di altre comunità con le sue caratteristiche, non si trattò però dell’unico fattore che consentì la conservazione dello status di comunità tendenzialmente autonoma sino ai nostri giorni: altro fattore indispensabile dovette essere quello di una certa, pur minima, consistenza demografico-insediativa. È, quest’ultima, la condizione che dovette mancare a Paverano e Salamone, oggi ridotte a frazioni rispettivamente di 24 e 36 abitanti.  I luoghi oggi scomparsi, si ricordi, nei documenti sabaudi di metà Quattrocento erano posti sullo stesso piano di Dorzano [Vd. scheda Roppolo] .