Fenestrelle

AutoriTron, Daniele
Anno Compilazione1998
Provincia
Torino
Area storica
Pinerolese; prima del 1714: Delfinato (cfr. infra).
Abitanti
678 al censimento del 1991
Estensione
Ha. 4.904 (fonte ISTAT); ha. 4.993 (fonte SITA) al censimento del 1991.
Confini
Massello, Mattie, Meana di Susa, Pragelato, Roure, Usseaux.
Frazioni
Due centri: Fenestrelle (municipio), Mentoulles, e 2 nuclei: Chambons, Granges. «In Fenestrelle, oltre il borgo principale chiamato per consuetudine anche col nome di città, sono quattro altri casali facenti parte del comune. Essi sono Champs o Piccolo Fenestrelle (quartiere del comune), Puy, Picarel (quartiere delle montagne) e la sezione del villaggio di Chambons sita nel comune di Fenestrelle» (CAFFARO 1903, 226, nota 1). «Appartengono al comune le borgate di Puj, Pequerel, Chambon, Depot, e Mentoulles con la borgata Grange» (FINA s.a., 8).Vedi mappa.
Toponimo storico
Finistelle, Finistrelle, Fenestelle, Fenestrelle, è di origine assai antica e, secondo alcuni, indicava la Finis Terrae del territorio di Cozio in epoca romana (CAFFARO 1903, 226, nota 1); la prima sicura attestazione del toponimo risale però al 1064 nella forma «de ... Fenestrella» (Il gruppo dei diplomi adelaidini a favore dell’abbazia di Pinerolo, a cura di C. CIPOLLA, B.S.S.S., 1899, pp. 323-332) e poi, nella forma: «ecclesiam de Fenestrellis», nuovamente nel 1098 (Le carte della Prevostura di Oulx, raccolte e riordinate cronologicamente fino al 1300, a cura di G. GOLLINO, B.S.S.S., 1908, p. 69). Va inoltre segnalato che altri insediamenti ora facenti parte del comune vantano origini nell’alto medioevo, come i villaggi di Mentoulles – anch’esso attestato nel 1064 e nel 1098 («de ... Mentole», «ecclesiam de Mentullis») – ,Ville Cloze – probabilmente un antico ricetto fortificato (come suggerisce il nome stesso) –, e Granges, il cui toponimo sembra indicare un’antica dipendenza di un monastero; di origine incerta – e probabilmente più recente – è invece Chambons. Per Mentoulles è stata avanzata l’ipotesi che il toponimo sia addirittura di origine celtica, la cui etimologia sarebbe quella di una località collocata in luogo roccioso (PERROT 1980, 5; PERROT-BERMOND 1984, 18).
Diocesi
Pinerolo (Prima del 1748, anno di creazione della nuova diocesi pinerolese: Torino). Va però sottolineato che per un lungo periodo l’effettiva influenza della diocesi di Torino fu marginale, in quanto alla fine del sec. XI, al tempo della sua massima espansione, erano state sottomesse all’abbazia di San Lorenzo di Oulx le quattro chiese della val Chisone allora esistenti: Pragelato, Usseaux, Fenestrelle e Men- toulles, cedute dal vescovo di Torino Guiberto I nel 1098 (Le carte della Prevostura di Oulx raccolte e riordinate cronologicamente, a cura di G. COLLINO, Pinerolo 1908, 68; CAFFARO 1903, 225). Il progressivo declino della abbazia di Oulx, sotto la cui giurisdizione la val Pragelato (ossia l’alta val Chisone) si trovava, giunge all’apice nel XVI secolo: per compensare la diminuzione delle rendite dovuta alla svalutazione monetaria si ricorreva al cumulo degli incarichi: ad un unico titolare venivano assegnati più be- nefici ecclesiastici. Il titolare, che non risiedeva sul posto e si limitava a riscuotere ed amministrare la rendita delle decime, si faceva sostituire da dei vicari, in genere salariati con prebende miserevoli, e aventi una formazione e preparazione culturale piuttosto rudimentale, che venivano a costituire una sorta di “proletariato ecclesiastico”. Fu questa non l’ultima delle cause che favorirono l’impetuoso affermarsi della Riforma protestante verso la metà del Cinquecento, in un territorio già fortemente pervaso nei due secoli precedenti da fermenti eterodossi ed ereticali quali il movimento valdese (MERLO 1977, passim). L’egemonia riformata di matrice ugonotta fu tale che per quasi un secolo portò alla scomparsa del cattolicesimo in tutta la valle. Solo alla metà del Seicento inizia la riscossa della Chiesa cattolica – basata sull’appoggio incondizionato datole dai poteri e dalle istituzioni sovralocali francesi –, dapprima ristabilendo la messa e la costruzione di nuovi edifici di culto, e successivamente riuscendo ad ottenere nel 1685 l’abiura o la cacciata dei Riformati e la distruzione dei loro templi. Negli anni successivi si assiste alla lenta agonia della fede riformata, costretta alla clandestinità (PONS 1969, 3-36), che tuttavia riuscirà a resistere in qualche modo fino al 1730, data in cui un editto, che giungeva dopo uno stillicidio di misure sempre più restrittive e provvedimenti repressivi adottati a partire dal 1713 (anno del passaggio sotto i Savoia) ordinava espressamente la cessazione di ogni esercizio riformato nella valle, sia pubblico che privato, e obbligava tutti gli abitanti a una conversione perlomeno formale. E tutto ciò anche a prezzo di un sensibile impoverimento demografico: sono nell’ordine di almeno 2 migliaia, infatti, i riformati pragelatesi che abbandoneranno via via terre e villaggi, per rifugiarsi in Germania, in particolare nel Württemberg e nell’Assia.
Pieve
Sono 2 le parrocchie che afferiscono all’attuale comune di Fenestrelle: quella di Fenestrelle, dedicata a S. Luigi IX, re di Francia, risalente al 1698 (anche se la chiesa, tuttora esistente, era stata costruita 12 anni prima, nel 1686), e quella di Mentoulles dedicata a S. Giusto martire, molto più antica (CAFFARO 1903, 383, 439). Fino alla fine del XVII secolo esiteva invece una sola grande parrocchia quella di Mentoulles, la cui preminenza fu sempre indiscussa: «per lungo tempo, Fenestrelle con la sua piccola Cappella di S. Eusebio, fu una succursale della parrocchia di Mentoulles» (VIGNETTA 1958, 14). Forse già agli inizi del 1200 e si- curamente prima del 1228, si era avuta la erezione della chiesa di Mentoulles in priorato (intitolato a S. Giusto di S. Lorenzo), con la residenza di un piccolo gruppo di monaci posto sotto l’obbedienza della abbazia di Oulx (Le carte della Prevostura di Oulx raccolte e riordinate cronologicamente, a cura di G. COLLINO, Pinerolo 1908, 282). Tale presenza monacale durò probabilmente meno di un secolo, e dopo l’allontanamento di essi, la chiesa di Mentoulles continuava ad essere affidata ad un «priore», cioè ad un religioso di Oulx che ne era titolare, ma si perdeva ogni traccia di forme di vita religiosa di tipo abbaziale (PAZÈ 1975, 22-23). Dall’inchiesta ordinata dal Parlamento di Grenoble e affidata al Vicario generale di Oulx Ugo de Peralda nell’ott. 1583 si rileva che a Fenestrelle la chiesa sotto il titolo di S. Eusebio, era dotata di prati e di campi, le cui decime spettavano al Priore di Mentoulles che la provvedeva di un vicario col compito di celebrarvi quotidianamente una messa mattutina, e tenere battesimi, matrimoni e sepolture (MENSA 1976, 39; CAFFARO 1903, 290, 439). Nella visita pastorale del Vicario generale della Prevostura di Oulx Giovanni Allois alla valle di Pragelato del 27 marzo 1664 si «prosegue per Fenestrelle. Entrando dalla parte del Piemonte c’è una cappella “S. Eusebio” con una croce sul davanti, al posto dell’antica chiesa parrocchiale, filiale di Mentoulles fatta costruire a spese del priore Simon Roude» (MENSA 1976, 54). In Mentoulles l’attuale chiesa venne consacrata il 18 ottobre 1895 dopo che quella precedente fu diroccata da una valanga distaccatasi dall’Orsiera nel febbraio 1887. La costruzione del nuovo edificio – promossa dal priore, Giuseppe Gerard, coadiuvato economicamente dal re, dall’economato dei benefizi vacanti e dal comune – su progetto dell’ing. Cambiano, era iniziata tre anni prima, il 14 set. 1892. La chiesa distrutta risaliva agli anni 1673-74 (CAFFARO 1903, 352, 427) come si ricava dal seguente brano di visita pastorale: il 18 ott. 1675 «...noi Giovanni Allois, Prevosto, Dott. in Teologia, Priore di S. Maria des Vignaux, canonico sacrestano e Vicario generale della prevostura di S. Lorenzo d’Oulx, ci siamo portati a Mentoulles in seguito alla requisizione che abbiamo fatto fare dal Signor Simon Roude, Priore di detto luogo, al fine di procedere alla benedizione di una chiesa che egli ha fatto costruire a sue spese nel medesimo luogo dove questa si trovava anticamente; ed essendoci portati sul detto luogo abbiamo visitato la detta costruzione che abbiamo considerato un’opera veramente considerevole [...], avendo la detta chiesa la misura di circa 14 tese di lunghezza e 4 di larghezza con un grande altare al fondo del presbiterio dalla parte di levante e due cappelle ai due lati pure munite di altare e tutte con bella volta, abbiamo proceduto alla detta benedizione sotto il titolo di S. Giusto martire, patrono della antica Chiesa demolita e rovinata da quelli della Religione Pretesa Riformata [nel 1568], nelle forme e cerimonie ordinarie ed in tal caso richieste, alla presenza ed assistenza del signor Roude, pure prete Dott. in Teologia, Curato di Bardonecchia, Giovanni Agnés pure prete canonico del detto Priorato e Giorgio Fantin pure canonico della detta Prevostura, ed in seguito vi abbiamo celebrato la Santa Messa». Dalla visita pastorale che lo stesso Allois compirà il 14-17 sett. 1678 risulta che non vi è una sola famiglia cattolica né in Mentoulles, né in Fenestrelle, mentre in quella successiva del 27 giu. 1683 (compiuta dal nuovo Priore di Oulx Giovanni de Pourroy) si constata in Mentoulles la presenza di alcuni nuovi convertiti, ma in Fenestrelle oltre al curato vi è un solo convertito (MENSA 1976, 56, 58 e 62). Riparata nel 1699, dopo la fine della guerra del 1689-98, nel 1758 minacciava rovina: gli interventi non devono essere stati radicali se ancora nella visita pastorale del 1771 se ne lamentava lo stato (CAFFARO 1903, 377, 427). La vasta parrocchia di Mentoulles fu canonicamente smembrata nel 1698 creando quelle di Fenestrelle, Villaretto, Catel del Bosco e Bourcet (le ultime tre facenti tutte parte della comunità di Roure), già ufficiate fin dal 1677 da quattro curati di nomina regia (CAFFARO 1903, 350-52, 428). In una memoria del 1759 si afferma che la nomina della parrocchia di Fenestrelle, con vicario ivi commorante, spettava al re; la costruzione era in buono stato; la popolazione, compresi la guarnigione ed i lavoratori dell’omonimo Forte ascendeva a circa 2.000 abitanti. Dalla visita pastorale del 1771 per Fenestrelle si apprende che oltre alla chiesa parrocchiale: «il y a encore une petite chapelle au bas de la ville du coté de Mentoulles sous le titre de S. Euzebe actuellement interdite». Nel 1813 i resti di tale cappella erano completamente scomparsi, probabilmente a causa della costruzione della strada napoleonica che fu aperta tra il 1810 e il 1812 passando proprio nel luogo dove, tra altri, sorgeva questo edificio (BOURLOT 1962, 75).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nel 1771 tre erano le compagnie erette ed unite nella chiesa parrocchiale di Mentoulles, la quale aveva due cappelle: una intitolata a N. S. delle Grazie, e l’altra a S. Giuseppe. La terza compagnia era quella del SS. Sacramento, ancora esistente nel 1835, anno di un’ulteriore visita pastorale che rilevava la presenza nella chiesa parrocchiale di due altari laterali dedicati a S. Giuseppe e alla Vergine della Concezione (CAFFARO 1903, 428). Nel 1835 la chiesa parrocchiale di Fenestrelle aveva due altari laterali dedicati al Rosario e a M. V. Addolorata; questi medesimi altari «nel 1846 dicevansi invece l’uno della Vergine e l’altro dei ss. Giovanni e Maurizio. Vi esisteva anche la compagnia del sacramento. Dal 1857 vi è pur eretta una congregazione di sacerdoti sotto l’invocazione di s. Vincenzo de’ Paoli» (CAFFARO 1903, 439). L’antica “piazza cappuccina” o “Port Arthur” (come viene attualmente denominata la piazzetta) all’entrata orientale di Fenestrelle, «attesta che tale luogo è stato santificato dalle fatiche di quei religiosi, i quali vi avevano nel 1628 eretta una cappelletta, in sostituzione della primitiva chiesa di Fenestrelle già sotto il titolo di S. Eusebio, prete romano» (MENSA 1976, 41-42; CAFFARO 1903, 303, 439). Chiesa con annesso collegio per orfani costruita a Fenestrelle nel 1661-62 dai Gesuiti dipendenti dal collegio di Embrun (PAZÈ 1975, 215, 371). Nel villaggio, inoltre, nel XVII secolo si ergeva il tempio protestante di Fenestrelle; l’edifi- cio fu costruito negli anni ’60 del Cinquecento con materiali trasportati dalle rovine dell’antica chiesa di S. Eusebio (MENSA 1976, 37); nel 1685 venne trasformato in chiesa cattolica e la casa del pastore consegnata al parroco (PAZÈ 1975, 291; CAFFARO 1903, 370, 439). Sul territorio della parrocchia di Mentoulles sorgevano due antiche cappelle nelle borgate di Ville Cloze e di Chambons scomparse coll’avvento della Riforma. Lo si apprende dalla visita pastorale del Vicario generale della Prevostura di Oulx Giovanni Allois alla valle di Pragelato del 27 marzo 1664: in tale occasione si «procede per Ville Cloze dove all’entrata di detto luogo e a sinistra della strada esiste una cappella dedicata a S. Antonio. [...] Come consta da atti e contestazioni a Chambons esisteva una cappella nel luogo dove c’è il tempio, dedicata a S. Lorenzo» (MENSA 1976, 53-54; CAFFARO 1903, 429-30). Nella visita pastorale successiva del 27-29 giugno 1683 il nuovo Priore di Oulx Giovanni de Pourroy irrompe a Chambons mentre i “religionari” fanno gli esercizi in quella che egli sostiene essere una cappella trasformata in tempio; questa verrà poco dopo abbandonata e “riconciliata” il 18 ott. 1683 (MENSA 1976, 63; CAFFARO 1903, 367). Detta cappella di S. Lorenzo, rovinata ed incendiata nel 1693, venne riparata nel 1699 (CAFFARO 1903, 380) e in seguito ricostruita prima del 1759. il vicario era di nomina regia. La cappella di S. Antonio abate di Ville Cloze è di erezione Cinquecentesca, poiché ne veniva permessa la creazione nel 1508. Caduta in rovina nel periodo di egemonia degli ugonotti, venne riconsacrata nel 1667 per cura del priore di Mentoulles, ma trovandosi in seguito in uno stato di avanzato deperimento, restò abbandonata per più di un secolo. Ricostruita verso il 1820, ricevette per patrono S Antonio da Padova, e venne poi vistata dal vescovo nel 1835 (CAFFARO 1903, 431). Nel centro del villaggio inoltre, sorgeva il principale dei 2 templi protestanti di Mentoulles (l’altro, come si è detto, era situato a Chambons), ai quali nel XVVII secolo facevano riferimento la parte di gran lunga maggioritaria della popolazione. Quello di Chambons, eretto sul luogo di un’antica cappella cattolica, venne costruito dopo il 1560, e non fu demolito come l’altro (e come tutti i templi protestanti della valle non riconvertiti a chiese cattoliche) nel 1685 solo perché – come s’è visto sopra – già riconsacrato nel 1683 (PAZÈ 1975, 278-79, 291). Negli anni 1630-31, gli abitanti riformati di Mentoulles erano già stati privati del loro tempio e di una cappella annessa, ma avevano immediatamente provveduto alla costruzione di un nuovo tempio, ubicato nei pressi del precedente divenuto chiesa cattolica. Come si è detto, tale tempio rimase al suo posto fino al 1685, allorché fu raso al suolo a seguito della sentenza del re di Francia del 7 maggio di tale anno (PAZÈ 1975, 188, 291). Nel 1686 il re Luigi XIV stabilì un fondo di L. 60.000 per costruire diverse chiese e case curiali nella val Pragelato, tra cui una chiesa a Fenestrelle, mentre come residenza per il curato veniva utilizzato l’antico presbiterio protestante. Tali costruzioni non furono ultimate che nell’ottobre del 1688 (MENSA 1976, 79). In Fenestrelle si innalzarono su impulso regio un tempietto ed un alloggio per il sacerdote (di nomina regia) che esercita il suo ministero a vantaggio delle borgate di Puy e Pequeirel, all’altezza di Pra’ Catinat. Tale cappella nel 1759 appare recente e ancora senza ornamenti. Nel 1835 viene invece ricordata un’altra cappella di S. Francesco, appartenente ai fratelli Frezet, ed eretta per un decreto del vescovo di Pinerolo, Monsignor Rey (CAFFARO 1903, 440).
Assetto Insediativo
Forificazioni. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2.
Luoghi Scomparsi
Non esiste attestazione di luoghi scomparsi.
Comunità, origine, funzionamento
Forme di organizzazione politico-istituzionali delle comunità della val Pragelato sono già in atto a partire almeno dal XIII secolo, periodo nel quale si assiste ad un conflitto particolarmente accentuato coi Delfini che si prolungherà fino alla vendita del Delfinato alla Francia nel 1349. Le comunità trattano con il loro signore per ottenere l’approvazione o il rispetto di prassi e con- suetudini elevate a fonte di diritto, mentre i Delfini tendevano a limitarne il valore disconoscendo quelle che non fossero incorporate in documenti, esigendo altresì di veder riconosciute determinate loro prerogative in nome di consuetudini alternative e contrapposte. Da tale dinamica traeva origine la necessità di fissazione per iscritto delle consuetudini, nella forma di concessione di privilegi da parte del signore, o di riconoscimenti rilasciati dalle comunità in cui venivano stabiliti i limiti dei diritti signorili, anche quando, come nel caso delle «reconnaissances», la motivazione ufficiale addotta era quella di sopperire alla perdita dei documenti giustificativi delle pretese dei Delfini causata da una inondazione del 1219 (BENEDETTO 1953, 31 sgg.; VAILLANT 1951, passim).
Statuti
Di fondamentale importanza per il nostro comune fu la concessione delle carte di franchigia del 29 mag. 1343 con le quali il Delfino Umberto II riconosceva alla quasi totalità delle comunità del Brianzonese i diritti di riunione e di elezione, confermava i loro diritti sui beni comuni, sui canali di irrigazione e sulle foreste, autorizzava il porto d’armi e il diritto di caccia. Un anno dopo, in base ad un «affictamentum» del 5 maggio 1344 firmato ad Avignone dallo stesso Umberto II, le comunità della val Pragelato – e tra queste Fenestrelle e Mentoulles – ottenevano, mediante il pagamento di una somma una tantum (12.000 fiorini d’oro), l’estensione dei privilegi di tale carta, in cambio della corresponsione di una rendita annuale di 4.000 ducati da versare alla festa della Purificazione di Maria, ossia alla Candelora (2 febbraio) (BOURLOT 1962, 319-323; BENEDETTO 1953, 42 sgg.; 155 sgg., con trascrizione di entrambi i testi). Negli anni successivi, in forza dell’autonomia loro riconosciuta, le comunità rurali disciplineranno – con regolamenti, transazioni e ordinanze – alcuni aspetti della vita comunitaria, come le riserve di bosco e di pascolo, la macinazione delle granaglie, l’introduzione di bestiame estraneo nei territori comunali, e le nuove costruzioni. Un importante esempio conservatoci di tali provvedimenti è rappresentato dal cosidetto “Codice Gouthier” del 5 gen. 1515, relativo alla comunità di Mentoulles (cfr. MARTIN 1972, 13 sgg.). In questo documento sono elencate 33 ordinanze, 14 di esse relative alle riserve di bosco (serve) con l’indicazione dei limiti di tempo, di quantità e di qualità per la raccolta della legna, con indicazione delle relative multe in caso di trasgressione; 5 ordinanze riguardano poi le riserve di pascolo (devesia), con le indicazioni dei periodi di pascolo autorizzati, del bestiame ammesso, e delle relative multe previste; le ultime 14 ordinanze riguardano varie questioni amministrative come i regolamenti per la costruzione di fabbricati, multe per chi restringa la via pubblica, o lavori abusivamente il terreno delle riserve, riscossioni delle donazioni fatte da defunti e delle “barriere” delle spose, manutenzione della fontana e del forno Ville Mentollarum, nomina dei responsabili dell’amministrazione comunale (lou mansía) nelle singole frazioni, dichiarazioni di acquisti e pagamento dell’imposta relativa, dichiarazione del bestiame preso in custodia e del possesso di agnelli, multe contro chi abbia falciato l’erba sulle terre comunali prima del tempo (stabilito alla S. Barlolomeo, 24 agosto), ecc. Per la comunità di Fenestrelle, invece, non è nota una documentazione di questo tipo anteriore alla fine del XVIII secolo, anche se pare un po’ troppo recisa la perentoria affermazione del CAFFARO 1903, 226, nota 1 secondo la quale «quest’antica, importante e munitissima terra di Fenestrelle, solamente nel 1791 formò i suoi Statuti o bandi campestri con suo ordinato del 24 maggio 1786 dipendentemente alle regie patenti del 28 giugno 1737, redatti in 98 articoli, approvati ed interinati dal senato di Piemonte con decreto del 26 agosto 1791 (A.C. Fenestrelle - DUBOIN, t. 7, p. 582)». Probabilmente questi – come nel caso di Usseaux (cfr. alla voce relativa) – sono solo la conferma ufficiale – con forse l’introduzione di qualche modifica – di una regolamentazione ben più antica.
Catasti
Un antico catasto, redatto in lingua latina, andò distrutto insieme ad altri documenti in un incendio intercorso nel 1693 in piena guerra della Lega di Augusta. Si salvarono dalle fiamme solamente «deux vieux muançaires qui son formé en caractère Gothique et meme dechirés» (BOURLOT 1962, 353). La più antica forma di catastazione esistente consiste quindi in un accertamento fatto nel settembre del 1699 dall’intendente della generalità di Grenoble di nome Bochu conservato nell’Archivio dipartimentale dell’Isère a Grenoble (CAFFARO 1903, 227). Probabilmente vi aveva posto mano il signor de La Bellottière, il quale aveva fatto la misurazione generale del territorio riempiendo «plusierus cahiers» di dati, ma il suo lavoro fu dichiarato «inutile et entièrement informe par des irrigularités et inconvenients» sicché «pour eviter une confusion et un derangement qui serait survenus» fu interrotto e poi annullato. Per quasi cinquant’anni non si parlò più di catasto fino a che nel 1745, venne assunta la decisione di procedere alla misurazione generale per stabilire un “giusto estimo” catastale delle proprietà. Il lungo e complicato lavoro, sospeso più volte, fu infine portato a termine nel 1752. Risulta da BOURLOT 1962, 314, 354-57 che fino agli anni ’50 di questo secolo la relativa produzione documentaria era reperibile nell’Archivio Storico Comunale di Fenestrelle; data l’attuale condizione dell’archivio non è stato possibile appurare il perdurare della sua presenza ed il suo grado di conservazione. Nell’A.S.T., Camerale, Finanze, Catasti, solamente per l’ex comune di Mentoulles è conservato il cosiddetto Catasto Antico del 1771, (Alleg. A pf. telaio 84; Allegato D, v. 103). Sempre ivi è disponibile invece l’intera documentazione del catasto Rabbini – comprensiva di Mappa, Matrice e Sommazione – risalente al 1862 sia per Fenestrelle (Collocaz.: T n. 34-35 ed fs. n. 17) che per Mentoulles (Collocaz.: T n. 51-52 ed fs. n. 30).
Ordinati
Secondo quanto si desume da BOURLOT 1962, nell’Archivio Storico Comunale di Fenestrelle (ora inconsultabile data l’attuale sua completa mancanza di ordinamento) fino agli anni Cinquanta di questo secolo esisteva – e forse esiste tuttora – un grosso volume intitolato «Atti vari e deliberazioni originali 1475- 1717»: il titolo, per quanto incontestabile, può dar luogo ad equivoci, perché dopo il primo documento che risale al 10 dicembre 1475 «si passa di punto in bianco alla deliberazione consiliare del 17 giugno 1698». Esistevano però «due altri volumi di ordinati con deliberazioni lacunose e frammentarie corrispondenti al periodo di tempo che intercorre tra il 1642 e il 1699» (op. cit., p. VIII). «Il primo volume inizia con la deliberazione consigliare del 15 febbraio 1642 e termina con quella del 27 ottobre 1658. Le riunioni si tengono nel tempio di Fenestrelle e si discute per lo più sulla ripartizione delle imposte in proporzione dei fuochi». Il secondo volume «inizia con la deliberazione del 17 gennaio 1659 e termina con quella dell’8 maggio 1708, ma presenta una completa lacuna di circa 12 anni nel perido 1683-1694; inoltre l’ordine cronologico non è rigoroso, così che ad es. «prima dell’ultima deliberazione dell’8 maggio 1708 ve ne è inserita un’altra dell’8 settembre stesso anno» (op. cit., pp. 314-16). A partire dagli inizi del XVIII secolo in poi gli atti «sono pressoché regolari e contengono i contratti di affitto delle case e dei beni appartenenti alla Comunità, i contratti per la vendita di piante, nonché quelli relativi all’accensamento delle gabelle della carne e del sale, i prospetti relativi alle indennità che il Comune paga ai suoi dipendenti, ecc.» (ID., p. VIII).
Dipendenze nel Medioevo
Comitato di Torino fino al sec. XI, Abbazia benedettina di S. Maria di Pinerolo (dal 1064), Delfini di Vienne (inizio XII sec.-1349), regno di Francia (fino al 1713)
Feudo
Nell’atto di fondazione dell’ Abbazia di Santa Maria di Pinerolo del 1064 ed in quello di donazione alla medesima abbazia del 1078, sono espressamente nominati, tra altri della stessa val Chisone, i villaggi di Fenestrelle e Mentoulles «... usque ad Petram Sextariam» o Sestrera e cioè Sestrière (Il gruppo dei diplomi adelaidini a favore dell’abbazia di Pinerolo, a cura di C. CIPOLLA, Torino 1899, B.S.S.S., II, 319, 324, 343- 44). Dopo le franchigie del 1343-44 concesse dall’ultimo dei Delfini Umberto II (vedi infra, alla voce Statuti), ed il passaggio nel 1349 al regno di Francia, tutta la valle di Pragelato non venne mai infeudata fino alla cessione ai Savoia di inizio Settecento. Ma – nonostante le Lettere patenti del 28 giugno 1737 con le quali Carlo Emanuele III riconfermava tali privilegi secolari – a partire dagli anni Trenta di tale secolo, nel quadro della politica regia tesa a creare una nuova classe di nobiltà da contrapporre alle antiche famiglie signorili, iniziarono per molte comunità della valle varie infeudazioni: Mentoulles fu infeudata il 27 gennaio 1736 al conte Carlo Manfredo Pasero per 7.000 lire, ma il 9 marzo 1753 le vennero nuovamente riconosciuti i suoi antichi diritti risalenti alla transazione del 1343-44 (vedi infra) e, dietro l’esborso di 11.000 lire, gli abitanti furono sollevati dagli obblighi feudali (MANNO 1895, 157; CAFFARO 1903, 427).
Mutamenti di distrettuazione
Fenestrelle e Mentoulles durante tutto il basso medio evo e la prima età moderna costituivano parte integrante del Delfinato francese, ed erano inse­rite in un complesso sistema federativo, quello degli «Escartons» (vedi oltre). Le nostre due comunità facevano parte dell’«escarton deça le Montgenèvre» di Pragelato che, insieme ad 4 altri escartons, formava il «Grand Escarton de Briançonnais», conosciuto anche come «République des escartons» (FAUCHÉ-PRUNELLE 1856-1857, passim; BENEDETTO 1953, 97 sgg.; MANTELLI 1973; Bligny 1973). Passate sotto i Savoia nel 1713 vennero assegnate all’antica Provincia di Pinerolo, rimanendovi fino a quando, durante l’amministrazione francese del periodo napoleonico, vennero aggregate all’arrondissement di Pinerolo (dipartimento del Po), venendo la municipalité di Fenestrelle a costituire il capoluogo del «Canton de Valcluson», poi trasformatosi con la Restaura­zione nel Mandamento di Fenestrelle, a sua volta compreso nel Circondario di Pi­nerolo (BOURLOT 1962, 139). Tale situazione perdurò fino al 1923, anno di abolizione di questa circoscrizione am­ministrativa intermedia; quattro anni dopo sarebbero stati soppressi anche i Circondari. Nel 1927 venne annesso a Fenestrelle l’ex comune di Mentoulles, rimanendovi anche dopo la caduta del regime fascista, mentre Usseaux, anch’esso incorporato a Fenestrelle l’anno successivo, ritornò ad essere comune autonomo nel 1948 (PERROT 1984, 132).
Mutamenti Territoriali
Siamo di fronte ad un’evoluzione degli insediamenti di un territorio comunale (il cui rango altimetrico varia dai 980 ai 3.043 metri del monte Albergian) in cui non emerge con chiarezza un centro principale, e in cui diversi nuclei – situati ad una altezza s.l.m. oscillante fra i 1.059 ed i 1.154 metri – tendono a restare in sostanziale equilibrio tra loro; l’importanza politico-amministrativa delle diverse borgate o villaggi che costituiscono il territorio comunale è variata nel tempo, ma senza che questo abbia comportato una forte egemonia di uno sugli altri: Fenestrelle e Mentoulles che in epoca medievale e moderna costituivano i centri maggiori e di più antico insediamento della zona – e che ancora oggi non a caso sono il cuore di due differenti parrocchie – non faranno parte di un’unica unità amministrativa e fiscale fino a tempi assai recenti.
Comunanze
USI CIVICI (superficie in ha): Tot. 2913.7580; Categ. "A": 2913.7464; Categ. "B": 0; Usi civici alienati: 0.0434 (C.L.U.C., prov. di Torino, cartella: Fenestrelle).
Liti Territoriali
Una antica transazione per l’uso dell’alpe di Chardouné del 27 giu. 1514 fra le comunità di Mentoulles (ora comune di Fenestrelle) e di Villaretto (Roure) indica che, come in molti casi analoghi relativi alla zona montana del pinerolese più direttamente connessa all’attività di allevamento e pastorizia, l’organizzazione dello sfruttamento dei pascoli in quota, degli alpeggi, sollecita il processo di definizione del territorio comunale in termini spaziali di tracciamento dei confini. Quelli di Villaretto avevano multato alcuni pastori di Mentoulles per pascolo abusivo su detto alpeggio; reazione da parte degli abitanti di Mentoulles con vibrate proteste, in quanto essi sostenevano di essere «consorti e utenti» di detti pascoli; infine si addiveniva ad un accordo secondo il quale il sindaco di quest’ultima comunità, Michele Nevache, si impegnava a pagare a quello di Roure, Turino Durand, la somma di nove fiorini una tantum (MARTIN 1973, 6-9). Inoltre il più antico documento conservato nell’Archivio Storico Comunale di Fenestrelle, risalente al 1475, testimonia di una vertenza sorta fra le comunità (chiamate ancora “Universités”) di Fenestrelle e di Usseaux relativa alla questione dei confini territoriali connessi al pagamento dei carichi fiscali e delle decime; BOURLOT 1962, 318-19 ne riporta l’inizio nell’originale francese che qui si traduce: «L’anno del Signore mille quattro cento settanta cinque, l’ottava indizione romana, e il decimo giorno del mese di dicembre a Usseaux, nella casa di Anthoine Jordan, in presenza del Sr. Guillaume Bragars di Briançon, curato di detto luogo, e di Guillaume Clapier di Mentoulles e di Pierre Jacquier del Roure, testimoni menzionati e richiesti al presente, che sia noto a tutti e a ciascuno dei presenti e futuri, ch’essendo intervenuti processo, differenze fra le parti e rancori, alla prosecuzione del quale ci si disponeva, tra François Borel come Console del sindacato della nuova Università di Fenestrelle, assistito da Jean Borel, parimenti della corte, Pierre Challier, Jean Borel, Pierre Guignon Blanc, Pierre Pinatel, Jean Jordan figlio di Jean, Michel Borel Revial e Jean Champ, tutti di Fenestrelle d’una parte, di Janin Bourlot in qualità di Console del sindacato della nuova Università di Usseaux, assistito da Jean Jordan, Barthelemi Bourcet, Jean Charles di Pourrières e Simon Chalier, Jean Blanc di Balbouté, Pierre Chalier, Pierre Proveral, Jannin Martin, Pierre e Daniel Martin, tutti della detta parrocchia di Usseaux dall’altra parte, sostenendosi e difendendosi su tutto, come appariva, e principalmente sul fatto che il detto Console e uomini dell’Università di Fenestrelle domandavano e richiedevano a dieci uomini della parrocchia di Usseaux tenenti e possedenti fondi e beni nei confini di un quartiere nel territorio di Fenestrelle, carichi e decime e tutte le altre spese e in generale tutto ciò che esistesse nel loro detto quartiere, e al contrario i suddetti Console e uomini dell’Università di Usseaux replicavano e dicevano che non erano punto obbligati di contribuire con i suddetti di Fenestrelle, per le cose suddette, alle taglie, forme, spese e carichi, dicendo e rispondendo parecchie altre cose che sarebbe troppo lungo di rapportare qui».
Fonti
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B.N.F., GED-6848, Finestrelle. [Fénestrelles, Fort de], 17... Vedi mappa.
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Descrizione Comune

Fenestrelle

 
 
      La storia politico-amministrativa di Fenestrelle, come dell’intera alta valle del Chisone – denominata «val Pragelato», in opposizione alla bassa valle chiamata «val Perosa» – è assai differente dalle altre comunità del “pinerolese”, perché, pur essendo situata sul versante piemontese delle Alpi, fino al 1713 ha fatto parte integrante del Delfinato francese. Alla fine dell’XI secolo due dinastie, quella dei Delfini di Vienne e quella dei Savoia, in lotta tra loro, avevano esteso la loro influenza sulla regione delle Alpi Cozie, in cerca di legittimazione e riconoscimento della loro autorità. I Savoia, dopo alterne vicende, riuscivano a tenere la bassa val Chisone, la bassa val di Susa, la val S. Martino (ora Germanasca) e la val Pellice creando, con la pianura pedemontana e, dall’altro versante delle Alpi, la Moriana e la Savoia, uno stato a cavallo delle montagne collegato attraverso il Moncenisio. A loro volta i Delfini di Vienne (divisi in tre dinastie: gli Albon, i Bourgogne e i Tour de Pin), occupavano all’inizio del XII secolo un vasto territorio alpino, composto dal Brianzonese, dall’alta val di Susa, dal Pragelatese e dall’alta valle Varaita. In particolare fu il ramo degli Albon a penetrare nelle alte valli del Chisone e di Susa in occasione delle guerre seguite alla morte della celebre esponente della dinastia arduinica Adelaide (1091), dapprima attraverso la protezione accordata alla prevostura di Oulx, per poi affermarsi progressivamente come pienamente sovrano nel corso del XII secolo (BENEDETTO 1953, 17 sgg; CARUTTI 1893, 33). Quando nel 1349 l’ultimo Delfino, Umberto II, cedeva l’intero suo territorio alla corona di Francia, anche le regioni transalpine – e dunque pure la val Pragelato – passarono sotto questa dominazione. In tal modo la Francia si trovava in possesso di un insieme di territori, il «Delfinato di là dei Monti», che per la forma caratteristica di un grossolano becco d’uccello aperto, di cui il pragelatese costituiva la parte superiore, venne denominato «Bec Dauphin». La posizione di frontiera particolarmente avanzata dell’alta val Chisone, cuneo delfinatese inserito nel cuore del ducato di Savoia, da cui era circondato da ben tre lati, confinando a nord con la parte sabauda della val di Susa che raggiungeva Gravières, a sud con la valle di S. Martino lungo la linea dello spartiacque, e ad est (ossia a fondo valle) arrivando fino allo sperone roccioso denominato Bec Dauphin (sopra Perosa Argentina), faceva sì che i contatti e gli scambi commerciali con la pianura pinerolese prospiciente subissero delle forti limitazioni, e che una parte non piccola del flusso economico, oltre alla totalità dei legami politico-amministrativi fossero indirizzati al di là del crinale alpino. Solo nel 1536, con la prima dominazione francese di Pinerolo, Torino, e di buona parte del Piemonte occidentale, la valle tornava, dopo più di quattro secoli, ad essere riunificata in uno spazio geo-politico comune a quello delle valli circostanti, in specie con la parte bassa della val Chisone. Unificazione provvisoria, che terminerà nel 1574 colla restituzione di Pinerolo e degli antichi domini ai Savoia, ma che inaugurava legami commerciali, politici e religiosi che verranno ripresi e rafforzati nel secolo successivo con la nuova conquista di Pinerolo da parte della Francia di Richelieu, avvenuta nel 1630 e protrattasi per più di 65 anni, fino al 1697. La nuova separazione politica determinatasi col ritorno di Pinerolo ai Savoia sarà questa volta di breve durata (Vedi mappa.), perché con la pace di Utrecht del 1713 l’intera valle, in cambio di altre compensazioni territoriali, verrà ceduta a questi ultimi – mutamento destinato a durare fino ai giorni nostri – ed i confini di stato fatti per la prima volta coincidere col crinale alpino, mai considerato fino ad allora come una frontiera ‘naturale’. Prima di questo passaggio al “pinerolese” Fenestrelle, insieme alle altre 5 comunità della valle, era inserita in un più complesso sistema federativo, quello degli «escartons» che doveva discutere e regolare tutto ciò che concerneva gli interessi generali e particolari delle comunità stesse. Allorché nel 1343-44 si erano emancipate dai fardelli feudali gravanti su di loro, esse avevano iniziato a inviare due volte all’anno i loro delegati a Briançon «pour faire l’escart à proportion des feus», e cioè per ripartire le imposte (oltre che per decidere ogni altra questione comune): da qui il nome di escarton dato ad un gruppo di comuni che si addossavano una certa quota di imposte, per ripartirsela poi tra loro. Il Bec Dauphin era diviso in tre escartons: quello dell’alta val Varaita (Casteldelfino), e i due «escartons deça le Montgenèvre» di Pragelato e di Oulx. Questi escartons, con gli altri due al di là dei monti (Briançon e Queyras), formavano il «Grand Escarton de Briançonnais», conosciuto anche come «République des escartons» (FAUCHÉ-PRUNELLE 1856-1857, passim; MANTELLI 1973; BENEDETTO 1953, 97 sgg.). Il potere del Delfino nella valle era rappresentato dal castellano; la val Pragelato costituiva una castellania a sé, il cui territorio coincideva con quello dell’escarton: in genere però una sola persona cumulava i benefici di castellano di Pragelato e di Cesana, qualche volta anche di Oulx o di Casteldelfino, e lo sostituiva un vice- castellano o luogotenente. Le loro funzioni erano state prima del 1300 vastissime, sul piano militare, come su quello giudiziario, amministrativo, fiscale: in pratica corrispondevano a quelle di un vassallo. Ma a seguito della concessione delle carte di franchigia del 1343-44, venivano a perdere alcune delle loro prerogative, avendo le comunità ottenuto di pagare globalmente il carico fiscale (ripartendoselo poi tra di loro) alle casse del Delfino, e avendo visto riconosciuta la loro autonomia amministrativa. All’inizio del 1500 si assiste anche alla privazione delle maggiori funzioni di intendenza militare, passate ai governatori militari di nomina regia. Mentre perdeva parte dei precedenti compiti, consevando solo l’amministrazione della giustizia minore ed una generica sovrintendenza sulle comunità, l’ufficio di castellano subiva nel XVI secolo una profonda trasformazione perché, da temporaneo e revocabile, diveniva vitalizio, ereditario ed alienabile, secondo la medesima tendenza in atto in tutta la Francia di vendita delle cariche pubbliche. L’amministrazione della giustizia era il principale campo sottratto alle libertà comunali. Sopra al castellano, competente per le cause minori, stava il vicebalio di Briançon, mentre la giustizia maggiore era resa, per tutto il Delfinato, dal Consiglio delfinale, divenuto in seguito Parlamento di Grenoble, una delle supreme magistrature francesi che era anche alla sommità della gerarchia amministrativa (PAZÈ 1975, 15 sgg.). Il passaggio sotto i Savoia non comportò l’abbandono sostanziale delle “libertà delfinali” conquistate nei secoli passati, anche se Fenestrelle, insieme a tutta la valle (con la sola eccezione della comunità di Pragelato), a partire dagli anni Trenta del XVIII sec., cominciò ad essere infeudata a famiglie nobiltate dal sovrano nel quadro della politica regia tesa a creare una nuova classe di nobiltà da contrapporre alle antiche famiglie signorili; iniziarono così per molte comunità della valle varie infeudazioni, anche se in certi casi – previo esborso di considerevoli somme – vennero poi nuovamente riconosciuti gli antichi diritti risalenti alla transazione del 1343-44. Essi invece cessarono del tutto sotto il regime giacobino e napoleonico, centralizzatore e certo poco incline ad isole territoriali rette da un sistema di privilegi particolare. Ed anche la restaurazione sabauda in questo caso non ebbe alcuna intenzione di ripristinare le secolari franchigie, come dimostrò subito con l’editto del 30 settembre del 1814, che ordinava l’imposizione della gabella sulla carne, sul vino, sulla birra, sull’acquavite, sulla fabbricazione del cuoio, ecc. in tutti gli stati del regno, senza poi eccettuare – nonostante ripetute istanze in tal senso – le comunità della val Pragelato (BOURLOT 1962, 322-23). Nel 1799, in val Chisone, sotto la dominazione francese, i prelevamenti di derrate per il rifornimemto dell’esercito «venivano di solito fatti senza regolari “buoni” e senza liquidazione in danaro, cosicché il danno dei comuni fu grande. Fenestrelle, più fortunata per l’avvedutezza del notaio Lacombe, segretario, pretese ogni tanto dei fogli di ricevuta. Gelosamente conservati, essi vennero liquidati dalla Francia nel 1827 in 38.781 franchi, somma ragguardevolissima che venne subito impiegata nella istituzione del “Collège de latinité”: i nostri avi poterono così conseguire la licenza ginnasiale evitando il disagio di frequentare la stessa scuola a Oulx. (La scuola ebbe florida vita fino al 1912, anno in cui, nonostante l’alto rendimento culturale e l’assidua frequenza dei valligiani, venne soppressa)» (VIGNETTA 1960, 20). Dal punto di vista demografico va detto che l’attuale consistenza di poco più di mezzo migliaio di persone è il risultato di un processo di un vistoso spopolamento iniziato negli anni Trenta del nostro secolo, che ha ridotto di ben tre quarti la popolazione residente, la quale fino a quel momento aveva invece conosciuto una sostanziale stabilità dopo un forte trend ascendente iniziato probabilmente nell’ultimo decennio della prima metà del XVIII secolo: si tenga conto che nel 1714 la popolazione di Fenestrelle era composta da circa 100 stranieri (tutti cattolici tranne una decina), e 270 autoctoni, di cui 160 cattolici e 110 protestanti (tre anni dopo, la visita pastorale del 1717 riscontra 62 famiglie cattoliche composte di 280 anime oltre a 28 famiglie della R.P.R. di 108 anime per un totale di 388 persone) e quella di Mentoulles da 64 famiglie, di cui 7 “religionarie”, comprendenti in tutto circa 300 anime, di cui 40 della R.P.R. (nel 1717: 54 famiglie di circa 280 anime, di cui 33 – 6 famiglie – della R.P.R) per un totale complessivo fra le due comunità di circa 670 persone (668 nel 1717) (CAFFARO 1903, 406-7, 423-24) alle quali, peraltro, negli anni successivi andranno ancora sottratti gli emigrati religionis causa in Germania del periodo 1720-30; mentre nel 1777 la popolazione di Fenestrelle ammontava invece a 805 abitanti, e quella di Mentoulles a 600 ed in totale dunque assommava a 1.405 persone (CAFFARO 1893, 661). Verso gli anni ’40 del XIX secolo la situazione era la seguente: 1.291 abitanti a Fenestrelle e 824 a Mentoulles (2.115 in totale). Nel il 1845 il comune di Mentoulles ne contava 980 e la parrocchia 1.074: tale differenza deriva dal fatto che l’intero villaggio di Chambons era della parrocchia di Mentoulles, mentre 1/3 degli abitanti apparteneva al comune di Fenestrelle (CAFFARO 1903, 431). A sua volta quest’ultimo contava allora 1.279 persone, e la parrocchia relativa 1.185: complessivamente 2.259 persone nelle due comunità. Nel 1861 erano cresciute a ben 3.064 persone complessive, ma vent’anni dopo già si è invertito il trend e si scende a 2.182 – a Fenestrelle 1.119 e a Mentoulles 1.063 – (CAFFARO 1893, 661) oscillando più o meno intorno a tale cifra fino agli anni Venti di questo secolo, decennio alla fine del quale inizia il crollo, come si può constatare dai censimenti moderni che forniscono i seguenti dati: Anno censimento " 1871 " 1881 " 1901 " 1911 " 1921 " 1931 anagrafe censimento " 1961 " 1971 " 1981 anagrafe " 1988 " 1990 censimento anagrafe Abitanti 1861 2345 2182 2366 2525 2434 1486 1936 1956 1138 1049 809 1985 705 686 1991 1992 Var.ass. Variaz. % 3064 - -719 -163 +184 +159 -91 -948 1426 -60 1198 -228 -60 -89 -240 739 -70 -34 -19 678 -8 665 -13 - -23,47% -6,95% 8,43% 6,72% -3,60% -38,95% -4,04% -15,99% -5,01% -7,82% -22,88% -8,65% -4,60% -2,70% -1,17% -1,92%