Bergolo

AutoriTigrino, Vittorio
Anno Compilazione1996
Provincia
Cuneo
Area storica
Langa storica.
Abitanti
73 (ISTAT 1991).
Estensione
3,01 Kmq (ISTAT 1991).
Confini
A nord Torre Bormida e Cortemilia, a est Serole, a sud Pezzolo Valle Uzzone, a ovest Levice.
Frazioni
Attualmente nessuna; il censimento del 1991 oltre al capoluogo (34 ab.) segnala solo case sparse (39 ab.) (ISTAT 1991). Vedi mappa.
Toponimo storico
«Bergolium», «Bergolum»
Diocesi
Appartiene alla diocesi di Alba. Fra il 1805 al 1817 appartiene alla diocesi di Acqui (AD Alessandria, Rep. diocesi Antica – La diocesi con Napoleone).
Pieve
La parrocchia di Bergolo dipende dalla pieve di Cortemilia e successivamente è inserita nella vicaria dipendente dalle due parrocchie della stessa Cortemilia (si veda la scheda dedicata a Cortemilia).
Altre Presenze Ecclesiastiche
La parrocchiale è dedicata a S. Pietro in Vincoli e alla Natività della Vergine e risale al secolo XVII; sono inoltre segnalati nel secolo scorso due oratori campestri (Manno 1884-1934; Casalis 1834). Una cappella campestre del secolo XII situata nei pressi del cimitero, a est dell’abitato, è dedicata a S. Sebastiano, e aveva ancora alla fine del XVI secolo il titolo di parrocchiale; sempre nel Cinquecento è segnalata una confraria del S. Spirito (AD Alba, Visita mons. Marino [1573]; AD Alba, Visita mons. Ragazzoni [1577]).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Non rilevati.
Comunità, origine, funzionamento
Una “Conventiones Berguli” del 1495 è conservata nell’Archivio Storico del Comune di Cortemilia: si tratta di uno strumento di franchigia a favore della comunità di Bergolo (“communitas et homini loci Berguli”), redatto nel castrum a regolare i rapporti fra la comunità ed i signori del luogo (A. C. Cortemilia, fald. 358).
Le carte comunali del XVII secolo riportano continue lamentele da parte della comunità di Bergolo nei confronti degli agenti di Torre Bormida, accusati di aggravare più del dovuto la comunità nella ripartizione dei carichi fiscali; esse sono presentate ora ai comuni feudatari della famiglia Del Carretto (1627 e 1630), ora al governo sabaudo (1665; in questa è fermamente ribadito che le suppliche di Bergolo sono sempre state fatte indipendentemente da Torre Bormida). Anche nei catasti e nei convocati di quel secolo è confermata questa sorta di dipendenza della comunità di Bergolo; essa è indicata nel catasto del 1650 come “Bergulo membro di Tor di Bormida” (ma sono indicati nel catasto beni propri della comunità), ed i convocati di quel secolo sono stesi nel territorio del comune limitrofo; in essi i rappresentati di Bergolo sono indicati come “particolari e capi di casa della villa di Bergulo membro di Tor di Bormida” (A. C. Bergolo, ff. 6, 12, 15). La stesura degli ordinati è testimoniata solo per il secolo successivo, a partire dal 1703 (cfr. la voce relativa).
Ancora nel 1786, Bergolo, in un elenco di comuni divisi per provincie, è registrato insieme a Torre Bormida (Bibl. Fondazione Einaudi Torino, R. 16. 6. 9., “Stato delle province de’ regi Stati di terraferma, 1786”).
Durante il secolo scorso la rappresentanza in consiglio comunale sembra  bipartita, tanto che ci si riferisce ad esso come ad un “dupplice consiglio”: da una parte i rappresentanti del borgo di collina, capoluogo, dall’altra la parte che rappresenta la borgata dei Bergamaschi, di fondovalle, sulle rive del fiume Bormida (cfr. la voce Mutamenti di distrettuazione e territoriali).
Una nota del 1923 (A. C. Bergolo, f. 68) parla di un consiglio comunale composto da quindici membri “indivisi”, il che può far pensare che non esista in questo periodo un criterio di divisione fissa su base territoriale dell’assegnazione dei posti in consiglio.
Statuti
Fontana non segnala alcuna collezione di statuti o consuetudini per il comune (Fontana 1907).
Catasti
Esistono catasti antichi già del XVII secolo (1622, 1650, 1661) e del secolo seguente (1739 e 1742, altro del XVIII secolo), conservati nell’archivio del comune.
Ordinati
Nell’archivio comunale sono conservati i convocati del 1637, 1665-66, 1669 e 1670. Le serie degli Ordinati cominciano dal secolo successivo (1703-56; 1777-92).
Dipendenze nel Medioevo
Il toponimo Balangio, indicato nella carta di donazione di Ottone I ad Aleramo del 967, potrebbe riferirsi alla regione “Blangera” compresa nel territorio di Bergolo (ARATA 1991, 94).
Bergolo è compreso nel territorio della marca aleramica e perviene probabilmente nel patrimonio di Bonifacio minore marchese di Cortemilia, figlio di Bonifacio del Vasto (il falso documento di divisione fra i sette figli del marchese del Vasto del 1142 vede Bonifacio minore investito del castrum di Bergolo). E’ infatti quasi certamente parte dell’eredità che da Bonifacio minore perviene a Ottone Del Carretto, figlio di Enrico, marchese di Savona e fratello di Bonifacio: nel 1209 Ottone lo cede al comune di Asti insieme ad altri centri delle Langhe gravitanti attorno a Cortemilia, per riceverlo in feudo dal comune stesso. Nel 1313 Manfredino ed Oddone Del Carretto riconoscono di tenere castrum et villam Bergulum per conto del comune di Asti.
Con atto del 1322 Bergolo passa dai Del Carretto ai marchesi di Saluzzo, per l’acquisto che il marchese Manfredo fa di varie terre e castelli delle Langhe; è poi lo stesso Manfredo di Saluzzo che pochi anni più tardi, nel 1328, investe tre eredi del Carretto del luogo di Bergolo, ed altri vicini (all’investitura segue dieci anni dopo la donazione a Giacomo Del Carretto con diploma del 1338 di Torre Bormida, Bergolo ed altri feudi della vicina valle Uzzone: cfr. A.S.T., Corte, Paesi per A e per B, Torre Bormida).
Feudo
Feudo aleramico, ai del Carretto e quindi ai Saluzzo. Fu unito feudalmente a Torre Bormida (si veda la scheda dedicata a Torre Bormida); a partire dal XVI secolo fu feudo degli Appiani, dei Saraceno, dei Porta, dei Gina, dei Della Valle d’Asti, dei Cicogna, dei Fresia, degli Amico, dei Magliano ed infine degli Adami e dei Calvi (secondo Guasco di Bisio ebbero parti feudali tra XV e XVI secolo anche gli Scarampi e i Valperga: Guasco 1911; Manno 1859-1906).
Mutamenti di distrettuazione
Faceva parte del Ducato di Asti che venne ceduto dalla Francia all’Impero nel trattato di Cambrai, e da questi donato nel 1532 ai Savoia. Bergolo è compreso con la riorganizzazione in province dello Stato sabaudo prima nella provincia di Mondovì, poi, a partire dal 1750, nella provincia di Alba; è inserito nel mandamento di Cortemilia. Passa poi con il riassetto delle province e la riduzione del loro numero a Cuneo. nel 1838 la Regia Intendenza di Alba propone l’unione del comune di Bergolo con Torre Bormida; il parere espresso dal consiglio di Bergolo è negativo, e il suggerimento è piuttosto nel senso di una unione con il comune confinante di Levice, collegato con la strada di collina e vicino al capoluogo; l’annessione a Torre Bormida sembra accettabile solo per la borgata detta di Bormida, quella di fondovalle, separata dal territorio del comune di Torre Bormida dal corso del fiume (e in queste proposte non sembra esclusa l’ipotesi di un accorpamento a differenti comuni per le due borgate principali di Bergolo: AC Bergolo, f. 12). Anche nell’Archivio Storico del Comune di Cortemilia, confinante con Bergolo, è conservata una pratica del 1845 in cui, in relazione alla proposta del governo sabaudo di sopprimere i comuni con meno di duecento abitanti, si discute l’accorpamento di Bergolo al comune di Cortemilia. La pratica riporta le precedenti proposte del consiglio comunale di Bergolo, diviso sulla scelta del comune cui proporre l’annessione: da una parte la tendenza ad un accorpamento al comune di Torre Bormida, che confina a ovest con Bergolo, separato da questi dal fiume Bormida; dall’altra parte la volontà di unirsi invece al comune di Levice, situato a sud di Bergolo e a questo collegato con la strada di collina. Paradossalmente, a sostenere la seconda ipotesi in questo caso sembra proprio quella parte del «dupplice consiglio» che rappresenta la borgata detta dei Bergamaschi – nome che compare fra le famiglie presenti nel consiglio comunale a partire dalle prime attestazioni seicentesche –, situata a fondovalle e in prossimità del guado per Torre Bormida (garantito da «un ponte di legno che fu già tutto in pietra»: Casalis 1834). Il consiglio di Bergolo, per risolvere il problema, voterà in seguito all’unanimità la proposta di annessione a Cortemilia, ai confini settentrionali del comune. Nel discuterne i termini con i rappresentanti di Cortemilia, la Regia Intendenza di Alba consiglierà di non eliminare in previsione di un accorpamento le ripartizioni «in due frazioni e relativi ruoli di contribuzione», perché, come già ha dato segno di sapere il consiglio di Cortemilia (che d’altronde è esso stesso diviso in maniera netta nei due borghi separati dal fiume Bormida: si veda la scheda dedicata a Cortemilia), «i comuni hanno delle divisioni in borgate o frazioni che incidono sui ruoli delle contribuzioni» e hanno precisa testimonianza nel catasto (AC Cortemilia, f. 47). Non è chiaro se queste proposte di metà Ottocento abbiano un seguito (nell’archivio del comune di Bergolo sono però assenti gli ordinati comunali dal 1846 al 1877). Con il Fascismo e le nuove proposte di legge per l’accorpamento, dal 1928 al 1948, il comune di Bergolo e quello di Torre Bormida vengono accorpati a quello vicino di Cortemilia, del quale divengono frazioni. Ma già negli anni precedenti vi era stato il tentativo da parte del comune di Torre Bormida di annettere il comune di Bergolo, per evitare a sua volta la perdita dell’autonomia comunale; i tentativi sono segnalati con disappunto dal podestà di Bergolo e in carteggi della sezione locale del Partito Fascista, in cui si cerca in tutti i modi di scongiurare «l’onta di andare a Torre Bormida». Le motivazioni riecheggiano quelle già accennate per il secolo precedente: in un’ottica di accorpamenti è preferibile quello a Cortemilia, più facilmente raggiungibile dal capoluogo, ad a cui già si fa riferimento per molti servizi. L’unione a Torre Bormida invece creerebbe problemi enormi di comunicazione, quando già la frazione dei Bergamaschi, sita lungo la strada verso quel comune, risulta difficilmente raggiungibile; a ciò si aggiungerebbero i problemi per la mancanza di ponti che permettano un adeguato e sicuro transito sul Bormida. Queste rimostranze sono accompagnate a una denuncia nei confronti di alcuni proprietari di Bergolo, colpevoli di aver inoltrato una domanda alla prefettura per l’unione a Torre Bormida, corredata di una petizione fatta firmare con l’inganno anche a non residenti, giovani e analfabeti (AC Bergolo, f. 68). Nel dopoguerra viene reintegrato lo stato preesistente e Bergolo torna a essere comune autonomo, per rimanerlo fino ad oggi, nonostante l’estrema esiguità numerica della popolazione.
Mutamenti Territoriali
Nel 1838 la Regia Intendenza di Alba propone l’unione del comune di Bergolo con Torre Bormida; il parere espresso dal consiglio di Bergolo è negativo, e il suggerimento è piuttosto nel senso di una unione con il comune confinante di Levice, collegato con la strada di collina e vicino al capoluogo; l’annessione a Torre Bormida sembra accettabile solo per la borgata detta di Bormida, quella di fondovalle, separata dal territorio del comune di Torre Bormida dal corso del fiume (e in queste proposte non sembra esclusa l’ipotesi di un accorpamento a differenti comuni per le due borgate principali di Bergolo: AC Bergolo, f. 12).
Anche nell’Archivio Storico del Comune di Cortemilia, confinante con Bergolo, è conservata una pratica del 1845 in cui, in relazione alla proposta del governo sabaudo di sopprimere i comuni con meno di duecento abitanti, si discute l’accorpamento di Bergolo al comune di Cortemilia. La pratica riporta le precedenti proposte del consiglio comunale di Bergolo, diviso sulla scelta del comune cui proporre l’annessione: da una parte la tendenza ad un accorpamento al comune di Torre Bormida, che confina a ovest con Bergolo, separato da questi dal fiume Bormida; dall’altra parte la volontà di unirsi invece al comune di Levice, situato a sud di Bergolo e a questo collegato con la strada di collina. Paradossalmente, a sostenere la seconda ipotesi in questo caso sembra proprio quella parte del «dupplice consiglio» che rappresenta la borgata detta dei Bergamaschi – nome che compare fra le famiglie presenti nel consiglio comunale a partire dalle prime attestazioni seicentesche –, situata a fondovalle e in prossimità del guado per Torre Bormida (garantito da «un ponte di legno che fu già tutto in pietra»: Casalis 1834). Il consiglio di Bergolo, per risolvere il problema, voterà in seguito all’unanimità la proposta di annessione a Cortemilia, ai confini settentrionali del comune. Nel discuterne i termini con i rappresentanti di Cortemilia, la Regia Intendenza di Alba consiglierà di non eliminare in previsione di un accorpamento le ripartizioni «in due frazioni e relativi ruoli di contribuzione», perché, come già ha dato segno di sapere il consiglio di Cortemilia (che d’altronde è esso stesso diviso in maniera netta nei due borghi separati dal fiume Bormida: si veda la scheda dedicata a Cortemilia), «i comuni hanno delle divisioni in borgate o frazioni che incidono sui ruoli delle contribuzioni» e hanno precisa testimonianza nel catasto (AC Cortemilia, f. 47). Non è chiaro se queste proposte di metà Ottocento abbiano un seguito (nell’archivio del comune di Bergolo sono però assenti gli ordinati comunali dal 1846 al 1877).
Con il Fascismo e le nuove proposte di legge per l’accorpamento, dal 1928 al 1948, il comune di Bergolo e quello di Torre Bormida vengono accorpati a quello vicino di Cortemilia, del quale divengono frazioni. Ma già negli anni precedenti vi era stato il tentativo da parte del comune di Torre Bormida di annettere il comune di Bergolo, per evitare a sua volta la perdita dell’autonomia comunale; i tentativi sono segnalati con disappunto dal podestà di Bergolo e in carteggi della sezione locale del Partito Fascista, in cui si cerca in tutti i modi di scongiurare «l’onta di andare a Torre Bormida». Le motivazioni riecheggiano quelle già accennate per il secolo precedente: in un’ottica di accorpamenti è preferibile quello a Cortemilia, più facilmente raggiungibile dal capoluogo, ad a cui già si fa riferimento per molti servizi. L’unione a Torre Bormida invece creerebbe problemi enormi di comunicazione, quando già la frazione dei Bergamaschi, sita lungo la strada verso quel comune, risulta difficilmente raggiungibile; a ciò si aggiungerebbero i problemi per la mancanza di ponti che permettano un adeguato e sicuro transito sul Bormida. Queste rimostranze sono accompagnate a una denuncia nei confronti di alcuni proprietari di Bergolo, colpevoli di aver inoltrato una domanda alla prefettura per l’unione a Torre Bormida, corredata di una petizione fatta firmare con l’inganno anche a non residenti, giovani e analfabeti (AC Bergolo, f. 68).
Nel dopoguerra viene reintegrato lo stato preesistente e Bergolo torna a essere comune autonomo, per rimanerlo fino ad oggi, nonostante l’estrema esiguità numerica della popolazione.
Comunanze
Nel catasto del 1650 vi sono riferimenti a beni della comunità, nella regione “Bozzola” - castagneto, prato, riva -, consistenti in 30 giornate (ma un riferimento successivo indica invece una consistenza di 8 giornate: cfr. A. C. Bergolo, f. 15). Nei dati della perequazione del 1721 non vi sono indicazioni riguardanti Bergolo; due decenni più tardi, nel 1742, si afferma che non esistono beni spettanti alla comunità (A.S.T., Camerale, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, m. 78, “Consegna beni immuni e comuni, 1721”; ivi, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II, “Relazione dello stato e coltura de’ beni, provincia di Mondovì, 1742”).
Nel 1891 un unico riferimento a beni comuni riguarda un terreno in regione “Vaglietto”.
Negli anni Trenta di questo secolo - quando il comune di Bergolo è frazione di quello di Cortemilia - il geometra incaricato dal Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, constatata l’esiguità del patrimonio comunale, ne dispone la liquidazione (il dato che riguarda Bergolo è di 00. 03. 82. ha, cat. A: C.L.U.C., Cortemilia, relazione geom. Aimo).
Liti Territoriali
Nel 1948, appena riacquistata l’autonomia, il comune di Bergolo protesta alla prefettura di Cuneo per l’avvenuta registrazione di un immobile nei registri catastali di Levice anziché in quelli di Bergolo. Si sostiene che l’immobile, posto proprio sul confine dei due comuni, ricade quasi per intero sotto la giurisdizione di Bergolo, e perciò si chiede che venga annullata la richiesta di annessione a Levice ratificata da quel comune del proprietario, che fra l’altro era precedentemente iscritto sotto il registro di Cortemilia, da cui Bergolo dipendeva (AC Bergolo, f. 143).
Fonti
AC Bergolo (Archivio Storico del Comune di Bergolo), ff. 6, 12, 15, 68, 143.
L’archivio storico del comune è stato restituito dal comune di Cortemilia, dove era confluito successivamente all’accorpamento in epoca fascista. Nel secolo scorso le carte non erano ordinate (Manno 1859-1906), anche se esiste un catalogo precedente lo spostamento dell’archivio a Cortemilia (compilato negli anni Trenta di questo secolo), dal quale si desume che la quasi totalità delle carte sono ritornate in possesso del comune ricostituito.
AC Cortemilia (Archivio Storico del Comune di Cortemilia), ff. 47, 358.
AD Alba (Archivio Storico della Diocesi di Alba):
Visita mons. Marino [1573];
Visita mons. Ragazzoni [1577].
AD Alessandria (Archivio Storico della Diocesi di Alessandria): Rep. diocesi Antica – La diocesi con Napoleone.
AST (Archivio di Stato di Torino):
Camera dei Conti, I archiviazione, prov. d’Alba: Relazione dell’Intendente d’Alba [1753-54];
Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II: Relazione dello stato e coltura de’ beni, provincia di Mondovì [1742];
Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, n. 78: Consegna beni immuni e comuni [1721];
Corte, Paesi per A e B, Torre Bormida.
Bibl. Fondazione Einaudi di Torino, R. 16.6.9, Stato delle province de’ regi Stati di terraferma [1786].
CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Cortemilia, relazione geom. Aimo.
Bibliografia
Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS 22).
Arata A., De strata securiter tenenda, in «Acquesana», 1 (1995), pp. 4-31.
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Balbis G., Val Bormida medievale. Momenti di una storia inedita, Cengio 1980.
Braida G., Cortemilia e le Langhe nei tempi antichi, Savigliano 1877.
Carle L., L’identità nascosta. Contadini proprietari nell’alta langa, secoli XVII-XIX, Alessandria 1992.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico commerciale degli Stati del Regno di Sardegna, Maspero, Torino 1834.
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, I, Roma 1887, II-IV, Roma 1880.
Conterno G., Pievi e chiese dell’antica diocesi di Alba, in «BSSSAACn.», 80 (1979), pp. 55-89.
Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.
Fontana L., Bibliografia degli statuti dei comuni dell’Italia superiore, Torino 1907.
Friggeri P., I fratelli dell’Alta Langa. Storia dei 43 comuni dell’Alta Langa, dattiloscritto conservato presso il Museo Storico di Mombarcaro 1996.
Guasco Di Bisio F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS 54-58).
Manno A., Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, 10 voll., Torino 1884-1934.
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, Civelli, Firenze 1895-1906, 2 voll. e 27 dattiloscritti, vol. I, ad vocem.
Martina G., Cortemilia e le sue Langhe, Cuneo 1951.
Merlone R., Sviluppo e distribuzione del patrimonio aleramico (sec. X e XI), in «BSBS», 90 (1992), pp. 635-689.
Moriondo G.B., Monumenta aquensia, Torino 1789-90 (rist. Bologna 1967).
Murialdo G., La fondazione del “burgus Finarii” nel quadro possessorio dei marchesi di Savona, o del Carretto, in «Rivista Ingauna e Intemelia», n.s. 40 (1985), nn. 1-3, pp. 32-63.
Olivieri L., Le pievi medioevali dell’Alta Val Bormida, in «Rivista Ingauna e Intemelia», 27 (1972), nn. 1-4, pp. 17-34.
Provero L., Dai marchesi del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo. Sviluppi signorili entro quadri pubblici (secoli XI-XIII), Torino 1992 (BSS 209).
Provero L., I marchesi del Carretto: tradizione pubblica, radicamento patrimoniale e ambiti di affermazione politica, in Savona nel XII secolo e la formazione del comune: 1191-1991. Atti del convegno di Savona, 26 ottobre 1991, in «Atti e memorie della Società savonese di storia patria», n.s. 30 (1994), pp. 21-50.
Il «Rigestum comunis Albe», a cura di Gabotto F., Eusebio F., Pinerolo 1903 (BSSS 20 e 21).
Descrizione Comune

Bergolo

    In un quadro di esiguità della popolazione e ridotta estensione del territorio, sono collocate le vicissitudini del comune in Età Moderna, che vive costantemente sotto la minaccia di una perdita della propria autonomia, sottoposto con tutta probabilità alle attenzioni interessate delle comunità vicine, che paiono pronte a raccogliere le opportunità che gli vengono offerte dai tentativi di organizzazione fiscale ed amministrativa proveniente dai feudatari e successivamente dall’amministrazione sabauda. L’esempio dell’intrusione degli agenti di Torre Bormida nel XVII secolo o del tentativo di quello stesso comune, nel XIX secolo e in questo, di incorporare il territorio del vicino ne sono l’esempio più forte.
   La partizione del consiglio sembra quindi il carattere più pregnante dell’organizzazione comunale alla lettura dei documenti - il cognome Bergamaschi, cui corrisponde la borgata di fondovalle, è presente in consiglio comunale dal secolo XVII in poi, e probabilmente la presenza di cappelle campestri, testimoniate con certezza nell’Ottocento, rispecchia questo carattere di articolazione amministrativo-territoriale a livello cerimoniale -; le dinamiche rispondono così piuttosto alla mediazione interna fra i diversi interessi rappresentati, come ben dimostrano le tante pratiche per l’incorporazione del comune con altri vicini. Il dato esiguo riscontrato nella documentazione a livello centrale  riguardo l’entità dei beni comunali, che dopo il Seicento sono praticamente irrilevanti, conferma lo scarso peso della entità comunale, che non si raccoglie quindi intorno alla gestione di risorse comuni.
Non esiste una bibliografia specifica sul comune di Bergolo, ma ci sono riferimenti in dizionari e in monografie sulle Langhe o su comuni vicini.