None

AutoriCosentino, Rosanna
Anno Compilazione1996
Provincia
Torino.
Area storica
Pinerolese.
Abitanti
7722.
Estensione
2466 ha (ISTAT)-2537 ha (SITA).
Confini
A nord Orbassano, a est Candiolo e Piobesi Torinese, a sud Castagnole Piemonte e Scalenghe, a ovest Airasca e Volvera.
Frazioni
San Dalmazzo. Vedi mappa.
Toponimo storico
Nonum.
Diocesi
Torino.
Pieve
           
Altre Presenze Ecclesiastiche

             

Assetto Insediativo
Territorio. Vedi mappa.
Regie cacce. Vedi mappa.
Regione Piemonte: cartografia cascine. Vedi mappa.]
Luoghi Scomparsi
Allo stato attuale della ricerca non è stato possibile rilevare dei luoghi scomparsi
Comunità, origine, funzionamento
Il diritto di nomina del sindaco di None, che spettava al consiglio comunale, con Patenti del 1705 sia stato concesso ad Enrico Duboys per lire 1200; questi, a sua volta, lo vendette due anni dopo per la stessa somma al Conte Gian Michele Piossasco di None, da cui finalmente la comunità lo riscattò nel 1720 per la somma di 1300 lire (CASALIS 1844, 31-32).
Statuti
Si trovano menzionati gli Statuti di None, di cui tuttavia  non vi è  traccia nell’archivio comunale’ (FONTANA 1907, 623). statuto comunale 2004. Vedi testo.
Catasti
1544 Catasto della comunità di None (A.C. None, fald 213) 1779 Brogliasso del catasto (A.C. None, fald 219) 1788 Brogliasso del catasto di San Dalmazzo (A.C. None, fald 220, 1) 1787 Brogliasso del catasto del territorio di None (A.C. None, fald 220, 2) 1831 Brogliasso del catasto (A.C. None, fald 221).
Ordinati
Sono conservati gli ordinati della comunità di None dal 1654 al 1861(A.C. None, faldd. 7 bis-42) e gli ordinati di San Dalmazzo dal 1778 al 1799 (A.C. None, fald.43).
Dipendenze nel Medioevo
Conti di Piossasco.
Feudo
Feudo dei Conti di Piossasco del ramo de Rossi fin dal XII secolo.
Mutamenti di distrettuazione
La configurazione territoriale attuale di None è il risultato dell’accorpamento settecentesco di due territori distinti divisi dal torrente Chisola: il feudo di San Dalmazzo (oggi frazione di None) a nord del torrente ed il territorio di None a sud.
Si può supporre, inoltre, che anche il territorio attualmente denominato Confiengo avesse giurisdizione autonoma.
Mutamenti Territoriali
Regie cacce. Vedi mappa.
Comunanze
I dati del C.U.C. riferiscono che nel comune di None vi sono 10.6231 ha di terre di uso civico appartenenti alla categoria A e 3.4741 appartenenti alla categoria B. Nella pratica di assegnazione dei terreni alle Categorie A e B del 1933 si legge che per la loro esigua estensione, non si prestano ad alcuna forma di utilizzazione prevista dalla legge (C.L.U.C., Prov. To, n.168).
Liti Territoriali
Vedi mappa., che segnala "terreni contentiosi" tra Airasca e None [A.S.T., Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 664, Mazzo 1,  Airasca e None,  Airasca None, s.d.: vd. anche scheda Airasca].
Fonti
A.A.T. (Archivio Arcivescovile di Torino),
A.A.T., 7.1.5.
A.C.N. (Archivio Storico del Comune di None).
A.C.O. Archivio Storico del Comune di Orbassano), Classe 9. Cause, liti, conflitti della Amministrazione comunale. Liti - Sentenze - Transazioni - Consulti - Autorizzazioni a stare in giudizio - Azioni possessorie. Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Camerale, Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 664, Mazzo 1,  Airasca e None,  Airasca None, s.d.   Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Paesi per A e per B, lettera N, mazzo 11; lettera S, mazzo 8.
A.S.T.,  Corte, Inv. 24, Provincia di Pinerolo.
A.S.T., Camerale, II Archiviazione, Capo 21, mazzo 1, 25.
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T., Manoscritti, Miscellanea Storia patria, n.854, Descrizione delle province di Susa, Pinerolo e Casale (1753-1727).
C.U.C. (Commissariato per la iquidazione degi Usi Civici, Torino).
C.U.C., Prov. To, n.168.
Bibliografia
-D. CARUTTI, Storia della città di Pinerolo, Pinerolo 1893
-VESME, GABOTTO, CARUTTI, DURANDO, DEMO, PATRUCCO, Studi pinerolesi, in ‘Biblioteca della Società Storica Subalpina’ I (1899)
- G. CASALIS, Dizionario geografico storico-statistico commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna, XII e XVIII, Torino 1833-1856
- F. GUASCO, Dizionario feudale degli antichi stati Sardi e della Lombardia (dall'epoca carolina ai nostri tempi) (744-1909), III, Pinerolo 1911
- L. FONTANA, Bibliografia degli Statuti dei comuni dell’Italia superiore, Torino 1907
- G. CASIRAGHI, La diocesi di Torino nel medioevo, in ‘Biblioteca Storica Subalpina’, CLXXXXVI (1979)
- G.L. DE BARTOLOMEIS, Notizie topografiche e statistiche sugli stati sardi, Torino 1840-1847
- M. TAMAGNONE, Piobesi nei XII secoli della sua storia, Piobesi 1985
- C. ROTELLI, Una campagna medievale. Storia agraria del Piemonte fra il 1250 e il 1450, Torino 1973
- G. MORELLO, Dal ‘custos castri Plociasci’ alla consorteria signorile di Piossasco e Scalenghe (secoli XI- XIII), in ‘Bollettino Storico Bibliografico Subalpino’, LXXI (1973), pp5-87
- M. TAMAGNONE, Piobesi nei XII secoli della sua storia, Piobesi 1985
Descrizione Comune

None

L’attuale configurazione territoriale del comune di None è il risultato di un accorpamento settecentesco tra due territori distinti, il cui confine è il torrente Chisola. Al di sopra del fiume si trovava il feudo di San Dalmazzo (oggi frazione di None) e al di sotto il territorio di None. San Dalmazzo si trova citato già in una carta di vendita del 1178 come ‘Sanctum Dalmacium de Volveria’ (A.S.T. Corte, Paesi per A e B, lettera S, mazzo 8, n.1); ancora come territorio autonomo è ricordato in un consegnamento del 1295 (ASTO, Corte, Inv. 24, Provincia di Pinerolo, Lettera N, Mazzo 11, n.1), e quindi nel 1502 (ASTO, Corte, Inv. 24, Provincia di Pinerolo, Lettera N, Mazzo 11, n.3).
      Molto probabilmente San Dalmazzo fu feudo dei signori di Piossasco (CASALIS 1850, 187), che, attraverso i vari rami della famiglia,  dominavano un vasto territorio comprendente None, Airasca, Volvera, Castagnole, Scalenghe (MORELLO 1973, 27). D'altronde,  nel 1309,  il vescovo di Torino investì Scarampo dei signori di Piossasco della decima di San Dalmazzo (TAMAGNONE 1985, 63).
     San Dalmazzo, che era dunque territorio autonomo, fu aggregato a None in occasione della Perquazione generale del Piemonte,  avvenuta nel XVIII secolo per una più esatta ripartizione dei tributi (A.S.T. Camerale, II Archiviazione, Capo 21, mazzo 1) Nel 1731,  fu effettuata la ‘ricognizione dei confini del territorio di San Dalmasso con Volvera, Orbassano Rivalta e Candiolo’. Vi si osserva come  i confini di San Dalmazzo fossero molto ben specificati:  importante il confine con la Papaglia (Candiolo),  ove la via che da None va a Torino resta intersecata dall’altra che da Orbassano va a Parpaglia. I beni a sinistra della via verso Parpaglia sono di Rivalta, quelli a destra di San Dalmazzo (A.C. None, fald 7,1). 
     Nel 1777 San Dalmazzo era già aggregato alla comunità di None, visto che,  nell’intestazione del registro dei ‘convocati’ del territorio di San Dalmazzo,  si legge:
[...] aggregato alla comunità di None e da questo economicamente amministrata o da questa amministrazione, o sia propositario tenuto in seguito al prescritto dal novo regolamento de Publici ß 9, tit. IV, Capo  28 principiato per l’infrascritti atti consulari" (A.C. None, fald. 43).

Nel 1783, infine, viene chiamato frazione di None (A.C. None, fald 101). Già una mappa del 1759 del territorio di San Dalmazzo,  predisposta in occasione della misurazione generale divide,  il territorio  in 14 valbe: le regioni  Tetti dei Becchi, Tetti dei comunassi, Regione di Palmero, Fontanelle, Tampa, Tetto Guastetti, Prato Colombo, Tetti dei Paglieri, regione Rituna, Basse delle Aiiri, Galetto, Toccia, Paschero, Broglia (A.C. None,, Sez. Mappe).
      Secondo Casalis le villate di Campanile,  del bosco e di Palmero, che facevano parte del feudo di San Dalmazzo, furono aggregate a None con dispaccio ministeriale del 1840 (CASALIS 1844, 27). Un’altra regione con giurisdizione indipendente da None doveva essere quella che oggi si chiama regione Confiengo e che viene chiamata Confleto nei documenti: se ne fa menzione nel già citato consegnamento del 1295 (ASTO, Corte, Inv. 24, Provincia di Pinerolo, Lettera N, Mazzo 11, n.1), come territorio confinante con None; la ritroviamo in due consegnamenti, rispettivamente del 1481 e del 1502, dei signori di Piossasco e di None (tutti della famiglia dei Piossaschi), nei quali oltre a consegnare il feudo di None, consegnano anche ‘un tenimento di fondi con case e grangie chiamato Confleto’ ai confini di None.
     Per quanto riguarda, infine, l'insediamento   di None, sembra che, come i paesi vicini, abbia origini romane.  Si trova attestato per la prima volta, come ‘castrum nono’, in un documento del 1021. Sicuramente,  dalla fine del XII secolo,  entò a far parte dei domini dei conti di Piossasco (MORELLO 1973, 28), un ramo dei quali assunse il titolo di conti di None: il loro capostipite fu Rubeo, da cui il nome ‘de Rossi’ di questo ramo dei Piossasco; uno di essi, Thomas de Nono castellanus et D. imperatoris legatus,  è rammentato in un atto di convenzione del 1193 tra il vescovo di Torino e i detti signori di Piossasco (CASALIS 1844, 31).
      Il 12 marzo 1295 Filippo di Savoia reinvestì ai signori di Piossasco castello, villa , uomini, giurisdizione e ragioni feudali di None in feudo nobile e gentile sia in linea maschile che femminile (A.S.T. Corte, Inv. 24 Provincia di Pinerolo, lettera N, Mazzo 11, n.1). Filippo investe per metà a Bonifacio figlio di Vietto e per l’altra meta a Vietto, Oberto e Pietro figli di Guiffredo; sono questi i nipoti di Bonifacio Rosso e quindi i discendenti di Merlo di Piobesi (MORELLO 1973, 65) Del 1324 è una transazione tra Filippo di Savoia principe d’Acaia e Vietto figlio di Valfredo di Piossasco a causa della successione, eredità, e beni di Vietto figlio di Bonifacio di Piossasco consignore di None,  per la  quale è convenuto che,  mediante il pagamento da farsi dal detto Vuetto a Filippo di L.200 tornensi,  "il medesimo rinunci ad ogni ragione a favore di detto Vuetto sovra il detto feudo di None"  (A.S.T. Corte, Inv. 24 Provincia di Pinerolo, lettera N, Mazzo 11, n.2).
      Il 22 giugno 1309 il vescovo di Torino investe Scarampo dei signori di Piossasco della decima di None (TAMAGNONE 1985, 63). Altri due consegnamenti rispettivamente del 12 giugno 1481 e 27 agosto 1502, confermano l’indiscusso predominio dei signori di Piossasco su queste terre: nel primo i conti Antonio e Pietro figli del fu Giacomo e Antonio Raimondo e Claudio Andrea figli di Baldassarre e Domenico Rosso tutti de signori di Piossasco e di None consegnano in feudo nobile, ligio, avito e paterno tre parti del castello e luogo di None oltre due molini, due forni ed un battitore di canapa posti in None e consegnano pure un possesso con edifici dentro chiamato Confleto posto sulle fini di None (vedi sopra); nell’altro il conte Giacomo figlio del fu Antonio, Domenico Rosso figlio del fu altro Domenico, Ettore del fu Claudio Andrea tanto a nome proprio che dei suoi fratelli dei signori di Piossasco e di None consegnano in feudo le tre parti di tutto il castello e luogo suddetto di None con specificazione della quantità che ognuno di loro possiede, consegnando anche cioè il suddetto Rosso come sopra un tenimento di fondi con case e grangie chiamato Confleto posto su dette fini e Giacomo e Ettore due forni, e due molini oltre un battitore da canapa.  Questo documento informa, tra l'altro , che la villa, i poderi, il territorio e gli uomini di None confinano con Castagnole, Airasca, San Dalmazzo, Volvera, Piobesi, Scalenghe (A.S.T. Corte, Inv. 24 Provincia di Pinerolo, lettera N, Mazzo 11, n.3).
     Nel XVIII secolo, in occasione dei lavori per la Perequazione generale del Piemonte,  furono effettuate le ricognizioni dei confini di None; dal registro dei confini del territorio del 1751-1781 si apprende che per la linea divisionale tra Piobesi e None (1741) fu creato un fosso per dividere la regione denominata della Respaglia o sia Resia (di Piobesi) da quella del Poiasso (di None) (A.C. None, fald. 7,2). Dal XVIII secolo le vicende di None si confondono con quelle dello stato sabaudo.
     Durante il conflitto tra Carlo Emanuele I e la Francia None, come i paesi vicini, fu invasa dai francesi. Con l’armistizio di Cherasco (1631) queste terre, devastate dalle guerre e dalla peste del 1630, tornarono sotto il dominio sabaudo. Nel 1690, durante la nuova guerra tra lo stato sabaudo e la Francia, le truppe del generale Catinat sostarono a None arrecando gravi danni a tutta la zona. Anche None subì le ripercussioni della rivoluzione francese e della dominazione napoleonica, durante la quale fece parte della provincia di Pinerolo divenendone sede di mandamento. Nel 1814 tornò sotto il dominio sabaudo.