Verolengo

AutoriLonghi, Marta
Anno Compilazione2008
Provincia
Torino
Area storica
Basso Monferrato; Chivassese [Vigliano 1969; Atlante castellano 2007, p. 120]
Abitanti
[ISTAT 2001]; 4921 [ISTAT 2009]
Estensione
29,23 kmq [ISTAT 2009].
Confini
Ad ovest Chivasso, a nord Torrazza Piemonte, Rondissone, ad est Crescentino (Vc), a sud Brusasco, Monteu Po, Lauriano, San Sebastiano Po.
Frazioni
Il censimento del 2001 segnalava la presenza di cinque centri oltre al capoluogo omonimo: a partire da ovest Rolandini-Sbarro, Busignetto, Casabianca, Arborea, Borgo Revel (già Calciavacca) e due nuclei (Ca’ Rotta e Valentino, oggi assimilata dal centro Rolandini-Sbarro, sul confine con Chivasso) e alcune case sparse [ISTAT 2001].
Toponimo storico
Vuolengo [Il Liber Decimarum 1368-1370, p. 28].
Diocesi
Ivrea [Il Liber Decimarum, p. 89 sgg], Torino [XIX secolo], Ivrea.
Pieve
Sono scarse le informazioni sulla chiesa di Verolengo prima del XIV secolo. Il Liber Decimarum della diocesi di Ivrea vede la Santa Maria di Vuolengo citata in quel gruppo di chiese che «erano esenti dalla giurisdizione ordinaria diocesana, perché dipendenti da qualche abbazia» [Il Liber Decimarum 1368-1370, pp. 65, 67]. Alla luce delle fonti rimaste sembra plausibile l’ipotesi che la chiesa locale fosse controllata da Fruttuaria e in seguito, con altre terre sia finita sotto l’episcopio di Ivrea [Settia 1991, p. 299]. Verolengo verrà in seguito inclusa nel vicariato di Chivasso [Storia della Chiesa di Ivrea 2007, pp. 27-47].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Poderium della Chiesa di Ivrea, posizionato non distante dal municipia di Quadrata [v. Località scomparse] o dal presidio militare di Porcaricium (presso Torrazza Piemonte), lungo il tracciato stradale che da Torino si estende sul lato nord del Po in direzione di Casale Monferrato e Pavia.
Il centro di Verolengo domina un tratto stradale e fluviale di interesse commerciale e militare fin dall’età romana: tratto stradale divenuto poi secondario con la creazione delle autostrade per Milano a nord (1930-32) e per Piacenza a sud (1964-68).
La località era anticamente dotata di un presidio militare e di un porto fluviale che garantiva transiti di uomini, eserciti e merci tra Pavia e Torino, la cui difesa e gestione vennero affidate direttamente alla comunità [AC Verolengo 3; AST, Corte, Paesi, Paesi per A e B, L, m.4, fasc.3 Lauriano].
Assetto Insediativo
Parrocchiale di Verolengo era la chiesa di Santa Maria sita in centro all’abitato [Il Liber Decimarum 1368-1370, p. 67]. Nell’area meridionale del territorio comunale erano presenti patrimonialmente e feudalmente la canonica di Vezzolano [si veda scheda Albugnano] e il priorato di San Pietro di Navigliano (presso San Sebastiano Po) fino al XVIII secolo [Settia 1975, pp.158-160]. L’abbazia vallambrosiana di San Giacomo di Stura controllava la casa ospitaliera di «Targiavaira» presso la località Borgoreggio, oggi nel comune di Torrazza Piemonte [si veda Torrazza Piemonte]. Era inoltre presente una commenda dell’ordine gerosolimitano presso al chiesa di San Giovanni [Spegis 2004, pp.12-16] e alcuni terreni risultavano, nel XVIII, essere soggetti alla mensa arcivescovile di Torino [AST, Corte, Benefizi di qua da’ monti, 1762].
Nel 1987, secondo gli elenchi ufficiali della diocesi eporediese, era la chiesa di San Giovanni Battista a svolgere la funzione di parrocchiale [Storia della Chiesa di Ivrea 2006, p. 509]. Oggi il comune conta tre chiese parrocchiali: Sant’Anna presso Borgo Revel, San Grato Vescovo presso Casabianca e San Giovanni Battista nel concentrico del paese.
Luoghi Scomparsi
Quadrata, oggi ricordata nella topografia locale dalla regione di Quareto (Benne) era l’antica mansio romana divenuta municipium, e in seguito abbandonata a favore dell’abitato medievale di Verolengo. [Druetti 1925; Settia 1991, p. 211; Spegis 1997].
Comunità, origine, funzionamento
La comunità di questo poderium vescovile si era affiancata - per poi sostituire - nel controllo territoriale al più antico insediamento romano di Quadrata [Druetti 1925].
La comunità di Verolengo manifesta una precoce autonomia legislativa. I primi statuti rintracciabili sono del XVI secolo, ma riportano notizie di più antiche franchigie ottenute dal marchese Bonifacio di Monferrato intorno agli anni ’30 del Duecento [v. Statuti]. Sarà la comunità stessa a sciogliere il vincolo feudale che aveva verso la Chiesa di Ivrea (XV secolo) per dipendere in modo esclusivo dalla giurisdizione marchionale. [v. Feudo]. Gli statuti della comunità invitavano a rivolgersi, per ottenere giustizia, ai funzionari laici del marchese anziché al tribunale vescovile [Degli antichi statuti, p.11, p. XVII] Figure istituzionali dell’antica comunità erano il castellano e i consiglieri. A guidare la comunità fintanto che fu soggetta alle leggi del Monferrato c’era un castellano, eletto annualmente, primo rappresentante del marchese, cui spettavano compiti civili, giudiziari e militari. La sua nomina sebbene dipendesse dal marchese, era fatta all’interno di una terna scelta dal consiglio della comunità [AC Verolengo 3, fasc.1.]. Il potere esecutivo e giudiziario erano suddivisi in modo equilibrato tra comunità e castellano allo scopo di garantire un reciproco controllo.
Statuti
Gli statuti del XV secolo di Verolengo sono editi, con alcuni richiami a elaborazioni normative precedenti, di XIII secolo [Antichi statuti 1934]. Tali statuti vengono rinnovati e confermati nel 1517 [AC Verolengo 3, fasc.1/11].
Catasti
Gli ordinati della comunità sono conservati in modo regolare dal 1597, tuttavia tra il 1665/1693 e il 1698/1771 mancano le delibere del consiglio della comunità [AC Verolengo 2].
Ordinati
Il primo catasto conservato presso l’archivio della comunità di Verolengo risale al XVI secolo (1578/1588), [AC Verolengo 1].
Dipendenze nel Medioevo
Verolengo risulta incluso tra le donazioni effettuate da Ottone Guglielmo, anscarico nipote di re Berengario II, al monastero di Fruttuaria. [MHP, Chartarum, I, doc. 249, col. 428].
In seguito la comunità e il territorio di Verolengo vengono riconosciute come area di dipendenza della Chiesa di Ivrea e dei marchesi di Monferrato che si dichiararono vassalli della mensa eporediese per quanto avevano in Verolengo fino alla morte di Giovanni II nel 1305 [Nuovi documenti 1914, pp.11-13; Storia della Chiesa di Ivrea 1998, p. 330].
La presenza dei Monferrato nell’area è testimoniata anche dal progetto militare e territoriale, voluto nel 1246 da Federico II di Svevia contro la guelfa Vercelli, di un “capitanato imperiale” – poi non concretamente realizzato – che doveva comprendere una ventina di castelli monferrini situati lungo il corso del Po, da Chivasso e Verolengo, a Gabiano, Lu e Pontestura, per essere affidato ad un funzionario imperiale pavese [Bordone 2000]. Rappresentanti di Verolengo si ritrovano tra i populares citati nel Parlamento del Monferrato all’inizio del Trecento [Bozzola 1926].
A seguito della crisi dinastica monferrina il marchese di Saluzzo e i Savoia si erano accordati affinché i territori di Chivasso, Volpiano, Brandizzo e Verolengo andassero ai Savoia in caso sconfitta monferrina [Storia della Chiesa di Ivrea 1998, p. 375]
Proprio in quel periodo i rapporti tra marchesato e diocesi si ruppero. Teodoro I Paleologo continuò ad esercitare i propri diritti su queste terre ecclesiastiche in modo “abusivo” fino al 1335 [ADI LXXI/2 EM 3350914], anche quando il vescovo eporediese Alberto Gonzaga nel 1313 cedette tutti i diritti giurisdizionali sui beni della sua signoria episcopale [tra i quali Chivasso, Torrazza e Verolengo: Storia della Chiesa di Ivrea 1998, p.321] ad Amedeo V di Savoia per poi ripensarci qualche anno dopo (1317) per conferire la piena proprietà e il controllo giurisdizionale del castello, del borgo e del villaggio di Verolengo a suo fratello e a suo nipote [Nuovi documenti, 1914, pp. 11-13].
I diritti vescovili furono contestati ufficialmente dalla stessa comunità di Verolengo tra il 1451 e il 1457 [Storia della Chiesa di Ivrea 1998, p. 475]. Questo continuo passaggio giurisdizionale non impedì ai marchesi di restare la prima autorità pubblica di riferimento del territorio come ricordano gli statuti della comunità, periodicamente confermati dai marchesi, le prestazioni militari nei confronti dell’esercito monferrino [Settia 1985, p. 101 sg.] o le liti contro gli uomini di Verolengo che vennero sempre giudicati con la mediazione dei marchesi.
Feudo
Nel 1163 un diploma imperiale riconobbe ai marchesi di Romagnano metà delle località di Verolengo e Rodissone tenute, per loro, dai signori del vicino castello di San Sebastiano Po [Carte inedite e sparse 1912, doc. 29], ma l’anno seguente la località è inclusa anche nel diploma che riconosce a Guglielmo il Vecchio di Monferrato buona parte degli insediamenti abitati presso il Po, tra Canavese e Vercellese [Banfo 2007, p. 63]. Nel 1224 I Romagnano tornano a vantare presso Verolengo alcuni diritti di natura fiscale sui pedaggi del luogo, come vassalli monferrini in quanto la località era oramai dichiarata allodio degli Aleramici [Cancian 1983, p.734 sg.] Alcuni anni dopo (1227), i marchesi dichiarano di detenerne una parte a nome della diocesi di Ivrea [Le carte dell’archivio vescovile 1900, doc. CXVIII].
Oltre alla presenza dei marchesi di Monferrato, attestati a Verolengo fin dal XII secolo, i catasti locali riportano l’attenzione sulla presenza patrimoniale di più personaggi eminenti, ma non appartenenti ad un ceto signorile autoctono, sebbene diverse famiglie residenti o originarie di Verolengo detenessero poi beni e diritti sui territori circostanti [cfr. Lauriano, Monteu Po]. Le successive investiture feudali sono opera sia dei marchesi di Monferrato sia dei vescovi eporediesi, a favore di famiglie o personaggi loro fedeli come i Cocastello di Montiglio [AST Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m. 44, Landoglio, fasc.1, 28 ottobre 1550].
A partire dal XVI secolo anche i Gonzaga assegnano e vendeno i diritti sulla località ad alcuni funzionari di fiducia quali Urbano Giustiniani [AST, Paesi, Monferrato, Protocolli, Squarcia, m.33, f. 342, Investitura a Urbano Iustinao: custode suo territorio, affinchè possa governare e custodire castello, territorio di Verolengo, 1531 agosto 7].
Mutamenti di distrettuazione
Idealmente compreso nel marchesato di Monferrato, dagli Aleramici fino ai Gonzaga, viene annesso al Ducato di Savoia dopo la pace di Cherasco (1631). L’unica parentesi istituzionale significativa, prima dell’annessione ai territori sabaudi, risale alle campagne d’Italia di Francesco I (1537), quando Verolengo diventa sede di uno dei governatorati francesi istituiti dai Francesi [Storia di Torino 1998, p.74]. Fino al riordino delle province del 1749 il comune è incluso in quella di Asti, per poi passare a quella di Torino sul finire del secolo. Durante il breve dominio napoleonico (1799-1814) fa parte del dipartimento dell’Eridanio e poi della Dora [Sturani 2001]. In seguito al riordinamento provinciale ottocentesco viene annesso definitivamente, insieme ad altri comuni sul Po, alla Provincia di Torino, mandamento di Chivasso [Casalis 1854, p. 29]; il trasferimento di provincia comportò in anche un distacco temporaneo dalla diocesi di Ivrea e un’annessione a quella torinese.
Mutamenti Territoriali
Secondo quanto riportato dal Casalis nel 1846 a Verolengo era composto da cinque frazioni: Calciavacca, Casabianca, Busignetto, Borgoreggio e Torrazza [Casalis 1854, p. 29].
Busignetto in origine si trovava nel territorio di Chivasso, ma viene acquistata da particolari di Verolengo sul finire del XIII secolo ed entra a far parte del territorio della comunità locale. [AC Chivasso, fald. 24, fascc.4-5].
La località di Benne (una volta denominata Quareto o Quarino: [cfr. v. Località scomparse] passa sotto il controllo della comunità di Verolengo tra il 1430 e il 1490 dopo una disputa con la comunità e i signori di Monteu Po risolta tramite una sentenza arbitrale del 1470 [CUC, Verolengo] oggi viene riconosciuta come un nucleo di rilievo sul territorio, sebbene i censimenti del 2001 non la collochino neppure tra i nuclei minori, come invece risultava Valentino che oramai ha sviluppato il suo abitato fino a fondersi con l’adiacente centro abitato di Sbarro.
Risale al XV secolo (1462) la vendita di alcuni terreni lungo i confini con Rondissone per pagare un debito di 400 fiorini con il marchese di Monferrato [CLUC, Verolengo].
Nel 1921 viene costituito il nuovo comune di Torrazza Piemonte il cui centro secondario risulta Borgoreggio e Verolengo perde un’ampia porzione territoriale nell’area settentrionale del comune [AC Torrazza Piemonte, Cat.I Amministrazione, Fald. 1-I, classe I, fasc.1: Costituzione del comune di Torrazza Piemonte. Riparto patrimoniale e delimitazione territoriale, 1919-1923. Ibid, Fald.7-II, classe II, fasc.3: Divisione patrimoniale fra il comune di Verolengo e di Torrazza, 1924.].
Nuovi centri in espansione risultano nel 1969 Arborea (in una regione disboscata presso cascine a NE del concentrico), Borgo Revel (nuova denominazione della frazione di Calciavacca) e Casabianca (a nord ovest). Successivamente divengono frazioni anche l’area di Rolandini e Sbarro.
Rilevanti sono anche i mutamenti territoriali causati dal transito del Po: negli antichi statuti è stata inserita una misurazione dei confini per derimere eventuali dispute riguardanti le modifiche che il Po provocava nelle aree meridionali del comune ogni volta che esondava o mutava il suo corso [Degli antichi statuti di Verolengo 1934].
Comunanze
Nel XX secolo la comunità di Verolengo poteva contare sulla presenza di beni demaniali solo nell’area di Monticello secondo un’attenta ricostruzione del patrimonio civico avviata nel 1938 [CUC, Verolengo].
Liti Territoriali
La disputa per la definizione dei confini con Chivasso, iniziata nel XIV secolo [AC Chivasso, fald. 307, fasc.2, Atti civili della magnifica comunità di Chivasso contro la comunità di Verolengo per la terminazione dei rispettivi finaggi, 1338.], prosegue fino al 1731 quando 259 giornate e 71 tabule contese vengono divise tra le due comunità secondo quanto definito dai carteggi oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Torino [AST-R1, f.19 sgg]. Con Monteu da Po, disputa che dura quasi quarant’anni (1430-1470) per i confini e diritti nella regione di Quareto venduta a Verolengo dai signori di Monteu Po [CLUC, Verolengo].
Tra il 1475 e il 1477 il vescovo di Ivrea deve difendere i beni e i redditi della mensa vescovile dalla comunità di Verolengo-Quaretto che li rivendica [Storia della Chiesa di Ivrea, p. 347; AD Ivrea 2-4.].
Nel 1718 devono essere ridefiniti i confini tra Verolengo e Monteu Po vicino al Porto di Monteu, nella «regione Tipo» (presso Cascina Tipo, a sud di Borgo Revel), e in prossimità della «torre del Quarino» uno dei termini di delimitazione dei nuovi confini [AST-R1, ff.123-130].
300 trabucchi di territorio della comunità di San Sebastiano, presso il canale Delfino, vengono tagliati dalla comunità di Verolengo per riportare il Po nel suo alveo naturale e impedire ulteriori erosioni dei territori confinanti nel 1773, in quegli stessi anni, proprio in ragione dei dissesti idrogeologici, anche le terminazioni con Lauriano, la cura e l’uso delle bialere o dei mulini dell’area vicina al Po vengono contestati [AC Lauriano, Atti Lauriano-Verolegno 1772-1794].
Tra il XVI e il XVII secolo la comunità di Verolengo aveva ottenuto in concessione da Chivasso la Roggia, nonché la sua cura e la manutenzione del Ponte di San Rocco [AC Chivasso 6]. Sulle ragioni d’acque e terminazioni tra le due comunità le dispute risalivano all’inizio del XIII secolo: AC Chivasso 1 (1214-1266).
Vi sono tracce di una lite per la definizione dei confini anche tra Brusasco e Verolengo nel XVIII secolo (1710 -1730): AC Brusasco 1.
Fonti
Fonti edite: 
Cancian 1983: Cancian Patrizia, La carta di mutuo di Guglielmo VI di Monferrato a favore di Federico II. Un contributo paleografico alla toponomastica piemontese, «Bollettino storico-bibliografico subalpino» LXXXI (1983), pp. 729-749. BSSS 5: Le carte dell’archivio vescovile di Ivrea, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1900 (BSSS V).
BSSS 3: Carte inedite e sparse dei signori e luoghi del Pinerolese fino al 1300, a cura di B. Baudi di Vesme, E. Durando, F. Gabotto , Pinerolo 1912, (BSS III).
Antichi statuti 1934: Degli antichi statuti di Verolengo, ovvero come si governavano i nostri avi (secolo XIII-XIV-XV), a cura di F. De Gioanni, Casale Monferrato 1934.
Liber Decimarum: Il Liber Decimarum della Diocesi di Ivrea, 1368-1370, a cura di I. Vignono, G. Ravera, Roma 1970. MHP 1836: Momumenta Historiae Patrae, Chartarum, I, Torino 1836.
Nuovi documenti 1914: Nuovi documenti su Alberto Gonzaga vescovo di Ivrea: secolo XIII-XIV, a cura di V. Ansaldi,Torino 1914.
Ratione decimarum 1990: Rationes decimarum italiae nei secoli XIII e XIV. Lombardia et Pedemontium, M. Rosada (a cura di), Città del Vaticano 1990.
 
Fonti inedite:
AC Verolengo [Archivio storico del Comune di Verolengo], non inventariato.
[AC Verolengo 1]: Catasti XVI sec.(1578/1588), armadio 2, fald.1.
[AC Verolengo 2]: Ordinati (1597/1817), armadio 6, faldd.1-13.
[AC Verolengo 3]: Carte Antiche, fald. 1, Pergamene antiche (XIV-XVII secc.).
 
AC Chivasso [Archivio storico del Comune di Chivasso]
[AC Chivasso 1]: XI, fald. 24, fasc. 3, Ragioni d’acque e confini territoriali tra Chivasso e Verolengo (1217-1647, 1669).
[AC Chivasso 2]: XXV, fald.1: Atti di linea e misura generale. Chivasso, Mazzè, Rondissone, Verolengo, Montanaro, Caluso, SAN Sebastiano, Castagneto 1332-1622.
[AC Chivasso 3]: C l.27, fald. 307, fascc. 2-3, p.99 sez.1(1304-1377): Atti civili della Magnifica Comunità di Chivasso contro la Comunità e uomini di Verolengo per la terminazione dei rispettivi finaggi 1338.
[AC Chivasso 4]: fald. 604, fascc. 2-5, Libro delle consegne di Volpiano, Verolengo e Brandizzo, 1495-1499.
[AC Chivasso 5]: XII, fald. 25, fasc. 5: Atti di linea e misura generale. Chivasso, San Sebastiano, Verolengo e Volpiano 1709-1737.
[AC Chivasso 6]: C l.27, fald.307, fasc.3-5, Atti civili della magnifica comunità di Chivasso contro Verolengo, 1514-1677.
 
 
AC Lauriano [Archivio storico del comune di Lauriano]: [AC Lauriano 1]: Atti Lauriano-Verolegno 1772-1794.
 
 
AC Brusasco [Archivio storico del comune di Brusasco]: [AC Brusasco 1]: TO 224-225.
 
 
AC Torrazza Piemonte [Archivio storico del comune di Torrazza Piemonte], informazioni desunte da inventario.
 
AD Ivrea [Archivio diocesano di Ivrea]: [AD Ivrea 1]: ADI LXXI/2 EM 3350914 (1335).
[AD Ivrea 2]: ADI, LXXIV 18 EM 4750000.
[AD Ivrea 3]: ADI, LXXIV 18 EM 4760000.
[AD Ivrea 4]: ADI, LXXIV 18 EM 4770000.
 
CLUC [Commissariato per la liquidazione gli usi civici], Prov.Torino, Fasc. Verolengo.
 
AST [Archivio di Stato di Torino], AST-R1: Sezioni Riunite, Ufficio generale delle Finanze, Seconda Archiviazione, Perequazione sabauda, Capo 21, m. 102. AST- C1: Corte, Materie ecclesiastiche, Arcivescovadi e vescovadi, Ivrea, m.1, fasc.1: Bolla del Papa Onorio III. di Confirmazione a favor del Vescovo d'Ivrea di tutte Le Donazioni, e Concessioni fatte alla d.a sua Chiesa, specialmente di quello possede nella Città d'Ivrea, e de' Castelli, e Luoghi di Chiaverano, Montaldo, Albino, Vische, Pavone, Torasso, Vernasco, Settimo, Montestruto, Loranzè, Rueglio, Valle di Clÿ, San Martino, Sa Giorgio, Romano, Caravino, Chivasso, Verolengo, Castagnito, Candia, Strambino, e Montanaro 19. Luglio 1224. AST-C2: Corte, Materie ecclesiastiche, Arcivescovadi e vescovadi, Ivrea, m.1, fasc.2: Dichiara, o sia ricognizione passata al Vescovo d'Ivrea Oberto, ed alla presenza d'Aimone figlio del Conte di Savoja, Pietro di San Giorgio, Pietro di Masino, e molti altri, dal March.e Bonifacio di Monferrato, da' Signori di Valperga, San Martino, Castellamonte, e diversi altri ivi nominati, pei feudi da essi posseduti semoventi dalla Mensa Vescovile d'Ivrea, cogli obblighi, a' quali caduno de' suddetti feudi resta sottoposto verso la Mensa predetta; quali feudi sono Chivasso, Castagnetto, San Giorgio, Verolengo, Erbario, Areglio. Meoglio, Settimo-Rotaro, Vestignè, Caravino, Cavaglià, Valle di Montalto, Cavagnolo, Candia, Castiglione, Barone, Orio, Rivarolo, la Torre, Marcenasco, San Martino, Strambino, Baldissero, Barban a, Parella, Loranzè, Torrazzo, Rondizzone, Lezzolo, Azeglio, Bollengo, Burolo, e Valle di Chi 7. Marzo 1227. AST-C3: Corte, Materie politiche per rapporto all’interno, matrimoni, m. 2/1, fasc. 2: Donazione fatta dal Marchese Bonifacio di Monferrato a Margarita di Savoja sua Moglie figlia del Conte Amedeo di Savoja, de' Luoghi di Pianezza, Ciriè, tutta la Valle di Mathi, e Caselle, ed atteso che non poteva per allora rimettergli d.o Luogo di Caselle, dovesse godere quello di Verolengo, e ciò in aumento di Dote. 9. Xbre 1235. AST-C4: Corte, Paesi, Monferrato, Ducato di Monferrato, Ducato, m. 2, fasc. 4.: Convenzione dopo la mediazione di Amedeo di Savoia tra il Marchese di Monferrato Bonifacio e il Re Enrico di Sardegna legato del padre Federico II, ove si obbliga il marchese a deputare a Guidone Mavado(?)di Cava, capitano e podestà di Chivasso, Luoghi tra cui Verolengo, e di dar assistenza all’imperatore nella guerra contro i ribelli Lombardi. 1246 gennaio 26. AST-C5: Corte, Paesi, Monferrato, Ducato di Monferrato, Ducato, m. 2, fasc. 6: Patti, e convenzioni tra Federico di Front Eletto, e Procuratore della Chiesa d'Ivrea di consenso, e volontà del Capitolo di detta Città, ed il Rè Carlo di Sicillia, per forma de' quali detto Vescovo, e Capitolo concede al detto Rè in feudo tutti li Castelli, e Luoghi, che il Marchese di Monferrato riconosceva in feudo dalla detta Mensa, e specialmente di quelli di Chivazzo, Castagnetto, Verolengo, e con tutte le loro dipendenze à condizione, che detto Rè li riconosca similmente in feudo dalla detta Mensa paghi alla medesima un Censo annuo di L. 100. Tornesi, e presti ogni assistenza alla detta Chiesa per la conservazione degli altri suoi feudi, e Beni, e Massime contro detto Marchese di Monferrato delli 31. Luglio 1271. AST-C6: Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e per B, m. 26, Chivasso, fascc.1-2: Transazioni tra le comunità di Chivasso, Verolengo e la divisione dei loro rispettivi territori: nel territorio di Campanea in posse et fini Chivasso, arbitrato a cura di Pietro Rainerio, Ughetto e Bertolino fratelli di Mazzadio dei conti di Valperga, nec non domino Oddone de Caprilio di Chivasso giurisperito e sindaco del comune di Chivasso. Iacobino di Brosolo abitante in Chivasso eletto come arbitro in merito alla disputa con gli abitanti di Massaio che avevano beni sul confine. 1304 luglio 2. AST-C7: Corte, Paesi, Saluzzo, Marchesato, Cat.IV, m. 1, fasc.18: Convenzione tra il Marchese Manfredo di Saluzzo, e Federico suo figliuolo, ed Filippo di Savoia Prencipe d'Achaja, per le rispettive prettenzioni sovra il Mrchesato di Monferrato, che vivendo teneva il Marchese Guglielmo, e Gio. suo figliuolo, per quale è stato convenuto, che venendosi a conseguire, il medesimo si debbi dividere quelle come segue. P.o che spetti al detto Prencipe Chivasso, Verolengo, e le altre terre di quà dal Pò, e Dora Baltea, e quelli di San Raffele, Castagnetto, Bossolino, Castiglione, e Cordova, ed ogni altra terra di detto Marchesato debbino spettare al detto Marchese Manfredo, e Federico suo figliuolo, coll'approvazione, e Rattificanza di tal Convenzione fatta dal detto Federico di Saluzzo delli 18.Aprile detto anno, delli 30 Marzo 1314 AST-C8: Corte, Paesi, Monferrato, Materie economiche, m.8, fasc.1: Sentenza dei delegati dal marchese Teodoro di Monferrato contro diverse comunità ivi nominare per aver trasgredito agli ordini di detto marchese, 1314. AST-C9: Corte, Paesi, Monferrato, Ducato di Monferrato, Ducato, m.3, fasc.14: compromesso con sentenza offerta dal Conte Aimone di Savoia, arbitro eletto da Giacomo di Savoia, principe d’Achaia e Giovanni marchese di Monferrato per metter fine alle dispute già in corso tra i loro genitori: Filippo di Savoia e Teodoro di Monferrato. Accordi: giuramenti dei sindaci delle terre e città di Torino, Moncalieri, Carignano, Villafranca, Vigone, Pinerolo, Pianezza, Fiano, Balangero, Gassino, Casale, Moncalvo, Monbello, Livorno, Trino, Verolengo, Chivasso, Brianzè e Caluso. Lo stesso giuramento di pace avvenga tra i castellani, vicari e rettori dei luoghi e trenta dei nobili di detto principe e detto marchese, tenuti a pagare una cauzione di 30 fiorini di denari in caso di inadempienza. Che i castelli, luoghi e feudi di Leinì, Druent, Settimo e La Rocca debbano stare per dieci anni in cauzione al conte Aimone Settimo e La Rocca devono essere posseduti indiviso tra marchese e principe. 1341 febbraio 5. AST-C10: Corte. Paesi, Asti, m.17, Monteu da Po, fasc.4: Investitura concessa dal M.se Gio. Giac.o di Monferr.o à favore di Pietro de Spagnolio detto Planta Proc.re d'Ant.o suo Padre, e Dom.co et Ant.o fr.li de Spagnolio, e Gulielmo detto Rosso abitanti in Verolengo delle parti, e porzioni spettantigli nel Castello, Luogo, e giurid.ne di Lauriano Piazzo, e Monteu da Po alla forma delle preced.ti 21. Ap.le 1419. AST-C 11: Corte, Paesi, Monferrato, Ducato di Monferrato, Ducato, m. 15, fasc.1: ATTI di possesso dato dà Ludovico Tizzone Cancelliere del Marchese Gioanni Giacomo di Monferrato, ed Aymonetto di Brosso Commissaro Deputato da Ludovico di Savoja Primo Genito, e Luogotenente Generale del Duca Amedeo di Savoja, in esecuzione della Donazione delli 27. Gennajo detto Anno de' Luoghi di Verolengo, Volpiano, Trino, Livorno, Bianzè, Fontanetto, Pallazuolo, Villanova, Tricero, e Morano, con Successiva restituzione de' medesimi al Marchese Gioanni di Monferrato Figlio P.mo genito del detto Marchese Gioanni Giacomo à tenor dell'Infeudaz.ne à questo Concessa dal detto Principe di Piemonte delli 30 Gennaio - 2 Febbraro 1435. AST-C11: Corte, Paesi, Provincia di Torino, m.30, Verolengo, fasc.1: PERMISSIONE accordata dal Marchese Gio. Giacomo di Monferrato alla Co.ità di Verolengo et a Mastro Gio. Fabano d'Aglié e suoi figl.i abitanti in d.o luogo di costruer un Molino à tré Ruote sovra la Bealera che discorre dalli Molini di Chivasso e sovra la Campagna di Quareto nelle fini di d.o Luogo di Verolengo ove si dice al Gerbo. 12. Giugno 1440 AST-C12: Corte, Materie ecclesiastiche, Benefizi di qua da’ monti, m. 17, Lu, Prevostura di San Giovanni di Medilliano, fasc. 1: Vendita fatta dal Protonotario Apostolico Teodoro di Monferrato figlio del Marchese Gio. a favore del Prevosto della Chiesa di San Gio. di Medigliano nel Territorio di Lù d'una pezza prato di g.te 25. circa nelle fini di Verolengo luogo detto l'Alborea allodiale per il prezzo di ducati 300 d'oro. 13 Xmbre 1454. AST-C13 : Corte, Paesi, Monferrato, Protocolli, Guiscardo 1483-91, m.6. AST-C14: Corte, Paesi, Monferrato, Ducato, Ducato, m.2, fasc.52. Infeudazione fatta dal March.e Gio. Giorgio di Monferrato a favore d'Urbano Giustiniani del Castello, Luogo, giurisd.ne, Beni, e Redditi di Verolengo. 7. Agosto. 1531 AST-C15: Corte, Paesi, Monferrato, Protocolli Monferrato, Squarcia m. 33 [1531 agosto 7]. AST-C16: Corte, Paesi, Monferrato, Ducato, Ducato, m. 11, fasc. 8. Atti seguiti li Delegati Cesarei nella Causa del Marchesato di Monferrato contro Urbano Giustiniani pretendente venir reintegrato nel feudo di Verolengo. 1536. AST-C17 : Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m. 44, Landoglio, fasc.1. VENDITA fatta da Tomaso Cocastello fu Ludovico, e Giovanni Mattia fu Giovanni Cocastello de' Gentiluomini di Montiglio, col beneplacito del Vescovo di Vercelli, à favore di Princivalle, e Giovanni Maria fratelli Calori Consignori di Vignale, del Feudo, Giurisdizione, e Territorio di Landoglio esistente ne' Confini di Verrua, Cavagnolo, Verolengo, e la Dora, con tutti li Beni, e ragioni dal detto feudo dipendenti, frà quali della facoltà di condurre una Roggia fuori di detto Territorio dalli Fontanili esistenti sulle fini di Verolengo, e della ragione del Transito, e passaggio sopra la Dora, ed esazione degli Emolumenti per il Transito suddetto con nave, e porto, per essi, e loro Discendenti maschj, e femine in infinito, mediante il prezzo di Scudi Mille del Sole. Il tutto però mediante l'approvazione del Vescovo suddetto, e della Sede Appostolica. 28. ottobre 1550 AST-C18: Corte, Paesi, Provinvia di Torino, m. 30, Verolengo,fasc. 3: Restituzione fatta d'ordine di S.M.X.ma à Margherita e Gulielmo Duchi di Mantova, e Marchesi di Monferrato del Luogo, Giurid.ne e redditi di Verolengo à tenor della Capitulazione della Pace frà essi stabilita. 9. Agosto 1559. AST-C19: Corte, Paesi, Provinvia di Torino, m. 30, Verolengo,fasc. 4: Giuramento di fedeltà prestata dà diversi particolari forastieri abitanti nel Luogo di Verolengo alla Duchessa Marg.ta e Duca Gulielmo di Mantova e Monferrato. 3 novembre 1559. AST-C20: Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m. 66, Verolengo, fasc. 5: Procura di Fabiano fu Urbano Giustiniani per rapportare l'Investitura delle porzioni spettantigli nel Feudo di Verolengo. 13 aprile 1561. AST-C21: Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m. 66, Trino, fasc. 4: Pareri sopra diversi affari, e singolarmente sopra il Riscatto di Trino, e la retrovendita da farsene dagli Adda, e sopra la Supplica di Federico S. Giorgio per la fortificazione di Verolengo, e per la Vendita del suo Castello. 1562 a 1564. AST-C22: Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m. 66, Verolengo, fasc.6: Procura della Comunità di Verolengo per prestare cauzione per la Custodia del Presidio del d.o Luogo a nome del Duca di Mantova, e Monferrato. 28. Marzo 1563. AST-C23: Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m.66, Verolengo, fasc. 7: Obbligazione passata dalla Comunità di Verolengo di custodire il Luogo di Verolengo a nome di Margarita, e Guglielmo Duchi di Mantova, e Monferrato. 30. Marzo 1563. AST-C24: Corte, Paesi, Monferrato, Materie economiche e altre, Criminali, m. 10 fasc. 3: PROCESSO Contro Varj Banditi di Casale, li quali avevano tentato di occupare la fortezza di Verolengo. 1569 AST-C25: Corte, Paesi, Monferrato, Materie economiche e altre, Ebrei, m. 12, fasc. 11: LETTERE del Cardinale Enrico Caetano Camerlengo di S.S.ta, per cui alla Supplicazione di Varj Ebrej tollerandosi nel Ducato di Monferrato viene a medesimi respettivamente permesso di tenere banchi Feneratizi ne' Luoghi di Volpiano, Ponzone, Lù, Borgo S.Martino, Favria, Monastero, Rivalta, Villanova, Verolengo, Strevi, e Tonco pendente il rispettivo tempo ivi specificato. 1589 in 1594 AST-C26: Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m. 66, Verolengo, fasc. 8: Memoriale della Comunità, e Uomini di Verolengo per ottenere dal Duca di Monferrato la confermazione del Mercato, ed altri privilegj ivi specificati, e relazione del Senato. 17. 9bre 1594. AST-C27: Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, m. 66, Verolengo, fasc. 9: Relazione del Maestrato sulla Supplica del Dottore Orazio Galloni di poter ricostrurre un Molino di due Ruote, con Pista da Canapa nel Luogo detto la Torre Territorio di Verolengo. 29. 9bre 1594. AST-C28: Corte, Materie politiche per rapporto all’estero, Diplomi imperiali, m.20.2, fasc.2: Diploma dell'Imperatore Ferdinando II. d'investitura a favore del Duca Vittorio Amedeo I. della parte del Monferrato pervenutagli in vigore del Trattato di Cherasco, e Capitolazione di Ratisbona consistente nelle seguenti Città, e Terre, e questa per se, e suoi discendenti, e Successori Maschj Legitimi, e per gli Agnati trasversali, e Loro Discend.ti maschj succedenti nel Ducato; e questi mancando per le femine in feudo nobile, antico, avito, e paterno alla forma delle precedenti investiture concedute a' Marchesi, e Duchi di Monferrato. Trino, Tricero, Palazzuolo, Marcenasco, Caluso, Candia, Rivara, Forno di Rivara, Rocca di Corio, Piazzo, Marcorengo, Tonengo, Barolo, Bosia, Grinzane, Fontanetto, Bianzé, Carpenetto, Livorno, Saluggia, Verolengo, Rondizzone, Volpiano, Foglizzo, Barone, Cuceglio, Orio, Lusiglié, Montalenghe, Cicogno, S. Giorgio, Favria, Levone, Buzano, Corio, Brusasco, Cavagnolo, Monteu, S. Sebastiano, Lavriano, Castagnetto, S. Raffaele, Cimena, Castiglione, Cordova, Sciolze, Bussolino, Cinzano, Moncucco, Vergnano, Pogliano, Mondonio, Berzano, Albugnano, Pino, Isola, S. Damiano, Guarene, Cigliero, Roccacigliero, Somano, Verduno, Perno, Borgomale, Benevello, Roddi, Rodello, Gottasecca, Camerana, Camo, Diano, Alba, Montelupo, e Barbaresco. 17 Agosto 1632. AST-C29: Corte, Paesi, Paesi per A e B, m. 7, Livorno Ferraris, fasc. 2: Atti di lite pertinenti il R. Senato fra il fra Vincenzo Ancarani possessore della Commenda di S. Giovanni di Verolengo dell'Ordine Gerosolimitano contro la Comunità di Livorno per fatto di provvedimenti contro le opere di fatto fattesi da dette Comunità impeditive al corso dell'acqua nei beni dipendenti da Commenda, situati sulle fini di Livorno". 19 aprile 1732. AST-C30: Corte, Paesi, Paesi per A e B, m. 15, fasc. 2, Bianzè: Convenzione tra la comunità e la Commenda di S. Giovanni di Verolengo per questioni di acque 25 maggio 1732. AST-C31: Corte, Benefizi di qua da’ monti, m.12, di 2a addizione, n. 1, Minuta dello stato de’ benefizi ecclesiastici esistenti tanto nella città, e territorio di Torino, quanto nelle altre città e luoghi della medesima provincia, 1762. AST-C32: Corte, Materie ecclesiastiche, Benefizi di qua da’ monti, m. 5, Verolengo Parrocchiale, fasc. 1, Parere, ed altre Scritture sulla domanda fatta dalla Com.unità di Verolengo, acciò venisse dalla Sagra Religione di Malta fatto un nuovo aumento di Congrua al Vicario, o sia Paroco d'esso luogo 1778. AST-C33: Corte, Paesi, Paesi per A e B, m.4, Lauriano, fasc.3: Parere del procuratore Generale del 1780; ed altro del medesimo del 1790 sulle istanze fatte dalla comunità di Lavriano per la conferma della concessione del porto sul Po tra Lavriano e Verolengo. 1780 e 1790.
 
Bibliografia
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Descrizione Comune
Verolengo
Nel corso dei secoli diversi sono stati i mutamenti territoriali presso Verolengo, alcuni dovuti alla riorganizzazione della maglia comunale piemontese e alle dinamiche insediative dei suoi abitanti, altri dovuti a fattori ambientali. In quanto comune di pianura nell’area fluviale del Po risente della presenza di numerosi canali e aree golenali che nel corso dei secoli hanno favorito lo spostamento naturale dei confini comunali meridionali: come quello verso Monteu presso la località di Quareto, acquistata dalla comunità nel XV secolo dai signori di Monteu Po e ottenuta in piena giurisdizione dopo il 1440, salvo alcuni diritti feudali ancora di spettanza della mensa eporediese [CLUC, fasc. Verolengo]. L’acquisizione delle località di Busignetto e Benne, tra XIV e XV secolo, e la formazione, nel 1921, del nuovo comune di Torrrazza Piemonte segnano le tappe di espansione e di contrazione dell’area comunale di carattere istituzionale, ma sono diversi anche i mutamenti confinari e di impiego dei suoli nella parte meridionale del comune dove più intensa era l’azione erosiva delle acque del Po e dove la canalizzazione dell’area portò a diversi interventi sul territorio. Nel corso dei secoli il territorio afferente alla comunità di Verolengo si è ampliato, usufruendo degli acquisti di particolari soprattutto per quanto riguarda le località di Busignetto e del Quarino [CLUC, fasc. Verolengo; AC Verolengo, Carte antiche, fald.1, c.15: Acquisto da parte della comunità di Verolengo della cascina dei Quarini, 1470 marzo 20]. Gli interventi sul territorio ad opera degli abitanti di Verolengo sono attestati come iniziative spesso isolate di privati cittadini, talvolta anche di forensi patrimonialmente presenti sul territorio, che avviano attività di sfruttamento delle risorse naturali: con la costruzione di mulini, l’acquisto di territori da membri di altre comunità, la gestione del porto fluviale - quello di San Sebastiano (1495) conteso con l’altra comunità [AC Verolengo 3, c. 24]. A definire il territorio, a tutelarne l’espansione e a garantire una certa autonomia giurisdizionale alla comunità e ai residenti sono principalmente i marchesi di Monferrato, prima, e i duchi di Mantova in seguito. La sovrapposizione di giurisdizioni differenti, vissuta nel corso del medioevo, viene presto superata su iniziativa della stessa comunità di Verolengo che si emancipa dalla presenza del vescovo di Ivrea per appoggiarsi alle strutture del nascente principato monferrino, aderendo al Parlamento del Monferrato, e garantendo, in nome dei marchesi, la tutela del presidio militare, delle strade e del porto fluviale per il transito di uomini, merci ed eserciti. La registrazione catastale tardiva, rispetto agli strumenti statutari di cui si dota la comunità locale, e le continue registrazioni presso gli archivi chivassesi insieme ad altri comuni limitrofi [AC Chivasso, 5] suggerisce una dipedenza parziale a livello fiscale e amministriativo degli abitanti di Verolengo dal centro di Chivasso, che istituzionalmente ha sempre svolto una funzione di referente preferenziale per Verolengo. Mentre nella parte meridionale del comune sono i corsi d'acqua ad aver orientato mutamenti territoriali e la ridefinizioni dei confini nel corso dei secoli, a nord, Verolengo ha perso segmenti rilevanti del proprio territorio a seguito della riorganizzazione delle amminitrazioni comunali in epoca fascista (1923): dalla separazione delle frazioni di Torrazza e di Borgoreggio è nato il comune di Torrazza Piemonte [Vigliano 1969]. Il censimento del 2001 non citatava tra i nuclei abitativi del comune la località di Benne, attestata nell’area e una volta definita del Quarino (a sud del centro di Arborea), che negli ultimi anni ha visto un ampliamento dell’insediamento residenziale per la sua posizione sulla statale Torino-Casale Monferrato ed è definita come uno dei centri «storicamente riconosciuti» dagli attuali Statuti comunali [Statuti comunali di Verolengo, Titolo I, art.4/1]. Interessante, ma ancora da approfondire, è il rapporto esistente - nel corso dell’età moderna - tra forestieri residenti a Verolengo e i componenti della sua comunità, per quanto riguarda i diritti di gestione e usufrutto dei beni comuni o delle strutture di servizio da questi allestite sul territorio comunale [AC Verolengo 3, c. 22, Supplica di alcuni forestieri abitanti in Verolengo per mantenere la residenza in detto luogo, 1559 novembre 3]. Le aree del territorio comunale che in passato hanno subito maggiori tensioni e trasformazioni sono quelle vicine al Po, legate allo sfruttamento delle risorse naturali e dei diritti di transito sulle acque contese e condivise tra la comunità i feudatari locali o i comuni limitrofi (come Lauriano). L’area meridionale del territorio subisce nel corso dei secoli diversi mutamenti a causa delle trasformazioni idrogeologiche del Po e vengono avviate iniziative congiunte tra Verolengo le altre “comunità fluviali” per ovviare ai problemi di demarcazione e sfruttamento di un terreno così mutevole [v. Mutamenti territoriali].