Frabosa Soprana

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo.
Area storica
Monregalese.
Abitanti
1038 (ISTAT l991).
Estensione
4800 ha (ISTAT l991).
Confini
A ovest e a nord Frabosa Sottana, a est Montaldo e Roburent, a sud Ormea, Magliano Alpi e Monastero Vasco (isola amministrativa).
Frazioni
Bassi, Corsaglia, Serro, Fontane, Lanza Serro, Mondagnola, Seccata, S. Martino, Forneri, Bossea e Straluzzo. Vedi mappa.
Toponimo storico
«Freabusia» - «Freabosia». (cfr. Frabosa Sottana).
Diocesi
Frabosa Soprana fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando viene assegnata alla nuova diocesi di Mondovì.
Pieve
«Plebs [prepositura] Morotii»; il Registrum del 1345 ricorda una chiesa sola «de Freaboza», senza titolo (Conterno 1988, p. 28).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia di S. Giovanni Battista, fondata intorno al 1500. Cappella di S. Atanasio, vicaria curata dei Lanza (1955). Parrocchia della Santissima Anntinziata, in frazione Mondagnola, fondata nel 1918, ma con registri di battesimo dal 1667, unita «aeque principaliter» con Frabosa Sottana. Parrocchia di S. Giacomo e Filippo, in frazione Serro, fondata nel 1593. Oratorio della confraternita dei Disciplinati di S. Pietro e S. Paolo. Cappella della Visitazione. Parrocchia di S. Maria della Neve, in frazione Corsaglia, fondata nel 1606. Cappella di Maria Assunta e S. Rocco. Parrocchia di S. Bartolomeo in frazione Fontane, fondata nel 1749 (Diocesi di Mondovì 1978, pp. 61 e 71-72).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Nessuno
Comunità, origine, funzionamento
Molto tarda l’attestazione di una comunità di Frabosa Soprana. Fino al 1595 il luogo faceva tutt’uno con Frabosa Sottana, strutturato secondo due nuclei principali, la Villa (o Vira), Serro e Mondagnola – che costituivano la borgata soprana – e la Frabosa dei Mulini, ora Frabosa Sottana. Il capoluogo era considerato la Villa, dove si riunivano gli organismi comunitari: nel Seicento Frabosa Soprana è ancora detta «delle tre contrade» (AC Frabosa Soprana, richiesta di riunione della comunità a Mondovì [27 aprile 1682]).
Statuti
Non noti. Regolamento di polizia urbana e rurale del 1855; a stampa, Rossi, Mondovì 1857 e modificazioni del 1861.
Catasti
Catasto antico, descrittivo, non figurato del 1787 composto da 3 volumi; Catasto ottocentesco e Libro dei trasporti;Catasto 1896 -1903.
Ordinati
Dal 1666 al 1675; poi 1726-1730; 1762-1771; 1765-1786.
Dipendenze nel Medioevo
Frabosa rientra nel comitato di Bredulo, ed è posseduta dal vescovo di Asti senza la mediazione di signori locali. Compresa nel distretto monregalese come villa convenzionata, è retta da un vicario.
Feudo
Insieme con Frabosa Sottana viene infeudata ai Pallavicino nel 1620; la famiglia mantiene l’investitura fino al 1824.
Mutamenti di distrettuazione
L'appartenenza al distretto di Mondovì è oggetto di contestazione alla fine del secolo XVI: a seguito della divisione del 1595 la comunità viene considerata esclusa dall’unità amministrativo-fiscale costituita con Mondovì. Il 4 luglio 1631 Frabosa Soprana e Frabosa Sottana insieme chiedono la riammissione. Successivamente, deve essere seguita una nuova separazione; o la richiesta non deve aver avuto effetto, perché, il 27 aprile 1682, la domanda viene ripetuta, insieme con Roburent.
La comunità diventa autonoma il 5 settembre 1698 (AC Frabosa Soprana, m. 11, copia della divisione del distretto).
Mutamenti Territoriali
Non vi sono mutamenti territoriali. Nel 1924 i «particolari» della frazione S. Martìno chiedono l’aggregazione al comune di Frabosa Sottana ma la cosa non ha seguito (AC Frabosa Sottana, Cat. I, Comune e amministrazione, m. 16, fasc. 2).
Comunanze
La divisione del 1698 assegna a Frabosa Soprana le Alpi Chiallanza, Merdenzone e Zucco; tuttavia, per un errore nella formazione dei catasti settecenteschi, vengono considerate come facenti parte del territorio comunale anche la Balma e Sarle, di proprietà del comune di Monastero Vasco. Un’area boschiva denominata regione del Ciabra Fantino, Castelmagno, Ciglietto e Munari «da tempo immemorabile» è di uso esclusivo dei particolari di Fontane, che nel 1838 si ribellano nei confronti del comune per la ventilata intenzione di metterla all’incanto e farvi tagliare gli alberi di faggio. La sentenza senatoria, in appello, diede loro ragione. (AC Frabosa Soprana, Liti, cause e transazioni, mm. 12 e 17). Un’altra lite per l’uso di beni comuni nella regione Voram e Chioma viene intentata dalle comunità di Montaldo e Monastero nel 1842 (AC Frabosa Soprana, Liti, m. 17).
Liti Territoriali
Nell’archivio comunale di Frabosa Sottana sono conservati gli atti della lite con Frabosa Soprana in occasione della divisione (1595), inconsultabili per le pessime condizioni in cui si trovano. Se si escludono le liti con Monastero, l’unica causa è quella con Ormea (1870-1873) sui termini divisori della boscaglia Romasso (Ormea) e le Lose (Frabosa Soprana). Mentre nel XIX secolo si rintracciano una serie di cause tra il comune e diversi particolari per proprietà private registrate sugli antichi limiti dei beni demaniali. Così la selva in regione Pianfea, dove la proprietà dei fratelli Ghirardo determina i nuovi confini; ancora la proprietà del cavalier Odetti, che con l’appoggio del comune di Frabosa soprana, si appropria del tratto di selva del lotto di Roncasso, su cui la comunità di Ormea esercitava gli usi civici di legnatico. Allo stesso modo per la proprietà di Sappa Caterina, che va a ridisegnare il confine con Garessio in regione Barchi (AC Ormea, Cat. V, fasc. 5 [1893-1895]).
Fonti
A.C.F.  (Archivio Storico del Comune di Frabosa Soprana).
A.C.F.,: richiesta di riunione della comunità a Mondovì, 27 aprile 1682; m. 11, copia della divisione del distretto; Liti, cause e transazioni, mm. 12 e 17. AC Frabosa

A.C.F.S.  (Archivio Storico del Comune di Frabosa Sottana)
A.C.F.S., Cat. I, Comune e amministrazione, m. 16, fasc. 2.

A.C.M.  (Archivio Storico del Comune di Mondovì).
A.C.M., Cat. IV, Atti e contratti, m. I, fasc. 28 e m. II, fasc. 48.
A.C.M., Cat. XXIII, Liti, cause, m. II, fasc. 5 (1569-1682).

A.C.O. (Archivio Storico del Comune di Ormea).
A.C.O., Cat. V, fasc. 5 (1893-1895).
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Controllo Generale di Finanze, Tipi annessi alle patenti secolo XVIII, Ellero, fiume, Mazzo 76, Fiume Ellero, fini di Frabosa Soprana (Data: 26/08/1774) [Autore disegno originale: Rocchietti Giovanni Michele]. Vedi mappa.
Bibliografia
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, VI, Torino 1840, pp. 859-863.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì: le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario 1388-1988, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Morozzo della Rocca, Le storie dell’antica Città del Monteregale ora Mondovì in Piemonte, Mondovì 1894-1907, voll. I-III.
 
Descrizione Comune
Frabosa Soprana
     Per il periodo medievale non abbiamo elementi sicuri in merito alla formazione territoriale. Dobbiamo perciò considerare nel loro complesso l’evolversi della storia di Frabosa Soprana e quella di Frabosa Sottana a partire dallo scorcio del secolo XVI, quando la spinta autonomistica e le rivendicazioni sul territorio possono contribuire a fare un po’ di luce.
     Gli attuali confini sono il risultato di un processo, imposto dall’alto dai delegati del duca nel 1698, che non tiene conto di vicende plurisecolari legate allo sfruttamento dei pascoli e alla commercializzazione del legname, né dell’evoluzione dei vari nuclei abitati, la cui caratteristica più evidente è la discontinuità. Oltre infatti ai tre quartieri della Vira – o Villa – del Serro e di Mondagliola, costituenti la contrada soprana, e dei Mulini, costituenti la contrada sottana, essa si sviluppa per una buona parte in Valle Corsaglia, la cui omonima frazione è divisa in due dal torrente, che segna l’anacronistico confine tra i comuni di Frabosa Soprana e Montaldo. Ultima e lontana appendice è Fontane, nell’alta valle, centro dell’isola linguistica del Kyè. Il territorio gravita dunque intorno alle valli del Maudagna e del Corsaglia, non senza sconfinamenti nella valle dell’Ellero, come dimostrano le vicende legate allo sfruttamento di beni comuni dislocati a Prea, Norea e Baracco.
Il 29 novembre 1585 viene stipulata un’importante convenzione tra Mondovì e Frabosa, in base alla quale tutti i beni stabili acquistati fino al 1574 sull’uno o sull’altro finaggio devono essere registrati a catasto sulla base dell’appartenenza alla comunità degli abitanti, senza tenere conto quindi del territorio: se comprati da uomini di Mondovì, i beni sono registrati a Mondovì, se da uomini di Frabosa a Frabosa. Viene volutamente lasciata fuori la questione dei beni comuni usurpati in Val Ellero, perché la città vuole recuperarli. Frabosa non osserva questa clausola e registra nel suo catasto, una volta avvenuta la divisione, i beni di molti «particolari» di Prea, Baracco e Norea, che Mondovì considera beni comuni usurpati (AC Mondovì, Cat. XXIII, Liti, cause, m. II, fasc. 5 [1569-1682]). È in atto un massiccio attacco alla ricchezza di boschi della valle, a cui si indirizzano soprattutto uomini di Frabosa che si stabiliscono nei luoghi di disboscamento e danno vita ai villaggi di Prea, Norea, Baracco e Rastello.
Contro di essi è diretto un ordine di Carlo Emanuele I di sospendere immediatamente il selvaggio taglio dei boschi, gli incendi e la messa a coltura di nuovi terreni (30 agosto 1606). Non decisivi in tal senso risultano gli accordi del 1597 e del 1601; è da notare che la città di Mondovì tratta direttamente con gli «huomini della Valle d’ Elere» e riesce in questo modo a strappare la dichiarazione che essi appartengono al finaggio della città, a cui sono tenuti a pagare i carichi fiscali, e in aggiunta un canone per ogni giornata di terra coltiva o di bosco, con facoltà di riscattare il pagamento versando il prezzo delle terre usurpate.
Vengono delimitati i confini e Mondovì concede 25 giornate di beni comuni non ancora toccati dall’opera di disboscamento perché gli uomini della valle possano costruirsi una chiesa e mantenere un sacerdote per i loro bisogni spirituali. Le cascine costruite su suolo pubblico poste al di fuori dei confini stabiliti non potranno essere ampliate e i «particolari» dovranno pagare la ricognizione e le taglie alla città per i beni goduti dal 1554, ben inteso sospendendo qualsiasi nuovo ampliamento della zona usurpata (AC Mondovì, Cat. IV, Atti e contratti, m. I, fasc. 28 e m. II, fasc. 48).
Gli esiti della divisione delle due Frabose e dell’acquisita autonomia da Mondovì (ma nei documenti la città le intende sempre come facenti parte del suo distretto), si rivelano, a inizio Seicento, per l’imposizione degli alloggiamenti militari, che Villanova, sostenuta da Mondovì, impone agli abitanti delle cascine di Pianvignale, Alma e Riosecco. Questi sostengono di far parte della comunità di Frabosa dei Mulini, nel cui consiglio essi entrano come consiglieri, potendo anche essere eletti sindaci, oltre a dipendere dalla parrocchia di S. Giorgio «nello spirituale».
La città ottiene diverse sentenze favorevoli, ma la lite si trascina per lunghi anni, nonostante che Pianvignale, Alma e Riosecco vengano dichiarate appartenenti al territorio di Villanova, unita con Mondovì. Un alleato nuovo, ma interessato, si schiera a fianco di Frabosa Sottana nel 1620: è il marchese Adalberto Pallavicino, a cui le due comunità sono state infeudate. È forse grazie al suo peso politico che la questione non viene definita nel senso voluto da Mondovì, ma anche contro gli interessi delle due Frabose, che nel luglio 1631 chiedono, quasi con tono di supplica, di essere unite ad essa
a soldo e livra come sono le altre ville, roatte d’essa città, rimostrando essa Unione più tosto utile che dannosa alla Città, atteso che oltr’il loro registro, e rediti pubblici corrispondenti a proporzione a quelli d’essa Città che avrebbero rimesso grandissima quantità di montagne piene di pascoli e di bosco di fago, di sappo, e di Meizello, et altri beni loro pubblici, utili, e necessari alla Città.
Mondovì fa svolgere una ricognizione nel finaggio e nei boschi prima di acconsentire all’unione, che non tronca comunque le liti, nonostante che le due comunità di Frabosa rinuncino per sempre a qualsiasi pretesa sul registro della valle Ellero in cambio di una altrettanto formale rinuncia della città su quello di Pianvignale, Alma e Riosecco. La richiesta di unione viene ribadita il 27 aprile 1682, in circostanze ben più drammatiche, con una intera area tra montagna e pianura in fermento per la ribellione contro la gabella del sale. Lo smembramento del distretto, successivo alla ribellione, rimette in discussione il problema dei confini, sopisce le vecchie questioni, ma ne apre di nuove per l’attribuzione dei pascoli comuni. Negli anni 1891-1896 la Commissione censuaria procede a delimitare il territorio comunale di Frabosa Soprana e di Frabosa Sottana in contraddittorio con le comunità confinanti (AC Frabosa Soprana e Sottana).