Costa Vescovato

AutoriLeggero, Roberto
Anno Compilazione2002
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Alessandria.
Area storica
Vescovato.
Abitanti
347 (2001).
Estensione
774 ha.
Confini
A nord Villaromagnano, Cerreto Grue e Montegioco, a est Avolasca, a sud Castellania, a sud-ovest Carezzano, a ovest Paderna.
Frazioni
Costa, Montale Celli, Sarizzola.
Toponimo storico
«Costa» compare per la prima volta nella documentazione il 22 maggio 1187 (Goggi 1973, p. 151). Nel 1863 venne aggiunto il determinante Vescovato che allude, naturalmente, alla lunga permanenza del comune nell’enclave dell’ordinario diocesano di Tortona.
Diocesi
Tortona. La diocesi di Tortona, nel corso del XIX secolo, fu soppressa per alcuni anni. Nel 1803 la diocesi veniva eliminata e conferita a quella di Alessandria (costituita ex novo nel XII secolo durante la lotta contro Federico I e a cui Tortona aveva dovuto cedere una parte dell’antico distretto ecclesiastico). Nel 1805, però, la diocesi di Alessandria (e dunque anche quella di Tortona) passava alla sede episcopale di Casale. Nel 1817, infine, «previo accordo» con Vittorio Emanuele III, papa Pio VII ricostituì la diocesi di Tortona, distaccandola dalla provincia ecclesiastica di Milano e inserendola in quella di Genova (Goggi 1973).
Pieve
Costa Vescovato faceva parte della pieve di Montale Celli (oggi frazione del comune), S. Maria Celebris, già citata nella documentazione altomedievale (Goggi 1973, p. 151).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Chiesa parrocchiale dedicata a S. Martino a Costa Vescovato. Nel catalogo delle parrocchie del 1523 la chiesa di S. Martino di Costa Vescovato è indicata come dipendenza dell’abbazia di S. Giovanni di Garbagna; parrocchiale dell’Assunzione della Beata Vergine a Montale Celli e parrocchiale dei SS. Fabiano e Sebastiano a Sarizzola (Guida di Tortona 1977, pp. 258-259).
Assetto Insediativo
Come rivela il nome Costa Vescovato è collocato lungo la dorsale collinare che degrada verso la valle del torrente Ossona e la divide da quella del suo affluente Cornegliasca. Costa Vescovato si trova a 12 Km da Tortona e a 33 Km da Alessandria; il suo territorio ha un’altezza media di 305 metri (Guida di Tortona 1977, p. 257).
Luoghi Scomparsi
Nessuna notizia.
Comunità, origine, funzionamento
Anche Costa disponeva, come ogni comunità del Vescovato, di un consiglio di credenza elettivo annuale composto, in genere, da tre consoli (Merloni 1993, p. 128). Secondo quanto afferma Merloni «per le questioni di interesse generale, riguardanti tutto il territorio dell’Episcopato o quando si trattava di difendere i diritti comuni minacciati, si riuniva in Carezzano o in altra località di quel dominio, un’assemblea generale dei credenziari. In quella sede, talvolta, veniva eletto un procuratore speciale nella persona di un uomo di legge, al quale veniva affidato l’incarico di trattare con la controparte nell’interesse del Vescovato» (Merloni 1993, p. 128). Una delle copie degli Statuti del Vescovato doveva essere conservata in Fossaghello, località fortificata, inserita oggi nel territorio comunale di Costa Vescovato (Guida di Tortona 1977, p. 259). Prima della peste del 1630 Costa aveva 40 fuochi, 30 nel 1647, 23 nel 1655 e 55 (corrispondenti a 259 anime), nel 1723. Sarizzola, allora comune indipendente e in seguito dipendente da Costa ne aveva 28 prima della peste, 30 nel 1647, 28 nel 1655, 33 (corrispondenti a 205 anime), nel 1723.
Statuti
Sono perduti gli statuti del Vescovato, dove peraltro si ricorreva non solo agli Statuti che regolavano l’intera enclave vescovile ma si utilizzavano anche quelli di Tortona per certe particolari procedure. Statuta civitatis Derthonae, Mediolani 1573; ACVTo, Volumi Privilegi-Statuti, nn. 6 e 9.
Catasti
ASM, Confini, Parti cedute, 11, fasc. Catastro del Perticato Ecclesiastico del Contado di Tortona estratto dall’Archivio della Regia Camera; molto interessante la vertenza che occorre, nel 1727, tra le «terre piccole» e le «terre grosse» (tra le quali era compreso il Vescovato) circa il problema del pagamento delle tasse relative al «censimento» da farsi (le terre piccole vogliono pagare per quota e quelle grosse per perticato (ASM, Confini, Parti cedute, 18, fasc. Inter diversas Communitates Comitatus Derthone super diversa methodo Repartiendi Impositionis). Interessanti sono anche i Processi di seconda stazione per il bobbiese il tortonese e il vigevanasco (ASM, Confini, Parti cedute, 31) che presentano un resoconto dei livelli e delle proprietà comuni, i censi pagati dalle comunità e le entrate dei «particolari» delle comunità stesse. Dalla documentazione risulta che nel 1723 Costa avesse nel catasto del comune «cinque o seicento pertiche di terra» per le quali pagava l’estimo benché fossero completamente incolte in quanto abbandonate dai proprietari (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Costa). Anche Sarizzola, alla stessa data, possedeva un Libro registro nel quale era indicato il perticato del territorio comunale (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Sarizzola).
     Catasto teresiano. [A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto teresiano, Allegato A. Mappe catastali teresiane, Circondario di Tortona, Mazzo (Portafoglio) 120/1, Mandamento di Villavernia, Costa]. Vedi mappa.
Ordinati

                

Dipendenze nel Medioevo
Costa era inserito nel territorio del Vescovato, comprendente quindici «terre» e dipendente direttamente dal vescovo di Tortona fin dal XII secolo. Nel XVIII secolo l’enclave passerà al Regio Patrimonio di Casa Savoia.
Feudo
Costa rimase pressoché ininterrottamente nelle mani dell’ordinario diocesano di Tortona fino al 1784 quando passò al Regio Patrimonio di casa Savoia dove rimase fino al 1795. In quell’anno Costa fu infeudata e venduta a Delfino Sobreri con il titolo di conte (Merloni 1989, p. 104).
Mutamenti di distrettuazione
Apparteneva al distretto territoriale del Vescovato (l’antica enclave, ricavata all’interno del contado urbano), sul quale il vescovo di Tortona esercitava l’alta signoria. Tale appartenenza rimase pressoché immutata nel corso del tempo tranne quando, tra il 1597 ed il 1613, Costa ed altre località del Vescovato vennero temporaneamente affidate al vescovo di Lodi, ritornando infine nella disponibilità dell’ordinario diocesano di Tortona. Soltanto nel XVIII secolo (9 gennaio 1784) il Vescovato, e Costa con esso, passerà al Regio Patrimonio di casa Savoia, essendo stato ceduto dal vescovo di Tortona, Carlo Maurizio Peiretti, contro il titolo di principe di Cambiò. Durante l’occupazione francese il comune si trovava inserito nel dipartimento di Genova. Vale la pena anche di ricordare gli avvenimenti violenti di cui fu protagonista Berruti, storico tortonese che compose una Cronaca di Tortona alla fine del XVI secolo. Il «Magior Magistrato» di Tortona venne infatti assalito dagli uomini di Costa, scampando fortuitamente alla morte con la sua scorta (tra i quali era anche Berruti). Per rappresaglia Costa venne occupata manu militari e i diritti del vescovo sul luogo revocati, benché la vicenda si complicasse per l’ovvia opposizione vescovile (Berruti 2001, pp. 201-203).
Mutamenti Territoriali
Sostanzialmente la formazione dell’attuale territorio comunale di Costa Vescovato dipende dall’assimilazione dei distretti vicani delle limitrofe località di Fossaghello, di Montale Celli e da quella del comune di Sarizzola Vescovato. Le prime due sono successive al Cinquecento, secolo nel quale Fossaghello risulta ancora unito a Cornigliasca (Berruti 2001, p. 121) mentre Montale Celli non è ancora accorpato a Costa come indica la presenza di un feudatario (Guida di Tortona 1977, p. 259): nel 1439, infatti, con l’autorizzazione dell’ordinario diocesano tortonese, era stato concesso in feudo, assieme ad altre terre del Vescovato, a Nicola Passalacqua figlio del fu Giovanni. Sarizzola Vescovato ebbe, in un certo senso, una storia indipendente da Costa Vescovato. Inserita anch’essa nel territorio sottoposto all’alta giurisdizione del vescovo tortonese, infatti, fino all’inizio del XIX secolo faceva ancora comune a sé. Per quanto riguarda la popolazione di Sarizzola si può osservare che tra il 1645 ed il 1723 essa rimane sostanzialmente stabile, passando da 186 «anime» per 30 fuochi (Goggi 1973, p. 372) a 205 «anime» distribuite tra 33 fuochi (Merloni 1993, p. 135). Tra il 1523 e il 1580 Costa Vescovato acquistò autonomia nell’amministrazione ecclesiastica da Montale Celli (Goggi 1973, p. 151) cui fece seguito l’incorporazione di quest’ultima nel territorio di Costa in qualità di frazione. L’accorpamento delle due località risulta già avvenuto nel 1723 dalle dichiarazioni dei testi circa i confini del comune, dalle quali non risultano né Fossaghello né Montale Celli (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Costa). Per quanto riguarda Sarizzola, invece, la località venne accorpata a Costa dopo la conclusione dell’età napoleonica.
Comunanze
Sia Costa Vescovato, sia Sarizzola, secondo quanto affermato dai rispettivi consoli nel 1723 durante un’ampia escussione di testi delle comunità del Tortonese, non possiedono beni comuni (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Costa e Sarizzola). È noto, però, che in età medievale si trovava nel territorio di Costa una miniera di zolfo i cui diritti di sfruttamento e di affitto a terzi erano detenuti dalla Mensa vescovile di Tortona (Guida di Tortona 1977, p. 258).
Liti Territoriali
Sia Costa Vescovato sia Sarizzola, secondo quanto affermato dai rispettivi consoli nel 1723, durante un’ampia escussione di testi delle comunità del Tortonese, non avevano liti aperte con altre comunità confinanti (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Costa e Sarizzola).
Fonti
Fonti edite
Berruti T., Cronaca di Tortona, a cura di S. Pagano, Tortona 2001.
Costa L., Chartarium dertonense, Torino 1814.
Il Chartarium Dertonense e altri documenti del Comune di Tortona (934-1346), a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1909 (BSSS 31).
Le carte dell’Archivio capitolare di Tortona (sec. IX-1220), a cura di F. Gabotto, V. Lege’, Pinerolo 1905 (BSSS 29).
Le carte dell’Archivio capitolare di Tortona (1221-1313), F. Gabotto, A. Colombo, V. Lege’, C. Patrucco, Pinerolo 1906 (BSSS 30).
Cronaca di Tortona, a cura di L. Costa, Torino 1814 (rist. anast. a cura di Rozzo U., Tortona 1986).
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Documenti per la storia di Tortona nell’età del comune, a cura di F. Gabotto, Torino 1922-1923 (BSSS 96/1 e 96/2).
 
Fonti inedite
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A.C.T., Volumi Documenti storici-civili, cart. A 109; Volumi Privilegi-Statuti, nn. 6 e 9; vol. XLVI, Proprietà fondiarie della Mensa in Dernice e Fabbrica; vol. LXX, Proprietà della Mensa in S. Agata, S. Alosio, S. Biagio, n. 1;
A.C.T., Sinodus Derthonae illustrissimi et reverendissimi D. D. Henrici Rampini de S. Alosio, Dei et apostolicae sedis gratia episcopi Derthonensis et comitis habita die XXX Maji, 1435.
A.S.M. (Archivio di Stato di Milano).
A.S.M., Autografi, cartt. 203, 209; Autografi Ecclesiastici, cart. 51, fasc. Tortona, c.10; Comuni, cart. 82; Confini, cart. 19; Feudi Camerali, cartt. 24, 152, 163, 168, 458, 483, 484, 485, 637; Feudi Imperiali, cartt. 347, 672, 732; Militari, P.A., cart. 382, 384, 385; Missive ducali, cartt. 13, 97, 107, 161; Registri ducali e Missive, Frammenti, cart. 1; Sforzesco, cartt. 768, 769, 771, 773, 774, 1185, 1394.
ASPv (Archivio di Stato di Pavia), Università, Rogiti Griffi, cartella 9, fasc. 1 (1395).
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
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A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Tortona 4 A VII Rosso, Mazzo 1, "Carta del Tortonese". Carta topografica del Tortonese. Fol. 1 Mss. senza data e senza sottoscrizione. (Note: Carta con timbro del Dépôt Général de la Guerre), s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto teresiano, Allegato A. Mappe catastali teresiane, Circondario di Tortona, Mazzo (Portafoglio) 120/1, Mandamento di Villavernia, Costa. Vedi mappa.
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Tonso-Pernigotti, Indice dei documenti tortonesi, manoscritto 926, conservato presso la Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Descrizione Comune

Costa Vescovato

     Prima di interrogarsi sulle trasformazioni del territorio comunale di Costa Vescovato è bene soffermarsi per un momento sui dati relativi all’estensione del territorio comunale disponibili per il secolo XVIII. Accanto al perticato del comune di Costa Vescovato, inoltre, occorrerà considerare anche quello del comune di Sarizzola Vescovato che, come si è visto, verrà accorpato a Costa Vescovato dopo il 1815.
     L’estensione del territorio di Costa Vescovato corrispondeva, (secondo Merloni che contrariamente al suo solito cita una serie di dati senza riferire con precisione la fonte ma che appaiono evidentemente derivati dalle frequenti informative del XVIII secolo), a 3894,1 pertiche e quello di Sarizzola a 3383,7 (Merloni 1993, pp. 131-132). Tali dati sono genericamente riferiti al XVIII secolo. La documentazione dell’Archivio di Stato di Milano però, ci avverte che l’estensione del territorio di Sarizzola nel 1723 era di 2830,2 pertiche (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Sarizzola).
     La stessa fonte ci informa che entrambe le comunità non avevano, in quell’anno, controversia di sorta con altri comuni per questioni di confine. Infine, i dati ricavabili dalla informativa sulla situazione del Vescovato trasmessa dall’arciprete di S. Agata Fossili alla curia episcopale nel 1742 ci dicono che il territorio di Costa ammontava a 3903,5 pertiche e quello di Sarizzola a 3385,7 (Bonavoglia, Canegallo 1988). Come si può rilevare esistono delle discrepanze, più o meno accentuate, tra i diversi dati imputabili, probabilmente sia ai metodi di rilevazione sia ad una imperfetta conoscenza dei confini. Sfortunatamente non è dato sapere in quali aree dei territori comunali insistevano tali differenze. Quello che è possibile rilevare, però è che il territorio dei comuni presi in considerazione, anche se con oscillazioni minime, sembra essere contrassegnato da una certa instabilità “fisiologica”.
     Dal punto di vista delle trasformazioni di più ampio momento, invece, occorre rilevare che gli accorpamenti di Fossaghello, Montale Celli e Sarizzola, seppure attuate in momenti diversi rimangono all’interno dei confini dell’antico Vescovato, secondo un andamento nord-ovest (Fossaghello, Montale Celli) e sud-est (Sarizzola) rispetto alla posizione centrale di Costa Vescovato. Sembrano molti e diversi i fattori che vanno presi in considerazione per comprendere la conformazione dell’attuale territorio di Costa Vescovato: la storia di tali luoghi che li connotava come appartenenti ad una enclave, il Vescovato, dominata dal vescovo di Tortona, la loro posizione geografica e topografica del tutto simile, e, per quanto riguarda Sarizzola le dimensioni del territorio pressoché identiche a quello di Costa. Inoltre Sarizzola e Costa presentavano, nel 1742, una quantità di prati (143/169 pertiche), orti (721/980) e vigne (1546/1576) pressoché identica, mentre differivano l’estensione dei boschi da taglio (maggiore a Costa 327 pertiche contro 194) e da frutto (assenti a Costa presenti a Sarizzola) e quella degli zerbidi e pascoli (645/888).
     Gli attori principali dell’accorpamento delle diverse località a Costa Vescovato, pur nell’incertezza derivante da una documentazione che non permette di fugare ogni dubbio, sembrerebbero essere la sede episcopale diocesana (per quanto riguarda Fossaghello e Montale Celli) e l’azione di riordino successiva all’età napoleonica promossa dai Savoia. In età fascista non si registrano interventi di accorpamento o di soppressione. Occorre comunque rimarcare il relativo ritardo di tali accorpamenti, a fronte di una stabilità secolare del territorio di Costa Vescovato (pur con quelle inevitabili minime oscillazioni di cui si è detto) ascrivibile, essenzialmente, alla stabilità istituzionale e politica dell’enclave episcopale in cui il comune era inserito.