Gottasecca

AutoriTigrino, Vittorio
Anno Compilazione1996
Provincia
Cuneo
Area storica
Langa storica. Vedi mappa.
Abitanti
201 (ISTAT 1991).
Estensione
13,48 Kmq (ISTAT 1991).
Confini
A nord Prunetto, a est Dego e Cairo Montenotte, a sud Castelletto Uzzone e Saliceto, a ovest Camerana e Monesiglio.
Frazioni
Valle (460 m slm, 43 ab.), oltre al capoluogo (710 m slm, 103 ab.); il censimento del 1991 segnala inoltre le località Cosana e Valle - quest'ultimo un evidente errore di trascrizione, in luogo di Villa, località in effetti esistente all'altitudine indicata (710 m.) - oltre a case sparse.Vedi mappa.
Toponimo storico
«Gauta sicca»; «Lavaniola» (o «Lovaniola que dicitur Gauta sicca»).
Diocesi
La parrocchiale di Gottasecca appartiene alla diocesi di Alba, da cui dipende dai secoli medievali la sua antica pieve; non è chiaro se nel periodo in cui la diocesi di Alba fu temporaneamente soppressa alla fine del secolo X, le pievi da lei dipendenti siano passate alla diocesi di Asti o se siano state divise fra le diocesi vicine di Acqui e Savona: i vescovi di Savona sono infatti beneficiari, grazie ad una donazione imperiale, di Gottasecca e di Valle, oltre che della stessa pieve, proprio in quegli anni (998-1014). Annessa alla diocesi di Mondovì nel 1772, ritorna nel secolo successivo alla diocesi di Alba.
Pieve
La pieve di Gottasecca - «plebs Sancta Marie in Gudega» - è indicata nei diplomi imperiali di Ottone III ed Enrico I, con cui gli imperatori confermano numerose donazioni e possessi ai vescovi di Savona, nel 998, 999 e 1014. È indicata come pieve reggente ancora nella metà del XV secolo, e nel 1602 è sede di vicaria. Nel 1649 risulta già annessa alla vicaria di Cortemilia (Olivieri 1972).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nei diplomi imperiali concessi ai vescovi savonesi tra il secolo X e l'XI è menzionata, oltre alla pieve di Gottasecca, anche la corte di Valla, identificabile con l'attuale frazione Valle di Gottasecca, il cui territorio è sottoposto probabilmente nei secoli alto-medievali alla pieve di Cairo (Olivieri 1972).
Le visite del secolo XVI indicano l'oratorio di S. Pietro come facente funzioni di parrocchia, con annessa compagnia del SS. Sacramento, e menzionano anche la vecchia parrocchiale di S. Maria (a mezzo miglio di distanza dal centro); nel secolo successivo sono indicate altre compagnie - dei Disciplinanti con l'oratorio di S. Sebastiano, del S. Rosario - e nel 1644 vi è un cenno ad una chiesa di S. Pietro in Vincoli extra locum, oltre alla chiesa di S. Pietro parrocchiale, mentre nel 1667 solo una è indicata. Sono segnalati inoltre in questi anni due Monti di Pietà, uno in regione Villa - in collina - e uno in regione Valle - a fondovalle - (AD Alba, Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]).
Nel secolo XVIII sono menzionate la parrocchiale di S. Pietro in Vincoli, la cappella di S. Sebastiano dei Disciplinanti, la cappella di S. Rocco, e la chiesa dell'Assunta (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753).
Sono attestate due parrocchiali alla metà del secolo scorso, anche se non è sicuro che la Madonna della Pieve, lontana un miglio dal paese, conservi il titolo insieme alla nuova parrocchia eretta (nel Seicento?) sotto il titolo di S. Pietro in Vincoli nel capoluogo: con l’inizio di questo secolo è comunque solo la seconda che conserva il titolo di parrocchiale.
Sono segnalate altre cappelle o chiese campestri – una nel luogo della Valle –, una confraternita dei Disciplinanti e una congregazione di Santa Caterina da Siena eretta nel 1666 nella chiesa della Pieve (Casalis 1833-56; Friggeri 1996).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
«Valla».
Comunità, origine, funzionamento
Non si sono conservati documenti antichi della comunità, ma esiste un riferimento del secolo scorso ad ordinati comunali del XVIII secolo. In quel secolo il consiglio della comunità era formato da tre persone, aveva una casa propria con scritture ben conservate e catasti in mediocre stato (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753).
Statuti
Fontana non segnala raccolte di statuti o consuetudini per il comune di Gottasecca (Fontana 1907).
Catasti
Esiste menzione dei catasti della comunità – oggi non più esistenti – a partire almeno dal XVIII secolo (cfr. il lemma ‘Comunità, origine, funzionamento’).
Ordinati
Non esistono carte comunali per gli anni anteriori alla seconda guerra mondiale; prima degli eventi bellici dell'ultimo secolo l'archivio del comune - non inventariato - conservava ordinati comunali del secolo XVIII (Manno 1884-1934).
Dipendenze nel Medioevo
Compresa nel territorio della marca aleramica, la prima attestazione riguardante il luogo di «Gauta sicca» (o «Lavaniola que dicitur Gauta sicca»), è nei tre diplomi imperiali con cui i vescovi di Savona vengono investiti di numerose corti e chiese nel territorio appenninico fra il Piemonte e la Liguria (998, 999, 1014; è invece errato il riferimento al 967 cui molti rimandano riguardo la datazione del primo di questi documenti). I diritti su Gottasecca pervengono, dopo la divisione del 1268 fra i figli di Giacomo del Carretto, a Corrado del ramo di Millesimo.
Negli stessi diplomi di concessione ai vescovi savonesi è attestata una «cortem que dicitur Valla», con molta probabilità l'attuale frazione Valle del comune di Gottasecca. Di essa sembrano perdersi le tracce nella documentazione successiva fino al nostro secolo.
Feudo
Feudo aleramico e poi dei del Carretto, è compreso nel territorio del marchese del Monferrato. Ne acquistano parti feudali i Guasco, i Salvago e, nel XVI secolo, i d'Incisa. Nel 1604 si dice che ne è investito dal marchese del Monferrato il sig. Paolo d'Incisa «col mero e misto Impero, possanza della spada, e totale giurisdizione di tutte le cause civili, criminali e miste, dazii e pedaggi» (Giorcelli 1904). Nel 1631, col trattato di Cherasco, Gottasecca è ceduta ai Savoia insieme ad altri centri dell'Albese.
Mutamenti di distrettuazione
Gottasecca è inserita dopo la sua annessione allo Stato sabaudo nel marchesato di Ceva. Compresa nel mandamento di Monesiglio e nella provincia di Mondovì, successivamente passerà alla provincia di Cuneo.
Mutamenti Territoriali
Durante gli accorpamenti proposti nel periodo fascista il comune di Gottasecca è unito a quello di Camerana, di cui diventa frazione. Ritornerà comune autonomo nell'immediato dopoguerra.
Comunanze
Nel 1721 sono segnalate beni comuni per circa 107 giornate, classificate come gerbido (una parte di essi è posta ai confini con Prunetto e Monesiglio: AST, Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, n. 78: Consegna beni comuni ed immuni [1721]); i sopralluoghi effettuati dal Commissariato per la liquidazione degli usi civici negli anni Trenta - periodo in cui Gottasecca è frazione del comune di Camerana - non hanno rilevato una presenza significativa di beni comuni (l'unico appezzamento consistente è un bosco di circa quindici ettari, in località Bricco della Croce, già pascolo per i poveri e riserva di legna per il comune), consigliando per quelli esistenti la liquidazione (CLUC, Camerana, relazione geom. Aimo)
Liti Territoriali
Nel 1568 è segnalata una vertenza di confine fra la comunità di Monesiglio ed alcuni particolari del luogo di Gottasecca; sono in discussione i diritti giurisdizionali su alcune pezze di terreno di confine, su cui Monesiglio rivendica la possibilità di riscuotere la tassazione. Ne consegue una composizione e la relativa posa di termini di confine fra le due comunità (le carte alludono ai confini presso il rittano «de Serolis»; presentano le ragioni di entrambe le parti: AST, Camera dei Conti, art. 753, fasc. 1, vol. 49, cc. 212-19); nello stesso anno la comunità di Monesiglio è impegnata in una vertenza analoga con un’altra comunità confinante, Camerana (si veda la scheda dedicata a Monesiglio).
Fonti
AD Alba (Archivio Storico della Diocesi di Alba): Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]. AST (Archivio di Stato di Torino):
AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II;
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino), Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B,  Alba, mazzo 3,  "Carta Topografica delle strade principali, che dalla Città d'Alba tendono alle Fini del Genovese, passando, una per i Luoghi di Rodello, Gorzegno, Munisiglio, / Millesimo, ed l'Altare, e le altre che passano ne' Luoghi di Cortemiglia, Gurino, La Scaletta, S.ta Giuglia, Caretto, e Cajro". Carta Topografica delle Strade principali che dalla Città d'Alba tendono alle fini del Genovesato, passando, una per i Luoghi di Rodello, Gorzegno, Monesiglio, Millesimo, ed Altare, e le altre ne' Luoghi di Cortemiglia, Gurino, La Scaletta, S.ta Giulia, Caretto e Cayro. Con una nota delle trabuccazioni di dette Strade. Sott.a Bojne li 20 maggio 1786, e sulla Scala di 1/38160 n. 3 (Note: In basso a destra reca l'indicazione: "La presente Carta, e statta da me sottos[crit]to Copiata e ridotta alla mettà dall'Originale pur da me formata in data delli 23. Gennaro ultimo passato".) [Autore disegno originale : N.[icolao] Bojne].   Vedi mappa.
CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Camerana, relazione geom. Aimo.
Bibliografia
Arata A., De strata securiter tenenda, in «Acquesana», 1 (1995), pp. 4-31.
due Bormide, in «RSAAAl.At.», 100 (1991), pp. 85-106.
Bosio B., La "charta " di fondazione e donazione dell'abbazia di S. Quintino di Spigno (4
Braida G., Cortemilia e le Langhe nei tempi antichi, Savigliano 1877.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1833-1856, 28 voll.
Conterno G., Pievi e chiese dell'antica diocesi di Alba, in «BSSSAACn.», 80 (1979), pp. 55­89.
Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990. Fontana L., Bibliografia degli statuti dei comuni dell'Italia superiore, Torino 1907. Friggeri P., I fratelli dell'Alta Langa. Storia dei 43 comuni dell'Alta Langa, dattiloscritto conservato presso il Museo Storico di Mombarcaro 1996.
Guasco Di Bisio F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS 54-58).
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, Civelli, Firenze 1895-1906, 2 voll. e 27 dattiloscritti, vol. I, ad vocem.
Merlone R., Sviluppo e distribuzione del patrimonio aleramico (sec. X e XI), in «BSBS», 90 (1992), pp. 635-689.
Pio G.B., Cronistoria dei comuni dell'antico mandamento di Bossolasco, Alba 1920. Provero L., Dai marchesi del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo. Sviluppi signorili entro quadri pubblici (secoli XI-XIII), Torino 1992 (BSS 209).
Il «Rigestum comunis Albe», a cura di Gabotto F., Eusebio F., Pinerolo 1903 (BSSS 20 e 21). Sturani M.L., Il Piemontese, in Amministrazioni pubbliche e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, Bologna 1995, pp. 107-154.
Torre A., Elites locali e potere centrale tra Sei e Settecento; problemi di metodo e ipotesi di lavoro sui feudi imperiali delle Langhe, in «BSSSAACn.», 89 (1983), pp. 41-65. Torre A., Faide, fazioni e partiti, ovvero la ridefinizione della politica nei feudi imperiali delle Langhe tra Sei e Settecento, in «Quaderni Storici», n.s. 21 (1986), pp. 775-810.
Descrizione Comune

Gottasecca

 La distribuzione degli insediamenti sul territorio secondo queste due tipologie - di collina e di fondovalle -, sono testimoniate anche nella documentazione di questi ultimi due secoli: nel 1753 sono segnalate la Contrada (dove sorge la casa comunale), la Cosana (distante dal centro un miglio e mezzo, verso la valle Uzzone) e la Villa (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753). Nel secolo scorso sono segnalate, oltre alle località sopraddette, il Piano e la Ponta. I dati del 1921 che riportano due sole frazioni di censimento, Gottasecca e Valle, segnano per la prima - la frazione di collina - 435 abitanti, e per la seconda - la frazione di fondovalle - 200 abitanti; un rapporto che rimane immutato nei successivi cinquanta anni, nonostante la riduzione a poco meno di un terzo della popolazione: il censimento del 1971 segnala infatti 194 abitanti per la Costa - il nome con cui anche nel secolo scorso era indicato il capoluogo e che comprende in questa rilevazione le frazioni Gottasecca e Villa, oltre a case sparse - e 106 abitanti per Valle - frazione che comprende Valle, Cosana e case sparse -.
Compresa nel territorio della marca aleramica, la prima attestazione riguardante il luogo di Gottasecca è nei tre diplomi imperiali con cui i vescovi di Savona vengono investiti di numerose corti e chiese nel territorio appenninico fra il Piemonte e la Liguria (998, 999, 1014). Negli stessi diplomi è attestata una «cortem que dicitur Valla» (che dipende dalla pieve di Cairo e quindi non referente alla pieve dell'attuale capoluogo di collina), con molta probabilità l'attuale frazione Valle del comune di Gottasecca, il cui toponimo però sembra sparire o almeno confondersi nella documentazione successiva con altri simili e vicini (in modo identico è indicata una frazione dell'attuale comune di Pezzolo, situata anch'essa sulle sponde dell'Uzzone, pochi chilometri più a nord, e spesso il vicino feudo di Castelletto Uzzone è indicato come Castelletto Vall'Uzzone o Vall'Uzzone).
I pochi dati raccolti a livello centrale testimoniano l'esistenza di beni comuni in una zona di confine (1721), beni di cui esiste testimonianza anche nelle ricognizioni successive (1934-39), ma la cui rilevanza appare minima. Anche l'unica testimonianza di tensione territoriale con una comunità confinante, Monesiglio, non sembra legata in particolare ad aspetti comunitari, ma alla giurisdizione su terreni propri di particolari (cfr. il lemma 'Liti territoriali').

Non esistono studi specifici sul comune di Gottasecca, ma riferimenti - non sempre precisi - in dizionari o in opere su altre località della Valle Bormida.