Perletto

AutoriTigrino, Vittorio
Anno Compilazione1996
Provincia
Cuneo
Area storica
Langa storica.
Abitanti
337 (ISTAT 1991).
Estensione
10,55 Kmq (ISTAT 1991).
Confini
A nord Castino e Vesime, a est San Giorgio Scarampi e Olmo Gentile, a sud Serole, a ovest Cortemilia.
Frazioni
Nessuna; il censimento del 1991 segnala oltre al capoluogo (446 m slm, 93 ab.) la località Chiappa (272 m slm, 10 ab.), oltre alle case sparse (234 ab.). Vedi mappa.
Toponimo storico
«Perletum», «Perlettum».
Diocesi
Perletto ha fatto parte, fin dal medioevo, al territorio della diocesi di Acqui, i cui confini sono delimitati dal corso del torrente Uzzone.
Pieve
Non individuata
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nell'Ottocento, oltre alla parrocchiale dedicata a S. Vittore attigua al castello, è segnalata un'altra chiesa, quella della confraternita dei Disciplinanti, dedicata a S. Carlo. Esiste inoltre una antica cappella romanica di S. Antonino martire, eretta sulla sommità della collina dove probabilmente sorgeva il borgo originario (Casalis 1833-56; Arata 1991, p. 97).
A partire dalla fine del secolo X e almeno fino alla fine del XII l'abbazia di San Quintino di Spigno, dipendente dal vescovo di Savona, possiede terreni nel territorio di Perletto (cfr. il lemma 'Dipendenza nel Medioevo').
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Non rilevati.
Comunità, origine, funzionamento
Le prime attestazioni di attività della comunità risalgono alla seconda metà del XVII secolo; l'Archivio Storico del Comune di Perletto non è ordinato, ma la scheda relativa della Soprintendenza archivistica segnala l'esistenza di ordinati a partire dal 1663.
Statuti
Fontana non fa menzione di raccolte di statuti o consuetudini riguardanti il comune di Perletto (Fontana 1907).
Catasti
Nella scheda relativa a Perletto della Soprintendenza archivistica, compilata nel 1968, non si fa cenno alla presenza di catasti antichi.
Ordinati
Esistono, secondo la scheda della Soprintendenza archivistica, raccolte di ordinati a partire dal 1663 (20 volumi).
Dipendenze nel Medioevo
Perletto è compreso nel territorio della marca aleramica; sette mansi in «Perleto et in Ulmo» sono nella dotazione menzionata all'atto della fondazione del monastero benedettino di San Quintino di Spigno da parte del marchese Anselmo, figlio di Aleramo, nel 991. I possessi dell'abbazia vengono riconfermati due secoli più tardi, con tre diplomi successivi, nel 1170, 1178 e 1179: in essi sono citate le possessiones in Perletto (Rebora 1991; Panero 1991).
Fa probabilmente parte del patrimonio di Bonifacio minore marchese di Cortemilia, figlio di Bonifacio del Vasto (il falso documento di divisione fra i sette figli del marchese del Vasto del 1142 vede Bonifacio minore investito del «castrum de Perletto»). È infatti quasi certamente parte dell'eredità che da Bonifacio minore perviene a Ottone del Carretto, figlio di Enrico, marchese di Savona e fratello di Bonifacio: nel 1209 Ottone lo cede al comune di Asti insieme ad altri centri delle Langhe gravitanti attorno a Cortemilia, per riceverlo in feudo dal comune stesso.
Nel 1313 Manfredino e Oddone del Carretto riconoscono di tenere «castrum, villam, honorem, jurisdictionem et regalia Perletti» per conto del comune di Asti insieme con altri luoghi vicini.
Dopo pochi anni, nel 1322 il castello e la villa di Perletto passano dai del Carretto a Manfredo di Saluzzo, che nel 1326 investe il figlio delle rendite su quello stesso luogo.
Quindi nel 1337 Manfredo di Saluzzo ed il figlio cedono ad Ottone, Giacomo ed altri figli di Antonio Scarampi, ricco cittadino astese, i loro diritti su Perletto e su altri luoghi gravitanti attorno a Cortemilia.
Nel 1347 Oddone Scarampi ne chiede la cancellazione dall'elenco dei feudi della città di Asti, perché passati da tempo in suo possesso.
Feudo
Feudo aleramico e poi della famiglia del Carretto, passa ai Saluzzo e quindi agli Scarampi d'Asti. Segue le vicende del feudo di Cortemilia in età medievale, e alla fine del secolo XVI entrambi passano a Carlo Guglielmo Valperga; proprio con l'investitura del 1595 al Valperga, Perletto è eretto in marchesato autonomo (AST, Corte, Paesi per A e B, Perletto, dove l'investitura di Caterina d'Austria per conto del duca Carlo Emanuele del 20 gennaio 1595 al conte Guglielmo Valperga di vari feudi, compreso quello di Perletto da cui prende nome il marchesato). In questi anni intanto Perletto è entrata nel Ducato sabaudo, ed alla fine del XVII secolo passa fra gli altri a Carlo Antonio Gozzani, vescovo d'Acqui, quindi alla linea dei Gozani di Treville e a quella di S. Giorgio.
Mutamenti di distrettuazione
Il comune di Perletto fa parte fino al 1750 della provincia di Mondovì, per passare poi a quella di Alba; è compreso nel mandamento di Cortemilia. Con il riordino delle province entrerà nella provincia di Cuneo.
Mutamenti Territoriali
Non rilevati.
Comunanze
Nel 1721, con le misure della Perequazione, risultano comuni nel territorio di Perletto 5.44 giornate (3 di prato, le restanti di gerbido e bosco, mentre vi è un terreno di proprietà contestata non meglio specificato: AST, Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, n. 78: Consegna beni immuni e comuni [1721]). Nel 1742 non sono indicati beni comuni, mentre nel 1749 si menziona una pezza con alberi di castagne di cui la comunità riscuote l'affitto (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II). Quattro anni dopo fra i beni comuni vengono invece menzionati una pezza di gerbido sterile in affitto (7.34 giornate) e i fossi intorno al recinto (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Alba, mazzo I). Nel 1847 viene predisposta la vendita di un terreno boschivo di proprietà del comune (AST, Corte, Paesi per A e B, Perletto). Le ricognizioni del secolo successivo da parte del Commissariato per la liquidazione degli usi civici testimoniano un patrimonio comune già completamente alienato (CLUC, Perletto, relazione geom. Aimo).
Liti Territoriali
Non rilevate.
Fonti
L'Archivio Storico del Comune di Perletto non è ordinato, ma la scheda della Soprintendenza archivistica relativa segnala l'esistenza di carte comunali antiche (in particolare collezioni di ordinati del secolo XVII).
Nella stessa scheda si accenna alla presenza di numerose carte comunali in possesso dei conti Verrua (già proprietari del castello di Perletto).
 
AST (Archivio di Stato di Torino):
Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Alba, mazzo I; Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II;
Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, n. 78: Consegna beni immuni e comuni [1721]; Corte, Paesi per A e B, Perletto. CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Perletto, relazione geom. Aimo.
Bibliografia
Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS 22).
Arata A., De strata securiter tenenda, in «Acquesana», 1 (1995), pp. 4-31.
Arata A., I mansi di San Quintino: le origini delle strutture insediative nelle Langhe tra le due Bormide, in «RSAAAl.At.», 100 (1991), pp. 85-106.
Bosio B., La "charta " di fondazione e donazione dell'abbazia di S. Quintino di Spigno (4 maggio 991),Visone 1972.
Braida G., Cortemilia e le Langhe nei tempi antichi, Savigliano 1877.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1833-1856, 28 voll.
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, I, Roma 1887, II-IV, Roma 1880.
Conterno G., Pievi e chiese dell'antica diocesi di Alba, in «BSSSAACn.», 80 (1979), pp. 55­89.
Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.
Fontana L., Bibliografia degli statuti dei comuni dell'Italia superiore, Torino 1907.
Friggeri P., I fratelli dell'Alta Langa. Storia dei 43 comuni dell'Alta Langa, dattiloscritto conservato presso il Museo Storico di Mombarcaro 1996.
Guasco Di Bisio F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS 54-58).
Manno A., Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, 10 voll., Torino 1884­1934. Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, Civelli, Firenze 1895-1906, 2 voll. e 27 dattiloscritti, vol. I, ad vocem. Martina G., Cortemilia e le sue Langhe, Cuneo 1951.
Merlone R., Sviluppo e distribuzione del patrimonio aleramico (sec. X e XI), in «BSBS», 90 (1992), pp. 635-689.
Moriondo G.B., Monumenta aquensia, Torino 1789-90 (rist. Bologna 1967).
Murialdo G., La fondazione del "burgus Finarii" nel quadro possessorio dei marchesi di Savona, o del Carretto, in «Rivista Ingauna e Intemelia», n.s. 40 (1985), nn. 1-3, pp. 32-63.
Panero F., Ipatti agrari del monastero di San Quintino di Spigno a Cortemilia (secolo XIII), in «RSAAAl.At.», 100 (1991), pp. 143-155.
Provero L., Dai marchesi del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo. Sviluppi signorili entro quadri pubblici (secoli XI-XIII), Torino 1992 (BSS 209).
Provero L., I marchesi del Carretto: tradizione pubblica, radicamento patrimoniale e ambiti di affermazione politica, in Savona nel XII secolo e la formazione del comune: 1191-1991. Atti del convegno di Savona, 26 ottobre 1991, in «Atti e memorie della Società savonese di storia patria», n.s. 30 (1994), pp. 21-50.
Rebora G., Dalla corte aleramica di "Masionti" al castello di S. Giorgio Scarampi: identificazione e dinamica medievale di un luogo della charta spignese del 991, in «RSAAAl.At.», 100 (1991), pp. 107-142.
Il «Rigestum comunis Albe», a cura di Gabotto F., Eusebio F., Pinerolo 1903 (BSSS 20 e 21).
Torre A., Il consumo di devozioni. Religione e comunità nelle campagne dell'Ancien Régime, Venezia 1995.
Descrizione Comune

Perletto

     Perletto (229-761 m slm, 337 ab.), al confine fra la provincia di Cuneo e quella di Asti, presenta un carattere insediativo scarsamente accentrato, e, se si esclude il capoluogo (446 m slm, 93 ab.), gli abitanti sono distribuiti secondo una tipologia di case sparse su tutto il territorio comunale. Anche le attestazioni precedenti non riportano, eccettuato il capoluogo e la frazione indicata nell'ultimo censimento (Chiappa), ulteriori indicazioni di località, confermando una tipologia di insediamento molto frammentata sul territorio (solo alcune menzioni, ad esempio per le regioni Tatorba, dal nome del torrente, e Chiola).
     Il numero di abitanti è - secondo i dati degli ultimi due secoli - in costante diminuzione a partire dal secondo dopoguerra; nel 1749 erano censiti 482 abitanti (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II). Poi Perletto conta nell'Ottocento 828 abitanti (1861), numero che rimane pressoché stabile con l'inizio del nostro secolo (881 ab. nel 1921), per scendere a 567 nel 1961 e a 413 nel 1981.
Nel medioevo Perletto è compreso nel territorio della marca aleramica, e sul suo territorio è forte la presenza dei benedettini di Spigno - dipendenti da Savona, mentre Perletto fa parte della diocesi di Acqui -, attestati già alla fine del X secolo e i cui possedimenti sono confermati nei secoli successivi (Arata 1991, p. 100). Il feudo di Perletto passa dalla famiglia del Carretto al comune di Asti, che ne rimette il feudo alla stessa; poi ai Saluzzo e agli Scarampi, seguendo le vicende del vicino feudo di Cortemilia. Alla fine del secolo XVI entrambi passano a Carlo Guglielmo Valperga, e proprio con l'investitura del 1595 al Valperga, Perletto è eretto in marchesato autonomo.
Le carte comunali non sono ordinate, e non consentono quindi di formulare ipotesi precise sulle dinamiche di sviluppo del comune, al di là della testimonianza di attività del consiglio della comunità. L'indagine sulla documentazione a livello centrale ha messo però in evidenza a partire dal Settecento (1721, 1742, 1749), una consistenza del patrimonio comunale assai poco rilevante, che soprattutto nelle indagini di questo ultimo secolo diventa del tutto inconsistente.
Riguardo il comune di Perletto non esistono pubblicazioni specifiche, ma riferimenti in opere su località vicine (particolarmente quelle opere dedicate al confinante comune di Cortemilia).