Govone

AutoriCastellani, Luisa
Secondary AuthorsFiore, Alessio
Anno Compilazione2013
Provincia
Cuneo
Area storica
Roero
Abitanti
2157 residenti secondo il censimento del 2011 [ISTAT].
Estensione
1880 (ISTAT] e 1909 [SITA].
Confini
Canove, Casanova Inf., Casanova Sup., Craviano, Crocco, Molino, Montaldo, San Pietro, Trinità, via Piana [ISTAT 1991].
Frazioni
Il territorio di Govone confina a nord con San Damiano e San Martino, a est con Priocca, a sud con Magliano e Castagnole delle Lanze e a ovest con Costigliole.
Toponimo storico
"Govone" [a. 1041: Il Libro Verde, doc. 323]; "Gouono" [a. 1237: doc. 110].
Diocesi
Diocesi di Asti. Nel 1578 fu istituito il vicariato di Govone, uno dei 13 in cui venne divisa la diocesi di Asti [Borra 1986, 56].
Pieve
E’ stato proposto che Govone dipendesse originariamente dalla pieve di San Giovanni di Antignano (decaduta da tale rango nel secolo XII), ma, essendo luogo direttamente controllato dal vescovo, se ne sia distaccata nel secolo X, provocando una frattura nell'antica distrettuazione plebana [Bordone 1980, 254-55]. Nel 1345, secondo il cattedratico della chiesa di Asti, la chiesa di San Pietro risulta alle dipendenze della pieve di San Vittore di Priocca, mentre la chiesa di San Secondo, situata nel concentrico di Govone, non era soggetta ad alcuna pieve [Bosio 1894, p. 521].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nel XIV secolo (1345) il Rigestum delle chiese astigiane riportava presso Govone la chiesa di San Secondo e nelle sue frazioni San Giovanni di Taxeriis (Craviano), Santi Giovanni e Pietro di Caglano (fraz.San Pietro) e San Giorgio de Caglano (Canove) [Bosio 1894, p. 521]. Nel 1585, in occasione della visita apostolica di Angelo Peruzzi, la situazione delle presenze ecclesiastiche a Govone è la seguente: la parrocchiale (sempre intitolata a San Secondo) è sotto il giuspatronato dei Solaro; esiste un oratorio dei disciplinati intitolato al Santo Spirito; la cappella rurale di San Pietro risulta in rovina; in pessime condizioni è anche la cappella di San Giovanni, adiacente alla parrocchiale; funzionante è invece la cappella rurale di San Giorgio [La visita apostolica, pp. 365-70]. Dai primi decenni del Seicento (e soprattutto nella seconda metà dello stesso secolo) le visite pastorali attestano la creazione di una fitta rete di cappelle rurali, destinate ai bisogni di un insediamento nettamente più frammentato, grazie alla creazione di borgate e cascine nelle campagne all’esterno del concentrico, come la Madonna delle Grazie (Montaldo), la Madonna del Carmine (Craviano), San Defendente (borgata omonima), San Pietro (Cornarea) e l’Annunziata (Canove) [Molino 2005, pp. 142 sgg.]
Assetto Insediativo
Nella prima menzione del centro, nell’861, esso è definito villa Govoni [Le più antiche carte, doc. 9]; quello che viene descritto è quindi un insediamento accentrato intorno a un centro aziendale agrario, plausibilmente situato in posizione sommitale, dove sorge l’attuale concentrico. Nel 1041 la conferma imperiale dei beni appartenenti al vescovo di Asti parla di castello, corte, cappelle e due mulini [Il Libro Verde, doc. 323]; risulta confermata l’immagine di un insediamento accentrato, ora cinto da mura; la presenza di più cappelle (tra cui una è quasi sicuramente quella rurale di San Pietro, attestata in seguito) e mulini può non fare scartare a priori l’esistenza di nuclei secondari di popolamento rurali nei pressi di queste strutture, seppur strettamente dipendenti al centro castrense. L’accentramento dell’habitat è comunque confermato anche dalle fonti dei secoli successivi. Con il Seicento inizia un processo di dispersione dell’habitat, con il sorgere di borgate e cascine, in prevalenza nell’area collinare (Craviano e Montaldo), ma anche nella zona di pianura (Canove), ben attestate dalle visite pastorali della seconda metà del secolo [Molino 2005, pp. 142 sgg.]
Luoghi Scomparsi
La cascina Caiane, poco distante dalla frazione San Pietro, è quanto rimane nella toponomastica dell'antico sito di Cadiliano, Caderianum, citato nel 924 (Bordone 1980, 396]. Vi sorgeva un castello, dotato di giurisdizione, nei pressi del quale il vescovo di Asti effettuò una permuta di terreno nel 996 [Il Libro Verde doc. 122]. Nel secolo XII apparteneva ai signori di Govone, ai quali fu infeudato per metà dal vescovo di Asti nel 1188 [Il Libro Verde, doc. 111]. La località, Caglano, compare ancora nel 1242 [Codex Astensis, doc. 578], nel 1289 "Caylano et posse" [Il Libro Verde, doc. 122] e, infine, nel 1300 [doc. 125].
Breve vita ebbe invece la villanova di Stella, fondata dal comune di Asti poco prima del 1201 [Codex Astensis, docc. 557-560] e menzionata per l'ultima volta nel 1207 [doc. 572].
Comunità, origine, funzionamento
La prima menzione di Govone risale all'anno 861 [Le più antiche carte, doc. 9], tuttavia occorre attendere il 1112 per aver notizie dei suoi abitanti: in quell'anno, infatti, gli homines vescovili di Govone ottennero di poter alienare fino a metà dei loro beni, consegnando un quarto del valore al presule [Il Libro Verde, doc. 112]. Govone rappresenta uno dei capisaldi del potere vescovile nel contado e la sua comunità appare sotto il saldo controllo del presule, il quale punisce le tendenze autonomistiche dei suoi castellani in loco, i de Govone, quando questi tentano di appropriarsi dei diritti giurisdizionali, al principio del secolo XII. L'ingerenza del comune astigiano costringe il vescovo, nella prima metà del Duecento, a serrare il controllo sulla comunità, acquistando nuovi beni, diritti e uomini da Anselmo di Govone nel 1237 [docc. 115-116] e ottenendo i giuramenti di fedeltà dei suoi vassalli. La comunità di Govone non compare mai nei documenti se non quando deve giurare fedeltà ai suoi signori [a. 1352, doc. 129], o come proprietaria di beni alle coerenze con il vescovo, o con i Solaro [aa. 1289 e 1300, docc. 121, 125]. L'autonomia ridotta di cui gode emerge ancora nel 1534, quando è il vescovo ad autorizzare che il consiglio di credenza possa riunirsi anche in assenza del podestà [AST, Corte, Inv. 18, mazzo 17, n. 3].
Statuti
Un codice cartaceo contenente gli Statuti di Govone (1449) era conservato all'archivio comunale di Govone ancora alla fine dell'Ottocento [Bianchi 1881]. E' ora irreperibile
Catasti
Alla fine dell'Ottocento, nell'archivio comunale si conservava un catasto del 1623, oggi scomparso [Bianchi 1881]. Il più antico Libro di catasto (mutilo) conservato presso lo stesso archivio risale al 1656 [AC Govone, r14/2]. Seguono una Consegna generale dei beni del 1660 [r13], un Catasto publico del 1675, con aggiunte e variazioni fino al 1687 [r14]. Al secolo successivo risalgono due catasti figurati [r4 e r5] e un Catasto di Govone del 1781 [r6]. Per quanto riguarda fonti più dinamiche, il primo Libro dei Trasporti (mutilo) risale ai decenni a cavaliere del 1600 [r14/3]; un nuovo Libro dei trasporti copre il periodo tra il 1728 e il 1742 [r1]; un altro gli anni tra il 1766 e il 1768 [r2] e un ultimo, diviso in due volumi, il 1781-1817 [r7, r8]. Nel 1733, in occasione della Perequazione generale, il comune fece sapere all'intendente Massa di Asti di necessitare di un nuovo catasto, in quanto quello vecchio era un "semplice brogliasso formato sopra la misura seguita nell'anno 1698" [AST, Camerale, 1a archiviazione, serie XVIII secolo, Misure territoriali e allibramenti, mazzo II, n. 8].
Ordinati
I più antichi ordinati conservati nell'archivio comunale di Govone risalgono al periodo 1584-1594 [AC Govone, Registro degli ordinati originali, r44, Libro di ordinamenti Consigliarii…]; la serie prosegue senza soluzione di continuità fino al 1798 [r44-r79; r105, Serie Seconda]. Un volume di ordinati dal 1549 al 1552, con copertina in pergamena da messale, è conservata in: AST, Corte, Inv. 18, mazzo 17, n. 5.
Dipendenze nel Medioevo
Govone è fra i più antichi possessi della Chiesa di Asti, alla quale spettava già nel 1024, quando le sue decime vennero assegnate al monastero di Sant’Aniano d'Asti [Molino, Soletti 1984, 73]. Nel 1041 Enrico III la confermò al presule astigiano [Il Libro Verde, doc. 323].
Feudo
Nel 1117 i domìni di Govone, custodes del castello vescovile, pretendevano di esercitare la giurisdizione in loco [Bordone 1980, 372]. Ne sorsero controversie con il vescovo, il quale, nell'investitura del 1188, riconfermò loro solo una parte del feudo [Il Libro Verde, doc. 111]. Nel 1212 una parte venne infeudata dal vescovo a Manfredo di Busca [Guasco di Bisio 1911, 824]. Una porzione del feudo era nelle mani dei signori di Castagnito nel 1231 [Le carte dell'archivio capitolare di Asti, doc. 358]. Quote di Govone pervennero anche ai Pallido (1237), ma fu il casato astigiano dei Solaro a imporsi negli anni successivi, grazie alla potenza economica e all'uso di prestare denaro al vescovo, ottenendone l’investitura per quanto detenevano a Govone per la prima volta nel 1237 [Il Libro Verde, doc. 188]. Alla metà del Trecento i Pallido, i Carbonato e i Riccio giurarono fedeltà per quote minori del feudo [Molino, Soletti 1984, 74], mentre i Solaro e i Busca della Rocchetta mantennero le porzioni più cospicue. Nel 1476 i Solaro, signori di Govone, versarono il censo annuo alla Chiesa d'Asti [AST, Corte, Inv. 18, m. 17, n. 1]. Nel 1731, Clemente XII dichiarò nullo il giuramento di fedeltà per Govone prestato dal conte Albertino Solaro ai Savoia [AST, Corte, Paesi per A e B, Lettera G, m. 22, Govone, n. l]. Con la morte, nel 1792, di Vittorio Amedeo Lodovico Solaro, si estinse il ramo dei conti di Govone. Succedette brevemente loro nel feudo il marchese Roberto Alfieri di Sostegno. Nel 1795, il feudo con i relativi titoli passò ai principi reali Carlo Felice Maria di Savoia duca del Genevese e Giuseppe Benedetto Maria Placido di Savoia conte di Moriana, i quali lo pagarono un milione di lire [Lissone 1921, 18].
Mutamenti di distrettuazione
Durante le guerre franco-spagnole, Govone apparteneva al distretto militare che faceva capo ad Asti [AST, Corte, Inv. 18, m. 17, n. 8 e m. 25, n. 1]. Govone apparteneva però formalmente alle “Terre di Chiesa”, e cioè al distretto composto dai castelli allodiali vescovili, seppur tenuta in feudo daiSolaro. Dopo la pace di Câteau Cambrésis, nel 1559, i Savoia prendono il controllo della contea di Asti, mentre la questione delle “Terre di Chiesa” risulta più complicata. Di fatto Emanuele Filiberto esercita fin da subito la giurisdizione anche su Govone, ma è solo nel 1611 che il vescovo di Asti cede formalmente la giurisdizione sulle diciassette “Terre” rimaste ai Savoia, pur continuando a ricevere l’omaggio feudale (nel caso di Govone dai Solaro); la Santa Sede non approva però l’accordo dando via a un contenzioso che si comporrà solo nel 1784 [Molino 2008, p. 69]. Nel 1714 Govone risulta nella Provincia di Alba, durante la parentesi napoleonica è inclusa nel dipartimento della Stura per rientrare nella ricostituita provincia di Alba nel 1814, mentre con il grande riassetto provinciale effettuato in nel 1859 viene inserita in provincia di Cuneo, circondario di Alba [Atlante storico].
Mutamenti Territoriali
Govone, menzionata per la prima volta nell'anno 861 [Le più antiche carte, doc. 9], fu nel medioevo uno dei principali poli del potere dei vescovi di Asti. Si sa che, tra XII e XIII secolo, il suo territorio inglobò quello della limitrofa Cadilianum [Molino, Soletti 1984, 73]. Il tentativo operato dal comune di Asti di fondare una villanova nei pressi di Govone all'inizio del Duecento si rivelò fallimentare e il territorio riprese verosimilmente la sua conformazione originale. Risalgono al principio del Settecento accese liti di confini fra Govone e Costigliole, determinate dai continui cambiamenti di alveo del Tanaro, che segnava il limite fra i due territori comunali. La questione si risolse solo nel 1929 con l'utilizzo di alcuni termini [CLUC, n. 4099, inchiesta del perito L. Allasia].
Comunanze
Gestione dei pascoli importante risorsa per la comunità, che su questo tema litiga con grande frequenza con i feudatari per tutto il periodo tra l’inizio del Cinquecento e la fine del Settecento. La comunità riesce a difendere almeno in parte le sue prerogative. I Pascoli comunali sono affittati a privati, come emerge da un fascicolo di crediti verso privati per l’uso di pascoli e gorreti, risalente agli anni immediatamente successivi al 1727 [AC Govone, r94/7] Nel 1929, il perito che condusse un'inchiesta per conto del Commissariato per gli Usi civici accertò che nel territorio non ve n'erano e che il comune non rivendicava "il vero e proprio uso civico quale sarebbe il pascolo, l'erbatico, il legnatico e altri simili diritti di uso civico, ma il terreno illegittimamente occupato" [CLUC, 4099, Perizia, p. 11]. Il processo di alienazione dei beni comunali era pressoché compiuto, e, con essi, nel corso del secolo XIX, erano sparite anche le poche comunanze. Nel 1840, infatti, per sostenere le spese di costruzione di una nuova strada, il comune alienò 28   giornate di beni comunali situate sulle sponde del Tanaro nelle regioni Girotta e Pasquetto [AST, Corte, Paesi per A e B, m. 22, Lettera G, Govone, n. 16]. La regione Pasquetto (il toponimo rimanda all'antica funzione di pascolo) apparteneva all'area adibita a pascolo della comunità, utilizzata, fino al secolo XVIII, sia dagli abitanti del luogo sia dai conti Solaro, per via di un accordo stipulato probabilmente alla fine del medioevo: la comunità era proprietaria di beni "ad pratum Tanagri", coerenti ai Solaro almeno sin dal 1300 [ Il Libro Verde, doc. 125]. Dopo una lunga lite fra la comunità e i Solaro, iniziata nel 1730, le originarie 330 giornate di pascolo in comune vennero divise, ma in seguito alle rimostranze avanzate dagli abitanti, l'intendente di Asti che esaminò la causa suggerì l'alienazione di una parte dei beni [AST, Camerale, 1° archiviazione, Coltivazioni terreni e pascoli commutativi, m. II, n. 2].
Liti Territoriali
L'archivio comunale di Govone conserva una serie di Atti di lite a partire dal 1586 [AC Govone, w286]; l’atto più antico è relativo a una lite di signori e comunità di Govone contro signori e comunità di Magliano per il ripatico sul Tanaro. L’area della piana fluviale si rivela la zona di più forte tensione territoriale anche nei secoli successivi, in particolare per i mutamenti del letto del Tanaro. Tra il 1675 e il 1708 si sviluppa un conflitto tra la comunità di Govone e quelle di Magliano e di Castagnole delle Lanze (e i rispettivi signori) per la proprietà di campi e pascoli situati nell’alveo del fiume [w396]; la lite si conclude con un accordo provvisorio, solo per riesplodere nel 1725-1728 [r335]. Una rinnovata e lunga lite con Costigliole, sempre relativa alla stessa area, si dipana tra il 1737 e il 1767 [r331]. Il conflitto allarga anche a Costigliole nel 1797-1798 [r332]. 
La comunità di Govone è inoltre protagonista di intense e frequenti liti con i feudatari locali, i Solaro, a partire almeno dalla prima metà del Cinquecento, su cui AST, Corte, Inv. 18, mazzo 17, n. 4 (1535). Per quanto riguarda la fitta serie di atti di lite con i signori conservati presso l’Archivio del Comune di Govone, il più antico risale al 1598 [AC Govone, w288]; tali conflitti vertono in gran parte su censi, bannalità ed esenzioni fiscali rivendicate dai Solaro per le proprie terre. Un importante elemento di tensione tra i due principali protagonisti della vita locale è la gestione dei locali pascoli (affittati dai signori a particolari forestieri a scopo di lucro, ma rivendicati almeno parzialmente dalla comunità) che a partire dalla metà del XVI secolo riesplode periodicamente fino alla fine del Settecento [w377; w379; w.380; w387]; anche i diritti di boscaggio nei boschi signorili da parte dei sudditi è motivo di lite con il signore nel 1712 [w378].
Fonti
Fonti edite:
Appendice documentaria al "Rigestum communis Albe", a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS, XXII)
Cartario dell’abbazia di Breme, a cura di L. C. Bollea, Torino 1933 (BSSS CXXVIL)
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella e P. Vayra, Roma 1880
II Librò Verde della Chiesa di Asti, a cura di G. Assandria, Pinerolo 1904 (BSSS, XXV)
Rigestum comunis Albe, a cura di E. Milano, Pinerolo 1903 (BSSS, XI)
Le carte dell'archivio capitolare di Asti, a cura di F. Gabotto e N. Gabiani, Pinerolo 1907 (BSSS XXXVII)
Le più antiche carte dell'archivio capitolare di Asti, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1903 (BSSS XXVIII)
 
Fonti inedite:
Archivio storico del comune di Govone: [AC Govone]
AC Govone, r94/7, Crediti della comunità di Govone verso particolari per pascoli e Gorreti (post 1727).
AC Govone, w396, Comunità di Govone contro conte di Magliano e comunità di Castagnole delle Lanze per la proprietà di campi e pascoli siti nell’alveo del fiume Tanaro al confine tra i territori delle comunità… (aa. 1675-1708, con copie di atti del 1645-1648).
AC Govone, r331, Comunità di Govone contro comunità di Costigliole per confini in seguito al mutamento dell’alveo del fiume Tanaro (aa. 1737-1767).
AC Govone, r333, Comunità di Govone conto comunità di Castagnole delle Lanze e Costigliole per confini in seguito al mutamento dell’alveo del fiume Tanaro (aa. 1797-1798).
AC Govone, w380, Comunità di Govone contro conti Solaro per la divisione e l’utilizzo dei pascoli (aa. 1682-1792).
AC Govone, w378, Conti Solaro contro comunità di Govone per il taglio del legname di alcuni boschi (a. 1712)
Archivio di Stato di Torino [AST]
AST, Corte, Inv. 18, mazzo 17.
AST, Corte, Paesi per A e B, m. 22, Govone.
AST, Sezioni Riunite, 1° archiviazione, serie XVIII secolo, Misure territoriali e allibramenti, mazzo II, n. 8
AST, Corte, Paesi per A e B, m. 22, Lettera G, Govone
Commissariato per la liquidazione degli Usi Civici [CLUC]
CLUC, Provincia di Cuneo, n. 4099
Bibliografia
Atlante storico della provincia di Cuneo, a cura di P. Camilla, G. Lombardi, E. Mosca, G. Sergi, Cuneo 1973.
Bianchi, N., Le carte degli archivi piemontesi, Torino 1881
Bordone, R., Città e territorio nell'alto medioevo, Torino 1980
Borra, E., Govone e il castello. Nel solco della storia, Borgo San Dalmazzo 1986
Guasco di Bisio, F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS, LIV-LVIII)
Lissone, S., Il comune e il castello di Govone, Torino 1921
Manno, A., Il patriziato subalpino, Firenze 1895
Molino B., Soletti U., Roero. Repertorio storico…, Savigliano 1984.
Molino B., Roero. Repertorio storico, Bra 2005
Moro L., Il castello di Govone – L’architettura, Torino 1997.
Raspino F., Govone e il castello – Craviano e il convento – La parrocchia e le parrocchie di Govone, Varallo Sesia s.d.
Descrizione Comune
Govone
L'area su cui sorge Govone fu abitata fin dall'antichità; vi passava una strada romana che attraversava il Tanaro nella zona attualmente detta Canove, al portus Tanagri menzionato nel 1289 [Il Libro Verde, doc. 121], dove, ancora fino a pochi anni fa, vi era un traghetto [Molino, Soletti 1984, 73]. Adiacente a tale strata sorgeva la chiesa di SAN Pietro [a. 989: Le più antiche carte, doc. 112], la quale faceva capo al territorio di Cadilianum, più tardi confluito in quello di Govone, ma che, a cavaliere del Mille, era dotato di castello e giurisdizione propria. Cadiliano appare ancora come territorio a sé nel 1117 e nel 1188, infeudato per metà dal vescovo ai signori di Govone [Il Libro Verde, docc. 110, 111], ma nel Duecento comincia a essere confuso con quello di Govone, tanto che la chiesa di SAN Giorgio - oggi scomparsa - viene detta a volte "in plana Govoni" [a. 1207: Rigestum comunis Albe, doc. 102] e a volte "in Caglano" [a. 1242: Codex Astensis, doc. 578]. Dopo il 1289, quando si fa riferimento ancora a due territori diversi, "in Govone et posse et Caylano et posse" [Libro Verde, doc. 122], viene meno la distinzione.
L'intervento di Asti nel territorio dovette segnare definitivamente il declino della località, acquistata in quote consistenti dal comune per privare i signori di Loreto della loro autonomia. Non era la prima volta che Asti agiva sul territorio: già tra la fine del secolo XII e l'inizio del XIII aveva ordinato l'edificazione di una villanova, Stella, alla confluenza dei territori di Govone, Priocca e Magliano, per punire i signori locali, ai quali venivano sottratti gli homines destinati a popolare il nuovo insediamento [a. 1201; Codex Astensis, docc. 557-560]. La villanova durò pochissimi anni e i suoi abitanti fecero ritorno ai centri d'origine, cosicché è presumibile che i territori di Govone, Priocca e Magliano riprendessero la vecchia conformazione.
Per la sua posizione sommitale e di controllo lungo la sponda sinistra del Tanaro, il centro aziendale castrense - cioè dotato di azienda fondiaria - di Govone ebbe un ruolo di primaria importanza per il vescovo astigiano, il che spiega il fenomeno di abbandono dei centri di Cadiliano e, più tardi, di Stella. Alla fine del medioevo il suo territorio comprendeva una parte di altura e una parte in pianura che giungeva sino al fiume. Fu proprio il fiume a scatenare, ancora all'inizio di questo secolo, liti asprissime con i vicini comuni di Costigliole e di Castagnole delle Lanze, sulla riva opposta del Tanaro. Il problema del confine territoriale fra Govone e Costigliole emerge per la prima nel Seicento, ma è del tutto probabile che la controversia fosse sorta in tempi più antichi.
La questione riguardava un'area detta il Pascolo Grande, affacciata sulla riva destra del Tanaro. Le frequenti piene del fiume provocavano continui cambiamenti nel suo corso, modificando il tracciato del confine comunale nelle regioni Cuneo, Valeravera e Perote [AC Govone, Inventario 1789]. Il problema non concerneva soltanto la divisione fra due territori comunali, ma tra le Province di appartenenza dei due comuni: rispettivamente Alba e di Asti.
 La lite fu composta nel 1739, con un'ordinanza dell'Intendente di Asti, che "segnava in modo positivo li limiti dei due tenitori di Govone e Costigliele", fissando il confine su 'le maggiori acque del fiume Tanaro" [AST, Corte, Paesi per A e B, Lettera .G, m. 22, Govone, n. 22]; decisione, questa, che scontentava tutti, tanto che, nel 1780, il comune di Govone procedette a una nuova misurazione del territorio, benché non si abbia più traccia degli "atti per la linea perimetrale" menzionati nell'inventario della carte comunali del 1789. Pochi anni dopo, nel 1805, il governo napoleonico - Govone era aggregata al Dipartimento della Stura [Lissone 1921, 23] - stabilì una linea di confine che non si basava più sul mutevole corso del Tanaro, bensì su punti fissi. La mappa redatta in tale occasione da Pietro Giovanni Petrini è tuttora conservata, in pessime condizioni, presso l'archivio comunale di Govone.
Il  provvedimento non fu però mai messo in atto e, passata la dominazione francese, il problema riaffiorò nuovamente: nel 1842 si verificarono episodi di ripetuta violenza da parte di uomini di Costigliole nei confronti di Govone, con occupazione del pascolo e danni materiali [AST, Corte, Paesi per A e B, Lettera G, m. 22, Govone, n. 22],  tanto che si decise che le due Intendenze, di Alba e di Asti, avrebbero preparato "un progetto per stabilire una linea divisoria fissa, decisiva ed invariabile" tra i due tenitori, cosa che non avvenne.
All'inizio del Novecento, il comune di Costigliole sosteneva che la linea territoriale fosse molto più a ovest rispetto a quella pretesa da Govone. Il geometra catastale inviato dalla Provincia di Cuneo (in cui era ora compresa Govone) non seppe risolvere il problema, tanto che la zona di gorreto tra i due territori e il fiume Tanaro non fu mappata. Solo nel 1929 una indagine del CLUC portò a un chiarimento, stabilendo che la demarcazione fra Govone e Costigliole e, dunque, fra le provincie di Cuneo e Alessandria, avrebbe ricalcato quella fissata in epoca napoleonica, "riconosciuta esatta da ambo le parti" [CLUC, n. 4099, inchiesta del perito L. Allasia].
Minori notizie si hanno per un'analoga lite con Castagnole delle Lanze: anche in questo caso il confine fra i due comuni seguiva il corso del Tanaro, poiché, nel 1706, una piena del fiume ne modificò il tracciato, sottraendo a favore di Govone 200 giornate di beni accatastati a Castagnole. Gli uomini di Govone vi si recarono immediatamente, procedendo al taglio di alberi in gran quantità "e altri atti turbantini". Nonostante una sentenza a favore di Castagnole (1712), la lite era ancora in atto nel 1717 "per causa d'una picciol isola lassiata per alluvione dal fiume Tanaro" [AST, Camerale, la archiviazione, Prov. Alba, m. I, n. 2]. Tale isolotto è tuttora visibile e appartiene al comune di Govone. Nel 1725, inoltre, Govone continuava ad avanzare pretese su una serie di pascoli, gorreti, boschi e coltivi sul territorio di Castagnole [AC Govone, Inventario 1789].
Per quanto riguarda i dati relativi alla popolazione uno dei primi dati è quello relativo ai 900 residenti in età da comunione nel 1585, corrispondenti a oltre 1000 abitanti [La visita apostolica, p. 366]; il periodo successivo vede una forte crescita della popolazione, anche in coincidenza con la dispersione dell’habitat, che consente un ottimale sfruttamento delle risorse agricole del territorio; nel 1861 il censimento registra ben 3269 residenti mentre il picco viene raggiunto nel 1901 con 3720 abitanti. Da allora inizia un processo di regresso demografico, che colpisce sia le borgate sia il concentrico, con un immigrazione diretta sia verso Oltreoceano, sia verso i centri urbani della regione. Il punto più basso viene toccato nel 2001, con 1922 residenti; da allora si è invece assistito a un’inversione di tendenza un recupero demografico, fino a toccare i 2157 abitanti nel 2011 [dati ISTAT].