Caselette

AutoriGherner, Ugo
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Torino.
Area storica
Torinese; Bassa valle di Susa.
Abitanti
2717(ISTAT 1991).
Estensione
1422 ha (ISTAT 1991); 1315 ha (SITA).
Confini
A nord Val della Torre, a est Alpignano, a sud Rivoli, Rosta e Buttigliera Alta; a ovest Avigliana e Almese.
Frazioni
Camerletto, Grange di Caselette. Vedi mappa.
Toponimo storico
«Casellae», «Casellulae», «Caselettae», «Caselete»; l’omonimia della denominazione più antica (secoli XI e XII) con Caselle Torinese ha spesso ingenerato confusioni nelle ricerche storiche aventi come oggetto uno dei due territori (Sergi 1981); «Castrum Merleti».
Diocesi
Torino.
Pieve
La chiesa di S. Giorgio dipende dalla pieve di S. Pietro di Pianezza.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nella zona occidentale del territorio di Caselette l’abbazia di Novalesa, già dal secolo VIII, vi è dotata di beni, che, dalla fine del secolo IX, riorganizza intorno al «castello» di Camerletto (Cipolla 1898, I, doc. 9 dell’Appendice, p. 263; Sergi 1988); dal 1638 subentrano i Certosini, poi (1665) i Cistercensi, che vi rimangono fino al periodo francese. Nella zona orientale, si registra la presenza, dalla fine del secolo XII, delle monache cistercensi di S. Maria di Brione (Ferrua 1980). La certosa di Monte Benedetto gode di diritti e decime nella zona orientale, dal secolo XIII (Provana di Collegno 1894, I, p. 123). Sono presenti patrimonialmente anche l’abbazia di S. Giusto (Cipolla 1896, doc. 7, p. 94) e l’abbazia di S. Michele della Chiusa dal secolo XI (Cipolla 1989, p. 132).
Luoghi Scomparsi
Non è stata reperita informazione pertinente.
Comunità, origine, funzionamento
La presenza nel territorio comunale del dominatus dei signori di Caselette, incentrato sul possesso di un castello, fra i più antichi della valle di Susa – oggi non più riconoscibile, se non per qualche tratto delle fondazioni, sotto le ricostruzioni del secolo XIV e soprattutto del XIX (Patria E., Patria L., 1983) – sull’altura che domina il paese, insieme con il disinvolto uso che ne fecero dalla seconda metà del Trecento i Savoia per motivi finanziari, non sembrano aver lasciato grandi spazi all’iniziativa della piccola comunità (nel 1500 il paese non superava i 200 abitanti; a metà Settecento gli abitanti erano 370) che sembra piuttosto subire le iniziative dei feudatari locali e delle comunità vicine. È il caso, per esempio, dei tentativi della popolazione di Grange di Brione, che nel 1621 e nel 1742 chiedono l’accorpamento a Caselette a causa dei contrasti con la comunità di Val della Torre (si veda la scheda dedicata a Val della Torre). Fin dall’inizio del secolo XIV, la comunità deve difendere i propri pascoli montani sul Musiné dalle comunità confinanti: ciò è dovuto alla tradizione di uso comune del Musiné, rivelato anche dall’etimologia del nome del monte, dal significato di «monte dei vicini» (si veda la scheda dedicata ad Almese). Scarse sono le informazioni sul funzionamento della comunità dal punto di vista amministrativo: documentata a metà del secolo XVI, l’assemblea annuale dei capifamiglia eleggeva 2 sindaci e 4 (talvolta 6) credenzieri (AC Caselette).
Statuti
Non rilevati.
Catasti
Nel locale archivio comunale sono conservati i Catasti (1696, 1766, 1812, 1886), il Sommarione dei beni delle frazioni Camerletto, Grangiotto, Grangetta, già facenti parte del comune di Rivoli, 1871, e i Bandi campestri del 1823.
Ordinati
Nel locale archivio comunale sono conservati gli Ordinati dal 1556.
Dipendenze nel Medioevo
Il territorio di Caselette è all’interno del comitato carolingio di Torino. Fra IX e X secolo è compreso nella vasta marca di Ivrea; quando questa è smembrata in marche di dimensioni inferiori, a metà del secolo X, entra a far parte della marca di Torino, governata ereditariamente dagli Arduinici. Il marchese Olderico Manfredi ebbe dall’imperatore Ottone III la concessione dell’immunità sulle ricchezze fondiarie della famiglia, che si estendevano su un’ampia porzione della valle di Susa (1029). Tenuta saldamente in mano dall’arduinica Adelaide fino alla morte, dal 1091 la marca si disgregò e la zona fra S. Ambrogio e Torino fu teatro di contese fra il vescovo torinese – che mirava alla costruzione di un principato vescovile di cui Rivoli, saldamente in mano all’episcopio torinese, era l’avamposto verso la valle di Susa – e gli Umbertini, conti di Moriana-Savoia, che controllavano il valico del Moncenisio e la media valle di Susa fino a S. Ambrogio. I signori di Caselette, che già in età arduinica vi esercitavano un dominatus incentrato sul possesso di un castello, furono alleati degli Umbertini e rappresentarono una pedina importante giocata dai conti di Savoia per la penetrazione dalla valle di Susa nel Torinese. Nel secolo XII la zona fino ad Avigliana fu via via più saldamente sotto il controllo dei conti sabaudi, diventando il centro propulsore della loro espansione verso la pianura, attuata anche attraverso un’attenta politica stradale, di cui lo snodo di Caselette era elemento fondamentale (Sergi 1981). Nella seconda metà del secolo XIII, dopo l’acquisizione del controllo di Rivoli nel 1247, il potere sabaudo si estende fino a Torino e ad Avigliana ed è stabilmente operante una delle castellanie – di cui fa parte anche il territorio di Caselette – in cui si articola localmente il potere dei conti, e poi duchi, sabaudi. Nella prima metà del secolo XIV, Caselette sarà essa stessa sede di una castellania sabauda.
Feudo
Nel 1296 Giovanni de Sala risulta avere beni feudali in Caselette, Avigliana, Villarfocchiardo, Sangano e Palazzolo (AST, Corte, Provincia di Susa, m. 6, Caselette, n. 2). Al 1343 risale la transazione fra il conte Amedeo di Savoia e Enrione Boetto e Matteo Albo di Chieri, i quali chiedono la restituzione del castello, del lago, della giurisdizione, dei redditi e dei diritti feudali di Caselette che erano stati dati loro in pagamento di alcuni crediti (AST, Corte, Provincia di Susa, m. 6, Caselette, n. 3). Nel 1347 i Vagnoni di Trofarello acquistano il feudo per 4000 fiorini. Nel 1350 Antonio de Sala è investito di una piccola porzione dei feudo di Caselette (1/36: Claretta 1881-1882). Nel 1352 i Canali di Cumiana acquistano il feudo di Caselette e Val della Torre e ottengono da Amedeo VI mero e misto imperio, giurisdizione piena, alta e bassa, diritti vari su Alpignano, S. Mauro e Val della Torre; pagano il laudemio di fiorini d’oro 747 per Caselette, di 453 per Alpignano e Val della Torre (Provana di Collegno 1894, I, p. 114). Nel 1359 Emergone (o Termignone) Canali è signore di Caselette e Givoletto (Claretta 1870, p. 109). Complicata storia (secoli XV-XIX) di vendite, eredità, riprese dei feudi in mano ducale, in cui Caselette e Val della Torre sono sempre insieme. Agli anni 1443, 1472, 1473 e 1496 risalgono le ratifiche dell’investitura da parte di Ludovico duca di Savoia ai Canali di Cumiana dei feudi di Caselette, Givoletto, Val della Torre (AST, Corte, Provincia di Susa, m. 6, Caselette, nn. 4, 5, 6, 7, 6). Nel 1576 il feudo di Caselette e Val della Torre passa a Bartolomeo Cappone, pinerolese. Nel 1579 Caselette e Val della Torre sono venduti a Teodoro Valperga (per 10.000 scudi di 9 fiorini ciascuno). Nel 1589 la vedova di Bartolomeo Cappone rivendica per i figli il castello di Caselette e nove delle dieci parti della giustizia di Caselette e Val della Torre (AST, Corte, Provincia di Susa, m. 6, Caselette, n. 9). Al 1592 risale l’infeudazione ai Valperga e al 1636 quella a Gianfrancesco Cauda, Presidente della Camera dei Conti, con il titolo di contea. In seguito all’estinzione dei Cauda nel 1794, il feudo di Caselette, con Valdellatorre e Brione, va a Luigi Francesco Cays di Gilletta, discendente da Virginia, figlia di Gianfrancesco Cauda.
Mutamenti di distrettuazione
Dalla sua istituzione nel 1621 Caselette fa parte della Provincia di Susa. In anni recenti ha aderito alla Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone.
Mutamenti Territoriali
Il 1 agosto 1871 il territorio di Caselette è accresciuto delle frazioni Camerletto, Grangiotto, Grangetta (in precedenza appartenenti a Rivoli): R.D. 25 maggio 1871 (AC Caselette, V, 155).
Comunanze
Nel comune non vi sono usi civici, in quanto nel 1921 il comune ha ceduto in enfiteusi i propri terreni agli abitanti (CLUC, Provincia di Torino, Caselette).
Liti Territoriali
Al 1302 risale la lite con le comunità vicine per diritti di boscaggio sul Musiné (AC Caselette). Nel 1621gli abitanti della frazione Grange (Grangie di Varisella) di Val della Torre tentano di aggregarsi al comune di Caselette, ma il Senato si pronuncia a sfavore (AC Val della Torre). Nel 1719 le comunità di Rivoli, Buttigliera, Rosta, Rivera, S. Mauro, Avigliana, l’abbazia di Camerletto e la Certosa di Collegno sono diffidate a farsi rappresentare in occasione della misura delle proprietà della Comanderia di Ranverso (AST, Corte, Regolari certosini, Mombracco, serie 3, vol. 10, cit. in Provana di Collegno 1894, I, p. 169). I lavori seguiti alla Perequazione del 1731 portano a controversie per l’attribuzione di porzioni di territorio con Val della Torre (41 giornate di beni comuni attribuiti a Val della Torre e 214 giornate di beni comuni attribuiti a Caselette), con Alpignano (per beni non inseriti nella misura di Alpignano) (AST, Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, n. 101).
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Caselette).
A.C.C., V, 155.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Camera dei Conti, I Archiviazione, Provincia di Susa.
A.S.T., Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, n. 101.
A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Caselette.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Provincia di Susa, Mazzo 6, Caselette, nn. 2, 3, 4, 5, 6, 7, 6, 9.
A.S.T., Corte, Regolari certosini, Mombracco, serie 3, vol. 10.
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T., Ms. Storia patria, Relazioni degli intendenti (secolo XVIII).
C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civic, Torino).
C.U.C., Provincia di Torino, Caselette.
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Descrizione Comune

Caselette

Gli elementi che concorrono alla formazione del territorio caselettese sono principalmente l’assetto viario di età romana e medievale e l’iniziativa degli Arduinici prima e degli Umbertini conti di Moriana-Savoia poi. Limitata – rispetto, per esempio, a quanto si verifica nel contiguo territorio almesino – è l’incidenza degli insediamenti monastici, presenti comunque soprattutto nella zona nord-orientale e in quella sud-occidentale del territorio comunale. Zona di abbastanza intensa romanizzazione (nel territorio di Caselette sono state trovate numerose tombe di età romana, e all’inizio degli anni Settanta è venuta alla luce una villa della fine del I secolo a. C.-inizio del III secolo d. C.: Molli Boffa, Rebaudo Greco, Wataghin Cantino 1977; Crosetto, Donzelli, Wataghin 1961), per il suo territorio passava la strada che collegava la pianura torinese con i colli alpini. Nel medioevo, nonostante la prevalenza dell’itinerario sulla sponda destra della Dora, «Caselette era luogo di passaggio sia per chi seguiva l’importante tracciato di tradizione romana Alpignano-Pianezza-Collegno-Torino, sia per chi si dirigeva verso la vicina Val della Torre e verso Brione, rientrando eventualmente nella pianura torinese all’altezza di Druento» (Sergi I981). In corrispondenza di S. Antonio di Ranverso, inoltre, era in funzione un attraversamento della Dora che metteva in comunicazione la zona di Rivoli con quella di Almese-Caselette (si veda la scheda dedicata a Rivoli). Anche i percorsi della transumanza – importanti per i prelievi bannali – interessavano Caselette: verso le Alpi, verso la pianura piemontese, verso il Canavese (Audisio di Sommo 1983-1984). La funzione di importante nodo stradale è inoltre evidenziata dall’esistenza di un pedaggio da cui transitavano stoffe lombarde e francesi, ferro lavorato e non, bestiame diretto ai pascoli alpini ecc. (Patria E., Patria L. 1983). Il territorio di Caselette faceva probabilmente parte della porzione di valle di Susa che Olderico Manfredi, all’inizio del secolo XI, si fece confermare dall’Impero come dominio diretto nella medesima zona che governava come funzionario pubblico. Gli Arduinici discendenti di Olderico se ne servirono per legare a sé una famiglia che patrimonializzò l’ufficio e prese il nome dal villaggio: i De Casellis. Nei secoli XII e XIII, nel delicato periodo nel quale i conti sabaudi realizzano la penetrazione dalla valle di Susa nella pianura torinese, i De Casellis sono loro preziosi alleati. Durante la prima metà del secolo XIV Caselette ritorna sotto il diretto controllo dei conti sabaudi, i quali, oltre ai diritti bannali e ai censi, godono di diritti di pesca, hanno prati (intorno al monastero di Brione, nella parte orientale del territorio) e boschi (nelle regioni Monte Calvo, Camerletto, Comba Folateria, Apiglor). Su tali boschi pagano il forestagium agli uomini di Rivoli, il cui territorio, sulla sponda sinistra della Dora, si estendeva fino a Camerletto e alle borgate di Grangiotto e Grangetta, come conseguenza dell’accennata presenza del passaggio della Dora in prossimità di S. Antonio di Ranverso (si veda la scheda dedicata a Rivoli). Il territorio di Rivoli rimase esteso sulla sponda sinistra della Dora fino all’età moderna. Nel periodo in cui riprendono il controllo diretto su Caselette, la prima metà del secolo XIV, i conti sabaudi fanno del villaggio la sede di una loro castellania (sono conservati presso l’Archivio di Stato di Torino, sezione Camera dei Conti, i conti di questa castellania dal 1319 al 1347); vengono svolti importanti lavori per il consolidamento dell’edificio del castello. Dall’inizio del secolo XIV il feudo e il suo castello sono ceduti a banchieri chieresi per rimpinguare le esauste casse comitali. La storia del feudo, dal XV secolo aggregato a quello di Val della Torre, è un susseguirsi di vendite e di passaggi di proprietà abbastanza intricati, che mettono in risalto soprattutto la situazione di cronica mancanza i denaro dei conti, poi duchi, di Savoia. La comunità non sembra in grado di contrattare in modo efficace con i feudatari e la conformazione stessa dell’insediamento, accentrato intorno alle pendici della rocca su cui si innalza il castello, rende visivamente conto del controllo esercitato prima dai signori poi dai feudatari sulla popolazione. Non è certo un caso che le sole frazioni – peraltro poco popolose – del territorio caselettese siano sorte su terreni rispettivamente dell’abbazia di Novalesa (Camerletto) e di S. Maria di Brione (Grange di Caselette). Dopo l’assegnazione della zona di Milanere al comune di Rivera, poi Almese (si veda la scheda dedicata ad Almese), anche la finitima zona di Camerletto, Grangiotto e Grangetta (in totale 60 abitanti, 421 ettari) fu sottratta a Rivoli e assegnata, nel 1871, a Caselette (R.D. 25 maggio 1871; AC Caselette, V, 155) e il confine con Rivoli da allora coincide con il corso della Dora. L’iter di questo scorporo è molto breve, se paragonato con il pluricentenario contenzioso che riguardò Milanere: la richiesta di distacco è del 1867; il Consiglio Provinciale la approva nel 1870 (Atti del Consiglio Provinciale 1871); l’anno successivo è operante. Le ragioni addotte dagli abitanti sono: la maggiore distanza da Rivoli che da Caselette, la scarsa attenzione di Rivoli nei loro confronti; una situazione già di fatto gravitante su Caselette per servizi quali la manutenzione delle strade, il servizio sanitario e quello scolastico. Sono le medesime ragioni che addurranno, pochi anni più tardi, i «frazionisti» di Corbiglia per chiedere il distacco da Rosta (si veda la scheda dedicata a Rosta): le nuove esigenze di vita indotte dall’industrializzazione hanno la meglio su tradizioni storiche millenarie.