Castelletto Merli

AutoriParola, Monica
Anno Compilazione2002
Provincia
Alessandria.
Area storica
Monferrato.
Abitanti
469 (ISTAT; 2001).
Estensione
11,76 Kmq (ISTAT; 1991); 11,71 Kmq (ISTAT; 2000).
Confini
Il Comune di Castelletto Merli confina a sud-ovest con Alfiano Natta e a sud-est con Moncalvo, a nord con Cerrina e Mombello, a nord-ovest con Odalengo Piccolo e a nord-est con Ponzano Monferrato.
Frazioni
Guazzolo, Perno Inferiore, Stazione. Nuclei: Cascine Bertana, Cosso, Godio, San Giuseppe, Sogliano, Terfangato [ISTAT; 1991].
Toponimo storico
Castelletum Merularum. La documentazione medievale oscilla tra Castelletus con scempiamento settentrionale di una delle geminate e Castellettus. La voce è ulteriore diminutivo di castellum. La seconda parte della denominazione moderna risale al nome dei signori che ebbero in feudo il paese, ricordati dal Casalis come Merularum (gen. plur.) “dei merli”. E’ difficile che nelle fonti medievali la forma sia così completa; questo comporta una difficoltà d’identificazione precisa e una confusione, talvolta, con altre località che hanno di base la forma “Castelletto”.
Diocesi
Fino al 1474 apparteneva alla diocesi d’Asti, in seguito a quella di Casale.
Pieve
Diviso in tre ville, Perno, Guazzolo e Casalino ciascuna con la sua parrocchia (Casalis). All’inizio del Trecento si fa riferimento ad una chiesa di S. Siro (Carte astigiane sec.XIV, s.II, doc. 27-29).
Altre Presenze Ecclesiastiche
La chiesa parrocchiale è sotto il titolo di Sant’Eusebio. Gli altri oratori che sono documentati dalle visite pastorali del Settecento e dell’Ottocento sono: Sant’Antonio Abbate, nel cantone Godio, distante dalla parrocchia circa due chilometri e separato da una valle; San Rocco, nel cantone Perno Superiore, distante dalla parrocchia circa 800 metri; Santa Maria della Purificazione, nel cantone di Cosso, distante dalla parrocchia circa quattro chilometri e separato da una valle; San Sebastiano, nel cantone di Sogliano, distante dalla parrocchia circa quattro chilometri e separato da una collina e due valli; San Defendente, nel cantone di Terfangato, distante dalla parrocchia circa quattro chilometri e separato da una valle; S. Grato, nel cantone di Costamezzana, distante dalla parrocchia circa cinque chilometri e separato da una valle; S. Nicolao che si trova nei boschi di questo territorio e spetta ai particolari di Terfangato, distante dalla parrocchia circa otto chilometri ed è separato da una valle e una collina, Santa Maria dei Campi, nel cantone con lo stesso nome e in seguito denominato cascine Bertana, distante dalla parrocchia circa sei chilometri e separato da due colline e due valli, S. Vincenzo, nel cantone di Guazzolo, la cappella di S. Michele distante dalla parrocchia 150 metri e infine l’oratorio privato del castello dei Merli di proprietà, nell’Ottocento, dell’avvocato Bertarelli.
     In questa parrocchia non vi sono confraternite, vi sono tuttavia due compagnie quella del SS. Sacramento, i cui confratelli vestono nelle processioni una cappa di tela comune e di percalle, e quella del Rosario le cui consorelle non hanno alcuna divisa. [A.S.D.C., Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, pp. 300r-312r; Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte pp.298r-305r; Castelletto Merli, in “Monferratoarte”, Associazione Casalese Arte e Storia Sito web (2013)].
Assetto Insediativo
Ai confini della provincia di Alessandria con l’Astigiano, sulle alture del Monferrato casalese, il Comune di Castelletto Merli si estende in gran parte sul versante sinistro della valle del torrente Menga, affluente di destra della Stura, è composto da diversi cantoni sparsi sui pendii che digradano verso il corso d’acqua. Il borgo più popolato è quello di Guazzolo, che sorge sul crinale delle colline che segnano lo spartiacque fra i bacini della Stura e del Tanaro.
Luoghi Scomparsi
Le tre ville di Perno, Guazzolo e Casalino da cui ha poi avuto origine il luogo odierno.
Comunità, origine, funzionamento
Nel 1320, rappresentanti della comunità sono al parlamento tenuto a Chivasso dal marchese di Monferrato. Nel 1480 il marchese Guglielmo VIII sancisce le norme statutarie, riservando però per la sua famiglia e e i suoi successori ogni autorità e diritto di cancellazione o mutamento per governare il comune e gli uomini del luogo. Secondo gli statuti chi era eletto a “podestas vel Iusdicens” doveva giurare - toccando il Vangelo nelle mani del suo predecessore, e in assenza di questo, nelle mani di un nobile - che a chiunque lo richiedesse avrebbe reso bene e rapidamente giustizia secondo la forma dei capitoli, in mancanza di questi secondo i decreti marchionali e infine secondo formam iuris communis. Il “podestas” quindici giorni prima della scadenza dall’ufficio subiva il controllo o “sindacato” di due nobili e due non nobili compaesani: costoro nel paese facevan “gridare” che entro otto giorni chiunque avesse a lagnarsi di violazioni da parte del podestà o del “iusdecens” dovesse presentare loro denunzia, per lo svolgimento del processo in merito, e questo senza possibilità di appello da nessuna delle due parti (art.2). Il podestà aveva facoltà amministrative e giudiziarie (art. 5 e art. 60).L’amministrazione era condotta insieme ad un “conscilium”, i cui “consciliarii” si rinnovavano per due terzi ogni anno a Natale; al “conscilium” partecipavano pure due “consules” rinnovati ogni anno (art. 6). Dovere dei “consciliarii” era intervenire a tutte le adunanze, salvo legittimo motivo riconosciuto dal “podestas” o “iusdicens”, pena ammenda di venti soldi astesi (art. 7). Al “conscilium” erano pure iscritti “ unus sindicus, due extimatores, duo discernitores et atterminatores” per le decisioni in merito alle liti tra vicini, ed anche un “clavarius comunis” per esigere le entrate del Comune, “taleas et praestitia”. Questi funzionari restavano in carica un anno, ed in caso di malattia erano sostituibili, le loro votazioni si effettuavano “ ad fabas albas “ (art. 8.) ).Il “clavarius” o cassiere era soggetto a un controllo sulla sua gestione delle entrate e delle spese, e ne rendeva conto al podestà e ai consoli otto giorni prima della decadenza delle sue funzioni, era retribuito con “salario” che fissava il “conscilium” (art.9). Altro funzionario della comunità era il “Notarius” o segretario (art. 16). L’amministrazione della comunità, condotta dal “notarius” o segretario, dicevasi “curia” (art. 122); essa aveva un preciso regolamento per la tenuta dei registri (art. 123 sgg.). Col segretario vi erano anche i “credendarii” (art. 123 e art. 130), il nuntius (art. 125) o messo comunale. Speciali misure si prendevano a garanzia che i forestieri, i quali possedevano immobili nel territorio del comune, pagassero le tasse (art. 1).Era vietata l’alienazione di immobili ai forestieri non residenti nel territorio della comunità (art.59); per i forestieri si usavano sistemi più veloci per amministrare, con loro vantaggio, la giustizia (art.60). (Verrua , Gli statuti di Castelletto Merli del 1480, pp.153-252; Qualche notizia su Castelletto Merli, 468-476).
Statuti
Gli statuti di Castelletto Merli sono del 1480 e sono formati da 130 articoli. Nel verso del penultimo foglio vi è una firma autografa di Guglielmo, Marchese del Monferrato, Principe del sacro Romano Impero, Vicario Perpetuo e Ducale Capitano Generale, con data da Casale del 10 ottobre 1480. Con un decreto del 5 maggio 1635 Carlo I, duca di Mantova e del Monferrato, conferma gli statuti, con la immancabile riserva dei propri diritti; anche qui firma autografa e sigillo; e alla sua volta Carlo II, Duca di Mantova e Monferrato, aderendo ai voti dei sudditi, conferma gli statuti con suo decreto del 12 aprile 1655, con firma e sigillo.
Catasti
Nella documentazione conservata nell’archivio comunale si trovano catasti datati 1723, 1783, 1821, 1833, 1919-1921 e uno senza data del secolo XVIII.
Ordinati
La serie degli ordinati di Ponzano inizia nel 1645 e prosegue fino al 1664, poi inizia di nuovo nel 1761 per proseguire con una certa continuità fino ai giorni nostri . Si notano tuttavia lacune relative agli anni che vanno dal 1805 al 1813.
Dipendenze nel Medioevo
Nel 1203, nel patto tra il comune di Asti e quello di Alba si fa riferimento al luogo tenuto dagli albesi (B.S.S.S. 20 doc. 164) Marchesi del Monferrato almeno dalla metà del Duecento.
Feudo
Già possesso del vescovo astese, nel 1237 il luogo è dato in feudo a Oberto di Biandrate (Savio, Gli antichi Vescovi, p. 155). I Marchesi di Monferrato investono di differenti punti di giurisdizione diverse famiglie: Bava, Radicati, Merli, Della Sala nei secoli XIV e XV; Di Montiglio, Damiano, Zabaldani nel secolo XVI; Natta, Gaspardone, Fresia, Odoardo, Vella da Moncalvo, Bertana, Carello, Morra, Bidi nel secolo XVII e infine De Arazzi, Bellone, Cordera-Casoni, Della Chiesa nel secolo XVIII. Da segnalare l’acquisto, datato 10 marzo 1520, da parte della comunità di Castelletto della giurisdizione feudale del proprio territorio, da Guglielmo, Giovanni, Martino, Bartolomeo, della famiglia Merli, in seguito, nel 1653, l’ investitura di Carlo II “ a favore della comunità di Castelletto Merli per 34 mesi, 19 giorni, di ogni otto anni della suddetta giurisdizione”, e infine, nel 1734, la nuova investitura di Carlo Emanuele III a favore comunità di mesi 34 e giorni 19 in ogni otto anni della giurisdizione di Castelletto Merli , col titolo signorile , con tutti i diritti, ragioni, pertinenze e dipendenze a detta porzione di giurisdizione spettanti e appartenenti [Manno, Bibliografia storica, IV, p.176; Guasco, Dizionario feudale, I, pp. 461-462].
Mutamenti di distrettuazione
Appartenente al Marchesato, poi Ducato del Monferrato dopo l’annessione del Ducato del Monferrato agli stati sabaudi, nel 1708, diviene parte della provincia di Casale. Tale assetto si mantiene fino alla caduta dell’antico regime in Piemonte (1798). La circoscrizione di Casale nel periodo napoleonico è aggregata senza sostanziali alterazioni ad una circoscrizione avente come capoluogo Alessandria. Si tratta dapprima del dipartimento del Tanaro (1799), e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801 del dipartimento di Marengo arrondissement di Casale. L’inquadramento amministrativo di non cambia fino alla restaurazione. Dopo la parentesi napoleonica Castelletto Merli diviene parte della ricostruita provincia di Casale inclusa nella divisione d’Alessandria, viene in seguito ridotta a circondario della provincia d’Alessandria nel 1859 [Sturani, Il Piemonte, 1995].
Mutamenti Territoriali
La circoscrizione territoriale è modificata nel 1929 a seguito di distacco di parte della frazione Casalino aggregata al Comune di Mombello Monferrato.
Comunanze
La comunità, all’inizio del XVIII secolo, possiede boschi e gerbidi, tutti situati in collina, in diverse contrade per complessive moggia 59 che suole dare in affitto (A.S.T.C., Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769). In ottemperanza alla legge del 16 giugno 1927 sull’alienazione degli usi civici, il regio commissariato per il riordino degli usi civici con decreto del 6 maggio 1939 autorizza l’alienazione di 0.22 ettari di terreno incolto e di 0, 19 ettari di prato [C.U.C, Provincia di Alessandria, fasc. Castelletto Merli].
Liti Territoriali
Nel 1623 si apre un contenzioso presso il Senato di Casale a istanza della comunità di Castelletto Merli: la comunità di Odalengo Grande è condannata in prima istanza per non aver pagato la sua quota delle “ospitazioni” militari [A.S.A., Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 48 (1623-1628), Castelletto Merli Comune contro Odalengo Grande Comune (1623)].
     E' presente nella documentazione archivistica del Comune di Castelletto Merli una lite, datata 22 settembre 1710, tra il conte Filippo Antonio Gaspardone e la comunità di Alfiano Natta. Il conte rivendica il possesso del pozzo che è situato sulle proprietà nella vallata Zonco, gli abitanti della frazione Guazzolo, invece, reclamano la possibilità di utilizzare l’acqua del pozzo per uso antico “ a memoria d’uomo”.
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Castelletto Merli).
A.C.C., Statuti, 1480
A.C.C., Parte prima, Ordinati e deliberazioni fald. 1-18
A.C.C., Parte prima, Catasto, fald. 98-101,108
A.C.C., Parte prima, Atti di lite, fald. 131, fasc.2, Causa della Comunità di Castelletto Merli e di tutti li cantoni dipendenti dalla medesima contro il cantone di Guazzolo, fini di detto luogo di Castelletto Merli, 1775-1781
A.C.C., Parte prima, Miscellanea, fald. 162, fasc.12, Domanda al Consiglio Provinciale di Alessandria del Comune di Castello Merli per essere distaccato dal mandamento di Villadeati ed essere aggregato a quello di Moncalvo, S.D. fine sec. XIX
A.C.C., Parte seconda, Categoria I, Amministrazione, fald. 163, fasc.4, Distacco della frazione di Casalino dal comune di Castelletto ed aggregazione a quello di Mombello, 1928-1931
A.C.C., Parte seconda, Categoria I, Amministrazione, fald. 163, fasc.6, Domanda per il distacco della frazione di Guazzolo dal comune di Castelletto Merli per aggregarsi al comune di Odalengo Piccolo, 1947.
A.C.C., Parte seconda, Categoria I, Classe 8a, fasc. 1, Amministrazione, Registri delle deliberazioni della Giunta, del Consiglio comunale e del Podestà, fald. 171-178
A.C.C., Parte seconda, Categoria V, Classe 5a, fasc. 1, Finanze, Registri del catasto, 1919-1921, fald. 294
 
A.C.O. (Archivio Storico del Comune di Odalengo Piccolo).
Corrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti, 1959
 
A.N.P. (Archives Nationales, Paris).
A.N.P., F2, Administration Départementale, I, 863 Montenotte, Département de Marengo, Tableau de la population par commune d'après le récensement fait par ordre du Préfet dans les derniers mois de l'an XII, 1804.
 
A.S.A. (Archivio di Stato di Aessandria).
A.S.A., Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 48 (1623-1628), Castelletto Merli Comune contro Odalengo Grande Comune (1623).
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Materie Ecclesiastiche, Arcivescovadi e Vescovadi, Acqui
A.S.T.,Paesi, Monferrato, Feudi per A e B
A.S.T.,Paesi. Monferrato, Provincia di Casale, Provincia di Casale
A.S.T.,Paesi, Monferrato, Ducato del Monferrato, Ducato del Monferrato
A.S.T.,Paesi, Paesi per A e B, C
A.S.T.,G. G., Saletta, Ducato del Monferrato, vol. I, parte seconda, circa 1711 e ss.
A.S.T., Sezioni Riunite,Prima Archiviazione, Provincia di Casale, Tomo III, Mazzo I, Relazione dello Stato e Coltura de’ beni de’ territori delle città e comunità della provincia di Casale. Stati de raccolti o quesiti fatti dall’Uffizio Generale di finanze in dipendenza di detta relazione, 1742/1743, fasc. 18
A.S.T., Sezioni Riunite,Prima Archiviazione, Provincia di Casale, Tomo III, mazzo II, Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769, fasc. 4
A.S.T., Sezioni Riunite,Prima Archiviazione, cap. 14, Boschi e Selve, Provincia di Casale, Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale, fasc.13.
 
A.V.C..(Archivio Storico Diocesano di Casale Monferrato).
A.V.C..Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, A-G, vol. IV, Castelletto Merli, 1712, pp. 300r-312r.
A.V.A..Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte, A-M, vol.I, Castelletto Merli, pp.298r-205r.
 
B.S.M. (Biblioteca di Statistica e Matematica applicata alle Scienze Umane, Facoltà di Economia, Torino)..
B.S.M., Censimenti dal 1839 al 1991.
 
B.S.S (Biblioteca della Società Storica Subalpina, Torino).
 
C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, Torino).
Bibliografia
Andar per castelli da Alessandria da Casale tutto intorno, a cura di G. Sergi, Torino 1986.
 
G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, vol. IV, Torino 1854.
 
Cartario Alessandrino fino al 1300, a cura di F. Gasparolo, Alessandria, 1928-1930, 3 voll.
 
Carte astigiane del XIV (seconda serie), a cura di A. Cotto Maluccio, L. Franco, Asti 1992.
 
Castelletto Merli, in “Monferratoarte”, Associazione Casalese Arte e Storia (2013). Vedi testo.
 
A. Di Ricaldone, Monferrato tra Po e Tanaro. Guida storico-artistica dei suoi comuni, Cavallermaggiore-Asti 1999.
 
F. Guasco, Dizionario feudale degli antichi stati sabaudi e della Lombardia. Dall'epoca carolingia ai nostri tempi (774-1901), Pinerolo 1911, 5 voll.
 
Gli antichi vescovi d’Italia dalle origini al 1300 descritti per regioni. Il Piemonte, a cura di F. Savio, Torino 1968 (rist. anast. edizione 1898).
 
Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991, circoscrizioni territoriali al 20 ottobre 1991, a cura di ISTAT, Roma 1994.
 
Pratiche del territorio, a cura di A. Torre, in “Quaderni Storici”, 103, 2000.
 
A. Manno, Bibliografia storica degli stati della Monarchia di Savoia, Torino 1893.
 
Regestrum comunis Albae, a cura di F. Gabotto, F. Eusebio, vol. I, Pinerolo 1903 (B.S.S.S. 20).
 
M. L., Sturani, Il Piemonte, in Amministrazione e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, Bologna 1995.
 
Unità amministrative. Variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000. Popolazione legale per comune ai censimenti dal 1861 al 1991 ai confini dell'epoca. a cura di ISTAT , Roma 2001.
 
Verrua P., Gli statuti di Castelletto Merli del 1480, Alessandria 1938, ( R. S. A. A. Al., XLVII), pp. 173-252.
 
Verrua P., Qualche notizia su Castelletto Merli, Alessandria 1939, ( R. S. A. A. Al., XLVIII), pp. 468-476.
Descrizione Comune
Castelletto Merli
     Il Comune di Castelletto Merli si estende in gran parte sul versante sinistro della valle del rio Menga, affluente di destra del fiume Stura; Giovanni Giacomo Saletta, nel Settecento, lo descrive situato “ nel Monferrato tra li fiumi Po e Tanaro” e confinante “con li Poderi di Mombello, della Cerrina, di Montalero, Odalengo Piccolo o sia da Prato, di Alfiano, Moncalvo e Ponzano”(Saletta, Ducato, p. 65r). La superficie del territorio di Castelletto Merli, nel 1911, è di 11, 95 Km2, nel 1931 diventa più piccola (11, 76 Km2) in seguito al distacco di parte della frazione Casalino aggregata al Comune di Mombello Monferrato e rimane di tale dimensione fino ai giorni nostri.
     L’assetto territoriale di Castelletto Merli è policentrico, articolato in una rete di nuclei denominati cantoni, non esistendo un centro principale, anche Saletta, nel Settecento, osservava che “la terra non è un corpo formalmente unito perché si comparte e distingue in cantoni et membri cioè Cosso, Costantana, Guazzalo, Perno Superiore et Inferiore, Godio, Sogliano, casa del Bertana e parte di Casalino” (Saletta, Ducato, p. 65r).
     Già nel 1480, attraverso la lettura degli statuti, si viene a conoscenza di “località comunali o frazioni di Zerbo, Truffagalli, Perno, Godio, Varzollio” (A. C. * Castelletto Merli*, Statuti, art. 73, art. 108, art. 125). Le frazioni sono sparse sui pendii che digradano verso il torrente Menga e sono articolate sulle colline di tre vallate. Guazzolo, che sorge sul crinale delle colline che segnano lo spartiacque fra i bacini della Stura e del Tanaro, è la frazione con più abitanti (vedi tab. n. 1)., La popolazione, che diminuisce drasticamente a partire dagli anni sessanta del Novecento (vedi tab. n. 2), risiede, in diversi periodi (1911, 1931, 1991) in misura maggiore nelle case sparse rispetto a quelle agglomerate (vedi tab. n. 3). Vi è dunque una tendenziale diffusione di un insediamento sparso, dovuto alla creazione ed esistenza di un certo numero di cascine.
     A Castelletto Merli esisteva un antico castello, detto “de’ Merli”, divenuto proprietà della famiglia Bertarelli. Il “castrum Casteleti” sorgeva poco sopra la frazione Terfangato in cima ad un colle. Nel Settecento il castello presentava i caratteri di un’area fortificata contenente una pluralità di “fabbriche” e di “edificij per l’ordinaria Habitazione delli condomini” (Saletta, Ducato, p. 65r). Nel castello si trovava ogni tipo di fabbricato, dalle stalle, ai fienili, al forno, come testimoniano i consegnamenti dei signori Merli. La famiglia Merli ha legato il suo nome a Castelletto, pur non essendo la sola che esercitava giurisdizione e possedeva quote del castello (vedi voce feudi). All’interno del castello si trovava la chiesa di San Nicolao o cappella del castello come testimoniato dai più antichi estimi delle chiese della diocesi di Vercelli del 1298.(Sergi, Andar per castelli, pp.579-580).
     Sia Giovanni Giacomo Saletta, nel Settecento, sia Goffredo Casalis, nell’Ottocento, concordano che le risorse agricole di Castelletto Merli si basano sulla coltivazione della vite e sulla copertura boschiva del territorio(Saletta, Ducato, p. 73r.; Casalis, Dizionario, p.162). La comunità, all’inizio del XVIII secolo, possiede boschi e terreni gerbidi, tutti situati in collina, in diverse contrade per complessive moggia 59. I boschi sono cedui, e non d’alto fusto e si ricava dal loro taglio circa 2000 pezzi di legna l’anno. La comunità suole darli in affitto. Vi sono pure dei boschi cedui allodiali, con qualche pianta di pino selvatico, spettanti a diversi particolari, per circa 260 moggia, il taglio avviene ogni otto in nove anni con un annuo reddito 8000/9000 pezzi legna. Sia i boschi della comunità, sia quelli dei particolari non sono adatti al pascolo. Tuttavia il bestiame dei particolari del luogo vi pascola nei mesi di aprile e maggio, non essendovi in questo luogo altri pascoli comuni a causa della mancanza d’acqua sul territorio.
     Nei boschi non è permesso di “boscheggiarvi in tutto, o in parte sebbeno ciò si faccia abusivamente da particolari più poveri, o nullatenenti per lo che restano tali boschi danneggiati”. L’estensione dei boschi, nel Settecento, è appena sufficiente ai bisogni della popolazione. Alcuni particolari si procurano legna affittando boschi nei vicini luoghi di Odalengo Piccolo, Villadeati, Alfiano e Ponzano al fine di venderla ai cittadini di Moncalvo (A.S.T.C., Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale, pp.49-50). A metà Settecento, la comunità non possiede altra rendita oltre l’affitto dei boschi, infatti, non ha alcun forno, mulino e neppure le competono le bannalità. La comunità possiede solo un solo corpo di casa allodiale nel cantone di Perno Inferiore composta di una sola camera in piano terra, costruzione che “si trova in cattivo stato e quasi minacciante rovina” ed è utilizzata per le riunioni del consiglio della comunità e per conservare l’archivio.
     Vi sono sul territorio della comunità alcuni forni privati per la cottura del pane per quali non si paga alcun diritto. Nel cantone di Guazzolo il forno è di proprietà della chiesa parrocchiale di quel cantone e si paga per cuocere un pane ogni tavolo di 40 pani circa. Esistono tre mulini ad acqua sul territorio. Il primo sul torrente Collobrio di proprietà dei signori vassalli Evassi e del conte Gaspardone, a cui si corrisponde 8 coppi di grano ogni sacco macinato.
     Il secondo, sul torrente Moretta, è allodiale e di proprietà anch’esso del conte Gaspardone a cui si corrisponde come il primo. Il terzo sul torrente Casalino che non si sa se sia feudale, o allodiale appartenente a Gio Franco Mangiano di Castel S. Pietro a cui si corrisponde come gli altri (A.S.T.C., Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse, 1760/1769).
     Come si è sottolineato l’ assetto insediativo di Castelletto Merli , nel corso dei secoli, si è mostrato refrattario a sviluppare poli di attrazione. Esiste tuttavia, un cantone, Guazzolo, che da un punto di vista del numero di abitanti può essere definito “centro”; la consapevolezza della propria centralità e l’aspirazione ad avere un ruolo preminente all’interno della comunità emerge chiaramente dalla documentazione relativa ad una lite, verso la fine del Settecento, della comunità di Castelletto Merli e tutti i suoi cantoni contro il cantone di Guazzolo (A.C. * Castelletto Merli *, Causa della Comunità di Castelletto Merli e di tutti li cantoni dipendenti dalla medesima contro il cantone di Guazzolo, fini di detto luogo di Castelletto Merli, 1775-1781).
     Con un decreto del 14 dicembre 1775 la comunità decide la presenza dei consiglieri dei vari cantoni nel consiglio della comunità. Il consiglio ordinario era precedentemente composto da nove soggetti due a Guazzolo e sette agli altri dodici cantoni ora il nuovo regolamento ne prevede uno per Guazzolo e cinque per gli altri, quindi i consiglieri del cantone di Guazzolo vengono ridotti da due a uno.
     Il cantone di Guazzolo si oppone a tale decisione negando in primo luogo l’esistenza di dodici cantoni “non essendo dimostrato che tre o quattro cascinali formino un cantone”. Il capoluogo è sempre stato Castelleto Merli , Guazzolo è sempre stato considerato un cantone, e fra tutti gli altri cascinali sparsi per il territorio si è sempre formato un solo cantone. Guazzolo in secondo luogo compone per un terzo il registro universale delle proprietà e a tale cantone appartiene un terzo della popolazione dell’intera comunità e il maggior numero di persone letterate. Il cantone è l’unico oltre ha Castelletto Merli ad avere una sua parrocchia e trovandosi vicino alla città di Moncalvo, durante i passaggi delle truppe, “soffre maggiori disagi per li passaggio di “cariaggi e le condotte” e quindi merita due consiglieri. Inoltre in caso di malattia con due soggetti uno può sostituire l’altro.
     La comunità risponde dichiarando che Guazzolo partecipa solo per un sesto al registro universale, la quantità di beni posseduta è quindi molto minore rispetto al resto del territorio; per quanto riguarda la popolazione, vi sono 40 famiglie nel detto cantone e ben 160 nel resto del territorio con la sola diversità che le famiglie di Guazzolo sono insediativamente accentrate mentre le altre sono divise negli altri dodici cantoni, anche negli altri cantoni vi sono persone che sanno leggere. Il fatto che il detto cantone di Guazzolo formi la sua particolare parrocchia e il luogo di Castelletto Merli con tutti gli altri cantoni ne formi un’altra non è da considerare poiché “la distribuzione delle parrocchie per il regime spirituale non regola gli affari del pubblico” e quindi la distribuzione nei cantoni dei soggetti; inoltre, si potrebbe sottolineare, che anche i cantoni e le chiese di Godio e Cozzo hanno il ius come le altre due parrocchie di Perno Inferiore ossia Castelletto Merli e di Guazzolo per battezzare, celebrare matrimoni e seppellire gli abitanti, così potrebbero detti due cantoni pretendere due soggetti in consiglio. Per le truppe sono piu vicini a Moncalvo i cantoni di Santa Maria, di Godio e di Perno Inferiore e nel passaggio di truppe non ha mai detto cantone di Guazzolo avuto “maggior incomodo per il cariaggi e condotte”. Infine un impedimento di salute potrebbe succedere a tutti i consiglieri. Il consigliere in più che pretende Guazzolo dovrebbe invece essere nominato per gli altri cantoni per “sollevare gli incomodi di questi molto gravati” e in particol modo per custodire i boschi e terreni gerbidi di detta comunità che sono situati nei cantoni lontani da Guazzolo, se i consiglieri sono dei cantoni vicini a detti boschi possono scoprire subito le usurpazioni del territorio, “qualche imboscamento di malviventi” e proteggere “dai danni che vengano recati dai viandanti”.
     A quasi due secoli di distanza, nel 1947, gli abitanti della frazione Guazzolo di Castelletto Merli, sono di nuovo al centro di un contrasto con il comune Castelletto Merli a causa della loro domanda di aggregazione della fazione al Comune di Odalengo Piccolo. Le ragioni principali, espresse in alcune lettere indirizzate al Prefetto di Alessandria e al sottosegretario del Ministero degli Esteri e al sindaco di Odalengo Piccolo sono: “l’ aspirazione che risale oltre un secolo”, e poi la maggior comodità derivate dai servizi municipali essendo la frazione Guazzolo molto più vicina al palazzo “nuovo e decoratissimo” di Odalengo che non a quello di Castelletto Merli. Interessante è notare come nella lettera indirizzata al sindaco di Odalengo Piccolo compaia la richiesta “che compatibilmente con le norme di legge siano riservati nel consiglio comunale alle prossime elezioni almeno tre o quattro posti per tutelare i propri interessi”, gli interessi di una comunità estremamente compatta, e non ancora totalmente amalgamata con il resto del territorio ( A.C. * Castelletto Merli *, Domanda per il distacco della frazione di Guazzolo dal comune di Castelletto Merli per aggregarsi al comune di Odalengo Piccolo, 1947 ).
     L’assetto territoriale complessivo di questa porzione di territorio gravita fortemente attorno ad un importante polo di attrazione per tutta l’area : Moncalvo (vedi anche schede di Odalengo Piccolo, Ponzano, Alfiano Natta). Verso la fine del secolo XIX, il Comune di Castelletto Merli e la città di Moncalvo, a corredo della domanda fatta dal primo per essere staccato dal mandamento di Villadeati ed aggregato a quello di Moncalvo, presentano ai consiglieri della provincia di Alessandria “il piano dimostrativo della località e fanno rilevare le seguenti circostanze di fatto”: che il Comune di Castelletto Merli è limitrofo al territorio della città di Moncalvo, che esso dista solo cento metri dalla stazione ferroviaria di Moncalvo ed il suo centro dista da quello di Moncalvo soli chilometri 4 e ½., che con Moncalvo ha continui rapporti commerciali, sia per mercati periodici, sia per il servizio quotidiano della posta, per l’acquisto dei generi di privativa, e per tutto quanto possa occorrere pei bisogni della vita, compreso il servizio sanitario, non avendo il Comune di Castelletto Merli, né medici, né farmacie, infine che con Villadeati non ha alcun interesse di sorta, che non è legato col capoluogo con una strada sistemata diretta; e per accedere al medesimo, deve percorrere una strada lunga chilometri 11 e ½ attraversando il mandamento di Tonco. (A.C. * Castelletto Merli *, Domanda al Consiglio Provinciale di Alessandria del Comune di Castello Merli per essere distaccato dal mandamento di Villadeati ed essere aggregato a quello di Moncalvo, S.D. fine sec. XIX).
     Dopo un secolo di distanza Moncalvo esercita, ancora, una forte attrazione per i paesi confinanti. Le popolazioni di Odalengo Piccolo, Villadeati, Alfiano Natta, Castelletto Merli e Ponzano, nel 1956, chiedono di essere scorporate dalla provincia di Alessandria ed incorporate in quella di Asti. Ferdinando Clerici, portavoce di tali esigenze, in una lettera ai consiglieri della provincia di Alessandria espone le motivazioni di tale richiesta. In primo luogo la cittadina di Moncalvo, in provincia di Asti, rappresenta per questi paesi il centro di attrazione. Infatti, i paesi di Odalengo Piccolo, Castelletto Merli e Ponzano dipendono dalla stazione ferroviaria di Moncalvo, inoltre “da tempo immemore , forse da sempre”, i detti comuni dipendono dalla Pretura, dall’ufficio del registro, dall’ufficio delle imposte, dalla direzione didattica di Moncalvo. Gran parte dei prodotti agricoli e del bestiame di detti comuni viene contrattato e venduto sul mercato di Moncalvo, sempre a Moncalvo le popolazioni citate si riforniscono “del necessario” dagli attrezzi agricoli, ai vestiti. Naturalmente se conviene ai detti comuni di essere uniti a Moncalvo conviene altresì a Moncalvo per ragioni commerciali ed economiche. In secondo luogo, mentre Asti si può raggiungere in breve tempo con mezzi diversi , non essendoci in media più di 25 chilometri , per recarsi nel capoluogo di Alessandria, con il treno, bisogna passare per Asti o per Casale. La via di transito casalese, essendo servita da minor numero di treni con minori coincidenze, crea maggiori disagi. Infine “se si trova giusto che la città di Asti sia capoluogo di provincia, perché non dare ad essa un numero meno sproporzionato di comuni (Asti 120, Alessandria 187, Cuneo 249) da amministrare [A.C.O., Corrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti (1959)]. Sono dunque le popolazioni di questi comuni che attraverso un processo corale che si sviluppa da tempo immemore costruiscono i territori della loro azione che raramente coincidono con le strutture amministrative e politiche calate dall’alto.