Montaldo di Mondovì

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1998
Provincia
Cuneo
Area storica
Monregalese.
Abitanti
651 (ISTAT 1991).
Estensione
2374 ha (ISTAT 1991).
Confini
A nord Vicoforte, a est Torre Mondovì, a sud Roburent, a ovest Frabosa Soprana e Monastero Vasco.
Frazioni
Corsaglia, Oberti, Roà Piana e Sant’Anna.
Toponimo storico
«Heremitarium Sancti Ambroxii quod dicitur Monsaltus»: così nel diploma di Enrico III del 26 gennaio 1041 a favore della chiesa di Asti (Il Libro Verde della Chiesa di Asti, doc. 319, p. 220). Il toponimo, di evidente etimologia, viene accompagnato nella documentazione non prettamente locale, a partire dagli anni 1260-1266, dall’e­splicativo «de Montaneis», per distinguerlo da analoghi toponimi dell’Astisio e del Chierese (Comba 1991, p. 37). Non subisce variazioni fino a quando, in virtù del R.D. del 4 dicembre 1862, diventa Montaldo di Mondovì.
Diocesi
Montaldo fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando viene assegnato alla nuova diocesi
Pieve
«Plebs Montisvici» (S. Pietro di Vico): l’«ecclesia Sancte Marie de Montealto», già ricordata nel 1259, era in origine intitolata a S. Maria del Monte Olivete (Conterno 1988, p. 24).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, già S. Maria del Monte Oliveto. Romitorio di S. Ambrogio, primo nucleo dell’abitato, non più ricordato nel Regi­strum del 1345. Oratorio dei disciplinati di S. Sebastiano. Cappelle di S. Bartolomeo e di S. Giuseppe (quartiere di Piazza). Cappella di S. Ambrogio; cappella di S. Rocco (roata Marenca). Parrocchia di S. Anna di Collarea, fondata nel 1864 nell’omonima frazione, succursale di Montaldo fin dal 1774 (Diocesi di Mondovì 1978, p. 63). Cappella di S. Lorenzo e di S. Andrea; cappella di S. Maria Maddalena (Prà). Parrocchia di S. Giovanni Battista nella frazione Oberti, fondata nel 1917 (Diocesi di Mondovì 1978, p. 63).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Non si hanno attestazioni.
Comunità, origine, funzionamento
Gli «homines» di Montaldo compa­iono per la prima volta il 14 febbraio 1230, in occasione della sentenza pronunciata dal giudice Grosso da Brescia sulle vertenze per i beni comuni che li oppone, insieme con Roburent, agli uomini di Vico (Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, doc. 22, pp. 50-52). Il 9 marzo 1260, 80 «homines» di Montaldo giurano fedeltà al vescovo di Asti, venuto per prendere possesso del castello e insediarvi un suo castellano (Il Libro Verde della Chiesa di Asti, doc. 50, pp. 108-109). Nel 1291 è attestato il primo sindaco, Oddone Cavallo (Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, doc. 40, p. 97).
Statuti
Non noti.
Catasti
Registro catastale descrittivo della seconda metà del Cinquecento, più altro volume con Roccaforte e Monastero (AC Mondovì, Cat. XXIX, Catasti). Come per le altre comunità del distretto, la divisione non implica immediatamente la formazione di un adeguato catasto: esso segue la ricognizione del 1779 e il territorio è misurato da Giovanni Agostino Ansermetti. Viene completato nel 1789.(2 voll.). Copia di catasto della comunità di Montaldo, sec. XVIII, solo descrittivo; Catasto ottocentesco: 3 piccoli volumi con mappali. Non sono state rinvenute mappe grandi del territorio.
Ordinati
E' difficile dire esattamente quando inizino gli ordinati del consiglio della comunità, stante il grave disordine dell’archivio. Si sono potuti riscontrare dal 1783, senza poter dire se poi proseguono in serie continua.
Dipendenze nel Medioevo
Da Montaldo si intitola un ceppo signorile che compa­re per la prima volta nel 1212, ben presto inquadrato nella clientela del vescovo di Asti, signore della zona. Esso sembra staccarsi da quello dei signori di Roburent, il cui castello è attestato fin dal 1153, e si evidenzia nel momento in cui viene presumibil­mente edificato il castrum omonimo (Comba 1991, p. 37). I signori di Montaldo sono attestati fino all’inizio del secolo XIV (Lombardi 1991, pp. 47-49): Montaldo fa parte allora stabilmente del distretto monregalese e viene retto da un castellano.
Feudo
Montaldo è infeudato alla famiglia Fauzone Scaravelli con titolo marchionale: il primo a esserne investito è Cristoforo nel secolo XVI. Un altro Cristoforo, il 19 dicembre 1636, acquista dal vassallo Francesco Fauzone un quarto di Montaldo (Ricaldone 1986, pp. 145 sgg). Ne sono consignori anche i Perlasco: Giovan Antonio viene infeudato di parte del feudo nel 1548; Tommaso Clemente lo vende ai Fauzone nel 1725, che così riuniscono l’intera signoria (Ricaldone 1975, pp. 95-96).
Mutamenti di distrettuazione
Con lo smembramento del distretto di Mondovì nel 1698 Montaldo diventa comunità autonoma nell’ambito dello Stato sa­baudo.
Mutamenti Territoriali
La divisione del 1698 assegna a Montaldo, come del resto alle altre terre del distretto, una porzione di territorio ben determinata, la­sciando indivise con Roburent una serie di terre comuni. Gli atti di ricognizione per il tracciamento della linea di confine della comunità (1779) ribadiscono i termini del 1698 (AC Montaldo Mondovì, da ordinare). Il territorio non subisce né incrementi né de­crementi.
Comunanze
La comunità si vede attribuire una parte delle «Alpi di Vico» indivi­se con Roburent (doc. del 4 dicembre 1284), e tali rimangono anche dopo la divisione del 1698. Dal Settecento essa mette all’incanto le Alpi Miarzè e Mezzerina, che sono situa­te oltre i confini di Frabosa Soprana: la prima è incuneata tra le Alpi di Magliano, Monastero e Frabosa Soprana, la seconda tra quelle di Villanova e di Frabosa Sottana (AC Montaldo Mondovì, cart. Usi civici).
Liti Territoriali
Nessuna.
Fonti
A.C.M. (Archivio Storico del Comune di Montaldo di Mondovì).
A.C.MO.(Archivio Storico del Comune di Mondovì).
A.C.MO:, Cart. Usi civici;
A.C.MO., Cat. XXIX, Catasti.
B.R..T (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T., Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753. La relazione dell’intendente Corvesy è edita: Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell’intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003.
Bibliografia
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. Il Re di Sardegna, XI, Torino 1843, pp. 151-157.
Comba R., Forme e dinamiche dell’insediamento montano: le vallate fra il Colla e il Casotto dall’XI al XIII secolo, in Montaldo di Mondovì. Un insediamento protostorico. Un castello, a cura di E. Micheletto, M. Venturino Gambari, Roma 1991, pp. 35-45.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì. Le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell’intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Di Ricaldone A., Genealogie e armi gentilizie subalpine, Roma 1975.
Di Ricaldone A., La storia dei Faussone (secoli XII-XXI), Roma 1986.
Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, a cura di G. Barelli, Pinerolo 1904 (BSSS 24).
Il Libro Verde della Chiesa di Asti, a cura di G. Assandria, Pinerolo 1907 (BSSS 26).
Lombardi G., I “Domini de Montealto”: alcune note a proposito di un antico si­gillo, in Montaldo di Mondovì: un insediamento protostorico: un castello, Roma 1991, pp. 46-50.
Morozzo della Rocca E., Le storie dell’antica Città del Montereeale ora Mondovì in Piemonte, Mondovì 1894-1907, voll. I-III.
Descrizione Comune
 Montaldo di Mondovì
Il territorio della comunità di Montaldo ha origini simili a quello di Roburent: esso pa­re delinearsi a partire dalla seconda metà del secolo XIII, nel momento in cui le contese sorte per la ripartizione delle terre comuni mostrano un accrescersi del processo di identità. Non a caso sono entrambe località incastellate, ed è riconducibile a un antenato comune la linea dei signori locali.
L’insediamento si sviluppa in origine intorno al castello, nel luogo che sarà poi definito «Piazza», e si articola in una serie di quar­tieri (roà) immediatamente a ridosso del primo (roà Marenca, Cantone, Malborgo), si­tuati sul lungo crinale a schiena d’asino che divide la valle del Corsaglia da quella del Roburentello. All’intorno una fitta serie di borgate, che raccolgono case sparse e che si denominano spesso sulla base del cognome delle famiglie: Volpi, Caramelli, Scarroni.
Lo sfruttamento delle terre comuni condiziona e condizionerà a lungo la storia della comunità, che lotta strenuamente per poterle gestire senza interferenze esterne: nel 1315 ricorre al vescovo di Asti, il quale concede agli uomini di Montaldo «omnia communia»,consistenti in boschi, prati, terre incolte e colte, fatta eccezione per quelle che sono oggetto di contesa con il comune del Monteregale, in cambio del pagamen­to di un censo annuo di 30 lire di astesi piccoli e della decima (Morozzo della Rocca 1894-1907, III, pp. 291-292).
Il declino del principato ecclesiastico che il vescovo di Asti aveva cercato di costi­tuire nel comitato di Bredulo favorisce il consolidarsi del distretto monregalese: la città governa le sue ville convenzionate con un vicario, che proviene dalle famiglie più in vista del suo patriziato. Le infeudazioni dei duchi di Savoia nel secolo XVI ai Fauzone e ai Perlasco non fanno che confermare questo stato di fatto, che implica il for­marsi di larghe clientele in grado di condizionare la stessa vita politica cittadina. Con il tempo, questo sistema, che ha, naturalmente, anche importanti risvolti economici, raggiunge una sua stabilità, fino al momento dell’affermazione definitiva dello stato centralizzato.
Non stupisce dunque che Montaldo sia l’epicentro della rivolta di tutta l’area monregalese al tempo delle guerre del Sale (1680-82; 1698-99), con episodi di violenza e di repressione particolarmente efferati. La sua economia, basata sul casta­gno, ne viene pesantemente alterata, la sua popolazione decimata, le sue case quasi tutte distrutte. Ma la ripresa non si fa attendere e già a metà Settecento l’intendente Corvesy rileva che
 
gli alberi di castagna […] avendo nuovamente ripululato, producono di presente quasi ugual frutto, quando non fossero stati recisi, con una probabile speran­za di aumentarli, perché al luogo d’uno si trovano più alberi, che formano corona a ceppi, o sian fusti da quali sono stati recisi (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753, p. 210).
 
Dopo la divisione del distretto e l’aggiustamento della quota di registro con Roburent, segno che tra le due comunità vi era stato uno scambio di beni (cfr. la scheda dedicata a Roburent), il territorio viene misurato a partire dal 1779. Deve essere segnalata l’opera particolarmente precisa del misuratore Ansermetti, che durante la ricognizione provvede a redigere un «tipo», cioè una illustrazione schematica della linea di confine tra la comunità di Montaldo e ognuna di quelle limitrofe (Vico, Torre, Roburent, Frabosa Soprana e Monastero). Si tratta in sostanza di ribadire quanto già i delegati e il misuratore del duca hanno stabilito nel 1698.
Nel 1939 il geometra Antonio Aimo viene incaricato dal Ministero di svolgere una perizia sugli usi civici del comune: ne risulta una ampia e dettagliata relazione, che cita documenti del 1711 e 1716, non riscontrati nell’archivio comunale. Le Alpi Miarzè e Mezzerina sono registrate rispettivamente nei catasti di Frabosa Soprana e Sottana. Il 14 dicembre 1986 Montaldo ha visto accolte le sue richieste per l’uso civico di pe­sca nei torrenti Corsaglia e Roburentello, e nei ruscelli Rio Pisciasangue, Corsagliola, Fossato del Rosso e Rio Fossato, limitatamente ai tratti in cui scorrono nel territorio del comune (AC Montaldo Mondovì, Cart. Usi civici).