Rocca Cigliè

AutoriMorandini, Cesare
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo
Area storica
Monregalese.
Abitanti
218 (ISTAT 1991); 195 (SITA 1996).
Estensione
7,33 kmq (ISTAT 1991; SITA 1996).
ConfiniA nord Clavesana, a Ovest con Marsaglia e Castellino Tanaro, a Sud con Niella Tana­ro, a Ovest con Cigliè.
Frazioni
Centri abitati: Rocca Cigliè; nuclei: Bozzola, La Costa, Rualunga (ISTAT 1991).
Toponimo storico
Rocca Ciglarii (sec. XVI)
Diocesi
Nella diocesi di Asti fino al 1388, quando viene assegnata a quella di Mondovì; di fatto però il pas­saggio avverrà solo nel 1768, con bolla di Clemente XIII del 9 settembre 1768 (Conterno 1989, pp. 10-11). Camilla (Atlante storico 1973, tav. 17) inserisce Rocca Cigliè nella diocesi di Saluzzo.
Pieve
La chiesa di Santa Maria di Rocca Cigliè è menzionata già in un diploma del 1041; nel 1345 rientra nella circoscrizione plebana di «Caraxonum» della diocesi di Asti (Conterno 1989, p. 23).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nessuna.
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Nessuna attestazione.
Comunità, origine, funzionamento
La prima attestazione del luogo è del 1263; testimonianze dell’attività comunale nella federazione al distretto monregalese medievale.
Statuti
Non rilevati.
Catasti
Catasto francese (AST, Camera dei Conti, Sala mappe, fasc. 145: Roccacigliè, catasto francese); catasto ottocentesco nell’archivio comunale di Rocca Cigliè (1874).
Ordinati
Ordinati (non reperiti) dal 1680 al 1790 (Bianchi 1881, p. 294).
Dipendenze nel Medioevo
Nel comitatus di Alba in età post-carolingia secondo Sergi (Atlante storico 1973, tav. 5), in quello di Bredulo per Casalis (Casalis 1847, p. 492), poi nei domini aleramici di Bonifacio mar­chese di Savona e del Vasto (Morozzo della Rocca 1894, II, p. 312); alla spartizione della marca viene compreso nel marchesato di Ceva asse­gnato ad Anselmo, uno dei figli di Bonifacio, e ne segue da questo momento in poi le vicende. Parte della giurisdizione viene ceduta a Mondovì per cui Rocca Cigliè entra a far parte del di­stretto monregalese (Atlante storico 1973, tav. 9). Ri­mane però valido il vassallaggio feudale ai marchesi di Ce­va, i quali però, a partire almeno dal 1409 dove­vano prestare omaggio per Rocca Cigliè ai marchesi di Sa­luzzo (Atlante storico 1973, tav. 17; Casalis 1847, p. 492); i Ceva lo cedono definitivamente ai Savoia nel 1455 (Morozzo della Rocca 1894, III, p. 117, n. 16), mentre la giurisdizione legata alla federazione monregalese viene ceduta ai Savoia già nel 1396 (Atlante storico 1973, tav. 10).
Feudo
Sono attestati nel 1263 e nel 1286 dei signori di Rocca Cigliè (Morozzo della Rocca 1894, I, p. 46, n. 21; III, p. 117, n. 16), vassalli dei marchesi di Ceva. Nel 1435 ai marchesi del Monferrato, nel 1460 nuovamente in­feudato ai Ceva. Nel 1452 la famiglia monregalese dei Della Torre vende i feudi di Cigliè e Rocca Cigliè ai conti di Laigueglia. I Della Torre lo possiedono però nuovamente ne 1483, e lo cedono nel 1500 ai Pensa di Mondovì (Manno 1891, IV, p. 447); nel 1632 il feudo, insieme a quello di Cigliè, viene ridotto al patrimonio ducale, per essere poi investito nel 1638 al conte Capris.
Mutamenti di distrettuazione
Distretto di Mondovì, marchesato di Ceva, marchesato di Saluzzo.
Mutamenti Territoriali
Il comune di Rocca Cigliè viene aumentato territorialmente (ha 597) con il soppresso comune di Cigliè con R.D. del 4 dicembre 1929; con D.L.P. n. 699 del 31 ottobre 1946 Cigliè viene nuovamente separa­to e ricostituito in comune con la stessa superficie territoriale che aveva prima della soppressione (ISTAT 1950).
Comunanze
Beni di uso civico in regione Fossato Bandito e lungo il torrente Arzola; beni enfiteutici di pic­cola estensione.
Liti Territoriali
Non rilevate.
Fonti
A.C.R. (Archivio Storico del Comune di Rocca Cigliè).
     L’archivio comunale non contiene documentazione antica.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Camera dei Conti, art. 616 e 619 (sentenze camerali, declaratorie);
A.S.T.,Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, m. 90, f. 52r: Mondovì, comuni et immuni (s.d.); n. 55: Mondovì, re­gistro collettabile e immune (1713); m. 98: Stati de’ beni enfiteutici di varie communità di diverse provincie (s.d.).
A.S.T.,Camera dei Conti, Indice dei feudi, art. 1076, v. 347, Roccacigliaro (ff. 214r sgg.);
A.S.T.,Camera dei Conti, Sala mappe, fasc. 145: Roccacigliè, catasto francese;
A.S.T.,Camera dei Conti, Perequazione del Piemonte, capo 21, mm. 55, 78 e 90;
A.S.T.,Corte, Provincia di Mondovì, mazzo 29, Rocca Cigliè.
Bibliografia
Atlante storico della provincia di Cuneo, Novara 1973.
Bianchi N., Le carte degli archivi piemontesi, politici, amministrativi, giudiziari, finanziari, comunali, eccle­siastici, di enti morali, Torino 1881.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sar­degna, XVI, Torino 1847.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì. Le ragioni di una storia, Mondovì 1989, pp. 9-55.
Fontana L., Bibliografia degli Statuti dei Comuni dell’Italia Superiore, Torino 1907.
Manno A., Promis V., Bibliografia storica degli Stati della Monarchia di Savoia, Torino 1884.
Morozzo della Rocca E., Le storie dell’antica città del monteregale ora Mondovì in Piemonte, Mondovì 1894.
Istituto Centrale di Statistica, Variazioni territoriali e di nome delle cir­coscrizioni amministrative e delle zone a grarie dal 1/1/1939 al 31/12/1949, Roma 1950.
Descrizione Comune
Rocca Cigliè
 
È difficile tracciare anche solo sommariamente la storia del rapporto tra la comunità di Rocca Cigliè e il suo territorio, dal momento che la documentazione disponibile è scarsissima.
      Dai registri della Perequazione Generale del 1721 emerge una situazione dei beni comunitari di Rocca Cigliè abbastanza ricca e movimentata. La comunità gestisce una buona quantità di beni di uso civico, circa 70 giornate; occorre però notare che di queste, ben 45 sono localizzate lungo il fossato del Bandito, che segna il confine con Cigliè – anche per Cigliè, il fossato del Bandito è sede di terreni di uso civico –, e sono definite «roche e ruine inutili»; mentre solo 4 giornate e venti tavole sono di pascolo e gerbido e 3 giornate circa vengono utilizzate per la legna comune lungo le ripe del torrente Arzola, al confine con Marsaglia; per il re­sto si tratta di «ruine», sedi di edifici, o territori all’interno dell’antico sito del castello di incerta attribuzione (AST, Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, m. 90, f. 52r: Mondovì, comuni et immuni [s.d.]). Per la Misura generale del 1703 i beni comuni di Rocca Cigliè erano più consistenti: tra boschi e gerbidi ammontavano a 28 giornate e 68 tavole, ed erano «purgate da» 49 giornate circa infruttifere: considerando che le 45 giornate del fossato del Bandito non possono che rientrare in queste 49 giornate infruttifere, è probabile che i beni comuni di ogni genere ammontassero all’incirca a 78 giornate. Nel Consegnamento successivo del 1715 i beni comuni erano poi diminuiti in estensione: anche se non separate per tipologia e possibilità effettiva di uso da parte della comunità, «gerbidi, ripe e rocche nude» erano scese a 62 giornate e 45 tavole, divise in 6 pezze.
Fin dal Registro universale collettabile e immune del 1713 si evidenziano tracce di beni enfiteutici gestiti dalla comunità in convenzione con privati, per una estensione di 4 giornate e 63 tavole (AST, Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, n. 55: Mondovì, re­gistro collettabile e immune [1713]); in un registro non datato, succes­sivo al precedente, viene specificato che i beni enfiteutici di Rocca Cigliè sono di 5 giornate e 39 tavole, e che vengono concessi in affitto dietro pagamento di una brenta di vino e mezza emina di segala per ogni giorna­ta. (AST, Camera dei Conti, II archi­viazione, capo 21, m. 98: Stati de’ beni enfiteutici di varie communità di diverse provincie [s.d.]).