Luserna San Giovanni

AutoriBallesio, Gabriella
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Torino.
Area storica
Pinerolese. Vedi mappa 1.     Vedi mappa 2
Abitanti
8054 (ISTAT 1991).
Estensione
1773 ha (ISTAT 1991) / 1741 ha (SITA 1991).
Confini
A nord Angrogna, a est Bricherasio, a sud Campiglione Fenile, Bibiana, Lusernetta, Bagnolo Piemonte e Rorà, a ovest Torre Pellice.
Frazioni
Il censimento del 1991 indica come frazioni gli Airali (capoluogo), Luserna Alta e il Baussan (ISTAT 1991). Vedi mappa.
Toponimo storico
L'antica sede signorile appare indicata in un atto di donazione del 1096 come castrum quod vocatur Lucerna [Cartario di Pinerolo, doc. 29, p. 42]. Il nome San Giovanni di Lucerna, assunto dal comune autonomo che si separò nel 1657 [A.S.T., Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Articolo 475, mazzo C-L], si mantenne fino al secolo XVIII, per poi diventare San Giovanni Pellice nel XIX. Al momento della riunificazione dei due luoghi, nel 1872, il comune venne chiamato Luserna San Giovanni.
Diocesi
Luserna e San Giovanni appartennero alla diocesi di Torino fino al 1748, quando venne creata la sede vescovile di Pinerolo.
Pieve
San Giovanni del Perno (S. Giovanni), citata nel 1153 in una donazione del vescovo di Torino al preposito di Vezzolano [Caffaro 1903, vol VI, p. 456], distrutta più volte dai Valdesi fino all’attuale ricostruzione che data dalla metà del XVIII secolo; San Giacomo (Luserna Alta), citata nel medesimo atto come filiale della precedente; Sacro Cuore di Gesù (Airali).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Priorato di San Giovanni del Perno (canonici regolari agostiniani), fondato nel 1633 e soppresso nel 1803; chiesa e convento della Santissima  Annunziata dei padri serviti, fondati nel 1448 e soppresso nel 1804; confraternita e oratorio di Santa Croce, citato per la prima volta in una visita apostolica del 1613 [Caffaro 1903, vol. VI, pp. 528- 532].
Assetto Insediativo
Arx Turris in Luceratum Valle. Vedi mappa.
Luoghi Scomparsi
Non esiste attestazione di luoghi scomparsi.
Comunità, origine, funzionamento
Nel corso del secolo  XIII  si assiste ad una crescente capacità organizzativa della comunità con l’istituzione del podestà nominato collettivamente dai signori, come si constata in un documento del 1222 riguardante i confini della Val Pellice [A.S.T., Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Mazzo 15 fol. 24; M.H.P., Chart., 1, col. 1323; Rivoire 1894, p. 22 sg.], seguito nel 1277 da un altro atto di divisione tra i signori di Luserna [A.S.T., Sezioni Riunite,  Camera dei Conti, Mazzo 15: Determinazione dei confini dei comuni della valle; B.R.T., Archivio Luserna di Angrogna, mazzo 100, f. 4; pubblicato in «Bulletin de la Société d'Histoire Vaudoise», 1 (1884), pp. 11-17],  a quanto pare definitivo. Il nome di Luserna compare tra gli altri comuni della valle in una franchigia concessa da Ludovico II di Savoia nel 1448 [Caffaro 1903, p. 454] seguita da vari altri affrancamenti specifici per questa comunità nel 1469, 1519, 1556, 1572 [Rivoire 1896, pp. 41-45].
Statuti
Gli statuti di Luserna, concessi il 20 dicembre 1276, ci sono pervenuti in una redazione del 1499 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 955). L’originale andò distrutto nell’incendio di Luserna del 1690. Un’altra copia presso la Biblioteca civica di Pinerolo (Biblioteca Civica di Pinerolo, Collezione Bernardi, Memorie istoriche, t. II, pp. 209 sgg.).
Catasti
Il primo catasto conservato risale al 1491 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 639), seguito da un volume del 1629-1630 (AC Luserna S. Giovanni, f. 643) e da altri del 1661 (AC Luserna S. Giovanni, f. 650), 1702 (AC Luserna S. Giovanni, f. 651), 1712 (AC Luserna S. Giovanni, f. 652) e 1847 (AC Luserna S. Giovanni, f. 1517). Per la comunità di S. Giovanni risultano catasti del 1716 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di S. Giovanni, f. 639), 1739 (con 20 fogli di mappa riportantmappe del XVIII sec. (AC Luserna S. Giovanni, non inventariato), 1760 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di S. Giovanni, f. 1524). Esistono inoltre alcune mappe del XVIII sec. (AC Luserna S. Giovanni, non inventariato).
Ordinati
Per Luserna la serie degli ordinati inizia dal 1488, mentre per S. Giovanni dal 1684.
Dipendenze nel Medioevo
Marca di Torino (secolo XI), Principato di Acaia e Contea-Ducato di Savoia [Rivoire 1894].
Feudo
La prima menzione del castello di Luserna (di proprietà di un Gosvino detto Merlo, probabilmente progenitore del casato dei Luserna) appare nella donazione di un manso in Roletto del 1096 [Cartario di Pinerolo, doc. 39; Baudi di Vesme 1895, p. 71]. Resta probabile che la costituzione di una signoria imperniata sul castrum di Luserna sia da collocarsi negli ultimi anni di vita della contessa Adelaide, quando la marca era ormai in stato di avanzata disgregazione [Barbero 1993, p. 103]. Il probabile successore di Gosvino compare nelle fonti come Henricus de Luserna ed esercita un potere signorile percepito ormai come del tutto autonomo, sugli uomini di Luserna e Caramagna [Cartario di Pinerolo, doc. 38; Il Libro Verde della Chiesa d’Asti, doc. 236]. Nel 1295 i consignori di Luserna prestano giuramento a Filippo di Acaia per i castrum, villam et homines Lucerne [A.S.T., Corte, Paesi, Luserna e valle, Mazzo 9, n. 14]: da quel momento la dominazione dei signori di Luserna, in passato autonoma ed esercitata su base allodiale, era ormai a tutti gli effetti all’interno della più ampia dominazione sabauda. Dei tre rami della casata dei Luserna risultano signori di Luserna e San Giovanni i Manfredi ed i Rorengo [Rivoire 1894, pp. 16-17; Barbero 1993, pp. 657 sgg.]. I conti di Luserna esercitarono diritti signorili fino alla Rivoluzione e si estinsero nel 1917.
Mutamenti di distrettuazione
Il comune di Luserna, il cui capoluogo era l’attuale frazione di Luserna Alta, era compreso fino al XVIII secolo nei confini dell’attuale comune di Luserna S. Giovanni (eccetto il quartiere degli Appi).
Mutamenti Territoriali
Va segnalato che il riordino sabaudo del XVI secolo pur non introducendo per Luserna e S. Giovanni alcun mutamento territoriale – in quanto il trattato di Cavour del 1561 tra i Savoia e i Valdesi prese implicitamente atto dei confini originari – tracciò una delimitazione interna relativa alle proprietà dei «religionari» valdesi che dovevano limitarsi alle zone collinari del comune di S. Giovanni con l’esclusione del territorio di Luserna. Con una divisione della comunità di Luserna nel 1657, la regione di San Giovanni venne eretta in comune autonomo fino alla riunificazione del 1872. Il 27 maggio 1871, i delegati di Luserna e S. Giovanni stipularono presso la sottoprefettura di Pinerolo il progetto di fusione, che, approvato dal re Vittorio Emanuele II, divenne effettivo dal 1 gennaio 1872.
Comunanze
Non risultano.
Liti Territoriali
I  comuni di Luserna e di S. Giovanni si sono trovati per secoli in lite con altre comunità viciniori. La prima a risultare è del 1478 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 62), seguita nel 1495 da una Lite tra la comunità di Luserna contro Bibiana per beni denominati Goretti (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 64). Risale al 1463 una Induttione di l’essame fatto all’istanza della comunità di Bubiana contro la comunità di Luserna (AC Bibiana, mazzo non numerato) a proposito degli alpeggi. Nel 1574 è attestata una lite con Angrogna per diritti sulle acque della bealera Peyrotta, i cui atti sono scomparsi dall’Archivio comunale. Luserna agì contro le comunità di Bobbio e Villar per diritti sui pascoli comuni indivisi nel 1599 (AC Luserna S. Giovanni, f. 130) e contro Bricherasio per ricognizione di termini nel 1603 (AC Luserna S. Giovanni, f.157). Una lunghissima lite interessò dal 1622 al 1869 i comuni di Luserna, San Giovanni, Bibiana e Lusernetta per il tenimento dei beni in regione Traversero (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di S. Giovanni, ff. 1133, 1052, 1320). Dal 1716 al 1729 si trovano gli Atti civili delle comunità di Luserna, San Giovanni, Rorà, Bibiana e Famolasco contro Bagnolo per pascolo nei gerbidi comunali (AC Luserna S. Giovanni, f. 378), nel 1795 della sola comunità di San Giovanni contro Bagnolo per pascolo nei gerbidi comunali (AC Luserna S. Giovanni, f. 597), e nel 1777 di Luserna e S. Giovanni contro Rorà e Bibiana per beni comunali (AC Luserna S. Giovanni, f. 1129). Nel 1739 venne eseguita una verifica dei confini tra Luserna, San Giovanni e Torre Pellice (AC Luserna S. Giovanni, f. 1337), seguita l’anno dopo da una Verifica di confini per formazione di catasto (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 871). Nel 1794 fu controllata la linea divisoria tra S. Giovanni e Bricherasio (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di S. Giovanni, f. 712). Il problema dei beni indivisi tra le comunità separate di Luserna e S. Giovanni diede origine nel 1866 ad un Consiglio generale dei capi di casa del comune di Luserna e rappresentanza dei comuni di Luserna e S. Giovanni circa la divisione del loro territorio (AC Luserna S. Giovanni, f. 803) seguito nello stesso anno dalla Sentenza del tribunale di Pinerolo contro Luserna per l’aggregazione al comune di Torre Pellice del quartiere degli Appiotti, già di Luserna S. Giovanni, che provocò un lungo contenzioso (1858-1928) (AC Torre Pellice, mazzi 4, 5, 217). Nell’archivio comunale di Rorà è conservato un verbale del 1878 di cessazione di lite tra Rorà e Bagnolo contro Luserna S. Giovanni per il diritto di barriera sulla strada privata da Pontevecchio alle cave di Secarezze (AC Rorà, mazzo 28, f. 13).
Fonti
A.C.L. (Archivio Storico del comune di Luserna San Giovanni).
      Conserva separatamente i fondi antichi dei due comuni che lo compongono, riordinati al momento della loro fusione.
A.C.L., Archivio antico di Luserna, ff. 62, 639, 643, 650-652, 871, 955, 1320, 1517.
A.C.L., Archivio antico di S. Giovanni, ff. 639, 712, 1524.
A.C.R. (Archivio Storico del Comune di Rorà).
A.C.R., mazzo 28, f. 13.
A.C.T. (Archivio Storico del Comune di Torre Pellice).
A.C.T., mazzi 4, 5, 217.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Camera dei Conti, art. 475, mazzo C-L.
A.S.T., Camera dei Conti, art. 557, mazzo 1.
A.S.T., Camera dei Conti, mazzo 15: Determinazione dei confini dei comuni della valle.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 15.
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T.,, Archivio Luserna di Angrogna, mazzo 100, f. 4; pubblicato in «BSHV», 1 (1884), pp. 11-17.
C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, Torino).
C.U.C., fasc. Luserna San Giovanni.
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Descrizione Comune

Luserna San Giovanni

Dei vari centri della valle del Pellice, Luserna è quello che ebbe maggior importanza per la storia dell’intera zona. Le origini di Luserna sono strettamente legate a quelle della famiglia signorile omonima: è probabile che la costituzione di una signoria imperniata sul «castrum» di Luserna sia da collocarsi negli ultimi anni di vita della contessa Adelaide, quando la marca era ormai in stato di avanzata disgregazione, a opera di Gosvino Merlo, «domino de Lucerna», indicato come il progenitore della casata signorile (Barbero 1993). La documentazione medievale offre precise informazioni sui confini tra i territori delle varie comunità della valle, questione importantissima: perché tanto le prerogative dei diversi signori di Luserna, che costituivano un consortile, quanto quelle degli uomini di ciascuna comunità sui propri boschi e pascoli comuni dipendevano da una esatta determinazione dei confini stessi. Pertanto i limiti territoriali di Luserna, che comprendeva anche San Giovanni, appaiono definiti nel secolo XIII da una serie di arbitramenti tra i membri della casata dei conti di Luserna. In un accordo del 1277 viene indicato come, affinché «cesset omnis materia scandalis inter ipsos dominos occasione finium Lucernae [...] pronunciaverunt, et determinaverunt finem et territorium castri Lucernae» verso i territori di Angrogna, Rorà e Torre, mediante un elenco dettagliato e preciso di località, nonché l’indicazione di numerosi «termina lapidea». Il documento venne collazionato e autenticato nel 1499, «ad supplicationem, et requisitionem sindicorum hominum et communitatis Lucernae» (BRT, Archivio Luserna d’Angrogna, mazzo 100, f. 4). La presenza della potente famiglia dei Luserna caratterizzò dunque la vita e l’assetto territoriale della valle dagli inizi del secolo XII, attraverso la concessione della maggior parte dei terreni in enfiteusi perpetua, attestata dai numerosi consegnamenti fatti nei secoli successivi dagli abitanti delle varie comunità, conservati negli archivi dei marchesi d’Angrogna, e dagli atti di affrancamento da vari oneri e servitù imposti dai signori, di cui si ha testimonianza a partire dal 1469 (Armand Hugon 1960, pp. 77-92). La prima residenza dei signori fu nel borgo di Luserna per evidenti motivi strategici, mentre altre dimore vennero successivamente costruite in altre località in seguito alle divisioni della famiglia in diversi rami. Luserna fu pertanto la capitale della valle e divenne un grosso borgo commerciale, in cui l’organizzazione comunale appare rafforzarsi a partire dal secolo dal XIII con la presenza del podestà e l’esistenza di statuti, probabilmente estesi agli altri comuni posti sotto la sua influenza (Armand Hugon 1987). Le liti riguardanti gli alpeggi sono documentate da diversi atti, come la causa contro Bibiana del 1496, mentre l’annosa questione dei pascoli comunali della val Guichard Schede storico-territoriali dei comuni del Piemonte (l’attuale Comba dei Carbonieri) su cui vantavano diritti Bobbio, Villar e Torre, coinvolse anche Luserna, come si vede da una lite del 1599 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 130), benché in misura minore rispetto alle contese che misero di fronte le altre comunità. Cause contro Bagnolo, Rorà e Bibiana vennero intentate nel corso del secolo XVIII. Una lunghissima lite interessò dal 1622 al 1869 i comuni di Luserna e San Giovanni contro Bibiana e Lusernetta per il tenimento dei beni della regione Traversero. Un documento del 1623, prodotto nel corso di questa causa, riporta con estrema precisione i limiti territoriali della nostra comunità rispetto a quelle confinanti, e i diritti sulla acque che ne conseguivano, specificando che: il finaggio di Luserna confina co’ li seguenti luoghi [...] cioè dalla parte verso levante co’ Bricheraggio et Bubiana continuar verso mezo giorno et da mezo giorno andando a ponente confinano co’ Bagnolo Aostana et Crizzolo et al pnente co’ il Villar Roratta et la Torre et verso meza notte co’ quelli di Angrogna sino a Bricheragio (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di San Giovanni, f. 1052). Le vicende del comune s’intrecciarono con la storia dei Valdesi fin dal basso Medioevo, ma assunsero importanti riflessi sul territorio al tempo del trattato di Cavour del 1561 (AST, Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 15], quando venne sancito il divieto per i «religionari» di risiedere e possedere beni oltre lo sbocco al piano del torrente Pellice, nonché sulla sponda destra del torrente medesimo, in corrispondenza del borgo di Luserna. Furono poste le premesse di una separazione del territorio di San Giovanni, abitato quasi esclusivamente da Valdesi, da quello di Luserna, a maggioranza cattolica. Il mancato rispetto dei divieti e delle limitazioni fissate nel trattato di Cavour, e in particolare gli acquisti di terra fatti da alcuni Valdesi nei vicini comuni cattolici insieme con la costruzione di un tempio proprio nel territorio di San Giovanni, in violazione alle clausole che limitavano il diritto di culto ai comuni della parte superiore della valle, giustificarono le persecuzioni del 1655 note come “Pasque Piemontesi”. Con le Patenti di Grazia di quell’anno venne stabilita dal duca di Savoia la divisione delle due comunità, sancita definitivamente soltanto due anni dopo, nel 1657 per le difficoltà insorte nella divisione del catasto, con i conseguenti gravami fiscali, in quanto «i Cattolici di Luserna non volevano in modo alcuno caricarsi dei registri degli Ill.mi Signori Conti, infeudati, immuni, e degli ecclesiastici» che erano precedentemente a carico dei Valdesi. Il problema venne risolto con la creazione di tre comunità, di cui la prima era puramente nominale, e cioè: Luserna, che comprende li beni rusticali e registro dell’illustrissimi conti di Luserna [...] Luserna Vecchia, che comprende li beni et registro de’ Cattolici [...] San Giovanni, che comprende li beni et registro delli Relligionari habitanti in San Giovanni et suo fmaggio (AST, Camera dei Conti, art. 475, mazzo C-L). I beni comunali situati sui monti di Luserna e incuneati tra il territorio di Bibiana e quello di Rorà rimasero comuni, con i due terzi dei redditi spettanti a San Giovanni in cambio del pagamento del tributo feudale. Le successive vicende dei comuni divisi si identificarono ancora con i più importanti avvenimenti della storia valdese, attraverso le vicende dell’esilio del 1686, durante il quale la popolazione valdese del paese venne completamente allontanata (e in parte eliminata) e sostituita con famiglie immigrate da altri territori del duca. Il ritorno dei Valdesi armati nel 1689 assicurò il successivo ristabilimento dei loro diritti. Nel 1697 il governo sabaudo procedette alla redazione di un consegnamento dei beni degli abitanti di San Giovanni a fini fiscali, in quanto le vicende dell’espulsione dei Valdesi dalle valli, con la conseguente confisca dei loro beni e la concessione di essi a coloni savoiardi installati nei paesi resi deserti, necessitavano a questo punto di un riordino catastale (AST, Camera dei Conti, art. Schede storico-territoriali dei comuni del Piemonte 557, mazzo 1). A San Giovanni, malgrado la separazione dell’amministrazione comunale da quella di Luserna, alla popolazione cattolica esistente, fortemente minoritaria, erano riservate la carica di sindaco e metà dei posti di consiglio, oltre allo sgravio del due terzi delle tasse (Bellion 1981). Nel secolo XVIII vennero eseguite diverse verifiche di confine, verso Torre e Bricherasio, anche in vista della formazione dei catasti delle due comunità, che però continuarono ad avere beni indivisi, i quali causarono liti fino alla riunificazione tra Luserna e San Giovanni. Luserna cominciò a perdere il suo carattere di centralità e di importanza civile e politica a causa delle guerre che devastarono la valle nel secolo XVII e dell’accresciuta importanza di Pinerolo come capoluogo della provincia nel XVIII. Inoltre, con la dominazione francese e la riorganizzazione napoleonica (1797-1814), Torre Pellice si assicurò la preminenza politica e amministrativa della valle, che Luserna non riuscì più a riconquistare nemmeno nel periodo della Restaurazione, perdendo la sede dell’ospedale e del Collegio valdese, per i quali venne preferita la candidatura di Torre. Luserna restò esclusa dalla costruzione, nel 1844, della nuova strada provinciale di comunicazione con il fondovalle, essendo lontana dalla ferrovia, il cui capolinea venne portato a Torre Pellice; fu inoltre privata di una parte economicamente interessante del suo territorio: la borgata Appiotti (Armand Hugon 1958, pp. 74 sgg.). Il piccolo borgo degli Appiotti cominciò ad acquistare importanza in quanto attraversato dalla nuova strada, che lo fece diventare un centro abitato di un certo rilievo economico, accresciuto ulteriormente dalla decisione di portare il capolinea della strada ferrata Pinerolo- Torre Pellice nella stessa località. La decisione di attribuirlo al circondario di Torre, ratificata da un decreto reale del 3 febbraio 1878, in risposta alle domande degli abitanti interessati all’aggregazione inoltrate nel 1866 e 1873, riaccese la rivalità tra i due comuni, provocando una lite pluriennale che si trascinò fino alla Corte di Cassazione, la quale concluse attribuendo gli Appiotti a Torre Pellice (AC Torre Pellice, mazzi 4-5). La vertenza per l’attribuzione di quest’ultima, di costruzione relativamente recente, appartenuta fino al 1858 al comune di Luserna e in seguito attribuita a Torre Pellice, diede origine a una causa che durò per più di cinquant’anni. Il contenzioso approdò al Ministero degli Interni e fu infine concluso con una ridefinizione dei confini dei due comuni nel 1928. Su questo conflitto si inserì una iniziativa del comune di Angrogna del 1889 per essere separato dal Mandamento di Luserna e aggregarsi a quello di Torre, che però non ebbe successo: gli argomenti addotti da parte di Angrogna furono la centralità di Torre, il fatto che quel comune rappresentava un centro di commercio e di industria, nonché di servizi, l’argomentazione secondo cui l’aggregazione al Mandamento di Luserna San Giovanni si doveva attribuire unicamente all’influenza del potere feudale. Il consiglio comunale di Luserna rispose a queste argomentazioni ribadendo il proprio ruolo storico di centro della valle, a cui aveva dato nome, e dove dal secolo XV era la sede del tribunale. Da questa causa apparve chiara la lotta di Luserna per affermare il proprio borgo degli Airali, recentemente sorto intorno all’edificio del nuovo municipio del comune unito, come sede dei servizi e degli uffici governativi, in alternativa a quello degli Appiotti (AC Luserna San Giovanni, mazzo 267). Tutti questi episodi contribuirono alla decisione delle due amministrazioni di Luserna e San Giovanni di procedere alla riunificazione dei due comuni, in modo da controbilanciare l’importanza di Torre Pellice: il 27 maggio 1871 i delegati delle due comunità stipularono presso la sottoprefettura di Pinerolo il progetto di fusione, che, successivamente approvato dal sovrano Vittorio Emanuele II, divenne effettivo a partire dal 1 gennaio 1872. La scelta del nome, Luserna San Giovanni piuttosto che non San Giovanni Luserna, venne lasciata alla sorte mediante estrazione (Luserna San Giovanni vita e vicende 1971). Schede storico-territoriali dei comuni del Piemonte Il problema dei beni sottoposti a usi civici fu particolarmente rilevante per il comune, in quanto una buona parte di essi erano oggetto di attività estrattiva. Le cave di gneiss lamellare sorte in proprietà comunali soggette ad arreraggio, o ad affitto temporaneo, dovevano rimanere di proprietà assoluta del comune. Anche i terreni agricoli, un tempo coltivati, erano, all’inizio di questo secolo, in gran parte incolti a causa di uno spopolamento causato dall’emigrazione e dall’impiego dei lavoratori nelle cave di gneiss. I diritti comunali rimasero dunque incontestabili in quanto non erano stati apportati da parte degli utenti miglioramenti che potessero suscitare contestazioni (CLUC, fasc. Luserna San Giovanni).