Almese

AutoriGherner, Ugo
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Torino
Area storica
Bassa Valsusa. Vedi mappa.
Abitanti
5240 (ISTAT 1991)
Estensione
1791 ha (ISTAT 1991); 1755 ha (SITA).
Confini
A nord Rubiana, a est Valdellatorre e Caselette, a sud Avigliana, a ovest Villar Dora
Frazioni
Milanere, con Grange, Panzone, Tetti Montabone e Garavello; Rivera con San Mauro e Morsino; Montecapretto, Malatrait e numerose altre borgate e case sparse. Vedi mappa.
Toponimo storico
Almisium, Almextum, Almeisium e varianti (secoli XI-XV). L’origine del nome è da riportare o a un derivato in «ese» della voce «alma» o a un aggettivo del nome personale latino Almo [Oliveri 1965].
Diocesi
Nei primi secoli del Cristianesimo il Piemonte apparteneva, con tutta la valla di Susa e la Moriana, alla diocesi di Torino; l’occupazione longobarda e quindi la formazione del confine fra Longobardi e Franchi alle Chiuse, fra i monti Caprasio e Pirchiriano, condusse all’erezione (forse nel 579) della diocesi autonoma di Moriana, che comprendeva anche la valle di Susa fino al ponte Volonia nei pressi di Avigliana e con essa il territorio di Almese. Nel corso del secolo IX, la valle di Susa, distaccata dalla Moriana e assegnata al Regno italico, tornò alla diocesi torinese. I tentativi dei vescovi di Moriana di rientrare in possesso della valle portarono a una situazione di ostilità fra le due diocesi, che scoppiarono in modo aperto nella prima metà del secolo XII, con interventi oscillanti del papato a favore dell’una o dell’altra diocesi, ma la valle fu confermata ai vescovi di Torino (Casiraghi 1979, pp. 24-25 e 46-53). Dal 1772 fa parte della neoeretta diocesi di Susa (Bartolomasi, Savi, Villa 1972).
Pieve
Non semplice la definizione del distretto plebano di cui faceva parte nei secoli centrali del medioevo Almese con le sue chiese di S. Maria e di S. Mauro (dal secolo XII): una convincente ipotesi avanzata recentemente (Patria 1993, pp. 37-36) prospetta una iniziale appartenenza alla pieve di S. Maria di Susa, poi (secolo XII) a quella di S. Maria di Avigliana, dipendente dai canonici della prevostura di Oulx; a essi fra XII e XIII secolo, le chiese almesine vennero sottratte dai monaci di S. Giusto, che sfruttarono in tal senso l’esenzione monastica di cui godevano. Dal secolo XIII sono attestati sia prepositi appartenenti a S. Giusto, sia diritti di decima e funzioni parrocchiali attribuiti alla medesima abbazia (Casiraghi 1979, p. 75; Provana di Collegno 1894-1900, I, p. 66; II, pp. 256-59).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Vasta presenza del monastero benedettino di S. Giuste di Susa, che vi possiede dal 1029 la curtis di Almese e Rubiana (Cipolla 1896, doc. 1, pp. 7-115) insieme con numerosi altri beni della valle di Susa; l’abbazia segusina è dichiarata dai fondatori Olderico Manfredi e Alrico vescovo di Asti immune dall’autorità diocesana (la conferma papale è del 1047: Kehr 1902, I, doc. 2, pp. 64-66) e su questa base edificherà in Almese una solida signoria ecclesiastica fino al passaggio dei beni alla neoeretta (1772) diocesi di Susa. Nella zona meridionale, ai confini con Avigliana, si segnala la presenza fondiaria con connessi diritti di decimazione dei Certosini di Monte Benedetto, che nel 1230 acquistano da S. Giusto l’ampio («non meno di 100 ettari», secondo Provana di Collegno 1894, I, p. 67) tenimentum di Panzone (Cartario della certosa di Losa e Monte Benedetto, doc. 133, pp. 163-66). Nei secoli XII-XIII Sant’Antonio di Ranverso acquista terre sulla sponda sinistra della Dora: Gran vigna, Castelletto di Milanere (secondo Pari edificato dal 1335 [Pari 1956, p. 63]), Grangia Carrata (Provana di Collegno 1900, II, pp. 166-69; Patria, 1993, p. 57). Nella zona più orientale, ai confini dell’attuale territorio di Caselette, si segnala la presenza dell’abbazia benedettina di Novalesa, che organizzò il proprio patrimonio intorno al castello di Camerletto (Sergi 1981; Patria 1993, p. 37). Dotazioni cospicue anche di S. Michele della Chiusa (Sergi 1981; Patria 1993, p. 37).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Non sono state reperite informazioni su luoghi scomparsi.
Comunità, origine, funzionamento
La comunità si organizza sotto il controllo dell’abate di S. Giusto e dei suoi funzionari. Non esprime, per i secoli medievali, né vivacità né intraprendenza; nel 1311 sono regolati per la prima volta i diritti dei rustici e, soprattutto, quelli del loro signore, che rimarranno sostanzialmente immutati per i secoli XIV e XV. Nel Quattrocento gli Almesini ottengono una revisione delle tariffe del tribunale signorile (AC Almese, carte antiche, doc. 16) e maggiori controlli sui poteri dei castellani (AC Almese, Atti di lite, m. 16). Scarse le informazioni sugli organi di funzionamento della comunità (siamo invece molto meglio informati su quelli della castellata signorile, sui suoi funzionari e sulle loro attribuzioni. Vedi mappa.): i capi di casa, tenuti a un giuramento che ricorda nel rito quello vassallatico, si riuniscono in un’assemblea (1461); sappiamo dell’esistenza di sindaci, consoli, credendari (1476); nel 1664 la comunità di S. Moro appare con due sindaci, due consiglieri, un computatore e si riunisce con i capi di casa (ne sono elencati 36). Singolare il diritto concesso nel 1706 – dietro pagamento di 500 lire – dalla duchessa reggente Anna d’Orléans a Giovanni Battista Bonaveri e a Francesco Bruno di nominare il sindaco di Almese (Patria 1982; Patria 1993).
Statuti
Nel locale archivio comunale di Almese e nell’Archivio di Stato di Torino sono conservati gli Statuti concessi dall’abbazia di S. Giusto: dal 1311, con conferme e aggiunte successive (1314, 1399, 1463, 1509, 1547, 1622, 1633 ecc.); nell’Archivio di Stato di Torino si trovano i Capitoli accordati nel 1562 dal duca Emanuele Filiberto alla comunità di Almese e S. Mauro (AST, Corte, Paesi per A e B, Almese, m. 18, n. 5); i Bandi campestri per le terre dipendenti da S. Giusto (Monpantero, Foresto, Meana, Mocchie, Condove, Frassinere, Rubiana, Almese, S. Mauro e Rivera) del 1730 (Patria 1982, doc. XIII, pp. 142 sgg.). Statuto comunale 2013. Vedi testo.
Catasti
Nel locale archivio comunale sono conservati i Catasti di Almese (1656, 1740), di Milanere (1681), di Rivera (1662, 1762, 1767, 1627).
Rivera. Vedi mappa 1.  Vedi mappa 2.
Ordinati
Nel locale archivio comunale sono conservati gli Ordinati dal 1709 (Almese) e dal 1665 (Rivera).
Dipendenze nel Medioevo
Il territorio di Almese è all’interno del comitato carolingio di Torino. Fra IX e X secolo è compreso nella vasta marca di Ivrea; quando questa è smembrata in marche di dimensioni inferiori, a metà del secolo X, entra a far parte della marca di Torino, governata ereditariamente dagli Arduinici. Il marchese Olderico Manfredi ebbe dall’imperatore Ottone III la concessione dell’immunità sulle ricchezze fondiarie della famiglia, che si estendevano anche sul territorio almesino, e che usò per dotare il monastero di S. Giusto di Susa, fra gli altri beni, della curtis di Almese (1029). Tenuta saldamente in mano dall’arduinica Adelaide fino alla morte, dal 1091 la marca si disgregò e la zona fra S.Ambrogio e Torino fu teatro di contese fra il vescovo torinese – che mirava alla costruzione di un principato vescovile di cui Rivoli, saldamente in mano all’episcopio torinese, era l’avamposto verso la valle di Susa – e gli Umbertini conti di Moriana-Savoia, che controllavano il valico del Moncenisio e la media valle di Susa fino a S. Ambrogio. Il monastero di S. Giusto di Susa, «monastero di famiglia» dei conti, rappresentò una delle pedine più importanti giocate dai conti di Savoia per la penetrazione dalla valle di Susa nel Torinese. Nel secolo XII la zona fino ad Avigliana fu via via più saldamente sotto il controllo dei conti sabaudi, diventando il centro propulsore della loro espansione verso la pianura, attuata anche attraverso un’attenta politica stradale. Nella seconda metà del secolo XIII, dopo l’acquisizione del controllo di Rivoli nel 1247, il potere sabaudo si estende fino a Torino e ad Avigliana è stabilmente operante una delle castellanie – di cui fa parte anche il territorio di Almese – in cui si articola localmente il potere dei conti, e poi duchi, sabaudi. Forte del rapporto privilegiato con i conti sabaudi, fin dal secolo XI S. Giusto di Susa edifica in Almese una signoria territoriale, dal secolo XIII con organizzazione amministrativa esemplata sulle castellanie sabaude che prende il nome di «castellata», con sede a S. Mauro. I poteri bannali sono quindi gestiti dall’abbazia di S. Giusto, salvo il riconoscimento dei superiori poteri del conte di Savoia, che si esplica in particolare nella cavalcata, e nel sostegno militare da parte degli uomini dell’abbazia (diploma di Tommaso I del 1212: Cipolla 1896, doc. 8, pp. 111-115) (Sergi 1981; Patria 1982; Patria 1993).
Feudo
L’abbazia di S. Giusto di Susa e dal 1776 Almese fu infeudata, con titolo di contado, a Spirito Giovanni Bertolero. Nel 1769 Rivera fu infeudata, con titolo di contado, a Gaspare Giuseppe Brea (Manno 1895-1906).
Mutamenti di distrettuazione
Dalla sua istituzione nel 1621 Almese fa parte della Provincia di Susa. In anni recenti ha aderito alla Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone.
Mutamenti Territoriali
Nel 1526 viene aggregato l’insediamento di Milanere, in precedenza appartenente al territorio di Rivoli (AST, Corte, Paesi per A e B, Almese, m. 10). Nel 1623 il territorio di Rivera-S. Mauro è scorporato dal comune di Almese (AST, Camera dei Conti, art. 706, par. 9, m. 5, vol. 27). Nel 1926 Almese, Villar Dora e Rivera sono accorpati in comune unico con capoluogo in Almese (R.D. 26 dicembre 1925, n. 160). Nel 1955 Alemse è scorporata e fu ricostituito il comune di Villar Dora (A.S.P.T., D.1.35).
Rivera. Vedi mappa.
Comunanze
Nel 1367 sono confermati i diritti di pascolo da parte dei Rubianesi in alcune zone di Almese e Rivera-S. Mauro (AST, Camera dei Conti, art. 706, par. 7, vol. VIII, Abbazia S. Giusto di Susa). Nel XVIII secolo sono attestati i diritti comuni di pascolo nella zona della Nubia (Almese) e in alcune zone del comune di Rubiana fra Almese e Rubiana, risalenti alle consuetudini nate quando i due comuni erano all’interno della medesima comunità (AC Rubiana, m. 9/1, vol. 66 citato in Patria 1990, p. 21). Nel 1731 in occasione delle consegne al momento della perequazione i beni comuni risultano ai confini con Rivera e Valdellatorre (regioni Pietra Ollera, Pietra Saponera, Fontana Fredda, Fontana Giomenia), con Rivera (regione Moncurto), con Rubiana e Valdellatorre (regioni Moncurto, Chianfan), con Villar Dora (lungo il fosso che divide i due comuni), con Avigliana e S. Macario (regione Pome Ferrero [AST, Camera dei Conti, II archiviazione, n. 81]).
Liti Territoriali
Nel 1302 ci fu una vertenza con Caselette per diritti di boscaggio su monte Musiné [Caselette ieri e oggi 1960, p. 22; A.C.C.; vd. anche scheda Caselette]. Nel 1476 le comunità di Rubiana e San  Mauro effettuano una transazione, con la quale vengono definiti nuovi confini e nuovi valori dei banna della camparia di Rubiana verso gli uomini di San  Mauro [A.C.R., Mazzo 1/1., edito in Patria 1992, doc. XIII, pp. 241 sgg.].
     Fra il 1570 e il 1920 si segnala il contenzioso con il comune di Rivoli per una porzione del monte Musiné. Nel 1719 le comunità di Rivoli, Buttigliera, Rosta, Rivera, San Mauro, Avigliana, l’abbazia di Camerletto e la Certosa di Collegno sono diffidate a farsi rappresentare in occasione della misura delle proprietà della Comanderia di Ranverso [A.S.T., Corte, Regolari certosini, Mombracco, serie 3, vol. 10,  citato in Provana di Collegno 1900, vol. II, p. 169]. Intorno al 1731 i lavori per la Perequazione portano a contrasti di Rivera con Rivoli (per il Musiné, attribuito a Rivera. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2.).
     Fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento si segnala il contenzioso fra Rivoli e Rivera per il possesso del territorio di Milanere. Nel 1831 c’è il ricorso della comunità di Val della Torre contro proprietari di Rivera, Rubiana, Colle San  Giovanni per "abusi di pastura" [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, V, Mazzo 1, Val della Torre, n. 5]. Nel 1920 il contenzioso tra «frazionisti» di Milanere e comune di Rivera per il diritto a pascolo su una porzione del monte Musiné è regolato con atto notarile [C.U.C., Provincia di Torino, Almese; vd. anche schede Avigliana, Buttigliera Alta, Rivoli, Rosta e Val della Torre].
Fonti
A.C.A. (Archivio Storico del Comune di Almese).
A.C.A., Atti di lite, Mazzo 16; carte antiche, doc. 16.
 
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Caselette).
 
A.C.R. (Archivio Storico del Comune di Rubiana), Mazzi 1/1; 9/1, vol. 66.
 
A.P.T. (Archivio Storico della Provincia di Torino), D.1.35.
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino)
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 668, Mazzo 7, Messa, torrente,  Corso del Torrente Messa per il luogo d'Almese colla Bealera per il Molino dell'Abbazia di S.t Giusto di Susa con suo sito ivi (Data : 20/07/) [Autore disegno originale: Carlo Maria Castelli].  Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Ufficio Generale delle Finanze, Tipi, cabrei e disegni (sezione II), mazzo 139, Alpignano, Caselette, Almese, bealere, Corso dimostrativo della Bealera di Caselette, Colegno derivante della Dora nel Territorio d'Almese, s.d.  Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Ufficio Generale delle Finanze, Tipi, cabrei e disegni (sezione II), mazzo 139, Alpignano, Caselette, Almese, bealere,  Corso dimostrativo della Bealera di Caselette, Colegno derivante della Dora nel Territorio d'Almese [1750].  Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, mazzo    3, Susa,  PARTE OTTAVA / CHE COMPRENDE I LUOGHI DI COAZZE, GIAVENO, VALGIOYE,     / LA CHIUSA, S. AMBROGIO, AVIGLIANA, CHIAVRIE, VILLAR D'ALMESE, / ALMESE, S.     MORO, E RUBBIANA; UNITAMENTE AI COLLI DI BES, / E DI PRA ABÀ, CHE DISCENDONO     NELLA VALLE DI PRAGELLATO: / QUELLO DELL'ANNIA A CUMIANA; I COLLI DI S     GIOVANNI, / E DI CODLIS NELLA VALLE DI VIÙ: E QUELLO DELLA MADONNA / DELLA     BASSA, NELLA VALLE DELLA TORRE. Carta topografica della Valle di Susa e di quelle di    Cesana e Bardonecchia; divisa in 9 parti; senza data e senza sottoscrizione, sulla Scala    di 1/9576. Parte 1a Che comprende il Monte Tabor, le Alpi del Comune di Melezet, con    una delle sorgenti della Dora, come anche i colli che discendono tanto in Francia come    in Savoja (Quadro d'unione sul verso). Parte 2a Che comprende i luoghi di Melezet, di    Arnauds e di Bardonecchia. Parte 3a Che comprende i luoghi di Desertes; di Beaulard,    di Millaures, di Savoulx e di Rochemolles. Parte 4a Che comprende i luoghi di Thures,    Bousson, Sauze di Cesana, Champlas du Col, Cesana, Fenils, Mollieres, Solomiac, Oulx,    Sauze d'Oulx, Salbertrand, Exilles e le Ferrere. Parte 5a Che comprende i luoghi di   Chaumont [Chiomonte], Gravere, Meana, la Città di Susa, Giaglione, Venaus,   Mompantero e Novalesa. Parte 6a che comprende i luoghi di Mathie [Mattie], Bussoleno,   S. Giorio, Foresto, Chianoc, Bruzolo e S. Didero. Parte 7a che comprende i Luoghi di   Villarfocchiardo, S. Antonino, Vayes, Borgone, Frassinere, Condove e Mocchie. Parte 8a  Che comprende i luoghi di Coazze, Giaveno, Valgioie, La Chiusa, S. Ambrogio, Avigliana,   Chiavrie [Caprie], Villar d'Almese, Almese, Rubiana e S. Moro. Parte 9a Che comprende i   luoghi di Trana, Sangano, Bruino, Reano, Villar di Basse [Villarbasse], Buttigliera, Rosta,   Rivoli, Caselette, Alpignano e parte di Pianezza, s.d. Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 663, mazzo 109, Carta topografica del territorio compreso tra Rivera e Almese (Note : Causa tra la Comunità di Rivera e quelle di Avigliana e Almese), 1724.  Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Ufficio Generale delle Finanze, Tipi, cabrei e disegni (sezione II), mazzo 50,  Rivera,  Cabreo de Beni delle due Cassine di Panione et delle Pezze agregate alla Cassina di Montagna sovra le fini di Rivera ...  (Data: 24/12/1770) [Note: Misuratore Giuseppe Musso].  Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Carignano, Mazzo 1, Torino, Torino 17, Foglio "8.",  (v. immagine 1: "[...] Carta Topografica Continente la Linea / Perimetrale del distretto delle Regie Caccie / divisa in quindici Foglj [...] Caselette, Camerletto, Viana, Trana, Almese, Villar d'Almese, e Sangano")Carte diverse concernenti il Distretto riservato per le R. Cacce, cioè: Carta topografica in 15 fogli della Linea perimetrale del detto Distretto; senza data (ma sec. XIX) e senza sottoscrizione; sulla scala di 1/18.720. Altra in 36 fogli contenente la medesima linea perimetrale; mancante di Scala, di data e di sottoscrizione; vi sono però notate in trabucchi le distanze da un termine all'altro. Carta dimostrativa in un foglio solo contenente il Distretto suddetto; senza data e senza sottoscrizione.   Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B,  mazzo 1, Almese, DÉPARTEMENT DU PO. / Arrondissement Communal de Suse / Canton de Villar-Almese / Plan Géomètrique de la Comm[un]e d' / ALMESE / Lévé en execution de l'arrete du Gouvernement du 12. Brumaire an XI. Carta del Teritorio di Almese stata levata per Ordine del Governo dei 12. Brumayo anno XI (3 novembre 1802) dall'Ingegnere Geometra G.B. Sappa sulla Scala di 1/5000 (Data: 1806-8-19) [Autore disegno originale : I.[ean] B.[aptiste] Sappa, Giovine].   Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B,  mazzo 1, Rivera, Plan Géométrique de la Commune de / RIVERA. Carta del Territorio di Rivera stata levata per Ordine del Governo dei 12. Brumajo Anno XI (3 novembre 1802) dall'Ing. G.B. Sappa sulla Scala di 1/5000. (Data : 1806-10-24) [Autore disegno originale: J.[ean] B.[aptiste] Sappa, Giovine]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B,  mazzo 2, Rivera, Riduzione alla quarta della scala della savoja / Mappa della Rivera o sia S. Mauro / Provincia di Susa. Riduzione della Mappa del Territorio di Rivera nella Provincia di Susa; sulla Scala di 1/9360, senza data e senza sottoscrizione, s.d.    Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Almese, m. 10; m. 18, n. 5; Corte, Paesi per A e B, M., m. 10, Milanere Corte, Paesi per A e B, Rivera, Rivoli, S. Mauro; Corte, Paesi per A e B, V, m. 1, Val della Torre, n. 5; Corte, Regolari certosini, Mombracco, serie 3, vol. 10.
A.S.T.,  Sezioni Riunite, Articoo 706, par. 7, vol. VIII, Abbazia S. Giusto di Susa; par. 9, Mazzo 5, vol. 27.
A.S.T.,  Sezioni Riunite, II Archiviazione, n. 81; Camera dei Conti, Perequazione del Piemonte, Capo 21.
 
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T.,  ms. Storia patria, Relazioni degli intendenti, secolo XVIII.
 
C.U.C. (Commissariato per la liquidazione degli usi civici).
C.U.C.,  Provincia di Torino, Almese.
Bibliografia
Bartolomasi N., Savi S., Villa F., Storia, arte, attualità della Chiesa in Valsusa, Pinerolo 1972.
 
Bosco M., La Certosa di Monte Benedetto dalle origini al declino, in Guida alla Certosa di Monte Benedetto e al Parco dell’Orsiera Rocciavré, Torino 1995, pp. 27-47.
 
Bosco M., Il rapporto fra S. Giusto e Monte Benedetto fra due modelli di presenza monastica, in Esperienze monastiche nella Val di Susa medievale, a cura di L. Patria e P. Tamburrino, Susa 1989, pp. 169-174.
 
Cartario della certosa di Losa e Monte Benedetto dal 1169 al 1252, a cura di M. Bosco, Torino 1974 (BSS 195).
 
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1833-1856, 28 voll.
 
Caselette ieri e oggi, Torino 1960.
 
Casiraghi G., La diocesi di Torino nel medioevo, Torino 1979 (BSS 196).
 
Cipolla C., Le più antiche carte diplomatiche del monastero di S. Giusto di Susa (1029-1212), in «Bullettino dell’Istituto storico italiano», 18 (1896), pp. 7-115.
 
Crosetto A., Donzelli C., Wataghin C., Per una carta archeologica della valle di Susa, in «BSBS» 79 ( 1961), pp. 355-412.
 
Dominici P., Ricerca storico-giuridica sugli statuti di Almese e Rubiana, Tesi di laurea, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, A.A. 1962-1963 relatore prof. M. Viora.
 
Finocchi S., Tombe romane ad Almese, in «Bollettino archeologico “Ad Quintum”», 2 (1981), pp. 36-39.
 
Guida alla Certosa di Monte Benedetto e al Parco dell’Orsiera Rocciavré, Torino 1995
 
Kehr P.F., Papsturkunden in Turin, in Papsturkunden in Italien, III, a cura di Id., Città del Vaticano 1977.
 
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, Civelli, Firenze 1895-1906, 2 voll. e 27 dattiloscritti.
 
Olivieri D., Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965.
 
Pari F., La torre della Bicocca, castello di Buttigliera Alta (Valle di Susa e la borgata Malan nel contesto dell’antico sistema viario della valle, in «Segusium», 22 (1956), pp. 79-100.
 
Patria E., Almese. Una terra tra le Alpi e la pianura, Almese 1993.
 
Patria E., Note sull’economia e la società valsusina nell’età della Restaurazione: la Bassa Provincia (Almese, Avigliana, Bussoleno, Condove), in «Quaderni valsusini», 3 (1987), pp. 9-52.
 
Patria E., Rubiana. Una comunità di Valsusa, I, Borgone 1982; II, Susa 1990.
 
Patria L., Le grange, in Guida alla Certosa di Monte Benedetto e al Parco dell’Orsiera Rocciavré, Torino 1995, pp. 30-35.
 
Patria L., Prima del Laietto: chiese, oratori e cappelle cimiteriali su terra monastica di S.Giusto di Susa (secc. XI -XV), in San Bernardo a Laietto. Chiese, cappelle e oratori trescati nella valle di Susa tardogotica, Borgone 1992, pp. 9-59.
 
Provana di Collegno F.S., Notizie e documenti d’alcune certose del Piemonte, I, Torino 1894, II, Torino 1900.
 
Sacchetti F., Memorie della chiesa di Susa, Torino 1887.
 
Savi S., La cattedrale di S. Giusto e le chiese romaniche della diocesi di Susa, Pinerolo 1992.
 
Sergi G., Potere e territorio lungo la strada di Francia. Da Chambéry a Torino fra X e XIII secolo, Napoli 1981.
 
Wataghin Cantino G., Notizie di scavi archeologici: la villa romana di Almese e l’abbazia di Novalesa, in «Segusium», 21 (1985), pp. 19-26.
Descrizione Comune
  Almese  
     Il territorio attuale del comune di Almese  risulta composto di tre principali zone: Almese, Rivera-S. Mauro, Milanere (dettata da ragioni di razionalizzazione amministrativa imposta dal governo fascista l’aggregazione ad Almese per un breve periodo – dal 1928 al 1955 – del territorio di Villar Dora, aggregazione comunque già proposta dalla Sottoprefettura di Susa nel 1866). Le prime due regioni, fino al 1623, formavano una comunità unica, e non è senza significato che sia stata mantenuta – a differenza di quanto avvenne per Villar Dora – l’aggregazione decisa nel 1928. La zona di Milanere, meno estesa delle altre due, pur se aggregata soltanto nel 1826 attraverso uno scorporo dal comune di Rivoli, può essere considerata sotto molti aspetti, come vedremo, già in precedenza facente parte del territorio almesino.
      La romanizzazione del territorio almesino è stata abbastanza profonda (si vedano i ritrovamenti di una villa a Milanere, di tombe in regione Malatrait, i toponimi di origine latina: Crosetto, Donzelli, Wataghin 1961; Patria 1993) ed è ha plasmato il territorio almesino in maglie regolari e in lavori di canalizzazione delle acque tuttora riconoscibili sul terreno. Il territorio di Almese si trova nella zona di confine fra l’Italia e la Gallia, fra la statio ad fines ubicata in località Malan (Drubiaglio, frazione di Avigliana) e la zona più orientale del regno di Cozio, Ocelum, nel territorio dell’odierno Novaretto (frazione di Caprie). La strada internazionale delle Gallie, dopo aver raggiunto Rivoli da Torino lungo la sponda destra, attraversava il fiume in corrispondenza di S. Antonio di Ranverso e si inoltrava nel territorio almesino per proseguire poi verso il Monginevro. In età medievale, pur rimanendo usato il percorso sulla sponda sinistra, prevalse il collegamento sulla sponda destra della Dora; dalla zona almesina si dipartiva la strada che attraverso il colle del Lis portava alle valli di Viù e dal territorio di Almese passava il raccordo con la strada che, attraverso Caselette, portava alla pianura padana (la Via Vercellensis) senza passare da Torino (Sergi 1981). L’elemento che, nei secoli centrali del medioevo, si inserì con un ruolo determinante nella formazione del territorio almesino fu il monachesimo. Nel 1029, all’atto della fondazione, l’abbazia segusina di S. Giusto fu dotata di numerosi beni in tutta la valle di Susa, fra cui la curtis di Almese e quella vicina di Rubiana. Dichiarata dai fondatori immune e dotata dell’esercizio di poteri bannali, agì come monastero «di famiglia» degli Umbertini conti di Moriana-Savoia e nella zona di Almese costruì una compatta signoria monastica, articolata dal secolo XIII in «castellate» esemplate sul modello della castellanie sabaude, che visse sotto la protezione comitale e ducale fino all’incameramento dei suoi beni nella nuova circoscrizione diocesana di Susa (1772). Dal secolo XIII la chiesa di S. Mauro divenne un borgo fortificato – tuttora ben leggibile – che era sede della «castellata di S. Mauro o sia Rivera» e fungeva da centro amministrativo, militare, giudiziario per il territorio sottoposto agli abati (dal 1463 S. Mauro è attestato come parrocchia [Provana di Collegno 1894, I, p. 66]; nel 1654 i capi di casa della comunità di S. Mauro decidono di mantenere un parroco nella chiesa di S. Stefano della Rivera [Patria 1993, doc. VIII, p. 275]). Si determinò uno sviluppo bipolare (Almese e S. Mauro-Rivera, con la villanova di Tetti S. Mauro in costruzione a metà Trecento [Patria 1992]), che sarà la base della divisione amministrativa in due comuni, attuata all’inizio del secolo XVII e che è ancora riscontrabile nelle forme attuali dell’insediamento. Altri centri monastici si insediarono nella zona almesina, concentrandosi nella parte orientale: i Certosini di Monte Benedetto acquisirono proprio da S. Giusto, nei primi decenni del secolo XIII il tenimentum di Panzone, tra le falde del monte Musiné e la Dora, in parte sui territori di Avigliana e di Rivoli; gli Antoniani di S. Antonio di Ranverso, dalla fine del secolo XII, acquisirono proprietà nella zona di Milanere, alle ultimi propaggini settentrionali del territorio rivolese; i Benedettini di Novalesa ristrutturarono i possessi di un’antica curtis intorno al «castello» di Camerletto, nell’attuale territorio di Caselette. La concentrazione di patrimoni monastici nella zona di Rivera portò a conflitti per diritti di decimazione, particolarmente ben documentati per S. Giusto e Monte Benedetto, che nel 1237 aveva ricevuto in dono da Giovanni di Caselette decime, diritti di giurisdizione e di pascolo dai confini di Camerletto a S. Maria di Almese (Provana di Collegno 1894, I, p. 123): dal 1270 almeno, inizia una controversia fra il curato di Almese e Monte Benedetto per le decime di Panzone, documentata ancora negli anni 1320, 1322, 1344, 1466, 1467 (Provana di Collegno 1900, II, pp. 42, 49-50), nonostante l’intervento a favore di Monte Benedetto del potere comitale: nel 1284 e nel 1285 (Provana di Collegno 1894, I, doc. XLIII e XLIV, pp. 209-210), il conte di Savoia Filippo I ordina ai castellani di Avigliana e di Susa e al giudice di Susa di difendere Panzone da tutti, ma specialmente dagli uomini di S. Giusto. Contrasti simili si hanno anche fra Monte Benedetto e Sant'Antonio di Ranverso, sfociati nel 1491 in un attacco in armi di Rivolesi dipendenti da Ranverso (Provana di Collegno 1900, II, p. 160). La larga presenza monastica, e quindi esente, nella zona di Rivera comportò, nella seconda metà del secolo XVI, pesanti disequilibri nella determinazione del tasso fra la zona di Almese e quella di Rivera. Ciò, insieme con una diminuita capacità di governo e di gestione signorile da parte di San Giusto, portò al distacco del territorio di Rivera da quello di Almese (AST, Camera dei Conti, art. 706, par. 9, m. 5; Patria 1993). Vedi mappa. Nella zona orientale del nuovo comune di Rivera la regione di Milanere fu oggetto di contesa fra il comune di Rivoli, quello di Almese e quello di Rivera. La presenza di Rivoli in tale zona è da mettere in relazione con l’accennato assetto viario in età romana, che vedeva il passaggio della via della Gallie dalla sponda destra a quella sinistra della Dora appunto nella zona fra Milanere e Sant'Antonio di Ranverso, con conseguente estensione del territorio di Rivoli sulla sponda sinistra della Dora (si veda la scheda dedicata a Rivoli). Ciò comportò anche il diritto di uso dei pascoli e del legname del monte Musiné, di cui godevano sia Rivoli sia le comunità di Milanere, di Rivera, di Caselette e di Val della Torre: interessante al proposito la discussione sull’etimologia del nome del monte, riconducibile da attestazioni medievali (secoli X-XIV) al significato di «monte dei vicini» (Patria 1993). Vedi mappa. L’abolizione della feudalità, nel 1799, fece scoppiare i contrasti fra i comuni sulla zona; in precedenza, informa l’Avvocatura Generale, la soluzione della vertenza «percuoteva pure l’interesse privato de’ vassalli investiti della giurisdizione cui premeva di avere annesse quelle borgate» (AST, Corte, Paesi per A e B, M., m. 10, Milanere).
     La situazione era molto complicata (vedi mappa 1. Vedi mappa 2.): l’indagine promossa dall’Avvocatura Generale rileva che, per quanto riguarda la leva militare, sia Rivoli sia Rivera chiamano soldati da Milanere; la strada principale è riparata ogni tanto da un comune e ogni tanto dall’altro, ma quelle interne sono riparate da Rivera; a Milanere si osservano i Bandi campestri di Rivoli, ma si è sottoposti alla giustizia ordinaria di Rivera. Il governo, evidentemente «disturbato» dalla presenza di quell’enclave di Rivoli, appartenente alla Provincia di Torino, all’interno della Provincia di Susa e per giunta non confinante, ma separata dai territorio di altri comuni, decise, con Regia patente del 21 maggio 1816, l’attribuzione di Milanere a Rivera. È da notare che, in quegli anni, era ministro il feudatario di Rivera, conte Brea. La decisione del 1816 lasciava però la proprietà di una parte del monte Musiné a Rivoli e il suo uso come pascolo agli uomini di Milanere. Nel 1826 al comune di Rivera è imposto il pagamento di lire 125 annue per il diritto di pascolo sul Musiné a favore del comune di Nella zona orientale del nuovo comune di Rivera la regione di Milanere fu oggetto di contesa fra il comune di Rivoli, quello di Almese e quello di Rivera. La presenza di Rivoli in tale zona è da mettere in relazione con l’accennato assetto viario in età romana, che vedeva il passaggio della via della Gallie dalla sponda destra a quella sinistra della Dora appunto nella zona fra Milanere e S. Antonio di Ranverso, con conseguente estensione del territorio di Rivoli sulla sponda sinistra della Dora (si veda la scheda dedicata a Rivoli). Ciò comportò anche il diritto di uso dei pascoli e del legname del monte Musiné, di cui godevano sia Rivoli sia le comunità di Milanere, di Rivera, di Caselette e di Val della Torre: interessante al proposito la discussione sull’etimologia del nome del monte, riconducibile da attestazioni medievali (secoli X-XIV) al significato di «monte dei vicini» (Patria 1993). L’abolizione della feudalità, nel 1799, fece scoppiare i contrasti fra i comuni sulla zona; in precedenza, informa l’Avvocatura Generale, la soluzione della vertenza «percuoteva pure l’interesse privato de’ vassalli investiti della giurisdizione cui premeva di avere annesse quelle borgate» (AST, Corte, Paesi per A e B, M., m. 10, Milanere). La situazione era molto complicata: l’indagine promossa dall’Avvocatura Generale rileva che, per quanto riguarda la leva militare, sia Rivoli sia Rivera chiamano soldati da Milanere; la strada principale è riparata ogni tanto da un comune e ogni tanto dall’altro, ma quelle interne sono riparate da Rivera; a Milanere si osservano i Bandi campestri di Rivoli, ma si è sottoposti alla giustizia ordinaria di Rivera. Il governo, evidentemente «disturbato» dalla presenza di quell’enclave di Rivoli, appartenente alla Provincia di Torino, all’interno della Provincia di Susa (Vedi mappa) e per giunta non confinante, ma separata dai territorio di altri comuni, decise, con Regia patente del 21 maggio 1816, l’attribuzione di Milanere a Rivera. È da notare che, in quegli anni, era ministro il feudatario di Rivera, conte Brea. La decisione del 1816 lasciava però la proprietà di una parte del monte Musiné a Rivoli e il suo uso come pascolo agli uomini di Milanere. Nel 1826 al comune di Rivera è imposto il pagamento di lire 125 annue per il diritto di pascolo sul Musiné a favore del comune di Rivoli, decisione che fa mettere gli uni contro gli altri gli abitanti del medesimo comune: quelli di Milanere contro gli altri di Rivera. Soltanto con lo sviluppo dell’industrializzazione, e quindi con il calo dell’importanza dei diritti di pascolo, si arriva, nel 1920, all’appianamento delle divergenze, con la cessione da parte degli uomini di Milanere dei propri diritti sul Musiné (AST, Corte, Paesi per A e B, Rivoli; AST, Corte, Paesi per A e B, Rivera; AC Almese; Patria 1993). I contrasti fra gli abitanti di Milanere e il resto della popolazione di Rivera – ormai Almese – non sono tuttavia del tutto appianati: ne è prova la richiesta di ricostituzione delcomune di Rivera, respinta nel 1947 dalla Deputazione provinciale di Torino, perché presentata da un numero insufficiente di cittadini e perché sono contrari anche il comune di Almese e i «frazionisti» di Milanere (ASPT, D 1.35).