Valdieri

AutoriPalmero, Beatrice
Anno Compilazione2008
Anno RevisioneVersione provvisoria
Provincia
Cuneo.
Area storica
Cuneese. Il suo territorio occupava la parte centro-settentrionale della valle Gesso, fino oltre lo spartiacque alpino. Il crinale dell’Argentera è divenuto poi l’attuale confine con la Francia a seguito del secondo conflitto mondiale.
Attualmente Valdieri e il suo comprensorio alpino costituiscono parte integrante del Parco naturale delle Alpi Marittime. Il nuovo ente parco è stato creato nel 1995, in seguito alla fusione del Parco naturale dell'Argentera (istituito nel 1980) con la Riserva del Bosco e dei Laghi di Palanfré (istituita nel 1979). Il gemellaggio con il parco del Mercantur dal 1987 ha consentito di salvaguardare un’area alpina transfrontaliera di 100.000 ettari. Il territorio prevalentemente alpino del comune di Valdieri entra così a far parte di un'unica grande area protetta che si estende sul territorio italiano per una superficie di 27.945 ettari, ripartita su tre valli (Gesso, Stura, Vermenagna) e quattro comuni (Aisone, Entracque, Valdieri, Vernante).
Abitanti
1346 [CSI 1961]; 878 [CSI 1991], 964 [ISTAT: censimento 2001], 941 [ISTAT/2004], 972 [BDDE: popolazione residente 2006].
Estensione
(ISTAT/SITA, 1991): ha 15356.
Confini
Aisone, Borgo S. Dalmazzo, Demonte, Entracque, Miola, Roaschia, Roccavione, Vinadio, Valdeblore (région PACA-Nice, Département Alpes Maritimes, France).
Frazioni
Costituiscono frazioni Andonno, Sant’Anna, Desertetto, San Lorenzo, Terme. In relazione alla normativa precedente il rilevamento del 2001 costituivano frazioni del comune anche Aradolo La Bruna, Tetti Cialombard e Tetti Gaina. Tra le frazioni rilevate a metà Ottocento compaiono solo Desertetto e San Lorenzo, oltre a Belingeri (Casalis 1854, vol. XXVI, p. 526). L’attestazione toponomastica di Blanjer resta nella segnaletica stradale a indicare un nucleo originario di abitato, incorporato poi nello sviluppo della frazione di Sant’Anna.
Toponimo storico
Valderium (Casalis 1854, vol. XXVI, p. 525-531).
Nella documentazione medievale è citato nelle varianti di «Vaudero», «Vauderio».
La toponomastica fa derivare il nome «Valderio» dal termine tedesco Wald, bosco o selva. La forma è influenzata dal provenzale "vaudier" e dal piemontese "vauda" che significa luogo elevato e boscoso [Olivieri]. Tuttavia la tradizione linguistico-etimologica vuole che il termine non indichi tanto l'area boschiva, quanto piuttosto, i "valdieri", cioè i suoi abitanti. Così il toponimo alpino traduce il luogo “degli addetti al bosco”.
Diocesi
Le chiese di Valdieri sono soggette al vescovo di Asti fino all’erezione della diocesi di Mondovì (a.1388, Bolla papale Clemente X). La dipendenza del vescovo di Asti si estende sull’intero priorato dell’abbazia di S. Dalmazzo, ossia sulla valle Gesso dal colle delle Finestre alla colla di Cornio (Tenda). La prima attestazione del luogo di Valdieri compare nel 1246 e testimonia di una concorrenza tra vescovo di Asti e l’abate di Borgo S. Dalmazzo per il controllo delle chiese e degli abitati di quel territorio. Tale concorrenza si inasprisce nel corso del XIV a seguito dell’importanza acquisita dalla villanova di Cuneo, le cui chiese insieme a S. Dalmazzo risultano assoggettate al vescovo di Asti, fino alla creazione della diocesi di Mondovì (Giacchi 1976, p. 420-421). La mensa vescovile di Mondovì imponeva il pagamento del laudemio oltre alla decima, i cui proventi ad esempio nella parrocchia di S. Eusebio di Andonno erano divisi a metà, mentre quel parroco manteneva per intero i proventi sulla regione di Salmor (BRT n.855, c. 270-271). A partire da metà Settecento possiamo documentare l’investitura del laudemio a favore del marchese Ferrero di Valdieri. In seguito a ciò il pagamento del laudemio alla mensa vescovile di Mondovì, veniva contestato dai particolari di Valdieri. La contestazione tra 1769 e 1772 si era estesa a diversi particolari della valle Gesso, mentre a partire dal 1770 la comunità di Valdieri si era schierata contro gli inadempienti alle decime vescovili (ACValdieri, cart. 1, fasc. 15-21 [1755-1778]). Dopo il rinnovamento dell’investitura del laudemio al marchese Michele Ferrero da parte del vescovo, la comunità di Valdieri si rivalse nei confronti dell’abbazia di Borgo S. Dalmazzo per detto pagamento (ACValdieri, cart. 1 fasc. 22-23 [1784-1803]).
Con la costituzione del distretto diocesano di Cuneo del 1817, anche le chiese di Valdieri passarono sotto la nuova giurisdizione (Berra 1955, pp. 52-54).
Pieve
Il diploma imperiale del 1041, che attribuisce al vescovo di Asti il territorio del comitato di Bredulo specifica oltre alla «Plebs S. Mariae de Pedona», l’estensione del distretto sulla valle Gesso fino al colle delle Finestre entro i possedimenti dell’abbazia di S. Dalmazzo: «cum canonica, abatiam Sancti Dalmatii cum valle Gexii, usque ad Fenestras, Rocha Corvaria et Rubulando et Alvergnando usque ad montem Cornium» (Il Libro verde della chiesa di Asti, p. 217, doc. 304). La prima attestazione del luogo di Valdieri risale invece alla bolla di papa Innocenzo IV (1246), in cui viene annoverato come dipendente dall'antica abbazia di S. Dalmazzo di Pedona (Riberi 1929, pp. 490-493). La presenza dell’abbazia di S. Dalmazzo, attestata dal X secolo e più espressamente nell’XI secolo sulle valli Gesso e Vermenagna documenta di un centro di potere in espansione su un’area che gravitava tra la diocesi di Nizza-Cimiez e quella di Torino prima della riorganizzazione longobarda (Tosco 1996, p. 36 e 59 e v. scheda Borgo S. Dalmazzo). La sua affermazione nel corso del XIII secolo indica una concorrenza giurisdizionale sulle pievi e sulle chiese tra l’abate e il vescovo di Asti, almeno fino alla creazione della diocesi di Mondovì (1388, Giacchi 1976, p. 425).
Altre Presenze Ecclesiastiche
La Chiesa della Confraternita di Santa Croce è attestata nel suo oratorio nella visita pastorale del 1583. L’attuale Chiesa Parrocchiale dedicata a San Martino e a San Lorenzo risulta invece un’opera monumentale di fine Settecento. Eretta dal Gavuzzi in stile neoclassico tra il 1789 e il 1796 ha incorporato la chiesa preesistente, che forma l'attuale transetto. Nel più antico quartiere del “Saretto”, sito all’ingresso dell’attuale paese, sorge la cappella di S. Giuseppe, sede della compagnia della Buona Morte. La compagnia venne soppressa nel 1735 in ragione delle discordie sorte con i confratelli di S. Croce (APValdieri).
Nel quartiere “Pavia”, al limite ovest dell’attuale abitato di Valdieri, dove inizia la vecchia strada per l’alta Valle Gesso, è situata la cappella dedicata alla Visitazione di Maria ad Elisabetta, fondata nel 1685. Intorno all’anno 1775 la cappella veniva ingrandita di circa un terzo dalla parte del coro e si erigeva un campanile (APValdieri).
Una piccola cappella dedicata a San Lorenzo è attestata dal XVII secolo in località Marmoree. Realizzata con un ampio porticato sul davanti era stata dedicata al santo contitolare della parrocchia di Valdieri. A seguito dell’ampliamento tardosettecentesco della Cappella il portico fu incorporato nella nuova costruzione.
Nella frazione di Desertetto, che ha conosciuto un notevole sviluppo nel corso dell’Ottocento a seguito dell’installazione delle cave di marmo, è attestata al XVII secolo la cappella di S. Bernardo. La pala dell’altare ricorda questa fondazione seicentesca dedicata a S. Bernardo da Mentone.
Al Colletto, ossia alla confluenza delle valli Stura e Gesso a circa 1300mt di altezza è posta la cappella della Madonna della neve. Per la fondazione del santuario della Madonna del Colletto la datazione è legata a leggende e tradizioni locali, mentre i lavori di ristrutturazione nei termini della struttura attuale risalgono al Seicento (Ristorto, 1973).
Altre cappelle, attestate nella visita pastorale di fine Cinquecento, sono poste lungo la direttrice di collegamento di Valdieri con la valle, a nord la cappella di S. Croce e a sud-est verso Borgo-Entracque, la cappella di S. Giovanni Battista. Risultano in abbandono dall’Ottocento, e sono di proprietà comunale. A questo periodo risale anche il degrado e la scomparsa di altre due cappelle attestate in atti di lite cinquecenteschi: la cappella di S. Sebastiano e dell’Immacolata Concezione del Rio (APValdieri). L’alluvione e lo straripamento del torrente Colletto a metà Ottocento hanno distrutto tali edifici, che non vennero ricostruiti e le cui rovine sono state in gran parte rimosse.
Con l’aggregazione del comune di Andonno, la parrocchia di Sant’Eusebio e le due cappelle sul territorio costituiscono un centro devozionale che ha attualmente pari consistenza, in termini di parrocchiani, della chiesa parrocchiale di Valdieri. Nel corso del Settecento il quadro devozionale della comunità di Andonno è un indizio significativo della complessità dei legami caritativo-assistenziali che sottendono la maglia del distretto parrocchiale, articolata come si è detto in cappelle campestri sul territorio. La confraternita del Crocefisso aveva una propria chiesa nel luogo di Andonno, retta dalle elemosine dei confratelli. Inoltre i 770 abitanti risultanti dai registri parrocchiali si dividevano in 3 compagnie presenti nella chiesa parrocchiale del luogo (Rosario, SS.mo Sacramento e Suffragio). Il fisco regio sottolineava a questo proposito che il numero di abitanti era relativo al distretto parrocchiale, che si estendeva anche alla gente di Aradolo, “regione di confine”, che faceva invece “capo di comunità” con Borgo S. Dalmazzo e Roccavione. Sempre nella regione di Aradolo la congregazione di carità di Andonno possedeva un reddito di 12 lire, proveniente da 12 giornate di bosco di castagne. (BRT n. 855, c. 271-272).
Assetto Insediativo
I dati statistici contemporanei rivelano una fluttuazione demografica di un comune alpino soggetto nell’Ottocento a un notevole sviluppo “industriale”, determinato dall’attività estrattiva delle cave. In questo senso abbiamo dopo lo straripamento del torrente Corsetto (1857) l’edificazione di unità abitative lungo la valle, che costituiscono lo sviluppo ad esempio della frazione di Desertetto. Inoltre lo sfruttamento delle fonti sulfuree determina l’impianto delle strutture sanitario-termali e un ulteriore sviluppo abitativo. Così i dati demografici ottocenteschi testimoniano di un centro alpino e termale, popolato da 2400 abitanti (Casalis 1854, vol. XXVI, p. 531).
Il centro abitato di Valdieri ha avuto in età moderna un indubbio incremento demografico, benché la natura fiscale delle consegne sia una fonte che tende in genere a sottostimare il numero effettivo degli abitanti. Lo sviluppo del distretto fiscale di Cuneo tra Quattro e Cinquecento vede infatti il luogo di Valdieri seguire le sorti di Entracque, che diventa leader di una contribuzione forfetaria e corporativa rispetto all’esazione cuneese, legata a una computazione dei carichi fiscali per valle. I distretti fiscali rivelano dunque una continua tensione tra la comunità del luogo e il riparto dei carichi ducali, di cui abbiamo manifestazione ad Entracque proprio nel memoriale della lite fiscale del 1624 (v. scheda Entracque. AC Entracque, C. V cl. 3, “Dispute ricorsi ingiunzioni”: Sommario et allegazioni delle Valli di Gesso e Vermenagna contra la città di Cuneo circa il modo esagerato della distribuzione fra litiganti del pagamento aumento tasso alla città di Cuneo, 1624 [rif. Instrum. 1481, per indipendenza delle valli dal concorso dei carichi ducali della città, con apuontamento del ducal consiglio delli 24 gen 1484; rif. instrumentum 1575 per inibizione aumenti]). La contribuzione ci mostra quantomeno un’organizzazione residenziale più complessa rispetto al luogo di prelievo fiscale, inteso come centro abitativo e produttivo, nei termini di soggetto alla contribuzione del tasso.
Per altri versi, nelle contestazioni che riguardano il cotizzo o meglio il prelievo fiscale sul computo del sale, possiamo vedere riflesso l’assetto insediatiativo alpino. Il consumo del sale era controverso infatti, poiché l’abitato di Valdieri era caratterizzato da insediamenti stagionali, nonché da residenze multiple e cambi periodici di abitazione entro le due valli, Gesso e Vermenagna, che rappresentavano le pratiche abitative della gente di montagna. In questo senso, la riproposta tardo medievale di un accorpamento dei luoghi delle valli rispetto al distretto fiscale cuneese suggeriva appunto una ripartizione meno onerosa degli aggravi fiscali. La quota forfetaria per valle era meglio conforme dunque a un assetto insediativo disseminato e legato non solo alla valle Gesso, ma anche alla valle adiacente della Vermenagna, di cui si è tenuto conto almeno fino al 1724, quando le “terre dipendenti da Cuneo” cominciavano a essere considerate luoghi di contribuzione a sé stanti (AC Entracque, C. V cl. 3, “Dispute ricorsi ingiunzioni”: Ricorso della città di Cuneo chiedente informazioni circa la modalità del pagamento dei ducati dovuti per tassa fuocaggio dalle terre da essa dipendenti. Decreto della Regia Camera dei Conti, [7 ottobre 1724]: si stabilisce il riparto del tasso fuocaggio fra i comuni di Andonno, Borgo, Robilante, Entracque, Roaschia, Roccavione, Valdieri). Possiamoo notare dunque che la pratica abitativa accentua la discrepanza tra luogo fiscale e luogo di comunità, che tra l’altro non risulta coeso e unitario nemmeno nella gestione delle risorse territoriali, come analizzeremo più avanti. Pertanto, farsi un’idea della consistenza abitativa necessita ad esempio di uno sguardo agli investimenti devozionali, che nel corso del Cinque e Seicento si moltiplicano sul territorio in cappelle rurali e nella presenza di oratori di confraternite; ma anche di benefici ecclesiastici o di associazione assistenziali che legano insieme i centri abitati della valle Gesso tra di loro, come ad esempio la contribuzione di Entracque all’ospedale di Andonno (v. scheda Entracque).
Possiamo inoltre sottolinerare che rispetto al borgo, ripartito nei quartieri residenziali e sede della parrocchia, i dati fiscali dell’amministrazione sabauda adottano parametri di rilievo residenziali che non si confanno alle consuetudini abitative stagionali e periodiche adottate dalla gente di montagna. Come meglio rilevato dagli studi sui flussi migratori, le alleanze familiari si delineano come caratteristica principale per il movimento e l’aggregazione degli abitanti di una comunità montana, che possiede unità abitative specifiche e delocalizzate in funzione delle attività stagionali svolte. A questo proposito vorremmo suggerire negli sviluppi abitativi, il moderno rapporto instauratosi tra Andonno e Valdieri, un rapporto di dipendenza manifatturiera, testimoniato ad esempio nella relazione dell’Intendente Brandizzo (BRT, Storia e Patria n.855, 1753, 270-277r.). Il luogo di Andonno infatti nel contesto di età moderna costituisce una unità contributiva a sé stante, ossia una comunità identificata nei termini amministrativi come entità territoriale-residenziale. Facendo perno sul distretto ecclesiastico, si può sottolineare in primo luogo la riscossione della decima, divisa tra vescovo di Mondovì e il parrocco di Andonno, quest’ultimo con sede in una sola parrocchia, dedicata a S. Eusebio. In particolare rispetto al vescovo, il parrocco detiene piena giurisdizione della decima sulla località di Saben. Inoltre sono citate ben quattro compagnie presenti nella parrocchiale, mentre la confraternita di S. Croce è al di fuori e si regge da sé con le elemosine dei confratelli. Ancora, la presenza di una congregazione locale si lega alla gestione di 12 giornate di castagneto nella regione di Aradolo, in prossimità dell’antico nucleo distrettuale dell’abbazia di S. Dalmazzo e adiacente al territorio alpino di residenza, dove appunto si possono localizzare i tetti delle abitazioni. L’articolazione dei luoghi di investimento devozionale e i possedimenti ecclesiastici dimostrano una prosperità della comunità che non si riflette invece nel carico contributivo. Innanzitutto perché nel computo dei 770 parrocchiani, erano annoverati anche quelli di Aradolo, che invece per il fisco piemontese erano da includersi in quota contributiva ai luoghi di S. Dalmazzo e Roccavione.
I tetti e le case tra Valdieri e Andonno risultano poi distribuiti lungo i rivi d’acqua e in prossimità delle colle alpine, ossia si collocano nei pressi delle aree di sfruttamento agro-silvo-pastorale. In questo senso anche la consegna del sale rifletteva una povertà del luogo, dove l’intendente Brandizzo rilevava un equilibrio nella presenza di ovini e bovini (150 capi di bestiame ogni specie), che costituiva per i prelievi sul consumo un indubbio svantaggio. I bovini tra l’altro non potevano avere fieno a sufficienza sulle alpi comunali, ripartite in altitudine tra le due specie di allevamento, mentre gli ovini potevano godere dei pascoli pubblici in regime di comunità. Così il gettito della gabella era sensibile anche al flusso migratorio del bestiame, che si spostava sulle alpi vicine. Resta il fatto che l’occupazione invernale del luogo di Adonno era costituita dall’attività tessile: qui si producevano tessuti pregiati come a Vernante. Anche questa fonte di reddito era irrisoria per la fiscalità, poiché l’industria manifatturiera era dominata da Valdieri. Brandizzo sottolineava infatti che era quasi assente la produzione in proprio, poiché Valdieri forniva i filati e commissionava ai filatori le tele. Anche questo vuol dimostrare che l’unità amministrativa del territorio era di difficile classificazione entro le maglie della fiscalità piemontese che voleva tassare le unità produttive dei luoghi, affidandosi alla consistenza abitativa.
Infine l’intendente ci riporta testimonianza di una leggenda locale che racconta della presenza di una miniera d’oro. Benché sulle alpi fossero prensenti piccoli giacimenti aurei, l’annotazione potrebbe riferirsi all’attività estrattiva delle cave di marmo cipollino, del tipico colore giallo paglierino, con cui forse si voleva intendere la ricchezza del luogo. Lo sviluppo delle cave, nel secolo seguente, ha di fatto inciso non solo sul paesaggio, ma anche sull’assetto abitativo, con l’edificazione di nuclei di case adiacenti alla dorsale di sfruttamento.
Infine la costruzione di una frontiera nazionale tra Italia e Francia ha comportato in un primo tempo il trasferimento di tutto il vallone di Mollières, insieme al suo abitato, nel territorio del comune di Valdieri. L’alta valle, collegata per la strada e l’accesso meno scosceso al paese di Isola nell’entroterra di Nizza, sono passati così sotto giurisdizione del Regno d’Italia e sono stati accorpati a favore del territorio di Valdieri per effetto della frontiera franco-sarda del 1860. Da questo momento inizia una causa con il comune limitrofo di Valdeblore (Nice-France) per i diritti di caccia, mentre il silenzio-assenso della popolazione trova compensazione in una politica di sgravi fiscali transfrontalieri e nuove attività daziarie (Barelli 1991, p. 29-30). Non sembra però che si siano effettuati cambiamenti significativi per ciò che concerne l’assetto abitativo dell’alta valle, né migrazioni di rilievo da parte degli abitanti, nemmeno a seguito di un nuovo intervento di frontiera nel 1947.
Luoghi Scomparsi
«Torre Vaudieri» è un antico dominium tra Valdieri e Cuneo, venduto a fine Trecento dai signori di Valdieri all’avvocato Caglia di Cuneo (AST, Città e Provincia di Cuneo, Valdieri mazzo 7 fasc.1: Vendita di Percivale di Vaudero fù Giacomo di Cuneo, a' favore dell'Avvocato Pietro Caglia, di tre parti della Torre, chiamata la Torre de' Valdieri, con gli Airali, ed Edificj, e case ivi esistenti, ed tutti gli beni tanto altenati, che Aratorj, e gerbi sittuati sovra le fini di Cuneo, oltre il Gezzo, et 200 settori d'aqua delle Bealere di Vermenagna per il prezzo di L.1080. astesi [3 settembre 1391]). La localizzazione topografica è incerta, benchè le attestazioni toponimiche di “Torre bianca”, “Torre Roa” intorno all’attuale complesso termale di Valdieri, ai confini con il territorio della città di Cuneo, è un indizio che rinvia a quella zona. La composizione di detto dominio in “airali” ed “edifici” lo qualificano come un territorio su cui si esercitavano delle attività produttive, specificate inoltre in campi, alteni e gerbi sulle fini di Cuneo. Tale spazio edificato e abitativo doveva dipendere amministrativamente da un borgo, che dovrebbe essere quello appunto di Valdieri. Il territorio della Torre risultava inoltre provvisto una giurisdizione sulle acque del Vermenagna. Pertanto la sua conformazione è evidentemente connotata dall’intersezione di giurisdizioni diverse, prive tra l’altro di una soluzione di continuità nello spazio.
Le transazioni controverse del dominium di Torre Vaudieri nel corso del Quattrocento lasciano una traccia documentaria che porta a ipotizzare anche uno sviluppo tardo quattrocentesco di una grangia certosina dei Monaci di Pesio (AST, Città e Provincia di Cuneo, Valdieri mazzo 7 fasc. 2-13 [1435-1481]). Nel corso del Cinquecento i monaci di Pesio cedono infine la giurisdizione delle sorgenti termali ai Savoia in cambio del rifornimento del sale (AST, Città e Provincia di Cuneo, Valdieri mazzo 7 fasc.14-15: Ordine dell'Infante Donna Catterina Duchezza di Savoja, per quale manda alla Camera di far pagare alli PP. Certosini della Val di Pesio gli Boglj 80. di Sale, de' quali nel Contratto di Cessione fatta dalli detti PP.di delle aque scaturienti da beni spettanti al loro Monistero, a favore di d.a S.A.R., colla Suplica per essi sporta alla Camera per ottenere L'interinazione del Sovra menzionato Contratto [5 luglio 1597; 8 gennaio 1599]. In archivio comunale non si posseggono documenti, nemmeno in copia; benché nell’ultimo inventario, redatto dalla prefettura negli anni Trenta del Novecento, fosse indicato un elenco di 15 documenti, dal 1391 al 1599, che riuniva gli atti a documentazione della vendita della Torre).
Comunità, origine, funzionamento
Nel contesto dell’emergere di uno ius proprium comunitario in valle Gesso risultano ben definite le comunità di Valdieri e Andonno. Così l’analisi della ricognizione dei diritti dell’abbazia di Borgo S. Dalmazzo del 1262 costituisce una pista indiziaria importante per ricostruire l’origine delle comunità di valle Gesso (Marro 1992, p.13 e ss.). In questo senso la dipendenza feudale dall’abbazia di S. Dalmazzo potrebbe spiegare meglio la conformazione del luogo di Valdieri, che nel 1583 risulta organizzato in due confrarie della S. Croce e di S. Giovanni Battista. In assenza di studi e altri riscontri documentari, in particolare legati all’archivio parrocchiale, possiamo solo sottolineare come dato significativo la spartizione dei diritti di decimazione tra la parrocchia di Valdieri e la diocesi di Mondovì. Quando la diocesi di Mondovì acquisisce, nel corso del XIV secolo, i diritti dell’abbazia di S. Dalmazzo, Valdieri ne trattiene parte, oltre all’esclusiva della decima sul quartiere di Saben (AC Valdieri, cart. 1 fasc. 6: Restituzione in tempo per prendere l’investitura comunità e particolari dalla mensa vescovile di Mondovì, [29 settembre 1584], copia in latino del XVIII secolo).
La comparsa di un’organizzazione statutaria invece sembra legata piuttosto alla fondazione di Cuneo, e in particolare sotto l’egida dei legami politico-militari con i signori di Saluzzo e meglio definita nell’ambito del governo provenzale. Gli stessi statuti di Cuneo, pervenuti in edizione trecentesca, risultano infatti influenzati dall’età angioina e vincolati all’effettivo riconoscimento di quella città da parte dell’autorità provenzale (1231-1234, Camilla 1970). L’archivio comunale di Valdieri conservava inoltre una copia cinquecentesca degli statuti di Cuneo [3 novembre 1506], mentre il 19 ottobre 1688 il comune acquisiva il diritto di fregiarsi dell'attuale stemma (Ristorto 1978). Nel corso del Seicento invece il movimento del bestiame locale sui pascoli limitrofi, richiede alla comunità del luogo di attrezzare nuove delimitazioni dei boschi e norme di accesso ai pascoli. Viene approntata così una nuova regolamentazione del pascolo vicinale tra Valdieri ed Entracque (1697-1713, v. scheda Entracque). La formazione di statuti locali sembra però osteggiata dal capoluogo, come dimostra un “ricorso della città di Cuneo per l’esercizio delle prerogative di fare Statuti” [24 aprile 1731] (AC Valdieri, dall’inventario delle antiche memorie di Valdieri, 1929-1931, documenti storici mancanti, cart. 1 fascc. 4 e 9). Anche in seguito, quando la comunità di Valdieri ha i suoi bandi politici e campestri, risultano degli opponenti ai bandi campestri, le cui ragioni vengono esaminate in sede di Senato (AC Valdieri cart.85 fasc. 2 [21 marzo 1829]).
L’impostazione ospitaliera e assistenziale si rinnova nei luoghi della valle Gesso a consolidamento della viabilità, nel corso del Seicento. Sempre con Entracque, la comunità moderna di Andonno investe nella funzione ospitaliera, con cui condivide la proprietà di un ospedale (AC Entracque, “Causa tra i comuni di Entracque e Andonno per mancato pagamento da parte dell’ospedale di Entracque delle taglie spettanti al comune di Andonno per proprietà dell’Ospedale” [1620-1623]). La politica sabauda di questo periodo investe in particolare nel potenziamento dei collegamenti con la città di Nizza, e conferisce un nuovo ruolo di controllo alle comunità delle valli Gesso, a cui compete la manutenzione delle strade e dei ponti. Un’istruzione ducale ricorda infatti l’impegno del bilancio comunale di Valdieri per il finanziamento dell’asse viario e della strada ducale a incremento dei traffici con la città di Nizza (1681, AST, Corte, Città e contado di Nizza, Porto di Villafranca, mazzo 1). In particolare poi la presenza di cappelle databili al Seicento sull’asse viaria verso Boves e verso Entracque sembra confermare il dato del coinvolgimento della comunità locale nei collegamenti transalpini e di valle.
Statuti
Non sono presenti statuti locali, anzi sembra che fossero in vigore quelli di Cuneo, considerato che l’inventario storico dell’archivio comunale di Valdieri ne conservava una copia cinquecentesca ora mancante (AC Valdieri, cartone 1, fasc. 4 Statuti della città di Cuneo [1506], 3 novembre 1506).
I bandi campestri, istituiti sul territorio di comunità nel corso del Settecento sono controversi e approvati dal Senato solo nel 1784, mentre quelli politici e campestri hanno una vertenza nel 1829 (AC Valdieri, cartone 85 fasc. 1 Bandi campestri 1720 luglio 20, approvazione del Senato dei capitoli dei bandi campestri della comunità di Valdieri [1784]); fasc. 2, Bandi campestri e politici 1828 marzo 17, e ordinanza della causa contro opponenti ai bandi campestri, Senato, 1829 marzo 21).
In archivio storico di Entracque sono presenti bandi campestri di Valdieri:
- 1713, Capitoli de bandi campestri per il consiglio ordinario della comunità del presente luogo di Valdieri formati nell’ordinato delli nove luglio 1697. Aumentati li 21 gennaio 1709 e confirmati li 7 agosto 1713.
- 1774, Bandi campesti formati dell’ordine del conte Giacomo Federico Valfreddo conte di Valdieri et signore del castel Rajnero da osservarsi nel feudo territorio e contado di Valdieri (AC Entracque, v. scheda Entracque).
In seguito la comunità di Valdieri controlla il proprio territorio comunale attraverso dei regolamenti (AC Valdieri, cartone 85 fasc. 5, Municipio di Valdieri. Regolamento sul modo di usare i beni comunali a senso dell'art. 151 della legge 7 ottobre 1848 dei boschi e del pascolo e disposizioni generali, 14 novembre 1853 (a stampa); cart. 628, Regolamento per il pascolo delle capre [1823-1824]).
[N.d.r. L’archivio storico del Comune ha due inventari catalogati dalla sovrintendenza archivistica per il Piemonte e la valle d’Aosta (1981; 1997). Entrambi segnalano come primo documento antico conservato una pergamena del 1347. Si segnala la presenza di un inventario relativo all’archivio storico dell’ ex-comune di Andonno (1628-1929). Inoltre sono inventariati: Archivio della Congregazione di Carità dell'ex Comune di Andonno (Comune di Valdieri) (1790-1930); Archivio della Congregazione di Carità di Andonno (Comune di Valdieri) (1793-1933); Archivio della Congregazione di Carità di Valdieri (1721-1936); Archivio della Congregazione di Carità, dell'Ente Comunale di Assistenza e dell'Opera Pia Ferrero di Valdieri (1837-1977) ].
Catasti
Il territorio comunale di Valdieri è provvisto di una prima misurazione, che risale all’attività dell’agrimensore piemontese Bernardino Isoardo, corredata dal registro dei censi (AC Valdieri, Cat.V classe 5, Cart. 381 fasc. 1: Misure dei possessi della magnifica comunità di Valdiero fatte da me Bernardino Isoardo agrimensore e datto di principio li 22 ottobre 1642 con intervento delli deputati di essa notaio Alleso Giraudo et notaio Bartolomeo Brao [1699 ottobre 22]; cartone 382, registro censuario [1644-1661]). Poi si possono segnalare i documenti relativi alla perequazione generale intrapresa dalle regie finanze negli stati sabaudi, atti a formare i primi catasti fondiari (AC Valdieri Cat.V classe 5, cart. 381, 3.1 Registro misura generale del territorio di Valdieri [1699 ago 4]; fasc. 3: Misura generale e consegna bocche umane e bestiami nota de preti, chierici e beni immuni di Valdieri 1699-1701; 1709-1714 e 1718; cart. 383, libro catasto [1695-1756]; cart. 384 registro mutazioni proprietà [1758]; cart. 385, fasc. 20 libro catasto [1763-1888]).
Le porzioni territoriali di cui è composto il territorio si evidenziano in elenchi, misurazioni specifiche e tassazioni separate come la Relazione dei caseggi e Airali dei borgari di Valdieri, (AC Valdieri, C.V classe V, cart. 381 fasc. 6, [1 agosto 1731]) o l’ Elenco dei particolari possessori dei beni posti sulle fini indivise di Aradolo e cadastrati nel comune di Valdieri allibrati a denari 2 per cadauna giornata, compilato li 15 ago 1828 colla scorta del cadastro e libri di mutazione [1828] (AC Valdieri, Cat. V classe V, cart. 381 fasc. 8).
Nel corso dell’Ottocento, in occasione della possibilità di annettere il territorio di Aradolo, il comune di Valdieri produce tutta una serie di documenti estratti dai suoi registri catastali e dalle misurazioni per rivendicarne sulla base del possesso fondiario la sua porzione (AC Valdieri, C.V classe V, cart. 381, fasc. 10: Relazione intorno alla misura generale delli intiero territorio di Aradolo e alla formazione del Catasto di ciascuna parte d'esso aggregata alle comunità di Borgo S. Dalmazzo, Andonno e Roccavione alle diverse altre relative operazioni eseguite a mente delle ordinanse 16 novembre 1837 e 1 agosto 1838 proferte dal sig. intendente generale di Cuneo, regio delegato 1849 aprile 26 [1837-1849], v. mutamenti e liti territoriali).
Le operazioni catastali tra Sette e Ottocento si occupano in particolare delle mutazioni di proprietà, fino a redigere il nuovo catasto del Novecento (AC Valdieri, C. V classe V, cart. 386, Registro censuario delle mutazioni di proprietà [1771-1895]; cart. 387, Brogliasso mutazioni proprietà [1793-1888]; [1914]; cart. 381, fasc. 14, catasto [1902-1941]). Nella stesura dei più moderni catasti si evidenzia la ripartizione del territorio comunale in frazioni (AC Valdieri, C. V classe V, cart. 396, fasc. 39: “Abbozzi catastali per frazione di S. Anna, S. Bernardo e S. Lorenzo” [1896]).
Il nuovo catasto è acquisito in copia anche dall’Intendenza generale di Nizza a causa dei beni e dei possedimenti passati oltrefrontiera a seguito del trattato del 1860. Si documentano in particolare le variazioni a partire dello stato possessorio iscritto al catasto napoleonico. Tale situazione ha prodotto ulteriori indici, strumenti di repertorio ed estimo (v. fonti Arichives Départimentales des Alpes Maritimes).
Ordinati
L’attività del consiglio comunale di Valdieri è documentata a partire in maniera completa dal XVII secolo (AC Valdieri, Ordinati e delibere, cartone 5, n.90, vol. 1-7 [7 aprile 1588-9 settembre 1590; 1588-1648] ; cartone 6 vol. 8-13 [1694-1715]; cartone 7 [1725-1757]; cartone 8 [1741-1765]; cartoni 9-55 tutti gli anni dal 1766 al 1932). L’attività dell’amministrazione comunale prosegue poi con i Provvedimenti del Podestà.
Dipendenze nel Medioevo
La valle Gesso e Valdieri con l’attigua comunità di Andonno sono un territorio di penetrazione benedettina, su cui si consolida il dominio dell’abbazia di S. Dalmazzo. Detto monastero si conferma una signoria territoriale, inclusa nella circoscrizione del vescovo di Asti (1153, Bordone). Nel 1181 risulta che il marchese di Saluzzo ha parte della giurisdizione sugli uomini di Borgo S. Dalmazzo, per la quale riscuote il fodro, a cui sono tenuti per 1/3 a contribuire anche gli uomini della valle Gesso (Camilla 1970).
Nel corso del XIII secolo, la dominazione del marchese di Saluzzo è insidiata dai provenzali, che a Valdieri e in Valle Gesso estendono la loro Contea fino alla valle Vermenagna e a Cuneo (1259). Entro la dominazione angioina l’abate di Borgo S. Dalmazzo si fa riconoscere a più riprese i diritti sulle valli cuneesi. Il governo provenzale sul territorio si afferma con l’istituzione di un funzionario pubblico: il clavarius vallium Cunei (Guglielmotti 2001, p. 175).
Una signoria locale si distingue a Valdieri sia nel rapporto con l’abate di S. Dalmazzo, sia nella transazione trecentesca di dominium, i cui possedimenti si estendono tra la valle Gesso e quella di Vermenagna. Percivale di Valdieri figlio di Giacomo di Cuneo lascia dunque una traccia di quell’antico rapporto tra i signori e la fondazione della città. Si tratta di edifici presenti alla “Torre di Valdieri”, insieme alle tre parti della detta località, con gli alteni, i campi e i gerbi oltre il fiume Gesso sul territorio di Cuneo, oltre alla giurisdizione sulle acque incanalate del Vermenagna (A.S.T. Città e provincia di Cuneo, Valdieri, Mazzo 7, fasc. 1. [7 settembre 1391]).
Il ripristino del dominio sabaudo porta il passaggio di Valdieri entro il marchesato di Ceva (1373-1424). A seguito del reintegro della valle Gesso e di tutti i luoghi sotto il controllo diretto dei Savoia viene riorganizzata in vicaria la giurisdizione di Cuneo sui luoghi di valle (1463). Iniziano così controversie distrettuali di carattere fiscale, che impegnarono Entracque e i vicini comuni di Valdieri, Andonno, Roccavione e Borgo San Dalmazzo nella difesa dei diritti territoriali acquisiti (Ristorto 1978, v. scheda Entracque).
Feudo
Nel corso del XII secolo il feudo di Valdieri come quelli dei luoghi delle valli Gesso e Vermenagna erano contesi e ripartiti tra il marchese di Saluzzo, l’abate di S. Dalmazzo e i feudatari locali. Il feudo di Valdieri, passato sotto la dominazione piemontese, venne poi infeudato ai marchesi di Ceva il 10 gennaio 1372. Nel 1373 questi prestavano atto di vassallaggio al conte Amedeo di Savoia per il luogo di Valdieri, insieme ai luoghi di Entracque, Andonno, Robilante, Borgo S. Dalmazzo e Roccavione (AST, Corte, Provincia di Cuneo, mazzo 2, fasc. 3: Promessa di retrovendere mediante la restituzione di fiorini 1500 d’oro per esso Marchese pagati per l’infeodazione de’ suddetti luoghi [10 gennaio 1373]). Fino al 1392 i marchesi di Ceva restavano investiti del titolo feudale sul luogo (AST, Corte, Provincia di Cuneo, mazzo 2, fasc. 4: Investitura concessa da Bona di Bourbon Contessa di Savoia, tutrice del Conte Amedeo di Savoia a favore di Giorgio e Carlo de’ Marchesi di Ceva del luogo di Borgo San Dalmazzo et altri al medesimo adiacenti [28 ottobre 1392]) e ancora nel 1406 prestavano atto di vassallaggio e giuramento di fedeltà ai Savoia per detti loro feudi (Beltrutti 1954, p. 132), che venivano quindi divisi nei due rami dei Ceva. Per cui Oddone dei Ceva rilevava i feudi delle valli Gesso e parte della Val Vermenagna, insieme a Torre Mondovì e Pamparato in val Casotto (AST, Corte, Città di Mondovì, mazzo 11: Divisione tra Garcilasco, ed Oddone fratelli Marchesi di Ceva fu Giorgio, per forma della quale sono caduti in parte al domino Garcilasco i castelli, e luoghi d'Ormea, Torricella, porzioni di Priola, Roasio, e Monasterolo, ed al sudetto Oddone quelli del Borgo di S. Dalmazzo con Roccaviglione, Robilant, Roaschia, Andono, Valdieri, ed Entraque dal medesimo dipendenti, Torre, e Pamparato, con obbligo a questo di soddisfar le ivi espresse somme a F. Leonello Cavaliere Gerosolimitano loro fratello, lasciando ancor in comunione le ragioni sopra Boves, Bastia, e Castelbianco, con vicendevol esenzione di tutti i sudditi da ogni pedaggio, e gabella in qualunque de' predetti luoghi. 8 marzo 1407 [1407]).
Nel 1620 il duca di Savoia infeudò il luogo di Valdieri al conte Sebastiano Valfré di Chieri (Ristorto 1973), che mantenne la giurisdizione fino al 1827, come il conte Castagneri di Chateauneuf per la giurisdizione di Andonno (AC Valdieri, cart. 1 fasc. 10 [1737-1827], 4 documenti in cart. 2 fasc.24-25).
A seguito della prima guerra del Monferrato, il duca di Savoia istituiva il marchesato di Entracque, che in seguito a dispute ereditarie in seno alla famiglia Valperga portarono a una contestazione della titolarità di detto marchesato (Griseri 1997, p.68-69, v. scheda Entracque), che passò anche ai conti Tana (1631). Con l’acquisto di parte del marchesato di Entracque, il casato dei Tana, originario di Chieri, che aveva già Limone ed Entracque in feudo comitale, ebbe anche dei diritti su Valdieri (Manno 1896, vol. IX, p. 139).
A fine Settecento si discute della natura feudale dei diritti su Valdieri, controversa tra gli eredi dei conti Lovera e Valfredo. Una causa di affrancamento iniziata nel maggio 1777 e portata avanti da Valdieri fino al febbraio del 1869 ha predisposto una raccolta di scritture, in cui si documentano le investiture e le transazioni del titolo comitale dei conti di Valdieri (AC Valdieri cart. 2, fasc. 24, volume feudi [1777-1869]).
Mutamenti di distrettuazione
La costruzione di un vicariato di Cuneo nel corso del Quattrocento, istituito dal duca Ludovico di Savoia (1463) rimette in discussione i rapporti giurisdizionali con le valli Gesso e Vermenagna [AST, Corte, Scritture della Città e Provincia di Cuneo, mazzo 1, fasc. 19 e altra copia fasc. 32.5: Patenti del Duca Ludovico di Savoja di reunione al Vicariato di Cuneo de' Luoghi del Borgo S. Dalmazzo, Andono, Valdieri, Entraques, Roaschia, Roccaviglione, Roburent, Valli di Gez, e Vermenagna stati infeudati, a favore di Giano suo figliuolo delli 28 settembre 1463, 28 settembre 1463]. A questo proposito, i “privilegi” che il duca concedeva ai luoghi nell’atto di estensione del suo domino territoriale, suggeriscono lo sviluppo di una distrettuazione, che meglio attiene alla conformazione politico-economica di questi luoghi del Piemonte sud-occidentale. In particolare una riorganizzazione distrettuale nell’ottica del privilegio del sale potrebbe essere attestata nella composizione cinquecentesca di un libro dei privilegi, dove tra l’altro si sancisce una nuova delimitazione intercomunale tra Valdieri ed Entracque (Libro dei privilegi delle terre delle valli di Gezzo e Vermenagna con transazione tra la comunità di Entracque e quella di Valdiero delli 10 dicembre 1534.[1517-1534]; v. scheda Entracque).
A seguito poi dell’istituzione delle sette province sabaude (1560), il ruolo di Cuneo in rapporto a Valdieri e alla valle Gesso andava accentrando le sue funzioni amministrative, attraverso l’esercizio dell’imposizione della tasse governative (tasso, fogaggio e sale). Questa imposta governativa, a base fondiaria, era calcolata sia sulla fertilità della terra, sia sulla popolosità e ricchezza del comune intero, e si prestava pertanto a frequenti suppliche e ricorsi per la riduzione della quota del riparto (Lombardi 1989, p. 89-90 e nota 37). In particolare la ripartizione del tasso diventò oggetto di una ferrea opposizione nelle valli Gesso e Vermenagna. Fino a quel momento infatti, sulla base di una condizione fiscale concordata direttamente con il governo piemontese, avevano goduto di un computo “privilegiato” di luoghi, intesi in senso forfetario come “valli Gesso e Vermenagna”. A metà Seicento inoltre Entracque ottenne una nuova conferma con il Decreto della Camera dei Conti di SAR (ACEntracque, C.V cl.III, cit. [9 luglio 1647]), che stabiliva quelle stesse modalità di uso distrettuale della ripartizione per il concorso del tasso delle terre delle valli Gesso e Vermenagna, rispetto alle richieste della città di Cuneo (v. scheda Entracque). Sembra che fino a metà Settecento il riparto del fogaggio fosse forfetario sulle due valli, mentre tra 1724 e 1725, mentre si stabiliva per singolo comune (ACEntracque, C.V cl.III, cit.: “Ricorso della città di Cuneo chiedente informazioni circa la modalità del pagamento dei ducati dovuti per tassa fuocaggio dalle terre da essa dipendenti. Decreto della Regia Camera dei Conti per il riparto del tasso fuocaggio fra i comuni di Andonno, Borgo, Robilante, Entracque, Roaschia, Roccavione, Valdieri” [7 ottobre 1724]). Nel 1759 la costituzione della moderna provincia di Cuneo (Lombardi 1983, p.96), comportò una ristrutturazione dei confini amministrativi del territorio di Valdieri rispetto ai comuni della valle Gesso e Vermenagna, oltre a una ridefinizione degli usi indivisi su quest’area.
Mutamenti Territoriali
La prima variazione del territorio di comunità è attestata nella transazione tra Valdieri ed Entracque di fine Cinquecento (ACEntracque [10 dicembre 1534]; AC Valdieri, cart. 381 fasc. 2, originale). Trattandosi anche di una regolamentazione dei diritti di transito e pascolo lungo le valli Gesso e Vermenagna, l’assenza di toponimi non consente di localizzare in toto la zona in oggetto, ma si suppone appunto costituisca la zona alpina tra Valdieri ed Entracque, a sud-est. Qui la comunità di Entracque pagava un fitto per la Fraita a Valdieri, ricavato dall’imposizione del quinternetto di una taglia di eguaglianza, esatta tra i particolari del luogo(v. Griseri 1997, p. 49). La transazione del territorio cinquecentesco della Fraita, si specifica nel corso del Settecento in una rivendicazione giurisdizionale, che arriva alla ricognizione dei confini e al piantamento dei limiti territoriali, fornendo per Valdieri dei dati sotto il profilo topografico [7 ottobre 1724]. Il confine amministrativo tra le montagne di Valdieri ed Entracque veniva poi rattificato nel corso dell’amministrazione francese del territorio[22 gen 1808]. Infine è oggetto di delibera di giunta in relazione agli usi di pascolo che gli abitanti di tetto Pairolet di Entracque facevano su quella zona [19 maggio 1877] (v. qui liti territoriali).
In antico regime una variazione significativa è rappresentata dalla richiesta di costituzione in comunità autonoma del cantone di Aradolo, che porta alla ridefinizione dei confini delle comunità del luogo in valle Gesso: AST, Corte, Scritture della Città e Provincia di Cuneo, Aradolo, mazzo 2 fasc. 1: Informativa, e Parere delli Conte Nomis, e Proccur.e Gen.le Brea sul dicorso presentato dalli Particolari del Cantone d'Aradolo Provincia di Cuneo, ad'effetto d'ottenere una R.a Patente di smembrazione di detto Cantone dalli Luoghi di Borgo S. Dalmazzo, Roccavione, Valdieri, Audonno, ed Entraque e di erezione del med.mo in corpo di Comunità 10. Giug.o 1759. E sotto li 24. Ap.le 1761. si è da S.M. firmata la supplicata Regia Patente, 20 settembre 1759 [1761]. Probabilmente il nuovo assetto amministrativo dello Stato sabaudo, che aveva prodotto la costituzione della provincia di Cuneo (1759), genera a livello dei luoghi la richiesta di una autonomia amministrativa, come fa proprio Aradolo rispetto a un territorio indiviso in valle Gesso. Il cantone di Aradolo era in regime promiscuo per lo sfruttamento boschivo e delle acque tra Valdieri e i comuni di Borgo S. Dalmazzo, Roccavione, Entracque e Andonno. Nel corso del Seicento aveva già determinato una questione territoriale, per cui nel 1668 era stata richiesta da parte di Entracque la registrazione catastale (v. scheda Entracque) di una regione di Aradolo. Si delimita altrimenti nella misurazione fondiaria il territorio di “Aradolo La Bruna”, annesso invece al territorio comunale di Valdieri. Questa fase, è determinata dalla ripartizione dei diritti di utilizzazione sulle zone boschive, come appunto dimostrano le conseguenti registrazioni catastali delle giornate sui catasti di Entracque e Valdieri (AC Valdieri, C.V cl. 5, cart. 381 fasc. 8, Elenco dei particolari possessori dei beni posti sulle fini indivise di Aradolo e cadastrati nel comune di Valdieri allibrati a denari 2 per cadauna giornata, compilato li 15 ago 1828 colla scorta del cadastro e libri di mutazione). Il cantone di Aradolo è oggetto di mutamenti territoriali che riguardano in particolare il registro catastale di Valdieri, attraverso il quale si ridefiniscono anche i confini comunali con i comuni limitrofi (AC Valdieri, cart. 381, fasc. 10: Relazione intorno alla misura generale delli intiero territorio di Aradolo e alla formazione del Catasto di ciascuna parte d'esso aggregata alle comunità di Borgo S. Dalmazzo Andonno e Roccavione alle diverse altre relative operazioni eseguite a mente delle ordinanse 16 nov 1837 e 1 ago 1838 proferte dal sig. intendente generale di Cuneo regio delegato 1849 aprile 26). L’accorpamento di Aradolo, a vantaggio del territorio comunale di Borgo S. Dalmazzo, costituisce una fase ottocentesca di riorganizzazione amministrativa dei confini comunali e provoca in particolare la contestazione di Roccavione (AC Valdieri, cart. 381, fasc. 9: nella causa delle comunità Borgo S. Dalmazzo, Roccavione, Andonno, Valdieri ed Entracque per il cantone di Aradolo, 1837 novembre 16; AC Borgo S. Dalmazzo, Liti: Aggregazione del cantone indiviso di Aradolo contro Comune di Borgo S. Dalmazzo [1828-1837]; Opposizione Comune di Roccavione [1828-1851], v. scheda Borgo S. Dalmazzo e Roccavione).
Il territorio dell’attuale comune di Valdieri risulta infine dall’aggregazione con quello di Andonno, che è stato comune autonomo fino al 1928 quando, nel corso del ridimensionamento amministrativo degli enti territoriali di montagna (Sturani 1994), viene accorpato a quello di Valdieri. La questione delle concessioni relative alle imprese estrattive tra Andonno e Aradolo costituiscono ancora oggi oggetto di definizione dei confini territoriali tra i comuni di Borgo S. Dalmazzo e Valdieri in relazione alle rivendicazioni di uso civico delle frazioni rispettive di Aradolo la Bruna e Andonno (planimetria [1953] CLUC n. 233 , v. comunanze).
Per quanto riguarda l’area alpina del contrafforte del Mercantur, i diritti di pascolo e sfruttamento boschivo costituivano in antico regime una zona di compascuo tra le comunità di Saint Martin Vésubie e Valdeblore in Haute Tinée, dipendenti questi ultimi dalla provincia piemontese di Nizza marittima. Su questa zona nel corso dell’Ottocenti è stata istituita appunto la frontiera italo-francese, a seguito della formazione del Regno d’Italia e del riconoscimento di un’area di caccia reale (ADAM Intendence générale de Nice, 01FS 0215 ... l'intégration dans les chasses royales de terres de la commune de Tende, proches de Valdieri et Entraque, du 29 décembre 1859 [1859]). Ciò ha comportato per il comune di Valdieri l’annessione della frazione di Mollières, e l’estensione del territorio comunale sulla selva di Rimplas e sui pascoli indivisi con Valdeblore (AC Valdieri, C. I cl.9, cartone 84, fasc. 3.1, Verbali della commissione internazionale per la sistemazione di interessi fra i comuni francesi di Rimplas frazione Liouma, borgata Valdiblora con Mollières. Processo verbale di fissazione dei limiti sui terreni comunali indivisi tra la comunità di Valdiblora e borgata Molières [1868-69]). La gestione di questi beni ad uso indiviso tra i paesi che si sono trovati separati da una frontiera nazionale ha comportato notevoli difficoltà sia per il controllo degli incendi e del taglio, che per l’utilizzo dei boschi e dei pascoli per l’allevamento del bestiame (AC Valdieri, C. I cl.9, cartone 83 fasc. 1 : Frazione Mollières. Vertenze, patti e relazioni con i paesi limitrofi francesi di Rimplas e Valdeblore, [1818, 1860-1900]). Ciò ha dato luogo a una vertenza che impugnava la delimitazione dei confini (AC Valdieri, C. I cl.9, cartone 84 fasc. 1.24: Memoria ricorso delimitazioni nuovi confini [1891-1894]). Con la conclusione dell'ultimo conflitto mondiale tornano alla Francia i territori d'Oltralpe (1947-1953) e con questi la borgata di Mollières e i pascoli e boschi situati al di là del contrafforte dell’Argentera. Questa flessibilità della frontiera ha comportanto una questione possessoria, documentata da elenchi di beni e proprietari, oltreché alla formazione di repertori catastali separati nei singoli comuni interessati (ADAM, Archives communales de Valdeblore, Série S. documents divers E 079/124 [1934-1938]; Archives communales de Saint-Sauveur-sur-Tinée, Sous-série 1G. Impôts directs, E 129/018 [1915-1949]; AC Valdieri, fasc. 2. 8 atti e documenti riguardanti i beni del comune di Valdieri situati nella zona ceduta [1949-1955 e 1970]; v. catasto e fonti).
Comunanze
Rispetto alla comunità di Entracque, in una raccolta di diritti si ricordano i beni indivisi e le transazioni che hanno interessato i possedimenti di Valdieri nel “territorio della Valle” (AC Valdieri, C. V cl. I, fasc. 4 [1649-1827]: vendita ad Entracque del passaggio del ponte Marmorere al Colletto, 1 ottobre 1649; apertura del canale irrigatorio nella regione Alpetta per adaquare stabili del piano, nel territorio di Entracque 21 giugno 1739; Ordinanza dell’intendente Granella che manda mantenersi questa Comunità nel possesso dei siti del Chiotto di Borgogno (Lausetto), 16 giugno 1727; Informazione relativa a questioni per pretese di questa comunità da quella di Entracque di pascoli nel Colletto detto Arnaudo fino al prato Alpetta e Lausetto, 14 agosto 1727).
L’inchiesta ottocentesca del Casalis annoverava tra i beni comunali le miniere di ferro (Casalis XXVI, p. 527). La situazione relativa alle comunanze nel corso dell’Ottocento è descritta sotto forma patrimoniale nelle relazioni dello “Stato dei beni”, in cui troviamo a parte i boschi comunali (AC Valdieri, Categoria V classe I, cartone 89, fasc. 1: Stato generale dei beni patrimoniali del comune di Valdieri, consistenti in case, edifici, campi, prati, boschi, pascoli, gerbidi dissodati e non, stagni, ripe, rocche nude, alluvioni, bealere, canali, regioni d'acque e qualunque altra proprietà stabile, [7 giugno 1827]). La selva di Rimplas e i pascoli di Valdeblore e di Liouma, annessi a seguito del tracciato della nuova frontiera del Regno d’Italia al comune di Valdieri [1861], hanno dato vita a accordi per la circolazione del bestiame e per l’imposizione della tassazione sul bestiame e sui tagli di bosco (ACValdieri, C. I cl. 9, cartone 83, fasc. 1.4-20 [1862-1877]). Si segnala inoltre l’adozione di un regolamento per la gestione dei beni usi civici per la regolamentazione di questa situazione di frontaliera (ACValdieri, C. III, cartone 85, fasc. 5: Municipio di Valdieri. Regolamento sul modi di usare i beni comunali a senso dell'art. 151 della legge 07 ott 1848 dei boschi e del pascolo e disposizioni generali (a stampa), [1853 novembre 14]).
Nel corso del Novecento si evidenziano alcune promiscuità di uso, relative alla gestione delle montagne tra Andonno e Aradolo, dove gli abitanti erano soliti condurre il proprio bestiame al pascolo e raccogliere la legna per uso personale. Il comune di Valdieri aveva disposto invece una serie di concessioni estrattive pluriventennali. L’accertamento del possesso di tali montagne, richiesto nel 1925 dal mandamento di Borgo San Dalmazzo, produceva una risposta da parte del sindaco Spada di Valdieri, che elencava i beni comuni in circa 1000 ettari di terreno a uso di pascolo, dove appunto gli abitanti pagavano una indennità di lire 5 per vacca, lire 4 per manza e lire 2 per ogni altro capo di bestiame”. Inoltre era concessa la raccolta della legna morta nelle bandite (riserve boschive per l’appalto del taglio della legna); lo sfruttamento delle cave di ardesia da parte degli ardesai, che corrispondevano una indennità di 10 centesimi per “braccia”, ossia per lastra di circa 1 metro e mezzo per 1 metro e mezzo; e 200 ettari di gerbidi dissodati dagli abitanti del luogo sui beni comuni (“comunisti”, CLUC 233, Valdieri). Con gli elenchi estratti dai catasti comunali si certificava che i beni fossero intestati al comune di Valdieri. Tutto ciò, a stima del pretore competente di Borgo S. Dalmazzo, procurava al comune una considerevole rendita annua. La questione, sottoposta al vaglio del “Commissario per la liquidazione degli usi civici” (Palmero 2007, p. 549), risulta ad oggi insoluta in termini di disposizioni territoriali tra Valdieri e Borgo S. Dalmazzo, poiché dalla metà degli anni Cinquanta gli abitanti delle due frazioni di Andonno e Aradolo, che sono state aggregate rispettivamente a quei comuni, si sono costituite in comitati frazionali per rivendicare gli usi civici, in modo tale da poter gestire direttamente i proventi delle concessioni estrattive [1987-1993].
Nel procedimento in corso tra i comuni di Valdieri e Borgo S. Dalmazzo, ciascuno sostiene il riconoscimento degli usi civici della frazione di abitanti a loro aggregata (Andonno contro la frazione di Aradolo La Bruna, che è stata accorpata nel corso del XIX secolo al comune di Borgo S. Dalmazzo, v. anche scheda Borgo S. Dalmazzo). Tra il 1953 e il 1954 Aradolo La Bruna si costituiva dunque in comitato frazionale per opporsi al procedimento avviato da Valdieri e per sciogliere le promiscuità tra questa frazione e quella di Andonno al fine di ottenere il riconoscimento degli usi civici per la sua parte (CLUC 25, Borgo S. Dalmazzo, 11 e 18 novembre 1954). A seguito del procedimento di opposizione allo scioglimento delle promiscuità e in merito a una legge amministrativa (17/04/1957), anche Andonno si costituiva in comitato per l’amministrazione separata dei beni usi civici (CLUC 233, richiesta n. 928, 4 ottobre 1963).
Il progetto di scioglimento degli usi civici viene illustrato in una mappa, realizzata nel corso del procedimento degli anni Cinquanta. La “planimetria della zona Bric Martin-Monte Cros” (CLUC 25, Borgo S. Dalmazzo, a colori, 5 copie) riguarda un’area montuosa, in cui sono presenti unità abitative (tetti), che dovrebbero essere suddivise da una linea di confine lungo la cresta alpina. Un tratto cancellato e controverso si trova proprio sullo spartiacque, che andrebbe a ritagliare il possesso del Bec Martin a favore dei frazionisti di Aradolo, a cui non potrebbero più accedere gli abitanti di tetto Cian Martin, e degli altri tetti adiacenti alla montagna. L’espansione dell’attività estrattiva delle cave dell’Italcementi è documentata sulla mappa dall’acquisto di metà del monte Cros (1932), che erige una nuova frontiera che ridimensiona il pascolo locale. L’oggetto del contendere si configurava allora come un ulteriore “confine amministrativo”, una frontiera tra la ditta Italcementi, i “pascoli magri” (1000mt di altitudine), le porzioni pascolative da assegnarsi ai due comitati frazionisti e le proprietà private di quelli di Aradolo, registrate sul catasto di Valdieri.
La ditta Italcementi, concessionaria del comune di Valdieri, risulta in piena espansione, ai danni delle cave di ardesia. Tra 1995 e 1997 il comune richiede un mutamento temporaneo di destinazione dei terreni sul Monte Saben, Rocca S. Giovanni e Monte Cros, per favorire l’espansione della concessione di sfruttamento. A questa “nuova frontiera”, in cui si riscontrava un danno ambientale notevole, si è opposta con un ricorso l’associazione di Lega Ambiente [30 gennaio 1995], a tutela della riserva di Juniperus Phonicea. Dal 1971 il comune di Valdieri infatti ha fatto la scelta di concedere i suoi beni usi civici alla costituzione del Parco dell’Argentera. Insieme ai comuni di Aisone e Demonte ha affidato a una direzione generale “il miglioramento fondiario e dei servizi speciali di tutela dei diritti delle popolazioni” (Cluc n. 233).
Il ricorso di Legambiente ha dato seguito quindi a un nuovo accertamento degli usi civici. La relazione, affidata al geometra Farinasso di Bra, ha sortito una conciliazione tra il comune di Valdieri e l’Italcementi [13 luglio 1995], a cui viene prorogata la concessione. Il comune di Valdieri proroga la concessione alla ditta con riserva di esercizio di uso civico “di pascolo da parte della popolazione locale, raccolta di lavanda, erbe officinali, prodotti del sottobosco, taglio di piante e prelievo dei quantitativi di pietre necessarie alle fabbriche del comune”. A questo punto l’uso civico è impugnato dalla ditta con una causa contro il Commissariato e il Comune (1998), mentre dal 1999 il comitato frazionale di Andonno richiede un’amministrazione separata della località monte Cros da gestire a canone annuo direttamente tra la frazione e il cementificio.
Liti Territoriali
Nella seconda metà del Quattrocento la concessione in enfiteusi del territorio della Fraita (Fracta, Fayta) determina un contenzioso tra Valdieri che ne detiene il dominium e la comunità di Entracque che ne rivendica il possesso. Detto territorio viene registrato come bene enfiteutico di Entracque nel catasto della magnifica comunità di Valdieri a seguito di una sentenza arbitrale del 1534, corredata da una copia della rattifica delle parti dell’anno seguente (AC Entracque, “Transazioni e cause per divergenze territoriali e fiscali. Rescritti di censi, atti di compravendita e transazione di diritti”, 1428-1792, fasc. 2: 10 dicembre 1534, Intracque enfiteusi in cadastri et ipseu registri Valdieri con copie atti successivi di ratifica 1535, risalente a un instrumentum 1473 in latino, v. scheda Entracque). Nel corso del Settecento, Valdieri rivendica la giurisdizione territoriale sulla forma del possesso di Entracque, determinando una revisione dei confini e la ricomposizione di una questione possessoria plurisecolare (AC Valdieri, Cat.V classe 5, cartone 381, fasc. 2: Delimitazione del territorio tra i comuni di Valdieri ed Entracque [1534-1877]: copia e originale transazione del territorio della Fayta; copia transazione tra Entracque e Valdiero per fatto del Loreto, 1704 mag 29; copia transazione e memoriali, 1705; consiglio comunità di Valdiero e rattifica transazione 1704 luglio 7; copia verbale trasferta per ricognizione limiti, 1726 nov 20; ordinanza governo imperiale francese dei limiti tra Valdieri ed Entracque, 1808 gen 22; verbale della Giunta, tetto Pairolet in terra di Entracque, 1877 mag 19, v. qui mutamenti territoriali).
Nel corso del XVI secolo si sviluppa invece una questione di frammentazione territoriale legata al transito e alla manutenzione dei ponti di comunicazione della valle Gesso. Da una parte, sulla sponda sinistra del Gesso, s’innesca una vertenza plurisecolare al ponte delle Marmoree tra Valdieri ed Entracque. Dall’altra, sulla sponda destra del Gesso, le competenze territoriali relative alle riparazioni e alla manutenzione della strada che si snoda al ponte di Aradolo, evidenziano le difficoltà di una moderna gestione della viabilità rispetto a una regione indivisa, che rende difficoltoso il computo della ripartizione degli oneri fiscali. Nel corso del Settecento, si definisce meglio nel «cantone» di Aradolo una spinta autonomista, accolta dal governo sabaudo (v. scheda Borgo S. Dalmazzo).
AC Valdieri, C.V classe V, cart. 381 fasc. 9, Atti catastali “nella causa delle comunità Borgo S. Dalmazzo, Roccavione, Andonno, Valdieri ed Entracque per il cantone di Aradolo”, 16 novembre 1837].
Da mettere in relazione con altre fonti correlate:
- AC Roccavione, Atti di lite, fasc. 63: Atti di lite tra Roccavione e le Comunità di Entraque, Valdieri, Borgo S. Dalmazzo per terreni e il ponte di Aradolo [1560-1561];
- AST, Camera dei Conti, art. 500, mazzo C in L 1 e 2: Entraque contro la comunità di Cuneo, Robilante e Borgo S. Dalmazzo [1673]; per la regione di Aradolo indivisa con Borgo S. Dalmazzo, Roccavione, Valdiero, Andonno. G.te 225 di beni catastali nel suo territorio [1668];
AC Entracque, Vertenza fra la comunità di Entracque e la comunità di Valdieri circa la costruzione di un ponte sul Gesso [1656-1660].
L’archvio comunale riporta poi una serie di cause civili che riguardano lo sfruttamento delle risorse territoriali delle alpi e delle foreste. Una vera e propria questione intercomunale riguarda il possesso del bosco di Ghincia (AC Valdieri, C. IX cl. I, cartone 80 fasc. 33: lite del comune di Valdieri contro il comune di Entracque per il possedimento del bosco Ghincia, 1879 ottobre 09 - 1881 maggio 13). Segnaliamo inoltre la montagna della Merqua e il taglio dei boschi di Desertetto, che a seguito della costituzione del Demanio Nazionale delle Foreste comportano delle controversie anche di carattere territoriale, legate all’istituzione concomitante della Riserva di Caccia Reale e alle diverse competenze tra i boschi comunali e le foreste demaniali.
AC Valdieri, C. IX classe I,
cartone 78,
fasc. 3: atti civili Valdieri contro sig. Lovera Giuseppe fu Pietro del medesimo luogo per la montagna di Merqua, propria di questa comunità, 26 agosto, 1 settembre 1789.
fasc. 4, atti lite tra la comunità di Valdieri contro il sig. Lovera Pietro e il Demanio Nazionale circa titoli di proprietà dei Bagni di Valdieri, 22 luglio 1807
fasc. 7, atti della lite tra Valdieri e sig. Ansaldi Giuseppe e altri particolari di Valdieri circa vendita tagli di bosco faggio nelle foreste di Desertetto di proprietà comunale, 4 lotti 16 agosto 1831-16 agosto 1834 con supplica del 19 giugno 1832.
cartone 79,
fasc. 16 causa tra la comunità di Valdieri e i sigg. Ferrero Bartolomeo di Valdieri e Spigo Antonio di Andonno contro Rabbia Francesco circa la divisione dell'Alpe Traversier e Chiotto della Cella 23 agosto 1854 al 13 dicembre.
Fonti
AST (Archivio di Stato di Torino):
Camerale:
art. 531, par. 1, lettera E-F: Atti di consegna fatta di tutte le bocche humane e bestiami dalli particolari cappi di casa del luogo di Entracque [1699];
art. 500, mazzo C in L2: Entraque per la regione di Aradolo indivisa con Borgo S. Dalmazzo, Roccavione, Valdiero, Andonno. G.te 225 di beni catastali nel suo territorio [1668];
Corte, Scritture della città e provincia di Cuneo,
Cuneo, mazzo 1, fasc. 32.5: Patenti del Duca Ludovico di Savoja di reunione al Vicariato di Cuneo de' Luoghi del Borgo S. Dalmazzo, Andono, Valdieri, Entraques, Roaschia, Roccaviglione, Roburent, Valli di Gez, e Vermenagna stati infeudati, a favore di Giano suo figliuolo delli 28 settembre 1463; mazzo 1 fasc. 39: Stato del Registro Universale della Città, e Provincia di Cuneo del 1695.
Aradolo, mazzo 2 fasc. 1: Informativa, e Parere delli Conte Nomis, e Proccur.e Gen.le Brea sul dicorso presentato dalli Particolari del Cantone d'Aradolo Provincia di Cuneo, ad'effetto d'ottenere una R.a Patente di smembrazione di detto Cantone dalli Luoghi di Borgo S. Dalmazzo, Roccavione, Valdieri, Audonno, ed Entraque e di erezione del med.mo in corpo di Comunità 10. Giug.o 1759. E sotto li 24. Ap.le 1761. si è da S.M. firmata la supplicata Regia Patente, 20 settembre 1759
Borgo S. Dalmazzo, mazzo 2 fasc. 3: Promessa di Carlo de' Marchesi di Ceva, di retrovendere al Conte Amedeo di Savoja, o suoi Eredi il Luogo di Borgo S. Dalmazzo Robilant, Roccaviglione, Vaudieri, Andono, Roaschia, et Entraques mediante la Restituzione delli fiorini 1500. d'oro per esso Marchese pagati per l'Infeudazione de' Sudetti Luoghi delli 10 Gennaio 1373
Corte, Città di Mondovì, mazzo 11: Divisione tra Garcilasco, ed Oddone fratelli Marchesi di Ceva fu Giorgio, per forma della quale sono caduti in parte al domino Garcilasco i castelli, e luoghi d'Ormea, Torricella, porzioni di Priola, Roasio, e Monasterolo, ed al sudetto Oddone quelli del Borgo di S. Dalmazzo con Roccaviglione, Robilant, Roaschia, Andono, Valdieri, ed Entraque dal medesimo dipendenti, Torre, e Pamparato, con obbligo a questo di soddisfar le ivi espresse somme a F. Leonello Cavaliere Gerosolimitano loro fratello, lasciando ancor in comunione le ragioni sopra Boves, Bastia, e Castelbianco, con vicendevol esenzione di tutti i sudditi da ogni pedaggio, e gabella in qualunque de' predetti luoghi. 8 marzo 1407
Corte, Città e contado di Nizza, Porto di Villafranca, mazzo 1: Atti seguiti nel Viaggio dell'Auditore, e Delegato Camerale Gozio d'ordine di Madama Reale, di compagnia del Barone Monthon, Canonico Rossetti, Liquidatore Costa, e Capo Mastro Martin Pedrosio, e seguito dà Nizza al Borgo, Montagne della Briga, S.t Martino, Entraques, ed altri Luoghi; con le sottomissioni passate dà diverse Communità di concorrere nelle spese necessarie per la manutenzione delle Strade, per stabilire il Commercio dalla città di Nizza al Piemonte 1681.
Corte, Città e provincia di Cuneo, Valdieri, mazzo 7,
fasc. 1, Vendita di Percivale di Vaudero fù Giacomo di Cuneo, a' favore dell'Avvocato Pietro Caglia, di tre parti della Torre, chiamata la Torre de' Valdieri, con gli Airali, ed Edificj, e case ivi esistenti, ed tutti gli beni tanto altenati, che Aratorj, e gerbi sittuati sovra le fini di Cuneo, oltre il Gezzo, et 200 settori d'aqua delle Bealere di Vermenagna per il prezzo di L.1080. astesi delli 7 settembre 1391.
fasc. 2, Dazione in paga fatta da Paganino del Pozzo, a' favore di Guglielmotto, Giacomo, e Bartolomeo Malopera d'ogni ragione spettantegli sovra la Torre di Vaudiero, con tutti gli Edificj, Bealere, aque, e beni dalla medesima dippendenti pervenutigli per aquisto fattone da Gioanni de Soet Erede di Pietro Caglia, in soddisfazione di fiorini 2500. dovuti dal detto Paganino alli detti Malopera delli 28 settembre 1434.
fasc. 3, Vendita fatta per Guglielmotto Malopera, a suo nome, e di Giacomo Malopera suo Nipote, a' favore del Monistero della Certosa di Pesio d'ogni ragione spettantegli sovra la Torre chiamata de' Vaudieri, con suoi Ediffj, aquaggj, e beni dalla medesima dippendenti, sittuati nelle fini di Cuneo, per il prezzo di fiorini 2900. di piciol peso delli 17 Giugno 1435.
fasc. 4, Istromento di Quittanza, Cessione, e Remissione dalla Madre Salvaggia Caglia Monaca nel Monistero di S.ta Chiara di Cuneo, a' favor di Guglielmotto, Bartolomeo, e Giacomo Zio, e Nipoti Malopera d'ogni ragione compettentegli sovra la torre detta de' Vaudieri, Beni, e ragioni d'aque ivi specificati, med.te la somma di fiorini 417, delli 17 Giugno 1435.
fasc. 5, Quittanza passata da Pietro, Ludovico, et Antonio fù Guglielmetto Malopera, Bartolomeo, e Giacomo fù Gioanni Malopera, a favore del Monastero della Certosa di Pesio di fiorini 2500, per resta del prezzo della Torre de' Vaudieri delli 20 Luglio 1443.
fasc. 6, Dichiarazione fatta da Paganino Delpozzo d'aver venduto a' Guglielmetto, e Nipoti Malopera, e questi a PP. Certosini della Valle di Pesio la Grangia denominata la Torre de Vaudieri, con nuova Cessione d'ogni ragione compettentigli sovra la d.a Grangia delli 10 dicembre 1467.
fasc. 8, Bolla del Papa Sisto IV. di Confirmazione della Transazione seguita tra li P.P. della Certosa della Valle di Pesio, e Giorgino Delpozzo, per riguardo alla Torre di Valdieri, colli beni alla medesima adiacenti, situata nelle fini di Cuneo delli 11 Giugno 1473.
fasc. 9, Lettere dell'Auditore del Sacro Palazzo Gaspare De Teamo Dellegato Appostolico nella Causa delli R.R.P.P. Certosini Della Valle di Pesio, contro Giorgino Delpozzo, ed altri occupatori, ed usurpatori de' beni spettanti al loro Monistero, e specialmente della Grangia detta de' Vaudieri, per L'esecuzione della Sentenza, a' favore di detti PP. proferta, col Processo fulminante nella detta Causa seguito delli 5 Aprile 1476.
fasc. 10, Atti di fulminata Scomunica seguiti ad instanza de' PP. della Certosa di Pesio, contro Giorgio del Pozzo, ed altri Complici opponenti all'esecuzione della Sentenza proferta dalla Sacra Rotta, a favore di detti Padri, e contro detto Giorgio indebito occupatore della Grangia, e beni della Torre di Valdieri delli 21 Giugno 1479.
fasc. 11, Transonto di Lettere del Duca Filiberto, di Delegazione, in Capo di Ludovico Conte De la Chambre, Governatore, e Luogotenente Generale del Piemonte, per L'immissione in Possesso, a favore de' Monaci della Certosa di Pesio nella Grangia della Torre de' Vaudieri, e per procedere contro gli Occupatori, ed Usurpatori della medesima delli 24 Giugno 1480.
fasc. 12, Dichiarazione fatta dalli Monaci della Certosa di Pesio in seguito a' mali Trattamenti usatigli da Giorgio del Pozzo, coll'usurpazione della di loro Grangia della Torre de' Vaudieri ed il Tetto della Val di Pesio, con annullazione d'ogni atto a favore di detto Delpozzo delli 24 settembre 1480.
fasc. 13, Istromento di mission in Possesso, a' favore del Monistero della Certosa di Pesio della Torre, e Grangia de' Vaudieri per Gottofredo de' Signori di Strambino Dellegato dal Duca Filliberto di Savoja delli 30. Gennaio 1481.
fasc. 14, Ordine dell'Infante Donna Catterina Duchezza di Savoja, per quale manda alla Camera di far pagare alli PP. Certosini della Val di Pesio gli Boglj 80. di Sale, de' quali nel Contratto di Cessione fatta dalli detti PP.di delle aque scaturienti da beni spettanti al loro Monistero, a favore di d.a S.A.R., colla Suplica per essi sporta alla Camera per ottenere L'interinazione del Sovra menzionato Contratto delli 5 Luglio 1597.
Fasc. 15, Giussione del Duca Carlo Emanuele Primo alla Camera de' Conti del Piemonte, per L'interinazione del Contratto seguito tra detta S.A.R., e li Monaci della Certosa di Pesio, di Cessione delle aque scatturienti dalla loro Valle, mediante L'annuo censo di Boglj 80. sale delli 28 Gennaio 1599.
Paesi A per B, Valdieri, Mazzo Primo di Addizione fasc. 1, Descrizione dei Bagni di Valdieri fatta a Monsig.r di Ricciardetto Scaffa , s.d.
AC Roccavione, Atti di lite, fasc. 63: Atti di lite tra Roccavione e le Comunità di Entraque, Valdieri, Borgo S. Dalmazzo per terreni e il ponte di Aradolo [1560-1561];
AC Borgo S. Dalmazzo, Liti: mazzo 18, fasc. 129: Atti e scritture riguardanti la comunità di Borgo S. Dalmazzo contro Valdieri,Vinadio, Entraque [1488-1626].
Pratica del pascolo degli Aradolesi nei beni comuni di Andonno [1866];
AC Entracque, Documenti antichi, Pergamene n. 1/25 (comunitates locorum Burgi Sancti Dalmatii, Rochevis, Robilanti, Andonni, Valderii, Interacquarum, Roaschie valium Gecii et Vermenagne…differentie et discordie destensiones et querele acte fuerunt occasione finium et pascheragiorum territorium dictarum communitatem, 16 maggio 1481) e n. 1/26 (10 dicembre 1534).
cat. V cl. 3, n. 1 : Sommario et allegazioni delle valli di Gezio et Vermenagna contra la città di Cuneo, [1624];
- Lite fra la comunità di Entracque e la comunità di Valdieri per crediti. [1624]
- Vertenza fra la comunità di Entracque e la comunità di Valdieri circa la costruzione di un ponte sul Gesso [1656-1660]
AC Valdieri
Cat. I classe 1, cartone 1 fasc. 1 : Copia dichiarazione degli uomini di Valdieri a favore dell’abbazia del Borgo S. Dalmazzo, 3 febbraio 1347 [1347-sec. XVIII];
fasc. 2, copia strumento di dedizione della Comunità di Valdieri con la città di Cuneo, 13 aprile 1382 [mancante];
fasc. 3, copia di sentenza tra la città di Cuneo e la valle del suo mandamento, 16 maggio 1481, [1481]
Cat. I classe 9, cartone 83 Frazione Mollières. Vertenze patti e relazioni con i paesi limitrofi francesi di Rimplas e Valdeblore [1818, 1860-1900]
fasc. 1.4. diritti di pascolo nei terreni o boschi vincolati in dipendenza della delimitazione confini francia 1861. Direzione gen. Selva di Rimplas ricognizione e tassa pascolo 1862 marzo 29
fasc. 1.6 estensione del distretto di caccia di S. M Vittorio Emanuele re d'Italia 1873 ott 13
fasc. 1.7 delimitazione nuovi confini 1862 aprile 3 e 1863 nov 15
fas. 1.8 vertenza tra comuni valdieri con Rimplas e Valdiblore debitori al comune di S. Saveur pascoli di Valdiblora 1863-1869
fasc. 1.10 immissione del beneficio parrocchiale sotto il titolo della Beata Vergine assunta in cielo del luogo di Molières fini di Valdieri a favore del rev. don Delfino Rogino attuale parroco 1870 ott 24
fasc. 1.12 nota del bestiame pascolante ne vallone Liouma 1872 ago 04
fasc. 1.13 elenco del bestiame pascolante nel territorio comuale di mollières e Liouma 1873 giu 20
fasc. 1.18 elenco del bestiame pascolante nel territorio comuale di mollières e Liouma 1876 set 18
fasc. 1.19 Borgata mollières circolazione bestiame: copia di lettera prefettura al sindaco di Valdieri circa risposta alla nota del 1877 mag 04 in data 1877 lug 23
fasc. 1.20 Verbale commissione municipale della borgata circa incendi e pascolo nei terreni comunali 1881, aprile 10
fasc. 1.21 verbale consiglio comunale: misure precauzionali per i casali del vallone di Mollières contro i danni dell'incendio prescrizioni contro la caduta delle nevi dai tetti e pascolo e del modo di usare dei beni comunali
fasc. 1.24 memoria ricorso delimitazioni nuovi confini 1891-1894
cartone 84, fasc. 2: Atti relativi alla ripartizione dei beni della frazione di Mollières tra i comuni francesi ed il comune di Valdieri, ceduta alla Francia a seguito del trattato di pace 1860 marzo 24 [1947-1955]
ADAM (Archives départimentales de Nice)
Intendance générale de Nice :
01FS 0215 - Troisième division.- Transcription de la correspondance envoyée aux ministères des travaux publics, à l'inspecteur du génie civil, au vérificateur des poids et mesures, aux consuls de France et de Russie, concernant notamment ... l'intégration dans les chasses royales de terres de la commune de Tende, proches de Valdieri et Entraque, du 29 décembre 1859 (7 janvier - 30 décembre 1859).
03P 1523 - du 01/01/1868 au 31/12/1868, Cadastre Napoléonien - Arrondissement de Puget-Théniers, commune de Valdeblore, Etat de section : le 9 octobre 1953, décidé de la répartition des biens des collectivités locales dont le territoire a été divisé par la frontière établie en vertu de l'article 2 du Traité de Paix du 10 février 1947. Il en résulte que la commune française de Valdeblore devient propriétaire d'une partie des biens se trouvant en France de la commune italienne de Valdieri.
03P 1321 - du 01/01/1868 au 31/12/1868, Cadastre Napoléonien - Arrondissement de Puget-Théniers, commune de Saint-Sauveur-sur-Tinée devient propriétaire d'une partie des biens se trouvant en France de la commune italienne de Valdieri (1947-1953).
03P 1138 du 01/01/1868 au 31/12/1868 Cadastre Napoléonien - Arrondissement de Puget-Théniers, commune de Rimplas devient propriétaire d'une partie des biens se trouvant en France de la commune italienne de Valdieri.
03P 1661 du 01/01/1915 au 31/12/1949 Cadastre Italien - Provincia di Cuneo commune de Valdieri. Prontuario dei numeri di mappa inscritti nel registro delle partite.
03P 1662 du 01/01/1915 au 31/12/1949 Cadastre Italien - Provincia di Cuneo commune de Valdieri, Tavola censuaria, catasto terreni.
03P 1663-1665 du 01/01/1915 au 31/12/1949 Cadastre Italien - Provincia di Cuneo, commune de Valdieri. Registro delle partite, Volume n.1, pp. 1 à 200, Vol. n. 2, pp. 201 à 400, Vol. n. 3, pp. 401 à 499.
03P 1666 du 01/01/1915 au 31/12/1943 Cadastre Italien - Provincia di Cuneo (province de Cuneo), commune de Valdieri. Note di voltura catasto terreni (feuillets de mutation de propriétés non bâties, actes faisant état d'un changement de propriétaire transmis par le notaire).
03P 1670 du 01/01/1921 au 31/12/1947 Cadastre Italien - Documents préparatoires à la rénovation cadastrale : tipi di frazionamento, commune de Valdieri.
Archives communales de Valdeblore, Série S. documents divers E 079/124 du 01/01/1808 au 31/12/1956 S 3 Impôts fonciers établis par la commune de Valdieri à l'encontre des propriétaires de terrains originaires de Valdeblore : avertissements, liste nominative, correspondance. 1934-1938.
Archives communales de Saint-Sauveur-sur-Tinée, Sous-série 1G. Impôts directs, E 129/018 du 01/01/1911 au 31/12/1946 1G 7 Cadastre des propriétés non bâties, commune de Valdieri.- Liste des propriétaires de la commune de Saint-Sauveur (1915-1949).
BRT (Biblioteca Reale di Torino), Storia patria n. 855, Brandizzo 1753: Relazione che il conte di Brandizzo fa di ogni città e terra posta nella provincia di Cuneo...negli anni 1750, 51 e 52 (manoscritto, cc. 237-249 Valdieri, cc. 270-277 Andonno).
BCC (Biblioteca Civica di di Cuneo):
- SC S IV 149, F.D. Barisano, La piscina salutare in Piemonte ne' bagni di Valdieri, &c. historiati e descritti da Francesco Domenico Barisano … ... con trattato metodico di ogni osseruatione, e regola necessaria secondo la diuersita de' mali al theorico conoscimento, ed uso pratico non solo di tutte le fontioni di que' bagni, ma pur anche profitteuole al buon regolamento d'altri. Opra fin qui da alcuno non tentata, e dallo stesso dedicata alla medema altezza serenissima di Carignano, Torino, ed. B. Zappata, 1674
- Fondo Storico 14, S.A. Leveroni, Trattato dei bagni della citta d'Acqui in Monferrato et di Vinai e Valdieri in Piemonte ..., Mondovì, ed. H. Rossi, 1606
CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Prov. di Cuneo, cartella 233.
Bibliografia
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Barelli H., La frontière dans l’opinion publique niçoise, ivi, pp. 25-39 ;
De Poorter S., La frontière de 1947 et le partages des biens communaux frontaliers 1947-1963, ivi, pp. 95-126.
AAVV, All’ombra dei signori di Morozzo: esperienze monastiche riformate ai piedi delle Marittime (XI-XV secolo), Atti del convegno, San Biagio Mondovì - Rocca de’ Baldi - Mondovì, 3-5 novembre 2000, a c. di R. Comba, G. G. Merlo, Cuneo 2003, pp. 135-347.
Adami V., Storia documentata dei confini del regno d’Italia, Vol. I, Confine italo-francese, Roma, Stabilimento poligrafico per l’Amministrazione della Guerra, 1919, pp. 456 con carte e piani
Berra L., Riordinamento delle diocesi di Mondovì, Saluzzo, Alba e Fossano ed erezione della diocesi di Cuneo (1817), in «BSSSAACn», 36 (1955), pp. 18-59.
Bordone R., Un tentativo di «pricipato ecclesiastico» tra Tanaro e Stura. Le trasformazioni  bassomedievali del comitato di Bredulo, in Le strutture del territorio fra Piemonte e Liguria dal X al XVIII secolo, a cura di A. Crosetti, Cuneo 1992, pp. 121-140.
Bottin M., Les Alpes Marittimes selon Pierre Gioffredo (1629-1692). Eléments pour une histoire transfrontalière de la région niçoise, in «Histoires des alpes-Storia delle alpi-Geschichte der alpen», 2001/6, pp. 55-70.
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Coccoluto G., Considerazioni sul “burgus” di San Dalmazzo di Pedona , in “Bollettino della Società per gli Studi Storici Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo”, 111 (1994), pp. 35-48.
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Comba R., Corsero M., Entracque. Una comunità alpina tra Medioevo ed età moderna, BSSSC, Cuneo 1997, in particolare si fa qui riferimento agli studi di:
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Descrizione Comune
Valdieri
 
La forma del territorio comunale di Valdieri risulta relativamente stabile, in considerazione di uno sforzo diversificato di valorizzazione delle acque e dei boschi che connotano il suo territorio. A premessa di questa considerazione s’impone una riflessione storica intorno alla conformazione di un territorio alpino, che l’amministrazione regia nel corso dell’Ottocento ha guardato con estremo interesse. La costituzione del regio demanio sulle foreste e sulle acque ha di fatto inciso in maniera preponderante sulla forma del territorio comunale di Valdieri, mentre la valle Gesso veniva dotata di un collegamento viario con il fondovalle, diretto ai centri di Borgo S. Dalmazzo e Cuneo. Nel 1830 Valdieri veniva collegato alla frazione di S. Anna con una strada regia. Si valorizzava così il complesso termale eretto nel 1755 dal re in località bagni di Valdieri, che si sostituiva a una struttura comunale attestata dal 1588 (Palmucci Quaglino 1998). Nel 1855 veniva costituita una società per una moderna gestione delle acque termali per cure terapeutiche, alla quale un decreto legislativo del marzo di quello stesso anno cedeva lo sfruttamento di quelle sorgenti (Palmucci Quaglino, 1998). Nel frattempo, a seguito della visita del re a Entracque e a Valdieri nel 1857, si costituiva la Riserva Reale di Caccia sui diritti di caccia e pesca che i comuni alpini dal monte Argentera alle valli Stura, Gesso e Vermenagna avevano ceduto al re per assecondare “la sua passione venatoria”, in cambio delle prestigiose prospettive di ospitare le residenze di soggiorno dell’entourage di corte (Lace 1878). La Riserva di Caccia è un elemento che di fatto modifica la forma del territorio comunale di Valdieri, così come quella di Entracque e Vinadio. Infatti la partita delle frontiere del nuovo Regno d’Italia si gioca proprio sul rispetto della riserva reale, che vede il re impegnato in vicende politico-militari e alleato della Francia per compiere il progetto di estensione della dominazione sabauda sulla penisola italiana tra 1858 e 1861. Nei trattati delle frontiere internazionali ottocentesche si era imposto lo spartiacque alpino, mentre nella demarcazione di questa frontiera franco-italiana sfugge la linea di cresta de l’Haute Tinée, che al Mercantur non solo resta in mano del Regno d’Italia, ma si sposta a modificare i confini comunali lungo il circondario, ossia i limiti dei beni comunali e delle proprietà private preesistenti la frontiera del 1861. Gli accordi di Plombières consentirono di far valere per il territorio di caccia del re un occhio di riguardo a controbilanciare la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia. In questo modo al territorio di Valdieri venne annessa l’area forestale di Mollières, che rappresentava il contrafforte ovest del Mercantur (De Pooter 1991, p. 95-96), che estendeva a sud il territorio di Valdieri fino alla valle de la Tinée. Fin dal 1861 il consiglio generale delle Alpi Marittime, con sede a Nizza, si fece portavoce della controversia dei diritti di caccia, rivendicati dal comune di Valdeblore. In seguito le relazioni di Roissard de Bellet tra 1873 e 1884 documentano la difficoltà di Valdeblore a gestire il suo patrimonio forestale sul territorio italiano (Barelli 1991, pp. 29-30). Per contro le sorti della frontiera franco-italiana del secondo dopoguerra ripristinano una regione di pascolo di Valdieri annessa al comune di Valdeblore, e una zona boschiva al comune di Saint-Sauveur-sur-Tinée (ADAM, 03P 1523 -03P 1321 [1947-1953]).
Secondo le osservazioni strategico militari, lo spazio occupato dalla riserva di caccia avrebbe permesso al Regno d’Italia di costruire tra le due guerre un vallo fortificato e di controllare le vie alpine di accesso al territorio italiano, che il comune frontaliero di Valdieri presiedeva. Per parte sua il comune di Valdieri si attrezza con specifici regolamenti per affrontare la gestione degli usi civici; mentre affida a Mollièrs l’esazione della tassa del bestiame e gli accordi per la circolazione pastorizia nella regione di Liouma (v. mutamenti territoriali).
La frontiera ristabilita a seguito del trattato del 1947 affrontava invece la questione dei beni comunali, sollevando il problema dello smembramento comunale di frazioni di territorio abitato o meno. Il caso di Valdieri veniva risolto in un apposito art. 6, deliberato dalla commissione incaricata allo studio della conciliazione di tali questioni frontalieri (9 ottobre 1953, De Pooter 1991, p. 100-101): pertanto qualsiasi bene comunale di Valdieri risultante in Francia veniva attribuito alla frazione di Mollières, che annessa al comune francese di Valdeblore, considerava francese qualsiasi possedimento insistente su detto territorio. Allo stesso modo il Bosco Nero e gli alpeggi del comune di Saint-Sauveur erano stati iscritti dal 1915 come proprietà a catasto separato di Valdieri (ADAM, AC Saint-Sauveur, Sous-série 1G. Impôts directs, E 129/018 ; 1G 7 Cadastre, 1915-1949).
Proprio in considerazione del trattamento dei beni di uso civico, che la frontiera contemporanea liquida perentoriamente su questo fronte ai danni del comune di Valdieri, possiamo considerare il territorio storico della comunità di Valdieri come il risultato dall’assemblaggio di territori, che si definiscono meglio nel corso dei secoli sulla base degli usi con cui vengono gestite le risorse comunitarie. Sulla base della gestione comunitaria di risorse quali l’acqua delle sorgenti sulfuree, i boschi e i pascoli che si estendono tra il torrente Gesso e la sua biforcazione lungo il vallone di S. Anna di Valdieri possiamo scomporre il territorio comunale di Valdieri in territori locali, sui quali la comunità o i suoi gruppi locali hanno insistito in forma diversa.
Il passaggio quindi del controllo delle acque sulfuree dai monaci cistercensi di Chiusa Pesio al comune di Valdieri tra Quattro e Cinquecento segna da una parte lo sviluppo devozionale del santuario di S. Anna di Valdieri e dall’altra gli insediamenti abitativi di Bagni e Terme. In seguito la comunità modifica progressivamente il controllo su questa zona, che subisce trasformazioni paesaggistiche. Inizialmente, con il passaggio di tale porzione di territorio al demanio regio possiamo sottolineare a metà Settecento la nascita di un complesso terapeutico termale e poi di residenze di soggiorno, a margine della formazione della Riserva Reale di caccia. Quindi, da una parte la concessione dello sfruttamento delle cure terapeutiche a una società, e dall’altra gli investimenti regi su questa zona per la costruzione di una frontiera nazionale, ridimensionano nella seconda metà dell’Ottocento il territorio comunale lungo la valle della Tinée, e ridefiniscono il ruolo della comunità a controllo delle risorse viarie e di valico. Questo comporta in termini di estensione territoriale per il comune di Valdieri il riposizionamento dei confini sul versante orientale del Mercantur, a seguito dello stabilimento della nuova frontiera italo-francese del 1947.
Il territorio comunale di Valdieri, aldilà del ruolo propriamente frontaliero acquisito tra 1861 e 1947, perde e acquista segmenti di territorio in relazione alle scelte possessorie e alle politiche fiscali che accompagnano sotto dominio piemontese prima il consolidamento di un distretto amministrativo cuneese tra Quattro e Cinquecento e poi le operazioni di misurazione dei terreni produttivi tra Sei e Settecento. L’area amministrativa di maggior tensione nello sviluppo territoriale di lungo periodo di Valdieri è proprio la sponda destra del fiume Gesso, nel tratto di valle che confluisce nella piana cuneese, su cui insistono anche i comuni di Roccavione e Borgo S. Dalmazzo.
Nel 1534 una transazione territoriale con Entracque definiva i confini tra le due comunità sui pascoli tra le valli Gesso e Vermenagna in relazione al riparto del sale, al transito e al controllo del carico di bestiame sui pascoli, tutte competenze della “magnifica comunità”.
Nel corso del Seicento invece ha inizio una disputa per il riparto equo del tasso di registro dei beni collettabili in giornate di bosco, che le comunità di Valdieri, Andonno, Roccavione e Borgo S. Dalmazzo possedevano nella regione di Aradolo. Le misure catastali dimostravano infatti un sovrappiù che Entracque avrebbe pagato, dal momento che delle 225 giornate possedute indivise con Andonno e Valdieri, Entracque non ne possedeva che 125, poiché le altre erano state iscritte ai registri delle comunità di Andonno, Valdieri, Borgo S. Dalmazzo e Roccavione. Pertanto con la procura affidata al conte Arbaudi, fin dal 1650 Valdieri, Andonno e Roaschia si dimostrano disponibili a trattare del rimborso del tasso eccedente, riscosso da Cuneo sul mandamento di Entracque. Solo in seguito anche Roccavione e Borgo S. Dalmazzo, insieme a Robilante, demandano a una procura la trattiva del rimborso e del ricalcolo (AST, Camerale art. 500, mazzo C-L/1-2, 4U55, fasc. 16 [1663-1669]). Pertanto a conclusione dei rimborsi, nel 1673 possiamo mettere in evidenza come sia formalmente riconosciuta anche una variazione territoriale, che esclude in parte Entracque dall’amministrazione del territorio del bosco di Aradolo, ripartito tra Valdieri e i comuni limitrofi del cuneese. Il cantone di Aradolo nel corso del Settecento ridiscute la sua autonomia, chiedendo all’ammnistrazione regia la costituzione in corpo di comunità, cosicché viene smembrato da Valdieri e ricomposto nelle sue porzioni territoriali che erano state ripartite tra i comuni della valle Gesso (AST, Corte). Nel corso del Novecento possiamo attestare per questa porzione di territorio, lo sviluppo abitativo di due zone distinte: Aradolo S. Antonio e Aradolo La Bruna, che si ritrovano però come frazioni del comune di Borgo S. Dalmazzo. Aradolo infatti era stato accorpato nel corso dei riordini amministrativi dei territori boschivi con il comune di Borgo S. Dalmazzo, non senza opposizione del comune di Roccavione (v. schede Borgo S. Dalmazzo e Roccavione [1838-1851]). Ad oggi lo sfruttamento estrattivo del territorio montano della valle Gesso vede una controversia tra Valdieri e Borgo S. Dalmazzo proprio nel territorio di Aradolo La Bruna. Un comitato frazionale promosso dal 1953 intendeva far valere sulle concessioni estrattive stipulate da Valdieri gli usi civici dei frazionisti, che si possedevano in forma indivisa con gli abitanti di Andonno, dove erano state impiante le cave di ardesia (CLUC 25, Borgo S. Dalmazzo, Planimetrie 1953-1954).
Il territorio medievale di Valdieri veniva definito nel concorso tra il rinnovamento della dipendenza dall’abbazia di S. Dalmazzo, entro la dominazione angioina (1262). Lungo la valle Gesso si distinguono infatti per ius proprium i luoghi limitrofi di Valdieri e Andonno (Marro 1992). Il rapporto con questa comunità limitrofa si trasforma in un’aggregazione territoriale nel 1928, quando la riorganizzazione amministrativa riteneva di sciogliere gli usi civici per poter rendere produttivi i terreni e contrastare lo spopolamento montano. In questi termini possiamo sottolineare però lo sviluppo dello sfruttamento estrattivo e delle risorse idroelettriche che l’estensione del territorio di Valdieri sulla parte di Andonno ha comportato (CLUC 233).