Alfiano Natta

AutoriLonghi, Marta
Anno Compilazione2016
Provincia
Alessandria
Area storica

Monferrato

Abitanti
793 [ISTAT 2001]; 741 [ISTAT 2015]
Estensione
13,08 Kmq [ISTAT 1991]
Confini
A nord con Castelletto Merli e Odalengo Piccolo, ad est con Moncalvo e Penango,  a sud con Calliano e Tonco, a ovest con Villadeati.
Frazioni
Cardona, Sanico, Casarello. Nuclei abitati: Borghi, Casalpaletti, Gerbidi, Stazione di Tonco-Alfiano [ISTAT 1991]
Toponimo storico
Alfianum fa la sua comparsa nella documentazione nel IX secolo [a.886: BSSS 28, doc. 18]. Nel 1863 al toponimo originario viene aggiunto il nome di Natta [ISTAT, Unità amministrative, p.92], derivante dalla famiglia omonima che dal 1483 detenne in feudo la località [vd. Feudo].
Diocesi
Asti fino al 1474, poi Casale Monferrato.
Pieve
Pieve di San Marziano di Alfiano fin dal IX secolo [a.886: BSSS 28, doc. 18].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Era nel 1345 associata alla pieve di Alfiano la chiesa di Santa Maria de Razeto, oggi identificabile con Santa Maria de Razzani vicino al cimitero della borgata di Casarello [Bosio 1894, p. 122]. Dal Regestum Ecclesiarum Diocesis Astensis del 1345 la pieve di Alfiano e la chiesa di Santa Maria erano aggregate per quanto riguardava il computo delle decime dovute [Bosio 1894, p.122]
Sempre in Casarello si possono trovare ancora le chiese di San Rocco (che porta doppia titolatura essendo dedicata anche a San Carlo). San Lorenzo è sita a un paio di chilometri a sud della parrocchiale e la chiesa di San Grato è vicino al cimitero.
L’attuale territorio comunale di Alfiano ospitava ben tre parrocchiali dipendenti dalla diocesi di Casale Monferrato: la chiesa di Alfiano, dedicata a San Marziano, quella di San Defendente nella frazione di Sanico di proprietà dell’omonima confraternita e quella di Sant’Eusebio nella frazione di Cardona.
Le visite pastorali dei secoli XVIII e XIX documentano la presenza di quattro compagnie devozionali presso gli altari di San Marziano: quella del SS. Sacramento, quella del Suffragio, quella del Rosario e quella delle Umiliate, eretta presso l’altare della Madonna del Rosario nel 1841, e di una confraternita, detta dei Disciplinanti, sotto il titolo di San Defendente i cui confratelli indossano nelle processioni un abito bianco ed avevano un oratorio proprio [AD Casale Monferrato,Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, pp.1r-12r; Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte, pp.133r-142r; Visita pastorale del vescovo Paolo Maria Barone (1892-1903), risposte,pp.535r-542v]. Nella visita pastorale del vescovo Radicati si cerca di rintracciare la datazione di origine delle compagnie e della confraternita:
“la compagnia del SS. Sacramento è antica perché si ritrova un libro principiato li 10 luglio 1596, ma di questa non se ne trova l’erezione. Circa la confraternita di San Defendente si trova un libro vecchio principiato li 2 gennaio 1647, ove il sig. don Filippo Accomasso all’ora pievano asserisce non aver trovato alcun libro della detta chiesa, quando è venuto a quella cura, forse per le gravi guerre disperso, per il che sotto li 26 maggio 1679 Mons. Miroglio gli ha concesse nuove bolle d’erezione e di conferma. La compagnia del Suffragio canonicamente eretta come appare d’aggregazione all’arciconfraternita di Roma legittimamente spedita in carta pecora e sigillata con sigillo pendente li 11 luglio 1655. La compagnia del Rosario anch’ella in parte canonicamente eretta, mentre in un libro antico nel principio del medesimo si vede un in strumento autentico d’erezione che quanto prima si potrà si mandi a Roma li 29 luglio 1607” [AD Casale Monferrato,Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, pp.11r-12r].
Presso Sant’Eusebio vi erano una confraternita col titolo di S. Agata e tre compagnie intitolate al SS. Sacramento, al S. Rosario e alle Vergini.
Nella frazione di Sanico esiste la parrocchia di S. Antonio. Secondo Le memorie di don Porrato la parrocchia di Sanico fu smembrata da quella di Alfiano dal vescovo di Casale Scipione Pascali, nel 1619. La chiesa parrocchiale era intitolata prima a San Grato (1577), in seguito  a Santi Grato e Antonio (1620) e infine solo a S. Antonio, presso tale chiesa vi era la compagnia di San Michele che aveva una tribuna propria fatta costruire nel 1733 con licenza del Vescovo; gli altri oratori, documentati dal sacerdote, sono quello di San Pietro, quello di San Nazario nel bivio della strada di Sanico-Alfiano-Moncalvo, e la cappella campestre di San Bernardo nella regione Prato maggiore vicino alla frazione Borghi [Porrato, Memorie]. 
La canonica di Asti possedeva diversi beni nel luogo di Alfiano [BSSS 28, doc. 48 del 927].
Nel XVIII secolo anche il santuario di Crea rivendicava possessi presso Alfiano di origine medievale [AST, Corte, Materie ecclesiastiche, Abbazie, Crea, , fasc. 4, 1223 in 1718].
Assetto Insediativo
Alfiano Natta si trova all’estremo nord-ovest della provincia di Alessandria, a 43 chilometri dal capoluogo, sul versante meridionale della collina di Montebaldo. Il territorio del comune è occupato nella parte superiore dal bacino del torrente Versa e confina per un largo tratto con l’Astigiano.
Nel IX secolo erano definiti “vigus” presenti nel territorio pievano sottoposto al controllo di San Marciano, oltre ad Alfiano stesso, Sanico (Soanengo: 836) e Ulisengo (Vilisengo) [vd. Località scomparse]; inoltre faceva parte della pieve anche un locus definito de Ragiano (Razzano: 861) ove sorgeva una chiesa e l’annesso cimitero attestato almeno a partire dal XIV secolo [Cartulari notarili, doc. 56].
Giovanni Giacomo Saletta, nel Settecento, descrive  “Alfiano, Sanico e Casarello” “posti nel Monferrato tra li fiumi Po e Tanaro alli confini delli territori di Villadeati, Tonco, Caliano, e Moncalvo” [Saletta, Ducato, pp.10r], a cui, attualmente, si aggiungono i comuni confinati di Castelletto Merli, Odalengo Piccolo e Penango.
L’attuale assetto insediativo del comune è articolato intorno ai nuclei di Alfiano e delle sue frazioni Casarello, Sanico e Cardona. La popolazione, che diminuisce in modo costante per tutto il secolo XX, risiede - con una media superiore al 70% - in agglomerati e solo per un 30% in case sparse.
Luoghi Scomparsi
Il vicus di Vulisengo (Ulisengo) era parte della pieve di Alfiano: in essa vi era presente una chiesa dedicata a San Lorenzo con annesso cimitero (a.861). Oggi tale località di confine tra l’antica diocesi astigiana e quella vercellese è identificabile con quel tratto collinare che unisce la chiesa di San Lorenzo e la cascina Lusengo a sud di Alfiano Natta [IGM Moncalvo].
Faceva parte della pieve di Alfiano anche la chiesa di San Martino di Montarolio [Cartulari notarili a.1313, doc. 168]: Montarolio si posiziona nella porzione più meridionale a sud della frazione di Sanico.
Sono identificate come luogo posizionato presumibilmente tra Villadeati e Alfiano la località scomparsa di Gatingo [Bordone 1980, p. 61]. Sempre tra Cardona e Alfiano erano probabilmente ubicate le località di Idengo e Lobolengo ove S.Pietro in Ciel d’Oro di Pavia aveva beni donati dai signori del Castello di San Sulpicio [ASM, Fondo religione (10 settembre 1074)].
Era invece ubicata sul confine con Moncalvo il vicus di Soanengo [a.836: BSS 28, doc.6] con la chiesa scomparsa di San Nazario, ricordata come luogo ove erano posizionati dei beni comuni di Alfiano nel XVIII secolo [Vd.Comunanze] oggi ricordato solo dalla denominazione cascina Gerbido e Osteria S.Lazzaro [IGM, Moncalvo].
Comunità, origine, funzionamento
Posizionata in un’area di contese giurisdizionali la comunità di Alfiano matura la propria autonomia contrattandola con i poteri sovra locali presenti nell’area: la diocesi di Asti e il marchesato di Monferrato dal quale otterrà maggiori garanzie di autonomia e il riconoscimento dei propri statuti nonostante la presenza di forti legami con il distretto comunale Astigiano.
La comunità di Alfiano opera congiuntamente a quella di Tonco sia nel XVI che nel XVII secolo, tanto che si impegna con quella di Tonco a riscattarne il castello ipotecato dal Marchese di Monferrato alla famiglia Natta [1511: AST, Corte, Paesi, Monferrato, Prov.Casale, M.4, fasc.2 Tonco 1511 febbraio 11] e un secolo dopo le stesse due comunità contestano un dazio imposto dai Natta sui forni del luogo di Tonco [AST, Corte, Feudi A e B, M 65, fasc13 Tonco, 1669 aprile 8]. Tra il 1664 e il 1683 saranno diverse le questioni che vedranno le comunità unite di Tonco e Alfiano contestare gli interventi dei loro feudatari: i Natta [vd. Feudo e Dipendenza Medioevo]
Statuti
In Archivio di Stato erano rintracciabili notizie relative alle conferme dei capitoli degli statuti della comunità di Alfiano il 19 marzo 1483, 18 settembre 1546, 7 ottobre 1567 [Fontana 1906, vol. 1, p. 21], oggi ne riporta traccia le scritture riguardanti la comuntà di Tonco [AST, Corte, Paesi, Monferrato, Provincia di Casale, Tonco, m.4].
Catasti
Presso l’Archivio comunale di Alfiano Natta si conservano registri di consegnamenti datati al 1635, 1731-39, 1740 e dei catasti antichi del 1748-59, 1779-86, 1780-90, 1880-90 e uno figurato senza data del sec. XVIII.
Ordinati
Gli ordinati conservati presso Alfiano iniziano nel 1728 e proseguono fino ai giorni nostri, fatta eccezione per gli anni che vanno dal 1803 al 1813, non presenti nell’AC Alfiano Natta.
Dipendenze nel Medioevo
In età carolingia la villa qui dicitur alfiano sembra appartenere alla “iudiciaria torrense” un distretto minore di cui si hanno indizi in carte risalenti alla seconda metà del secolo IX e ai primi anni del secolo successivo e che avrebbe potuto estendersi, a nord del comitato di Asti, tra le propaggini orientali della collina torinese e la confluenza del Po e del Tanaro. Quest’area risulta avere perso carattere di circoscrizione pubblica già intorno alla metà del secolo X, quando fu venne smembrata favorendo l’insediamento signorile locale e i comitati cittadini limitrofi di Torino, Asti e Vercelli, per divenire infine, nel secolo successivo, oggetto delle contrastanti ambizioni territoriali degli Aleramici e dei vescovi di Asti e di Vercelli. [BSSS 28, doc. 23 dell’892; Settia 1974].
Nel 1164 Alfiano risultava tra le terre aleramiche confermate a Guglielmo il Vecchio [Banfo 2007], ma non rientrava tra le comunità facenti capo al Parlamento monferrino [Bozzola 1926] sul principio del Trecento, sebbene poco dopo risulti nuovamente rientrare nell’orbita monferrina [vd. Feudo]
Feudo
Il feudo di Alfiano con Sanico e Casarello nel comitato di Monferrato viene infeudato dai Marchesi di Monferrato agli Alfiano Guala. Estinti gli Alfiano, Guglielmo II di Monferrato lo infeuda ad personam a Secondo Visconti (1515) che cede la podestaria di Alfiano, Casarello e Sanico alla famiglia Natta (1531), estinta nel 1866 [Guasco, Dizionario, vol. I, pag. 44; Manno, Bibliografia, vol. II, pag. 8612].
Mutamenti di distrettuazione
Appartenente al Marchesato, poi Ducato del Monferrato, dopo l’annessione agli stati sabaudi, nel 1708, diviene parte della provincia di Casale. Tale assetto si mantiene fino alla caduta dell’antico regime in Piemonte nel 1798. La circoscrizione di Casale nel periodo napoleonico è aggregata senza sostanziali alterazioni a una circoscrizione avente come capoluogo Alessandria. Si tratta dapprima del dipartimento del Tanaro (1799), e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801, del dipartimento di Marengo, arrondissement di Casale [ANP; Sturani 2001]. L’inquadramento amministrativo di Alfiano Natta non cambia fino alla restaurazione.
In seguito Alfiano Natta diviene parte della ricostruita provincia di Casale inclusa nella divisione d’Alessandria, che viene in seguito ridotta a circondario della provincia d’Alessandria nel 1859 [Sturani 1995].
Mutamenti Territoriali
La circoscrizione territoriale viene modificata nel 1927 a seguito di aggregazione di parte della frazione Cardona staccata dal Comune di Villadeati [ISTAT, Unità amministrative, p. 92]. La superficie del territorio di Alfiano Natta,  nei censimenti del 1911 e del 1921, è di 11, 11 Km2 , dopo l’aggregazione di  parte della frazione Cardona diventa di 13, 08 Km2 e in seguito non subisce altri mutamenti [SISTAT].
Comunanze
A metà Settecento, la comunità di Alfiano possiede un campo nella contrada delle “zerbide” di 1 moggia, il cui reddito è di lire 12 circa, e quattro terreni gerbidi, uno in regione Pozzo Tachino d’annuo reddito di due lire, uno nella contrada di San Nazario di 60 moggia circa, uno in regione della Cerrina di 4 moggia circa, l’ultimo nella regione di San Defendente e della Noce di 3 moggia circa, terreni sassosi e con vegetazione insufficiente per il pascolo del bestiame, e infine moggia 120 di boschi cedui nelle regioni della Rolassa Montebaldo, Veleggia, Fontana Fredda e Sotto Castello. Possiede ancora una casa e tre forni utilizzati dai particolari del luogo e delle sue frazioni (AST, Sezioni Riunite, Ricavo de’ redditizi quelle comunità, misura de’ territori e de’ beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769).
In ottemperanza alla legge del 16 giugno 1927 sull’alienazione degli usi civici, il regio commissariato per il riordino degli usi civici, con decreto del 6 maggio 1939, autorizza l’alienazione  12.37 ettari di terrero del comune di Alfiano Natta, di cui 11,47 di “categoria A” ossia bosco e pascolo permanente e il resto di “categoria B” ossia seminativo e prativo già utilizzato per le colture agrarie e dato dal comune in locazione a coltivatori del luogo. In una lettera, datata 3 ottobre 1934, indirizzata la commissario regionale del “Piemonte e Liguria” di Torino, il geometra Emilio Sonetto di Brusasco comunica che risulta sussistere da molto tempo da parte della popolazione di Cadorna l’esercitazione del legnatico. Secondo il geometra che ha raccolto la testimonianza del segretario comunale pare esistere in quella località località l’uso raccogliere la sola legna secca  sia sulla proprietà privata, sia su quella demaniale, senza alcuna distinzione; per quanto riguarda la legna adatta al taglio diversi individui effettuano pagamenti al comune per ottenere il diritto all’abbattimento degli alberi [CLUC].
Liti Territoriali
Lite tra la comunità di Alfiano e quella di Odalengo Piccolo per l’attribuzione del terreno boschivo detto “Carpegna”: AC Alfiano Natta, Sezione prima, Atti di lite, fald. 20, fasc. 14 (1762-1763).
Fonti
Fonti edite:
G. Bosio, Storia della Chiesa di Asti, Asti 1894.
Bozzola A., Parlamento del Monferrato, Bologna 1926.
Cartulari notarili dell’Archivio capitolare di Asti. I registri Iacobus Sarrachus notaio del vicario vescovile (1309-1316), a cura di A.M.Cotto Meluccio, GG Fissore, L.Franco, Asti 2002.
Decreto di Ferdinando Carlo Gonzaga, Duca di Mantova e di Monferrato, per una lite tra gli abitanti di Tonco e di Alfiano in Monferrato ed i Marchesi Natta feudatari dei due luoghi, Alessandria 1910,  (R. S. A.  A. Al., XXXIX), pp. 446-450
A. Di Ricaldone, Monferrato tra Po e Tanaro. Guida storico-artistica dei suoi comuni, Cavallermaggiore-Asti 1999
Documenti capitolari del secolo XIII, a cura di A.M. Cotto Meticcio, P. Daquino, Asti 1987.
Le più antiche carte dell’Archivio capitolare di Asti, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1904. [BSSS 28]
 
Fonti inedite:
Archivio Storico del Comune di Alfiano Natta [AC Alfiano Natta]:
Sezione prima, Ordinati, Verbali di deliberazione della giunta e del consiglio comunale, fald. 1-14
Sezione prima, Amministrazione: carte diverse, Carta nella quale si descrive il territorio di Alfiano, le sue colture e il suo commercio, 1823, fald. 19, fasc. 4
Sezione prima, Amministrazione: carte diverse, Domanda del Comune di  Alfiano di essere distaccata dal mandamento di Tonco per essere aggregato a quello di Moncalvo, 1884-1885, fald. 19, fasc. 8
Sezione prima, Catasto, fald. 100-122
Sezione prima, Governo, giustizia e culto, Informazioni sull’esistenza di confraternite a Cardona, 1890, fald. 131, fasc. 7
Sezione prima, Atti di lite, Atti di lite della comunità di Alfiano, Atti di lite della comunità di Alfiano e del cantone di Casarello contro il cantone di Sanico, 1778, fald. 20, fasc. 2
Sezione prima, Atti di lite, Atti di lite della comunità di Alfiano, Atti di lite tra la comunità di Alfiano e alcuni particolari di Casarello, 1794, 1798, fald. 20, fasc. 4, fasc. 6
Sezione prima, Atti di lite, Atti di lite della comunità di Alfiano, Causa della comunità di Alfiano contro la comunità Odalengo Piccolo, 1762-1763, fald. 20, fasc. 14
Sezione prima, Affari diversi, Sentenza del Senato del Ducato del Monferrato riguardante il possesso di pecore nelle comunità di Tonco e Alfiano, 1722, fald. 155, fasc. 1
Sezione seconda, Cat. I, fald. 182-196
 
Archivio Storico del Comune di Odalengo Piccolo [AC Odalengo Piccolo]:
Corrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti, 1959
 
Archives Nationales, Paris [ANP]:
F2, Administration Départementale, I, 863 Montenotte, Département de Marengo, Tableau de la population par commune d'après le récensement fait par ordre du Préfet dans les derniers mois de l'an XII, 1804.
 
Archivio Storico Diocesano di Casale [AD Casale Monferrato]:
Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, A-G, vol.IV, Alfiano Natta, 1712, pp.1r-12r.
Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte, A-M, vol.I, Alfiano Natta, pp.133r-142r.
Visita pastorale del vescovo Paolo Maria Barone(1892-1903), risposte, A-B, vol I, Alfiano Natta, pp. 535r-542v.
 
Archivio di Stato di Milano [ASM]:
Fondo religione, S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, cartella Q, pergamena originale in data 10 settembre 1074.
 
Archivio di Stato di Torino [AST]:
Corte, Materie Ecclesiastiche, Arcivescovadi e Vescovadi, Acqui
Corte, Materie Ecclesiastiche, Arcivescovadi e Vescovadi, Asti
Corte, Materie Ecclesiastiche, Arcivescovadi e Vescovadi, Vercelli
Corte, Paesi, Monferrato, Ducato del Monferrato, Ducato del Monferrato
Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B
Corte, Paesi. Monferrato, Provincia di Casale, Provincia di Casale
Corte, Paesi, Paesi per A e B, A
Corte, Paesi, Asti
Corte, G. G., Saletta, Ducato del Monferrato, vol. I, parte prima, circa 1711 e ss., pp. 10r-62v
Sezioni Riunite, Prima Archiviazione, Provincia di Casale, Tomo III, mazzo I, Relazione dello Stato e Coltura de’ beni de’ territori delle città e comunità della provincia di   Casale. Stati de raccolti o quesiti fatti dall’Uffizio Generale di finanze in dipendenza di detta relazione, 1742/1743, fasc. 18
Sezioni Riunite, Prima Archiviazione, Provincia di Casale, Tomo III, mazzo II, Ricavo de’ redditizi quelle comunità, misura de’ territori e de’ beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769, fasc. 4
Sezioni Riunite, Prima Archiviazione, cap. 14, Boschi e Selve, Provincia di Casale, Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale, 1771, fasc.13
 
Commissariato per la liquidazione degli usi civici [CLUC]
Provincia di Alessandria, fasc. Alfiano Natta
 
Biblioteca di Statistica e Matematica applicata alle Scienze Umane, Facoltà di Economia: Censimenti dal 1839 al 1991.
Bibliografia
R. Bordone, Città e territorio nell’alto medioevo, La società astigiana dal dominio dei Franchi all’affermazione comunale, Torino 1980.
G. Casalis, Dizionario geografico, storico-statistico commerciale degli stati di S. M. Re di Sardegna, Torino 1854
E. Eydoux, La pieve di Alfiano nell’Alto Medioevo, in “Il Platano”, 1994, pp.33-45
L. Fontana , Bibliografia degli Statuti dei Comuni dell’Italia superiore (III voll.),Torino 1907.
G. Giorcelli, Le città, le terre ed i castelli del Monferrato descritti nel 1604 da Evandro Baronino, in «Rivista di storia, arte e archeologia della provincia di   Alessandria», a. XIII (1904), pp. 41-130. a.XIV (1905).
F. Guasco, Dizionario feudale degli antichi stati sabaudi e della Lombardia. Dall'epoca carolingia ai nostri tempi (774-1901), Pinerolo 1911, 5 voll.
A.Manno, Bibliografia storica degli stati della Monarchia di Savoia, Torino 1893
Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991, circoscrizioni territoriali al 20 ottobre 1991, a cura di ISTAT,  Roma 1994
Pratiche del territorio, a cura di A. Torre, in “Quaderni Storici”, 103, 2000
E. Porrato, Memorie sopra la parrocchia di Sanico, Moncalvo 1896
A.A. Settia, «Iudiciaria Torrensis» e Monferrato, in «Studi medievali», XV, 2, 1974.
M.L. Sturani, Il Piemonte, in Amministrazione e territorio in Italia, a cura di L. Gambi,  F. Merloni, , Bologna 1995.
M.L. Sturani, Innovazioni e resistenze nella trasformazione della maglia amministrativa piemontese durante il periodo francese (1798-1814): la creazione dei dipartimenti ed il livello comunale, in Id. (a cura di), Dinamiche storiche e problemi attuali della maglia istituzionale in Italia. Saggi di geografia amministrativa, Alessandria 2001, pp. 89-118.
Unità amministrative. Variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000. Popolazione legale per comune ai censimenti dal 1861 al 1991 ai confini dell'epoca. a cura di ISTAT , Roma 2001.
Descrizione Comune
Alfiano Natta
Il territorio di Alfiano, secondo una relazione compilata nel 1823, “è composto di colline con piani elevati e poche ristrette valli attorniato a levante, settentrione e ponente da alte montuose colline, queste a settentrione sono di terreno sassoso o sabbioso contenendo boschi cedui d’inferior qualità e terreni coltivati di tenuissimo prodotto ove le viti allignano ed in pochi anni s’invecchiano. Al levante e ponente di terreno misto e più fertile, le collinette che poi esistono nel concentrico sono di terreno cretaceo e fertile segnatamente per le viti e tutte non soggette ad avvallamenti e terremoti, né irrigate”. Le risorse agricole sembrano dunque basarsi sulla coltivazione della vite, e sulla copertura boschiva del territorio e, come viene segnalato ancora dalla stessa relazione, sulla coltivazione della meliga e del grano [AC Alfiano Natta,Carta nella quale si descrive il territorio di Alfiano, le sue colture e il suo commercio, 1823]. La presenza di territorio boschivo è documentata, all’inizio del XVIII secolo, dalle proprietà della comunità. La comunità di Alfiano Natta possiede,  oltre un campo e alcuni terreni gerbidi di terreno sassoso e con vegetazione non sufficiente per il pascolo del bestiame, moggia 120 di boschi cedui nelle regioni della Rolassa Montebaldo, Veleggia, Fontana Fredda e Sotto Castello. Un terzo di detti boschi è “infruttifero e sterile” e gli altri due terzi sono “fruttiferi e d’annuo reddito di lire 200 circa” [AST, Ricavo de’ redditizi quelle comunità, misura de’ territori e de’ beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769]. La quantità di boschi esistente nel territorio non è, tuttavia, sufficiente a supplire i bisogni della popolazione e il quantitativo mancante si rimedia affittando boschi nei vicini territori di Villadeati e di Odalengo Piccolo. I particolari di Alfiano vendono bastoni di rovere, ricavati dal legname dei boschi del proprio territorio oppure di quelli delle comunità limitrofe, nelle “filature” della città di Moncalvo. I boschi subiscono molti danneggiamenti, per il pascolo delle pecore e a causa degli stessi particolari del luogo [AC Alfiano Natta, Sentenza del Senato del Ducato del Monferrato riguardante il possesso di pecore nelle comunità di Tonco e Alfiano, 1722]. La maggior parte dei boschi era, in passato, illegalmente posseduta dai particolari, quando la comunità se ne riappropriò,  i particolari vantando “un’antica padronanza si fanno lecito senza verun scrupolo di devastarne ed appropriarsi di notte tempo la legna specialmente nell’inverno con grave pregiudizio del pubblico”. Il serviente della comunità che dovrebbe vigilare riesce solo a sorprendere alcuni “miserabili” in cerca di legna secca e spine [AST, Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale, 1771].
La comunità di Alfiano Natta, a metà Settecento, possiede, oltre ai suddetti terreni, una casa nella contrada detta di Sant’Albano composta di due camere e una cantina utilizzate, una stanza per le riunioni del consiglio della comunità e l’altra stanza con la  cantina per l’abitazione del messo. Di proprietà della comunità sono anche tre forni situati, uno nel luogo di Alfiano, uno nel cantone di Casarello e l’altro nel cantone di Sanico. I tre forni vengono annualmente affittati dai particolari dei rispettivi cantoni. Coloro che utilizzano i forni versano come pagamento “due pani di libre una caduno ed una fogassa per ogni cotta oltre la legna  necessaria per la medesima cotta”. Il reddito dei forni viene ceduto dai particolari, nel capoluogo di Alfiano, al capellano come onorario per l’insegnamento nella scuola, nel cantone di Casarello, ai priori della chiesa di S. Rocco di detto cantone e, nel cantone di Sanico, a favore dei priori della compagnia del Santissimo Sacramento, eretta nella chiesa parrocchiale di detto cantone. Circa il possesso dei forni il marchese Pietro Antonio Natta rivendica lire 44 per diritti sui forni di detto luogo e dei suoi cantoni, per questa lite vi è una causa presso il Real Senato [AST, Ricavo de’ redditizi quelle comunità, misura de’ territori e de’ beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769].
I contrasti  con la famiglia Natta si presentano già nel secolo precedente. Nel 1663,  inizia una lunga lite, mossa dai marchesi Ettore e Giacomo Natta contro le comunità di Tonco e di Alfiano, che prosegue fino al 1683, quando Ferdinando Carlo Gonzaga, Duca di Mantova e del Monferrato, emana un decreto in merito a questa vertenza.
Una relazione redatta dall’ auditore Banzola, indirizzata al Duca di Mantova, datata 31 agosto 1664 e trascritta da Giovanni Giacomo Saletta ci informa riguardo agli oggetti della contesa. La comunità di Alfiano pretende di riunire “in ogni tempo e causa  o occasione” il consiglio nel luogo di Tonco, con o senza gli uomini  della comunità di Tonco, per deliberare;  inoltre, esige che il sindaco di Tonco debba dare il giuramento ogni anno  al console che viene eletto ad Alfiano; secondo la comunità di Alfiano il marchese di detto luogo non può nominare alcun tenente Podestà in sostituzione del Podestà, ma in assenza di questo  deve assolvere alla funzione di luogotenente il console stesso. Il marchese non può conseguire alcuna somma dalle multe dei bandi campestri, questo importo è  sempre stato riscosso e goduto dalla comunità. Gli uomini della comunità di Alfiano reclamano di poter andare liberamente a caccia e di poter tenere cani da caccia e si oppongono alla volontà del marchese di obbligare i cani non da caccia a “tenere un legno ò sia un battarello al collo” e alla sua proibizione di raccogliere tartufi nei terreni privati. La comunità a sostegno delle suddette pretese adduce una “immemorabile consuetudine” e allega attestazioni di vari testimoni, tra cui il sindaco e il consiglio di Tonco, statuti, privilegi concessi alla comunità, capitoli e buone usanze e  convocati.
Secondo il marchese, invece, i consigli di Alfiano e di Tonco devono essere separati, soprattutto per evitare dissensi tra le due comunità, l’unione è cagione di “risse et di discordie” . Il console di Alfiano quindi  deve essere eletto solo da Alfiano. Inoltre si oppone alle altre pretese in base ai diritti che derivano dall’investitura, datata 15 novembre 1530 [Saletta, Ducato del Monferrato, pp. 50r-62v]. Il Duca di Mantova, con decreto del 1683, dichiara” espressamente che alli huomini di Alfiano sia lecito in avvenire di unirsi con quelli di Tonco in Tonco, sempre et ogni volta che occorrerà, per ogni e qualunque interesse, ne possino mai essere impediti o dalli Marchesi, o Feudatarii” e giustifica la sua decisione in base al seguente documentazione: “transazione del 1473, la consuetudine antichissima di unirsi a Tonco, et li Statuti concernenti tale unione, come ancora tutte le altre lodevoli consuetudini, Statuti, Privilegi di essi huomini di Tonco et di Alfiano” [Decreto di Ferdinando Carlo Gonzaga, Duca di Mantova e di Monferrato, 1910, p. 450].
I rapporti tra la comunità di Alfiano e quelle delle due maggiori borgate, Casarello e Sanico, sono talvolta conflittuali. Nel 1778, si verifica una lite tra le comunità di Alfiano e di Casarello e quella di Sanico. L’oggetto del contendere è la costruzione di una nuova campana, più grande di quella precedente, per la chiesa parrocchiale di Alfiano, con una spesa divisa fra tutti gli abitanti del territorio di Alfiano. Il cantone di Sanico si oppone a questa imposta e propone che la campana sia più piccola, con minore spesa, che sia utilizzata solo per uso pubblico “per inseguire i malviventi, e per il segno di fuoco”  e, infine, che sia posta in un luogo diverso dal campanile della chiesa parrocchiale di Alfiano, perché in caso di pericoli notturni “non si potrebbe la medesima in tempo di notte sonare senza incomodo del parroco” e perdita di tempo nell’attraversare la casa del parroco per raggiungere il campanile [AC Alfiano Natta, Atti di lite della comunità di Alfiano e del cantone di Casarello contro il cantone di Sanico, 1778]. Nel 1798, invece, il cantone di Casarello pretende un registro delle imposte separato dal registro degli abitanti del capoluogo di Alfiano e di quello di Sanico e poiché non riesce ad ottenerlo, non essendo un territorio amministrativamente separato da quello di Alfiano, si oppone al pagamento del cappellano nonché maestro di scuola. Tra il cantone di Casarello  e il capoluogo, in particolare la cappella di San Defendente dove risiede il religioso e dove dovrebbero recarsi, per la scuola, i ragazzi di Casarello, vi è una “forte distanza” non minore di un “terzo di miglia” e “attese le cattive pessime strade e lunghe che debbono fare detti particolari di Casarello gravi sono gli incomodi che ne risentono sia per andare alla Santa Messa che per mandare detti loro figliuoli alle scuole, anzi quando capitano inverni abbondanti di neve o di ghiaccio più volte occorre a detti particolari di dover restare nel suo cantone senza potersi recare al capoluogo, ciò può occorrergli 10 in 12 volte in cadun inverno” [AC Alfiano Natta, Atti di lite tra la comunità di Alfiano e alcuni particolari di Casarello, 1794, 1798].
L’assetto territoriale complessivo di questa porzione di territorio gravita fortemente attorno ad un importante polo di attrazione per tutta l’area: Moncalvo [Vd. schede Odalengo Piccolo, Ponzano, Castelletto Merli]. La relazione sul territorio di Alfiano, sulle sue colture e sui suoi commerci, nel 1823, rilevava molte relazioni commerciali con Moncalvo. I luoghi di commercio per il bestiame erano Moncalvo, Asti e Cocconato; per  i bozzoli, il grano e la meliga erano Moncalvo e Asti;  per il vino erano Moncalvo, Vercelli, Asti e Torino e infine per i tartufi, il pollame , le uova e le canape era solo Moncalvo [AC Alfiano Natta, Carta nella quale si descrive il territorio di Alfiano, le sue colture e il suo commercio, 1823]. Verso la fine del secolo XIX, nel 1884, il Comune di Alfiano Natta, domanda al governo centrale di essere staccato dal mandamento di Tonco ed aggregato a quello di Moncalvo. Le motivazioni addotte dal consiglio comunale di Alfiano Natta (18 giugno 1884) per la richiesta di separazione da Tonco e unione a Moncalvo sono, in primo luogo, che il perimetro del territorio di Alfiano confina per un notevole tratto con il territorio Moncalvo e l’abitato di Moncalvo è molto vicino a quello di Alfiano “per mezzo della popolosa borgata di Sanico”; in secondo luogo, tra il comune Alfiano Natta e la città di Moncalvo “per la forza delle case e per le relazioni utili e costanti”, è stata costruita, diversi anni or sono,  una regolare strada consortile, che ultimamente è stata ancora ampliata con una diramazione ai piedi della collina, questa strada porta direttamente attraverso la valle alla stazione ferroviaria della città di Moncalvo; in terzo luogo, tra il Comune di Alfiano e la città di Moncalvo “esistono le maggiori relazioni possibili , sia pei vari rami di servizio pubblico, come di registro, di posta e generi di privativa, e sia per le molteplici relazioni commerciali, ed in specie pel grandioso mercato che tiensi in detta città limitrofa nel giorno di giovedì d’ogni settimana”, oltre al mercato settimanale, molti abitanti di Alfiano si recano a Moncalvo le domeniche e i giorni festivi, essendovi, anche in quei giorni, un piccolo mercato. Il consiglio comunale  di Alfiano,  dunque, illustra  che per facilità di comunicazioni, e per relazioni di commercio, Moncalvo è il centro naturale di gravitazione della comunità. Come se non bastasse “riesce oltremodo tedioso e incomodo a questa popolazione il dover trasferirsi a Tonco” considerando che tra Alfiano e Tonco non esiste alcuna strada sistemata e per trasferirsi a Tonco occorre prima passare sul territorio di Villadeati appartenente al mandamento limitrofo omonimo. Nonostante il voto favorevole delle comunità di Moncalvo, Ponzano, Salabue, Calliano, Grazzano, Villa San Secondo, e quello contrario di Tonco e Penango, il consiglio provinciale di Alessandria, il 13 ottobre 1884, respinge la domanda. Secondo i consiglieri provinciali, Alfiano Natta è diviso da Moncalvo da maggiore distanza rispetto a quella che lo separa da Tonco e confina con il territorio di Tonco in diversi luoghi, a tal punto che il territorio di uno quasi si confonde con quello dell’altro, infine il comune di Alfiano appartiene per posizione topografica all’astigiano in cui fa parte Tonco e non al casalese del quale fa parte Moncalvo.Per quanto riguarda le relazioni commerciali del comune, si svolgono abitualmente ad Asti, e solo una volta la settimana a Moncalvo, in occasione del mercato. Il mandamento di Tonco sarebbe destinato a sparire se tutte le comunità si accorpassero ad altri mandamenti, soprattutto dopo il distacco di Penango e Villa S. Secondo. Una decisione a favore del comune di Alfiano non sarebbe giusta nei confronti di quello di Tonco che  per “rendere facili e comode le comunicazioni e provvedere ai locali della pretura si è sobbarcato con grave sacrificio di enormi spese” [AC, Alfiano Natta, Domanda del Comune di  Alfiano di essere distaccata dal mandamento di Tonco per essere aggregato a quello di Moncalvo, 1884-1885].
 A un secolo circa di distanza Moncalvo esercita, ancora, una forte attrazione per i paesi confinanti. Le popolazioni di Odalengo Piccolo, Villadeati, Alfiano Natta, Castelletto Merli e Ponzano, nel  1956, chiedono di essere scorporate dalla provincia di Alessandria ed incorporate in quella di Asti. Ferdinando Clerici, portavoce di tali esigenze, in una lettera ai consiglieri della provincia di Alessandria espone le motivazioni di tale richiesta. In primo luogo la cittadina di Moncalvo, in provincia di Asti, rappresenta per questi paesi il  centro di attrazione. Infatti, i paesi di Odalengo Piccolo, Castelletto Merli e Ponzano dipendono dalla stazione ferroviaria di Moncalvo, inoltre “da tempo immemore , forse da sempre”, i detti comuni dipendono dalla Pretura, dall’ufficio del registro, dall’ufficio delle imposte, dalla direzione didattica di Moncalvo. Gran parte dei prodotti agricoli  e del bestiame di detti comuni viene contrattato e venduto sul mercato di Moncalvo, sempre a Moncalvo le popolazioni citate si riforniscono “del necessario”  dagli attrezzi agricoli,  ai vestiti. Naturalmente se conviene ai detti comuni di essere uniti a Moncalvo conviene altresì a Moncalvo per ragioni commerciali ed economiche. In secondo luogo, mentre Asti si può raggiungere in breve tempo con mezzi diversi , non essendoci in media più di 25 chilometri , per recarsi nel capoluogo di  Alessandria, con il treno, bisogna passare  per Asti o per Casale. La via di transito casalese, essendo servita da minor numero di treni con minori coincidenze, crea maggiori disagi. Infine “se si trova giusto che la città di Asti sia capoluogo di provincia, perché non dare ad essa un numero  meno sproporzionato di comuni (Asti 120, Alessandria 187, Cuneo 249) da amministrare [AC, Odalengo Piccolo, Corrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti, 1959]. Sono dunque le popolazioni di questi comuni che attraverso un processo corale che si sviluppa da tempo immemore costruiscono i territori della loro azione che raramente coincidono con le strutture amministrative e politiche calate dall’alto.