Boves

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1998
Provincia
Cuneo.
Area storica
Cuneese. Vedi mappa 1.
Abitanti
8830 (ISTAT 1991).
Estensione
5150 ha (ISTAT 1991).
Confini
A nord Cuneo, a est Peveragno, a sud Limone Piemonte e Vernante, a ovest Robilante, Roccavione e Borgo San Dalmazzo.
Frazioni
Il territorio comunale comprende dieci frazioni: Castellar, Cerati, Fontanelle, Madonna dei Boschi, Mellana, Rivoira, Roncaia, S. Anna, S. Giacomo, S. Mauro, oltre a numerosi «tetti». Vedi mappa.
Toponimo storico
Bovisium nelle fonti duecentesche, Boves nella prima attestazione, controversa, del 22 ottobre 1095: il documento è noto solo per le inaffidabili edizioni di Durandi e di Nallino, con datazione al 1090 (Durandi 1774, pp. 164 sgg.). L’etimologia popolare ricollega il nome al paio di buoi (Mottini 1894, p. 132).
Diocesi
Boves fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando rientra nel territorio assegnato alla nuova diocesi di Mondovì. In seguito alla riorganizzazione post napoleonica (1817), passa alla neonata diocesi di Cuneo (Berra 1955, p. 51).
Pieve
Le chiese di S. Bartolomeo di Boves e di S. Maria di Brusaporcello rientrano nell’ambito della pieve di Cuneo sulla base del Registrum ecclesiarum dioecesis Astensis del 1345 (Giacchi 1976, pp. 423-424; 429-430). Non sono note attestazioni precedenti.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia di S. Bartolomeo, dal 1675, quando sostituisce quella della SS. Trinità. Sono inoltre presenti nel territorio di Boves: l’oratorio della confraternita di S. Croce; le cappelle di S. Rocco, S. Gregorio Magno, S. Carlo, S. Sebastiano, S. Francesco; la parrocchia di S. Giacomo, succursale di S. Bartolomeo dal 1853; la chiesa di S. Maria Maddalena, nella frazione Fontanelle, eretta in parrocchia nel 1913 sotto il titolo di S. Lorenzo; il santuario di S. Antonio da Padova; le cappelle di S. Grato e S. Antonio abate, S. Mauro, S. Anna, della Madonna della Concezione nelle frazioni; il santuario della Madonna dei Boschi nella regione Roncaia (Mottini 1894, pp. 223-227); il priorato benedettino di S. Stefano (Gazzola 1987, pp. 186-191).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Brusaporcello: sorgeva probabilmente presso l’attuale frazione di Fontanelle, ed è ampiamente citato nel corso del Duecento insieme alle sue chiese: S. Maria, S. Pietro, S. Margherita. Sicuramente controllato dai signori di Morozzo nella seconda metà del XII secolo, da Brusaporcello si denomina, almeno fino al 1203, un loro ramo, che nel 1201 cede metà della «villa» e del castello a Manfredo di Saluzzo. Esso costituisce l’avamposto della famiglia in direzione delle valli Vermenagna, Gesso e Stura, sul quale possono vantare diritti superiori i marchesi di Monferrato e di Saluzzo. Il declino dell’insediamento è strettamente connesso all’affermarsi del comune di Cuneo, che Brusaporcello contribuisce a popolare, subendo perciò una consistente emorragia di abitanti (Guglielmotti 1990, passim). Il villaggio è distrutto nei primi anni del Quattrocento (Comba 1972, pp. 32-33).
Comunità, origine, funzionamento
Gli uomini di Boves che il 23 ottobre 1212 giurano fedeltà al vescovo di Asti non sono ancora organizzati a livello politico: essi formano il «populus» che agisce nella sua interezza (Il Libro Verde della Chiesa di Asti, II, doc. 232, pp. 103-104). La comunità appare però ben organizzata al momento della dedizione al principe d’Acaia nel 1396: Bertino Cerra e Giovanni Portonerio ne sono i sindaci (Mottini 1894, p. 38).
Statuti
Statuta Communitatis Bovisii concessi e approvati dal duca di Savoia nel 1430, stampati a Torino nel 1573 e ripubblicati nel 1703 con l’aggiunta dei privilegi concessi nel 1396 e le riforme del 1576 (Mottini 1894, pp. 55-62). Lo stesso segnala anche una lite col marchese Grimaldi di Boglio per la formazione dei bandi campestri (Mottini 1894, pp. 114-115).
Catasti
La documentazione più antica, di epoca francese, è reperibile presso l’Archivio di Stato di Torino (AST, Camera dei Conti, carte topografiche, all. A, pf. 63), e presso l’Archivio di Stato di Cuneo (ASCn, Miscellanea di documenti economici demaniali cuneesi, b. 6, fasc. 69). Nella sezione di Corte, carte per A e B, vi è una planimetria che illustra il trinceramento delle truppe franco-spagnole presso Boves al tempo dell’assedio di Cuneo (1744). Il catasto di questo secolo è nell’archivio comunale di Boves presso l’Ufficio tecnico.
Ordinati
L’incendio del paese ad opera dei Tedeschi ha comportato la perdita degli ordinati più antichi, citati da Mottini; la serie inizia col 1946.
Dipendenze nel Medioevo
La presenza aleramica per il secolo XI è piuttosto controversa e si basa unicamente sul documento del 1095 (Provero 1992, pp. 42; 223). Da Brusaporcello, scomparsa in età tardo-medievale, si denomina un ramo del consortile dei signori di Morozzo, presto sconfitto dall’emergere del comune di Cuneo (Guglielmotti 1990). Nel 1212 il marchese Manfredo di Busca dona il castello, la villa e il territorio di Boves alla Chiesa di Asti, venendone reinvestito; di appena due giorni dopo è il giuramento di fedeltà già ricordato. Nel 1214, col consenso dell’episcopato astigiano, lo stesso marchese cede Boves in feudo a Guglielmo di Ceva; nel 1222 il castello di Mombasiglio viene ceduto al vescovo in cambio della piena disponibilità della «villa» di Boves (Il Libro Verde della Chiesa di Asti, II, docc. 231-234, 237, pp. 101-110).
Feudo
Le vicende di Boves nel corso del XIV secolo sono piuttosto confuse: passa ai marchesi di Saluzzo, agli Acaia nel 1346, ai Monferrato nel 1382, poi di nuovo agli Acaia (1396), seguendo le sorti di Cuneo, nel cui distretto rientra (Mottini 1894, pp. 24-40). Con Peveragno viene infeudato ai fratelli Cesare e Francesco Grimaldi di Boglio con titolo comitale il 4 marzo 1621, e a questa famiglia rimane fino all’invasione francese del 1796 (Mottini 1894, pp. 107-111).
Mutamenti di distrettuazione
Come Peveragno, anche Boves viene attratta, forse già a fine Duecento, nell’orbita del Comune di Cuneo, teso a rinsaldare la sua presenza lungo i percorsi verso i valichi alpini; nel 1306, al momento della definizione dei diritti di pedaggio pretesi da quest’ultima contro Mondovì, è presente un Oberto Ghinamo di Boves che potrebbe essere il rappresentante della comunità (Il “Liber Instrumentorum” del Comune di Mondovì, a cura di G. BARELLI, Pinerolo 1904 B.S.S.S., 24, doc. 88, pp. 211-212).
Mutamenti Territoriali
Il territorio della comunità viene definito nel 1460 in contraddittorio con Cuneo: oggetto della contesa sono i confini del villaggio abbandonato di Brusaporcello, che, assegnati a Boves dal “Consilium cum Domino residens”, erano poi stati attribuiti a Cuneo dal duca di Savoia.  Con l’accordo raggiunto, vengono confermati alla comunità in cambio della cessione della gabella sulle merci (l’atto è inserito nel volume degli Statuta Communitatis Bovisii, Taurini 1703, pp. 175-184).  In seguito non avvengono mutamenti.
Comunanze
L’archivio comunale è stato quasi completamente distrutto dall’incendio appiccato per rappresaglia al paese dai Tedeschi nel 1944. Sulla base della documentazione conservata a Peveragno e nelle fonti a stampa si segnalano le «alpi» verso i confini con Vernante e Limone, in particolare la valle di Sambuco con il bosco delle Miraglie e il bosco della Levanca. La comunità di Vernante vanta diritti su boschi compresi nel territorio di Boves, mentre quest’ultima ha diritti di pascolo nei fini di Vernante (Statuta Communitatis Bovisii 1703, pp. 201-207, transazione del 12 dicembre 1469). Da una relazione del perito civico (6 marzo 1926), emerge che due appezzamenti di pascolo (50 ha) in regione Roccarina (frazione S. Giacomo), indicati a catasto come di pertinenza del comune di Boves, sono contestati da un gruppo di «particolari» che vi esercitano il diritto di pascolo e pagano le relative imposte. Dal rapporto al Ministero si evince l’uso «ab immemorabili» da parte della popolazione, ma la questione non è stata ancora definita (CLUC, Provincia di Cuneo, Boves, cart. 28).
Liti Territoriali
Con Cuneo per Brusaporcello (1460) e con Vernante (1469),  con transazione finale a stampa in Statuta Communitatis Bovisii, Taurini 1703 [Vd. anche schede Cuneo, Limone Piemonte  e Vernante.
     Nel corso del secolo XVII si formalizza il dissenso tra Boves e Limone in merito ad alcuni castagneti che gli abitanti di Limone posseggono sul territorio di Boves  da secolol XV : possessi che si trovano invischiati in contratti di censo che il comune di Boves istituisce aveva istituito con alcuni maggiorenti di Breil e Briga [A.C.L., Cause e liti, fald. 156: Transazione tra la Comunità di Limone e quella di Boves con la quale si stabilisce che la Comunità di Limone dovesse pagare annualmente alla Comunità di Boves £. 20 astensi per i fodri dei boschi posseduti su quel territorio (8 novembre 1472); faldd. 136-150: Atti civili della Comunità di Limone per diversi particolari e fittavoli delle alpi e montagne ingiunti al pagamento dei fitti (1666); Registro relativo ai boschi di castagne posseduti da Limone sopra il finaggio di Boves, soggetti al pagamento dei fodri dal 1614 al 1633; Obbligo a concorrere ai carichi con Boves (1652); Libro di deliberazioni consulari di vendite fatte dalla Comunità di boschi di faggio e piccoli pezzi di terreno per pagare debiti comunitativi (1603-1619); Vendita fatta dalla Comunità di Boves al Capitano Rostagno di Breglio per annuo censo di 56 ducatoni sopra le acque della Colla e sopra tutti gli erbaggi e alpi di detta Comunità (1614); Rattificanza della Comunità di Boves dell’instrumento censo venduto a Guglielmo Alberto di Briga (1618); Liquidazione del debito di Limone verso Boves per aumento monetale sui fiorini 17.700 dovuti dalla Comunità di Limone in vigor di transazione 1631 (obbligo al pagamento del registro per accatastamento dei castagneti) (1632-1653); Quinternetto dei fodri dei boschi di castagna posseduti da particolari di Limone sopra il territorio di Boves (1797); vd. anche schede Briga Alta e Limone Piemonte].
Fonti
A.C.B. (Archivio Storico del comune di Boves).
 
A.C.L. (Archivio Storico del Comune di Limone Piemonte).
A.C.L., Cause e liti, fald. 156: Transazione tra la Comunità di Limone e quella di Boves con la quale si stabilisce che la Comunità di Limone dovesse pagare annualmente alla Comunità di Boves £. 20 astensi per i fodri dei boschi posseduti su quel territorio (8 novembre 1472).
A.C.L., faldd. 136-150: Atti civili della Comunità di Limone per diversi particolari e fittavoli delle alpi e montagne ingiunti al pagamento dei fitti (1666); Registro relativo ai boschi di castagne posseduti da Limone sopra il finaggio di Boves, soggetti al pagamento dei fodri dal 1614 al 1633; Obbligo a concorrere ai carichi con Boves (1652); Libro di deliberazioni consulari di vendite fatte dalla Comunità di boschi di faggio e piccoli pezzi di terreno per pagare debiti comunitativi (1603-1619); Vendita fatta dalla Comunità di Boves al Capitano Rostagno di Breglio per annuo censo di 56 ducatoni sopra le acque della Colla e sopra tutti gli erbaggi e alpi di detta Comunità (1614); Rattificanza della Comunità di Boves dell’instrumento censo venduto a Guglielmo Alberto di Briga (1618); Liquidazione del debito di Limone verso Boves per aumento monetale sui fiorini 17.700 dovuti dalla Comunità di Limone in vigor di transazione 1631 (obbligo al pagamento del registro per accatastamento dei castagneti) (1632-1653); Quinternetto dei fodri dei boschi di castagna posseduti da particolari di Limone sopra il territorio di Boves (1797).
 
A.C.P. (Archivio Storico del Comune di Peveragno)-
A.C.P., cart. 2, Privilegi e concessioni, n. 12.
A.C.P., cat. II, cl. 9, Liti, nn. 133-134.
 
A.S.C. (Archivio di Stato di Cuneo).
A.S.C., Miscellanea di documenti economici demaniali cuneesi,
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 5 Nero, Mazzo 1, v. immagine 2 ("CARTA / DEL / BURGOGNO"). Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). Sul verso: "Piemonte". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 1 nero. (Data: [1772]) [Autore incisioni:(Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Mondovì , Mazzo 6, Mondovì. Carta della diocesi, s.d.   Vedi mappa.
A.S.T,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Mazzo 1, Boves,  PIANO / Dimostrativo del Villaggio di Boves nella Provincia di CUNEO, ove si / dimostra il Trincieramento de Gallispani stati battuti dal Battaglione del Mondovì / e da altre Truppe Leggere, e presi prigionieri nel tempo dell'Assedio di Cuneo dell' / Anno 1744. in Ottobre. Piano dimostrativo del Villaggio di Boves nella provincia di Cuneo ove si dimostra il Trinceramento de' Gallispani stati battuti dal Battaglione del Mondovì e da altre Truppe Leggere e presi prigionieri nel tempo dell'assedio di Cuneo dell'Anno 1744 in ottobre. Dedicato a S.M. il Re Vittorio Amedeo da Domenico Beraudo, con Indice [Autore disegno originale: Domenico Beraudo].
A.S.T,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Mazzo 1, Cuneo 8 A II Rosso,  Carta Topografica / Dei Monti superiori ai Comuni di / Boves, Roccavione Robilante e Vernante / e della Valle di Vermenagna / In continuazione della Carta del Monte Serrato sopra / Borgo S Dalmazzo.  Carta Topografica / Dei Monti superiori ai Comuni di / Boves, Roccavione Robilante e Vernante / e della Valle di Vermenagna / In continuazione della Carta del Monte Serrato sopra / Borgo S Dalmazzo. Carta topografica di parte della Provincia di Cuneo contenente i luoghi di Boves, Robilante e Vernante ed i monti superiori alla Valle di Vermenagna, in continuazione della Carta di Monserrato sopra Borgo S. Dalmazzo, fol. 1 Mss. Sottoscritto Muttoni e Gaetano Distefanis a Cuneo li 16 dicembre 1817. [Autore disegno originale: Muttoni, Gaetano Destefanis].
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Controllo Generale di Finanze, Tipi annessi alle patenti secolo XIX, Mazzo 135, Cola, torrente,  Planimetria di un tronco del torrente Cola e presa d'un canale con pianta da edifizio in Boves... (Data: 1845-1846) [Autore copie: Alessandro Demichelis].
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 663, Mazzo 259,  Cola, torrente,  Planimetria di un tronco del torrente Cola...in Boves... (Data: 20/04/1846) [Autore copie Demichelis].
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi per A e B, Mazzo 43, fasc. 3.
A.S.T., Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Carte topografiche, Allegato A, pf. 63;
 
C.U.C. (Commissariato per la liquidazione degli usi civici)
C.U.C.,  Provincia di Cuneo, Boves, cart. 28. b. 6, fasc. 69.
Bibliografia
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G. CASALIS, Dizionario geografico storico-statistico commerciale degli Stati di S.M il Re di Sardegna, II, Torino 1834, pp. 581-584
 
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J. DURANDI, Il Piemonte cispadano antico, Torino 1774
 
G.M. GAZZOLA, Testimonianze di edifici religiosi bovesani, in Boves. Voci e immagini di una Comunità, Boves 1987, pp. 185-208
 
I.   GIACCHI, Le antiche pievi dell’attuale diocesi di Cuneo, in “B.S.B.S.”, LXXIV (1976), pp. 399-456
 
P. GUGLIELMOTTI, I signori di Morozzo nei secoli X – XIV: un percorso politico del Piemonte meridionale, Torino 1990 (B.S.S., 206)
 
G. MARCHISIO, L’Architettura rurale, in Boves. Voci e immagini di una Comunità, Boves 1987, pp. 252-263
 
A.    MOTTINI, Boves. Memorie storiche, Torino 1894
 
L. PROVERO, Dai marchesi del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo. Sviluppi signorili entro quadri pubblici (secoli XI – XII), Torino 1992 (B.S.S., 209)
 
A.M. RIBERI, La villa e le chiese di Brusaporcello, in “Il Dovere”, XII, n. 50, 1933
Descrizione Comune
Boves
   Il territorio del comune di Boves presenta la caratteristica di essere disteso dalle falde della Bisalta alle prime propaggini della pianura cuneese con una unica vallata formata dal torrente Colla, il quale lo divide in due grandi zone, pressoché uguali, e dai suoi rivi ed affluenti, che discendono dalla Bisalta e lo circondano da tre lati, dividendolo dai comuni limitrofi di Peveragno, Limone, Vernante, Robilante e Roccavione.I confini con i comuni di Cuneo e di Borgo San Dalmazzo sono segnati invece dall’alveo del torrente Gesso. 
     Attorno all’insediamento principale, di struttura piuttosto regolare, si sono sviluppate nel corso dei secoli, quasi a raggera, due diverse tipologie abitative, le frazioni e i tetti, aziende agricole che raggruppano più famiglie che utilizzano servizi comuni, come il forno, la fontana o il pozzo.  I tetti sorgono su terrazzi e ripiani naturali della valle e dei valloni laterali, e non superano i 1000 m. di quota: in genere sfruttano le potenzialità produttive della zona a bosco, talvolta fino ai limiti di quella a prato – pascolo; i fondi si trovano lungo un corso d’acqua o sono ricavati dal pendio con lavori di terrazzamento.
   Le frazioni, dotate di cappella che con la crescita demografica dell’insediamento diventano prima succursali, poi parrocchie autonome, costituiscono la necessaria mediazione tra i tetti e il centro, mentre Boves collega la frazioni con la pianura (MARCHISIO 1987, 256-257). 
     La documentazione evidenzia con particolare continuità la funzione di cerniera nei collegamenti tra la pianura e i passi alpini svolta prima dal territorio di Brusaporcello, poi da quello di Boves, quando questo riesce ad assicurarsene il possesso pressoché incontrastato.  Il controllo sulle merci di passaggio attira prima una parte importante del consortile dei signori di Morozzo, poi i marchesi di Saluzzo, di Monferrato, il vescovo e il comune di Asti, il marchese di Ceva in competizione tradi loro e con la villanova di Cuneo.  Quest’ultima riesce ad inglobarlo nel suo distretto allo stesso modo di Peveragno, con una rassicurante stabilità, che è garantita dai patti stretti al momento della sottomissione al principe d’Acaja (1396).
       Favorirne la formazione e controllare un territorio che, come quello di Boves, si protendeva verso Limone, significava avere una posizione di privilegio nei confronti della contea di Tenda, che si frapponeva tra il territorio della pianura piemontese e la contea di Nizza, acquisita dal conte Rosso nel 1388.  Nella seconda metà del Duecento, infatti, Pietro Balbo, conte di Tenda, si era impadronito di Limone, Vernante e di tutta l’alta valle Vermenagna, e interferiva non poco nelle comunicazioni tra i possessi dei Savoia situati al di qua e al di là delle Alpi.  In questa ottica dobbiamo vedere lemosse della comunità di Boves, che, dopo essersi garantita importanti privilegi di natura fiscale (come il possesso a pieno titolo dei forni, dei mulini, delle acque, delle gabelle…) riesce a ottenere i “fini” di Brusaporcello, dando omogeneità e continuità al proprio territorio.  Nel 1469 a Vernante, nel palazzo del conte Onorato Lascaris  di Ventimiglia, viene definito un importante accordo tra le due comunità per la gabella sull’estrazione dei frutti e per i boschi goduti da quelli di Vernante ma situati nel territorio di Boves, e sui diritti di pascolo di questi ultimi in quello di Vernante.
      Il documento accenna ad alcuni mutamenti che sono avvenuti, senza peraltro farvi esplicito riferimento; dopo le reciproche esenzioni, vengono delimitati i pascoli del “capreratum” della comunità di Vernante, che non può spingersi oltre i boschi situati “ad Impiavallum” e fino al torrente Colla, mentre Boves ha facoltà di condurre le sue bestie fino ai confini di Limone dal mese di marzo a S. Michele, con esclusione del pascolo delle ghiande nel periodo in cui queste sono bandite.  Viceversa, agli abitantidi Vernante è consentito il pascolo nelle “alpi” di Boves da S. Michele a tutto marzo, quest’ultima, inoltre, può condurre dove vuole l’acqua di tutte le sorgenti, senza peròvenderla (Statuta Communitatis Bovisii …, cit., pp. 201-207).
   Una serie di accordi, a partire dal 1472 e per tutto il Cinquecento, definiscono i carichi impositivi a cui sono soggetti i “particolari” di Limone che posseggono boschi nel territorio di Boves: dopo il passaggio della contea di Tenda ai Savoia, prima attraverso un ramo della famiglia, poi direttamente con Emanuele Filiberto, è interesse di tutti diminuire la conflittualità; le quasi 1300 giornate di boschi rendono ora alla comunità due fiorini a giornata, oltre alla somma “una tantum” di 350 ducatoni (Statuta …, cit., pp. 207-226).  La forza di Boves ha modo di misurarsi in due vertenze particolariche inducono ad una rivisitazione dei suoi privilegi: la questione delle acque e quella del diritto di caccia e pesca e di nomina del giudice.
   Nel 1474 la comunità si associa con la famiglia Lovera di Cuneo per la costruzione di una bealera (detta poi del Naviglio), che alimenti i suoi mulini.  L’acqua viene derivata dal Gesso e da alcuni scolaticci previo accordo ( 1466 ) con Roccavione, dal cui territorio deriva in buona parte (Statuta …, cit., pp. 227-234). Nel 1584 riesce ad opporsi con successo, sostenuta da Cuneo, al progetto di Peveragno di derivare acqua dal finaggio di Roaschia (A.C. Peveragno, cart. 2, Privilegi e concessioni, n. 12).
   Dopo l’infeudazione ai Grimaldi di Boglio, questi intendono contestare alla comunità il privilegio della formazione della rosa entro la quale viene scelto il giudice (che deve essere della città di Cuneo), il diritto di caccia e pesca, nonché i beni sottoposti “al castello di Brusaporcello e di Mirabello, gli orti fatti nei fossi e nel barbacane” (A.S.T., Corte, Paesi per A e B, m. 43, n. 3).  Gli uomini di Boves riescono a spuntarla pagando 100 lire d’argento, invece dei 21 scudi pretesi dai Grimaldi secondo il valore corrente nel 1643; anche la sentenza del Senato del 1661 in merito alla formazione dei bandi campestri attribuisce questa prerogativa alla comunità, potendo essa imporre pene pecuniarie fino ad uno scudo d’oro d’Italia (MOTTINI 1894, 111-115).
   La conflittualità endemica con la vicina Peveragno è fatta di piccoli sconfinamenti: nel 1673 la parte di territorio che dal piano sale alle montagne “dette dal popolo Colletti”, attribuita a quest’ultima, è stata occupata da alcuni Bovesani che vi hanno impiantato delle vigne, subendovi perciò molestie; Boves sostiene altresì di avere diritto di pascolo e di poter far legna “da tempo immemorabile” sopra la montagna detta “di Pesimaldo”, ma nel giugno del 1754 quelli di Peveragno si sono portati lì con un ragguardevole distaccamento di soldati e hanno appiccato il fuoco a tre grandi mucchi di fascine di alcuni di Boves (A.C. Peveragno, cat. II, cl. 9, Liti, nn. 133-134).  Si tratta,in sostanza, di confermare quanto è già stato attribuito alle due comunità “ab antiquo”o, come nel caso che vede coinvolta anche Cuneo (1763), di un riaggiustamento che interessa poco più di 11 giornate: elementi diversi ma concomitanti, naturali, commerciali, politici hanno dunque via via plasmato il territorio di Boves dandogli una propria fisionomia e identità.