Ricaldone

AutoriGuglielmotti, Paola
Anno Compilazione1998
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Alessandria.
Area storica
Monferrato.
Abitanti
677 al censimento del 1991.
Estensione
1061 ettari (ISTAT), 1121 ettari (SITA).
Confini
Il territorio di Ricaldone, compreso tra un'altezza di 134 e 360 metri, confina, procedendo in senso orario a partire da nord, con quelli di Maranzana, Cassine, Strevi, Acqui Terme, Alice Bel Colle, Quaranti e Mombaruzzo. L'isola amministrativa è inclusa per buona parte nel territorio di Maranzana, confinando poi con i territori di Mombaruzzo e Cassine.
Frazioni
Oltre al nucleo centrale sono segnalate case sparse.
Toponimo storico
La prima citazione nelle fonti risale, salvo errore, al 1137, nella grafia «Runcaldono», che suggerirebbe una messa a coltura di terre che non siamo in grado di datare (Le carte del monastero di San Siro di Genova (952-1224), I, a cura di M. CALLERI, Società Ligure di Storia Patria, Genova 1997, Fonti per la storia della Liguria, V, n. 97, p. 152). Anche la forma «Runcum Aldonis» nella seconda citazione del villaggio nel 1178, tende a confermare questa ipotesi Monumenta Aquensia, a cura di G. B. MORIONDO, Torino1789-1790, 3 voll., I, n. 59, col. 75).
Diocesi
Acqui Terme.
Pieve
La presenza di beni fondiari in Ricaldone da parte della pieve di S. Maria in Foro (citata in Monumenta Aquensia cit., I, n. 77), non è prova né a favore né a sfavore dell'inclusione del villaggio nel territorio plebano di questa, località - l'antica Forum Fulvii - che si trova poco a sud ovet di Alessandria.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Gli Statuti del villaggio (la cui parte più antica risale ai secoli XIII-XIV) citano la chiesa di San Simone e Giuda e in maniera poco chiara un'altra chiesa (Gli Statuti di Ricaldone, a cura di G. PISTARINO, Istituto internazionale di studi liguri, Bordighera 1968, Collana storica dell'oltregiogo ligure 1, cap. 11, p. 39). La visita pastorale del vescovo di Bergamo G. Pegazzoni, del 1577, menziona la parrocchiale, di cui è citata la dedicazione al solo san Simone, l'oratorio dei disciplinati e due chiese murate semplici, l'una detta degli Angeli, l'altra dedicata a un santo di cui risulta poco comprensibile la grafia (Donato, Trovato, Thomato?) (Archivio Vescovile di Acqui, Visite pastorali, Fasc. I-B/C, Visita Pegazzoni del 1577, ff. 124-125). Ai primi dell'Ottocento figura anche, fuori dal concentrico comunale, una chiesa di S. Sebastiano (alla sez. 773 del foglio 9 del catasto francese in A. S. T., Camerale, Catasti, in Alleg. A, portaf. 104; Alleg. G, fasc. 102).
Assetto Insediativo

                   

Luoghi Scomparsi
Non è stata reperita documentazione pertinente.
Comunità, origine, funzionamento
Nel 1247 anche il sindaco del comune di Ricaldone, con i rappresentanti di comuni vicini, è coinvolto nella gestione di un esteso bosco comune, senza richiamo ad altri poteri operanti in questo territorio (A. S. T, Corte, Paesi Monferrato Confini, vol. B, n. 9). Nel 1554 la comunità di Ricaldone si fa confermare i propri precedenti privilegi dai duchi di Mantova e del Monferrato (A. S. T., Corte, Inventario de' registri, Patenti, decreti e concessioni de' duchi di Mantova e Monferrato, inv. n. 36, registro I, n. 82).
Statuti
Sono riformati una prima volta nel 1308 e poi nel 1394, 1493, 1575 e 1734; ci è pervenuta la redazione dei più antichi - la cui genesi risale ai secoli XIII-XIV - con le riforme che arrivano fino al 1493 (PISTARINO 1963, pp. 11 sgg.). Nonostante ciò, ASTORI 1938, p. 8, li dà per non rinvenuti.
Catasti
Nel 1675 è ricordato un «libro antichissimo del Catastro o sia registro del presente luogo» (A.S.A., Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 183) In A. S. T., Camerale, Catasti, Alleg. A, portaf. 104 e Alleg. G, fasc. 102, c'è materiale d'età napoleonica. L'isola amministrativa di Ricaldone - «la commune» - è rappresentata nel catasto napoleonico del comune di Alice (A. S. T., Camerale, catasti, Alleg. A, portaf. 104; Alleg. G, n. 100). Nell'Archivio Comunale è conservato un «Registro de' trasporti dei fondi venduti o trasmessi» tardo ottocentesco.
Ordinati
Nessuna notizia.
Dipendenze nel Medioevo
A fine secolo XII il villaggio appare incluso nella dominazione dei marchesi di Monferrato, dal momento che nel 1199 il marchese Bonifacio chiede alla Lega lombarda risarcimento dei danni che sono stati inferti anche «in poderio... Ricaldoni» (Benvenuto di San Giorgio, Historia Montisferrati, in Rerum Italicarum Scriptores, XXIII, Milano 1734, col. 334). La continuità del governo dei Monferrato su Ricaldone è attestata almeno fino al tardo Duecento (Gli Statuti di Ricaldone cit., n. 81, p. 67). Ricaldone figura nel 1305 tra i luoghi del marchesato monferrino che passano ai Paleologhi (ivi, cap. 57, pp. 56-57). E' difficile ipotizzare nel personaggio indicato come «Leoni de Richaudono» un detentore di poteri signorili, dal momento che questi, nell'acquistare nel 1314 dal monastero genovese di S. Tommaso numerose terre di S. Martino e di S. Egidio di Pecetto, chiese di sua pertinenza, è qualificato come cittadino genovese (Le carte medievali cit., n. 35, pp. 95-105). La presenza patrimoniale delle due chiese nella zona risale comunque quanto meno al 1230 (PISTARINO 1968, p. 10).
Feudo
Non è possibile ricostruire con andamento continuo la vicenda politica tardo medievale e d'età moderna di Ricaldone, che dovrebbe eessere continuativamente sotto il dominio dei marchesi di Monferrato. Nel 1518 alcuni conti di Cavaglià vendono ad Anna di Alençon, marchesa di Monferrato, il feudo di Ricaldone («feudum, castrum, castellaniam et iurisdicionem Ricaldoni cum mero et misto imperio») per 570 scudi (A. S. T., Monferrato feudi, m. 59, n. 1). Resta oscura una successiva fase cinquecentesca: sono infatti del 1540 (con conferma del 1554) le patenti di Margherita duchessa di Mantova e Monferrato di concessione alla comunità di Ricaldone di non essere mai infeudata in relazione all'acquisto fatto da Leonora, figlia del fu Bernardino Becho, la quale possedeva il luogo (ivi, n. 2). Nel 1618 Ferdinando Gonzaga investe Ricaldone e il suo castello (con il titolo comitale) a Giovan Francesco «de Gandulphis» a nome dei suoi fratelli e lo autorizza a tenere mercato; l'infeudazione è più volte reiterata nel corso del secolo (A. S. Al., Senato del Monferrato, Atti di investitura, vol. XXIV).
Mutamenti di distrettuazione
Anche Ricaldone è acquisita dal governo sabaudo nel primo decennio del Settecento. In età napoleonica Ricaldone rientra prima nel Dipartimento del Tanaro e poi, dal 1808, in quello di Montenotte, Arrondissment di Acqui. In seguito rientra nella Provincia di Alessandria, Mandamento d'Acqui.
Mutamenti Territoriali
Il primo episodio di definizione confinaria di cui abbiamo notizia risale al 1411 quando, in seguito a un arbitrato, sono apposti 27 termini tra il territorio di Ricaldone e quello di Cassine, nella zona intorno alla via della Costa, che nelle mappe settecentesche di Cassine in realtà non attraversa territorio di questo paese (A. C. Cassine, cart. 129, n. 7; A. S. T., Corte, Monferrato Confini, R. 1, f. 20). La questione non è completamente risolta, anche se in seguito - come apprendiamo da episodi cinque e seicenteschi - non sono in discussione pertinenze territoriali quanto piuttosto la gestione della strada, su cui quelli di Cassine pretendono pedaggio, a detta degli uomini di Ricaldone ingiustamente: ciò innesca una frequente microconflittualità (A. S. T., Corte, Monferrato Feudi, m. 59; Monferrato Confini, R. 1 passim; M 10, ff. 145-147; ARDITI-CUTTICA DI REVIGLIASCO 1986, p. 13). Risalgono al 1788 degli atti, ora perduti, nell'Archivio Comunale di Mombaruzzo (n. 2 in m. 1: Cat. I, Classe I, Confini) relativi alla liquidazione dei confini tra la comunità di Mombaruzzo e quelle di Ricaldone, Quaranti, Fontanile, Nizza, Incisa, Castelnuovo Belbo, Bruno, Carentino, Gamalero, Cassine e Maranzana. Compaiono 5 piccoli segmenti territoriali ceduti ad Alice, in uno dei fogli - recante la dicitura «variazioni confini» - del catasto napoleonico del 1807 (A. S. T., Camerale, Catasti, Ricaldone, Alleg. A, pf. 104; Alleg. G, fasc. 102).
Comunanze
Nel 1247 il sindaco del comune di Ricaldone figura tra i rappresentanti di quei comuni (Cassine, Mombaruzzo, Maranzana, Alice e Bruno) che si accordano per la gestione comune e indivisa di un bosco estesissimo - «ultra Cervinum» - che ha confini negli «homines» di Gamalero, Bruno, Carentino, Mombaruzzo, Maranzana e Cassine: e dunque non in quelli di Ricaldone. In questa occasione si precisa anche che, insieme ad Alice, Ricaldone fa parte «de quarterio Maranzane» (A. S. T, Corte, Paesi Monferrato Confini, vol. B, n. 9). L'attuale isola amministrativa di Ricaldone, inclusa tra i territori di Maranzana, Mombaruzzo e Cassine, va infatti ricondotta proprio a una divisione di questo patrimonio comune iniziale, di cui non conosciamo le tappe: la documentazione relativa, abbondante ma discontinua, non lascia però dubbi a proposito. Dopo la menzione del bosco «ultra Cervinum» di metà Duecento abbiamo prova, nel 1456, del permanente coinvolgimento di Ricaldone nella sua gestione nel fatto che il suo territorio (e forse si tratta già dell'area non contigua al concentrico e corrispondente all'attuale isola amministrativa) è citato tra quelli su cui si estende la Comuna: in quell'anno la comunità di Cassine avrebbe donata l'estesa area boschiva al marchese Guglielmo di Monferrato (A. S. T., Corte, Monferrato Confini, M 10, f. 24). Che si tratti di beni di gran pregio e particolarmente tutelati lo ricordano gli Statuti locali. Nella redazione tardo quattrocentesca essi citano il «boscho Cervini» (Statuti di Ricaldone cit., cap. 116, p. 77) e parlano in più occasioni di camparii (o ferracerii) - che potevano scegliersi dei coadiutori - cui erano dati dal comune sia, in appalto, il servizio di custodia dei boschi, sia facoltà di riscuotere e trattenere parte delle multe (ivi, capp. 87-117). Una serie di contese relative alla Comuna della seconda metà del Cinquecento porta nel 1599 a un arbitrato, condotto dai rappresentanti dello Stato di Milano e del Senato di Monferrato che definisce cosa si deve intendere per Comuna e che organizza una tripartizione di quell'area: una parte è data a Cassine e le altre due a Mombaruzzo e alle altre comunità litiganti, che forse sono proprio quelle del «quarterio de Maranzana» (A. S. T., Corte, Monferrato Confini, M 10, ff. 203 sgg., in particolare 320 sgg.; Monferrato, m. 23, Cassine, n. 3). Merita tra l'altro osservare che, al pari del territorio che poi diventa l'isola amministrativa di Alice, quello che perviene a Ricaldone ha l'utile funzione di cuscinetto tra Mombaruzzo, la più intraprendente comunità del Monferrato coinvolta nella gestione della Comuna, e Cassine, comunità di simil se non di maggior peso, appartenente allo Stato di Milano.
     A spartizione avvenuta, la documentazione - due grossi fascicoli - riferisce soprattutto di una lite, che si svolge tra il 1709 e il 1713, con la comunità di Maranzana, dunque probabilmente all'interno del medesimo «quarterio» citato nel 1247. La lite richiama episodi che hanno luogo quanto meno da fine secolo XVI e soprattutto non pare trovare soluzione. (in A. S. Al., Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 183). Il contenzioso riguarda terre, che appaiono dissseminate in più «contrate». Sono le contestazioni alle imposizioni fiscali dello Stato del Monferrato che spesso fanno affiorare un'intersecata situazione patrimoniale. Nel 1622, ad esempio, gli uomini di Ricaldone lamentano che i «particulares» di Maranzana possiedono beni nel territorio di Ricaldone per i quali non vogliono pagare le taglie. Nel 1688 il Senato di Monferrato ingiunge agli uomini di Maranzana di pagare le taglie per quanto possiedono nel territorio di Ricaldone e relative all'anno appena passato. Non è sempre facile descrivere la situazione: nel 1675 abitanti di Maranzana dichiarano di avere possessi nel «finaggio di Maranzana, registrati al catastro delle terre di Ricaldone, là dove hanno sempre pagato e di presente pagano tutte le taglie et cariche che in detto loro s'impongono annualmente». Comunque sia la ritorsione degli uomini di Ricaldone prevede che sia abbattuto il muro di una fontana di Maranzana nel 1688, nella «contrata di Celli osii del Gombo».
     Il più sostanzioso motivo del contendere sono comunque 700 moggia di boschi nella «contrata detta della dell'Ariolio o sii del Pero» posseduti, come appare nel 1672, dal comune di Ricaldone nel territorio di Maranzana, ma usati per pascolo e per raccogliere legna dagli uomini di Maranzana, che li hanno gravemente danneggiati perché si tratta di boschi di recente impianto. Si fanno questioni anche per appezzamenti a prato posseduti da uomini di Maranzana nel territorio di Ricaldone. Le ripetute ingiunzioni del Senato di Monferrato di rispettare le proprietà e in particolare di astenersi dal pascolo in quei boschi per due anni non paiono andare nel senso di una pacificazione.
     Nel 1934 è emesso il decreto di inesistenza degli usi civici. Al di là dell'esito dichiarato, il materiale cui si fa riferimento nella pratica presenta un certo interesse, anche perché sono enumerate almeno alcune delle regioni del territorio comunale sottoposte a usi civici nel 1927: si tratta di una realtà ancora frazionata, non riconducibile solo all'isola amministrativa: sono infatti nominate quelle di Madonna della Neve, Fontana fredda, S. Sebastiano, S. Bottazzo, Cheflieu (che sarà capoluogo, mutuato dal catasto napoleonico), e altre. Si dichiara anche che si esercitano promiscuamente diritti di uso civico nei terreni del comune insieme a quelli di Maranzana, che sono da disciogliersi. Si fa riferimento a una sentenza senatoria del 1676 e a un decreto del duca di Monferrato del 1703 che assicuravano il diritto di pascolo sui boschi originari (che conosciamo anche perché vi si fa riferimento anche nel caso della vicina Maranzana); inoltre, stando alle dichiarazioni dl sindaco di Ricaldone nel 1925, il proprio comune «aveva da molto tempo indietro un lascito Delanconio di boschi nel territorio di Maranzana, che da più di 60 fu distribuito a privati, e quindi la proprietà è privata, non esistono quindi più diritti né di pascoli ad altri comuni. La distribuzione fu fatta secondo le disposizioni del lascito». Tuttavia si fa riferimento a un atto di «Divisione Boschi di Ricaldone», in data 4 maggio 1876, avvenuta in seguito alla mediazione di un certo Michele Imperiale, autorizzato dal comune a risolvere una lite secolare con il comune di Maranzana. Merita riportare per intero le parole del sindaco Cuttica, «questo in base a detto atto, ma avviene nella vita un altro fatto. Trovandosi i proprietari di Ricaldone lontani da detti boschi, o ricavando un utile insignificante per ragioni che non si possono scrivere, ma che ben si possono comprendere, detti lotti per oltre due terzi sono già proprietari gli oriundi di Maranzana e senza tema di errare fra mezzo secolo questi boschi avranno il nome di Ricaldone per l'imposta terreni, ma saranno definitivamente goduti da quelli di Maranzana» (C L. U. C., Provincia di Alessandria, Ricaldone, cartella 142.
Liti Territoriali
In realtà la gran parte della documentazione relativa alle comunanze e al loro discioglimento può essere rubricata come materiale attestante liti territoriali.
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Cassine).
 
A.C.R. (Archvio Storico del Comune di Ricaldone).
     Il modesto materiale conservato presso l'Archivio Comunale, non inventariato, è per la gran parte novecentesco, con scarsi resti degli ultimi due decenni del secolo scorso.
 
A.S.A. (Archivio di Stato di Alessandria).
 
A.S.T. Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Disegni Monferrato Confini, Volume R, Mazzo 1, Tipo raffigurante il territorio compreso fra Ricaldone, Alice e Strevi. Ricaldone & c. - 1411-1680. Volume di documenti risguardanti le contese territoriali di Cassine, Stato di Milano, contro Ricaldone, e Strevi, Stato di Monferrato, in ordine alla Strada della Costa: Contro Castelnovo Bormida, ed Alice, Terre anco Monferrine, per il Bosco detto Vettazzo, rispetto all'ultima. Coll'Indice, e Tipi, s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Disegni Monferrato Confini, Volume R, Mazzo 1, Tipo raffigurante terreni al confine fra Ricaldone e Strevi Ricaldone & c. - 1411-1680. Volume di documenti risguardanti le contese territoriali di Cassine, Stato di Milano, contro Ricaldone, e Strevi, Stato di Monferrato, in ordine alla Strada della Costa: Contro Castelnovo Bormida, ed Alice, Terre anco Monferrine, per il Bosco detto Vettazzo, rispetto all'ultima. Coll'Indice, e Tipi, s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Disegni Monferrato Confini, Volume R, Mazzo 1, Tipo raffigurante terreni al confine fra Ricaldone e Strevi Ricaldone & c. - 1411-1680. Volume di documenti risguardanti le contese territoriali di Cassine, Stato di Milano, contro Ricaldone, e Strevi, Stato di Monferrato, in ordine alla Strada della Costa: Contro Castelnovo Bormida, ed Alice, Terre anco Monferrine, per il Bosco detto Vettazzo, rispetto all'ultima. Coll'Indice, e Tipi, s.d. Vedi mappa.
Bibliografia
AIRALDI, G., Vita medievale in un comune rustico dell'Alto Monferrato, in «Nuova Rivista Storica», 56 (1972).
 
ARDITI, S. e CUTTICA DI REVIGLIASCO, G., Cassine. Note di Analisi storica. Territorio, insediamenti rurali e concentrico, Edizioni dell'Orso, Alessandria 1986.
 
ASTORI, E., Note sugli Statuti dei Comuni e Corporazioni nelle provincie di Alessandria e Asti, in «R. S. A. A. Al. At.», 47 (1938).
 
Benvenuto di San Giorgio, Historia Montisferrati, in Rerum Italicarum Scriptores, XXIII, Milano 1734.
 
Cartario Alessandrino fino al 1300, I, a cura di F. GASPAROLO, Torino1928, B. S. S. S. 113.
 
Le carte del monastero di San Siro di Genova (952-1224), I, a cura di M. CALLERI, Società Ligure di Storia Patria, Genova 1997 (Fonti per la storia della Liguria, V).
 
Le carte medievali della Chiesa d'Acqui, a cura di R. PAVONI, Genova 1977 (Collana storica di Fonti e studi, 22).
 
Monumenta Aquensia, a cura di G. B. MORIONDO, Torino 1789-1790, 3 voll.
 
PISTARINO, G., Introduzione, in Gli Statuti di Ricaldone, a cura di ID., Istituto internazionale di studi liguri, Bordighera 1968 (Collana storica dell'oltregiogo ligure, 1).
 
Gli Statuti di Ricaldone, a cura di G. PISTARINO, Istituto internazionale di studi liguri, Bordighera 1968 (Collana storica dell'oltregiogo ligure, 1).
Descrizione Comune
Ricaldone
     E' possibile ripercorrere solo la storia di una parte del territorio di Ricaldone, vale a dire quella corrispondente all'attuale isola amministrativa: si tratta dunque, come si è visto a proposito delle comunanze, della vicenda della progressiva spartizione di quel bosco originario gestito in maniera indivisa da più comunità vicine. Per il resto dobbiamo limitarci a porre attenzione al tono generale delle iniziative della comunità o di suoi membri, che si riverberano - per quel che possiamo comprendere dal silenzio documentario - in una sostanziale stabilità del territorio comunale.
     A ciò contribuisce, probabilmente, anche il fatto che l'insediamento non conosce frazioni e nuclei sparsi. Le prime menzioni di Ricaldone si leggono prevedibilmente in fonti di provenienza ecclesiastica, che mostrano un discreto interesse per la zona. Il coinvolgimento patrimoniale in Ricaldone di un potere lontano come quello del monastero genovese di S. Siro è infatti segnalato fin dalla prima menzione del luogo, nel 1137. Si tratta comunque di una cessione, in seguito a una permuta che interessa anche beni - descritti con una tipica formula omnicomprensiva - posti a Sezzadio e Carpeneto, a favore del più vicino monastero di S. Giustina di Sezzadio (Le carte del monastero di San Siro 1997, n. 97, p. 152).
     Ricaldone fornisce almeno un abitante ad Alessandria, a poco più di vent'anni dalla sua nascita: Manfredo di Ricaldone è infatti ricordato nel 1192 (Cartario Alessandrino fino al 1300, I, a cura di F. GASPAROLO, Torino1928, B. S. S. S. 113, n. 123, p. 188). Per quanto riguarda le prerogative giurisdizionali gestite dalla comunità, apprendiamo dal materiale relativo a una lite con Alice rubricata all'anno 1619 che Ricaldone è stato ceduto ai signori Gandolfi e che - nonostante si parli di un podestà che non deve essere originario del luogo, bensì del Monferrato o del Genovesato - la comunità sostiene di «aver ministrato in detto loco tanto in criminale quanto in civile», opponendosi di fatto ai Gandolfi (A. S. Al., Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 40). Dovrebbe trattarsi di diritti rilevati per acquisto dalla comunità stessa nella fase della vendita del luogo ad Anna di Alençon, marchesa di Monferrato, nel 1518 (A. S. T., Monferrato feudi, m. 59, n. 4). Per il resto la vita della comunità e dei suoi protagonisti non ha caretterizzazioni particolari: ad esempio, nel 1718, il marchese Ferdinando appare in lite con Ricaldone per debiti contratti dalla comunità (A. S. Al., Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 204).
     Ma difficoltà nell'esigere la taglia camerale sono testimoniate quanto meno dagli anni '90 del secolo XVII (ivi, f. 146). Tensioni verso le autorità sabaude sono leggibili, ad esempio, nel fatto che nel 1721 Simone Sburlati e Geronimo Garbarino sono condannati «per fiscum comitalem loci Ricaudoni» perché avevano illecitamente fatto suonare la campana per radunare il consiglio in anticipo di una giornata rispetto alla data fissata (17 luglio: A. S. Al., Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 210).