Frascaro

AutoriBattistoni, Marco
Anno Compilazione2002
Provincia
Alessandria.
Area storica
Abitanti
412 (censimento 1991); 416 (dati comunali 1999).
Estensione
523 ha (ISTAT); 526 ha (SITA).
Confini
A nord Borgoratto Alessandrino, a est Castellazzo Bormida, a sud Gamalero, a ovest Carentino.
Frazioni
Secondo i dati del censimento del 1991, la popolazione risiede per quasi l’80 per cento in un «centro», con una modesta presenza nel «nucleo» di Tacconotti e meno del 10 per cento in «case sparse».
Toponimo storico
Nelle fonti medievali si trova invariata la forma «Frascarum» (dal 1192) (Cartario alessandrino, vol. III, doc. 39). «Frascarium» (Casalis 1840, p. 870).

 

Diocesi
Alessandria.
Pieve
Non si hanno attestazioni. Dal 1602 la parrocchia di Frascaro fu sottoposta alla giurisdizione del vicariato foraneo di Gamalero (Chenna 1819, pp. 123-124; AST, Corte, Vescovati e arcivescovati, Alessandria, Mazzo 1, fasc. 17, Stato delle terre che sono dipendenti dal vescovado d’Alessandria, ed altre del medesimo contado soggetto a Diocesi di diversi vescovi, tanto sudditi che stranieri [25 gennaio 1728]).
Altre Presenze Ecclesiastiche
L’esistenza di una chiesa parrocchiale, intitolata a San Nicola, è attestata a partire dal secolo XIV. Negli atti delle visite pastorali del 1576 e del 1593 essa è dipinta come particolarmente sguarnita. Nel 1593, il visitatore rileva ad esempio che, «prae inopia rectoris et incolarum pagi», non si conserva il sacramento «nisi certis temporibus anni». Nel secolo XVIII, la chiesa risulterà tuttavia dotata di un patrimonio fondiario di 42 giornate di Piemonte, che forniscono un reddito annuo stimato in 500 lire di Piemonte. Dal 1648, il beneficio parrocchiale è sottoposto al giuspatronato di nobili famiglie del luogo, dapprima gli Angelieri, in seguito (1668) i Chiodi, infine, nel 1698, i Guasco di Bisio, signori di Frascaro da circa vent’anni, tornando ad essere di collazione vescovile nel 1824. Dal 1702 è attestata per la parrocchia di San Nicola la dignità di prepositura (Chenna 1819, pp. 125-126; Canestri 1835, p. 53; AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 13, Province d’ultimo acquisto, I, censimento, Mazzo 36, Provincia di Alessandria [s.d. ma dopo il 1779], c. 25r; Casalis 1840, p. 870).
Assetto Insediativo
L’insediamento è concentrato verso il fiume Bormida, con il quale tuttavia il comune non confina; un insediamento sparso è accennato lungo il “corridio” che si eleva leggermente verso Tacconotti, in direzione di Mombaruzzo.
Luoghi Scomparsi
Non si hanno attestazioni.
Comunità, origine, funzionamento
L’esistenza di un’organizzazione comunitaria istituzionalizzata è attestata all’atto della sottomissione ai marchesi del Monferrato nel 1447 (AST, Corte, Paesi, Ducato del Monferrato). Nel corso dell’età moderna, in quanto «villa» del Contado alessandrino, Frascaro gode di una limitata sfera di prerogative istituzionali, più circoscritte di quelle delle «terre» appartenenti allo stesso Contado e sussunte entro la più ampia organizzazione amministrativa e fiscale della Congregazione del Contado. Localmente, risulta presente, nel secolo XVIII, un Consiglio ordinario, composto di otto membri e dotato di limitate competenze, perlopiù di natura esecutiva, in materia esattoriale e di amministrazione degli affari correnti. La durata in carica è annuale; il rinnovo avviene per estrazione a sorte tra «qualsivoglia persona abitante e registrante in luogo». Esiste anche un Consiglio generale composto di tutti i «capi di casa», la cui convocazione, di carattere straordinario, è subordinata a un’autorizzazione dell’ufficio d’intendenza della provincia di Alessandria (AST, Corte, Materie economiche, Censimento dei paesi di nuovo acquisto, Mazzo 5 di II addizione, fasc. 14, Risposte dell’Intendente Generale della Provincia d’Alessandria sugli eccitamenti fattigli dall’Uffizio del Censimento, relativamente al modo di amministrazione di quel Contado [16 aprile 1769]; fasc. 16, Rappresentanza dell’Ufficio del Censimento per il sistema delle pubbliche amministrazioni [20 giugno 1769]).
Statuti
Non è documentata l’adozione locale di compilazioni statutarie, sebbene siano sanciti «patti e convenzioni» nella sottomissione del 1447 ai marchesi del Monferrato (AST, Corte, Paesi, Ducato del Monferrato).
Catasti
L’Archivio storico comunale conserva un corposo materiale tardo seicentesco e settecentesco relativo al catasto. Per quanto riguarda il secolo XVII e i primi decenni del secolo XVIII, si tratta, in particolare, di: un Libro figurato della misura generale del territorio di Frascaro redatto nel 1699; un Catasto di Frascaro. Libro dei particolari, anch’esso del 1699; un Libro dei trasporti, che registra i mutamenti di proprietà avvenuti tra il 1671 e lo stesso 1699; un Libro della consegna dei possesori, compilato nel 1738 e, infine un Libro dei trasporti, relativo agli anni 1702-1737 (AC Frascaro, Fondo Catasto, Serie 1, Catasto antico, nn. 1-5). Esiste poi una serie di registri risalente alla seconda metà del XVIII secolo, coeva dunque al censimento generale dell’Alessandrino, promosso nel corso degli anni Sessanta e Settanta dalle autorità sabaude. Si segnalano: un catasto del 1773; due Libri figurati, uno dei quali non datato e l’altro redatto nel 1763; un Sommarione del 1770; una mappa, formata nel 1763; Libri dei trasporti concernenti gli anni Settanta e Ottanta del secolo; un catasto dei beni ecclesiastici, risalente al 1773-1774 (AC Frascaro, Fondo Catasto, Serie 2, Catasto sabaudo, nn. 1-8). Nel corso dell’età moderna la ripartizione dei tributi comprende, oltre alla fiscalità terriera, una «cotizzazione» sul «sito» delle case situate nel concentrico (AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 13, Province d’ultimo acquisto, I, censimento, Mazzo 36, Provincia di Alessandria [s.d. ma dopo il 1779]).
Ordinati
Il più antico registro di ordinati conservato presso l’Archivio storico comunale inizia nel 1679 e prosegue fino al 1706. Successivamente, la serie risulta discontinua per tutto il secolo XVIII. Gli atti presenti sono relativi ai periodi 1714-1745, 1779-1780, 1799-1802. La serie riprende nel 1814 e prosegue da quel momento senza interruzioni. Si conserva anche una raccolta di «ordinati muniti delle superiori provvidenze», riguardante gli anni 1781-1797 (AC Frascaro, Sez. I, Serie 1, Atti comunitativi, nn. 1-18).
Dipendenze nel Medioevo
Le prime attestazioni documentarie dell’esistenza di Frascaro sono successive alla fondazione della città di Alessandria, da cui dipende fino all’assorbimento, insieme con tutto il contado alessandrino, nello stato di Milano a partire dalla metà del secolo XV.
Feudo
Dal 1534 dipendente direttamente dal comune di Alessandria, il luogo fu infeudato nel 1674 all’abate e conte palatino Carlo Guasco e ne rimase titolare anche nel secolo successivo il ramo della casata patrizia alessandrina dei signori di Bisio (Guasco 1911, p. 764; AST, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Contado di Alessandria, Mazzo 2, fasc. 13, Contado di Alessandria ed uniti. Feudi gratuiti ed onerosi [s.d. ma attorno al 1707]).
Mutamenti di distrettuazione
Frascaro è, con Borogoratto e Casalcermelli, una delle tre «ville» più strettamente legate al potere cittadino e collocate al gradino più basso di autonomia istituzionale entro le strutture amministrative del Contado di Alessandria. Dagli inizi del secolo XVII, le tre ville sono solidali, per quanto riguarda gli oneri derivanti dalla fiscalità straordinaria, per una metà con la città e per l’altra con il contado, ma sono prive di nell’organismo rappresentativo di quest’ultimo, la Congregazione, istituita, come nelle altre province del ducato, nel 1561 (AST, Camera dei conti, I archiviazione, Provincia di Alessandria e Lomellina, Mazzo 1, Cognitioni sovra le gravezze, pesi e carighi che pagano la Città e Contado d’Alessandria alla Camera di Milano et altri [s.d. ma dopo il 1707]). Durante l’età moderna, lo stato di Milano e quello sabaudo rafforzanno una più estesa struttura amministrativa provinciale incentrata sulla stessa città. Entro la maglia amministrativa francese, Frascaro seguì le sorti dell’intero territorio della vecchia provincia di appartenenza, aggregato, senza sostanziali alterazioni, a una circoscrizione di estensione variabile avente per capoluogo Alessandria. Si trattò dapprima del dipartimento del Tanaro, creato durante il primo effimero periodo di occupazione (1799), e, dopo il ritorno dei Francesi e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801, del dipartimento di Marengo. Dal successivo rimaneggiamento del 1805, l’inquadramento amministrativo dell’Alessandrino e quindi di Frascaro non mutò fino alla Restaurazione (Sturani 2001; ANP, F2 I 863 [Montenotte]). Dopo la parentesi napoleonica, Borgoratto entrò a far parte della provincia di Alessandria, a sua volta parte della più estesa circoscrizione amministrativa costituita dalla divisione di Alessandria (istituita nel 1818 e comprendente anche la vecchia provincia di Casale) (Sturani 1995). In questo quadro, Frascaro fu aggregato al mandamento di Cassine, ma continuò a dipendere dal Senato di Casale (A.S.A., Intendenza generale di Alessandria; A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 13, n. 34; Casalis 1834, p. 481). In anni recenti, Frascaro ha aderito alla Comunità Collinare Il Girasole.
Mutamenti Territoriali
Non si segnalano mutamenti territoriali di rilievo.
Comunanze
Non si hanno attestazioni per tutta l’età moderna. Nel 1990 il territorio comunale non risulta gravato da usi civici (CLUC).
Liti Territoriali
Non si hanno attestazioni.
Fonti
A.N.P. (Archives Nationales, Paris), F2, Administration Départementale, I, 863 [Montenotte], Département de Marengo, Tableau de la Population par commune d’après le récensement fait par ordre du Préfet dans les derniers mois de l’an XII  (1804).
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino), Camerale, I archiviazione, Provincia di Alessandria e Lomellina: Mazzo 1, Cognitioni prese sopra le gravezze, pesi e carighi che pagano la Città e Contado d’Alessandria alla Camera di Milano et altri (s. d, ma dopo il 1707); Notizie per Alessandria (s. d, ma 1707).  
A.S.T., Camerale, II archiviazione, Capo 13, Province d’ultimo acquisto, paragrafo 1, Censimento: Mazzo1, Relazione al punto dell’estimo dell’Alessandrino (5 giugno 1763); Mazzo 25, Stato delle questioni territoriali limitrofe con le Communità della Provincia d'Alessandria per la misura generale incominciata nell'anno 1761; Tabella generale delle questioni territoriali della Provincia d'Alessandria (20 Aprile 1765); Mazzo 36, Provincia d'Alessandria (9 luglio 1763), c. 25r; Mazzo 53, Compartimento delle Province, Provincia di Alessandria (s. d.); Mazzo 59, c. 8 (s. d., ma 1760).
A.S.T., Corte, Materie economiche, Censimento dei paesi di nuovo acquisto, Mazzo 5 di II addizione: fasc. 14, Risposte dell’Intendente Generale della Provincia d’Alessandria sugli eccitamenti fattigli dall’Uffizio del Censimento, relativamente al modo di amministrazione di quel Contado (16 aprile 1769); fasc. 16, Rappresentanza dell’Ufficio del Censimento per il sistema delle pubbliche amministrazioni (20 giugno 1769).
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Contado di Alessandria, Mazzo1: fasc. 7, Tavola del mensuale del Contado d’Alessandria conforme alla nuova quota dell’estimo generale, con la deduzione del quinto dell’estimo delle merci, applicato alla quota detta de’ beni stabili, conforme all’ordine di S. M., che ha da servire sino ad altr’ordine (1604, copia del 28 aprile 1708).
A.S.T., Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Contado di Alessandria, Mazzo 3: fasc. 5, Memoria del numero de’ fuochi delle terre del Contado d’Alessandria, con la designazione della distanza de’ confini delle terre sudette (1707); fasc. 7, Quota di cavalli di tasso e del mensuale del Contado della Città d’Alessandria e di ciascuna terra del medesimo (s. d.); fasc. 12, Stato delle terre del contado e provincia d’Alessandria e terre adiacenti (12 marzo 1707); fasc. 20, Memoriali e risposte sporte a S. A. R. dalle infrascritte Città e Communità, cioè Città d’Alessandria, Terre del Contado d’Alessandria…(1707).
A.S.T., Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Contado di Alessandria, Mazzo 4, fasc. 8, Informazioni di quanto anticamente è sempre stato stillato farsi dal contado d’Alessandria ogn’anno nel suo governo economico (1714).
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi in genere in generale, Mazzo 18, fasc. 1/3, Terreni comunali incolti nella Provincia di Alessandria, 30 ottobre 1838.
A.S.T., Corte, Vescovati e arcivescovati, Alessandria, Mazzo 1, fasc. 17, Stato delle terre che sono dipendenti dal vescovado d’Alessandria, ed altre del medesimo contado soggetto a Diocesi di diversi vescovi, tanto sudditi che stranieri (25 gennaio 1728).
A.S.T., Corte, Paesi, Monferrato, Confini per A e per B, M, vol. n. 10, 1360 a 1600. Volume di documenti ed atti sopra le diferenze che nacquero tralla Comunità di Cassine, Stato di Milano, da un canto, e quella di Mombaruzzo e liti consorti Fontanile, Quaranti e Castelletto Mollina del Monferrato, dall’altro, in ordine alla Comuna, terminato con abitramento delli 28 Giugno 1599. Coll’indice e tipo.
A.S.T., Paesi, Paesi per A e per B, B.

 
C.L.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, Torino).
Bibliografia
Casalis, Goffredo, Dizionario geografico, storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna, Vol. VI, Torino, G. Maspero, 1840, p. 870. Vedi testo.
Cotto Meluccio , A.M. e Dacquino, P. (a cura di), Documenti capitolari del secolo XIII, Asti 1987.
Fraikin, Jean, Alexandrie, in Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastiques, tome deuxième, Paris, Letouzey, 1914, coll. 369-374.
Guasco, Francesco, Dizionario feudale degli antichi stati sabaudi e della Lombardia. Dall’epoca carolingia ai nostri tempi (774-1901), Pinerolo, Tipografia già Chiantore e Mascarelli, 1911, 5 voll. (BSSS 54-58), vol. II, p. 764.
Ministero per l’agricoltura, industria e commercio, Variazioni nel nome del territorio o nella dipendenza amministrativa dei comuni, dei circondari (o distretti) e delle provincie, Roma, Tipografia Fratelli Centenari, 1889.
Sturani, Maria Luisa, Il Piemonte, in Lucio Gambi, Francesco Merloni (a cura di), Amministrazione e territorio in Italia, Bologna, Il Mulino, 1995, pp. 107-153.
Torre, Angelo, Il consumo di devozioni. Religione e comunità nelle campagne dell’Ancien Régime, Venezia, Marsilio 1995.
Descrizione Comune
Frascaro
 
          La formazione del territorio dell’odierno comune di Frascaro è caratterizzata, tra il medioevo e l’età contemporanea, dall’esistenza di freni al pieno sviluppo e consolidamento di un’amministrazione locale autonoma e dall’orientamento fisico del territorio, che, al di fuori del concentrico e della più fertile zona di pianura, si prolunga in direzione delle propaggini dell’Astigiano. Sul lungo periodo, le variazioni nell’assetto territoriale locale hanno riguardato non tanto i confini territoriali, quanto piuttosto la consistenza stessa di una unità amministrativa.
L’attuale comune fu, tra il tardo medioevo e lo scorcio dell’età moderna, una delle tre «ville» del contado di Alessandria che, insieme con Borgoratto e Casalcermelli, «facevano corpo» con la città, a cui erano assimilate in un rapporto di unione amministrativa e fiscale nonché di sottomissione politica. Per un inquadramento del problema possiamo prendere come punto di osservazione un’epoca relativamente tarda, la seconda metà del secolo XVIII, l’epoca, cioè, in cui prende inizio un processo sistematico di promozione e consolidamento delle istituzioni comunali locali sotto la spinta delle riforme del governo sabaudo in materia di fiscalità terriera note come Perequazione generale (AST, Corte, Materie economiche, Censimento dei paesi di nuovo acquisto, Mazzo 5 di II addizione, fasc. 16, 1769, 20 Giugno. Rappresentanza dell’Ufficio del Censimento per il sistema delle pubbliche amministrazioni. Col parere della Giunta, delli 11 Agosto detto anno).
A quest’epoca, la Provincia di Alessandria è composta di 28 «pubblici», o comunità (oltre alle due città di Alessandria e Valenza). Il Contado alessandrino costituisce un sottoinsieme della provincia. È composto di sedici «terre» e delle tre «ville». Nel suo insieme, il Contado viene visto dagli amministratori statali dell’epoca come una sorta di area residuale, ciò che resta ancora non scorporato nonostante quelle spinte centrifughe che hanno consentito alle comunità più esterne (non adiacenti al territorio cittadino di Alessandria) di rendersi, nel corso del tempo, «separate» e «indipendenti», erigendosi a «terre da sé». Nel ponderare il merito di questa eredità storica del dominio dello stato di Milano e sopravvissuta all’annessione sabauda del 1708, i funzionari governativi sottolineano due aspetti salienti di una simile organizzazione corporativa: da un lato, il carattere quasi assembleare, che ne rende il funzionamento per certi versi paragonabile a quello storico dei Pays d’Etats francesi o della Valle d’Aosta nella capacità di generare consistenti anticipi di risorse finanziarie all’erario soprattutto nei casi di urgenza; d’altro lato, la presenza di meccanismi solidaristici a carattere quasi coartato, purché il governo centrale sia forte:
l’utilità d’una congregazione, relativamente al Principe dicesi giustificata non solo dalla soldaria obbligazione che, nell’atto dell’erezione d’un tal corpo si contrae verso l’erario pel pagamento del tributo in ogni caso e per qualunque accidentale impotenza de’ suoi individui, ma ancora da’ molti vantaggj che si puonno ritrarre in tempi di straordinarie urgenze, perché, atteso il credito che hanno acquistato, trovano facilmente danari a prestito, con cui corrispondere alle premure della Corona, come dicesi occorso nelle passate guerre, sia al tempo del governo austriaco, quanto dopo il loto passaggio al dominio di S[ua] M[aestà] (AST, Corte, Materie economiche, Censimento dei paesi di nuovo acquisto, Mazzo 5 di II addizione, fasc. 8, Sentimento del Conte di Brandizzo, Intendente Generale d’Alessandria sul punto se debbansi lasciar sussistere o sopprimere le Congregazioni nelle Provincie state smembrate dal Milanese [6 marzo 1768]).
Il Contado possiede un proprio organo amministrativo collettivo e corporativo, la Congregazione, a sua volta composta di due assemblee: la Congregazione generale e la Congregazione ordinaria, la prima preposta alla ripartizione delle tasse, alla contabilità tributaria e a trattare «gli affari riguardanti l’interesse universale del contado»; la seconda incaricata di trattare gli «affari correnti» – soprattutto la riscossione dei tributi – ma senza facoltà di «deliberazione positiva». Mentre la Congregazione generale include una rappresentanza permanente nella nomina di due deputati locali per ciascuna «terra», che godono dunque di «voce attiva e passiva» nelle deliberazioni, nella Congregazione ordinaria un sistema di rotazione della carica di «sindaco provinciale» assicura la presenza, a turno, di un rappresentante di ogni «terra», «talmente che ognuna d’esse, nel corso di trentadue anni, viene ad avere per un biennio un suo soggetto per sindaco provinciale».
Entro questo quadro si delinea il ruolo subordinato delle tre «ville», tra cui Frascaro. Pur dipendenti dalle Congregazioni del contado, esse «non hanno ragione di spedire i loro deputati» alla Congregazione generale, né quella di presentare candidati alla carica di «sindaco provinciale» nella Congregazione ordinaria. La vita politica e amministrativa delle ville si esplica, per così dire, a un livello più basso e in chiave minore: escluse infatti dal novero delle «comunità vocali», esse sono prive di voce politica ma gravate di obblighi fiscali nella responsabilità personale dei loro esattori.
Resta la sfera della vita amministrativa puramente locale, nella quale i funzionari statali settecenteschi distinguono due tipi di ordinamenti: innanzitutto i Consigli comunitativi, la presenza cioè di organismi istituzionali che, «ancorché difformi tra di loro, nella sostanza per altro corrisponderebbero a quelli del Piemonte». Questo assetto riguarda le comunità della provincia esterne al Contado e anche la maggior parte delle «terre» appartenenti al Contado stesso. Tuttavia, sei «terre», nonché le tre «ville», conservano un istituto di sapore arcaico nel «Consiglio generale per capi di casa», che si riunisce normalmente una volta l’anno. Ora, competenze e potere effettivo di quest’ultimo Consiglio furono senza dubbio variabili nel corso del tempo e tra le ville stesse. Vi sono indizi che la sua presenza fu più visibile e assertiva a Frascaro che non, per esempio, nella vicina Borgoratto.
Più volte, nella documentazione tardo medievale e moderna, è attestata una presenza attiva della «comunità e uomini» di Frascaro. L’esempio apparentemente più assertivo è la stipulazione dei «patti e convenzioni» con cui Frascaro sancisce la propria sottomissione ai marchesi del Monferrato nel 1447, in una congiuntura di guerra, che, peraltro si risolverà nella lunga incorporazione di Frascaro, come del resto dell’Alessandrino, entro lo stato di Milano (AST, Corte, Paesi, Ducato del Monferrato). Tuttavia, nel corso dell’età moderna, il ruolo di una rappresentanza istituzionale comunitativa non sarà assente, e sarà anzi forse incoraggiata dal rapporto obbligato con i Guasco di Bisio, i signori del luogo, per esempio in occasione del rinnovamento delle investiture feudali nel corso del secolo XVII (AST, Corte, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino). L’attività locale organizzata si manifesta tanto nel peso che riveste, per l’accesso alle cariche locali, il duplice criterio della residenza e della proprietà, quanto nella responsabilità finanziaria per un’ampia gamma di attività legate al cerimoniale religioso: dal pagamento di metà dello «stipendio del cappellano», al mantenimento dell’edificio parrocchiale, alla sottoscrizione di messe festive, processioni e predicazioni (AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 13, Paesi d’ultimo acquisto, nn. 33-36).
La subordinazione amministrativa di Frascaro e dei suoi abitatori s’intreccia con la presenza dei signori del luogo. Da un punto di vista fiscale, il sistema degli anticipi di denaro all’erario entro l’organizzazione della Congregazione del contado richiede e sollecita l’intervento di figure di prestatori e garanti, che risiedono nella città di Alessandria. e che sono anche tra i pochi, grandi proprietari fondiari presenti sul territorio. In particolare, il Signor Ghilini Pettinari, massimo creditore del luogo è, verso la fine del secolo XVIII, anche il massimo creditore della vicina villa di Borgoratto. Il controllo economico diretto dei grandi proprietari alessandrini appare orientato alla produzione e commercializzazione del grano, la cui coltivazione, con rendimenti tra i più elevati del Contado, interessa buona parte del coltivo, di cui quasi il 15 per cento è costituito di beni di proprietà ecclesiastica che godono di esenzioni fiscali.
L’orientamento del territorio di Frascaro verso una porzione superiore del corso del fiume Bormida (grazie a un lungo confine con Borgoratto Alessandrino e Gamalero) ricalca due importanti caratteristiche della configurazione del contado alessandrino. Da un lato, vi è un presupposto di accesso al patrimonio boschivo, che, già in età alto medievale e spesso gravitando su curtes regie, caratterizza la zona a sud del luogo su cui poi sorgerà Alessandria (Guglielmotti 2001, p. 210). Sono a tutt’oggi poco noti l’evoluzione e i modi di sfruttamento di questo patrimonio, che, dalla documentazione della fine dell’età moderna, risulta incalzato da una crescente estensione di superfici vignate e altenate, ma pur sempre presente con una estensione di oltre 84 moggia, pari a più del 10 per cento dell’estensione complessiva del territorio di Frascaro (AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 13, Province d’ultimo acquisto, nn. 56-59).
D’altro lato, sebbene il territorio di Frascaro sia quasi certamente esterno agli ampi comprensori di usi collettivi e comunitativi costituiti vuoi dal territorio della cosiddetta «Comuna», incentrato su Mombaruzzo ed esteso fino a Gamalero, vuoi quello, in direzione del torrente Belbo, che formò il marchesato d’Incisa, è importante tenere presente che il sistema di transiti e di convenzioni intorno all’esazione locale di pedaggi fa del territorio di Bergamasco, in particolare durante l’età moderna, uno dei punti d’innesto di un duplice snodo di transiti: i flussi tra il cosiddetto Alto e Basso Monferrato e quelli provenienti dal contado alessandrino o a esso diretti (AST, Corte, Paesi, Monferrato, Confini per A e per B, B, n. 9, Documenti ed atti circa la differenza tra il Milanese e il Monferrato per le contrade delle Franchiggie e degli Zucchi, pretese dalla comunità d’Oviglio da una parte e da Bergamasco e Carentino dall’altra [1247-1675]; M, n. 10, 1360 a 1600. Volume di documenti ed atti sopra le diferenze che nacquero tralla Comunità di Cassine, Stato di Milano, da un canto, e quella di Mombaruzzo e liti consorti Fontanile, Quaranti e Castelletto Mollina del Monferrato, dall’altro, in ordine alla Comuna, terminato con abitramento delli 28 Giugno 1599. Coll’indice e tipo; AST, Corte, Paesi, Monferrato, Confini per A e per B).