Cantoira

AutoriGaroglio, Eugenio
Anno Compilazione2014
Provincia
Torino
Area storica
Valli di Lanzo
Abitanti
544 [ISTAT 2001].
Estensione
Ha. 2306 [ISTAT].
Confini
Ceres, Chialamberto, Locana, Monastero di Lanzo.
Frazioni
Ghitta, Piagni, Vrù, case sparse [ISTAT] Foieri, Ghitta, Lities, Piagni, Vrù [Dati comunali]. Vedi mappa.
Toponimo storico
Una delle prime citazioni del luogo risale al 1286 [Chiariglione, Duva e Silanos 2000, p. 10]. Il 1 maggio 1316, in una transazione tra gli uomini di Cantoira e gli uomini di Veragno per il pascolo del bestiame, il luogo è chiamato Villa Canturia [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Mazzo 10, Cantoira, n. 1]. Nella permuta seguita tra Amedeo di Savoia e il monastero di San Mauro di Pulcherada nel 1341 si trova la citazione di Cantoira e della sua valle: Item vallem totam Canturie cum Alpibus villis et hominibus existentibus in eadem [A.S.T, Corte, Provincia di Torino, Mazzo 16, Lanzo e Valle, n.3]. In un documento della Curia di Lanzo del 1364 il luogo è chiamato Cantuéra, traslitterazone della pronuncia del tempo [Solero, 1955, p. 39]. Secondo gli studi più recenti il toponimo potrebbe avere origine da cantoria, forse un antico riferimento alla presenza di un oratorio benedettino [Bonci 2012, p. 20]. “Cantoria”, “Cantaria”, “Cantuaria” [Casalis 1843, p. 443].
Diocesi
Torino.
Pieve
La chiesa di San Pietro di Cantoira rientrava nella dipendenza della Pieve di Santa Maria di Ceres, che estendeva la sua giurisdizione su buona parte delle valli Grande e di Ala [Casiraghi 1979, p. 83; vd. anche scheda Ceres].
Altre Presenze Ecclesiastiche
La parrocchia, intolata ai  Santi Apostoli Pietro e Paolo, è in località Foieri. Il campanile è datato entro l’XI secolo e alla stessa epoca risalgono probabilmente le parti più antiche della chiesa di San Pietro, originariamente a due navate, come testimoniato dall’omogeneità dell’apparato murario [Pejrani Baricco e Leonardi 2011, p. 265].  L’antico edificio fu radicamente modificato nel secolo XVIII, quando fu costruita una nuova chiesa, quella dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, addossata alla zona absidale dell’antecedente luogo di culto, convertito in oratorio con dedicazione alla Santa Croce. Il nuovo complesso fu benedetto nel 1720.     
       L’oratorio di Santa Croce è stato oggetto di indagini archeologiche nel 2009, in occasione del cantiere di conversione dell’edificio in centro espositivo. [Olivero 1941, pp. 243-244;  Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 128-131;  Pejrani Baricco e Leonardi 2011, pp. 263-266].
      Nella visita pastorale del 1584 si attesta la presenza, in parrocchia, della Società del Santissimo Sacramento,  retta da un priore eletto annualmente,  e della Confraternita di Santa Croce, non  ancora segnalata durante la visita pastorale del 1547, che aveva in chiesa un proprio altare dedicato ai Santi Bernardino e Cristina.     La confraternita era diretta da due priori eletti annualmente [A.A.T., 7.1.2; Favaro 2007, pp. 33; 215-219].
       La Compagnia del Corpus Domini è attestata per la prima volta nel 1584 durante la visita pastorale. Era eretta all’altar maggiore della parrocchiale ed eleggeva annualmente un priore. Tra il 1935 e il 1942 la Compagnia risulta estinta [A.A.T., 7.1.5; Favaro 2007, pp. 219-224].
La Compagnia dell’Adorazione compare per la prima volta nella visita pastorale del 14 Luglio 1730. Era anch'essa eretta all’altar maggiore della parroccha ed eleggeva annualmente un priore. Nel 1929 risulta soppressa [Favaro 2007, pp. 224-225].
La Compagnia del Santo Rosario è segnalata la prima volta nella visita pastorale del 4 luglio 1594: eretta all’altare del Santo Rosario, risulta scomparsa verso il 1960  [A.A.T., 7.1.9; Favaro 2007, pp. 225-227].
La Compagnia del Suffragio nacque tra il 1674 e il 1704. Era eretta presso l’altare di San Sebastiano e aveva due priori eletti annualmente. Nel 1929 risulta soppressa  [Favaro 2007, pp. 228-229].
La Compagnia di Sant’Orsola è citata la prima volte nel 1659. Eleggeva annualmente due priori ed era anche chiamata Società delle Vergini. Era eretta presso l’altare di Sant’Orsola. Nel 1909 fu fondata la Pia unione delle Figlie di Maria, in cui fu fatta confluire la Compagnia di Sant’Orsola. L’operazione causò una drastica diminuzione delle adesioni, finché, nel 1941  la Pia unione non aveva più membri [Favaro 2007, pp. 229-232].
      Le cosiddette compagnie dello Spirito Santo erano in realtà presenti in ogni borgata e si occupavano, tra l'altro,  di curare i poveri e gli ammalati durante le pestilenze. Vennero riorganizzate da Vittorio Amedeo II nelle Congregazioni di Carità. I priori delle Compagnie dello Spirito Santo erano eletti annualmente. [Favaro 2007, pp. 232-235; Torre 1995, p. 147].
      Cappella di Santa Cristina. L’edificio sorge in cima alla rupe omonima e occupa un ripido e isolato picco roccioso, posto tra Ceres e Cantoira. Il sito si trova a cavallo tra i territori comunali dei due centri è fu per questo oggetto di dispute territoriali. Una delle prime notizie è attestata nel 1440, ma l’edificio primitivo potrebbe risalire alla seconda metà del secolo precedente, e pare che originariamente fosse un pilone votivo. Faceva inizialmente parte della Parrocchia di Ceres. Nel 1653 fu descritta per la prima volta in una visita pastorale. [Favaro 2007, pp. 237-244, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 140-143].
Cappella della Santissima Annunziata. L’edificio sorge a Boschietto. Nella visita pastorale del 5 settembre 1653 è indicato come la cappella esistesse già da alcuni decenni. [Favaro 2007, pp. 244-246, Chiariglione , Duva e Silanos 2000, pp. 138-139].
Cappella della Madonna di Monserrato. L’edificio è citato nella visita pastorale del 9 Settembre 1769 e si trova a la Blinant, luogo ove venivano portati a pascolare gli armenti di Boschietto. [Favaro 2007, 246-249, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 150-151].
Cappella di Santa Maria della Neve. L’edificio sorge a Vrù. Durante le visite pastorali del 1653 e del 1674 la cappella non è ancora citata. Nel 1760 l’edificio già esisteva e fino a pochi anni prima era in rovina. Gli abitanti di Ru pregarono il Vescovo di non interdire l’edificio, a causa delle sue precedenti condizioni, in quanto avevano provveduto a sistemarlo. La borgata era lontana dalla parrocchiale e quindi chiesero di poter celebrare la messa nella loro cappella, richiesta che fu accolta. [Favaro 2007, pp. 249-258, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 148-149]
Cappella di San Grato. L’edificio sorge a Lities e è citato in un testamento del 1720. La prima descrizione si trova nella visita pastorale del 9 settembre 1769. [Favaro 2007, pp. 253-257, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 146-147].
Cappella della Madonna di Lourdes. L’edificio fu costruito per interessamento del teologo don Giuseppe Chiabodo e sorse tra il 1915 e il 1942 quando è citato per la prima volta. [Favaro 2007, pp. 258-259, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 144-145].
Cappella di San Domenico. L’edificio, posto a monte di Lities lungo il sentiero che conduce al Monte Bellavarda, è citato nel 1929 ma si ignora la data di costruzione. [Favaro 2007, p. 258, Chiariglione et alii 2000, pp. 152-153].
Cappella della Natività di Maria o Madonna dei Campi. L’edificio è situato in un sito campestre tra Villa Boeri e Losa. Potrebbe essere sorta durante la pestilenza del 1629 come cappella del Lazzareto, eretto in quella circostanza e formato da baracche di legno. Nella visita pastorale del 5 settembre 1653 è indicata come appena riedificata. La cappella aveva due lati privi di muro e chiusi da cancelli, segnalati ancora nel 1769, forse al fine di far assistere alle cerimonie gli appestati senza farli entrare. La chiesa fu oggetto di successivi ampliamenti [Favaro 2007, pp. 258-259, Chiariglione et alii 2000, pp. 136-137].
Cappella dei Santi Quirico e Giuditta. L’edificio, situato presso l’attuale centro di Cantoira, esisteva forse sin dal 1627. La cappella è descritta per la prima volta nella visita pastorale del 1653. [Favaro 2007, pp. 259-261, Chiariglione et alii 2000, pp. 132-133]
Cappella della Santissima Trinità. L’edificio, sito presso Case Goffo, forse esisteva sin dal 1653, ma, in questo caso,  aveva una dedicazione diversa. Il riferimento alla Trinità si trova nella visita pastorale del 9 settembre 1769. [Favaro 2007, pp. 261-262, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, p. 134].
Cappella di San Giovanni Battista. La cappella, situata a Ru inferiore, sorse nel 1834 per volere del parroco Giovanni Battista Losero e fu consacrata il 27 giugno 1836. [Favaro 2007, p. 262, Chiariglione , Duva e Silanos 2000, pp. 126-127].
Cappella di San Matteo. L’edificio, situato presso Case Colombo, è citato nel 1629 e fu visitato nel 1653. Il 3 aprile 1839 fu deciso di ampliarlo ricostruendolo anche tramite l’utilizzo del vecchio materiale recuperato nella demolizione [Favaro 2007, pp. 262-263, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 124-125].
Cappella di San Pietro in Vincoli. L’edificio, sito presso case Ghitta, esisteva sin dal 1653 ma con dedicazione a San Giovanni Evangelista. Tra il 1769 e il 1784 furono emessi alcuni decreti vescovili al fine di demolire l’edificio nel caso non fosse stato riparato. Il 28 agosto 1827 la cappella esisteva ancora e per ordine vescovile fu restaurata [Favaro 2007, pp. 263-264, Chiariglione, Duva e Silanos 2000, pp. 120-121].
       Pose dei morti. Posa di Bergognesco, Posa di Villa.
Assetto Insediativo
La comunità di Cantoira, storicamente, è formata da diverse borgate, più o meno vicine tra loro, senza un centro eminente. Uno dei primi documenti cartografici che attestano tale disposizione è il tipo regolare tracciato dall’ingegnere Emanuelli nel 1722 [A.C.C., n.1049]. La carta mostra le diverse borgate e località, che, senza sensibili differenze, corrispondono a quelle attuali, separate tra loro e collegate da numerose mulattiere.  
      Nella relazione dell’intendente Sicco del 1753 sono indicati i diversi cantoni che, all'epoca, caratterizzavano la comunità: Cantoira, Foeri, Rù, Litties, Losa, Boschetto, Rochij, Bergognesca Balme, Piagne, Casa di Bergiotto, Villa,  Rù,  Mutande [Favaro 2007, pp. 123]. La disposizione degli abitati è confermata nella seconda metà secolo XVIII dalla carta delle valli Grande e di Ala [A.S.T., Carte Topografiche e Disegni, Carte Topografiche Segrete, Groscavallo, 17 A II Rosso].  Vedi mappa.
     Significativa è la posizione della parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, posta al di fuori di Cantoira, con accanto la sola casa parrocchiale. La chiesa era stata costruita in un luogo sicuro, un terrazzo naturale di facile accesso, al riparo da frane, valanghe e alluvioni, così da poter servire gli abitati posti a corona sulla montagna. Le fondazioni poggiano su un deposito naturale caratterizzato da grandi massi, in parte inglobati nelle stesse fondamenta [Pejrani Baricco e Leonardi 2011, p. 263]. A Cantoira non sono attestate strutture difensive di particolare rilevanza; tra gli edifici antichi sopravvissuti fino a oggi, oltre alla parrocchiale, l’unico a conservare evidenti caratteri medievali è il piccolo palazzo di Case Goffo, attestato dal 1450 e dimora di alcune eminenti famiglie locali [Favaro 2007, p. 50].
     Lo stato di Cantoira nella seconda metà del secolo XIX è descritto nello studio del Clavarino [1867, pp. 105-107]. La comunità continuava a non avere un centro vero e proprio ed era allora divisa in 16 frazioni: La Losa, Ru superiore, La Villa, La Rocci, Boschietto, i Brucchi, Foeri, Ru Inferiore, Casa Micchiardi, Borgognesco, Lities, Balme, Piagni, Casa Goffo, Casa Colombo, Casa Bergiotti. La chiesa parrocchiale era in frazione Foieri. Con la costruzione della strada della Val Grande, negli anni Settanta del secolo XIX, il tessuto insediativo delle borgate interessate dalla nuova arteria fu modificato, anche radicalmente, comportando il taglio o l’abbattimento di numerosi edifici della valle.
     Con l’avvento del turismo,  furono ampliate le aree edificate, unendo tra loro le diverse borgate di valle. Nella seconda metà del secolo XX Vrù e Lities restavano, insieme a borgate minori e case sparse, le uniche frazioni lontane dal concentrico; tutte le altre borgate si trovarono unite tra loro dall’espansione edilizia lungo la via principale, con minime aree di discontinuità. Per questa ragione molte borgate storiche oggi non sono più considerate frazioni. In loco le antiche frazioni poste lungo l’asse stradale principale sono spesso indicate dalla segnaletica, anche turistica, ma vengono considerate un’unica entità nella documentazione comunale.
Catasti
Registro delle ricognizioni catastali del 1553 [A.C.C., fald. 36,  n.177] Registri di catasto e ricavati dei beni registrati [A.C.C., fald. 36, nn.178-179]. Nell’Archivio comunale di Cantoira si trovano poi vari documenti collegati al catasto, come indici, registri dei beni e dei trasporti, che vanno dall’inizio del secolo XVIII alla metà del XIX [A.C.C., faldd.  37-39, nn. 180-189].
Ordinati
Nell’Archivio storico comunale di Cantoira è presente un registro degli ordinati della comunità per il periodo 1787-1795 [A.C.C., fald 1, n.1]. Si trovano poi registri delle deliberazioni del Consiglio comunale e della Giunta municipale dal 1869 al 1958 [A.C.C., fald. 1-4, nn. 2-34] e registri delle deliberazioni della Giunta municipale dal 1877 al 1958, con lacune [A.C.C., fald 5, nn. 35-43]. Si trovano poi copie di ordinati del Consiglio comunale munite di visto dell’intendente per gli anni tra il 1750 e il 1756 [A.C.C., fald. 6,  n.44]. Altre copie di ordinati muniti del visto di approvazione dell’intendenza sono quelle che coprono gli anni 1836-1849, 1837-1854, 1843-1861 [A.C.C., faldd. 6-7, nn. 45-47]. Vi sono infine copie di deliberazioni della giunta e del consiglio municipale che vanno dal 1856 al 1957,  senza però coprire tutti gli anni [A.C.C., faldd. 7-12, nn.  48-85].
Feudo
Cantoira figurava tra le comunità donate nel 1030 al Monastero di San Mauro di Pulcherada, che detenne i diritti su questo luogo fino al 22 Gennaio 1341, quando li cedette ai Savoia [Mola di Nomaglio 2006, p. 455]. In seguito a tale acquisizione, si susseguirono investiture ai Visconti di Baratonia. Il 16 Aprile 1341 il Conte Aimone di Savoia investe Martino fu Faccio di Balangero dei beni posseduti nelle valli di Ales e di Lanzo precedentemente ottenuti dalla permuta del 22 Gennaio 1341 con il Monastero di San Mauro. [A.S.T., Corte, Provincia di Torino, Mazzo 16, Lanzo e Valle n.4]. Il 18 Aprile 1341 il Conte Aimone di Savoia investe Giacobino figlio di Tomaso Visconte di Baratonia dei beni posseduti nella valle di Lanzo precedentemente ceduti dal Monastero di San Mauro. [A.S.T., Corte, Provincia di Torino, Mazzo 16, Lanzo e Valle n.5]. Il 4 Maggio 1341 il Conte Aimone di Savoia investe Bartolomeo consignore di Baratonia dei beni posseduti nelle  valli di Lanzo precedentemente ottenuti dalla permuta con il Monastero di San Mauro. [A.S.T., Corte, Provincia di Torino, Mazzo 16, Lanzo e Valle n.6].
     Una delle prime investiture specifiche sul territorio di Cantoira è quella del 1499 e del 1505, quando Antonio Goffi di Lanzo, abitante in Cantoira, richiedeva procura per prendere l’investitura e rendere omaggio al duca di Savoia dei beni feudali che possedeva nel luogo. La famiglia Goffi possedeva a Cantoira una casaforte, in località Case Goffo. Fu forse la più antica famiglia di signori del luogo [Mola di Nomaglio, 2006, pp. 455-456] L’8 Aprile 1533 un altro evento coinvolse l’intera Castellania: la vendita fatta dal Duca Carlo di Savoia a favore di Giacomo de Medicis, Marchese di Maregnano, del castello e del luogo di Lanzo, giurisdizione, mandamento, beni e redditi feudali dalli medesimi dipendenti per il prezzo di scudi 4000 d’or, o sotto la riserva del riscatto perpetuo [A.S.T., Corte, Provincia di Torino, Mazzo 16, Lanzo e Valle n.13]. Pochi anni dopo fu esercitato il diritto di riscatto: il 5 Maggio 1545 fu fatta la retrovendita      del luogo di Lanzo da parte di Giovanni Giacomo de Medicis, Marchese di Maregnano, al Duca Carlo di Savoia, per lo stesso prezzo di scudi 4000 d’oro al quale  gli era stato venduto, e altri scudi 600 "per li miglioramenti da esso fatti" [A.S.T., Corte, Provincia di Torino, Mazzo 16, Lanzo e Valle n.14]. Un’altra notizia riguardante beni feudali a Cantoira è datata 7 dicembre 1551, quando Carlo Antonio Perachio effettua un consegnamento per i suoi beni in Cantoira. Il 25 Luglio 1579 Giuseppe Perracchio effettua un consegnamento della quarta parte del feudo di Cantoira. Il 22 dicembre 1581 ne segue uno analogo. Giuseppe Perracchio sarà investito il 25 Maggio del 1590. [Mola di Nomaglio, 2006, p. 456, A.S.T., Sezione  III, Registro commissario Laurenti, 1580 in 91, n. 176 foglio 96, Traffano 1979-1980, p. 89].
     L’11 Febbraio del 1577 il feudo di Cantoira fu riunito nel Marchesato di Lanzo per volontà di Emanuele Filiberto di Savoia [Mola di Nomaglio, 2006, p. 456]. Il 14 Aprile 1577 la famiglia d’Este, nella figura di Filippo, acquisisce il Marchesato di Lanzo. [A.S.T., Sezione III, Articolo 746 par. 2, 1577 in 78, fol. 45 e concessioni 1573-1577, fol. 165]. Il 21 Marzo 1597 vengono investiti Carlo Filiberto , Sigismondo e Alfonso d’Este. Il 17 Aprile 1602 Ludovico della Torre riceve una investitura per redditi e ragioni feudali. Il 20 Gennaio 1629 e l’8 giugno 1644 viene investito Filippo Francesco d’Este. Il primo luglio 1677 e il 26 Gennaio 1678 viene investito Sigismondo Francesco d’Este [Mola di Nomaglio 2006, pp. 455-456].
     Il 24 Luglio 1723 il Marchese d’Este dovette lasciare il feudo di Lanzo dietro la corresponsione di 75.973 lire, 18 soldi e 4 denari. Nel settembre dello stesso anno le valli tornarono sotto il diretto controllo del Re di Sardegna [Traffano, 1979-1980, p. 114] Nel 1724, in seguito allo smembramento del Marchesato di Lanzo il feudo passa alla famiglia Ripa, con titolo Comitale [Mola di Nomaglio 2006, p. 349]. Il 29 gennaio 1724 fu infeudato Carlo Emanuele Ripa. La famiglia mantenne il feudo fino al 30 Settembre 1769, quando passò alla famiglia Bigliani. L’ultima infeudazione risale al 1788. [Mola di Nomaglio 2006, pp. 456-457].
Liti Territoriali
Il primo Maggio 1316 vi fu una transazione seguita tra gli uomini di Cantoira e gli uomini di Voragno sopra alcune differenze tra essi vertenti, per cui i primi permisero ai secondi di pascolare i loro bestiami sopra il territorio  mediante l’annuo canone di sei soldi viennesi,    purchè non pascolassero "in ogni luogo, ove poteva nascer fieno o nascevano biade",  si riservavano di poter revocare questa permissione qualora aessi piacesse.  [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Mazzo 10, Cantoira n. 1 (La transazione fu scritta da Giacomo Zabaldo,  notaio imperiale)]. Questo atto è il primo a noi noto riguardo alle controversie tra Cantoira e Voragno sui diritti di sfruttamento di boschi e pascoli delle montagne che dividevano le due comunità, tra la Val Grande e la Val d’Ala. Nel 1328, il 2 maggio, i fratelli Enrico e Ajmoneto di Cantoira vendettero ai particolari di Voragno e Brachiello diverse località, Darnavil, Lusetto, Comba Compressora, Monte Rosso, Gran Comba, Grand’Inverso, Pellegrino, poste sulla montagna a monte della cappella di Santa Cristina, per il pascolo e il boscaggio. I particolari di Voragno e Brachiello, inoltre, possedevano altra documentazione notarile datata 1328, 1332, 1336, 1340, 1448, 1504, 1535 e 1549 in cui erano riportate altre vendite simili. Di questa documentazione non vi era però riscontro nel catasto di Cantoira. Nel 1722 fu necessario ingaggiare l’ingegnere Emanuelli al fine di produrre un “tipo” delle montagne oggetto della controversia, con una spesa di £44 e soldi 6 [A.C.C., Catasto, Fald. 139, n. 1049 e Favaro 2007, pp. 97-98]. Il vicario generale arcivescovile il 20 dicembre 1721 favorì gli abitanti di Cantoira, ma i particolari di Voragno e Brachiello impugnarono il caso presso il Senato, che diede loro ragione il 19 maggio 1723, in virtù della documentazione del secolo XIV . Gli abitanti di Cantoira, che per la causa dell’anno 1723 spesero £400 , si appellarono al Re di Sardegna, ma senza risultati concreti, visto che nel 1753 la pratica non era ancora conclusa [Favaro 2007, p. 98]. Così gli abitanti di Voragno e Brachiello poterono continuare ad avere diritti di pascolo e boscheggio sullo "inverso" della montagna, anche se tale zona restava di proprietà della comunità di Cantoira. Tra il 1558 e il 1563 vi fu una lite tra le comunità di Cantoira e di Monastero di Lanzo per la proprietà di una parte del monte Chiapetto e del territorio di Rochietta [A.C.C., Fald. 33, n. 143.Tra il 1906 e il 1907 vi fu una lite tra la Comunità di Cantoira e quelle di Ceres e Monastero a causa dell’usurpazione di alcuni terreni presso Vrù [A.C.C., Fald. 35, n.176].
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