Saliceto

AutoriTigrino, Vittorio
Anno Compilazione1996
Provincia
Cuneo.
Area storica
Langa storica.
Abitanti
1564 (ISTAT 1991).
Estensione
24,41 kmq.
Confini
A nord Gottasecca, a est Cairo Montenotte, a sud Cengio, a ovest Montezemolo e Camerana.
Frazioni
Lignera (490 m slm, 121 ab.) e San Michele (389 m slm, 219 ab.), oltre al capoluogo (389 m slm, 895 ab.); il censimento del 1991 segnala inoltre le località Capellini, Catalani, Maini, Mù San Giovanni - quest'ultimo indicato come nucleo speciale, già centro, ora spopolato - oltre a case sparse.
Toponimo storico
«Salescedo», «Salicetum», Salicetto.
Diocesi
Nel medioevo Saliceto appartiene alla diocesi di Alba, dalla quale viene successivamente staccato alla fine del secolo XVIII per essere annesso a quella di Mondovì.
Pieve
Nel secolo XIV la chiesa di Saliceto, l'antica parrocchiale di S. Martino in frazione Lignera, è parte della plebania di Gottasecca.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nel Cinquecento viene costruita su iniziativa del cardinale del Carretto la nuova parrocchia che prenderà il titolo di San Lorenzo martire (ma nel 1573 la chiesa di S. Martino è ancora parrocchiale). Sono moltissime le chiese e cappelle segnalate sul territorio del comune fra Sei e Settecento: l'oratorio di S. Agostino dei Disciplinanti e la chiesa di S. Elisabetta delle Umiliate (entrambe nel capoluogo); la chiesa di S. Martino (in regione Lignera, «distante dal luogo»); S. Sebastiano; S. Gervasio e Protasio (nella contrada omonima); S. Rocco (presso il recinto); S. Giovanni Battista (reg. Mor); S. Caterina da Siena (reg. Lignera); la Vergine della Consolazione, poi di S. Michele (Oltre Bormida); la Vergine della Neve (reg. della Costa, che nel 1753 è indicata dall'intendente come «chiesa assai cospicua»); S. Croce; S. Giuseppe; S. Francesco (AD Alba, Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]; Visita mons. Natta [1753]; Mazzone 1937; BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753).
Sul luogo di Saliceto hanno avuto diritti i vescovi di Savona, e altri erano di pertinenza dell'abbazia di Ferrania (cfr. il lemma 'Dipendenza nel Medioevo').
Assetto Insediativo

  

Luoghi Scomparsi
Non rilevati.
Comunità, origine, funzionamento
Una carta datata 16 novembre 1481 riporta un accordo fra Galeotto del Carretto marchese di Finale e Saliceto e la comunità del luogo di Saliceto.
Le successive attestazioni della comunità sono seicentesche (i catasti del 1662 ricordati in una risposta del comune: cfr. il lemma 'Catasti'), mentre i registri del consiglio della comunità risalgono al secolo successivo. Esiste anche una menzione precedente che rimanda ad una concessione degli statuti alla comunità di Saliceto (cfr. il lemma 'Statuti').
Nella metà del Settecento il consiglio della comunità è composto da cinque membri, ha casa propria e archivio e catasti ben ordinati (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753); dopo il 1815 il consiglio comprende un sindaco e cinque consiglieri (Mazzone 1937).
Statuti
Fontana segnala una lettera del duca di Milano Filippo Maria in cui vengono concessi gli statuti alla comunità del luogo di Saliceto, lettera menzionata in Sommario della causa tra la comunità di Garessio (Fontana 1907).
Catasti
Nella seconda metà dell'Ottocento si dichiara che la registrazione catastale era iniziata nel borgo nel 1662 (AC Saliceto, f. 64). L'attuale documentazione esistente nell'Archivio Storico del comune risale al tardo Settecento, ma nel catalogo compilato nel 1959, conservato in comune e presso la Soprintendenza archivistica, era menzionato un catasto del 1663 ed un altro della fine del secolo XVII, di cui se ne ignorano le sorti. Un successivo catalogo compilato trent'anni dopo il precedente, forse in conseguenza dello spostamento della sede dell'archivio, non fa alcuna menzione riguardo quei documenti (ma neppure ve ne è menzione nella visita della Soprintendenza archivistica del 1958, che addirittura menziona solamente catasti della seconda metà del XIX secolo).
Ordinati
Il registro degli ordinati più antico risale agli anni 1725-1726. La raccolta degli ordinati del consiglio riprende poi con le annate successive al 1772.
Dipendenze nel Medioevo
La corte di «Salescedo» è menzionata nel diploma del 967 con cui l'imperatore Ottone I concede ad Aleramo «omnes illas cortes in desertis locis consistentes a flumine Tanari usque ad flumen Urbam et ad litus maris».
I diplomi imperiali del 998, 999 e 1014 confermano ai vescovi savonesi le decime su Saliceto e le loro pertinenze su quel luogo.
Nel 1033 all'atto della fondazione del monastero di S. Maria di Castiglione presso Parma sono menzionati diritti su Saliceto; altre dotazioni su terre nel luogo di Saliceto sono menzionate nel diploma di fondazione dell'abbazia di Ferrania, prima del 1191 (le prime attestazioni risalgono al 1197, ma la concessione avvenne alcuni anni prima).
Nel 1228, alla pace fra Asti ed i Marchesi del Vasto, Guglielmo Gratapaglia genero del marchese Enrico di Savona dona il luogo di Saliceto con tutte le pertinenze a quella città, per riottenerlo poi in feudo a nome del suocero.
Nel 1245 il papa Innocenzo IV prende sotto la protezione apostolica l'abbazia di Ferrania e nel contempo ne conferma i beni, fra i quali quelli sul luogo di Saliceto, con la chiesa di S. Martino.
Il comune di Asti investe nel 1251 Giacomo del Carretto, marchese di Savona, del luogo di Saliceto. Nella successiva divisione fra i suoi eredi, le terre e le pertinenze su Saliceto spettano al figlio Corrado, insieme a Gottasecca ed altri feudi (un Guglielmo di Saliceto è nominato fra i creditori di Guglielmo del Carretto nel testamento).
Lo stesso Corrado un anno dopo riceve l'investitura di Saliceto e di tutte le sue pertinenze in recto feudo da Asti.
Nel 1276 fra i vassalli dei tre fratelli del Carretto è menzionato un Pietro di Saliceto, mentre un Facius di Saliceto partecipa lo stesso anno alla pace fra Asti ed Enrico del Carretto di Savona.
Feudo
Saliceto è compreso nel territorio della marca aleramica, ed è probabilmente una corte fiscale concessa dall'imperatore agli Aleramici ed ai vescovi di Savona per promuovere una presenza su quei luoghi. Feudo del Carretto, nel 1296 il suo signore giura al marchese del Monferrato; nel 1496 i del Carretto riceveranno l'investitura imperiale per Saliceto, ma in seguito il feudo, alla fine del secolo XVI, entra nel completo dominio della dinastia dei Savoia. Con l'estinzione della linea maschile dei del Carretto, nel 1717 il feudo passa ai Damiano di Priocca, poi ai Faussoni di Clavesana.
Mutamenti di distrettuazione
Nel Settecento Saliceto fa parte della provincia di Ceva; quando questa è soppressa, nel 1722, passa alla provincia di Mondovì. È compreso nel mandamento di Monesiglio, e dal 1861 passera poi alla provincia di Cuneo.
Sono numerose nel secolo XIX (1815, 1865, 1891) le richieste del comune di essere eretto a capoluogo di mandamento, in ragione della sua importanza nei confronti dei comuni vicini: i tentativi però non hanno esito. Nel 1865 la richiesta è legata a quella di aggregazione alla provincia di Savona; un proposito che verrà nuovamente manifestato in età fascista, nel 1927, quando insieme ad altri comuni della Valbormida si rinnoverà la richiesta, che comunque non porterà ad alcun cambiamento (Mazzone 1937).
Mutamenti Territoriali
Non rilevati.
Comunanze
I dati della Perequazione del 1721 mettono in evidenza la totale inconsistenza del patrimonio comunale; sono censiti infatti terreni solo per 75 tavole, indicate come «strade e mura» (AST, Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, n. 78). I dati sono riconfermati nei decenni successivi (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II: Relazione e stato della coltura de' beni, prov. Mondovì [1742, 1749, 1753]).
Dai censimenti del 1821 e del 1836 del territorio comunale, non risulta alcun riferimento a beni comuni, anche se a livello centrale è poi attestata una vendita di terreni comunali boschivi (apparentemente, dunque, non registrati nei censimenti: AST, Corte, Paesi per A e B, Saliceto; AC Saliceto, ff. 21, 60 e 66). Gli inventari comunali successivi, fino all'inizio del Novecento, annoverano solo gli edifici usati per l'esercizio dell'attività comunale, mentre non sono segnalati beni rustici (AC Saliceto, ff. 21, 60 e 66). Simile risultato, nessuna consistenza dei beni comuni, lo darà l'indagine promossa dal Commissariato per la liquidazione degli usi civici, negli anni Trenta (l'ultima pezza di proprietà comunale - 00.48 ha - è già stata alienata a favore di un privato nel 1923: CLUC, Saliceto, relazione geom. Aimo).
Liti Territoriali
Non sono state rintracciate segnalazioni di tensioni territoriali con comunità confinanti.
Fonti
AC Saliceto (Archivio Storico del Comune di Saliceto), ff. 21, 38, 60, 64 e 66.
L'Archivio Storico del comune conserva carte a partire dal secolo XVII (liti e censi), ma per la maggior parte la documentazione comunale superstite risale al secolo successivo (cfr. il lemma 'Catasti').
AD Alba (Archivio Storico della Diocesi di Alba): Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]. AST (Archivio di Stato di Torino):
Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II: Relazione e stato della coltura de' beni, prov. Mondovì [1742, 1749, 1753]; Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, n. 78; Corte, Paesi per A e B, Saliceto. BRT (Biblioteca Reale di Torino), Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753. La relazione dell'intendente Corvesy è edita: Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell'intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003. CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Saliceto, relazione geom. Aimo.
Bibliografia
Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS 22).
Arata A., De strata securiter tenenda, in «Acquesana», 1 (1995), pp. 4-31.
Arata A., I mansi di San Quintino: le origini delle strutture insediatile nelle Langhe tra le due Bormide, in «RSAAAl.At.», 100 (1991), pp. 85-106.
Balbis G., Val Bormida medievale. Momenti di una storia inedita, Cengio 1980.
Bosio B., La "charta " di fondazione e donazione dell'abbazia di S. Quintino di Spigno (4 maggio 991),Visone 1972.
Braida G., Cortemilia e le Langhe nei tempi antichi, Savigliano 1877.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1833-1856, 28 voll.
Chabrol de Volvic F., Statistique desprovinces de Savona, d'Oneille, d'Acqui et departie de la province de Mondovì, formant l'ancien département de Montenotte, Paris 1824.
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, I, Roma 1887, II-IV, Roma 1880.
Conterno G., Pievi e chiese dell'antica diocesi di Alba, in «BSSSAACn.», 80 (1979), pp. 55­-89.
Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell 'intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003.
Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.
Fontana L., Bibliografia degli statuti dei comuni dell'Italia superiore, Torino 1907.
Guasco Di Bisio F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS 54-58).
Manno A., Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, 10 voll., Torino 1884­-1934.
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, Civelli, Firenze 1895-1906, 2 voll. e 27 dattiloscritti, vol. I, ad vocem.
Martina G., Cortemilia e le sue Langhe, Cuneo 1951. Mazzone L., Monografia di Saliceto, Savona 1937.
Merlone R., Sviluppo e distribuzione del patrimonio aleramico (sec. X e XI), in «BSBS», 90 (1992), pp. 635-689.
Moriondo G.B., Monumenta aquensia, Torino 1789-90 (rist. Bologna 1967).
Murialdo G., La fondazione del "burgus Finarii" nel quadro possessorio dei marchesi di Savona, o del Carretto, in «Rivista Ingauna e Intemelia», n.s. 40 (1985), nn. 1-3, pp. 32-63.
Olivieri L., Le pievi medioevali dell'Alta Val Bormida, in «Rivista Ingauna e Intemelia», 27 (1972), nn. 1-4, pp. 17-34.
Provero L., Dai marchesi del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo. Sviluppi signorili entro quadri pubblici (secoli XI-XIII), Torino 1992 (BSS 209).
Provero L., I marchesi del Carretto: tradizione pubblica, radicamento patrimoniale e ambiti di affermazione politica, in Savona nel XII secolo e la formazione del comune: 1191-1991. Atti del convegno di Savona, 26 ottobre 1991, in «Atti e memorie della Società savonese di storia patria», n.s. 30 (1994), pp. 21-50.
Il «Rigestum comunis Albe», a cura di Gabotto F., Eusebio F., Pinerolo 1903 (BSSS 20 e 21).
Torre A., Il consumo di devozioni. Religione e comunità nelle campagne dell'Ancien Régime, Venezia 1995.
Descrizione Comune
Saliceto
     La tipologia insediativa del comune di Saliceto (370-808 m slm, 1564 ab.), anche se negli ultimi anni ha presentato caratteri di concentrazione nel borgo capoluogo, è storicamente caratterizzata da una significativa distribuzione delle frazioni sul territorio comunale. Nel 1750 nei registri di contribuzione il territorio comunale è diviso in tre parti: il Borgo; Mor e Lignera; Oltre Bormida e Costa (AC Saliceto, f. 38; BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753).
     I censimenti della seconda metà dell'Ottocento (1871) segnalano il Borgo Maggiore (480 ab.), Piano oltre Bormida (310), Madonna della Neve (245), Mù (251), Lignera (282) e San Gervasio e Rovereto (64): se si eccettuano i primi due, negli altri è consistente la percentuale di case sparse (AC Saliceto, f. 64, Censimenti). Nel 1921 sono attestate inoltre la frazione San Michele - nel luogo dove è costruita la stazione ferroviaria - e Niggia; nella prima sono censiti 522 abitanti su 2063, ed è insieme al Borgo (648 ab.) l'agglomerato più numeroso. Nel 1971 Mù è ancora attestata come frazione, mentre nella frazione San Michele sono segnalati molti nomi di località: Bricco, Lorenzini, Maini, Stazione, Virelli. Il numero degli abitanti, forse soprattutto grazie alla presenza della stazione ferroviaria in una delle frazioni del borgo, non ha subito il vistoso calo che ha invece caratterizzato gli anni del secondo dopoguerra, caratteristico dei comuni della zona. Saliceto contava 1026 abitanti nel 1749 (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II). Passa a 1439 abitanti nel 1819; 1668 nel 1861; 2063 nel 1921; 2019 nel 1961; 1690 nel 1981.
Saliceto è compreso nel territorio della marca aleramica, ed è probabilmente una corte fiscale concessa dall'imperatore agli Aleramici ed ai vescovi di Savona per promuovere una presenza su quei luoghi. Feudo del Carretto, nel 1296 il suo signore giura al marchese del Monferrato; nel 1496 i del Carretto riceveranno l'investitura imperiale per Saliceto, ma in seguito il feudo, alla fine del secolo XVI, entra nel completo dominio della dinastia dei Savoia.
La frammentazione territoriale e l'articolazione delle presenze sul territorio è testimoniata anche dalla documentazione ecclesiastica, che segnala a partire almeno dal Seicento moltissime chiese e cappelle distribuite all'interno dei confini comunali.
La documentazione comunale testimonia la totale inconsistenza dei beni comunali, che nelle ricognizioni successive degli ultimi due secoli hanno una rilevanza decisamente trascurabile. Non sono state rintracciate segnalazioni di tensioni territoriali con comunità confinanti; è rilevante invece il tentativo che a più riprese il comune di Saliceto effettua, per tutto il XIX secolo, per promuoversi il suo elevamento al ruolo di capoluogo di circondario, rivendicando una certa superiorità nei confronti dei comuni confinanti.
Riguardo Saliceto esiste uno studio specifico (Mazzone 1937), che si occupa della storia del comune, in cui sono utilizzate la documentazione comunale e quella ecclesiastica riguardante il luogo (1865 e 1927).