Canale

AutoriMolino, Baldassarre
Secondary AuthorsColombo, Emanuele
Anno Compilazione1996
Anno Revisione2010
Provincia
Cuneo.
Area storica
Astisio – Roero.
Abitanti
4965 al censimento del 1991; 5.215 al censimento del 2001 [ISTAT].
Estensione
Ettari 1800 [ISTAT] e 1826 [SITA] al censimento del 1991.
Confini
Da levante e in senso orario, confina con S.Damiano d'Asti, Priocca, Castellinaldo, Vezza d'Alba, Monteu Roero, Santo Stefano Roero, Montà e Cisterna d'Asti.
Frazioni
Madonna di Loreto, Madonna dei Cavalli, Valpone, San Defendente risultano frazioni. San Grato, Cavallotti, Grilloni, Val d'Oisa sono definite località minori nel censimento del 2001 [ISTAT]
Toponimo storico
All'anno 861 risale la prima citazione della località [GABOTTO, 1904, doc. IX]. La forma latina del nome si ritrova all'interno dei documenti sempre al plurale (Canales o Canalibus) in quanto, prima dell'attuale "villanova", il toponimo designava due altri insediamenti più a levante, uno presso l'antica pieve di S. Vittore, l'altro presso Valpone vecchio. Trovandosi davanti ai suddetti insediamenti un notevole tratto di valle pianeggiante, il nome potrebbe derivare dall'esistenza di canali derivati dal torrente Borbore. Se fino a qualche decennio addietro i canali per i molini erano ubicati sulla destra del Borbore, nel Duecento ne è documentata l'esistenza sulla sinistra, presso i citati insediamenti.
Diocesi
Appartenente alla diocesi d'Asti fino al 1817, in seguito a quella di Alba
Pieve
Esisteva in loco la pieve di S.Vittore de Canalibus, con giurisdizione sulle chiese di Monteu, Pralormo e Cisterna, secondo il registro della Chiesa d'Asti del 1345 [BOSIO 1894, p. 523]. Dell'area canalese il registro elenca la chiesa di Valgurro (ossia Sant'Andrea de Montorono), ma altre, in precedenza, avevano avuto funzione cimiteriale: San Guglielmo e San Giacomo (zona di Anterisio), San Siro (Castelletto), San Pietro (Brina e adiacenze), San Secondo e San Martino (Canale vecchio), Santa Marla (Loreto).
Altre Presenze Ecclesiastiche
La parrocchiale è attualmente S. Vittore, di antica fondazione ma poi ricostruita. Nel 1742 S. Vittore figura solo come cappella campestre, in quanto da fine Cinquecento circa la nuova parrocchiale è quella intitolata a S. Stefano, una dedicazione che non avrà però troppo fortuna e che già nel Seicento appare pericolante [TORRE 1995, p. 30]. Presso la parrocchiale nel 1742 risultano erette le compagnie del SSmo Sacramento, del SSmo Rosario e del Carmine. Sempre nel 1742 sono censite le cappelle campestri di S. Rocco, della Trinità, della Madonna del Loreto (presso l'analoga frazione), di Mombirone (noto come santuario), S. Liberata, S. Defendente (dal 1706), S. Grato, della Madonna del Carmine, di S. Siro e di S. Antonio [Materiali sulla religiosità, p. LXXIII]. Alcune di queste cappelle sono chiaramente riconoscibili come epicentri di una frazione (S. Grato, S. Defendente, Madonna del Loreto).
Fondate da confraternite risultano invece la chiesa di S. Giovanni Decollato, da parte della confraternita della misericordia; e l'oratorio di S. Bernardino. Esisteva poi un convento dei frati minori con una chiesa dedicata a S. Croce, risalente al XVII secolo e ancora funzionante a metà Ottocento [MACCONO 1937], di recente ridiventato monastero (1978) grazie all’azione delle adoratrici perpetue del SSmo Sacramento.
Incerta resta l'attribuzione della cappella campestre di S. Giuliano, sita ai confini tra Cisterna e Canale [TORRE 1995, p. 25].
Assetto Insediativo
L'assetto insediativo di Canale è a nuclei frammentati, con un borgo centrale e una serie di frazioni che ancora in epoca recente appaiono in evoluzione e prendono talora, specialmente in età moderna, la forma della "cassina".
La villa Canales, citata da un documento dell'861, si riferiva verosimilmente a due insediamenti pressoché contigui: uno attorno all'antica pieve di S.Vittore (comprensivo della località ancor oggi detta Borgo, a lato dell'antica strata), con una fascia verso occidente che includeva le scomparse chiese cimiteriali di S. Martino e di S. Stefano (quest'ultima citata prima della villanova e sul sito dell'attuale chiesa parrocchiale di S. Vittore); l'altro sul rilievo alle spalle delle case Oesio (con la scomparsa chiesa di S. Secondo), comprendente anche Valpone vecchio.
Questi insediamenti erano in rapporto con la strata che risaliva la valle del Borbore e con quella, parimenti antica, che dalla conca di S. Damiano risaliva la valletta del Rivo Maggiore, contornava il punto forte del Bric Torrione e raggiungeva la strata del Borbore fra i due Canales. Questa parte dell'area era anche detta de Serris, a motivo delle piccole serre, o dorsali, che dal più alto rilievo di Mompissano scendono al fondovalle.
L'attuale territorio di Canale deriva dallo stravolgimento causato in zona dal comune di Asti nel 1257, a seguito dell'esito favorevole della guerra contro i conti di Biandrate. I documenti del Codex Astensis e nel Rigestum Comunis Albe sottolineano una pluralità di presenze insediative sul territorio che sarà assegnato alla villanova.
Nel settore a sud-ovest, fra il Borbore e il rivo di Canale (quello proveniente da Monteu), si stendeva il territorio di Anterisio, con le chiese cimiteriali di S. Guglielmo (scomparsa), S. Giacomo (ora pilone) e, forse, S. Maria (ora Santuario di S. Maria di Mombirone), appartenuto ai domini de Anterixio, che, nel 1252, vendono le loro proprietà ai conti di Biandrate [Codex Astensis, doc. 8997], cedendo loro il controllo degli importanti percorsi di Monta, della valle Aiello e, in parte, del Borbore.
Il settore a nord e nord-est, spettante ai domini de Laureto, comprendeva le terre attorno all'insediamento di Morinaldo (Mons Raynaldì), con la chiesa cimiteriale di S.Bartolomeo (ora pilone); il territorio di Loreto, con l'omonimo abitato e la chiesa cimiteriale di S.Maria (ora Madonna di Loreto); l'area Montorino-Brina più a est, con la chiesa cimiteriale di S.Pietro, quasi al confine con San Damiano; al centro, la zona dei citati insediamenti di Canales.
Su un modesto rilievo della regione Montorone, poco a monte della villanova, sorgeva la chiesa cimiteriale di Sant'Andrea a servizio del vicino insediamento (la villa Montoroni è ricordata nel doc. XCIII dell'8 settembre 1207 del Rigestum Comunis Albe). I relativi domini de Montorono sono ricordati fino al secondo decennio del secolo, poi sostituiti dai signori di Loreto. Tutte queste terre, pur di pertinenza vescovile, risultano vendute nel 1242 dai signori di Loreto ad Asti [Codex Astensis, docc. 578-81].
Nel settore di sud-est, fra la piana del Borbore e fin oltre il confine con Castellinaldo, si trovava il feudo di Castelletto, con chiesa cimiteriale di San Siro (scomparsa) che apparteneva al consortile dei consignori di Castellinaldo [Codex Astensis, doc. 869].
Dopo la guerra tra Asti e il vescovo l'assetto risulta profondamente rimodellato. Nella conca canalese il vescovo perde Castelletto, Loreto, Anterisio e Morinaldo e gli abitanti sono costretti a migrare nella villanova di Canale, appositamente costruita [COTTO]. La restante parte del territorio di Anterisio venne divisa fra Monteu e S.Stefano.
Gli statuti canalesi del 1419 sintetizzano in questi quattro settori la divisione dell'area canalese. 
In età moderna si approfondisce la divisione tra il borgo e il resto del territorio, che si frantuma in una serie di insediamenti. L'elemento religioso, con la presenza di svariate cappelle campestri, e quello devozionale, con l'azione di confraternite a differente azione territoriale, ben esemplificano la strutturazione dell'area [TORRE 1995; Materiali sulla religiosità]. Si tratta molto spesso di zone contese da altre comunità (come l'area attorno a S. Giuliano; o le "cassine" vicino S. Damiano), a debole caratterizzazione amministrativa ma dotate di un forte riconoscimento sul piano religioso-rituale.
Luoghi Scomparsi
Sono da considerarsi luoghi scomparsi Anterisio, Brina e Borgo. L'insediamento di Anterisio, citato nei cartari nei secoli XII e XIII (e rimasto in seguito come toponimo prediale), sorgeva nel tratto inferiore della Valle dei Longhi, a sud-ovest dell'abitato canalese. Venne distrutto nel 1257, nel corso della guerra mossa da Asti ai conti di Biandrate; i suoi abitanti emigrarono per la maggior parte nella villanova di Canale, mentre altri s'insediarono nel coevo ampliamento di Monteu. Il nome (che si trova sui documenti nelle forme Anterisio, Anterriso, Enterrisi, Anterisso, Enterris) deriva dall'espressione dialettale " ‘nt ‘l ri ", ossia "nel rivo", per significare la posizione in basso, nella valle.
Brina sorgeva presso l'attuale frazione San Defendente. Nel 1242, al tempo della vendita dei signori di Loreto (ora frazione di Canale) ad Asti, è un vivace insediamento, ma nel 1275, dopo la sottomissione dei signori di Gorzano, il comune di Asti obbliga i propri sudditi di Brina a trasferirsi in Canale nuovo [Codex Astensis, doc. 937]. Nel 1280 obbliga poi i locali sudditi dei di Gorzano a trasferirsi nella villanova di S.Damiano [ivi, doc. 849]. Successivamente, la località gradualmente si ripopola col nome di San Defendente,
Il toponimo Borgo designa tuttora una parte del piano sotto la chiesetta di S.Vittore, ricostruita sul sito dell'antica pieve. E' questa l'area dell'insediamento d'età romana, migrato poi, in periodo altomedioevale sui declivi adiacenti e nella zona di Valpone vecchio - con il nome di Canales -, spopolandosi infine con il sorgere della villanova canalese [MOLINO 1989].
Comunità, origine, funzionamento
La comunità nasce con la formazione della villanova, che Asti riconosce come entità autonoma.
In precedenza, ante 1260, esistevano vari insediamenti: Anterisio, Montorono, Loreto, Castelletto, i due «Canales», Brina, ognuno coi rispettivi castellani vescovili. Nessun riferimento specifico si ricava però sulle rispettive comunità, che probabilmente dovevano esistere in una qualche forma embrionale. Gli statuti quattrocenteschi prevedono infatti rappresentanti per i quattro settori principali, che concorrono a formare il nuovo comune: Castelletto, Serre (ossia la parte più vecchia di Canale), Anterisio e Loreto.
La comunità si reggeva tramite un consiglio comunale, regolarmente convocato a partire dal 1590 e composto, a norma degli statuti, da venticinque consiglieri [A.C.Canale, m. 45, ordinati]. Del podestà, di nomina signorile, si ha notizia dagli inizi del Quattrocento, ossia dopo che il feudo è stato concesso ai Roero.
Statuti
Gli statuti vengono promulgati nel 1419, sulla base di 196 capitoli, con i consignori Roero e sono il rifacimento di altri precedenti [CASALIS, p. 32]. L'archivio comunale ne conserva una copia a stampa del Cinquecento e altra di fine Seicento[A.C.Canale, m. 1]. I bandi campestri vengono fatti stampare nel 1728 [A. Malabaila, m. 87].
Catasti
L'archivio comunale conserva catasti del 1563 e 1688, oltre a un catasto figurato del 1823, opera del geometra Michele Corte
Ordinati
Si conservano gli ordinati dal 1590, con alcune lacune nel periodo immediatamente seguente [AC Canale, mazzi 45 e seguenti]
Dipendenze nel Medioevo
Inizialmente soggetto, nelle sue diverse entità territoriali, al vescovo d'Asti [si vedano, ad esempio, le varie investiture del 13 marzo 1237 in ASSANDRIA, doc. CLXI], il territorio canalese viene occupato, nel 1257, dal Comune di Asti (nonostante una scomunica vescovile, poi annullata nel 1279), dal quale dipende direttamente fino al 1378, quando Asti entra nei possessi di Gian Galeazzo Visconti. Compreso nella Contea d'Asti, Canale entra nel 1387 fra i feudi dati in dote a Valentina Visconti, sposa nella Casa d'Orléans, restando sotto la dipendenza francese fino al 1530, quando l'imperatore Carlo V dona la contea a Beatrice di Portogallo, moglie del duca Carlo III di Savoia, al cui casato appartiene poi a ogni effetto a partire dalla restaurazione del duca Emanuele Filiberto.
Feudo
Prima dell'unificazione entro la villanova, l'area canalese era assai articolata, con diversi territorio e relativi castellani, o domini: nel settore di sud-ovest il territorio di Anterisio con i signori omonimi (che vendettero ai Biandrate nel 1252); a sud-est, fra il Borbore e Castellinaldo, l'area dei domini de Castelleto; a nord e nord-ovest l'area di Loreto e di Valpone, oggetto di vendita ad Asti (con altre vaste aree situate nell'Astisio) da parte dei domini de Laureto nel 1242.; presso l'attuale concentrico erano presenti i de Montorono, anch'essi castellani aderenti all'Astisio.
Con l'acquisto di parte dell'area canalese del 1242, la sottrazione della restante parte al vescovo nel 1257 e la fondazione della villanova nel 1260, Canale resta senza domini per oltre un secolo, fino alla presa di possesso di Asti da parte di Gian Galeazzo Visconti, il quale, il 6 marzo 1379, dona il feudo ai fratelli Antonio e Domenico Roero per remunerarli della loro fedeltà e dei servizi resi [A. Malabaila, m. 2; ASTO, Corte, Paesi, Alba, m. 4, Transonto dell'Infeodazione e donazione fatta da Gio. Galeazzo Visconti conte di Milano a favore di Antonio, e Domenico fratelli Roeri, del castello, luogo, giurisdizione, beni e redditi feudali di Canale per essi e loro discendenti maschi in feudo nobile, 6-27/3/1379].
Del 1409 è una transazione tra i Roero e la comunità su vari argomenti: fedeltà da prestare da parte dei sudditi, podestà e suo stipendio, diritti di segreteria, cavalcata, dazi e pedaggi, , forni, ecc. [A.C.Canale, m. 42; MOLINO 1989, pp. 191-192]. Con tale accordo la comunità mantiene il possesso di metà delle regalie del luogo, ma sull'argomento vi saranno in seguito diverse liti coi consignori.
Il ramo di questi Roero - che disponeva anche di buona parte di Montaldo Roero e di quote di Sommariva del Bosco - si estingue con Ascanio nel 1601, ma, da tempo, varie quote erano passate ad altri Roero. Fin dal 1418 la quarta parte era pervenuta - per scambio con una quota di Sanfrè - a Oddone Roero di Monticello, il cui ramo giunge a disporre di tre parti e mezza su otto [ASTO, Corte, Paesi, Alba, m. 4, Vendita fatta dal Sig.re Giacomo Roero a favore del sig. Onorato Roero di tre quarti del castello, luogo, e giurisdizione di canale per il prezzo di scudi 3.000, 7/4/1528], acquistate poi, nel 1620, dai Malabaila.
Nell'ultimo quarto del Cinquecento è consignore di Canale Carlo, dei Roero di Poirino, la cui quota perviene nel 1580 a Opecino, dei Roero di Settime, che, nel 1601, ottiene anche la parte già appartenuta ad Ascanio, ultimo del primo ramo acquisitore. Il casato dei Malabaila, presente in zona fin dall'ultimo quarto del Duecento (dove acquista svariate pezze di terra ai confini sud-orientali della nuova circoscrizione comunale), acquisisce inizialmente un sedicesimo di giurisdizione e un quarto dello spazio murato del castello in occasione del matrimonio di Daniele con Franceschina Roero. Nel 1603, i Malabaila acquistano altri tre ottavi da Opecino Roero; nel 1620 i tre ottavi e mezzo di Percivalle Roero di Monticello e, infine, nel 1654, completano l'acquisizione con la quota di Opecino Roero di Settime.
Nel Settecento, la comunità e i Malabaila appaiono in costante conflitto a causa della perequazione, che impone un carico fiscale più pesante al feudatario. Le alterne vicende, alla fine di una lunga causa, premiano la comunità [ASTO, Paesi, Alba, m. 4, Copia di parere del Presidente Riccardi, primo Presidente Caissotti, Presidente Siccardi, primo Refferendario Bogino ed avvocato generale Sclarandi con diverse memorie sopra il punto della feudalità o allodialità di giornate 240 di beni spettanti al conte di Canale nel territorio di quel feudo, 12/4/1732; TORRE 1995, pp. 326-7; ASTO, Sezioni riunite, Patenti Piemonte,  reg. 201, cc. 9-10, 16/10/1761].
Mutamenti di distrettuazione
Lungo tutto il Cinquecento Canale continua a far parte della Contea d'Asti. Nel Seicento, entra a far parte della provincia di Cherasco, poi, nel Settecento confluisce in quella di Asti. In età napoleonica appartenne al dipartimento del Tanaro, prefettura d'Asti; successivamente, con la Restaurazione, entra nella provincia d'Alba dove è a capo di mandamento. Dopo l'Unità e il riordino delle province, fa parte di quella di Cuneo, circondario di Alba, dove è ancora capo di mandamento [BERNOCCO].
Mutamenti Territoriali
Dopo le vicende che portano alla nascita della villanova, Canale non registra più mutazioni territoriali di rilievo. Nel 1872 vi è una petizione della frazione Bricco Ferreri di Monteu al Consiglio Provinciale di Cuneo per il distacco da Monteu e l'aggregazione a Canale [A.C.Canale, m. 47], evidentemente non accolta. Dieci anni dopo è la volta della borgata Trinità di Santo Stefano Roero, pure con risultato negativo (ibidem). Nel 1949-50, altresì, è la borgata di S. Anna (ai confini con Monteu Roero) a chiedere l'aggregazione a Canale, anche qui con risultati negativi.
Comunanze
Nel Settecento si registrano ancora circa novanta giornate di beni comuni, in parte rocche al confine con Monteu e in buona parte pascoli, ubicati ai confini con Vezza e Castellinaldo. Un'isola amministrativa di oltre cento giornate di bosco in territorio di Monteu (zona di val Morera) ai confini con Canale era stata creata da Asti nell'ultimo quarto del Trecento, quando le milizie astigiane agiscono contro i de Gorzano e infieriscono  contro Tuerdo, insediamento già a nord di Monteu, smembrando il suo territorio; tale situazione termina nel 1698, quando il comune di Monteu acquista tali boschi mediante pagamento di 4.000 lire ducali [A.C. di Monteu Roero, mazzo 34 bis].
Liti Territoriali
Si registra una transazione con la comunità di Castellinaldo nel 1501 per i confini, rimasti in seguito inalterati [A.C Canale, mazzo 1°, in appendice agli statuti canales]); con l'occasione viene anche sancito il pascolo comune per gli animali delle due comunità, tanto sui beni comuni che su quelli privati.
Con Cisterna si giunge ad un primo accordo nel 1456 (ibidem): da parte di Canale si pretendeva che il confine giungesse fino al Rivo Maggiore, presso le "aree" di Cisterna; dalla parte avversa si sosteneva invece che le fini di Canale non giungevano a San Giuliano.
Con San Damiano si arriva ad una transazione per i confini nel 1550, su una linea che ricalca quelli attuali [A.Malabaila, m. 15], come si ricava anche da una successiva verifica del 1571 [ivi, m. 22]. L'accordo scaturisce da una serrata serie di controversie su alcuni appezzamenti contesi accorpati in "cassine" (insediamenti frammentati), che stavano all'incrocio tra tre comunità: San Damiano, Cisterna e Canale [ASTO, Corte, Paesi. Asti, m. 22, San Damiano, Sommario della Causa & Ragioni della communità di San Damiano Dominio della felice Corona di S.A.R. di Savoia, contro la Communità della Cisterna Dominio di S. Santità, in materia de' confini tra l'una e l'altra Communità (circa 1657)].
Una lunga contesa si registra tra Canale e Cisterna per la giurisdizione sulla cappella campestre di S. Giuliano, sita ai confini tra i due territori. Nel 1697, come risulta dalla visita pastorale del Migliavacca, la situazione ancora non era chiarita [TORRE, 1995, p. 25].
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Canale).
A.C.C., Mazzo 1 (statuti)
A.C.C., Mazzo 1, in appendice agli statuti.
A.C.C., Mazzo 42 (transazione tra i Roero e la comunità del 1409),
A.C.C., Mazzo 45 (ordinati),

A.C.M. (Archivio Storico del Comune di Montà).
A.C.M., Mazzo 34 bis.
(transazione del 1698)
 
A.M.C. (Archivio Malabaila di Canale).
in particolare mazzi 2, 15 (transazione del 1550 con S. Damiano per i confini), 22 (verifica di confini del 1571), 87 (bandi campestri della comunità)

 

A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).

 

Corte, Paesi, Alba, m. 4, Transonto dell'Infeodazione e donazione fatta da Gio. Galeazzo Visconti conte di MIlano a favore di Antonio, e Domenico fratelli Roeri, del castello, luogo, giurisdizione, beni e redditi feudali di Canale per essi e loro discendenti maschi in feudo nobile, 6-27/3/1379; Corte, Paesi, Alba, m. 4, Vendita fatta dal Sig.re Giacomo Roero a favore del sig. Onorato Roero di tre quarti del castello, luogo, e giurisdizione di canale per il prezzo di scudi 3.000, 7/4/1528; Paesi, Alba, m. 4, Copia di parere del Presidente Riccardi, primo Presidente Caissotti, Presidente Siccardi, primo Refferendario Bogino ed avvocato generale Sclarandi con diverse memorie sopra il punto della feudalità o allodialità di giornate 240 di beni spettanti al conte di Canale nel territorio di quel feudo, 12/4/1732; Corte, Paesi, Asti, m. 22, San Damiano, Sommario della Causa & Ragioni della communità di San Damiano Dominio della felice Corona di S.A.R. di Savoia, contro la Communità della Cisterna Dominio di S. Santità, in materia de' confini tra l'una e l'altra Communità (circa 1657);  Corte, Materie economiche, Gabelle, Sale Piemonte e Nizza, m. 4, Rappresentazione degli abusi contro la Gabella del sale e delle corrispondenze de' sfrosatori co' Stati confinanti del 24/12/1687; Sezioni riunite, Patenti Piemonte,  reg. 201, cc.9-10, 16/10/1761
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 5 Nero, Mazzo 1, v. immagine 2 ("CARTA / DEL / BURGOGNO"). Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). Sul verso: "Piemonte". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 1 nero. (Data: [1772]) [Autore incisioni:(Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Mazzo 2, Asti,  Carta Tipografica del corso delle Strade, che da questa Capitale tendono alla Città d'Asti passando per la Montagna, indi a Chieri, / e Villanova, e per altra parte da Moncaglieri a Poÿrino, e S. Michele, ed altra da Poÿrino alla Montà, e S. Damiano. Carta tipografica del corso delle strade che da questa Capitale tendono alla città d'Asti, passando per la montagna indi a Chieri e Villanova e per altra parte da Moncaglieri a Pojrino e S. Michele, ed altra da Pojrino alla Montà e S. Damiano". Torino, 25 maggio 1766, Nicola Bojne Misuratore. Inchiostro e acquerello di vari colori (Data: 1766-5-25) [Autore disegno originale: Nic:[olao] Boÿne [Bojne]. Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Casa di Sua Maestà, Tanaro, fiume, Mazzo 238, Corso del fiume Tanaro presso Santa Vittoria e Canale d' Alba, s.d. Vedi mappa.
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Descrizione Comune
Canale
Il territorio canalese così come lo conosciamo oggi si forma all'inizio del Duecento, con la costruzione della villanova e lo smembramento di quattro comunità precedenti, "hominum Canalium qui nunc ibi habitant in posse et territorio locorum unde dicta villa constructa est, scilicet de Laureto, de Anterisio, de Canalibus, de Castelleto". [COTTO]. La guerra che Asti, dopo anni di belligeranza con altri oppositori, porta nell'estate del 1257 contro i conti di Biandrate (diventati di ostacolo al commercio e alla politica astigiana in zona dopo l'acquisto del 1252 dai signori di Anterisio e di Desaia) sconvolge questo stato di cose: quello che non era compreso nell'acquisto del 1242 viene preso con la forza, a danno dei conti di Biandrate e del vescovo d'Asti, che vi aveva la superiorità feudale. I successivi statuti quattrocenteschi ribadiranno questo stato di cose.
In seguito, il territorio canalese pare essere attraversato da conflitti striscianti, che si riflettono nel mondo cultuale e del cerimoniale. Anzitutto, si ha una polarizzazione tra le due principali confraternite, la Misericordia (composta perlopiù dai notabili del luogo) e quella di S. Bernardino, che nel Settecento assume un significato blandamente politico, connettendosi alla lite tra comunità e feudatario. In realtà, come è stato evidenziato, il conflitto pare avere una natura di carattere più spiccatamente territoriale. La confraternita di S. Bernardino è infatti più concentrata sul borgo e in particolare sull'elemento professionale, all’interno del qual la componente notarile è dominante. Quella della Misericordia, invece, ha per spettro tutto il territorio casalese e in particolare le frazioni, tanto che le sue processioni si rivolgono costantemente alle cappelle campestri [TORRE 1978; TORRE 1995]. I conflitti rimandano dunque al tipico assetto insediativo della comunità, che insiste su aree decentrate.
La polarità religiosa è, del resto, fenomeno che si può riscontrare anche in altre forme, ad esempio nel caso del titolo parrocchiale, che pur trasferito a S. Stefano nel Cinque-Seicento, rimarrà costantemente legato a S. Vittore nelle devozioni popolari, fino a tornare ad esso in epoca più tardi; o nella contrapposizione tra curato e clero regolare.
Lo stretto legame della comunità con l'elemento devozionale risulta ancora più evidente se si pensa che la confraternita di S. Bernardino era a fine Cinquecento la sede del consiglio comunale.
Un elemento importante e legato al territorio resta quello del rapporto tra la comunità e il signore, che anzi, una volta passato il feudo nelle mani dei Malabaila, acquista una sua specifica consistenza proprio nel corso dell'età moderna. La perequazione, infatti (che denotò un aumento dell'imposizione unicamente per la provincia di Asti), pose un serio problema fiscale all'interno della comunità, causando i tentativi di esenzione del feudatario, che dopo una lotta serrata durata per gran parte del Settecento, non ebbero però successo. Buona parte dello scontro si era anche in questo caso condensata attorno all'elemento confraternale, attraverso il sostegno accordato dal feudatario ai "neri" della Misericordia. Gli tardivi scontri tra comunità e signore sembrano, comunque, ripetere analoghi schemi in vigore in gran parte dei feudi imperiali di cui era punteggiata tutta l'area [TORRE 1995].
Così, anche sotto il profilo economico, la comunità pare ripetere alcune tipicità dei feudi imperiali, anzitutto la grande importanza dell'economia di transito e in particolare del sale, che veniva raccolto in loco dagli sfrosatori: "Altro sfroso de sali vien causato da sfrosatori della Montà, S. Stefano, Monteu e Canale sudditi di S.A.R. in compagnia d'altri della Cisterna, Ziolla et altri luoghi circonvicini, li quali ben sovente in numero grandissimo di persone armate portano sale di sfroso nelle Provincie di Chieri, Carmagnola, Torino e valle di Susa" [ASTO, Corte, Materie economiche, Gabelle, Sale Piemonte e Nizza, m. 4, Rappresentazione degli abusi contro la Gabella del sale e delle corrispondenze de' sfrosatori co' Stati confinanti del 24/12/1687].
Anche in età contemporanea Canale resterà un importante luogo di transito, crocevia tra tre zone (Albese, Cuneese, Astigiano) entro cui Canale figura, a seconda delle epoche, inquadrato amministrativamente [BERNOCCO]. Il territorio sovra-locale pare però caratterizzato in maniera più significativa da altri elementi, rispetto a quello della pura distrettuazione amministrativa; la feudalità, in particolare nel Cinquecento (area dei Roero), è di importanza decisiva. La riproposizione di un territorio culturale e non unicamente amministrativo si ripete anche in epoca molto recente, con la nascita nel 1994 dell'Associazione sindaci del Roero, trasformatosi nel 2001 in un consorzio per lo sviluppo economico, la Comunità collinare del Roero, che riprende un'antica configurazione "territoriale" e ripropone in maniera nuova il tema dell’aggregazione comunitaria (promozione e tutela dell'ambiente sostanzialmente, attraverso la realizzazione di servizi e opere pubbliche) [BIGNANTE].