Bosia

AutoriAngelini, Massimo
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo.
Area storica
Alta Langa.
Abitanti
225 al censimento del 1991.
Estensione
564 [SITA] ettari al censimento del 1991.
Confini
In senso N-E-S-O : Lequio Berria, Borgomale, Castino, Cortemilia, Cravanzana, Arguello.
Toponimo storico
«Boxia» nel 1198 [B.S.S.S., XX, doc. CLXIX], «Bosia» nel 1216 [B.S.S.S., XX, doc. CXC]. Risultano anche le forme : «Bozeda» [CASALIS 1834]; «La Bosia» [DE BARTOLOMEI 1847, 333]; il dialettale «Beusia» [MANNO 1891]. L' etimologia rinvia a un probabile fitonimo [Dizionario 1990, p. 94].
Diocesi
Bosia appartiene alla diocesi di Alba.
Pieve
Non compare nel Registrum del 1325 [CONTERNO 1979].
Altre Presenze Ecclesiastiche
L’unica chiesa di Bosia, dedicata a San Nazario, è stata riedificata nel secolo XX (sul portale è riportata la data del 1929] sul sito dell' antica parrocchiale. Su questa non si hanno precise notizie, anche se è ragionevole supporre che non fosse precedente al 1679 [infra].
Oltre alla parrocchiale si trova un oratorio intitolato a San Maurizio, a nord del paese.
Luoghi Scomparsi
L’archivio storico comunale, conservato presso la casa municipale, è in corso di riordino. Nell' ultima visita ordinata dalla Soprintendenza archivistica (1967) veniva rilevata l'irregolarità delle serie conservate, forse dovuta agli spostamenti dell’archivio, dovuti al temporaneo accorpamento di Bosia a Castino negli anni 1928-1947.
Comunità, origine, funzionamento
Le più remote tracce sulla struttura comunitaria si hanno con i primi ordinati pervenutici, risalenti agli inizi del secolo XVIII. Le fonti raccolte non permettono di aggiungere nulla riguardo alla organizzazione del borgo medievale e sulla sua vita amministrativa.
Statuti
Non si ha notizia di statuti della comunità di Bosia.
Catasti
II "Libro dei catasti" del 1684 risultava, nel 1967, il documento più antico conservato presso l’archivio storico comunale. Non si ha notizia di ulteriori catasti.
Ordinati
Nell'ispezione archivistica del 1967 non è citata la serie degli ordinati comunali, che, alla fine del secolo XIX, risultava comprendere registri dal 1716 al 1799 [BIANCHI 1881,248].
Dipendenze nel Medioevo
Al termine del secolo X, le terre di Castino fanno parte della Marca aleramica; un secolo più tardi sono comprese nei possedimenti di Bonifacio del Vasto che le include nel marchesato di Cortemilia e, nel 1125, le trasmette al figlio Bonifacio.
Feudo
Nel 1191, Ottone I, figlio di Bonifacio di Cortemilia, marchese di Savona e del Carretto, con atto di sottomissione cede il dominio di Bosia alla città di Asti, ottenendone 1' investitura, trasmissibile ai figli e alle figlie. Bosia, sotto il dominio di Asti, da Ottone passa in feudo al fratello Enrico II e da questi al figlio Giacomo del Carretto. I figli di questi, nel 1268, si dividono i feudi dei del Carretto : a Enrico III tocca il terziere di Novello, con Bosia, Bossolasco, Bossolaschetto, Cravanzana, Feisoglio, Niella, Serravalle.
Mutamenti di distrettuazione
Nel 1631 Bosia entra nei domini dello Stato sabaudo; compresa nel dipartimento di Montenotte durante il periodo napoleonico, sotto il Regno di Sardegna dipende dal mandamento di Cortemilia e dalla provincia di Alba; entra a fare parte della provincia di Cuneo dopo l’Unità.
Mutamenti Territoriali
Dal 1928 al 1947 Bosia venne aggregata al comune di Castino. Non si registrano altre modifiche nella perimetrazione del territorio comunale.
Comunanze
Nella scheda del C.L.U.C. sono registrate due particelle di terreni gravati da servitù di usi civico, per complessivi 787 mq., corrispondenti al cimitero e al concentrico del paese.
Fonti
A.C.B. (Archivio Storico del Comune di Bosia).

A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 5 Nero, Mazzo 1, v. immagine 2 ("CARTA / DEL / BURGOGNO"). Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). Sul verso: "Piemonte". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 1 nero. (Data: [1772]) [Autore incisioni:(Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
Bibliografia
Aa. Vv., Richiami di Langa. Itinerari di arte e di cultura nell’ Alta Langa montana, Vicoforte 1996.
E. BARONINO, Le Città, le terre e i castelli del Monferrato descritti nel 1604 da E. B., «R.S.A.A.AL», 1904-1905,
N. BIANCHI, Le carte degli archivi piemontesi, Torino 1881.
G. CASALIS, Dizionario geografico storico - statistico commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, vol. II, Torino 1834.
G. CONTERNO, Pievi e chiese dell antica diocesi di Alba, «Bollettino della Società per gli Studi S.A.A. della Prov. di Cuneo», 1979,1.
D. BOSCA, I quarantatrè comuni, Comunità Montana Alta Langa 1991, sub scheda.
L. DE BARTOLOMEIS, Notizie topografiche e statistiche sugli Stati Sardi, Torino 1847, II, vol. IV.
Direzione Generale della Statistica del Regno, Dizionario dei Comuni e frazioni di Comune, Roma 1907.
Dizionario di Toponomastica, I nomi geografici italiani, Torino 1990.
P. FRIGGERI, Bosia, in I Fratelli dell' Alta Langa - Storia dei 43 comuni dell' Alta Langa, ds., Mombarcaro 1996, parte II, cap. 8.
F. GUASCO, Dizionario Feudale degli Antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911.
ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), XIII Censimento nazionale della popolazione e delle abitazioni. 1993.
A. MANNO, Bibliografia storica degli Stati della Monarchia di Savoia, vol. III, Torino 1891.
G. PARUSSO, a cura di, Castino e gli antichi statuti, Castino 1989.
G.B. PIO, Cronistoria dei comuni dell' antico mandamento dei Bossolasco con cenni sulle Langhe, Alba 1920, ristampa Cuneo 1975.
G. SCANAVINO, Memorie storiche, ms. '(s.a., ma anni 1950) rist. in PARUSSO 1989, 167-194.
Descrizione Comune
Bosia
     Le più remote attestazioni su Bosia riguardano il suo castello e risalgono al secolo XI; ma 1' evento che ha segnato in maniera decisiva la storia del paese avvenne il giovedì santo del 1679, quando, per il cedimento del terreno, sotto il peso di un' eccezionale nevicata, il capoluogo rimase interamente distrutto e, con esso, probabilmente, anche il castello, del quale da allora non resta notizia.
     Sulle conseguenze dello sprofondamento di Bosia gli storici locali hanno espresso opinioni discordanti : è stato tramandato che, in seguito al disastro, fossero periti tutti gli abitanti del paese [BOSCA 1991]; ma Don Scanavino, parroco di Castino, lavorando sui registri parrocchiali, giunse alla conclusione che non vi furono vittime [SCANAVINO in PARUSSO 1989, 187 ss.].
     La principale conseguenza di tale evento fu lo spostamento del nucleo abitato dalla sua originaria posizione, in frazione Rutte (v. frazioni) a quella attuale, quasi un chilometro più a nord. Una tradizione locale attribuisce la traslazione del paese al "sortilegio delle masche" [BOSCA 1991]. In realtà, venne parzialmente abbandonato quello che nel tempo si rivelò - nel 1679, come si è visto, in maniera drammatica - un pendio franoso.
     Il racconto degli eventi politici che hanno segnato la storia di Bosia si snoda sulla trama dei conflitti che hanno animato, nel corso dell' età moderna, la competizione fra i grandi potentati, facendo della Val Belbo terra di passaggio e scontro militare. D’altra parte, i suoi minuti feudi, più che espressioni di autonomia politica, sono stati oggetti di dote, scambio, trasmissione e luoghi del prelievo fiscale per le signorie locali.
     Bosia è investita nel 1426 dall'imperatore Sigismondo a Giovanni Bartolomeo del Carretto [PIO 1975, 70]; fu occupata nel 1431 da Francesco Sforza insieme alle terre dell' alta Langa e nuovamente concessa, dopo la sottomissione di rito, al marchese del Carretto; trasmessa in dote nel 1471, alla morte di Giovanni Bartolomeo, a Bonifacio di Valperga [GUASCO 1911]. Definitivamente annessa alle terre dei Savoia in seguito al trattato di Cherasco (1631), Bosia viene infeudata ai Robbi (fino al 1714), ai Verri di Alba (1714, 1734 e 1787), ai signori di Ceva (1742 e 1778) e ai Falletti di Canalunga (1790) [MANNO 1895,145; Aa. Vv. 1996, scheda, XII].
     Oggi Bosia si presenta come un borgo di piccole dimensioni, dislocato a mezza costa, a quasi 500 m. slm.. Il territorio comunale, per lo più disposto tra la sponda destra del torrente Belbo e la costa tra Cravanzana e Castino, oltre al capoluogo, comprende la frazione Rutte e un consistente numero di "case sparse" (v. frazioni). Nella Bibliografia storica del Manno venivano elencate, oltre a "Rotte", anche le frazioni: Follo, Lanzo, Recinto. Vi risiedono poco più di 200 abitanti : Baronino, nel 1604, ne riferiva 260 [TESTA 1979, 233]; 400 Casalis nel 1834 [pag. 562]; 578 secondo il censimento del 1901, di cui solo 49 nel piccolo capoluogo.
     Quest' ultimo dato sulla diffusione della popolazione di Bosia sottolinea un assetto demo-territoriale particolare, prevalentemente fondato sulla dispersione dell' abitato, sul cui sviluppo processuale la debole documentazione rimasta non offre testimonianze.