Prarostino

AutoriBallesio, Gabriella
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Torino.
Area storica
Pinerolese.
Abitanti
1054 (ISTAT 1991).
Estensione
1059 ha (ISTAT 1991); 1012 ha (SITA 1991).
Confini
A nord San Germano Chisone, a est San Secondo di Pinerolo, a sud Bricherasio, a ovest Angrogna.
Frazioni
Rocco, S. Bartolomeo (ISTAT 1991).
Toponimo storico
«Villar Aldini» (1064) (Il gruppo dei diplomi Adelaidini), «Villar Audin», «Villar Odin», «Praotin» (Patrucco 1899, p. 215), «Pratum Rostini» (Casalis 1847, p. 719).
Diocesi
Prarostino appartenne alla diocesi di Torino fino al 1748, quando venne costituita quella di Pinerolo.
Pieve
Dall’anno 1079 la primitiva chiesa di San Bartolomeo risulta come «ecclesia Villaris Endini» e, più esplicitamente, nel 1386, come «ecclesia S. Bartholomei de Villario Odino». Nel 1568, a causa della conversione degli abitanti al protestantesimo, l’edifìcio risulta scoperto e invaso dalle erbacce, con l’altare maggiore semidiroccato; la chiesa non risulta più citata nelle visite pastorali del secolo XVI. Nella prima metà del secolo XVII, fu concessa ai frati cappuccini la facoltà di reggere la parrocchia di San Bartolomeo, mentre, in seguito, la reggenza della chiesa e le sue rendite spettarono al pievano di Miradolo. Nel 1723 si constatò la completa sparizione dell’edificio e il fatto che non esisteva nemmeno un Cattolico nel distretto di Prarostino; tuttavia, nel 1744 si erigeva l’attuale chiesa parrocchiale (Caffaro 1903, vol. VI, pp. 164 sgg.).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Dopo l’adesione dei Valdesi alla Riforma nel 1532, venne edificato un tempio riformato a Roccapiatta, luogo, secondo lo storico Pierre Gilles (citato in Jahier 1928, p. 9), «où tous estoient de la religion».
Luoghi Scomparsi
In seguito alla disaggregazione del comune di Prarostino da S. Secondo del 1959 l’ex comune di Roccapiatta venne soppresso e il toponimo risulta scomparso dalle carte geografiche.
Comunità, origine, funzionamento
Il processo di organizzazione del comune attraverso l’affermazione della propria autonomia e la creazione di un apparato amministrativo si intrecciò, nel corso del secolo XVI, con la decisione di aderire alla Riforma protestante, presa a Chanforan (Angrogna) dall’assemblea dei capifamiglia nel 1532. L’analogia del sistema ecclesiastico presbiteriano-sinodale e dell’organizzazione comunale provocò una sorta di parallelismo tra il comune e la chiesa locale sia nei limiti territoriali che nell’identificazione dei responsabili delle due istituzioni, che venivano scelti attraverso meccanismi molto simili (Armand Hugon 1974).
Statuti
Non è attestata la presenza di statuti; probabilmente erano in vigore quelli di Miradolo, attestati prima del 1329 e non più reperiti dalla fine del secolo XIII (Biaggi 1987).
Catasti
Il primo catasto conservato nell’archivio comunale è un Istrumento di registrazione della Magnifica Comunità di Prarostino del 1672 (AC Prarostino, mazzo 203), seguito da un catasto del 1775 (AC Prarostino, mazzo 207) corredato da una Topografia del territorio (AC Prarostino, mazzo 210) e da una Mappa della comunità (AC Prarostino, mazzo 210 bis). Nel 1907, in occasione della rettifica dei confini con San Secondo, venne rifatto il catasto, che è ancora in vigore.
Ordinati
La serie documentaria – abbastanza completa – è attualmente presente nell’archivio comunale a partire dal 1690 per Prarostino e dal 1697 per Roccapiatta.
Dipendenze nel Medioevo
Nei sec. XI e XII Prarostino e Roccapiatta facevano parte della castellania di Miradolo, la quale nel 1198 si affrancò dall’Abbazia di Santa Maria di Pinerolo e accettò la sovranità dei Savoia (Biaggi 1987).
Feudo
Il territorio di Prarostino venne infeudato ai conti di San Secondo, poi passò ai Costa, signori di Bene (1483), ai signori di Bernezzo (1489), agli Orsini Bersatore di Pinerolo (1528); successivamente, per una metà, agli Averardi (1561) e, per l’altra, ai Pocapaglia di Revigliasco (1586). Dal 1667 passò sotto l’amministrazione diretta dei Savoia (Pittavino 1963, pp. 66-67).
Mutamenti di distrettuazione
Prarostino e Roccapiatta continuarono a far parte del territorio di S. Secondo fino al 1655, quando si decise che il territorio venisse diviso in due comuni distinti (cfr. il lemma ‘Mutamenti territoriali’).
Prarostino e Roccapiatta vennero compresi, durante l’amministrazione francese, nel Cantone di S. Secondo, che si trasformò in Mandamento dopo la Restaurazione (Pittavino 1963).
Mutamenti Territoriali
Va segnalato che il riordino sabaudo del XVI secolo pur non introducendo per Prarostino e Roccapiatta alcun mutamento territoriale – in quanto il trattato di Cavour del 1561 tra i Savoia e i Valdesi prese implicitamente atto dei confini originari – tracciò una delimitazione interna relativa alle proprietà dei «religionari» valdesi che dovevano limitarsi alle zone collinari di S. Bartolomeo e Roccapiatta (Biaggi 1987). Prarostino e Roccapiatta continuarono a far parte della comunità di S. Secondo fino al 1655, quando si decise che il territorio venisse diviso in due comuni distinti: S. Secondo, interamente cattolico, e Prarostino (con capoluogo S. Bartolomeo), interamente valdese. La divisione fu concretamente attuata solo nel 1662 (AST, Corte, Paesi in genere per provincia, mazzo 81, f. 2: Divisione tra la comunità di S. Secondo e la comunità di Prarostino; AC San Secondo, mazzo 54, f. 18: Volume di carte relative alla divisione dei comuni di S. Secondo, Prarostino e S. Bartolomeo [1662-1903]). Prarostino e Roccapiatta vennero aggregati a S. Secondo nel 1928. Nel 1959 Prarostino ridivenne comune autonomo, incorporando a sua volta Roccapiatta. Il nuovo catasto del 1907 attribuì la borgata della Crotta, già di Prarostino, a S. Secondo (Jahier 1928, p. 7).  
Comunanze
Non risultano.
Liti Territoriali
Nell’archivio comunale si è rinvenuta una sola lite della comunità di Prarostino: contro quella di Osasco nel 1790, relativa alle strade [AC Prarostino, mazzo 64, f. 3]. Nell’Archivio del comune di San Secondo esistono atti riguardanti le vertenze a causa dei confini tra i due comuni dal 1876 al 1894, che portarono alla nuova catastazione del 1907, e per questioni riguardanti la manutenzione delle strade nel territorio di San Secondo, in particolare quella di Fontanavero (AC S. Secondo, mazzo 54, f, 18).
Fonti
A.C.P. (Archivio Storico del Comune di Prarostino).
     L’Archivio Storico del Comune di Prarostino venne distrutto durante la guerra contro i Valdesi e il loro esilio nel 1696, pertanto la documentazione esiste a partire dal loro ritorno nelle valli, alla fine del secolo XVII.
A.C.P., mazzi 64, 203, 207, 210, 210 bis.
A.C.S. (Archivio Storico del Comune di San Secondo di Pinerolo).
A.C.S., mazzo 54, f. 18: Volume di carte relative alla divisione dei comuni di S. Secondo, Prarostino e S. Bartolomeo (1662- 1903)..
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Paesi in genere per provincia, mazzo 81, f. 2: Divisione tra la comunità di S. Secondo e la comunità di Prarostino.
Bibliografia
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Biaggi E., Castellania di Miradolo. Contea di San Secondo nella storia del vecchio Piemonte, Pinerolo 1987.
Caffaro P., Notizie e documenti della Chiesa Pinerolese. Raccolta composta e dedicata a S.E. Ill.ma e Rev.ma Giovanni Maria Sardi vescovo di Pinerolo, Pinerolo 1893-1903, 6 voll.
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Gay T., Histoire des Vaudois refaite depuis les plus récentes recherches, Firenze 1912.
Il gruppo dei diplomi Adelaidini a favore dell'abbazia di Pinerolo, a cura C. Cipolla, Pinerolo 1899 (BSSS 2).
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Rorengo M.A., Breve narratione dell’introduttione degli heretici nelle valli de Piemonte, con gl’ordini fatti dalle Altezze di Savoia; di M. A. Rorenco, priore e de’ conti di Luserna e Valle,
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Rorengo M.A., Breve narratone dell’introduttione degli heretici nelle valli de Piemonte, con gl’ordini fatti dalle Altezze di Savoia: di M.A. Rorenco. priore e de’ conti di Luserna e Valle, Torino 1632.
Rorengo M.A., Memorie historiche deirintroduttione dell’eresie nelle valli di Lucerna. Marchesato di Saluzzo et altre di Piemonte: Editti, previsioni. Diligenze delle Altezze di Savoia per estirparle. Col breve compendio d’esse e modo facile di confu­tarle del prior M.A.R. De’ conti di Lucerna, Torino 1649.
Viora M., Storia delle leggi sui Valdesi di Vittorio Amedeo II, Bologna 1930.
Descrizione Comune

Prarostino

     Le terre di Miradolo, che comprendevano nei secoli XI e XII il territorio di Prarostino e Roccapiatta, appaiono citate nei documenti a partire dagli inizi del secolo XI, come feudo arduinico e, in seguito, come proprietà della contessa Adelaide, la quale ne fece dono per testamento, nel 1064, all’abbazia di Santa Maria di San Verano di Pinerolo (Il gruppo dei diplomi Adelaidini, pp. 318-332). Passarono, dal 1198, sotto il dominio dei Savoia Acaia, che esercitarono i loro diritti mediante un castellano. I diritti sui feudi di Roccapiatta e San Bartolomeo furono concessi successivamente dai Savoia a diverse famiglie signorili, ritornando poi, dopo la metà del secolo XVII, sotto la diretta amministrazione della corona, pur facendo parte del territorio di San Secondo (Biaggi 1987). Il processo di organizzazione del comune attraverso l’affermazione della propria autonomia e la creazione di un apparato amministrativo si intrecciò pure, nel corso del secolo XVI, con la decisione di aderire alla Riforma protestante, presa a Chanforan (Angrogna) dall’assemblea dei capifamiglia nel 1532. L’analogia del sistema ecclesiastico presbiteriano- sinodale e dell’organizzazione comunale provocò una sorta di parallelismo tra il comune e la chiesa locale sia nei limiti territoriali che nell’identificazione dei responsabili delle due istituzioni che venivano scelti attraverso meccanismi molto simili (Armand Hugon 1974). Tuttavia, in quest’area la presenza dei Valdesi caratterizzò le vicende della comunità in maniera diversa rispetto alle località confinanti situate sulla riva destra del Pellice, dunque al di fuori dei limiti territoriali posti dal trattato di Cavour del 1561, e a maggioranza cattolica. Furono diversi sia la forma organizzativa all’interno del comune sia i conflitti sviluppatisi per causa di religione. Dal 1593 i Valdesi abitanti nella castellania di Miradolo si concentrarono a Roccapiatta, dove, nel 1603, ricevettero il permesso di abitare e di costruire i loro templi, così come a San Bartolomeo e Prarostino (Jahier 1928). Dunque proprio in base allo spirito del trattato di Cavour del 1561, in cui erano fissati precisi limiti territoriali all’interno dei quali era permesso ai Valdesi di vivere (AST, Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 15), si ebbe nel secolo seguente la divisione del territorio in due distinti comuni, auspicata dagli abitanti valdesi di Prarostino e accolta con qualche resistenza dalla comunità di San Secondo: nello Istromento di divisione del registro, luogo e beni e territori della Communità et uomini cattolici di San Secondo, e uomini religionari di Prarostino e San Bartolomeo del novembre 1662: si è dichiarato che li limiti antichi sono da Costalonga e dalla Maysera in su verso la montagna, e dalla Dusina del Collerey, ove vi è un piccolo canale ossia rivo, ne’ quali limiti potranno detti religionari avere, tenere, godere e possedere loro abitazioni e beni (AST, Corte, Paesi in genere per provincia, mazzo 81, f. 2). Pertanto San Secondo, quasi interamente cattolico, ebbe attribuita la parte inferiore delle terre e Prarostino, abitato quasi esclusivamente da valdesi, ebbe la parte più scoscesa e montana. Il problema delle proprietà poste al di fuori di questi limiti territoriali venne risolto considerando tutti i beni che i Valdesi avevano sul territorio di San Secondo come facenti parte del comune di Prarostino, mentre quelli posseduti dai Cattolici di San Secondo sulla parte alta e nei boschi di Prarostino furono considerati facenti parte di quel comune. Questa divisione diede luogo sovente a contrasti sulle varie proprietà, dette «lembi», poste sull’altrui territorio. I conflitti, aggravati da contrasti di tipo confessionale, durarono fino al 1907, anno in cui il nuovo catasto fissò come confine tra i due comuni il torrente Chiamogna, con la conseguente perdita, per Prarostino, della borgata Grotta, che venne attribuita a San Secondo. Nel 1928 i comuni di Roccapiatta e Prarostino vennero accorpati a quello di San Secondo di Pinerolo, con l’argomentazione secondo cui: l’unione proposta dal lato geografico e della configurazione dei territori dei tre comuni è naturale e molto opportuna. La distanza dei capoluoghi di Prarostino e Roccapiatta con questo capoluogo [San Secondo] è breve [...]. Va notato inoltre che il confine tra questo capoluogo e il territorio di Prarostino dista di poche centinaia di metri cosicché più della metà degli abitanti di Prarostino sono più vicini a recarsi a San Secondo che non a San Bartolomeo capoluogo del loro comune sito sulla sommità della collina [...]. Si aggiunge inoltre che detti abitanti, specie quelli di Prarostino, transitano giornalmente in gran parte per questo territorio dovendovisi recare per andare a coltivare i loro beni (prati e campi) siti in questo territorio, avendo quasi tutti i proprietari di Prarostino beni stabili su San Secondo come risulta dal ruolo imposta terreni nel quale figurano circa trecento contribuenti di Prarostino su un totale di novecento articoli (AC San Secondo, mazzo 54, f. 20). Alla fine del 1945, sia Prarostino che Roccapiatta inoltrarono la richiesta di essere ricostituiti in comuni autonomi con il territorio e i confini che avevano avuto anteriormente alla loro aggregazione a San Secondo o, se questo non fosse stato possibile per motivi finanziari, almeno di essere uniti l’uno con l’altro; essi però rimasero aggregati a San Secondo fino al 1959, quando Prarostino fu riconosciuto comune a sé stante che accorpava Roccapiatta. Nel 1993 i confini del comune di Prarostino verso San Secondo sono stati ulteriormente rettificati dall’ISTAT in seguito alla verifica richiesta dal XIII censimento della popolazione, ma i nuovi mutamenti apportati non sono stati riconosciuti da alcuna delibera dei due comuni interessati. Sul lungo periodo, la documentazione sulle liti comunali appare molto scarsa, limitandosi a una transazione del 1775 con San Secondo e Osasco per la questione dei diritti sul torrente Pellice e a una lite con Osasco del 1790 relativa alle strade: in particolare a questioni sulla manutenzione della strada di Fontanavero, posta nel territorio di San Secondo (AC Prarostino, mazzo 64, f. 3).