Villar Pellice

AutoriBallesio, Gabriella
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Torino.
Area storica
Pinerolese.
Abitanti
1207 [ISTAT 1991].
Estensione
6076 ha. [ISTAT 1991]; 6076 ha. [SITA 1991].
Confini
A nord Prali e Angrogna, a est Torre Pellice, Rorà e Bagnolo Piemonte (Cn), a sud Crissolo (Cn), a ovest Bobbio Pellice.
Frazioni
Il censimento del 1991 identificava come frazione la località di Subiasco-Piantà, mentre lo statuto comunale anteriore all'entrata in vigore di quello attuale indicava invece l’Inverso [Vd. Statuti]. Gli insediamenti minori entro i confini del  comune sono Cuccuruc, Inverso Buffa, Inverso Cognetti-Fiemminuto e Subiasco-Piantà. Vedi mappa.
Toponimo storico
Il nome Villaris è attestato nel 1277 [B.R.T., Archivio Luserna d’Angrogna, Mazzo 100, fasc. 4]; in seguito si trasforma in Villar di Luserna e diventa Villar Pellice dal 1861. Villar Bobbio [A.S.T., Catasti, Catasto sabaudo, Allegato D. Villar Bobbio (1740 - 1765)]. "Villare ad Pelicem" [Casalis 1854, p. 500].
Diocesi
La parrocchia di Villar Pellice appartenne alla diocesi di Torino fino al 1748, data dell’erezione della diocesi di Pinerolo.
Pieve
La chiesa di San Maurizio martire venne dedicata nel 1466, sostituendo quella precedente intitolata a Santa Maria di Villar di Monte Bobbio; essa venne distrutta più volte dai valdesi, e fu riconsacrata nel 1768 [Caffaro 1903, vol. VI, pp. 539 sgg].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Fino al secolo XVIII esistette il priorato di San Cristoforo, dipendente dall’abbazia di Caramagna, già attestato nel 1222 [Rorengo 1649, p. 127].
Assetto Insediativo
Catasto Rabbini [A.S.T., Mappe originali del Comune di Villar Pellice, Fogli 1-7 (1862-1863)   (Vedi mappa);   Quadro d'unione dei fogli di mappa del Comune di Villar Pellice, Fogli 8-14 (1862-1863)  (Vedi mappa); Foglio VII Allegato A. Mappa originale del Comune di Villar Pellice (Vedi mappa;  Foglio VII Allegato B. Mappa originale del Comune di Villar Pellice (Vedi mappa)].
Luoghi Scomparsi
Non esiste attestazione di luoghi scomparsi.
Comunità, origine, funzionamento
L’esistenza di un’organizzazione comunale con delimitazione di confini (tuttora sostanzialmente invariati) è attestata dal 1222 per i confini tra Villar e Torre (A.S.T., Camera dei Conti, Mazzo 15, fol. 24; MHP, Chart., 1, col. 1323; Rivoire 1894, pp. 22 sg.) e ribadita nel 1251 (AST, Camera dei Conti, mazzo 15, foll. 44-46; BRT, Archivio Luserna di Angrogna, mazzo 100; Rivoire 1894, pp. 23 sg.]. Nel 1277 seguì un altro atto di divisione tra i Signori di Luserna, una Determinazione dei confini dei comuni della valle (AST, Camera dei Conti, mazzo 15; BRT, Archivio Luserna di Angrogna, mazzo 100, f. 4, pubblicato in «BSHV», 1 [1884], pp. 11-17) a quanto pare definitivo. Nel corso del Duecento si assiste per le comunità della val Pellice all’apparizione dell’istituzione del podestà, scelto dal signore e non dagli abitanti, ma comunque indice di una crescente capacità organizzativa della comunità (Barbero 1992, pp. 657 sgg.). Si deve giungere comunque agli affrancamenti con i signori del XV sec. per vedere pienamente operante l’istituzione comunale: il nome di Villar compare tra gli altri comuni della valle in una franchigia concessa da Ludovico II di Savoia nel 1448 (Caffaro 1903, p. 454). Durante tutto il XVI sec. Bobbio e Villar ottengono numerosi affrancamenti (AST, Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 5, fasc. 5: Patenti del Duca Carlo di Savoia d’approvazione delle convenzioni seguite tra li signori del Villar e Bobbio e le Comunità di detti luoghi fatte li 10 et 12 agosto 1529 et 16 et 18 luglio 1533 per affrancamento [1534]; Rattifficanza della comunità del Villar e Bobbio dell’investitura a suo nome dell’affranchimento fatto da Guglielmo Bigliore dei Conti di Luserna [1548]; Rivoire 1896, pp. 49 sgg.).
Statuti
Non è attestata la presenza di statuti.  Forse è da presumere che a Villar vigessero gli statuti del secolo XIII  di Luserna, centro della valle [Fontana 1907, vol. II, p. 135 sg.; Armand Hugon 1987, p. 18; vd. anche scheda Luserna San Giovanni]. Statuto comunale 2000. Vedi testo.
Catasti
I primi catasti conservati risalgono al 1629 (AC Villar Pellice, antico, mazzo 323: Rubrica del registro di Villar) e al 1670 (AC Villar Pellice, antico, mazzo 324). All’inizio del XVIII sec. venne redatto un Sommario del Registro della Comunità di Villar (1700) (AC Villar Pellice, antico, mazzo 325); nel 1739 troviamo due volumi di catasti seguiti da altri due senza data (AC Villar Pellice, antico, mazzi 326, 327, 328, 329) con tre mappe del territorio (AC Villar Pellice, antico, mazzi 350, 351, 352). Il Cadastre pour les champs communs de la Commune de Villar (1812) (AC Villar Pellice, antico, mazzo 330) del periodo napoleonico ed il catasto del 1815 (AC Villar Pellice, antico, mazzo 331), con un Estratto della mappa originale del 1855 completano la documentazione antica. Catasto Rabbini [A.S.T., Mappe originali del Comune di Villar Pellice, Fogli 1-7 (1862-1863).  Vedi mappa. A.S.T.,   Quadro d'unione dei fogli di mappa del Comune di Villar Pellice, Fogli 8-14 (1862-1863).  Vedi mappa].
Ordinati
La serie completa inizia dal 1610.
Dipendenze nel Medioevo
Marca di Torino (sec. XI), principato di Acaia e contea-ducato di Savoia (Pittavino 1963, pp. 19 sgg.).
Feudo
Una delle regioni di Villar (Comba dei Carbonieri) risulta appartenere ai signori di Luserna fin dal 1159 secondo quanto risulta nella Donazione di Giglielmo di Luserna a favore dell’Abate e monaci di Staffarda della valle del Guizzardo per l’estensione ivi specificata (BRT, Archivio Luserna di Angrogna, mazzo 30). Nel 1295 i consignori di Luserna prestano giuramento a Filippo di Acaia per il «castrum et villam et homines Vilarum» (AST, Luserna e valle, mazzo 9, n. 14). Dei tre rami della casata dei Luserna a partire dal XIII sec. si stanziò a Villar quello dei Rorengo di Casapiana del Villar che si estinse nel 1565; i loro beni e titoli passarono per via di matrimoni ai Della Torre di Saluzzo (sec. XVI-XVIII) (Armand Hugon 1986, p. 7). Ebbero pure diritti signorili i Bigliore di S. Cristoforo (Pittavino 1963, p. 46). Anche i marchesi Luserna di Angrogna esercitarono diritti signorili fino alla Rivoluzione.  
Mutamenti di distrettuazione
Villar venne aggregato durante l’amministrazione francese al cantone (canton) di Torre Pellice, il quale con la Restaurazione si trasformò in mandamento (mandement)  [Pittavino 1963].
Mutamenti Territoriali
Il riordino sabaudo del XVI secolo non causò per Villar alcun mutamento territoriale, in quanto il trattato di Cavour del 1561 tra i Savoia e i Valdesi prese implicitamente atto dei confini originari (Armand Hugon 1974).
Comunanze
Pascoli sugli alpeggi dell’alta Comba dei Carbonieri, e di Subiasco con Bobbio e Torre (AC Torre Pellice, mazzo 354, f. 2).
Liti Territoriali
Luserna agì contro le comunità di Villar e Bobbio per diritti sui pascoli comuni indivisi nel 1599 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 130). L’incertezza della linea di confine tra Villar Pellice e Bobbio relativa ai pascoli del vallone di Subiasco (sinistra orografica) e della Comba dei Carbonieri (destra orografica), è stata causa di liti protrattesi nel tempo. Tra il 1739 ed il 1777 viene discussa la linea divisionale con la comunità di Bobbio (AC Villar Pellice, antico, mazzo 185); si trovano cause per gli alpeggi dell’alpe. Tronciarea (AC Villar Pellice, antico, mazzo 192, f. 4 [1732-1777]; mazzo 195; AC Bobbio Pellice, mazzo 21, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per boschi e pascoli [1732-1733]; mazzo 22, fasc. 1: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli [1826-1858]; mazzo 22, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli, alpe del Pis [1841-1842]; mazzo 22, f. 3: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli [1858-1862]; mazzo 22, f. 4: Transazione di lite tra Bobbio e Villar [1866]). Nei confronti della comunità di Torre si ritrova una causa per gli alpeggi della Comba dei Carbonieri degli anni 1741-42 (AC Villar Pellice, antico, mazzo 196; AC Torre Pellice, mazzo 209: Atti di causa per l’alpe della Giana con i monaci di Staffarda e le comunità di Villar e Bobbio [1251-1858]); 1741-42 [Villar Pellice, antico, mazzo 196; AC Torre Pellice, mazzo 209: Atti di causa per l’alpe della Giana con i monaci di Staffarda e le comunità di Villar e Bobbio (1251-1858); vd. anche schede Bobbio Pellice, Luserna San Giovanni e Torre Pellice].
Fonti
A.C.V. (Archivio Storico del Comune di Villar Pellice).
     L’archivio di Villar Pellice subì una distruzione parziale durante la guerra contro i Valdesi seguita dal loro esilio nel 1686: la documentazione in serie continuative è conservata pertanto solo a partire dalla fine del secolo XVII.
A.C.B. (Archivio Storico del Comune di Bobbio Pellice).
A.C.B., Mazzo 21, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per boschi e pascoli (1732-1733).
A.C.B.,Mazzo 22, fasc. 1: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli (1826-1858).
A.C.B.,
Mazzo 22, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli, alpe del Pis [1841-1842];
A.C.B., mazzo 22, f. 3: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli [1858-1862]; mazzo 22, f. 4: Transazione di lite tra Bobbio e Villar [1866].
AC Luserna S. Giovanni (Archivio Storico del Comune di Luserna S. Giovanni), Archivio antico di Luserna, f. 130.
A.C.T. (Archivio Storico del Comune di Torre Pellice), mazzo 209: Atti di causa per l’alpe della Giana con i monaci di Staffarda e le comunità di Villar e Bobbio [1251- 1858], mazzo 354, f. 2.
A.C.V.  (Archivio Storico del Comune di Villar Pellice): antico, mazzo 185; antico, mazzo 192, f. 4 [1732-1777]; mazzi 195-196; antico, mazzo 323: Rubrica del registro di Villar; mazzi 324-331; mazzi 350-352.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Paesi, Provincia di Pinerolo, Mazzo 5, fasc. 5, Patenti del Duca Carlo di Savoia d’approvazione delle convenzioni seguite tra li signori del Villar e Bobbio e le Comunità di detti luoghi fatte li 10 et 12 agosto 1529 et 16 et 18 luglio 1533 per affrancamento (1534); Rattifficanza della comunità del Villar e Bobbio dell’investitura a suo nome dell’affranchimento fatto da Guglielmo Bigliore dei Conti di Luserna (1548).
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi per A e B, Luserna e Valle, Mazzo 9, n. 14..
A.S.T., Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Articolo 557, Mazzo 1.
A.S.T., Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Mazzo 15, cc. 24; cc.44-46.
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto sabaudo, Allegato D. Libri catastali relativi alle mappe dell'Allegato A, Circondario di Pinerolo, Mandamento di Torre di Luserna, Villar Bobbio (1740 - 1765).
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Pinerolo,  Mappe, rete poligonali e linee territoriali, Villar Pellice, Mazzo 113,   Mappe originali del Comune di Villar Pellice, Fogli 1-7 (1862-1863).  Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Pinerolo,  Mappe, rete poligonali e linee territoriali, Villar Pellice, Mazzo 114,   Quadro d'unione dei fogli di mappa del Comune di Villar Pellice, Fogli 8-14 (1862-1863).  Vedi mappa.
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino)
B.R.T., Archivio Luserna di Angrogna, Mazzo 100.
Bibliografia
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Barbero, Alessandro, Il dominio dei signori di Luserna sulla Val Pellice (secoli  XI-XIII), in «Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino», 91 (1993), pp. 657-690.
Bonnet, Stefano (a cura di), Arbitramento delli Signori Guglielmo Manfredo et Aymone di Lucerna, per quale vengono distinti i termini, e designate le fini d’Angrogna, Rorata, della Torre e di Lucerna per estratto autentico delli 20 dicembre 1499, in «Bulletin de la Société d'Histoire Vaudoise», 1 (1884), pp. 11-17.

Caffaro Pietro, Notizie e documenti della Chiesa Pinerolese. Raccolta composta e dedicata a S.E. Ill.ma e Rev.ma Giovanni Maria Sardi vescovo di Pinerolo, Pinerolo 1893-1903, 6 voll.
Casalis, Goffredo, Dizionario geografico, storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna, Vol. XXV, Torino, G. Maspero, 1854, pp. 500-502. Vedi testo.
Cognazzo, Vera, Le Valli di Lucerna nel Medioevo, in «Novel Temp», 45 (1994), pp. 20-33.
De Marchi, Giuseppe, La valle di Luserna nel 1699, in «L’Eco del Chisone» (Pinerolo), 17 Giugno 1941.
Dossetti Manuela, La demografia delle valli valdesi dal 1686 al 1800, in «Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino», 79 (1981), pp. 535-602.
De Budet, Eugène (a cura di), État présent des Vallées de Piémont tant pour l’ecclésiastique que pour le politique in «Bulletin de la Société d'Histoire Vaudoise», 21 (1904), pp. 87-91.
Fontana, Leone, Bibliografia degli statuti dei comuni dell’Italia superiore, 3 voll., Torino, Fratelli Bocca, 1907, vol. II, p.135 sg.  Vedi testo.
Gay, Teofilo, Histoire des Vaudois refaite d'après les plus récentes recherches, Florence [Firenze], Imprimerie Claudienne,  1912. Vedi testo.
Guide des Vallées Vaudoises du Piémont publié par la Societé Vaudoise d’Utilité Publique. Ouvrage orné de gravures et accompagné d’une carte topographique, Torre Pellice, Auguste Coïsson, Éditeur, 1898. Vedi testo.
Jahier, Davide, La Restaurazione nelle Valli valdesi, in «Bollettino della Società di Studi Val­desi», nn. 30; 33; 34; 35; 36, 37 (1912; 1914; aprile 1915; settembre 1915; aprile 1916; settembre 1916),  pp. n. 30: 21-60; n. 33: 5-64; n. 34: 5-41; n. 35-76; n. 36: 9-67; n. 37: 9-55.
Jahier, Davide, Le Valli valdesi durante la Rivoluzione, la Repubblica e l’Impero francese (1789-1814), in «Bollettino della Società di Studi Val­desi», nn. 52, 54, 60, 61, 64, 65, 66 (1928-36).
Jalla, Jean, Storia della Riforma in Piemonte fino alla morte di Emanuele Filiberto (1517-1580), Torino, Claudiana,  1914.
Jalla, Jean, Storia della Riforma in Piemonte durante i regni dì Carlo Emanuele I e Vittorio Amedeo I (1580-1637), Torrre Pellice,  Libreria Claudana, 1936.
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Morland Samuel, The History of the Evangelical Churches of the Valleys of Piemont: Containing a Most Exact Geographical Description of the Place, and a Faithfull Account of the Doctrine, Life, and Persecutions of the Ancient Inhabitants. Together with a Most Naked and Punctual Relation of the Late Bloudy Massacre, 1655, and a Narrative of All the Following Transactions to the Year of Our Lord, 1658. London, Printed by H. Hills for A. Byfield, 1658. Vedi testo.
Muston Alexis, L'Israël des Alpes: Première histoire complete des Vaudois du Piémont et de leurs colonies, composee en grande partie sur des documents inédits, avec l'indication des sources et des autorités : suivie d'une bibliographie des ouvrages qui traitent des Vaudois, et des manuscrits, en langue romane, où ils ont exposé leurs doctrines, Paris, Ducloux, 1851, 4 voll. (II ed. Bonhoure, 1879, 4 voll.). Vedi testo: parte 1. Vedi testo: parte  2. Vedi testo: parte 3. Vedi testo: parte 4.
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Rorengo M.A., Memorie historiche deirintroduttione dell’eresie nelle valli di Lucerna. Marchesato di Saluzzo et altre di Piemonte: Editti, previsioni. Diligenze delle Altezze di Savoia per estirparle. Col breve compendio d’esse e modo facile di confu­tarle del prior M.A.R. De’ conti di Lucerna, Torino 1649.
Tourn G., I Valdesi. La singolare vicenda di un popolo-chiesa, Torino 1981.
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Viora M., Storia delle leggi sui Valdesi di Vittorio Amedeo II, Bologna 1930.
Descrizione Comune

Villar Pellice

Non si sa con esattezza quali fossero i primi abitanti della valle: si trattava presumibilmente di popolazioni di stirpe celto-ligure. Hanno lasciato tracce con incisioni rupestri e soprattutto nella toponomastica, che dalle più recenti ricerche risulta essere in gran parte di origine celtica.
     La documentazione medievale offre precise informazioni sui confini tra i territori delle varie comunità della valle, questione importantissima, perché tanto le prerogative dei diversi signori di Luserna, che costituivano un consortile, quanto quelle degli uomini di ciascuna comunità sui propri boschi e pascoli comuni dipendevano da una esatta determinazione dei confini stessi. La divisione tra i membri del casato dei Luserna nel secolo XIII costituì la prima delimitazione di confini per alcune comunità, tra cui quella di Villar, località citata nella transazione del 1222 che definiva i diritti di pascolo sulle alpi comuni [A.S.T., Camera dei Conti, Mazzo 15, fol. 24], e nell’arbitramento del 1251 del conte Tommaso di Savoia a proposito delle controversie vertenti tra i signori di Luserna e valle, in cui venne indicato il confine con Torre:

 

quod sicut vadit Comba de Carofracto directo usque in Pelicem, et ex alia parte Rocaducis directo dividetur finis Villaris et Turris,

in termini che rispondono sostanzialmente a quelli attuali (AST, Camera dei Conti, Mazzo 15, foll. 44-46; B.R.T., Archivio Luserna d’Angrogna, mazzo 100, f. 4]. In questo territorio il quadro politico-istituzionale e socio-economico si presenta, dopo i primi decenni del Trecento, sufficientemente stabilizzato, con una limitata stratificazione sociale, che si connette a una struttura economica basata sul piccolo e medio possesso fondiario e su una pastorizia che beneficiava dell’uso comune di ampi spazi silvo-pastorali (Merlo 1977, pp. 114 sgg.). Nel corso del secolo XVI il comune, attraverso i suoi rappresentanti, agì per ottenere gli affrancamenti dai diritti signorili, sovente di concerto con le altre comunità della valle: di questi atti esiste una copiosa documentazione nell’Archivio di Stato di Torino e nell’archivio della famiglia Manfredi di Luserna conservato nella Biblioteca Reale di Torino, accanto ai consegnamenti dei capofamiglia relativi ai beni enfiteutici (Armand Hugon 1960, pp. 77-92). La diffusione dell’eresia tra le montagne delle Alpi occidentali è ampiamente documentata dalla fine del secolo XIII: nelle valle del Pellice (come pure in quelle del Chisone e della Germanasca) la sua penetrazione risulta un fenomeno che interessa la gran maggioranza della popolazione. Il processo di organizzazione del comune attraverso l’affermazione della propria autonomia e la creazione di un apparato amministrativo s’intrecciò anche, nel corso del secolo XVI, con la decisione di aderire alla Riforma protestante, presa a Chanforan (Angrogna) dall’assemblea dei capifamiglia nel 1532. L’analogia del sistema ecclesiastico presbiteriano- sinodale e dell’organizzazione comunale provocò una sorta di parallelismo tra il comune e la chiesa locale, sia nei limiti territoriali sia nell’identificazione dei responsabili delle due istituzioni, che venivano scelti attraverso meccanismi molto simili, fino a costituire un tipo di comunità definito «una respublica in sedicesimo», nella quale l’identità territoriale del comune e della parrocchia valdese era totale. Questo modello appare generale per i paesi di fondovalle, quali Villar, la cui popolazione era a larghissima maggioranza protestante. Il trattato di Cavour del 1561 che aveva definito i limiti territoriali in cui i Valdesi erano autorizzati ad abitare, e che comprendeva tutto il territorio di Villar (AST, Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 15), contribuì a rafforzare questo tipo di organizzazione, che sopravvisse alle persecuzioni del secolo XVII, ricostituendosi dopo il ritorno dei Valdesi dall’esilio nel 1689, anche se la legislazione sabauda impose l’alternanza dei sindaci rappresentanti delle due confessioni ogni due anni anche nel caso di comunità come Villar dove la popolazione cattolica era di poche decine di abitanti (Armand Hugon 1974). Il governo sabaudo procedette nel 1697 a una revisione a fini fiscali mediante il «consegnamento» dei beni degli abitanti sopravvissuti alla guerra e all’esilio, in quanto le terre dei valdesi erano stati confiscate al momento della loro persecuzione per essere concessi a coloni provenienti dalla Savoia (AST, Camera dei Conti, art. 557, mazzo 1). Nel 1755 il comune effettuò la formazione della linea divisionale con i tenitori di quelli di Bobbio, Rorà, Torre, Bagnolo e Crissolo. Verso Bobbio si pose, accanto a una pietra che affiorava dal terreno: una pichiera tendente parimenti dal levante a ponente con due ponti laterali:

[...] qual pichiera che serviva di termine divide li rispettivi territori di modo che quello del Villaro si ritrova verso mezzanotte e quello di Bobbio verso mezzogiorno. Quindi da detta pichiera rivoltando verso levante l’estensione di trabuchi cento novanta sei piedi tre in linea retta e sino alla regione di via Forca, et in una giara nuda alquanto discosto da detta via Forca si è piantato un termine di pietra grigia [...] da qual termine proseguendosi verso mezzogiorno attraversandosi il Pellice e fino all’imboccatura del rivo detto Valghiciardo [...] con dichiarazione che detto rivo Valghiciardo serviva e serve come rispettivamente admettono i deputati, et indicanti di termine divisorio de’ loro rispettivi territori dimodo che quello del Villaro si ritrova dalla parte del levante e quello di Bobbio verso ponente di detto rivo.

Salendo lungo la Comba dei Carbonieri sorsero poi differenti proposte tra i rappresentanti di Bobbio e quelli di Villar sulla divisione della valle, risolte grazie al ritrovamento di una pietra di confine piantata «circa nel mezzo delle due coste del monte Tronciarea, denominato tal posto da detti di Bobbio, “Contento” dalla cui pietra si procedette alla misura divisionale». Verso Rorà i testimoni di quella comunità indicarono:

principiare verso ponente il luoro territorio nel monte detto del Cavallo e dissendendo sempre sopra la sommità degli infrascritti monti verso levante si dissende dal detto monte del Cavallo a quello detto Ruffino et finalmente ad altro detto Broardo ove si ritrova a mezzanotte un rocco color grigio segnato con un picolo scanamento.

Infine, nei confronti di Torre si procedette alla misurazione nelle località dell’Inverso Rolandi e nelle regioni del Piayé e di Gibert con il ritrovamento di una pietra «signata con una croce, e con lettera T. verso levante, cioè verso la Torre, e con lettera V. verso ponente, e cioè verso il Villaro» (AC Villar Pellice, Archivio antico, mazzo 185).
     Anche il problema degli alpeggi fu centrale nella vita della comunità, come risulta dalla lunghissima controversia per i pascoli della val Guichard (l’attuale Comba dei Carbonieri), donata nel 1159 da Guglielmo di Luserna all’abbazia di Staffarda, nella cui documentazione i confini della valle sono descritti con estrema precisione, e cioè:

[dedit] Vallem Guizardi totum a Petra Laya supra et inde labitur aqua dictae alpis pendendo usque ad Monti Crizolij cui valli coherent ab una parte vallis Prati, sicut dividit inter valle illam et vallem Guichardi per summitatem dictarm alpium descendendo per Serrum de Biava usque ad Petram Layam; ab alia parte sicut protenditur per Serrani Montis Mauri usque ad montaneam quae appellantur Leoza et dividendo cum montanea quae dicitur Leoza usque ad montaneam quae vocatur Friolent; ab altera parte montes Crizoli [A.S.T., Camera dei Conti, mazzo 15, f. 1].

Sempre a proposito degli stessi pascoli, su cui anche la comunità di Torre vantava diritti per la medesima donazione, avvennero contese che esplosero nel 1739, quando, accogliendo un ricorso di Villar, il Senato citò alcuni particolari di Torre, accusati di pascolo abusivo, a comparire davanti all’attuaro del luogo. Il consiglio ordinario della comunità di Torre si riunì prontamente per ribadire i diritti degli abitanti di quel luogo sopra le alpi «di Chiabraressa, di Liossa, Subiasco, Cogisso et Regard», su cui benché non fossero direttamente confinanti con Torre, essendo poste nei tenitori tra Villar e Bobbio, i Torresi esercitavano diritti «per ragione dell’antichissimo et immemorial possesso» (AC Villar Pellice, Archivio antico, mazzo 196). La questione era d’importanza cruciale, perché, se la comunità di Torre ne fosse stata privata, non avrebbe più potuto pagare le imposte, non bastando i pascoli inclusi nel suo territorio nemmeno «per la quinta parte del bestiame». Nell’arco di un decennio si arrivò a un riconoscimento e a una regolamentazione dei diritti sull’alpe della Gianna, ritenuta comune agli abitanti di Torre, Villar e Bobbio, ma la contesa si riaccese nuovamente nel 1823, per un nuovo esposto di Villar, e procedette nel corso del secolo senza risolversi definitivamente, benché le due comunità trovassero una soluzione empirica nell’elaborazione di un regolamento riguardante i pascoli della Gianna, che rimase in vigore per un cinquantennio. Malgrado diverse proposte di soluzione e tentativi di pacificazione, la lite non trovò un accordo finale: dagli inizi di questo secolo Torre non manda più bestiame ai pascoli della Comba dei Carbonieri, ma ancora nell’Inventario dei beni immobili di uso pubblico del comune di Torre, del 1939, sono riportati i diritti di uso pubblico dell’alpe della Gianna in territorio di Villar Pellice (AC Torre Pellice, mazzo 354, f. 2). Il problema degli usi civici venne affrontato nel corso del consiglio comunale del 12 marzo 1926, che si concluse con la domanda al Commissariato per la liquidazione degli usi civici di:

consolidare nei riguardi dell’intero comune di Villar Pellice li usi nello stato di fatto attuale che è il più vantaggioso per la popolazione tutta quanta,

indicando successivamente l’estensione dei terreni secondo il tipo di uso a cui erano sottoposti. Il fine della richiesta era quello di rendere utilizzabili queste risorse comunali a favore dei bisognosi, nello spirito di una precedente deliberazione della giunta comunale del 1861, che, di fronte alla proposta di istituire un canone d’affitto da parte di privati, rilevava come questo fosse troppo oneroso per le famiglie povere e già provate dall’emigrazione. La questione non venne risolta, malgrado le pressioni del Commissariato, tanto che, nel 1957, il comune prese l’iniziativa di chiedere nuovamente il consolidamento degli usi civici, facendo riferimento per i suoi diritti alle transazioni per gli affrancamenti del secolo XVI. Nel 1970 la questione degli usi civici di Villar Pellice appariva ancora in fase istruttoria, e fu risolta soltanto in anni recenti.