Volpiano

AutoriProvero, Luigi
Anno Compilazione1998
Provincia
Torino.
Area storica
Torinese settentrionale. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2.
Abitanti
12.536 (censimento 1991).
Estensione
3242 ha (ISTAT 1991); 3216 ha (SITA 1991).
Confini
A nord Lombardore e San Benigno Canavese, a est Chivasso e Brandizzo, a sud Settimo Torinese, a ovest Leinì.
Frazioni
Malone. Vedi mappa.
Toponimo storico
«Vulpianum», toponimo che si ripete con regolarità fin dalle prime attestazioni.
Diocesi
Ivrea; prima del 1003 non è chiaro se Volpiano appartenesse alla diocesi di Ivrea o Torino. Con la fondazione dell’abbazia di S. Benigno di Fruttuaria, l’area diviene immune, esente dal controllo degli ordinari diocesani (Casiraghi 1979, pp. 44 sg.). «La diocesi [di Ivrea] si assestò nei suoi attuali confini in conseguenza della sistemazione (1817) seguita alla rivoluzione territoriale avvenuta in epoca napoleonica» (Settia 1991, p. 288).
Pieve
Nell’alto medioevo non è possibile identificare la pieve d’appartenenza (cfr. il lemma ‘Diocesi’); dal 1003 l’area è posta sotto il controllo ecclesiastico dell’abbazia di S. Benigno di Fruttuaria.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo. Numerose le cappelle in diverse fasi attestate nel territorio di Volpiano; l’elenco più recente è in Viola: S. Caterina, Madonna delle Vigne, S. Grato, S. Michele, S. Giovanni, S. Teresa; tra 1743 e 1746 si ha notizia della ricostruzione della cappella della Madonna delle Grazie (Viola 1992, p. 192 e pp. 329-331192); Casalis ricorda il santuario di Maria Vergine Assunta, la cappella della Madonna di Loreto e la cappella dei SS. Rocco, Fabiano e Sebastiano; quest’ultima chiesa, ricostruita nel 1783 in seguito a un voto per pestilenza, «contiene quattro altari laterali, costruiti in surrogazione di quattro cappelle esistenti nel territorio» (Casalis 1854, pp. 595 sg.). Una prima fase di costruzione della cappella di San Rocco è attestata nel 1683 (Viola 1992, p. 174). La visita apostolica del 1585 ricorda le cappelle od oratori di San Giovanni, San Michele, Santa Caterina e della Madonna delle Grazie (Viola 1992, p. 154).
Assetto Insediativo
Abitato: vedi mappa.
Luoghi Scomparsi
«Fornallum» tra Volpiano e Leinì; «Pratum Borsone» (di localizzazione ignota) e «Pratum Rigium» (sull’Orco, attualmente in territorio di Chivasso); per tutte queste località sussiste il dubbio che si trattasse di semplici località prediali (Rovano 1981, pp. CCL e CCLIII-CCLIV).
Comunità, origine, funzionamento
L’attività della comunità è attestata a partire dagli atti di concessione degli statuti del 1456 e 1590, e dall’atto di delega per giurare fedeltà ai Savoia del 1631 (AST, Corte, Monferrato Ducato, m. 40, n. 8). La ridotta conflittualità territoriale limita le attestazioni del comune.
Statuti
1436 Statuta et ordinamenta concessi dal marchese Giovanni di Monferrato (Frola 1918, vol. III, pp. 589-590); 1590 conferma degli statuti (AST, Corte, Monferrato, Registri concessioni, vol. 5, f. 45).  Statuto comunale 2009: vedi testo.
Catasti
1692 Registro catastale (AC Volpiano); 1806 Catasto parcellare napoleonico; 1864 Catasto Rabbini (Viola 1992, pp. 178, 210 e 229).
Ordinati
Nessuna notizia.
Dipendenze nel Medioevo
Sottomessa all’abbazia di San Benigno di Fruttuaria a partire dalla fondazione del monastero. Nel secolo XIV passa sotto il controllo dei marchesi del Monferrato (Guasco 1911, pp. 1834 sg.; AST, Corte, Monferrato Ducato, m. 12, n. 20; m. 13, nn. 10-11; m. 14, n. 1; m. 15, n. 1).
Feudo
Ne è investito Galeotto del Carretto nel 1527 (Guasco 1911, p. 1835); il feudo è poi affittato ad Antonio Pocaparte nel 1554 (AST, Corte, Monferrato Feudi, m. 68, Volpiano, n. 3). Nel 1604 è eretto in marchesato in favore del conte Guido di San Giorgio di Foglizzo, della famiglia dei Biandrate (AST, Corte, Paesi per A e B, V, m. 39, Volpiano, n. 5).
Mutamenti di distrettuazione
Capoluogo di mandamento (comprendente Brandizzo, Lombardore e Rivarossa: Casalis 1854, p. 592), è coinvolta nel 1834 nel progetto di riforma dei mandamenti proposto dal comune di Leinì, che richiede di essere nominato capo di mandamento, comprendendo Volpiano e Settimo (AST, Corte, Paesi per A e B, L, m. 7, Leynì, n. 36); Volpiano è poi coinvolta in articolati processi di riforma dei mandamenti negli anni ottanta del secolo XIX (Arc. Storico della Provincia di Torino, cat. 14, cl. 02, faldd. 2, 5 e 9).
Mutamenti Territoriali
Non sono attestati.  
Comunanze
Gerbido comune: vedi mappa. Il CLUC registra 299.5373 ha, di usi civici; cessioni di boschi comuni sono attestati nel XIX e nei primi decenni del XX secolo (AST, Paesi per A e B, V, m. 39, Volpiano, nn. 16 e 25; AC Volpiano; Viola 1992, p. 281).
Liti Territoriali
1312:  lite dell’abbazia di Fruttuaria contro i signori e la comunità di Leinì per questioni di confine dei territori di Volpiano, San Benigno e Lombardore (AST, Corte, Provincia di Torino, m. 16, Leynì, n. 1); 1732 atti di lite tra la comunità di Leinì e quella di Volpiano (AC Leinì, Serie I, Amministrazione, Busta 17, arm. 1, n. 147); 1788 Ordinanza del comune di Leinì contro quelli di Volpiano e di S. Benigno per il territorio (AC Leinì, Serie I, Amministrazione, Busta 14, arm. 1, n. 106).
Fonti
A.C.L.(Archivio Storico del Comune di Leinì).
A.C.L.: Serie I, Amministrazione, Busta 14, arm. 1, n. 106; Busta 17, arm. 1, n. 147.
A.P.T. (Archivio Storico della Provincia di Torino).
A.P.T., cat. 14, cl. 02, faldd. 2, 5 e 9.
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Mazzo 1, Canavese 20 A I Rosso,  CARTA / CHE COMPRENDE LI / TERRITORI DI / SETTIMO, BRANDIZO / CHIVASSO, VOLPIANO, S / BENIGNO, LEINY, CASELLI, / S. MAURIZIO, CIRIE, FRONT, / RIVAROSSA, e LOMBARDORE. Carta topografica di una parte del Canavese contenente i territori di Settimo, Brandizzo, Chivasso, Volpiano, San Benigno, Leynì, Caselle, S. Maurizio, Cirié, Front, Rivarossa e Lombardore. Fol. 1 Mss. - senza data e senza sottoscrizione.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Mazzo 1, Volpiano 13 A7 Rosso, FIGURA DIMOSTRATIVA / DELL'ABITATO DI /VOLPIANO, / DELLA COLLINA CHE LO DOMINA, LA QUALE DAL CASTELLO DIROCCATO S'ESTENDE D'UN / piano quasi uniforme per molti miglia all'insù per l'estesa di diversi Territorj, / DELLA CAMPAGNA AD ESSA COLLINA SOTTOPOSTA IN VICINANZA DELL'ABITATO SUDDETTO, SINO / al Gerbido comune, che è di giornate settecento, e più proprio della Comunità di Volpiano / Qual Gerbido va ad unirsi ad altri anche comuni, e / proprj delle Comunità superiori. Figura dimostrativa dell'abitato e contorni di Volpiano. Fol. 1 Mss. Senza data e senza sottoscrizione.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 663,  Mazzo 53, San Maurizio, Lombardore, San Benigno, Volpiano e Leinì Mappa continente alcune parti de' territori di San Maurizio, Lombardore, San Benigno, Volpiano e Leynì ...   ( Data : 05/04/1763) [Autore disegno originale: Castelli Carlo Maria].
A.S.T., Corte, Corte, Monferrato Ducato, Mazzo 12, n. 20;  Mazzo 13, nn. 10-11; Mazzo  14, n. 1; Mazzo  15, n. 1; Mazzo 40, n. 8;.
A.S.T., Corte, Monferrato Feudi, Mazzo 68, Volpiano, n. 3.
A.S.T., Corte, Monferrato, Registri concessioni, vol. 5, f. 45.
A.S.T., Corte, Paesi per A e B, L, Mazzo  7, Leynì, n. 36; V, Mazzo 39,  Volpiano, n. 5, nn. 16 e 25.
A.S.T., Corte, Provincia di Torino, Mazzo 16, Leynì, n. 1; Mazzo  31, Volpiano, n. 1.
 
Bibliografia
Bulst N., Untersuchungen zu den Klosterreform Wilhelms von Dijon (962-1031),
Bonn 1973 (Pariser historiche Studien 11).
Casalis G., Dizionario storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino 1854, vol. XXVI.
Casiraghi G., La diocesi di Torino nel Medioevo, Torino 1979 (BSS 196).
Corpus statutorum Canavisii, a cura di G. Frola, Torino 1918.
Donna G., Lo sviluppo storico delle bonifiche e dell’irrigazione in Piemonte (dalle origini ai nostri giorni), Torino 1939.
MGH, Diplomata regum et imperatorum Germaniae, III, a cura di P. Kehr, Berlino 1955.
Provero L., L’Italia dei poteri locali (secoli X-XII), Roma 1998.
Rovano M.G., Insediamenti abbandonati nel Canavese tra X e XIII secolo, Torino 1981, dattiloscritto presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Torino, Sezione di Medievistica e Paleografia.
Rovano M.G., Villaggi abbandonati nel Canavese. Note preliminari, in «BSBS», 81 (1983), pp. 291-314.
Settia A.A., Chiese, strade e fortezze nell’Italia medievale, Roma 1991.
Vigliano G., Il Chivassese. Strutture insediative e testimonianze di civiltà, Chivasso s.d. (ma 1969) (fascicolo Volpiano).
Viola L., Volpiano dalle origini ad oggi, Volpiano 1992. Viora E., L’abbazia di Fruttuaria e le sue carte, Torino 1974, dattiloscritto presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Torino, Sezione di Medievistica e Paleografia.
Descrizione Comune

Volpiano

Nel 1014 l’imperatore Enrico II conferma i possessi dell’abbazia di S. Benigno di Fruttuaria: tra gli altri luoghi si ricorda «Vulpianum cum castello et capella», con i luoghi di «pratum Borsone, pratum Rigio et Fornallo et Walda de Vulpiano» (Diplomata regum et imperatorum Germaniae, p. 380, doc. 305). Al momento della sua comparsa nella nostra documentazione, Volpiano dispone quindi di tutti gli elementi che permettono in questa fase a un centro insediativo di avviare la propria in centro di organizzazione del territorio (Provero 1998): ha un castello (centro di protezione militare di valore territoriale), una cappella (che può essere valorizzata fino a divenire parrocchia), una serie di luoghi dipendenti e una dinastia signorile (quella da cui discende Guglielmo da Volpiano, promotore proprio della fondazione di Fruttuaria: Bulst 1973). Questo potenziale sviluppo territoriale è però frenato proprio dalla fondazione dell’abbazia di San Benigno di Fruttuaria: Volpiano è inserita in una dominazione robusta e compatta, che dà vita a un diverso modello di organizzazione del territorio, fondato non sui villaggi e i castelli, ma su un patrimonio monastico che accorpa diversi centri insediativi. Il periodo decisivo, i secoli XII e XIII in cui gli altri centri incastellati si affermano come centri organizzatori del territorio, sfugge alla nostra osservazione per la particolare struttura della documentazione di quest’area, molto povera proprio in questi due secoli (Rovano 1983, p. 294). Ci sono però noti gli esiti del processo, la realtà del secolo XIV, quando constatiamo l’esistenza di un distretto di Volpiano, inserito tuttavia in una forma più ampia di organizzazione del territorio, ovvero la dominazione abbaziale. In modo non diverso dal villaggio di San Benigno (cfr. la scheda dedicata a San Benigno Canavese), nato e sviluppato all’interno della dominazione abbaziale, anche il più antico villaggio di Volpiano dimostra nel secolo XIV un’identità territoriale debole: non assente, ma indebolita dalla preminente forza organizzativa del potere signorile monastico. Proprio uno degli atti che sancisce la definizione di un territorio di Volpiano, ci illumina anche su una fondamentale stabilità di questo territorio: nel 1348 vediamo infatti che l’abbazia di Fruttuaria richiede la restituzione del castello di Volpiano a Pietro di Settimo (AST, Corte, Provincia di Torno, m. 31, Volpiano, n. 1). Nel farlo, individua territorialmente il luogo di Volpiano: «quod castrum est scituatum in Canapicio, et cui castro, loco et finibus Vulpiani coherent fines Septimarum, Brandicii, Clavaxii, Sancti Benigni, Lombardoris et Laynici». I luoghi con cui Volpiano confina a metà del secolo XIV sono quindi gli stessi con cui confina attualmente: questo ovviamente non significa che ci troviamo di fronte a un territorio immobile, ma piuttosto che i protagonisti dell’organizzazione comunale e territoriale non sono in linea di massima cambiati, non si sono realizzate crescite o crisi di comunità tali da mutare l’assetto territoriale. Ridotte (ma non assenti) appaiono le tensioni territoriali che coinvolgono Volpiano, sia per quanto riguarda il confronto con i comuni vicini, sia per quanto riguarda spinte centrifughe individuabili in parti del territorio comunale. Per il primo punto possiamo soprattutto far riferimento alla lite che nel 1312 vede l’abate di Fruttuaria affrontare signori e comunità di Leinì «occasione finium villae, communis et hominum de Leynico et dicti monasterii, de poderio et territorio villarum Vulpiani, S. Benigni et Lombardorii, iuris dicti monasterii terminandis et definiendis» (AST, Corte, Provincia di Torino, m. 16, Leynì, n. 1). La definizione della linea confinaria è tracciata con riferimento ad alcuni microtoponimi non rintracciabili, ma si individua bene l’area attraversata: la linea è infatti individuata «per transversum Valde, versus sanctum Mauritium», ovvero in direzione del borgo di San Maurizio Canavese. La Vauda rientra in quella categoria di terre che sono usualmente dette «le terre sterili [...], quelle che costituiscono le “baragge” del Vercellese, Biellese e Novarese, i “gerbidi” del Torinese e le “vaude” e “lande” del Canavese» (Donna 1939, p. 35). Terre sterili, o meglio incolte: la differenza è importante, perché le evidenti tensioni territoriali relative al controllo di queste zone mostrano in modo inequivocabile come incolto non possa significare improduttivo. È una risorsa diversa dal coltivo, ma sempre attentamente valorizzata e tutelata dalla civiltà contadina del medioevo e dell’ancien régime. Per quanto riguarda invece le spinte centrifughe che possono spezzare un distretto comunale, dobbiamo notare che le numerose cappelle disperse nel territorio di Volpiano (cfr. il lemma ‘Altre presenze ecclesiastiche’) non hanno portato alla formazione di significative frazioni. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2.

 

      L’unico punto in cui nel XX secolo si colgono chiari segni di tensione territoriale è la frazione Malone, posta sulla riva sinistra del fiume omonimo e gravitante sul più vicino comune di San Benigno (Vigliano 1969, p. 1). Le difficoltà di collegamento tra Malone e Volpiano (e la conseguente gravitazione di Malone verso il comune di S. Benigno) non hanno avuto come esito conflitti aperti o richieste di mutamento dei confini, ma un’evidente tensione territoriale e in alcuni momenti uno specifico impegno della comunità di Volpiano per riannodare i legami con Malone. In particolare è interessante il periodo tra gli anni Cinquanta e Sesanta di questo secolo, quando si constata una convergenza nell’azione del comune e della parrocchia, tendenti a coinvolgere gli abitanti di Malone nelle attività collettive, garantendo prima la costruzione di una cappella, poi la ristrutturazione (e la conservazione in attività) delle scuole (cfr. Viola 1992, pp. 290 sg. e 304, con la documentazione citata). In un contesto di stabilità e di ridotti conflitti territoriali, constatiamo quindi la presenza di tensioni reali e potenziali che impediscono una lettura del territorio come un sistema di riferimento stabile e inamovibile: è piuttosto una risorsa e uno spazio in cui articolare ed esprimere l’organizzazione della società.