Castel Boglione

AutoriGiana, Luca, and Vittorio Tigrino
Anno Compilazione2003
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Asti
Area storica
Abitanti
702 [dati ISTAT 1991].
Estensione
1202 ha. [dati ISTAT].
Confini
A nord Nizza Monferrato, a est Fontanile e Castel Rocchero, a sud Montabone e Rocchetta Palafea, a ovest Calamandrana.
Frazioni
Gianola, "case sparse".  Vedi mappa.
Toponimo storico
Nel 1192, nella cessione di Ugo di Belmonte, detto Guasco, al comune di Alessandria, il luogo viene indicato come castello di Belmonte [attribuzione:  Di Ricaldone 1998]. Nelle carte di età moderna si riscontrano anche le varianti "Castelvero", oppure "Castel Vero", "Castilvero", Castroveteris, sostituito nel 1861 con Castel Boglione o "Castelboglione". Sono però documentate anche le diciture "Castel Vero di Nizza" e "Castel Vero di Monferrato". Il toponimo Castel Boglione proviene dal fiume Boglione, che dà il nome alla valle. In alcune pandette si trova anche la versione "Castelvecchio".
Diocesi
Acqui Terme. Tra il 1737 e il 1741, l’abate Giacomo Francesco Cordara di Calamandrana -- ottenuta la nomina di cameriere d’onore dal Papa e dopo aver tentato di ottenere un vescovato in partibus per ottenere gli emolumenti che gli avrebbero permesso una residenza a Roma --  porta avanti un progetto per erigere un vescovato in Nizza Monferrato, sottraendo alcune parrocchie dipendenti dal vescovato di Acqui (34 delle 125 della “vastissima” diocesi). Il progetto non ha però alcun esito.
Pieve
Non vi sono attestazioni.
Altre Presenze Ecclesiastiche
La prima chiesa parrocchiale, intitolata a Santa Maria, venne costruita nel secolo XV nel luogo di Antignano, sulla strada tra Acqui e Alba. A partire dalla prima metà del secolo XVII compare la nuova chiesa parrocchiale dell’Assunzione. La chiesa parrocchiale viene riedificata nel 1728 e benedetta nel 1740 [A.S.D.A., Castelboglione-Castelvero, Relazioni parrocchiali, f. 1, c. 6, f. 1; vd. anche scheda Antignano]. Una ulteriore nuova chiesa parrocchiale, intitolata al Sacro Cuore, fu fondata nel 1913. Sono presenti inoltre le cappelle campestri di San Martino, di San Sebastiano, di Sant'Antonio da Padova e l’oratorio dei Disciplinanti, sotto il titolo del Santo Spirito.
     Le compagnie presenti nella parrocchia sono: quella del Santissimo Sacramento, del Rosario e del Corpus Domini (dal 1728).
Assetto Insediativo
La categoria di analisi della "frazione" cambia nel corso dei censimenti. Pertanto i dati riguardanti gli spostamenti della popolazione nelle frazioni sono soggetti a questo problema teorico. Nonostante ciò, è possibile osservare che le frazioni sono indicate, per Castel Boglione,  solo a partire dai dati del dopoguerra. La maggioranza della popolazione risiede nelle “case sparse”: con questa categoria vengono indicati i micro-insediamenti demici che non sono eletti a frazione dai censimenti. In proporzione solo l’1,5 per cento della popolazione è riscontrato nel centro e nella popolosa frazione Gianola.  Vedi mappa.
Luoghi Scomparsi
Non vi sono attestazioni.
Comunità, origine, funzionamento
Castelvero divenne comune autonomo nel 1653, staccandosi da Nizza (oggi Nizza Monferrato. Prima era infatti una frazione nel contado di Nizza senza magistrature autonome [Di Ricaldone 1998, p. 105 e sgg. ]. Nella relazione del 1606, il podestà di Nizza sostiene che Castelvero non ha mura di “cinta e non ha Consiglio”, e che dista da Nizza poco meno di tre miglia [A.S.T., Corte, Paesi,  Monferrato, Feudi per A e per B, C, Mazzo 24, n. 4]:
Ha 62 fuochi e 270 anime, le cascine sottoposte alla chiesa parrocchiale sono 48 con 270 anime. Non ha detto luogo territorio distinto da questo di Nizza (la stessa situazione si trova a Calamandrana che ha 170 anime e 48 fuochi, le cascine sottoposte alla parrocchiale sono 30 e fanno anime 160).
Non vi sono né podestà né luogotenenti e, quindi, la giustizia si amministra a Nizza. I dati di metà Settecento descrivono la Comunità organizzata con un consiglio di dodici soggetti: due sindaci e dieci consiglieri. Vengono rinnovati ogni tre anni, e chi esce nomina i nuovi, mentre i sindaci sono eletti da tutti i consiglieri ai voti. L’archivio è nella casa del comune, privo di inventario delle poche scritture che vi si trovano. Il catasto è in pessimo stato, e se ne ordina una nuova compilazione [Relazione 1753; A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 79, nn. 4-6; vd. anche scheda Nizza Monferrato].
Statuti
Non vi sono attestazioni di statuti antichi. Si conservano i Bandi campestri della comunità 1739-1741 [A.S.T.,  Corte, Bandi campestri, registro del 1741, fol 135]. L'attuale statuto comunale è del 2002: vedi testo.
Catasti
Si conservano un catasto del secolo XVII, uno del secolo successivo e,  dal 1775, libri dei trasporti e catasti. E' inoltre conservato un catasto napoleonico nell’archvio di Stato di Torino [A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti].
Ordinati
L'archivio comunale conserva ordinati dal 1712-24 (contengono un colonnario catastale del 1656 e un "istrumento" del secolo XVI), che proseguono lacunosi; conti esattoriali del 1665-1730, poi lacunosi fino al 1771; le volture catastali esistono in serie solo dalla fine dell’Ottocento. Contabilità comunale dal 1740-89; registri fiscali dal 1726 e sgg.
Dipendenze nel Medioevo
In epoca medioevale dipende dal comitato di Acqui; passa poi al comitato consortile di Acquesana, consortile di Barberio, che, nel secolo XI, includeva: Barberio, Alice (oggi Alice Bel Colle), Ricaldone, Verdobbio, Lintignano [Vd. scheda Alice Bel Colle], Maranzana [Sergi 1971, p. 641; Sergi 1984, p. 303].
Feudo
La prima investitura di Castelvero unito a Calamandrana risale al 1613: al Segretario ducale Annibale Chieppio. Nel 1617 fu infeudato come borgata di Nizza con titolo comitale ad Alessandro Sensi; alla sua morte gli successe Ludovico Orsie (24 marzo 1624) [Di Ricaldone 1998, p. 112; vd. anche scheda Calamandrana]. Il 15 novembre 1652 ne fu infeudato il conte Francesco Bulgarini, sempre con titolo comitale, Castelvero rimaneva ancora borgata del contado di Nizza e non comune autonomo. Solo nel 1653 il conte Bulgarini ottiene “il confirmatorio di detta divisione” che sancisce l’autonomia di Castelvero da Nizza [A.S.T., Corte, Paesi,  Monferrato, Feudi per A e per B, C, Mazzo 24, n. 4]. Nel 1680 fu infeudato al capitano acquese Francesco Maria Roberti [A.S.T., Corte, Paesi,  Monferrato, Feudi per A e per B, reg. VIII, c. 141 v. e reg. XIII, c. 57 v.]. Roberti aveva acquistato il feudo da Ercole Bulgarino il 14 novembre 1652.
     Gli abitanti di Castelvero si oppongono alla scissione e chiedono un rinvio al vice reggente Thea e al senato di Casale. Il 14 giugno 1653 il conte ottiene la chiusura della pratica e la scissione di Castelvero da Nizza e Calamandrana.
Mutamenti di distrettuazione
Fino al Settecento fa parte delle terre e castelli del marchesato, poi ducato, del Monferrato “oltre il Tanaro”, i cui territori successivamente -- sotto la dominazione dei Savoia –- entreranno quasi tutti a far parte della provincia di Acqui. Fece parte del dipartimento di Montenotte, cantone di Nizza [Chabrol de Volvic 1824, p. 325] (Vedi mappa 1; Vedi mappa 2.); rientrò quindi a far parte della ricostituita provincia di Acqui, ridotta poi a circondario della provincia di Alessandria nel 1859 [Casalis 1837, pp. 250-251], e infine a quella di Asti nel 1935.
     In anni recenti ha aderito alla Comunità montana “Langa Astigiana-Valle Bormida”.
Comunanze
Nella relazione degli anni Ottanta del Settecento è segnalato tra le comunità della provincia di Acqui (Alto Monferrato) che non possiedono boschi e, nell’inchiesta sullo “stato degli effetti, e gabelle spettanti ai pubblici dell’Alto Monferrato risultanti dai convocati del 1782”, non sono segnalati né boschi, né i beni coltivi, ma 3,50 giornate di gerbidi e pascoli; £38:7 sono le entrate per gabelle e daciti [A.S.T., Corte, Materie economiche per categorie, Perequazione Monferrato, Mazzo 1 di addizione].
     Il censimento dei beni immobili comunali del 1933 riporta “stralci” di strade abbandonate in regione Albera [rispettivamente di are 6,5 e 2]; un seminativo vario di are 169 in regione Rodella; il fabbricato dell’asilo infantile; la casa comunale, pozzo, pompa pubblica e pesa pubblica [A.C.C., n.276 f. 1].
Liti Territoriali
La comunità comincia a produrre carte d’archivio nel 1653, all’atto della scissione da Nizza. Le vertenze sono sulla divisione dei beni fondiari  da Nizza e sulle false dichiarazioni. Alcuni fascicoli (in fotocopia) riportano documentazione su Castel Boglione conservata nell’archivio storico comunale di Nizza Monferrato [Vd. A.C.N., busta 269, fasc. 1012, Delimitazione Nizza con Castelvero (aprile 1653)]. I particolari di Castelvero, attraverso il loro podestà, sono accusati di occultare a Nizza terre spoglie, zerbidi, rocche per non addossarsi l’imposta su terreni che non rendono. La disputa viene composta il 1 aprile 1653, quando il Senato di Casale  delinea i confini del nuovo comune di Castelvero [A.C.N., busta 269,  fasc. 1012, Confini tra Nizza e Castel Vero,  (firmato Bernardino Bido)].
     Anche nell’archivio storico comunale di Acqui Terme sono conservate alcune carte di lite con il comune di Castelvero [A.C.A., Castel Boglione: 1665-71, n. 204, f.1; vd. anche scheda Acqui Terme]. Confini con Fontanile [Vd. anche scheda Fontanile]. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2.
Fonti
A.C.A. (Archivio Storico del Comune di Acqui Terme)
A.C.A., Castel Boglione: 1665-71, n. 204, f.1
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Castel Boglione). Vedi inventario.
L’archivio storico comunale è stato recentemente riordinato (1996), ma ha sofferto di un grave depauperamento e di un grave disordine, sia in tempi antichi che negli ultimi anni; si ipotizzano gravi danni durante la Seconda guerra mondiale, a opera di repubblichini e partigiani [A.C.C., S.2.1, f.28, fasc. 40]. Ulteriore depauperamento è dovuto al crollo del vecchio archivio, con materiale disperso sotto le macerie (testimonianze orali citate nella Introduzione all’inventario attuale).
A.C.C.,  f. 223
A.C.C., n.276 f. 1
A.S.D.A. (Archivio Storico Diocesano di Acqui Terme)
A.S.D.A., Castelboglione-Castelvero, Relazioni parrocchiali, f. 1, c. 6, f. 1.
A.C.N. (Archivio Storico del Comune di Nizza Monferrato). Vedi inventario.
A.C.N., busta 269 fasc. 1012, Confini tra Nizza e Castel Vero,  (firmato Bernardino Bido), aprile 1653.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Acqui, Mazzo 1, Carta topografica di una parte della Provincia di Acqui. Carta Topografica di piccola parte della Provincia d'Acqui contenente Calamandrana, Castelvero, Rocchetta Palafea, Castel Rochero, Fontanile e Castelletto, senza data e senza sottoscrizione. Sulla Scala di 1/9576 (copie due). Questa carta probabilmente era parte di una della Provincia d'Acqui, s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Diparimenti, Mazzo 1, "CARTE DU DEPARTEMENT DE MARENGO", s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete,Acqui 2 A I Rosso , Mazzo 1, "Carta Topografica di parte del Corso del BELBO verso Calamandrana ritrovansi anche Rochetta Palafea e Fontanile.". Carta topografica di parte della Provincia d'Acqui contenente Calamandrana, Rocchetta Palafea e Fontanile. Fol. 1 Mss. sottoscritti Fedele e Rossi, s.d., [Autore disegno originale: Non indicato (ma "Originale dalli Sig.i Fedele, e Roffi")] . Vedi mappa.
A.S.T.,Carte topografiche e disegni, Diseni monferrato Feudi per A e per B, Mazzo 20, 1696: li 17 Maggio, tra le fini di Fontanile e Castelvero. Schizzo in pianta dei confini nei pressi di Fontanile e "Castelvero, 1696. Vedi mappa.
A.S.T.,Carte topografiche e disegni, Disegni monferrato Feudi per A e per B, Mazzo 20, Disegno dimostrativo della situazione dè termini tra Fontanile, et Casselvero (…). Pianta dei confini nei pressi di Fontanile e "Castelvero", dove sono indicate le vie di comunicazione e i corsi d'acqua, 1696 (dopo il 17 maggio). Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Monferrato,  Mazzo 6, Carta topografica dell'Alto Monferrato, s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Asti, Mazzo 1, "Carta dimostrativa della Strada che dalla Città d'Asti tende, a quelle di Nizza, e d'Acqui passando per il piano d'Isola / e quindi nella Valle di Montegrosso, ne Luoghi D'Agliano, e Castelrochero, colla delineazione in rosso dei tratti della d[ett]a Strada formati provisionalmente". "Carta dimostrativa della strada che dalla città d'Asti tende a quelle di Nizza e d'Acqui passando per il piano d'Isola e quindi nella Valle di Montegrosso, ne' luoghi di Agliano e Castelrochero, colla delineazione in rosso de' tratti della detta strada formati provisionalmente". Torino, 28 settembre 1786, N. Bojne Misuratore Generale di S.M. Inchiostro e acquerello di vari colori (Data: 1786-9-28) [ Autore disegno originale: N.(icolao) Bojne]. Vedi mappa.
A.S.T.,  Corte, Bandi campestri, registro del 1741, fol. 135.
A.S.T., Corte, Materie ecclesiastiche, Materie beneficiarie, Mazzo 4.
A.S.T., Corte, Materie economiche per categorie, Perequazione Monferrato, Mazzo 1 di addizione.
A.S.T., Corte, Paesi,  Monferrato, Feudi per A e per B, regg. VIII e XIII.
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 40, Stato generale dei benefici, cappellanie, confraternite, congregazioni di carità, e ogni altra opera della provincia di Acqui (con aggiunta di beni e redditi che si trovano fuori provincia, ma legati ad istituzioni presenti nella provincia stessa), firmata dall’intendente Traffano, luglio 1753.
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 79, Statistica generale, nn. 4-6.
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti.
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B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa.
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B.N.F., département Cartes et plans, GE D-14265, Carte Topographique du Département de Montenotte / Rédigée par les soins de Mr le Comte de Chabrol Prefet. Echelle de 10. 000 Metres [=Om. 050 ; 1 : 200 000 ] ; Dessinée par Cecchi, géographe, s.n. 1806-1812 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843); autore:Cecchi (17..-18..?; géographe)].  Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE D-15141, Carte des provinces de Savone, d'Oneille, d'Acqui et d'une partie de la province de Mondovi formant l'ancien département de Montenotte / dressée par les soins de M. le Cte de Chabrol de Volvic, s.n., 1822 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843) ]. Vedi mappa.
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Descrizione Comune

Castel Boglione

       I dati ISTAT presentano un incremento della popolazione, che quasi raddoppia tra il 1861 e il 1936,  passando da 1086 abitanti a 2783. Tra secolo XIX e XX,  riscontriamo dunque il primo consistente incremento della popolazione: in quel periodo  l’ISTAT riporta un aumento di un terzo della popolazione. La popolazione decresce in modo significativo a partire dagli anni Settanta (l’ISTAT nel 1971 censisce 2167 abitanti), riducendosi di quasi tre quarti negli ultimi trent’anni.
       In epoca moderna le relazioni fiscali e i dati sulla perequazione ci forniscono alcune informazioni sulla popolazione della comunità. In una relazione fiscale del Seicento sono indicati 159 abitanti ("anime"), 640.7.1 moggia registrate, 0 "immuni" e 0 feudali [A.S.T., Corte, Paesi, Monferrato, Materie economiche e feudali, Mazzo 19]. Alcuni dati sugli abitanti della comunità tra il 1717 e il 1752 documentano una lieve diminuzione:  gli abitanti sono 800 nel 1717, 615 nel 1750, 628 nel 1751, 676 nel 1752] , [A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Tributi del Monferrato, Mazzo 1]. La diminuzione è confermata anche dalla relazione del 1753: Castelvero (Castel Boglione) è indicato come territorio vicino al torrente Bogliona, in una valle “dirupata”, di 150 fuochi ("585 anime"), infeudato al conte Roberti di Asti. Ha un molino stagionale e filatoi da canapa. [B.R.T., Storia Patria 341, relazione della Provincia di Acqui (Alto Monferrato) dell’intendente conte Traffano, 1753; A.S.T., Camerale, II Archiviazione, Capo 79, nn. 4-6].
     I dati ottocenteschi riportati da Casalis e da Chabrol de Volvic attestano una popolazione di 800 abitanti [Casalis 1837, p. 250] e di 735 abitanti [Chabrol de Volvic 1824, p. 325].
     La categoria di analisi della "frazione" cambia nel corso dei censimenti. Pertanto i dati riguardanti gli spostamenti della popolazione nelle frazioni sono soggetti a questo problema teorico. Nonostante ciò, è possibile osservare che le frazioni sono indicate, per Castel Boglione,  solo a partire dai dati del dopoguerra. La maggioranza della popolazione risiede nelle “case sparse”: con questa categoria vengono indicati i micro-insediamenti demici che non sono eletti a frazione dai censimenti. In proporzione solo l’1,5 per cento della popolazione è riscontrato nel centro e nella popolosa frazione Gianola. Le stesse proporzioni, con piccole variazioni sono documentate fino ai giorni nostri.
      Castelvero (Castel Boglione) fa parte delle terre elencate, che si trovano “nella valle del Belbo, e nelle maggiori vicinanze della città di Nizza in Monferrato” (solo due di esse sono “di là dal Tanaro”) [A.S.T., Corte, Materie ecclesiastiche, Materie beneficiarie, Mazzo 4]. Una descrizione di Castel Boglione ci proviene dalle fonti di età moderna che descrivono una comunità debole, scarsamente coesa e con pochissimi beni comuni:
Il territorio è di moggia 1750 circa [coltivati 500, prati 80, vigna 1700, bosco 70, castagneti 50, gerbidi 300, immuni 272], tutto montuoso con colline di mediocre qualità. Vi sono pochi generi che vengono commerciati, quasi tutto sul mercato di Acqui, e poco vino verso l’Alessandrino. È censito un piccolo gerbido della comunità di 6 moggia per il pascolo. Il fumante concorre per un terzo alle caserme, il resto a registro con privilegio del forense [Relazione 1753; A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 79, nn. 4-6].
Nei  dati raccolti in occasione della perequazione del 1782 sono leggibili anche i dati relativi al territorio delle comunità che si possono confrontare con quelli di 30 anni precedenti raccolti dall’intendente Traffano. La misura, espressa in giornate di Piemonte, è di 2480.50 (campo: 490.50, prato: 296, vigna: 1020, castagneto: 114, bosco: 300, “zerbido” 260), di cui 287 giornate non collettabili (283.50 ecclesiastici, 0 feudali, 3.50 comunitativi, 0 convenzionati) [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 18bis].
     La documentazione dell’archivio comunale, sebbene assai scarna e lacunosa,  ci fornisce, almeno per l’epoca contemporanea, alcuni dati sulle relazioni tra il comune e l’autorità ecclesiastica [A.C.C.,  f. 223]. La corrispondenza tra comune ed autorità ecclesiastica del 1906-20 descrive le differenze insorte per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale;  segue poi una causa tra il comune e la parrocchia sulla proprietà destinata alla nuova costruzione. La vecchia struttura, diroccata,  viene chiusa perché pericolosa. Per due anni le funzioni avvengono con i fedeli “stipati in luogo malsano”, e si delibera la ricostruzione. Il finanziamento della fabbriceria è a carico del comune, ma lo scontro verte sugli interventi per la viabilità nel concentrico, che rischiano di far crollare il nuovo ’edificio appena costruito. Le spese di rinforzo della chiesa vengono addebitate al comune,  che ne contesta il carico.
     La prima chiesa parrocchiale era stata costruita nel secolo XV nel luogo di Antignano, sulla strada tra Acqui e Alba. Nella relazione della diocesi del 1550 viene citata la parrocchia di Santa  Maria. Nel 1577 il centro devozionale era ancora ad Antignano (nella chiesa campestre di Santa Maria),  anche se le funzioni venivano celebrate nell’Oratorio dei Disciplinanti, perché la parrocchia era ancora in fase di costruzione.
     Un altro locale  adibito a luogo di devozione  era la casa della confraternita del Santo Spirito,  che Mons. Regazzoni ordinò di ridurre “in devoto oratorio per i disciplinanti”. A partire dal 1608,  viene visitata anche la cappella campestre di San  Martino [visita pastorale Beccio 1608]. Nella visita del 1637 la chiesa parrocchiale compare intitolata all’Assunzione. Nella relazione parrocchiale del 1652 sono censite le seguenti chiese: la chiesa vecchia parrocchiale, con cimitero, sotto il titolo dell’Assunzione;  l’oratorio dei Disciplinanti sotto il titolo del Santo Spirito; le cappelli campestre di San Sebastiano e  di San Martino. L’unica chiesa ad avere una rendita è quella di Santo Spirito, a cui è legata una vigna, lasciata da Matteo Gilardo, situata sopra i fini di prato Benesco. A partire dal 1681 [visita del vescovo Gozzani], l’altar maggiore è di giuspatronato della Compagnia del Santissimo Sacramento e l’altare del Rosario della Compagnia del Rosario. La visita del 1728 [Mons. Rovero] riporta inoltre la cappella campestre di Sant'Antonio da Padova, non menzionata in precedenza, di giuspatronato dei Cavalieri di Malta. La cappella  dell’Annunciazione è attribuita alla Compagnia dei Disciplinanti. Dal 1728 compaiono anche le compagnie del Corpus Domini e del Rosario.
     Una  nuova parrocchia fu fondata nel 1728 e benedetta nel 1740 [A.S.D.A., Castelboglione-Castelvero, Relazioni parrocchiali, Fald. 1, Cart. 6, fasc. 1]. La più recente  chiesa parrocchiale fu fondata nel 1913 sotto il titolo del Sacro Cuore.
     Alcune informazioni sulle presenze ecclesiastiche e sulla consistenza del loro patrimonio sono  leggibili nella relazione del Petitti [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 37, Relazione generale dell’operato dal commendatore Petitti in dipendenza del Regio Editto delli 24 giugno 1728 concernente li beni posseduti dalli ecclesiastici e luoghi pii nel Ducato di Monferrato]. Vengono censiti i beni dei padri barnabiti del collegio di San Paolo di Acqui (80 moggia), i beni delle monache benedettine di Santa  Maria de Campis Acqui, il beneficio di Sant'Anna, eretto sul territorio di Nizza, il beneficio dei Santi Giacomo e Filippo, i ben dei padri conventuali di San Francesco di Nizza.
     Nella relazione del Traffano vengono solo riportati i beni immuni (163 moggia) della parrocchia [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 40, Stato generale dei benefici, cappellanie, confraternite, congregazioni di carità, e ogni altra opera della provincia di Acqui (con aggiunta di beni e redditi che si trovano fuori provincia, ma legati ad istituzioni presenti nella provincia stessa), firmata dall’intendente Traffano, luglio 1753].