Cossano Belbo

AutoriAngelini, Massimo
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo.
Area storica
Monferrato.
Abitanti
1145 [ISTAT 1991].
Estensione
2400 [SITA] ettari al censimento del 1991.
Confini
In senso N-E-S-O : Mango, Camo, Santo Stefano Belbo, Loazzolo, Cessole, Vesime, Castino, Rocchetta Belbo.
Toponimo storico
Cossanum nel 1192 [B.S.S.S., XXII, doc. XII]; Coxanus nel 1198 [B.S.S.S., CXII, doc. CLIV]; Sanctus Stephanus de Coxano nel 1203 [B.S.S.S, XXIII, doc. CLXXVIII]; Villa Cosani de Valle Belb nel 1247 [B.S.S.S., XXII, CIX]. Risultano anche le forme Coxanum e «Quossanum» [Martna 1951, p. 341]. Alcuni fanno derivare il toponimo da un aggettivo,  cottianus, forse riferito a un nome personale [Olivieri 1965, 138], altri suggeriscono il composto delle parole cos (rupe) e sanus (sana), oppure una derivazione dal verbo «coxare», con riferimento all’ urto del torrente Belbo contro la roccia [Brandone 1984, p. 5].
Diocesi
Cossano, almeno dal sec. XIV, appartiene alla diocesi di Alba.
Pieve
Nel 1325 dipende dall' abazia di S. Gaudenzio in Santo Stefano Belbo [Conterno 1979].
Altre Presenze Ecclesiastiche
La chiesa di Cossano è attestata in un documento del 1280, dove viene menzionato Raimondo, prete di San Giovanni Battista, e in un altro datato 1338; su essa si hanno notizie sufficientemente continue solo a partire dal 1591. Tra il 1939 e il 1942, viene completata 1' attuale parrocchiale, intitolata a San Giovanni Battista, edificata dopo avere abbattuto la vecchia chiesa e 1' annesso oratorio, affidato alla Confraternita dei Battuti e risalente al secolo XVII.
     Risale al basso medioevo il santuario della Madonna della Rovere, situato sulla strada che univa Cossano a Mango, nel luogo dove in precedenza, era stato eretto un pilone in ricordo di un fatto miracoloso, più tardi trasformato in cappella con annessa sacrestia e canonica retta dai Francescani. Il santuario è, probabilmente, il più antico della diocesi di Alba [Brandone 1984, p. 126] ed ebbe considerevole importanza per l’ intera valle Belbo fino al secolo XVII.
       Nel territorio comunale si trovano alcune cappelle rurali in località Scorrone (fino secolo XIX intitolata alla Madonna delle Grazie), San Martino, San Pietro, San Bovo e Santa Libera [Brandone 1984, p.130].
Luoghi Scomparsi
Il nucleo di San Martino - sulla strada tra Cossano e Scorrone, verso Castino - era probabilmente un borgo di ragguardevoli dimensioni, abbandonato nel corso del medioevo e scomparso, come testimoniano gli scavi eseguiti nella località e il consistente rinvenimento di fondamenta di case, utensili e lapidi.
Comunità, origine, funzionamento
Tra le prime attestazioni della comunità organizzata è il giuramento di fedeltà ad Asti, del 12 marzo 1277, da parte dei sindaci della comunità di Cossano [Brandone 1971, p. 11]. Nel 1310 gli uomini di Cossano nominano quattro rappresentanti per definire i loro diritti con il feudatario Giogio di Busca.
Statuti
Non è stata trovata notizia di statuti, salvo l’indiretta notizia, riferita all’ anno 1310, dell' incontro tra rappresentanti della comunità e il marchese Giorgio di Busca, per la definizione dei comuni doveri e diritti, concordati e concessi dietro il pagamento al feudatario di 100 genovine annue [Brandone 1984,p. 12].
Catasti
Nel verbale d' ispezione archivistica steso nel 1967 vengono indicati quattri registri del catasto per isecoli XVIII e XIX, rispettivamente datati 1769-1770, 1850,1877 e 1893.
Ordinati
Nel 1967, dopo lo postamentod ella sede comunale, la Soprintendenza archivistica segnala gli ordinati comunali dal 1814 al 1834 e quelli del 1840. Da un elenco del 1881 risulta che vi fosse conservata anche la serie dal 1729 al 1791 [BIANCHI 1881 256].
Dipendenze nel Medioevo
Al termine del secolo X, le terre di Cossano fanno parte della Marca aleramica; un secolo più tardi sono comprese nei possedimenti di Bonifacio del Vasto, che le include nella contea di Loreto e, nel 1125, le trasmette al figlio Ottone.
Feudo
Nel 1148, Ottone, figlio di Bonifacio del Vasto, conte di Loreto, con atto di sottomissione cede il dominio di Cossano alla città di Asti, ottenendone 1' investitura. Alla morte di Ottone, passa al fratello Bonifacio, marchese di Cortemilia - con la conferma della sottomissione ad Asti (1188) - che, poco prima del 1190, la trasmette in eredità indivisa ai figli Berengario I e Manfredo I Lancia, marchesi di Busca, e Bonifacio I, marchese di Clavesana : Berengario e Manfredo sottomettono la propria quota al marchese del Monferrato nel 1188 [Codex Astensis, doc. 103], 1192 e nel 1196. Manfredo Lancia, 1' anno dopo, vende ad Asti metà dei propri diritti su Santo Stefano e Cossano.
Mutamenti di distrettuazione
Quando, nel 1711, entra nei domini dello Stato sabaudo, viene aggregata alla provincia di Asti; compresa nel circondario di Acqui (dipartimento di Montenotte) durante il periodo napoleonico. Sotto il Regno di Sardegna viene inclusa nel mandamento di Santo Stefano Belbo e nella provincia di Alba; entra a fare parte della provincia di Cuneo dopo l'Unità.
Mutamenti Territoriali
Secondo G. Brandone, in epoca feudale il paese si trovava nella regione Borgo, staccato dall' attuale concentrico, sul quale era il castello [1984, 27]. Dal 1928 al 1947 nel comune di Cossano viene incorporato il territorio di Rocchetta.
Comunanze
Nella scheda del C.L.U.C. sono riportate 12 particelle comprendenti, insieme, terreni di Cossano Belbo e di Rocchetta Belbo gravati da diritto di uso comune, con una estensione complessiva corrispondente a 2.940 mq. Le particelle riguardano per lo più pascoli (in realtà scarpate, relitti stradali e cave di ghiaia) e terreni di diversa destinazione colturale, situati nel "concentrico" del paese e in altre località, principalmente nella regione Spunciairolo.
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Cossano Belbo).
     L'archivio storico comunale è attualmente (1996) depositato presso la casa municipale di Cossano, disordinato e non consultabile, differentemente dai registri dell' archivio di deposito e corrente. Secondo il verbale d' ispezione della Soprintendenza archivistica regionale, vi dovrebbe essere conservato un volume del secolo XVII contenente la copia autentica di atti relativi a Mango e a Cossano, riguardanti il periodo 1192-1668.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Controllo Generale di Finanze, Tipi annessi alle patenti secolo XIX, Belbo, torrente, Mazzo 102, “Tipo Regolare D'un tronco del torrente Belbo e sue adiacenze sul territorio di Cossano Provincia d'Alba..." (Data: 1834-1836) [Autore disegno originale: Gio. Rabino; Autore copie: Alessandro Demichelis]. Vedi mappa.
Bibliografia
E. BARONINO, Le Città, le terre e i castelli del Monferrato descritti nel 1604 da E. B., «R.S.A.A.AL», 1904-1905, in TESTA, 1979, pp. 333-335.
N. BIANCHI, Le carte degli archivi piemontesi, Torino 1881.
G. BRANDONE, Cossano Belbo. Anagrafe di un paese di langa, Cossano 1971.
G. CASALIS, Dizionario geografico storico statistico commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, vol.V, Torino 1839.
C. CIPOLLA, La pergamena originale del trattato concluso nel 1188 da Berengario di Busca ed il Comune di Asti, «Miscellanea di Storia Italiana», se. III, vol. V.
G. CONTERNO, Pievi e chiese dell antica diocesi di Alba, «Bollettino dellaSocietà per gli Studi S.A.A. della Prov. di Cuneo», 1979,1.
L. DE BARTOLOMEIS, Notizie topografiche e statistiche sugli Stati Sardi, Torino 1847, II, vol.. IV.
Direzione Generale della Statistica del Regno, Dizionario dei Comuni e frazioni di Comune secondo il censimento generale della popolazione al 10 febbraio 1901), Roma 1907.
Dizionario di Toponomastica, I nomi geografici italiani, Torino 1990.
F. GUASCO, Dizionario Feudale degli Antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911.
ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), XIII Censimento nazionale della popolazione e delle abitazioni. 1993.
A. MANNO, Il patriziato subalpino. Notizie di fatto, storiche, genealogiche, feudali ed araldiche, voi. I, Firenze 1895.
G. MARTINA, Cortemilia e le sue Langhe, Cuneo 1951.
D. OLIVIERI, Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965.
G.B. PIO, Cronistoria dei comuni dell' antico mandamento dei Bossolasco con cenni sulle Langhe, Alba 1920, ristampa Cuneo 1975.
C. SCHIFFO, Cenni storici su 250 comuni dita Provincia di Cuneo, Carrù 1962.
D. TESTA, Storia del Monferrato, Castello d' Annone 1979.
Descrizione Comune

Cossano Belbo

     Sebbene il toponimo sia attestato a partire dal secolo XII, esistono significative testimonianze - cippi, iscrizioni lapidarie, porzioni di strada lastricata e mura - di un assai più antico insediamento, tali da fare pensare a un' origine romana del primo abitato di Cossano. I principali ritrovamenti di tale epoca sono avvenuti nelle località Maccario e Casareggio sulla riva sinistra del Belbo [Brandone 1984, 5-6]. Si presume che in località Castello dell'Imperatore - a sud, sulla strada verso Castino -,ove sono state trovate fondamenta romane, esistesse una torre di guardia posta sulla strada romana tra Alba Pompeja e Cortemilia [BRANDONE 1984, 128].
Le notizie sulle origini di Cossano sono frammentarie; il principale nucleo abitato si trovava nella regione Borgo - sulla sponda sinistra del Belbo - mentre 1' attuale centro abitato era occupato dal castello: non si conosce il periodo in cui è avvenuto il trasferimento dell' abitato, né se si sia trattato di un cambiamento lento, o progressivo, o della conseguenza di una devastazione causata dal Belbo, o di natura militare. Dopo avere fatto parte, per un breve periodo, del marchesato di Cortemilia, il castello e il borgo entrano nei possedimenti dei marchesi di Busca, i quali, dopo il 1190, si sottomettono ad Asti, ricevendo in feudo Cossano [BRANDONE 1984, 8]. Nel 1247 Raimondo di Busca, figlio di Berengario I viene infeudato su Cossano e Rocchetta; i suoi figli, consignori di Cossano nel 1273, per debiti, cedono il diritto di riscuotere le tasse sul borgo e sul territorio di Cossano a Guglielmo di Ceva [BEANDONE 1984, 9] e, più tardi, il diritto di passaggio sull’ asse viario di fondo valle.
Nel 1344 Manfredo Busca sottomette Mangano, Cossano e Rocchetta al marchese di Monferrato; pochi anni più tardi (1355), Carlo IV conferma a Giovanni II di Monferrato il dominio dei territori di Santo Stefano Belbo, «castro et villa Cossani», Cessole, Loazzolo [MARTINA 1951, 342], già infeudati ai Busca. Alla morte di Manfredo (1390), i suoi possedimenti vengono divisi fra i cinque figli : Cossano tocca a Ermete e Ludovico e, quarant’anni più tardi (1431), occupata da Francesco Sforza, passa nel dominio dei Visconti. Nel 1435 ritorna sotto il Monferrato e il controllo della famiglia Busca (nel frattempo traferita nel castello di Mango), che lo mantengono, con alterne fortune, per tutto l’antico regime. Dopo la morte del duca Vincenzo (1627), Cossano e Mango vengono conquistate da Carlo Emanuele di Savoia, ma tornano al Monferrato nel 1631, dopo la stipulazione del trattato di Cherasco. Solo nel 1711, in forza di un trattato concordato nel 1703 e della cessione del Ducato di Monferrato del 1708, Cossano, Mango e Rocchetta entrano definitivamente a fare parte del dominio di Savoia.
Oggi Cossano conta oltre 1100 abitanti : erano 788, secondo Baronino, nel 1604 [TESTA 1979, 334]; 1468 nel 1839 [CASALIS 1839, 478]; 2245 nel 1901 [D.G.S.R., 1907], di cui 323 nella frazione capoluogo.
I documenti sulla storia di Cessano, non mostrano particolari mutamenti della sua giurisdizione, la cui estensione pare stabile dal basso medioevo fino ai nostri giorni, quando, dal 1928 al 1947, al comune è stato aggregato quello di Rocchetta Belbo. Allo stesso modo non risultano vertenze sui confini territoriali, né sull’ accesso alle terre comuni. Nella relazione acclusa nel 1934 all’Elenco dei beni comunali dal perito istruttore si afferma che, «effettuate le necessarie ricerche agli archivi (di Stato e comunale) e sul vecchio catasto e dalle informazioni assunte, il sottoscritto ha dovuto rilevare che il Comune di Cessano Belbo, nemmeno in passato non ha mai posseduto beni di qualche importanza, all’infuori di quelli di Uso Pubblico e relitti e scarpate stradali». Ma, poco dopo, precisa che: «Anticamente [il Comune] possedeva solo tre ettari circa di terreni che vennero in seguito alienati», e conclude affermando che «dalle informazioni assunte è risultato pure che la popolazione in passato non ha mai esercitato alcun diritto di Uso Civico».