Beinette

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1998
Provincia
Cuneo
Area storica
Cuneese.
Abitanti
2656 (ISTAT 1991).
Estensione
1741 ha (ISTAT 1991).
Confini
A nord Morozzo, a nord-est Margarita, a est Pianferi a sud-est Chiusa Pesio, a sudovest Peveragno, a ovest Cuneo.
Frazioni
Il comune di Beinette non conta vere e proprie frazioni; al di fuori del concentrico si segnala unicamente la borgata Ambrogi, tuttavia la regione Colombero ha visto svilupparsi recentemente un forte nucleo insediativo, là dove prima esistevano, con questo nome, due cascine. Vedi mappa.
Toponimo storico
«Baenna Superior» è ricordata per la prima volta, come sede plebana, nel diploma di Enrico III del 26 gennaio 1041 (Il Libro Verde della Chiesa di Asti, doc. 319, p. 220), con il determinante per distinguerla dall’omonima («Bagiennae Inferiores»), ora Bene Vagienna. La denominazione al plurale, con lievi varianti dovute alla contrazione «Bagiennae» in «Baennae», permane fino alla metà del Duecento, quando cominciano a comparire le forme «Bahennettae» e «Bennettae» (Caranti 1900, II, pp. 178, 185) collegabile all’abbandono della «villa vecchia», prima in alternanza, poi con netta prevalenza della seconda.
Diocesi
Beinette fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando rientra nel territorio assegnato alla nuova diocesi di Mondovì.
Pieve
«Plebs Baenne Superioris» nel citato documento del 1041; nel Registrum ecclesiarum dioecesis Astensis (1345) ha come unica chiesa dipendente quella di S. Maria di Forfice, villaggio ora scomparso alle origini di Peveragno (Conterno 1988, pp. 26-27). Essa corrisponde all’attuale S. Maria della Pieve (o delle Lame, in quanto al centro di una estesa area paludosa, i Paschi), sul cui sito sono affiorati a varie riprese resti romani (Ristorto 1990).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia dei SS. Giacomo e Filippo, che sostituisce l’antica pieve dopo il trasferimento dell’abitato maggiormente a ridosso del torrente Iosina (fine XIIIinizio XIV secolo). Secondo alcuni documenti doveva essere fuori della cinta fortificata (Comba 1983, p. 71). L’attuale chiesa è il risultato della ricostruzione di metà Settecento (Ristorto 1990, pp. 84-90). Sono inoltre presenti nel territorio di Beinette: l’oratorio della confraternita dei disciplinati di S. Croce; la cappella dei SS. Rocco e Sebastiano; la cappella di S. Bernardo; la cappella di S. Giovanni Battista. Il monastero benedettino di S. Stefano del Lago «iuxta fontem Brobii», ricordato a partire dal 1008 come dipendente da quello di S. Anastasio di Asti (Cognasso 1940-41, II, p. 9), sorgeva presso il lago di Beinette, in prossimità della strada per Chiusa Pesio: i pochi resti sono ora ridotti a cascina.
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Bene Superiore (villa vecchia), che Rinaldo Comba, a differenza di Nallino e di Morozzo, colloca sulla destra del Brobbio, a nord della regione di S. Stefano e a est di quella delle Vigne, come dimostra il toponimo «Villavero» presente nei catasti settecenteschi dell’archivio comunale. Quest’ultimo è spiegabile con una errata lettura paleografica delle parole «in villa ve(te)ri» (Comba 1983, pp. 70-71). Lo spostamento dell’abitato e la formazione di un nuovo insediamento situato sulle sponde del torrente Iosina (affluente del Brobbio) è ascrivibile tra la fine del XIII e i primi anni del XIV secolo.
Comunità, origine, funzionamento
L’organizzazione comunale è attestata non prima del 1286, quando la comunità di Beinette nomina propri rappresentanti per ratificare la vendita dei mulini e dei forni alla certosa di Pesio (Ristorto 1990, p. 14). Una salda e organizzata struttura politico-amministrativa traspare dagli Statuti concessi e approvati l’11 marzo 1358 (Nallino 1788, pp. 51-54).
Statuti
Concessi e approvati dal castellano e vicario di Beinette l’11 marzo 1358, rivisti e aggiornati il 31 luglio 1522 e nel 1577 (Ristorto 1990, pp. 18-26; 46). Sono conservati presso l’archivio comunale anche i Bandi campestri del 1742, approvati dal marchese d’Ormea e stampati a Cuneo nel 1821; i Bandi politici del 1836; il Regolamento di polizia urbana e rurale del 1869-1870 (AC Beinette, cat. III, Bandi politici e campestri, m. 30).
Catasti
Sono conservati registri di catasti e memorie di misurazioni per gli anni 1632, 1697, 1716, 1734; cui seguono: il Registro della misura generale eseguita dal misuratore e geometra Bernardo Arnaud il 14 dicembre 1788 e la Mappa figurata; il catasto del 1817 copiato da quello del 1788 e «rappezzato» dal geometra Gaetano de Stefani (Libro figurato); il Libro dei trasporti del 1819; e il Nuovo catasto del sec. XX (AC Beinette).
Ordinati
1623-1627; 1636-1642; in serie continua dal 1645 (AC Beinette, cat. I).
Dipendenze nel Medioevo
Comitato di Bredulo. La presenza del vescovo astigiano, più che essere limitata nell’esercizio del suo potere dalla presenza di gruppi signorili aventi base in località vicine, sembra svolgere funzioni di coordinamento: sono documentati nella prima metà del Duecento alcuni esponenti del consortile dei signori di Morozzo (Guglielmotti 1990, pp. 117 sgg.), i «domini de Forfice», la cui presenza si estende ben oltre il Trecento (Ristorto 1990, pp. 12-15), ma con una consistenza patrimoniale difficilmente accertabile. Lo stesso si può dire del marchese Manfredo di Busca, che il 21 ottobre 1212 dona alla Chiesa di Asti il castello e la villa di Boves e tutto ciò che possiede in Beinette, «quod fuit illorum de Barbis», con la clausola dell’approvazione da parte della Chiesa metropolitana milanese (Il Libro Verde della Chiesa di Asti, doc. 231, pp. 101-103; doc. 233, pp. 104-105). Di impossibile collocazione in un determinato raggruppamento signorile è la «domina» Audisia Mazzavacca, benefattrice della certosa di Pesio (grangia della Casazza) e madre di un priore certosino (Caranti 1900, I, pp. 102-103; II, pp. 220-221).
Feudo
Particolarmente tormentate le infeudazioni di Beinette: il 12 dicembre 1399 il villaggio viene concesso a Guglielmo di Nucetto, da cui passa ai figli Antonio e Franceschino; da loro lo acquista l’11 aprile 1418 Cristoforo Beggiamo, che ne ha sposato la sorella Leonetta. Nel 1441 viene venduto a Paolo Marini di Villafranca, che ne viene investito nel 1446. Due anni dopo ancora un nuovo signore, nella persona di Ettore Gosellino, venuto da Cipro al seguito di Anna di Lusignano moglie del duca Ludovico di Savoia. Nel 1512 il feudo viene acquistato da Angelino Provana dei signori di Faule, con diritto di primogenitura. Beinette rimane ai Provana fino alla morte di Luigi (1679), quando la nipote Lucrezia la cede per matrimonio a Giacinto Amedeo Saluzzo di Miolans. Nel 1709 una porzione del feudo viene venduta a Prospero Antonio Scaffa. Giuseppe Antonio Miolans Spinola il 2 agosto 1738 cede quanto gli rimane a Carlo Vincenzo Ferrero marchese d’Ormea per 100.000 lire. Nel 1806 tutti i diritti feudali passano nelle mani di privati (Ristorto 1990).
Mutamenti di distrettuazione
Fin dal 1245 Beinette è compresa nel distretto di Cuneo, che ha interesse a contrastare una possibile ingerenza della villanova monregalese da poco ricostituitasi. La dominazione angioina rafforza questa appartenenza, che non sarà mai messa in discussione (Ristorto 1990, p. 13). È da notare che probabilmente un certo numero di uomini di Beinette ha contribuito alla fondazione della stessa Cuneo, dove vi è una porta e una confraria «Bennettarum» (Chierici, Comba 1989, pp. 30-32).
Mutamenti Territoriali
Dalle fonti non sono segnalati mutamenti territoriali.
Comunanze
Consistono essenzialmente nel «tenimento» dei Paschi (detto anche «delle Lame»), posto a levante dell’antica pieve di S. Maria, vasta area ricca di acqua e di pascoli, che la comunità affitta per un periodo di nove anni in nove anni. Lavori di bonifica vi vengono effettuati negli anni 1862-64, 1870-79 (AC Beinette, cat. V, Patrimonio comunale, m. 33, fascc. 31 e 33 e cat. IX, Cause e liti, m. 47, fascc. 82, 84, 85).
Liti Territoriali
Le vicende del territorio della comunità sono legate alle liti con Chiusa e Peveragno: in esse si riscontra una prima fase tra il 1446 e il 1491, risoltasi con due transazioni accettate dalle parti e mediate dai rispettivi signori.
     La seconda fase è legata alla Perequazione e si concentra negli anni 1760-1786, interessando anche la comunità di Margarita [A.C.C., Ordinati, voll. 94 e 96; vd. anche schede Chiusa di PesioMargarita e Peveragno]. Le vertenze con Peveragno riprendono nel 1882 per la cascina Casna; la delimitazione definitiva del territorio è del 1891 [A.C.B., cat. IV, Comune, territorio, confini, mm. 31-32].
     Le liti con Mondovì riguardano essenzialmente lo sfruttamento delle acque del torrente Brobbio [Vd. anche scheda Mondovì].
Fonti
A.C.B. (Archivio Storico del Comune di Beinette).
cat. I, Ordinati;
cat. III, Bandi politici e campestri, m. 30;
cat. IV, Comune, territorio, confini, mm. 31-32;
cat. V, Patrimonio comunale, m. 33, fascc. 31 e 33;
cat. IX, Cause e liti, m. 47, fascc. 82, 84, 85.
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Chusa di Pesio).
A.C.C., Ordinati, voll. 94 e 96.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 5 Nero, Mazzo 1, v. immagine 2 ("CARTA / DEL / BURGOGNO"). Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). Sul verso: "Piemonte". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 1 nero. (Data: [1772]) [Autore incisioni:(Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Mondovì , Mazzo 6, Mondovì. Carta della diocesi, s.d.   Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, mazzo 1, Beinette,  TIPO, O PIANO / DIMOSTRATIVO DI TUTTE LE AQUE / Nascenti e scorrenti sovra il Territorio di Beÿnette / e contorni fatto l'Anno 1745 da me Sotto[scritt]o Giuseppe Vigliada Geom[et]ra. Tipo dimostrativo di tutte le acque nascenti e decorrenti sovra il territorio e contorni di Beinette con indice formato dal Geometra Giuseppe Vigliada L'Anno 1746 (Data: 1745) [Autore disegno originale: Giuseppe Vigliada].    Vedi mappa.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Ufficio Generale delle Finanze, Tipi, cabrei e disegni (sezione II), mazzo 180, Cuneo, strade Figura Regolare delle strade Pendenti da Cuneo al mondovì, Beinette e Spinetta ... (Data: 16/09/1764) [Autore disegno originale: Ignazio Botasso, D. G.M. Serrala di Val di Andora]. Vedi mappa.
A.V.M. (Archivio Storico della Diocesi di Mondovì).
A.V.M., cartelle parrocchie, Beinette (da ordinare).
C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, Torino).
C.U.C., Provincia di Cuneo, cart. 16.
Bibliografia
Bertano L., Storia di Cuneo. Medioevo (1198-1382), I-II, Cuneo 1898.
Caranti A., La Certosa di Pesio. Storia illustrata e documentata, I-II, Torino 1900.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. II, Torino 1834, pp. 201-205.
Chierici P., Comba R., L’impianto e l’evoluzione del tessuto urbano, in Cuneo dal XIII al XVI secolo, a cura di R. Comba, Cuneo 1989, pp. 20-61.
Cognasso F., Pergamene di Sant’Anastasio di Asti, in «Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino», 76 (1940-41).
Comba R., Metamorfosi di un paesaggio rurale. Uomini e luoghi del Piemonte sud-occidentale fra X e XVI secolo, Torino 1983.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì: le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario 1388-1988, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Guglielmotti P., I signori di Morozzo nei secoli X-XIV: un percorso politico del Piemonte meridionale, Torino 1990 (BSS 206).
Il Libro Verde della Chiesa di Asti, a cura di G. Assandria, Pinerolo 1907 (BSSS 26).
Michelotti A., Storia di Mondovì, Mondovì 1921.
Descrizione Comune

 Beinette    

     La ricchezza delle acque e il loro sfruttamento sembrano connotare lungo i secoli il territorio di Beinette; esso è attraversato da tre torrenti, lo Iosina, il Brobbio e il Colla che ne segna anche per un tratto il confine. (Vedi mappa.) Lo Iosina scaturisce dalla Bisalta con poca acqua, ingrossato tuttavia dalle piogge e spesso rovinoso; il Brobbio esce dal lago di Beinette e fino al villaggio viene comunemente denominato acqua del lago, poi alle prime case Brobbio, finché si getta nel Pesio dopo aver ricevuto il Colla suo affluente che, disceso dalla Bisalta e alimentato dalle sorgive dei Paschi, viene a intersecare una parte del territorio della comunità prima di unirsi al Brobbio in quello di Margarita.
     Dalle acque del lago poi furono derivati, a partire dalla fine del secolo XIII, quattro grossi canali. Accanto alla presenza del vescovo di Asti, dopo la concessione imperiale del 901-902, troviamo subito dopo il Mille le monache di Sant’Anastasio di Asti, con il priorato di S. Stefano del Lago e, in seguito, la certosa di Pesio, che, soprattutto grazie alle cospicue donazioni della «domina» Audisia Mazzavacca, entra in possesso di estesi beni (circa 200 giornate) che provvede ad organizzare intorno alla grangia detta «la Casazza». Difficilmente accertabili invece quelli dei signori di Morozzo, dei «domini» di Forfice e del marchese Manfredo di Busca, che sono reinvestiti di quanto detengono dallo stesso vescovo di Asti.
     A circa la metà del Duecento può essere fatta risalire l’inclusione del territorio di Beinette nel distretto di Cuneo, anche se la presenza dei signori di Forfice non è destinata a scomparire presto, mantenendo essi un certo equilibrio tra la certosa di Pesio e il vescovo di Asti. L’elemento nuovo deve essere riscontrato nel trasferimento del villaggio, che, come si è visto, può venire datato tra la fine del XIII e i primi anni del XIV secolo, quasi in coincidenza con un periodo di conflittualità con i certosini di Pesio, motivata dalla eccessiva riduzione dei pascoli comuni e del diritto di fare legna. Lo sviluppo della comunità si concentra ora sulle due sponde del torrente Iosina e intorno alla chiesa di S. Giacomo, mentre i Paschi vengono preservati per l’uso comune. Come momento conclusivo si collocano gli Statuti del 1358, che mostrano un villaggio efficacemente organizzato e dalla salda struttura interna.
     Non sembra che le infeudazioni di Beinette abbiano spinto Cuneo a lottare per scongiurarle: non abbiamo notizie di manovre politiche paragonabili a quelle messe in atto da Mondovì per impedire la sottrazione di Margarita dall’ambito del suo distretto. Nel 1446 vengono regolati i confini con Chiusa; nel 1491 quelli con Peveragno. Per quest’ultimo caso la problematica è simile a quella emersa per Margarita, in quanto un numero non precisabile di abitanti di Peveragno possiede beni nel territorio di Beinette, ma vorrebbe pagarne le taglie alla propria comunità, sostenendo anche di poter pascolare liberamente nei pascoli comuni di Beinette e di servirsi dell’acqua per l’irrigazione. Gli arbitri scelti, il domenicano Biagio de Berra inquisitore generale, e Ludovico Gosselino signore del villaggio, danno ragione ai possessori di Peveragno, imponendo a Beinette di riservare loro anche le stoppie, dopo che è stato asportato il grano dai campi. Viene altresì confermata una sentenza del 1426 che fissava i confini secondo una linea che, partendo dalla cappella di S. Margherita di Peveragno, giungeva a quella di S. Sebastiano posta sopra gli airali di Beinette (Ristorto 1990, pp. 35-36).
     L’importanza delle acque del torrente Brobbio, che alimentano una ricca agricoltura, è testimoniata dalle liti con Mondovì, che ritiene di avere diritto a derivare l’acqua più a monte del guado dei Bernelli, termine stabilito da un precedente accordo del 1443, sempre restando nel territorio soggetto alla sua giurisdizione. Nel 1505 gli abitanti del villaggio, sostenuti dai Gosselini loro signori, si oppongono, ma l’arbitrato è a loro sfavorevole: Mondovì potrà avere per sé tutte le acque del Brobbio, degli altri corsi d’acqua e delle sorgenti del territorio di Beinette, facendone la presa, per speciale concessione, 40 trabucchi (1 trabucco = m.3,08) sopra il guado dei Bernelli, facendo una «tagliata» a proprie spese per condurle nel suo finaggio grazie alle due bealere di Brobbio e di Magliano. Gli uomini e i signori di Beinette potranno servirsene per irrigare i loro possedimenti, ma non potranno mai alienarle; in compenso ricevono l’uso gratuito del bosco dell’Oroco, nel quale fare legna verde e secca, senza pagare alcun pedaggio per il suo trasporto. Nel contempo determinano i rispettivi confini, quelli stessi che ancora oggi separano il comune di Beinette da quello di Villanova (allora unito a Mondovì) a partire da S. Maria Rocca fino alla strada per Chiusa Pesio (Ristorto 1990, pp. 39-40).
     La forza di un tale accordo supera gli ambiti delle due comunità, e coinvolge anche Peveragno, quando i suoi uomini cercano di scavare un canale sui confini con Beinette per raccogliere acque provenienti dallo Iosina e dal Colla (gli «scolaticci»). La sentenza del Senato del 1588 dà ragione a Mondovì, che si è opposta strenuamente in virtù della transazione del 1505 (Ristorto 1990, pp. 46-48). L’inclusione di Beinette, come di Chiusa e di Peveragno, nella provincia di Cuneo non fa che ribadire quello che ormai è un dato di fatto: la strada per Cuneo e la via Monea costituiscono il limite estremo della zona soggetta all’influenza monregalese.
     Nel 1761 l’intendente di Saluzzo Cortina di Malgrà sentenzia che le vertenze con Margarita per i confini devono essere risolte secondo l’accordo del 3 dicembre 1505, essendo allora quest’ultima unita a Mondovì, e si procede ad un nuovo tracciamento (AC Margarita, AC Beinette); l’anno dopo vengono composte quelle con Chiusa e nel1786 quelle con Peveragno (AC Beinette; Ristorto 1990, pp. 81-82). Così il geometra Arnaud può finalmente procedere alla misurazione generale del territorio. Nel 1846 alcuni privati, proprietari delle cascine Colombaro, Gerbidi, Tetto Nuovo, Fulcheri, e i massari dei «chiabotti» Cardina, Mazzucco e Quaglia chiedono al vescovo di essere staccati dalla parrocchia di Beinette per passare a quella dei Trucchi, spiegando la richiesta con la maggiore vicinanza e il difficile passaggio, soprattutto in certi periodi dell’anno, del torrente Colla. La cosa non ha esito, essendo state giudicate troppo fragili le motivazioni (AD Mondovì, cartelle parrocchie, Beinette, da ordinare).
      A partire dal 1862 vengono effettuati consistenti lavori di prosciugamento nella regione dei Paschi, per cui nel 1875 la comunità di Beinette deve giungere ad un accordo con il consorzio della bealera di Magliano (AC Beinette, cat. IX, Cause e liti, m. 47, fasc. 84), al quale è garantito il prelievo di una quota fissa d’acqua. Accertata la natura demaniale di questi beni, il podestà fa egli stesso istanza per l’applicazione della Legge 16 giugno 1927 n. 1766 per la liquidazione degli usi civici, onde eliminare l’inconveniente che si verificava ad ogni rinnovo del contratto, cioè l’artificioso rialzo dei prezzi di affitto per la concorrenza che si facevano i partecipanti all’incanto. Risultando dalle indagini eseguite che questi terreni erano sempre stati utilizzati come prati e che pertanto potevano, senza un accertamento tecnico, venire assegnati alla categoria B dell’art. 11 della stessa legge, nel 1932 veniva autorizzato il piano di massima per la ripartizione, che si traduce nella formazione di 50 lotti, assegnati a 40 famiglie. Esse, nel primo dopoguerra, sulla base del contratto del 1933, ne rivendicano la proprietà, dichiarandosi disposte a pagare al comune una somma anche superiore a quella stabilita allora, cioè 25 volte il canone annuo (questa documentazione è in C.U.C., Provincia di Cuneo, cart. 16). Sorprendentemente una situazione del tutto simile a quella di Margarita ha prodotto qui risultati opposti: a Beinette la liquidazione degli usi civici trova tutti unanimi, là invece chi era chiamato a liquidarli pone limiti, storicamente validi, all’applicazione della legge e ne legittima così la continuità (si veda la scheda dedicata a Margarita).