Sant'Agata Fossili

AutoriLeggero, Roberto
Anno Compilazione2002
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Alessandria.
Area storica
Abitanti
431 (2001).
Estensione
804 ha (ISTAT), 762 ha (SITA).
Confini
A nord Carezzano, a nord-est Castellania, a sud-est e sud Sardigliano, a ovest Gavazzana e Cassano Spinola.
Frazioni
Podigliano, Torre Sterpi, Giusolana. Vedi mappa.
Toponimo storico
Sancta Agata [Le carte dell’Archivio capitolare, vol. II, p. 276, doc. 593 del 1277].
Diocesi
Tortona. La diocesi di Tortona, nel corso del XIX secolo, fu soppressa per alcuni anni. Nel 1803 essa veniva eliminata e conferita a quella di Alessandria (costituita ex novo nel XII secolo durante la lotta contro Federico I e a cui Tortona aveva dovuto cedere una parte dell’antico distretto ecclesiastico). Nel 1805, però, la diocesi di Alessandria (e dunque anche quella di Tortona) passava alla sede episcopale di Casale. Nel 1817, infine, «previo accordo» con Vittorio Emanuele III, papa Pio VII ricostituì la diocesi di Tortona, distaccandola dalla provincia ecclesiastica di Milano e inserendola in quella di Genova (Guida di Tortona 1977, p. 69).
Pieve
Santa Maria di Vezzano [Goggi 1973, p. 87].
Altre Presenze Ecclesiastiche
S. Agata (parrocchiale) eretta a parrocchia probabilmente all’inizio del XVI. Secondo la tradizione locale, la cappella che diede origine alla chiesa era legata (nel IX secolo) a una cella del monastero di Bobbio ma, posto che tale affermazione sia corretta, esso dovette perdere l’una e l’altra assai presto perché né l’una né l’altra figurano nel l’elenco dei beni del detto monastero, per il secoli X-XIII, edito da Piazza (Piazza 1997, pp. 133-138); S. Michele (Podigliano) secondo quello che scrive Gabotto, S. Agata era dipendenza di S. Michele salvo poi diventarne cappella con il mutare della consistenza demografica delle comunità (Gabotto 1922, p. 37). Nel 1591 la parrocchia di S. Agata, comprendente S. Agata, Podigliano e Torre Sterpi, era sottoposta all’antica pieve di Carezzano Maggiore. A Occobiano, località scomparsa tra S. Agata e Gavazzana, esisteva una chiesa dedicata a S. Giovanni Battista e citata nel 1523 (proprio poco prima che Occobiano si spopolasse) ed edificata sopra un antica area cimiteriale (Merloni 1989, p. 155). È completamente priva di fondamento la tradizione locale che ritiene vi sia stata una presenza dell’ordine dei Gesuiti nel XVI secolo. posto a sud-est di Tortona, distante 15 Km dalla città ma in vista della piana di Novi, Sant’Agata è collocato in una zona collinare. L’altitudine del territorio comunale è compresa tra i 225 e i 425 metri.
Assetto Insediativo
Posto a sud-est di Tortona, distante 15 Km dalla città ma in vista della piana di Novi, Sant’Agata è collocato in una zona collinare. L’altitudine del territorio comunale è compresa tra i 225 e i 425 metri.
Luoghi Scomparsi
Occobiano, tra Sant' Agata e Gavazzana. Località fortificata sottoposta alla signoria locale dei de Otablanno un ramo dei de Podiliano. La località è attestata fin dal 1205.      Priva di fondamento risulta la tradizione locale che vorrebbe la località saccheggiata dai Saraceni mentre invece essa si spopolò, tra 1523 e 1525, a causa della peste. A Occobiano esisteva una chiesa dedicata a S. Giovanni Battista  [Merloni 1989, p. 155].
Comunità, origine, funzionamento
Le prime attestazioni della presenza della comunità sono riferibili al XIII secolo (Le carte dell’Archivio capitolare, vol. II, p. 276, doc. 593 del 1277).
     Anche Sant’Agata disponeva, come ogni comunità del Vescovato, di una credenza elettiva annuale composta, in genere, da tre consoli (Merloni 1993, p. 128). Secondo quanto afferma Merloni «per le questioni di interesse generale, riguardanti tutto il territorio dell’Episcopato o quando si trattava di difendere i diritti comuni minacciati, si riuniva in Carezzano o in altra località di quel dominio, un’assemblea generale dei credenziari. In quella sede, talvolta, veniva eletto un procuratore speciale nella persona di un uomo di legge, al quale veniva affidato l’incarico di trattare con la controparte nell’interesse del Vescovato» (Merloni 1993, p. 128). La consistenza demografica di Sant’Agata era notevole. Secondo le informazioni raccolte da Merloni per il 1592, gli abitanti ammontavano a 380 (Merloni 1993, pp. 130-131), che corrispondevano a 61 fuochi prima della peste del 1630, a 58 fuochi nel 1647 e a 65 fuochi nel 1655. Sessant’anni più tardi, nel 1723, il solo comune di Sant’Agata aveva 427 abitanti (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Sant’Agata).
Statuti
Particolari procedure ( Privilegi-Statuti sono perduti gli statuti del Vescovato, dove peraltro si ricorreva non solo agli Statuti che regolavano l’interaenclave vescovile ma si utilizzavano anche quelli di Tortona per certeStatuta civitatis Derthonae, Mediolani 1573; ACVTo, Volumi , nn. 6 e 9).
 
Catasti
A.S.M., Confini, Parti cedute, 11, fasc. Catastro del Perticato Ecclesiastico del Contado di Tortona estratto dall’Archivio della Regia Camera; molto interessante la vertenza che occorre, nel 1727, tra le «terre piccole» e le «terre grosse» (tra le quali era compreso il Vescovato) circa il problema del pagamento delle tasse relative al «censimento» da farsi (le terre piccole vogliono pagare per quota e quelle grosse per perticato (A.S.M., Confini, Parti cedute, 18, fasc. Inter diversas Communitates Comitatus Derthone super diversa methodo Repartiendi Impositionis). Interessanti sono anche i Processi di seconda stazione per il bobbiese il tortonese e il vigevanasco (A.S.M., Confini, Parti cedute, 31) che presentano un resoconto dei livelli e delle proprietà comuni, i censi pagati dalle comunità e le entrate dei «particolari» delle comunità stesse. Dalla documentazione risulta che il comune di Sant’Agata disponeva, all’inizio del XVIII secolo, di catasto: «il perticato del territorio tutto come dal libro detto del registro osij catastro dalla misura fatta l’anno 1716 si è di pertiche 4900» (ASM, Confini, Parti cedute, 16 bis., fasc. Sant’Agata). Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4. Vedi mappa 5. Vedi mappa 6. Vedi mappa 7. Vedi mappa 8. Vedi mappa 9. Vedi mappa 10. Vedi mappa 11.
Ordinati
Nessuna notizia.
Dipendenze nel Medioevo
Sant’Agata era inserita nel territorio del Vescovato, comprendente quindici «terre» e dipendente direttamente dal vescovo di Tortona fin dal XII secolo.
Feudo
Inserita nel territorio sottoposto all’alta signoria dei vescovi di Tortona, Sant’Agata fu sottoposta dapprima alla signoria locale della «famiglia manfredinga Bellingeri, ramo dei signori di Podigliano» (Merloni 1989, p. 155) per passare poi, nel 1409, sotto il controllo dei Rampini. Dopo il 1784, dopo cioè che il Vescovato venne ceduto, dalla sede episcopale tortonese, ai Savoia, Sant’Agata venne infeudata al conte Baldassarre Bossi nel 1795 (Guida di Tortona 1977, p. 312).
Mutamenti di distrettuazione
Sant’Agata apparteneva al distretto territoriale del Vescovato (l’antica enclave, ricavata all’interno del contado urbano), sul quale il vescovo di Tortona esercitava l’alta signoria. Tale appartenenza rimase pressoché immutata nel corso del tempo tranne quando, tra il 1597 ed il 1613, Sant’Agata ed altre località del Vescovato vennero temporaneamente affidate al vescovo di Lodi, ritornando infine nella disponibilità dell’ordinario diocesano di Tortona. Soltanto nel XVIII secolo (9 gennaio 1784) il Vescovato, e Sant’Agata con esso, passerà al Regio Patrimonio di Casa Savoia, essendo stato ceduto dal vescovo di Tortona, Carlo Maurizio Peiretti, contro il titolo di principe di Cambiò. Durante l’occupazione francese il comune si trovava inserito nel dipartimento di Genova.
Mutamenti Territoriali
Il territorio di S. Agata conosce delle trasformazioni solo in età relativamente recente stante la notevole stabilità degli insediamenti del Vescovato. È in età moderna che S. Agata incorpora i territori delle località di Occobiano, Podigliano, Torre Sterpi e Giusolana. Nel 1723 il teste della comunità escusso dal «delegato cesareo» dirà che «habbiamo niente in contrario con li nostri vicini per li confini» (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. S. Agata).
Comunanze
Nel 1723, allorché il delegato Battista Pozzi lo interrogò intorno ai beni della comunità di Sant’Agata, «Jacobus Giorgius Molinarius q. Mattei» di 57 anni, «sindico» della comunità, affermò «non ha altra entrata […] che d’un forno, dal quale se ne ricaverà scudi quaranta circa annui che servono per il mantenimento del cappellano. Affitta l’acqua impinguata dai rudi delle case [cioè arricchita di sostanze fertilizzanti], quando piove in vendita di circa lire quindici annue et ha pure piccola entrata di alcune cave e fossuzzi per ricavare la terra che depone l’acqua pluviale portandola a beneficio de terreni di quelli prendono dette cave in affitto […] affittandosi altresì per poco presso la ragione di scopare il rudo per le strade né la comunità ha altro d’entrata».
Liti Territoriali
Nel 1723, allorché il «delegato cesareo» Battista Pozzi lo interrogò intorno ai beni della comunità di Sant’Agata, «Jacobus Giorgius Molinarius q. Mattei» di 57 anni, «sindico» della comunità, affermò che «habbiamo niente in contrario con li nostri vicini per li confini» (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. S. Agata).
Fonti
Fonti edite:
 
T. Berruti, Cronaca di Tortona, a cura di S. Pagano, Tortona 2001
 
L. Costa, Chartarium dertonense, Torino 1814
 
Il Chartarium Dertonense e altri documenti del Comune di Tortona (934-1346), a cura di F. Gabotto, (B.S.S.S., XXXI), Pinerolo 1909.
 
Le carte dell’Archivio capitolare di Tortona (sec. IX-1220), a cura di F. Gabotto, V. Lege’ (B.S.S.S., XXIX), Pinerolo 1905.
 
Le carte dell’Archivio capitolare di Tortona (1221-1313), F. Gabotto, A. Colombo, V. Lege’, C. Patrucco, (B.S.S.S., XXX), Pinerolo 1906.
 
Cronaca di Tortona, a cura di L. Costa, Torino 1814 (rist. anast. a cura di U. Rozzo, Tortona 1986).
 
Dezza E., Gli Statuti di Tortona, in «Studia et documenta historiae et iuris», XLIII (1977), pp. 293-434.
Documenti per la storia di Tortona nell’età del comune, a cura di F. Gabotto, (B.S.S.S., XCVI/1 e XCVI/2),
Torino 1922-1923.
 
Fonti inedite
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A.S.M. (Archivio di Stato di Milano).
Autografi, cartt. 203, 209; Autografi Ecclesiastici, cart. 51, fasc. Tortona, c.10; Comuni, cart. 82; Confini, cart. 19; Feudi Camerali, cartt. 24, 152, 163, 168, 458, 483, 484, 485, 637; Feudi Imperiali, cartt. 347, 672, 732; Militari, P.A., cart. 382, 384, 385; Missive ducali, cartt. 13, 97, 107, 161; Registri ducali e Missive, Frammenti, cart. 1; Sforzesco, cartt. 768, 769, 771, 773, 774, 1185, 1394.
 
A.S.P. (Archivio di Stato di Pavia ),
Università, Rogiti Griffi, cartella 9, fasc. 1 (1395).
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Tortona 4 A VII Rosso, Mazzo 1, "Carta del Tortonese". Carta topografica del Tortonese. Fol. 1 Mss. senza data e senza sottoscrizione. (Note: Carta con timbro del Dépôt Général de la Guerre), s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Paesi di nuovo acquisto. Tortonese, mazzi I, II, III, XVI, XXI; Paesi di nuovo acquisto. Feudi Doria, mazzo I, n.3; Vescovati. Tortona, mazzo j, Pro S. Ecclesia Dertonae in Statu Mediolani.
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto teresiano, Allegato A. Mappe catastali teresiane, Circondario di Tortona, Mandamento di Villavernia,  Sant'Agata, Mazzo/Portafoglio 120/2,  Territorio di Sant'Agata contado di Tortona misurato dal geometra Valentino Mantuani in occasione della misura generale del nuovo censimento dello Stato di Milano, principiata il giorno 6 settembre e terminata il giorno 6 novembre. Coll'assistenza d'Antonio Capello, Giovanino Corazza, Antonio Dolera e Francesco Rossi. Copiata dalli dissegnatori Giovanni Battista Giussani e Francesco Nervetti in fogli 11. Anno 1723, Fogli 1-11. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4. Vedi mappa 5. Vedi mappa 6. Vedi mappa 7. Vedi mappa 8. Vedi mappa 9. Vedi mappa 10. Vedi mappa 11.
 
A.V.T. (Archivio del Capitolo della Cattedrale di Tortona).
A.V.T., Memoria fine sec. XVI, Fundamenta pro dominio et superioritate regis catholici in terris et castris territori Thertonensis quem episcopatum vocant, et in quibus episcopus illius civitatis iurisdictionem temporalem exercet et eam praetendit liberam et absolutam.
A.V.T., Volumi Documenti storici-civili, cart. A 109; Volumi Privilegi-Statuti, nn. 6. e 9; Vol. XLVI, Proprietà fondiarie della Mensa in Dernice e Fabbrica; Vol. LXX, Proprietà della Mensa in S. Agata, S. Alosio, S. Biagio, n. 1.
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B.N.F. (Bibliothèque nationale de France). Vedi catalogo.
B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5042), Estats du duc de Savoye ...sous le nom de Piémont...le duché de Montferrat.... par le Sr Sanson d'Abbeville, chez Pierre Mariette (Paris), 1665 [Sanson, Nicolas (1600-1667). Cartographe]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5043), Le Piémont et le Montferrat avecque les passages de France en Italie ... / Par P. Du Val, Chez l'Autheur (A Paris), 1600-1699 [Duval, Pierre (1619-1683). Cartographe]. Vedi mappa.
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Sant’Ambrogio D., Monumenti dei Botta in Tortona, in «Julia Dertona», XVII (1908), pp. 13-33.
 
Sisto A., I feudi imperiali del Tortonese (sec. XI-XIX), Torino 1956.
 
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Id., Garbagna nella storia del dominio temporale dei vescovi di Tortona e dei feudi imperiali liguri, Verona 1988.
 
Tonso-Pernigotti, Indice dei documenti tortonesi, manoscritto 926, conservato presso la Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Descrizione Comune
Sant'Agata Fossili
           Non si ha notizia, in età medievale, di trasformazioni del territorio del comune di S. Agata. Tale stabilità è certamente l’effetto della tutela del vescovo di Tortona sull’enclave del Vescovato, nel quale S. Agata si trovava inserita.  Il territorio della comunità si amplia, invece, in età moderna e contemporanea grazie all’accorpamento delle località di Podigliano, Torre Sterpi e Giusolana. Podigliano, antico villaggio fortificato di cui si ha traccia, nella documentazione, a partire dal XII secolo, era il “capoluogo” del Vescovato e sede del vicario del vescovo.
     Nel 1335 Podigliano era possesso di Benedetto Bussetti, possesso contestato da arbitri milanesi e, nel 1409, al posto del Bussetti troviamo i Rampini ai quali vennero infeudate anche altre località (Merloni 1989, 155). Podigliano perse, nella seconda metà del XIV secolo, le sue prerogative di “capoluogo del Vescovato” a vantaggio di Carezzano Maggiore; i motivi per cui ciò accadde non sono stati chiariti (Merloni 1989, 156) ma è possibile che siano riferiti alle concessioni fatte dalla sede episcopale tortonese ai Rampini i quali, infatti ebbero, tra le località a loro concesse in feudo Ripario, Cuquello, Carezzano Maggiore e Superiore e Malvino. Nel 1723 Podigliano faceva ancora comune a sé (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Podigliano).
    La località di Torre Sterpi richiama l’esistenza in loco del manufatto specificato oggi non più esistente. Essa è segnalata nel 1432 come Torre de’ Ferrari. Il Merloni ricorda che la tradizione vorrebbe Torre Sterpi fondata dagli Sterpi «quando dovettero abbandonare Torre Calderai» forse durante il XIV secolo, ipotesi insostenibile considerando la sopra ricordata attestazione riferibile al XV secolo: «è logico pensare – scrive il Merloni – che l’antico fortilizio fosse dovuto alla famiglia Ferrari, appartenente al consortile dei signori di Podigliano» (Merloni 1989, 156). Nel 1591 Podigliano aveva 138 “anime” distribuite in 22 “fuochi” mentre Torre Sterpi ne aveva solo 30 distribuite in appena 3 “fuochi” (Merloni 1993, 129). Occorre ricordare che la parrocchia di S. Agata raggruppava nella propria giurisdizione anche Podigliano e Torre Sterpi: nel 1591 il totale delle anime della parrocchia era di 548, suddivise in tal modo, 380 su 80 fuochi a S. Agata, 138 su 22 fuochi a Podigliano, 30 su 3 fuochi a Torre Sterpi. Sembra possibile affermare che l’accorpamento delle due località a S. Agata, sia in parte dovuto, oltre a ragioni legate alla evidente superiorità demografica di quest’ultima, al legame di dipendenza religiosa tra le comunità.
     Giusolana figurava ancora, nella escussione di testi fatta dai delegati dello stato di Milano nel 1723, come comune autonomo. Esso però venne ceduto, l’11 gennaio 1795, dai Savoia al conte Baldassarre Bossi come frazione di S. Agata (Guida di Tortona 1977, 313). Nel 1593 Giusolana era abitata da 88 “anime” e altre 20 si trovavano a Giusolanella, classico esempio di geminazione di una località a partire da un insediamento più antico. Non è possibile stabilire esattamente quando avvenne la costituzione del nuovo insediamento la cui dipendenza dal primo è attestata dal toponimo. Nel 1593 Giusolana e Giusolanella erano entrambe sottoposte alla parrocchia di Malvino, ma Giusolanella finì aggregata a Sardigliano. Anche in questo caso non è possibile arrivare ad una data precisa, però nel 1723 Giusolanella compare, nella documentazione, come località accorpata a Sardigliano (ASM, Confini, Parti cedute, 16).
     Nel 1723 i confini di S. Agata, indicati dai consoli della comunità, sono i seguenti: «a levante (…) Bavantore et Castellania (…) a mezzogiorno (…) Giusolana, a sera Gavazzana et Tramontana Podigliano et Perleto». Gli abitanti sono 427 e il territorio misura 4900 pertiche, dato che risaliva al 1716 (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. S. Agata). Il Merloni afferma, però che «per il secolo XVIII» la superficie territoriale di S. Agata era di 8292, 10 pertiche, cifra decisamente superiore a quella sopra indicata. Essa è derivata, sempre secondo il Merloni assai poco preciso in questo caso – contrariamente al suo solito – nell’indicare la fonte dell’informazione, dal computo del territorio di S. Agata e di quello di Giusolana. Si deve perciò supporre che il momento dell’accorpamento delle due comunità sia successivo al 1732 ma non ecceda il secolo in questione. Nel XVIII secolo Podigliano era ancora separata da S. Agata e dotata di un territorio di 3557,5 pertiche (Merloni 1993, 131-132). Ciò però non ci dice molto degli attori responsabili delle aggregazioni anche se sembra del tutto probabile che esse siano state decise dopo il passaggio del territorio del Vescovato al Regio Patrimonio di Casa Savoia (9 gennaio 1784).
     Il dispiegarsi delle aggregazioni procede sia verso nord-ovest (Torre Sterpi, Podigliano) sia verso sud (Giusolana) avendo come centro proprio il comune di S. Agata.