Casalnoceto

AutoriLeggero, Roberto
Anno Compilazione2002
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Alessandria
Area storica
Abitanti
877 (2001).
Estensione
1297 ha.
Confini
A nord Pontecurone, a est Rivanazzano, a sud Volpedo, Volpeglino e Castellar Guidobono, a ovest Viguzzolo.
Frazioni
Rosano. Vedi mappa.
Toponimo storico
Caxal(l)e de Noxeta [Il Chartarium Dertonense, doc. 203, p. 341 del 1346].
Diocesi
Tortona. La diocesi di Tortona, nel corso del XIX secolo, fu soppressa per alcuni anni: nel 1803 passava a quella di Alessandria (costituita ex novo nel XII secolo durante la lotta contro Federico I e a cui Tortona aveva dovuto cedere una parte dell’antico distretto ecclesiastico). Nel 1805, però, la diocesi di Alessandria (e dunque anche quella di Tortona) passava alla sede episcopale di Casale. Nel 1817, infine, «previo accordo» con Vittorio Emanuele III, papa Pio VII ricostituì la diocesi di Tortona, distaccandola dalla provincia ecclesiastica di Milano e inserendola in quella di Genova [Goggi 1973].
Pieve
Nessuna notizia.
Altre Presenze Ecclesiastiche
San Giovanni Battista (parrocchiale). Come afferma Goggi «le notizie religiose di Casale non giungono a grande antichità» a causa della particolare storia del luogo. Nell’antico «Noxetum» possedevano beni sia il monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia sia il monastero di Bobbio. Dopo la riedificazione, nel XIV secolo, si registra la presenza degli oratori di S. Andrea in Castel Salio, di San Carlo (nella omonima località), di San Giuseppe, di S. Anna (in regione Cavanna), di San Giovanni Battista (alla cascina dei Maestri), della Cappella dell’Addolorata, della Confraternita della Trinità (1578, cappella di San Rocco), delle Carmelitane Scalze (1687 convento fuori le mura). Infine occorre ricordare il santuario della Madonna Addolorata della Fogliata, ripristinato all’inizio del XX secolo. A Rosano vi erano due chiese, S Michele, S. Agata e S. Maria della quale si hanno notizie fin dal XIII secolo. Tutte e tre le chiese dipendevano dal capitolo del duomo di Tortona. Nel XVII secolo si segnala anche la presenza dei Minori Riformati di San Diego (1681) che saranno sostituiti dai Carmelitani Scalzi di Lombardia (1687) [Goggi 1973, pp. 94-95; Guida di Tortona 1977, pp. 242-243].
Assetto Insediativo
Posto in una zona prevalentemente pianeggiante, Casalnoceto giace tra il corso inferiore del torrente Curone e la ultime colline che segnano la separazione tra la Val Staffora e la Val Curone. Esso si trova a 30 km da Alessandria e 9 da Tortona a circa 150 m di altezza sul livello del mare. Così lo definisce Berruti alla fine del XVI secolo «luoco murato et asai insigne […] è posto al piede di uno colle dilo Apenino che si chiama Brenzone […]. Il suo territorio […] è intersecato dal torrente Curone. Ha onesta pianura e collinete assai amene e boschi» [Berruti 2001, p. 221].
Luoghi Scomparsi
Nocetum [Merloni 1989, p. 84].
Comunità, origine, funzionamento
Casalnoceto, nel luogo dove si trova attualmente, venne edificata nel 1373, per ordine di Galeazzo Visconti duca di Milano e perciò le sue strutture edilizie e politiche sono frutto del diretto intervento dei Visconti. Gian Galeazzo, succeduto a Galeazzo, curò personalmente la struttura dell’abitato e delle fortificazioni (Guida di Tortona 1977, p. 242). Per quanto riguarda l’antica «Nocetum» essa si trovava in posizione elevata, nell’attuale località di Casale vecchio. La Cronaca di Tortona di Berruti ci informa dell’esistenza di un potere signorile locale riferibile alla famiglia dei Gentili ma Merloni dubita di tale presenza. Scarse sono le notizie relative alla prima fase di esistenza di Noceto ma sappiamo che, nel 1346, i savi della parte estrinseca prendevano denaro a prestito da Giovanni II marchese del Monferrato [Merloni 1989, p. 84].
Statuti
Gli statuti cittadini venivano utilizzati, per certe particolari procedure, anche nell’enclave spettante alla Mensa di Tortona detta Vescovato (Statuta civitatis Derthonae, Mediolani 1573; ACVTo, Volumi Privilegi-Statuti, nn. 6 e 9).
Catasti
A.S.M., Confini, Parti cedute, 11, fasc. Catastro del Perticato Ecclesiastico del Contado di Tortona estratto dall’Archivio della Regia Camera; molto interessante la vertenza che occorre, nel 1727, tra le «terre piccole» e le «terre grosse» circa il problema del pagamento delle tasse relative al «censimento» da farsi (le terre piccole vogliono pagare per quota e quelle grosse per perticato: ASM, Confini, Parti cedute, 18, fasc. Inter diversas Communitates Comitatus Derthone super diversa methodo Repartiendi Impositionis). Interessanti sono anche i Processi di seconda stazione per il bobbiese il tortonese e il vigevanasco [A.S.M., Confini, Parti cedute, 31] che presentano un resoconto dei livelli e delle proprietà comuni, i censi pagati dalle comunità e le entrate dei «particolari» delle comunità stesse. Dalla documentazione risulta che Casalnoceto disponeva, all’inizio del XVIII secolo, del libro dell’estimo o Catastro, non solo, ma che aveva «havuto e ricevuto li Catasri degli anni 1507 […] 1582, 1620 et 1688» ([A.S.M., Confini, Parti cedute, 16, fasc. Casal Nosetto].
Ordinati

                   

Dipendenze nel Medioevo
La vicenda di Casalnoceto, dal punto di vista della dipendenza nel medioevo, è particolarmente complessa. Probabilmente, fino alla sua distruzione Casalnoceto dipendeva da Pavia e non da Tortona; dopo la ricostruzione al piano (1373), grazie all’azione dei Visconti, Casalnoceto dipese da Tortona, ma dopo pochi anni era già passato sotto la giurisdizione di Voghera a causa, soprattutto dell’atteggiamento ribellistico nei confronti dei Visconti del feudatario di Casalnoceto il quale deteneva in feudo anche Voghera. Con l’infeudazione agli Spinola nel 1523 Casalnoceto si trovò infine aggregato stabilmente al ducato di Milano e al contado di Tortona [Guida di Tortona 1977, pp. 242-243].
Feudo
La presenza di un potere locale di tipo signorile nell’antico Noceto distrutto sul finire del XIV secolo non viene messa in dubbio. Ciò che alcuni storici locali contestano è che possa essersi davvero trattato della famiglia Gentili, come affermato dalla Cronaca di Tortona. Per giungere però ad una vera infeudazione bisognerà attendere la ricostruzione dell’abitato; solo nel 1412, infatti, Casalnoceto passò a Castellino Beccaria di Robecco, assieme ad altre località (Voghera, Serravalle, Stazzano). Nel 1449 gli Spinola occupano Casalnoceto con il permesso di Giacomo Visconti e alcuni anni dopo (1470) Gabriele Visconti infeudò il comune a Galeazzo Sforza e a Giovanni Spinola per le quote, rispettivamente, di due terzi e un terzo. La quota degli Spinola passò a Pietro Pusterla (1482) e di nuovo agli Spinola (1519) che riuscirono così a riunificare il feudo. Gli Spinola subirono il sequestro dei loro beni (compreso il feudo di Casalnoceto) nel 1707, in virtù dell’accusa di partigianeria nei confronti di Filippo V, rientrando in possesso delle loro proprietà solo nel 1725 [Merloni 1989, p. 94].
Mutamenti di distrettuazione
Originariamente sottoposta alla giurisdizione di Pavia Casalnoceto, dopo la sua ricostruzione avvenuta nel 1373 per opera dei Visconti, si trovò sottoposto alla città di Tortona. In seguito alla ribellione del feudatario di Casalnoceto nei confronti di Milano, la località passò sotto il controllo di Voghera. Assegnato il feudo agli Spinola (1470) Casalnoceto ritornò di nuovo, e definitivamente, sotto la giurisdizione di Tortona, trovandosi perciò inserito nello Stato di Milano, come Tortona, di cui seguì tutte le vicende sia sotto il dominio spagnolo sia sotto quello austriaco [Guida di Tortona 1977, passim].
Mutamenti Territoriali
Secondo Berruti, alla fine del XVI secolo Casalnoceto confinava con Viguzzolo e Rosano «da occidente et septentrione», «da levante» con la città di Voghera e con Rivanazzano e con Volpedo (Berruti 2001, p. 221). Nel 1723 esso tocca Rivanazzano, Volpedo, il torrente Curone e Viguzzolo, Pontecurone (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Casal Nosetto). Rosano non è più indicato probabilmente perché già assorbito all’interno del territorio di Casalnoceto in virtù della presenza sul luogo degli Spinola, feudatari anche di Casalnoceto, ed è per questa ragione che nel 1723 il distretto comunale toccava quello di Pontecurone.
Comunanze
Nel 1723, i consoli della comunità dichiarano che Casalnoceto possiede varie entrate per fitti di case, macelleria, campi e per le fosse che circondano il comune (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Casal Nosetto).
Liti Territoriali
Dalle inchieste di età moderna non risultano liti per il territorio. Anche la documentazione di età contemporanea, peraltro, non segnala particolari controversie se non una causa con i comuni di Volpedo e Viguzzolo tra il 1880 e il 1906 per questioni riguardanti l’uso delle acque del torrente Curone [Pernigotti-Brunetti 1999, p. 177].
Fonti
Fonti edite
Berruti T., Cronaca di Tortona, a cura di S. Pagano, Tortona 2001.
 
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Le carte dell’Archivio capitolare di Tortona (1221-1313), F. Gabotto, A. Colombo, V. Lege’, C. Patrucco, Pinerolo 1906 (BSSS 30).
 
Cronaca di Tortona, a cura di L. Costa, Torino 1814 (rist. anast. a cura di U. Rozzo, Tortona 1986).
 
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Fonti inedite
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A.S.P. (Archivio di Stato di Pavia)
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B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5043), Le Piémont et le Montferrat avecque les passages de France en Italie ... / Par P. Du Val, Chez l'Autheur (A Paris), 1600-1699 [Duval, Pierre (1619-1683). Cartographe]. Vedi mappa.
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Descrizione Comune
Casalnoceto
     L’analisi dello strutturarsi del territorio di Casalnoceto deve tenere presente le complesse vicende politiche e militari che coinvolsero tale località, a cominciare dallo spostamento dal monte al piano che esso subì e che ne influenzò fortemente struttura e destinazione. L’antica «Nocetum», infatti, situata sui contrafforti collinari appenninici aveva assistito alla presenza di importanti enti monastici, quali l’abbazia di Bobbio e il monastero di S. Pietro in Ciel d’Oro, oltreché all’emergere di un potere signorile locale che aveva la responsabilità, probabilmente, della realizzazione del castrum locale.
     Quando le milizie bretoni di John Hakwood (Giovanni Acuto) devastarono Casalnoceto, alla fine del secolo XIV , gli abitanti furono costretti ad abbandonare il colle e, seguendo le indicazioni dei signori di Milano, a ricostruire l’abitato ex novo. Ecco allora che la forma e la fortificazione dell’abitato rispondono ad un preciso disegno politico e benché non si possa escludere che il territorio sia il medesimo della «Nocetum» antica, esso viene “interpretato” in altro modo dal «luogo murato et asai insigne – come dice Berruti – quantunque picciolo». Non bisogna poi scordare che neppure in questa sua veste rinnovata Casalnoceto ebbe vita tranquilla, a causa della contesa con Milano nella quale verrà trascinata dai suoi feudatari. Rioccupata militarmente dagli Spinola, nel 1449, e ad essi infine concessa in feudo,   
     Casalnoceto troverà un assetto definitivo. Furono proprio questi ultimi, infatti, a completare la costruzione del territorio comunale aggregando la località di Rosano a Casalnoceto. La villa di Rosano aveva, a suo tempo, fatto parte dei Corpi Santi della città di Tortona: dotata di un castrum e di due chiese (S. Maria e S. Michele) una sua porzione era stata concessa all’abbazia tortonese di S. Marziano per poi ritornare sotto la completa giurisdizione della città. A partire della prima metà del Seicento gli Spinola edificarono a Rosano un palazzo ed una chiesa dove venne sepolto il generale Ambrogio Spinola. Tale presenza porterà Rosano a gravitare su Casalnoceto (di cui gli Spinola resteranno signori fino alla soppressione dei feudi) fino a cedere a quest’ultima località il proprio territorio.
     Non risulta che esistano tratti del territorio sottoposti a maggiore tensione rispetto ad altri anche se uno dei confini “naturali” del territorio comunale, e cioè il torrente Curone, e l’uso delle sue acque produce, nel corso dell’Ottocento una serie di liti con le comunità di Volpedo e Viguzzolo.