Solonghello

AutoriBattistoni, Marco
Anno Compilazione2002
Provincia
Alessandria
Area storica
Abitanti
251 (censimento 1991).
Estensione
492 ha (ISTAT); 496 ha (SITA).
Confini
A nord Camino, a nord e a est Pontestura, a sud Serralunga di Crea, a sud e a ovest Mombello Monferrato.
Frazioni
Le fonti ISTAT citano i centri abitati di Solonghello, Castagnone (centro diviso con Pontestura) e Fabiano, più due «nuclei» con circa il 10 per cento della popolazione, mentre sono pressoché assenti le «case sparse». Vedi mappa.
Toponimo storico
L’attestazione più antica è data da «Soalingellus» (1095) (Settia 1983, p. 166; Gasca Queirazza 1997, p. 630). Forme più tarde: «Soalenghellus» (1206) e «Solongello» (1215) (Gasca Queirazza 1997, p. 630).
Diocesi
Vercelli fino alla costituzione della diocesi di Casale nel 1474, quando viene inclusa nella nuova circoscrizione.
Pieve
San Michele di Meda (probabilmente ubicata nel territorio dell’odierno comune di Mombello Monferrato) (Settia 1983, p. 160).
Altre Presenze Ecclesiastiche
La parrocchia, o prevostura, di Solonghello sotto il titolo dei Santi Andrea ed Eusebio, ricostruita nel corso del secolo XVIII, ha, nell’età moderna, un patrimonio fondiario di beni ecclesiastici fiscalmente esenti di poco inferiore alle 40 moggia di Monferrato, quasi tutti di acquisizione «antica», ossia anteriore ai primi anni del secolo XVII, che forniscono un reddito annuo variamente stimato, nel XVIII secolo, nella cifra di 270-300 lire di Piemonte. L’erezione, nel 1635, della parrocchia di Fabiano sotto il titolo dei Santi Eusebio, Fabiano e Sebastiano rappresenta uno scorporo parziale del beneficio di Sant’Andrea non solo in termini di cura d’anime, ma anche in termini patrimoniali, grazie alla cessione, da parte di quest’ultima, di 6 moggia di terra, che si aggiungono al patrimonio di 25 moggia istituito alla erezione della parrocchia di Fabiano, il cui reddito annuo viene stimato nel Settecento in 250 lire di Piemonte. Le due chiese parrocchiali appaiono fulcri di attività cultuali tese a simboleggiare un carattere di equilibrio, per così dire, bipolare della vita religiosa e associativa locale, con grande afflusso di «forestieri» alle rispettive feste patronali.
L’Abbazia dei Canonici Lateranensi del Monte di Crea possiede nel territorio di Solonghello beni per 5 moggia, acquisiti prima del 1620, che, durante l’età moderna risultano concessi in enfiteusi (AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 26, Monferrato, Mazzo 37, Relazione generale dell’operato dal Commendatore Petitti in dipendenza del Regio Editto delli 24 giugno 1728 concernente li beni posseduti dalli ecclesiastici e luoghi pij nel Ducato di Monferrato, 6 Settembre 1729, cc. 80v-81r e 189r; AST, Camera dei conti II archiviazione, Capo 79, Statistica generale, Mazzo 6, Relazione della Provincia di Casale [1753], tab. 1).
Assetto Insediativo
I dati ricavabili da documenti del secolo XI riguardanti luoghi della valle Stura (nel territorio delle pieve di Meda) consentono di ipotizzare un ambiente in cui un insediamento di tipo «cantonale» si accompagna a un paesaggio agrario caratterizzato da appezzamenti a viti, a prato e arabili, con una presenza contenuta di boschi e di incolti. In questo contesto appare diffuso, nel secolo XIII, e probabilmente in espansione, anche lo stanziamento per case sparse. Sembra questo il senso da attribuire all’espressione «in domo», seguita dalla denominazione del tenutario e dalla specificazione per ogni «domus» dei diritti signorili in un documento del 1223 riferito a una parte del territorio di Cardalona (Durando e Druetti 1908, doc. 31; Settia 1983, p. 182). Prevalentemente sul fondovalle, lungo il corso dello Stura e i corsi d’acqua minori, dovevano essere numerose le terre fiscali; nel secolo XI ne restava il ricordo nel «locus ubi dicitur Poblica» nel territorio di Branchengo. Ancora nei catasti del secolo XVII, sono attestati i luoghi prediali «ad Rivum sive ad Pobium» («publicum») e «in Pobio» sul territorio di Mombello, «alla Pobia» nel catasto di Montalero (oggi frazione del comune di Cerrina) (Settia 1983, p. 183, n. 123). Si deve tuttavia ritenere che la maggior parte di tali terre fosse da tempo passata nelle mani degli Aleramici (Settia 1983, p. 183). I territori rurali stabiliti nei secoli XII e XIII si allineavano lungo lo Stura, spingendo almeno una lingua dei loro «poderia» fino a lambire il torrente, per poter usufruire di quell’acqua in una regione in cui essa ha sempre scarseggiato. Quello di Cardalona, ad esempio, toccava il torrente in corrispondenza del territorio di Solonghello (Settia 1983, p. 183 nn. 65, 69, 87).
Luoghi Scomparsi
Nel secolo XI, al tempo della donazione di Enrico IV alla chiesa vercellese (1070), era già avvenuta la duplicazione di «Soalingum», che aveva dato origine al vicino «Soalingellum», segno della più tarda estensione dell’abitato in zone ancora libere, avvenuta sotto la spinta demografica, fenomeno che va perciò riferito a tempi notevolmente anteriori alla fine dell’XI secolo (Settia 1983, p. 181). Un consegnamento di beni feudali del 1703 segnala l’esistenza di un «ricetto vicinale», ossia di estrazione comunitaria e non signorile; il 18 novembre 1625 il ricetto era stato il luogo della uccisione, da parte di un distaccamento di truppe imperiali che assediano Verrua, di «molti poveri paesani» che vi hanno trovato rifugio (Sergi 1986, p. 561).
 
Comunità, origine, funzionamento
In assenza di informazioni precise, si può presumere che l’organizzazione iniziale di istituzioni comunitarie sia favorita, nel tardo medioevo, dalla presenza di rappresentanti diretti del governo centrale del marchesato di Monferrato qui, come a Gabiano, nella persona di membri della famiglia Gabiano (ramo illegittimo della famiglia marchionale e detentrice di cariche pubbliche, oltre che di prerogative signorili).
Statuti
Non si ha documentazione di produzione statutaria.
Catasti
Nel 1781 ci si avvaleva di un catasto formato nel 1687, in seguito alla misura generale del territorio effettuata, secondo un’annotazione contenuta nello stesso catasto, l’anno precedente. L’estimo era ritenuto «antichissimo» e i criteri cui si era ispirato non risultavano del tutto chiari, benché si pensasse avessero preso in considerazione anche la qualità dei terreni. Le «case di campagna» e le abitazioni erano accatastate, alla riserva di «una parte del recinto», che, si affermava: «non si è mai catastata ed ha sempre goduto l’esenzione d’ogni carico» (AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 26, Mazzo 13, Convocati delle città e comunità della Provincia di Casale, in risposta alla circolare del Signor Intendente Generale, in data delli 10 dicembre 1781, cc. 293r-295r). Presso l’archivio storico del comune, non inventariato e solo parzialmente accessibile al 2002, sono depositati i seguenti documenti attinenti alla materia catastale: Consignamentum, redatto prima del 1642 e aggiornato fino al 1661 con i mutamenti di proprietà nel frattempo intervenuti; Registrum Magnificae Communitatis Solonghelli, il catasto redatto nel 1687 per ordine emanato dal Senato di Monferrato nel 1685; Vachetta sij Libro de’ Raporti per la Communità di Solonghello, registrante i mutamenti di proprietà avvenuti tra il 1779 e il 1855; Libro dei trasporti, ovvero dei mutamenti di proprietà, dal 1874 al 1906; Matricola dei possessori per gli anni 1881-1921; Giornali del catastaro dal 1882 al 1905 (AC Solonghello).
Ordinati
Presso l’archivio storico del comune risultano conservati un Liber convocatorum Communitatis Solonghelli riguardante gli anni 1697-1735 e raccolte di Deliberazioni del consiglio comunale dal 1890 al 1910. Allo stato attuale (2002) di accessibilità dell’archivio, non è possibile stabilire se sia presente altra documentazione relativa all’attività del consiglio della comunità (AC Solonghello).
 
Dipendenze nel Medioevo
È possibile che, nel quadro della distrettuazione carolingia, Solonghello e buona parte delle località comprese nell’odierno Basso Monferrato facessero parte della «iudiciaria torrensis», un distretto minore di cui si hanno indizi in carte risalenti alla seconda metà del secolo IX e ai primi anni del secolo successivo e che avrebbe potuto estendersi, a nord del comitato di Asti, tra le propaggini orientali della collina torinese e la confluenza del Po e del Tanaro. Quest’area risulta comunque avere perso un’autonoma caratterizzazione pubblicistica già intorno alla metà del X secolo, quando fu probabilmente smembrata a favore dei comitati cittadini limitrofi di Torino, Asti e Vercelli, per divenire infine, nel secolo successivo, oggetto delle contrastanti ambizioni territoriali degli Aleramici e dei vescovi di Asti e di Vercelli (Settia 1983, pp. 11-53). La dipendenza dai marchesi del Monferrato si stabilizza a partire dal secolo XIII.
Feudo
Signori di Solonghello (fino al secolo XIV); Gabiano (1322); Catena (1322); Pezzana (sec. XVI); Rivetta (sec. XVI); Guerrieri; Scarampi (di Camino).
Mutamenti di distrettuazione
Appartenne al marchesato, poi ducato, del Monferrato, quando, dapprima con debole valenza in termini di ordinamento amministrativo (al di là cioè della designazione dell’area di competenza, prevalentemente militare, dei governatori delle principali piazzeforti) e poi, dal 1560 circa, con più saldo profilo istituzionale, era classificata fra le terre dello stato «al di qua del Tanaro» o della provincia di Casale (Raviola 2001, pp. 103 e 359). Dopo l’annessione del ducato del Monferrato agli stati sabaudi nel 1708 (internazionalmente riconosciuta con il trattato di Utrecht del 1713), entrò a far parte della provincia di Casale. Tale assetto fu confermato dalla definitiva sistemazione delle province piemontesi attuata nel 1749 e si mantenne perciò fino alla caduta dell’antico regime in Piemonte (1798) (Sturani 1995). Entro la maglia amministrativa francese, Solonghello seguì le sorti dell’intero territorio della vecchia provincia di appartenenza, aggregato, senza sostanziali alterazioni, a una circoscrizione di estensione variabile avente per capoluogo Alessandria. Si trattò dapprima del dipartimento del Tanaro, creato durante il primo effimero periodo di occupazione (1799), e, dopo il ritorno dei Francesi e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801, del dipartimento di Marengo, circondario (arrondissement) di Casale. Non toccato dal successivo rimaneggiamento del 1805, l’inquadramento amministrativo del Casalese e quindi di Solonghello non mutò fino alla Restaurazione (Sturani 2001; ANP, F2 I 863 [Montenotte]). Dopo la parentesi napoleonica, Solonghello rientrò a far parte della ricostituita provincia di Casale, inclusa nel 1818 nella divisione di Alessandria e dopo ulteriori instabili riorganizzazioni a livello sovraprovinciale durante la prima metà del secolo, ridotta a circondario della provincia di Alessandria nel 1859 (Sturani 1995). Il comune di Solonghello viene soppresso e aggregato al comune di Mombello Monferrato dal 1928 al 1947 (Istituto Centrale 1930, p. 5; 1950, p. 10).
Mutamenti Territoriali
Nel 1947 Solonghello con Fabiano viene scorporato da Mombello Monferrato e nuovamente eretto a comune dopo la soppressione del 1928 (Istituto Centrale 1930, p. 5; 1950, p. 10).
Comunanze
I beni posseduti dalla comunità di Solonghello appaiono limitati, verso la fine dell’antico regime a poco più di 17 moggia (ossia l’1 per cento della superficie agricola comunale) d’incolti, dispersi in varie regioni del territorio e adibiti al pascolo del bestiame degli abitanti. Non essendovi altri pascoli, «quasi tutti vanno a pascolare i loro bestiami lungo le ripe» (AST, Camera dei conti, I Archiviazione, Provincia di Casale, Mazzo 2, n. 4, Monferrato. Ricavo de’ redditi di quelle Comunità, misura de’ Territorj e de’ beni antichi e moderni e notizie diverse [s.d. ma 1760-1769]; AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 26, Mazzo 13, Convocati delle città e comunità della Provincia di Casale, in risposta alla circolare del Signor Intendente Generale, in data delli 10 dicembre 1781, cc. 293r-295r). Nel 1990 il territorio non risulta gravato da usi civici (CLUC).
 
Liti Territoriali
Non si segnalano liti territoriali.
Fonti
ANP (Archives Nationales, Paris), F2, Administration Départementale, I, 863 [Montenotte], Département de Marengo, Tableau de la Population par commune d’après le récensement fait par ordre du Préfet dans les derniers mois de l’an XII (1804).
ASA (Archivio di Stato di Alessandria), Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 36 (1617-1619), Solonghello Comune contro Consignori di detto luogo (1617).
Camera dei conti, I archiviazione, Provincia di Casale, Mazzo 1, fasc. 18, Relazione  dello stato e coltura de’ beni de’ territorj delle città e comunità della Provincia di Casale (1742-1743); fasc. 24, Casale. Stato delle liti attive e passive delle comunità (1757);
Camera dei conti, II archiviazione, Capo 21, Perequazione generale del Piemonte, fasc. 17, Tabella de’ cantoni, borgate e tenimenti separati ed indipendenti per la rispettiva aggregazione alle città e comunità vicine, riguardo à quali non avvi contradizione né ostacolo (s.d. sec. XVIII);
Camera dei conti, II archiviazione, Capo 26, Monferrato, Mazzo 17, Tributi. Descrizione delle liti attive e passive delle comunità della Provincia di Casale, fasc. non numerato, Nota dei castelli e tenimenti separati, non facienti corpi di comunità, esistenti nella Provincia di Casale (s.d. ma dopo il 1782);
Camera dei conti, II archiviazione, Capo 26, Monferrato, Mazzo 18, Comunità della Provincia di Casale che affermano essere necessaria la misura de’ territorj loro (s. d. ma 1786);
Camera dei conti, II archiviazione, Capo 79, Statistica generale, Mazzo 6, Relazione della Provincia di Casale (1753);
B.N.F. (Bibliothèque nationale de France). Vedi catalogo.
B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5042), Estats du duc de Savoye ...sous le nom de Piémont...le duché de Montferrat.... par le Sr Sanson d'Abbeville, chez Pierre Mariette (Paris), 1665 [Sanson, Nicolas (1600-1667). Cartographe]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5043), Le Piémont et le Montferrat avecque les passages de France en Italie ... / Par P. Du Val, Chez l'Autheur (A Paris), 1600-1699 [Duval, Pierre (1619-1683). Cartographe]. Vedi mappa.
CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici, Torino).
Bibliografia
Ferraris, Giuseppe, Le chiese “stazionali” delle rogazioni minori a Vercelli dal sec. X al sec. XIV, 1975, in “Bollettino Storico Vercellese”, a. III (1974), n. 1, pp. 5-58; a. III (1974), n. 2 – a. IV, n. 1 (1975), pp. 9-92.
Gasca Queirazza, G. et al., Dizionario di toponomastica, Torino, UTET 1997.
Guasco, Francesco, Dizionario feudale degli antichi stati sabaudi e della Lombardia. Dall’epoca carolingia ai nostri tempi (774-1901), Pinerolo, Tipografia già Chiantore e Mascarelli, 1911, 5 voll. (BSSS 54-58), vol. IV, pp. 1583-1584.
Istituto Centrale di Statistica, Variazioni territoriali e di nome delle circoscrizioni amministrative e delle zone agrarie dal 1° gennaio 1939 al 31 dicembre 1949, Roma, Tipografia Fausto Failli, 1950
Raviola, Blythe Alice, Il Monferrato gonzaghesco: istituzioni ed élites di un “micro-stato” (1536-1708), tesi di dottorato in Storia della società europea in età moderna, Università degli Studi di Torino, 1998-2001, coord. L. Allegra, tutor G. Ricuperati.
Sergi,  Giuseppe (a cura di), Andar per castelli da Alessandria da Casale tutto intorno, Torino, Edizioni Milvia, 1986.
Sturani, Maria Luisa, Il Piemonte, in Lucio Gambi, Francesco Merloni (a cura di), Amministrazione e territorio in Italia, Bologna, Il Mulino, 1995, pp. 107-153.
Valerani, Flavio, Saggio di toponomastica del Circondario casalese, in “Rivista di Storia Arte e Archeologia”, 1907 (a. XVI), f. XXVI, pp. 237-49.
Wickham, Chris, Comunità e clientele, Roma, Viella, 1995.
Descrizione Comune

Solonghello

La odierna suddivisione tra i comuni di Solonghello e Pontestura della frazione Castagnone ricalca la ripartizione di questa località, ai margini di Maranzana, durante l’età moderna, tra giurisdizioni signorili (Scarampi e Guerrieri a Solonghello; Gozzani a Pontestura) ai fini dell’esazione dei pedaggi. Inversamente, in età contemporanea, l’aggregazione di Solonghello a Mombello Monferrato durante gli anni 1928-1947 ha spostato solo temporaneamente verso la collina, e via dalla strada statale della Valle Cerrina, questo centro di gravitazione della comunità di Solonghello che storicamente insisteva sulla valle del Torrente Stura.
In particolare, la famiglia Scarampi detiene importanti prerogative sia a Camino sia nelle comunità adiacenti, con una gestione diretta dei pedaggi e degli attraversamenti del Po. Essa controlla anche importanti tappe del percorso in corrispondenza degli attraversamenti del fiume Tanaro e altrove nello stato del Monferrato e in quello di Milano. Lo stesso ramo della famiglia Scarampi presente a Camino è detentore di prerogative signorili a Solonghello. Sebbene lo studio dei rapporti tra gli Scarampi e le comunità interessate alle loro prerogative signorili attenda approfondimenti sistematici, è importante tenere presenti gli indizi di un interessamento assai maggiore per un’attività che potremmo definire di coordinamento commerciale, più che non per la costruzione di un dominio compatto di tipo territoriale, o anche solo fondiario.
A differenza, viceversa, di quanto avvenne nelle comunità di confine del Monferrato lungo il corso del Po, vi sono indizi di una debolezza, o di rallentamento, nel corso dell’età moderna, di un sostegno diretto dei poteri comunitari da parte dei poteri centrali del stato. Benché la storia dei rapporti tra comunità, signori locali e governo centrale sia a tutt’oggi poco esplorata, è suggestiva in questo senso la frammentazione di diritti signorili locali attestato lungo tutto il corso dell’età moderna, che affianca altre famiglie agli Scarampi. Mentre non è chiaro, allo stato delle nostre conoscenze, se i detentori di prerogative signorili siano stabilmente organizzati in un consortile, i poteri dei signori nei confronti della comunità appaiono cumulativamente incisivi fin dagli inizi del secolo XVII, come quando, nel 1617, il giusdicente del feudo di Solonghello apre un procedimento penale contro Antonio Paganino, notaio della comunità, per aver disposto, dietro ordine dei consoli della stessa, alloggiamenti militari («fatto le bollette di alloggiamenti a soldati colà venuti»), usurpando in tal modo le sue prerogative («habbi tolto così authorità di maestrato»). La comunità ricorre in Senato contro il processo intentato al suo notaio (ASA, Senato del Monferrato, Atti di lite, f. 36 [1617-1619], Solonghello Comune contro Consignori di detto luogo 1617).
Secondo la Statistica generale, l’estensione complessiva del territorio ammontava a 1163 moggia di Monferrato. Il dato corrispondente nel documento redatto dal consiglio della comunità il 17 dicembre 1781 in risposta alla circolare diramata dall’intendenza di Casale il giorno precedente è di 1189 moggia, comprese 141 moggia di beni immuni feudali, ecclesiastici e comunitativi (ma a proposito di quest’ultimo dato, si aggiunge che «si crede possa oltrepassare»).
In ogni caso, pur con diversa accentuazione, sia nella Statistica generale sia nell’atto del 1781, il paesaggio agrario di Solonghello appare fortemente dominato dal vigneto, che occuperebbe infatti oltre il 70 per cento del territorio, rispetto a un 17 per cento circa riservato all’aratorio, secondo la prima fonte, il 61,3 per cento, accanto al 20,4 per cento dell’aratorio. Si può forse ipotizzare che, per quanto assai imperfettamente confrontabili, queste serie di cifre relative alle superfici occupate dalle diverse colture segnalino comunque un qualche processo di ridimensionamento della viticoltura e di trasformazione di terreni precedentemente tenuti incolti a prati in corso nella seconda metà del secolo XVIII (AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 79, Statistica generale, Mazzo 6, Relazione della Provincia di Casale [1753], tabb. 3-4; AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 26, Monferrato, Mazzo 13, Convocati delle città e comunità della Provincia di Casale, in risposta alla circolare del Signor Intendente Generale, in data delli 10 dicembre 1781, cc. 293r-295r; 18, Memorie del Basso Monferrato [s.d. ma 1784-1789]).
Le tabelle dedicate dalla Statistica generale alla produzione agricola indicano un deficit della produzione di frumento rispetto al fabbisogno locale pari al 12 per cento, accanto alla carenza di «meliga bianca» (pari all’88,9 per cento) e di «marzaschi» (pari al 91,1 per cento). Del vino si registava invece una cospicua eccedenza, corrispondente al 72,2 per cento della produzione (AST, Camera dei conti, II archiviazione, Capo 79, Statistica generale, Mazzo 6, Relazione della Provincia di Casale [1753], tabb. 5-9 e testo corrispondente).