Castelletto Uzzone

AutoriTigrino, Vittorio
Anno Compilazione1996
Provincia
Cuneo.
Area storica
Langa storica.
Abitanti
395 (ISTAT 1991).
Estensione
15,13 Kmq (ISTAT 1991).
Confini
A nord Levice e Pezzolo Valle Uzzone, a est Piana Crixia e Dego, a sud Gottasecca, a ovest Prunetto.
Frazioni
Scaletta Uzzone (405 m slm, 136 ab.), oltre al capoluogo (425 m slm, 144 ab.); il censimento del 1991 segnala poi la località San Michele, oltre a case sparse (ISTAT 1991). Vedi mappa.
Toponimo storico
«Castelettum», «Castellettum Uxonis» (Castro Ussone?); «Salegium», «Castelletto Saleggio»; «Salego», «Scaletam» («Altexenum», Altesino).
Diocesi
Il territorio di Castelletto appartiene alla diocesi di Alba, ma fino all’inizio del secolo scorso le parrocchie di Scaletta e quella di San Michele di Castelletto – situate sulla sponda destra del torrente Uzzone – dipendevano dalla diocesi di Acqui, di cui il torrente segnava il confine con quella albese (Carle 1992).
Pieve
L’antica parrocchia di Castelletto, compresa nei confini della diocesi albese, dipendeva probabilmente dalla pieve di Cortemilia.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Sul territorio di Castelletto sono testimoniate dal secolo XVI fino alla fine dell’Ottocento due parrocchie, una sulla riva sinistra dell’Uzzone dedicata alla Natività della Vergine e dipendente dal vescovo di Alba, e l’altra di San Michele sulla sponda opposta, che fino all’inizio del secolo scorso dipendeva dalla diocesi di Acqui; una divisione fra le due borgate, organizzate nelle due differenti sedi parrocchiali e spesso separate all’interno del consiglio della comunità, che ha caratterizzato fortemente l’organizzazione comunitaria nell’età moderna (cfr. il lemma ‘Comunità, origine, funzionamento’). Nel secolo XVI la parrocchia di San Michele di Castelletto Soprano risultava unita «aeque iure» a quella della vicina comunità di Scaletta, sulla stessa sponda del torrente Uzzone e dipendente dalla stessa diocesi di Acqui. Nel 1549 la parrocchiale di Scaletta è indicata come de Altoxono, indicazione che richiama il toponimo dell’antico insediamento (Altesino, a monte dell’attuale abitato posto lungo il torrente Uzzone), dove sorgeva appunto l’antica parrocchiale di S. Giorgio (Arata 1991, pp. 92-93; Rebora 1991, p. 115). Fra XVI e XVII secolo nella chiesa della Natività di Castelletto esistevano le società del SS. Sacramento, della Dottrina cristiana e del Santo Rosario; in un oratorio poco distante sotto il titolo di S. Maria (probabilmente quella che fino alla fine del Cinquecento era parrocchiale) vi era una confraternita di Disciplinanti. Sono poi segnalate il secolo successivo due cappelle dipendenti dalla parrocchia della Natività: una della comunità, di S. Ilario, e una del signore Gaiero, presso il suo palazzo, della Beata Vergine della Misericordia. Le sedute del consiglio del Seicento riportano le elezioni dei massari di due compagnie del SS. Sacramento (entrambe presiedute da signori) e della compagnia della Madonna (Scaglione 1995; Carle 1992; AD Alba, Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]; Visita mons. Natta [1753]). Nel territorio di Castelletto Soprano ci sono una chiesa dei Disciplinanti e una dedicata alla Madonna del Carmine (Friggeri 1996). Nell’Ottocento sono segnalate nel territorio comunale di Scaletta tre chiese; oltre alla parrocchiale di S. Antonio abate, quella di S. Rocco – oratorio dei Disciplinanti bianchi – e quella della SS. Annunziata, attigua al villaggio (Casalis 1850).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
             
Comunità, origine, funzionamento
Al principio del secolo XVII (i primi ordinati conservati datano 1593) la comunità di Castelletto, ormai di fatto passata ai Savoia, era organizzata in un consiglio con un podestà di nomina signorile, otto consiglieri e quattro giuratori; la nomina dei quattro giuratori riflette forse la partizione del territorio del comune, allora diviso in quattro quartieri, anche se l’insediamento è sicuramente molto frammentato e la divisione sembra piuttosto una distrettuazione per ragioni fiscali. Un giuratore pare comunque garantito al quartiere di Castelletto Soprano, diviso dal torrente Uzzone dall’altra parte del territorio del comune, Castelletto Saleggio (i tre quartieri dal lato sinistro del torrente sono allora quello della Chiesa, il quartiere del piano e quello Crote o Conassi). Ciò che pare evidente negli ordinati di quei secoli è soprattutto la divisione fra le due parti del paese, separate non solo dal fiume, ma dall’appartenenza a due differenti parrocchie, le quali, fra l’altro, fanno parte di due diverse diocesi. Le questioni ecclesiastiche, dotazione delle chiese, beneficio del parroco, diventano il terreno di scontro fra le due parti della comunità, i cui comuni interessi riguardano piuttosto la gestione del prelievo fiscale e la contrattazione della sua entità con le autorità superiori (Scaglione 1994; Carle 1992). Non esiste un inventario dell’Archivio Storico del comune di Castelletto, né ne esistono dell’ex comune di Scaletta, quindi non è chiaro in che maniera sia stato acquisito dal comune attuale il materiale storico di Scaletta, e in cosa esso abbia consistito. In Archivio di Stato a Torino è conservato un «Sentimento del Proc. Gen. sul ricorso della comunità di Scaletta diretto a chiedere la “circoscrizione” di un antico istrumento di transazione stipulato tra la comunità ed i feudatari della Scaletta, come nullo per difetto di legittimo consenso di causa e delle solennità necessarie» datato 1790 (AST, Corte, Paesi per A e B, Scaletta). Una nota del 1773 segnala invece che i membri del consiglio comunale di Scaletta hanno la prerogativa di eleggere i loro successori (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Alba, m. I).
Statuti
Fontana non fa menzione di raccolte di statuti o consuetudini per il comune di Castelletto Uzzone né per quello di Scaletta (Fontana 1907); pare però che Castelletto Uzzone abbia avuto una raccolta di statuti, cui si fa riferimento all’interno degli ordinati comunali del XVII secolo (Scaglione 1994; Carle 1992; Martina 1951, p. 61).
Catasti
Esistono nell’Archivio Storico del comune catasti risalenti alla fine del secolo XVI e del secolo seguente, ma la scheda della Soprintendenza archivistica segnala catasti a partire dal 1621 (Carle 1992).
Ordinati
Un registro di ordinati che vanno dal 1593 al 1615 sono conservati nell’Archivio parrocchiale di Castelletto Uzzone; il comune conserva ordinati successivi a partire dal 1642 (Scaglione 1994; Carle 1992; la scheda della Soprintendenza archivistica fa invece riferimento ad ordinati a partire dal 1624).
Dipendenze nel Medioevo
Nei secoli medievali, fino al secolo scorso, oltre al toponimo Castelletto Uzzone è presente nei diplomi quello di Saleggio; essi indicano probabilmente - almeno dalla prima età moderna - le due parti in cui era diviso dal torrente Uzzone il territorio di Castelletto (nell’Ottocento Saleggio è definito “luogo dipendente da Castelletto” - CASALIS 1833-56 -, mentre nella documentazione di questo secolo non vi è più traccia di quel toponimo). L’indicazione Saleggio è, specialmente nella documentazione antica, indipendente da Castelletto, anche se in molti casi le assegnazioni feudali comprenderanno entrambi i feudi o parti feudali di essi. Nei diplomi di investitura il toponimo Saleggio e quello di Scaletta (ex comune ora incorporato da Castelletto, ma sito sulla sponda opposta del torrente a pochi chilometri di distanza) ha generato più di un problema di identificazione, poichè spesso la denominazione Salegium è stata riferita alla seconda località.
Nei diplomi medievali, ma anche per tutta l’età moderna, il feudo di Scaletta è spesso identificato anche con quello di Altesino: le due indicazioni compaiono spesso contemporaneamente nelle investiture a partire almeno dal secolo XVI, ma secondo molti l’identificazione è da fare con un unico luogo, quello di Scaletta appunto (e probabilmente Altesino indica la parte alta dell’insediamento e Scaletta quella posta sulla strada di fondovalle, poichè nei secoli medievali la prima indicazione apparirebbe nei documenti legati alle investiture feudali e l’altra a carte riguardanti la viabilità e i passaggi commerciali, ma non è chiara comunque la compresenza dei toponimi nei diplomi successivi: ARATA 1995); un documento del secolo XVII indica Altessino come contrada del castello di Scaletta (REBORA 1991, 115). Nell’Ottocento l’indicazione Altesino è scomparsa e ne rimane memoria solo come “primitivo nome” del luogo (CASALIS 1833-56, v. Scaletta). Oggi non esiste più nella toponomastica del luogo (anche se nel territorio attuale di Castelletto esiste una cascina Ateiso ed altri toponimi che richiamano quel nome: ARATA 1991, 92).
Il territorio attuale di Castelletto nel secolo X è a cavallo del confine fra la marca aleramica ed arduinica. Nel 967 Altesino è fra le sedici corti esplicitamente menzionate nel diploma con cui l’imperatore Ottone I concede ad Aleramo omnes illas cortes in desertis locis consistentes a flumine Tanari usque ad flumen Urbam et ad litus maris (l’identificazione è incerta; per alcuni il toponimo potrebbe indicare la corte di Altare: BALBIS 1980, 67).
Nel 1170 nella conferma dell’arcivescovo di Milano Galdino dei possessi monastero di San Quintino di Spigno viene menzionata villam totam de Salego. Le due conferme successive di papa Alessandro III del 1178 e 1179 ribadiscono il possesso della villam quae dicitur Salegium con la chiesa di S.Ilario (l’identificazione del nome non è certa, ma oggi esiste una località di Castelletto sulla riva destra dell’Uzzone ancora denominata con quel nome ed attestata già in età moderna).
Un’attestazione del 1171 riferisce l’accordo fra il marchese Guglielmo del Monferrato ed i consoli della città di Ivrea in cui vengono garantiti i diritti di proprietà e di passaggio per gli uomini del comune di Ivrea sul territorio in cui è stato edificato Castro Ussono (ma non è chiaro se l’identificazione sia con l’attuale territorio di Castelletto Uzzone: GABOTTO 1900).
Nel 1186 in un accordo dei marchesi di Savona viene fatto riferimento ad una strada che passa per Scaletta (“usque ad Scaletas”).  
Castelletto e Saleggio sono fra i feudi che Ottone del Carretto cede nel 1209 ad Asti per esserne poi reinvestito dallo stesso comune, feudi che, con tutta probabilità, gli provengono dall’eredità del marchese Bonifacio minore di Cortemilia suo zio.
All’inizio del secolo XIV sono testimoniate prerogative sul territorio di Castelletto da parte dei marchesi di Saluzzo (che già secondo un documento del 1212 investono un tal Guglielmo di Lomello dei feudi di Castelletto e Torre Uzzone), e dei marchesi di Ponzone.
Nel 1313 Manfredino e Oddone del Carretto consegnano molte località al comune di Asti per poi riceverle in feudo: sono menzionati diritti su Castelletto e Saleggio.
Nel 1322 i Del Carretto del ramo ottoniano vendono a Manfredo di Saluzzo i loro diritti sui luoghi di Castelletto e su tre parti più una di Saleggio, insieme ad altre località.
Nel 1327 vi è una compera da parte dei canonici di Savona di decime su Altexeno e Castelletto Uzzone (REBORA 1991).
Nel 1337 il marchese di Saluzzo rivende i suoi diritti ai figli di Antonio Scarampi, fra cui quelli su Saleggio.
Nel 1431 Ludovico (o Lodisio) Del Carretto è investito dei feudi di Prunetto, Levice, Altesino, Brovida e Scaletta, oltre che della sesta parte di Serole, dal duca Filippo Maria Visconti (e già precedentemente, in una investitura imperiale di Carlo IV ai Del Carretto nel 1345, viene menzionato il feudo di Saleggio, dove qui il riferimento è a Scaletta).
Feudo
Compresi nel territorio a cavallo fra la marca aleramica e quella arduinica, i feudi di Castelletto e Saleggio, probabilmente insieme a Scaletta, sono compresi nel patrimonio aleramico. Passano ai del Carretto, poi Castelletto e Saleggio fanno parte del marchesato monferrino, ma ne posseggono già parti i Savoia, a cui passano definitivamente nel 1615, mentre Scaletta entrerà a far parte del marchesato di Prunetto, di cui seguirà le sorti fino all’annessione allo stato sabaudo nel 1735 (si veda la scheda dedicata a Prunetto). Nel 1604 Castelletto Val d’Uzzone e Saleggio sono definiti feudi monferrini di cui però «non si ha vera ricognizione, né obbedienza» (Giorcelli 1904-1905): sono fino al secolo XVIII feudo Scarampi e poi Crivelli-Scarampi. Alla fine del XVI secolo ne ricevono investitura i Valperga, poi gli Scaglia, i Brizio, i Costa, i Biga, i Negri, i Boetti, i Gaiero, i Corte e gli Appiano. Scaletta, all’atto della consegna ai Savoia, ha come signori il marchese Giuseppe Galeazzo Scarampi e il conte Paolo Gaiero (signore anche di Castelletto), oltre che una parte minima di pertinenza del «vassallo» Agostino Olmi (AST, Camera dei Conti, art. 534, Registro dei focolari delle Langhe; sui Gaiero si veda: Carle 1992).
Mutamenti di distrettuazione
Castelletto Uzzone fa parte fino alla metà del Settecento della provincia di Mondovì; passa poi – come Scaletta, ex feudo imperiale – a quella di Alba. Entrambi sono poi compresi nel mandamento di Cortemilia, e passeranno poi alla provincia di Cuneo.
Mutamenti Territoriali
Durante l’Ottocento fu ventilata la possibilità di unire in un unico comune l’allora indipendente comune di Torre Uzzone con quelli limitrofi di Castelletto e Scaletta, tutti lungo la valle del torrente Uzzone, a creare un unico comune con capoluogo Scaletta; ma questa iniziativa non ebbe seguito, confermando una tendenza comune di scarso successo per tali iniziative nella metà dell’Ottocento (Amati 1867). Con le leggi fasciste di scioglimento dei comuni di piccole dimensioni, al comune di Castelletto fu accorpato quello di Scaletta, che ne divenne frazione. Ma le pratiche del Commissariato per la liquidazione degli usi civici fanno intuire possibili progetti non realizzati di consorzio anche con Torre Uzzone; inoltre vi sono documenti intestati, con correzioni successive, in cui per brevissimo tempo Castelletto è segnalata come frazione di Scaletta (CLUC, Castelletto Uzzone, relazione geom. Aimo). Dopo la guerra – contrariamente a quanto accaduto per i comuni della vicina valle Bormida, ed in linea invece con ciò che avvenne nel limitrofo comune di Pezzolo Valle Uzzone – fu conservato il nuovo assetto comunale, anche se è tuttora molto sentita l’autonomia fra i due insediamenti, di cui un esempio sono le discussioni che vi furono intorno alla scelta del luogo in cui costruire il nuovo edificio comunale, poi realizzata lungo la strada che unisce i due insediamenti.
Comunanze
Negli ordinati del secolo XVII vi è riferimento alla gestione e all’uso di beni collettivi, boschi e terreni comunali, venduti o impegnati per garantire i debiti contratti dalla comunità, le cui rendite sono però definite molto basse (Scaglione 1994). I dati della perequazione del 1721 per la comunità di Castelletto Uzzone (non sono quindi compresi i dati del feudo imperiale di Scaletta) segnalano un bosco di faggi di 65 giornate «di nessun reddito», ai confini con Prunetto e Gottasecca, ed altre proprietà della comunità (gerbidi), per un totale di circa 78 giornate (AST, Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, n. 78: Consegna beni immuni e comuni [1721]). I dati Relazione e stato dei beni immuni e comuni [1742 e 1749]). dei decenni successivi – che riguardano sempre il solo territorio di Castelletto – non segnalano invece alcun gerbido comune (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II: L’indagine promossa durante il Fascismo dal Commissariato per la liquidazione degli usi civici – quando è già avvenuto l’accorpamento di Scaletta – segnala ancora circa 31 ettari di bosco comune, 28 dei quali nella regione detta «Fò», che corrispondono probabilmente a quelli segnalati nel Settecento ai confini con Prunetto e Gottasecca; i terreni sono compresi nel territorio di Castelletto, ma vi è anche un cenno riguardante Castelletto Soprano, riguardo a pascoli intorno al castello «dove si facevano i tornei dei cavalieri». Nulla invece per il territorio di Scaletta, ormai frazione (il dato globale è di 31.35.20 ha, cat. «A», beni per i quali viene proposta l’alienazione: CLUC, Castelletto Uzzone, relazione geom. Aimo).
Liti Territoriali
Non rilevate.
Fonti
L’archivio comunale di Castelletto Uzzone conserva materiale storico, di cui però non esiste un catalogo e che non è ordinato, risalente al secolo XVII; le serie di ordinati più antichi (1593-1615), sono invece conservati nell’archivio parrocchiale del paese.
AD Alba (Archivio Storico della Diocesi di Alba): Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]; Visita mons. Natta [1753].
AST (Archivio di Stato di Torino): Camera dei Conti, art. 534, Registro dei focolari delle Langhe; Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Alba, m. I; prov. Mondovì, mazzo II: Relazione[1742 e 1749];Consegna beni[1721]; e stato dei beni immuni e comuni Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, prov. Mondovì, n. 78: immuni e comuni Corte, Paesi per A e B, Scaletta.
CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Castelletto Uzzone, relazione geom. Aimo.
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L. PROVERO, I marchesi del Carretto: tradizione pubblica, radicamento patrimoniale e ambiti di affermazione politica, in Savona nel XII secolo e la formazione del comune: 1191-1991, (Atti del convegno di Savona, 26 ottobre 1991), in “Atti e memorie della Società savonese di storia patria”, n.s. XXX (1994), pp. 21-50.
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Descrizione Comune
Castelletto Uzzone
     Il comune di Castelletto Uzzone (355-821 m slm, 359 ab.), nella sua attuale conformazione, nasce nel 1928 con l’accorpamento del vicino comune di Scaletta Uzzone, che ne diventa frazione. Nei censimenti precedenti sono segnalate le località Poggiolo, San Ilario e Vignazza per Castelletto, Pian del Torto per Scaletta; la località San Michele, precedentemente parte del comune di Castelletto ma situata sulla sponda opposta del capoluogo rispetto al torrente Uzzone, dopo l’accorpamento viene spesso compresa nel territorio della frazione Scaletta, situata sulla stessa sponda del torrente. La popolazione del comune è in costante diminuzione. Nel 1749 Castelletto Uzzone – non è compresa nel dato la comunità di Scaletta oggi accorpata – contava 313 abitanti (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, prov. Mondovì, mazzo II). Nel 1744 invece risultano tassati per l’ex feudo imperiale di Scaletta 26 fuochi (rispetto ai 37 di cui era stata in un primo tempo proposta la tassazione: AST, Camera dei Conti, Registro dei focolari delle Langhe, art. 534). Poco dopo la metà del secolo scorso l’attuale territorio del comune, allora diviso fra i due comuni d Castelletto (1862) e 379 a Scaletta (1861). Nel 1921 i due comuni, ancora divisi, avevano un totale di 1045 abitanti (rispettivamente 650 e 395). Nel 1961 la popolazione dei due comuni accorpati risultava pressappoco dimezzata, con 568 abitanti, fino a giungere ai 471 del 1971 e ai 421 di dieci anni dopo. Sul territorio di Castelletto sono testimoniate dal secolo XVI fino alla fine dell’Ottocento due parrocchie, una sulla riva sinistra dell’Uzzone dipendente dal vescovo di Alba, e l’altra che fino all’inizio del secolo scorso dipendeva dalla diocesi di Acqui; una divisione fra le due borgate del comune, organizzate nelle due differenti sedi parrocchiali e spesso separate all’interno del consiglio della comunità, che ha caratterizzato fortemente l’organizzazione comunitaria nell’età moderna. Nel secolo XVI la parrocchia di San Michele di Castelletto Soprano risultava unita «aeque iure» a quella della vicina comunità di Scaletta, sulla stessa sponda del torrente Uzzone e dipendente dalla stessa diocesi di Acqui. La differenza di diocesi fra le due parrocchie di Castelletto, riflette anche una separazione nel consiglio comunale, dove gli incarichi sono divisi per quartieri fiscali (anche se l’insediamento del comune è molto frammentato, e ciò è testimoniato anche dalla presenza di numerose chiese e cappelle campestri); negli ordinati di quei secoli è evidente la divisione fra le due parti del paese. Anche nelle sedute del consiglio, le questioni ecclesiastiche, diventano il terreno di scontro fra le due parti della comunità, i cui comuni interessi riguardano piuttosto la gestione del prelievo fiscale e la contrattazione della sua entità con le autorità superiori). Compresi nel territorio a cavallo fra la marca aleramica e quella arduinica, i feudi di Castelletto e Saleggio, probabilmente insieme a Scaletta, sono compresi nel patrimonio aleramico. Passano ai del Carretto, poi Castelletto e Saleggio fanno parte del marchesato monferrino, ma ne posseggono già parti i Savoia, a cui passano definitivamente nel 1615, mentre Scaletta entrerà a far parte del marchesato di Prunetto, di cui seguirà le sorti fino all’annessione allo Stato sabaudo nel 1735. La documentazione comunale consultabile riguarda solo le carte comunali di Castelletto, in cui è testimoniato il ricorso a beni comuni nel secolo XVII, beni che sono segnalati anche nelle successive ricognizioni. L’accorpamento del periodo fascista, ma anche i tanti progetti di revisione delle circoscrizioni comunali della Valle Uzzone – solo parzialmente ricostruibili (cfr. il lemma ‘Mutamenti territoriali’) – sono probabilmente il segno di cambiamenti di equilibri nel rapporto fra i differenti insediamenti della zona, e sopratutto, sono anche le uniche testimonianze in cui gli accorpamenti proposti a livello centrale, hanno avuto un esito permanente. Sul comune di Castelletto Uzzone esistono due monografie basate soprattutto sulla documentazione comunale del XVI e XVII secolo (Carle 1992; Scaglione 1994); non vi sono invece studi riguardanti l’ex comunità di Scaletta, sulla quale si trovano notizie in opere generali sulla zona o in monografie di comuni vicini.