Piobesi Torinese

AutoriCosentino, Rosanna
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneSuggerite integrazioni
Provincia
Torino.
Area storica
Pinerolese/Torinese.
Abitanti
2838 (Istat 1991)
Estensione
1969 ha (ISTAT)-1939 ha (SITA)
Confini
II territorio di Piobesi Torinese si trova in una zona pianeggiante ed è attraversato dal torrente Chisola; esso confina a nord per un breve tratto con il territorio di Candiolo, a nord-est con quello di Vinovo, a est con quello di Carignano; a sud-ovest confina con Castagnole Piemonte e a ovest con None.
Frazioni
Oltre l'agglomerato urbano del centro di Piobesi, il territorio comprende gli insediamenti di Boschetto, Cascina Castelletto, Cascina Respagliette, Masolina-Cascinetta, Tetti Respertino, Tetti Cavalloni (ISTAT 1994).
Toponimo storico
Publice, Publiciae taurinorum (TAMAGNONE 1985, 33), Publicie (CASIRAGHI 1979, 297). L'attuale denominazione di Piobesi Torinese risale soltanto al secolo scorso; nel 1862, infatti, il re di Sardegna, su richiesta della popolazione, aurorizzò con R.D. che il paese modificasse il nome originario aggiungendo il predicato Torinese (A.C. Piobesi Torinese, f. 76,3).
Diocesi
Torino.
Pieve
Pieve di San Giovanni. Piobesi costituisce sede di pieve. Il vescovo Landolfo edificò a Piobesi un castello cum ecclesia in honore Sancti Laurencii et plebem extra idem castellimi in honorem Sancti Dei genitricis Marie. Probabilmente la pieve, dedicata a San Giovanni, fatta costruire dal vescovo Landolfo (1011-1038) s’identifica con l’attuale parrocchiale di Santa Maria. Nel 1159, l’imperatore Federico I confermava al vescovo Carlo curtem de Publice cum castello et plebe et districto. Dalla pieve di Piobesi dipendevano le chiese di San Lorenzo di Piobesi, di San Desiderio e di San Bartolomeo di Vinovo, di San Paolo di Cercenasco (CASIRAGHI 1979, 86-87) L’antica pieve di San Giovanni, con decreto 1 maggio 1909, fu dichiarata monumento nazionale.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Convento dei Frati Minori Riformati di San Francesco. Fondato nel 1683, fu soppresso dalla rivoluzione francese (MERLONE1996,45). La frazione Tetti Cavalloni ha una piccola chiesetta dedicata alla SS.Trinità (GARIGLIO 1985, 29).
Luoghi Scomparsi
Non si sono rinvenute informazioni pertinenti.
Comunità, origine, funzionamento
Sulla prima organizzazione comunitaria degli uomini di Piobesi non vi sono molte notizie, ma non va dimenticata la lunga dipendenza feudale del territorio (MORELLO 1973, 27).
Statuti
Non si sono rinvenute informazioni pertinenti.
Catasti
1541: Catastro de beni redatto in Piobesi nell'anno 1541 (A.C. Piobesi Torinese, fald. 401); 1581-1598: Libro dei trasporti (A.C. Piobesi Torinese, fald 402); 1678: Catastro (A.C. Piobesi Torinese, fald 403); 1765: Ristretto del libro delle mutazioni (A.C. Piobesi Torinese, fald 410); 1767: Ricavo alfabetico della mappa topografica del luogo (A.C. Piobesi Torinese, fald 411); 1806: Plan géométrique de la Commune de Piobesi (A.C. Piobesi Torinese, fald 422); 1810: Tableau d'assemblage du plan parcellaire de la Commune de Piobesi (A.C. Piobesi Torinese, fald 423); 1810: Cadastre de France (A.C. Piobesi Torinese, fald 425); Libro giornale del catastario dall'anno 1894 all'anno 1895 (A.C. Piobesi Torinese, fald 436). Catasto Rabbini (1859-1860): Mappa, Matrice, Sommarione (A.S.T., Camerale). Catasto antico originale (A.S.T., Camerale). Catasto antico copia (A.S.T., Camerale) Catasto francese (A.S.T., Camerale).
Ordinati
Nell'archivio comunale sono conservati gli ordinati dal 1541 al 1855.
Dipendenze nel Medioevo
Vescovo di Torino (TAMAGNONE 1985, 62).
Feudo
Vescovo di Torino (1159). Merlo e Ardizzone di Piossasco (1193); un ramo di questi prese il titolo di signori di Piobesi, da cui discendono i De Feis e i De Rubeis. Costantino Radicati dei signori di San Sebastiano (1575). Alessandro Sola (1598). Francesco Aleramo Bergera dei signori di Villarbasse (1726). Michele Orsini (per dote di Laura De Feis) (1582). Cesare Pergamo (1603); egli però dovette restituire una parte del feudo ai signori di Piossasco. Scipione Damiano di Castellinaldo e Francesco Porzio (1634). Paolo Antonio Ferrero di Buriasco (1696). Giovanni Francesco della Rovere (per dote di Caterina di Piossasco) (1636). Antonio Nepote (1638). Gaspare Graneri, conte di Mercenasco (1649). Michele Antonio Borda (1699). Baldassarre Filippo marchese di Roero Sanseverino (1713) [GUASCO 1911,200].
Mutamenti di distrettuazione
Nel 1750 Piobesi fu smembrata dalla provincia di Torino e aggregata a quella di Pinerolo. Nel 1770 la comunità propose la riunione alla provincia di Torino, con la motivazione che Piobesi era stato sempre feudo antico della mensa arcivescovile, nonché per questioni pratiche di vicinanza alla capitale . Fu riaggregata alla provincia di Torino nel 1777 (A.C. Piobesi Torinese, f.76,2).
Mutamenti Territoriali
Non si sono rinvenute informazioni pertinenti.
Comunanze
Nel 1925 il comune dichiara che non ci sono beni del comune sui quali si esercitino usi civici. Nel 1933 c'è pratica di reintegra delle occupazioni di terre di origine comune site nel territorio di Piobesi possedute da privati . Nel 1941 avrebbero dovuto essere chiuse le operazioni per il riordinamento degli usi civici, ma il commissario riordina la riapertura delle operazioni perché alcuni elementi lasciavano sospettare che le indagini non fossero complete.
Secondo il Commussariato per gli usi civici vi sono 34.552 ha di terreni tutti appartenenti alla categoria A (boschi e pascoli). Secondo fonte del Comune sono 27.5487 ha di terre di cat.A e 1.0156 ha di usi civici alienati (C.L.U.C., Prov. To, n.192).
Liti Territoriali
Non si sono rinvenute informazioni pertinenti.
Fonti
A.A.T, (Archivio Arcivescovile di Torino).
A.A.T., 7.1.5
A.C.P. (Archivio Storio del Comune di Piobesi Torinese).
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Camerale
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Paesi per A e per B, P, Mazzo 14
A.S.T., Camerale, II Archiviazione, Capo 21, mazzo 1, 8
B.R.T., Manoscritti, Miscellanea Storia patria, n.854, Descrizione delle province di Susa, Pinerolo e Casale (1753-1787).
C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, Torino).
C.U.C., Prov.To,n.l92.
Bibliografia
- G. CASALIS, Dizionario geografico storico-statistico commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna. XV, Torino 1833-1856
- G. CASIRAGHI, La diocesi di Torino nel medioevo, in "Biblioteca Storica Subalpina", CLXXXXVI (1979)
- F. CHIROTTO, Memorie storico-religiose su Piobesi (Torinese). Saluzzo 1892
- L. DAVITO, Piobesi Torinese, in "L'Caval 'd bròns", 9 (1966), pp.3-6
- G.L. DE BARTOLOMEIS, Notizie topografiche e statistiche sugli stati sardi, Torino 1840-1847
- L. FONTANA, Bibliografia degli Statuti dei comuni dell'Italia superiore, Torino 1907
- S. GARIGLIO, Piobesi nel XX secolo, Piobesi Torinese 1985
- F. GUASCO, Dizionario feudale degli antichi stati Sardi e della Lombardia (dall'epoca carolina ai nostri tempi) (744-1909), III, Pinerolo 1911
- ISTAT, Popolazione e abitazioni. Fascicolo provinciale Torino. 13° Censimento generale della popolazione 20 ottobre 1991, Roma 1994
- ISTAT, Popolazione residente e presente dei Comuni. Censimenti dal 1861 al 1971. Circoscrizioni territoriali alla data di ciascun censimento, Roma 1985
- ISTAT, Popolazione residente dei Comuni. Censimenti dal 1861 al 1991. Circoscrizioni territoriali al 20 ottobre 1991. Roma 1994
- R. MERLONE, Dalla rivoluzione francese alle soglie del duemila. Due secoli di musica, cooperazione, associazionismo in un comune della pianura torinese, Piobesi Torinese 1996
- G. MORELLO, Dal "custos castri Plociasci" alla consorteria signorile di Piossasco e Scalenghe (secoli XI-XIII), in "Bollettino Storico Bibliografico Subalpino", LXXI (1973), pp5-87
- A.A. SETTIA, Castelli e villaggi nell'Italia padana. Popolamento, potere e sicureza fra IX e XIII secolo, Napoli 1984
- M. TAMAGNONE, Piobesi nei XII secoli della sua storia, Piobesi 1985
-VESME, GABOTTO, CARUTTI, DURANDO, DEMO, PATRUCCO, Studi pinerolesi, in "Biblioteca della Società Storica Subalpina" I (1899)
Descrizione Comune

Piobesi Torinese

La connotazione del territorio è sempre stata, in un certo senso, "torinese": le vicende storiche che l'hanno caratterizzato e la posizione geografica vicina a Torino rendono questo territorio poco legato all'area storica pinerolese. Le origini di Piobesi sono romane; lo attestano numerose lapidi sepolcrali rinvenute nel territorio del comune, una zona archeologica che si estende attorno all'antico tempio di San Giovanni, e una pietra miliare scoperta nella zona. Anche la chiesa di San Giovanni è in parte costruita con embrici e tegoli romani, il che fa supporre che sul luogo stesso, o nelle vicinanze, fosse costruito un tempio pagano. Una iscrizione tombale di epoca romano-imperiale è attualmente murata nel portone di San Giovanni (TAMAGNONE 1985, 30). Nel 1698 fu rinvenuta una lapide romana con il nome "Caio Publicio Aziano", da cui alcuni storici suppongono derivi il nome “Publice”. Un'altra ipotesi proposta è che il nome derivi da “ager publicus” (TAMAGNONE 1985, 31).
Piobesi non fu eretta al rango di municipium, ma dipendeva da quello di Augusta Taurinorum. Probabilmente l'antica Piobesi si trovava molto più a sud dell'attuale abitato: attorno alla chiesa di San Giovanni, quando divenne la parrocchiale.
Sembra che l'attuale paese si sia formato attorno al castello considerato come luogo più sicuro e protetto. In epoca medievale Piobesi era senza dubbio munita dì un castello: il primo documento che ne fa menzione è un documento del 981 nel quale l'imperatore Ottone II ne conferiva l'investitura ad Amizone vescovo di Torino. In realtà questa è una conferma di possessi e privilegi, il che vuoi dire che anche prima il vescovo di Torino era signore di Piobesi ed anche il castello risalirebbe ad epoca anteriore ma è difficile risalire alla data esatta. (TAMAGNONE 1985, 34).
Da ima carta del 1037 si apprende che il castello di Piobesi nacque senza mura (SETTIA 1984, 202) e venne fortificato in epoca successiva. La villa di Piobesi risultava formata da due agglomerati, uno presso il castello e la chiesa di Santa Maria e l'altro più antico nei pressi del tempio di San Giovanni; quest'ultimo era in condizioni di assoluto svantaggio rispetto all'altro che era fortificato ancora nel XVI secolo, quindi la parte distrutta è forse quest'ultima per la mancanza di difesa (TAMAGNONE 1985, 268-269).
I primi feudatari di Piobesi furono i vescovi di Torino; il 26 gennaio 1159 Federico I conferma nuovamente i privilegi alla chiesa di Torino, tra cui appunto Piobesi. Nel 1172 il vescovo Milone investì Pietro di Castagnole, della famiglia Piossasco, della metà del castello e della corte. Nel 1193 Merlo e Ardizzone di Piossasco cedettero al vescovo Arduino il castello e la villa di Testona in cambio del castello di Piobesi e dei diritti sulla villa (eccettuati vassalli, decime e diritti sulla chiesa di Piobesi) (TAMAGNONE 1985, 62-63). Un ramo della famiglia dei Piossasco discendente da Merlo e Ardizzone si intitolò Signori di Piobesi (da cui discendono i De Feis e i De Rubeis) (GUASCO 1911, 200).
Nel 1268 in occasione della loro emancipazione dal padre Manfredo di Piossasco, Nicolao, Merleto e Giorgio di Piossasco giurano fedeltà a Guiffredo, vescovo di Torino, per la metà di Piobesi e nel 1295 essi stessi compaiono con la qualifica "de Publice" (MORELLO 1973, 46).
si fece dunque sentire la presenza della potente famiglia dei signori di Piossasco, che, favorita dalla debole presenza di potere pubblico in tutta la zona a sud di Piossasco, si espanse in tutta la zona, trovando nella ramificazione della famiglia un fattore favorevole alla politica del consortile e non un elemento disgregante (MORELLO 1973, 27). Ancora rii novembre 1351 Scarampo e Giorgio Piossasco, signori di Piobesi giurano fedeltà al vescovo di Torino. Qualche giorno dopo Scarampo cede una pezza di terreno a Matteo Vagnone dei signori di Trofarello una pezza di terreno per soldi 200 di 20 giornate di bosco in regione Noasconis (o Novasonis o Novasone) ai confini di Piobesi. Nuovamente nel 1379 il vescovo Giovanni investe i signori di Piossasco di porzioni del paese.
I Piossasco di Piobesi, da cui discendono i de Feis e i de Rubeis, tennero il feudo, almeno parzialmente e non senza contese tra loro, fino al 1575 circa, quando Frailino de Feis vendette la sua parte aCostammo Radicati dei signori di San Sebastiano, il quale a sua volta la alienò ad Alessandro Sola nel 1598 (GUASCO 1911,200).
Nella prima metà del XIV secolo Piobesi si vide al centro della guerra tra Giacomo di Savoia-Acaia e Luchino Visconti ; in quell'occasione fu preso e rovinato il castello ed anche il paese fu incendiato e distrutto.
Quando i francesi occuparono il Piemonte nel 1536, occuparono anche il castello di Piobesi che abbandonarono nel 1543, ma nel 1544 esso ricadde sotto i francesi fino al 1559, quando Emanuele Filiberto riebbe i suoi possedimenti con la pace di Cateau-Cambrésis.
Arrivati alle soglie dell'età moderna i vincoli feudali si trasformano e si dissolvono, così il paese passa in diretta proprietà di varie famiglie nobili che lo vendono senza più attendere il beneplacito del vescovo: dai signori di Piobesi de Rubeis e de Feis il paese passò a numerosi proprietari, mediante acquisizione, dote o eredità (vedi alla voce feudo) (TAMAGNONE 1985, 66-67).
Piobesi ospitò per quasi due secoli un convento di Frati Minori Riformati di San Francesco. La chiusura del convento e la soppressione degli altri enti religiosi turbarono la vita religiosa locale, ma sancirono di fatto la centralità della parrocchia. Nei secc. XVII-XVIII infatti vi erano state numerose liti tra i francescani e la parrocchia (MERLONE 1996,45). Dopo la rivoluzione francese, nel 1810 il castello è comproprietà dei Piossasco di Scalenghe dei piossasco delle Mallere e di Clavesana fino al 1842.
L'inizio del XX secolo fu propizio per il paese, ma con l'arrivo della prima guerra mondiale il paese fu completamente smobilitato; a peggiorare le cose nel 1918 vi fu un'epidemia di febbre spagnola che provocò molte vittime soprattutto tra i giovani (GARJGLIO 1985,11 sgg.).
Durante la liberazione, infine, il territorio di Piobesi fu sede di alcuni cruenti episodi. Non va dimenticato che Tetti Cavalloni fu scelta, per la sua posizione appartata, come rifugio dei partigiani (GARJGLIO 1985, 23 sgg.).