Cervere

AutoriPanero, Francesco
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVersione provvisoria
Provincia
Cuneo.
Area storica
Albese; Fossanese.
Abitanti
1682 (ISTAT 1991).
Estensione
1894 ha (ISTAT 1991).
Confini
A nord e a est Cherasco, a sud-est Salmour, a sud Fossano, a ovest Savigliano e Marene.
Frazioni
Capoluogo (con Concezione, Tetti Bori, «case sparse»), Grinzano (con Menai, Nivo, Tetti Paglieri, «case sparse»), Montarossa (e «case sparse»), Tetti Chiaramelli (e «case sparse»). Vedi mappa.
Toponimo storico
L’insediamento antico («locus et fundus Cervariae») era già frequentato in età romana, come attesta il rinve­nimento di una necropoli di età tardorepubblicana-imperiale (Filippi, Micheletto 1987, p. 23). Nella località è attestata la pre­senza di una «curtis Cervariae», ossia di un’azienda agraria signo­rile, nel 1018 (Cartulaire de 1’abbaye de St.-Chaffre, pp. 123 sgg.). È invece un falso trecentesco, anche se probabil­mente costruito su un preesistente documento genuino, l’atto del 984 che documenta la presenza in loco di un castello, appartenen­te alla famiglia de Sarmatorio (Il Libro Verde del comune di Fossano, p. 91, doc. 82 del 984; cfr la scheda dedicata a Salmour).
Diocesi
Asti; dal sec. XII diocesi di Torino. Passa alla diocesi di Fossano nel 1592.
Pieve
L’oratorio di San Iffredo di Cervere nel 1345 risulta dipendente dalla pieve di Bene Vagienna, diocesi di Asti (in quanto trasferito a Cherasco dopo il 1243).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Anche la chiesa di S. Maria di Cervere nel 1041 apparteneva alla chiesa d’Asti. Nel 1345 dipendeva invece dalla diocesi di Torino, alla quale era stata unita fin dalla metà del secolo XII (Casiraghi 1977, pp. 433 sgg.); passò alla diocesi di Fossano nel 1592. Nel 1018 Robaldo del fu Alineo – appartenente alla famiglia che nella seconda metà del secolo XI si sarebbe denominata de Sarmatorio – donò una parte dei beni che facevano capocurtis di Cervere al monastero di S. Teofredo di Le Monastier, in Aquitania, che costituì alla così nella nostra località una cella intitolata allo stesso santo. Nel 1457 il priorato di S. Teofredo di Cervere fu unito all’abbazia di S. Pietro di Savigliano, che fin dal 1028 possedeva beni nel territorio del luogo (Savio 1896, pp. 63 sgg.).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Va rimarcato che Roccasabella – Rocca Isabel­la (dove si trovava una grangia dei Romagnano nel 1531) – è anco­ra oggi ben identificabile; la località perciò non va confusa, come è stato fatto, con Rocca Corvera, che si trovava nel terri­torio confinante di Salmour, alla destra della Stura (cfr. la scheda dedicata a Salmour). Non è dimostrabile, inoltre, che l’antico insediamento di Cervere fosse spostato verso il fondovalle della Stura, fino al momento della prima dominazione angioina – come sostiene Casalis –, mentre la torre superstite (erroneamente denominata dall’erudizione locale «torre di Monfalcone») testimonia sempli­cemente quale fu il sito del castello dei de Sarmatorio.
Comunità, origine, funzionamento
Nel 1236 una parte degli uomini di Cervere, dipendenti dai de Sarmatorio, si trasferiscono nella villanova di Fossano. Una emigrazione di massa degli abitanti avviene invece nel 1243 verso la villanova di Cherasco, ma Cervere non si spopola completamente, perché le terre continuano ad essere coltivate e il castello viene occupato da Asti nel 1273. Solo nel 1397 la comunità si distingue da quella di Cherasco, cui era stata accorpata. Dal 1499 è attestato il funzionamento del comune di Cervere.
Statuti
Confermati nel 1492 da Bianca di Savoia [A.C.C., cart. A, n. 7], sono a tutt’oggi irreperibili. I bandi campestri furono confermati il 18 luglio 1732 dal marchese San  Martino di Aglié, conte di Cervere [A.S.T.,  Corte, Paesi per A e B, Cervere, Mazzo 47, n. 26]; bandi campestri del 1738 [A.C.C., Mazzo  6].
Catasti
Catasto francese del 1765, conservato parte in Archivio di Stato a Torino (AST, Camera dei conti), e parte in Archivio comunale a Cervere (1764-65), insieme con i catasti del 1631, 1652, 1896. Catastazione attuale: vedi mappa.
Ordinati
Dal 1502 in poi (una sessantina di volumi in AC Cervere).
Dipendenze nel Medioevo
Nel secolo X dipende dal vescovo di Asti e poi dai de Sarmatorio, che nel sec. XI dividono i diritti a Cer­vere con il priorato di S. Teofredo. In età postcarolingia Cervere fa parte del comitato di Bredulo e in età comunale è contesa dai comuni di Alba e di Asti, che tentano di aggregarla ai ri­spettivi distretti. Verso la metà del Duecento i comuni delle villenove di Fossano e di Cherasco cercano di indurne gli abitan­ti a trasferirsi nei nuovi insediamenti per poter aggregare a sé le terre comuni (e, in prospettiva, il territorio) della «villa Cervariae».
Feudo
Infeudato dagli Angiò a Corradino de Braida alla metà del Trecento, nel secolo successivo il possesso del castello e della giurisdizione di Cervere fu suddiviso per quote fra diversi signori laici, mentre una parte cospicua del patrimonio fondiario del territorio era detenuta dal monastero di S. Pietro di Savigliano, che alla fine del Quattrocento era in lite con il comune locale. Nel 1390-93 è ben documentata la presenza dei Romagnano fra i possessori di quote del castello, giurisdizione e beni feudali. Nel 1440 la località è soggetta ai Savoia e nel 1441-1448 fra i consignori di Cervere spiccano gli Altessano. All’inizio del Cinquecento possedevano terre a Cervere i signori di Aglié, i Buronzo e i marchesi di Romagnano (questi ultimi nel 1531 possedevano la grangia di Rocca Isabella, a sud del villaggio), mentre i Costaforte possedevano diritti feudali nel castello: nel 1562 i Costaforte cedettero la loro quota di diritti al capitano Pietro Pelazza, al quale Emanuele Filiberto condonò il pagamento di metà del laudemio per entrare in possesso del feudo. Nel 1580 Carlo Emanuele I investì di parte del feudo di Cervere i fratelli Giovanni e Bernardo Bosco e lo stesso duca nel 1625 investì Enrico Ruffino, prefetto di Savigliano, della ventesima parte della giurisdizione e del castello. Tra il 1562 e il 1698 furono anche investiti di quote di beni feudali (fino ad un quarantesimo della giurisdizione) i Beggiamo, i Tapparelli, gli Altessano, i Bava, i Balbo, gli Aroni (alias Gascon), i Mulassano, i Bosco, i Roero, i Muratore, i Della Chiesa, i Gaffurro, i Pelazza di Fossano, i Baratto, i de Boschi, i Solaro, i Barbero, i Grassi e gli Operti. Il 27 luglio 1715 il vassallo Giuseppe Maria Ottavio di S. Martino d’Aglié consegnò ai Savoia «la sua porzione del sito e ricetto del castello vecchio; il palazzo con corte civile e rustica con giardino attiguo […]; cassina detta del palazzo, continente stanze, aijra, stalle, trabiali e casi da terra, beni annessi alla detta cassina», più altri edifici e beni feudali ed enfiteutici.
Mutamenti di distrettuazione
Alcuni atti cinquecenteschi relativi a Cervere sono conservati nel fondo archivistico pertinente alla Provincia di Saluzzo (AST, Corte, Provincia di Saluzzo, m. 4) probabilmente solo per ciò che riguarda la documentazione dei diritti di vassalli con feudi principalmente ubicati in questa circoscrizione provinciale. È invece dubbia l’appartenenza nel Cinquecento alla provincia di Saluzzo. Nel Settecento Cervere fa parte della provincia di Fossano (AST, Corte, Provincia di Fossano, m. 3; AST, Camera dei Conti, Seconda archiviazione, II, registro 40, Provincia di Fossano, f. 10 [27 luglio 1715]).
     In anni recenti ha aderto alla Unone del Fossanese.
Mutamenti Territoriali
Dopo la separazione dal territorio di Cherasco alla fine del Trecento, nel corso del secolo XV si va consolidando l’attuale assetto territoriale del comune.
Comunanze
Oltre ai boschi al confine con Fossano, attestati nel 1280, la comunità possedeva terre comuni al confine con Cherasco (liti post 1499) e teneva per feudo dai Sa­voia (dal Cinquecento in poi) terre, pascoli, boschi e gerbidi. Negli anni 1619, 1624, 1636, 1646, 1715, 1757 la comunità fa consegnamento ai Savoia di beni terrieri, mulini, il forno e la gabella del vino (AST, Camera dei Conti, Atti per feudi, vol. 646; Consegnamenti, vol. 417). Nella consegna dei «gerbidi e rippe» del 29 luglio 1715, i beni comuni tenuti in feudo dalla comunità sono localizzati nelle seguenti regioni: Grinzano, Montarossa, Tetti Pagliari, Castellero, Giayra, Isola del Picco, La Bassa, Naiatore, sotto la bealera del Mulino (Stura), Montà Nuova, Bosco Bione, Perotta, Combe Morte, Combalasso (AST, Camera dei Conti, art. 737, Consegnamenti, n. 322, f. 14). Sono, queste ultime, per lo più le stesse località in cui sono ubicati molti fra i beni comu­ni ancora attestati all’inizio del Novecento: tra quelli prima non documentati appaiono, in particolare, i beni di Roccasabella (Commissariato per l’abolizione degli usi civici).
A partire dai primi decenni dell’Ottocento il comune cede pro­gressivamente a privati le terre di uso comune. Ad esempio, alie­na una pezza di gerbido al conte Ruffino di Gattiera nel 1820 per estinguere un debito e nel 1838 cede altri beni, per affitto e per vendita (AST, Corte, Paesi per A e B, Cervere, m. 47, nn 31, 40-41).
Liti Territoriali
Dal 1463 al 1897 [28 voll. in A.C.C.]. Nel 1499 e 1504 con il comune di Cherasco e il monastero di San  Pietro di Savigliano [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Cervere, Mazzo 47, nn. 15 e 18; vd. anche scheda Savigliano]. 
     Nel 1572-77 e nel 1670 nuove liti per acque e mulini con Cherasco [A.S.T., Camera dei Conti, Articolo 500, Mazzo C-L/1; vd. anche scheda Cherasco].
     Nel 1582 vertenza fra signori e comunità «per l’uso dell’acqua della bealera ducale discorrente da Fossano a Cervere»: il Naviglio del Duca); nel 1613 per la derivazione dell’acqua dalla Stura [A.S.T., Camera dei Conti, Atti per feudi, C, Mazzo 49]. Vedi mappa 1Vedi mappa 2.
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Cervere).
A.C.C., cart. A, n. 7; m. 6.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Camera dei Conti, Articolo 500, Mazzo C-L/1.
A.S.T., Camera dei Conti, art. 737, A.S.T.,Consegnamenti, n. 322, f. 14; Camera dei Conti, Atti per feudi, C, mazzo 49; vol. 646; Consegnamenti, vol. 417; Camera dei Conti, Seconda archiviazione, II, registro 40, Provincia di Fossano, f. 10 [27 luglio 1715].
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 5 Nero, Mazzo 1, v. immagine 2 ("CARTA / DEL / BURGOGNO"). Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). Sul verso: "Piemonte". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 1 nero. (Data: [1772]) [Autore incisioni:(Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Cervere, Mazzo  47, nn 31, 40-41; Mazzo 51.
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 664, mazzo 12, Cherasco,  Disegno per le acque delli fini di Cherasco, Cervere e Bra. Territorio compreso tra Cherasco e Cervere. s.d.   Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite , Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Stura 10 A (II) Rosso, Mazzo 1, Corso delle bialere di S.M. da Fossano a Bra. Descrizione: Carta dimostrativa del corso del fiume Stura da Cuneo sino al suo sbocco nel Tanaro e del corso della Macra dalli Lagnaschi sino al suo sbocco nel Po coi Paesi compresi tra questi due fiumi. Fol. 1 Mss. senza data e senza sottoscrizione. (Note: Sul verso: "Corso dimostrativo delle bialere di S.M. da / Fossano a Brà" e "N° 10 Bialere da Fossano a Bra"), s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi Articolo 663, mazzo 94,  Santa Vittoria, bealera Pianta del Canale denominato la Pertusata, con suoi accidenti... sul Territorio di Fossano,dove è derivato dal Fiume Stura...Cervere, Cherasco e Bra.. Foglio 3 e Foglio 4 (Data: 06/11/1828) [Autore disegno originale: Cometi Domenico]. Vedi mappa, Foglio 3. Vedi mappa, Foglio 4.
A.S.T.,Corte, Provincia di Fossano, Mazzo 3.
A.S.T.,  Corte, Provincia di Saluzzo, Mazzo  4.
A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Cervere, Mazzo  47, nn. 15, 18 e 26.
Bibliografia
Adriani G.B., Degli antichi signori di Sarmatorio, Manzano e Monfalcone, indi degli Operti fossanesi. Memorie storico-genealogiche corredate di molti documenti inediti, Torino 1853.
Appendice documentaria al Rigestum Comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS 22).
Bacino D., II territorio della villanova di Cherasco (secoli XIII e XIV), in Cherasco. Origine e sviluppo di una villanova, a cura di F. Panero, Cuneo 1994, pp. 142 sgg.
Cartulaire de 1’abbaye de St.-Chaffre du Monastier, ordre de St.-Benoit, a cura di U. Chevalier, Paris 1884.
Casiraghi G., II problema della diocesi di Torino nel Medioe­vo, in «BSBS», 75 (1977), pp. 433 sgg.
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, Roma 1880.
Filippi F., Micheletto E., II territorio fra Tanaro e Stura: contributo alla carta archeologica, in Fossano 1236-1986, Fossano 1987 (Quaderni della casa di Studio Fondazione Federico Sacco, 10), pp. 5-37.
Il Libro Verde del comune di Fossano ed altri documenti fossanesi (984-1314), a cura di G. Salsotto, Pinerolo 1909 (BSSS 38).
II Libro Verde della Chiesa d’Asti, a cura di G. Assandria, Pinerolo 1907 (BSSS 25-26).
Manno Antonio, Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, vol. IV, Torino,  Fratelli Bocca librai di S.M., 1892, pp. 241-242. Vedi testo.
MGH, Diplomata regum et imperatorum Germaniae, V, a cura di H. Brescian, P. Kehr, Berlino 1957.
Savio F., II monastero di S. Teofredo di Cervere ed il culto di S. Teofredo in Piemonte, Torino 1896 (Miscellanea di Storia Italiana, 34), pp. 63 sgg.
Turletti C., Storia di Savigliano, Savigliano 1879.
Vassallo N., Dal Naviglio del Duca ai consorzi irrigui, Cata­logo della mostra documentaria, Bra 1989.
Descrizione Comune
Cervere
    Nel 1028 uno dei due fratelli di Robaldo del fu Alineo, Abellonio (l’altro fratello era Aicardo: cfr. la scheda dedicata a Salmour), donò i suoi beni di Cervere – un terzo del patrimonio che la famiglia possedeva livello patrimoniale si inserì così fra i signori locali (Turletti 1879, pp. 10 sgg., doc. 4). La famiglia del donatore, del quale vi sono esplicite attestazioni all’inizio del sec. XII) a Cervere, che costituiva il punto di riferimento per un territorio in cui almeno tre enti ecclesiastici (c’era infatti nel 1041 pure il vescovo di Asti), anche se non tutti s’imponevano apertamente come concorrenti della nostra famiglia nella gestione del potere giurisdizionale, rappresentavano tuttavia altrettanti poli signorili con i quali si trattava di convivere.
     Con il più potente di questi centri ecclesiastici – il vescovo astese – i altre località fra Tanaro e Stura, ottenendo terre a livello e in feudo. A Cervere, insieme con i consignori di Manzano, i riottenendoli come feudo oblato: ciò consentì ai signori laici – previo giuramento di fedeltà e omaggio e con l’impegno a pagare al presule astese il fodro regale se l’imperatore non l’avesse richiesto – di consolidare il proprio potere ottenendo il “monopolio” della giurisdizione locale, senza interferenze del vescovo per il futuro. Il 1192 può dunque ritenersi una tappa importante nel processo di consolidamento del territorio che faceva capo al castello di Cervere ( Germaniae pp. 35 sgg., doc. 136 [27 maggio 1192]). I con Alba per la “conquista del contado”, ma dopo che i loro Manzano aderirono nel 1202 al comune albese, si incrinarono i buoni rapporti con gli Astigiani. Il comune di Asti il 10 giugno 1202 per rappresaglia contro i consignori di in loco – al monastero di S. Pietro di Savigliano, che ade Sarmatorio, possedeva una torre (e forse un castello, perde Sarmatorio avevano trovato un accordo, riguardo adde Sarmatorio nel 1192 donarono il castello e la villa al vescovo,Diplomata regum et imperatorum, pp. 93 sg., doc. 70 [26 gennaio 1041]; II Libro Verde della Chiesa d’Asti, vol. II,de Sarmatorio furono per lo più alleati con il comune di Asti nella lotta intercittadinapartners del consortile di Manzano, di Sarmatorio e di Monfalcone prese possesso dei castelli di Fontane (Roreto di Cherasco), Cervere, Marene e Savigliano, avviando un processo di destabilizzazione territoriale che sarebbe durato per circa quarant’anni, fino alla fondazione di Cherasco (cfr. la scheda dedicata a Cherasco).
    Nel 1224 i domini e nel 1236 acconsentirono che una parte dei loro uomini emigrassero nella villanova di Fossano. Nel 1240, Grafio Pallio – che vantava diritti signorili anche nel territorio di Salmour – cedette al giovane comune di Fossano ogni sua ragione su Cervere ( Astensis 1224]; agosto 1240]; pp. 143 sgg., doc. 110 [12 marzo 1280]; doc. 136 del 1309). Intanto alcune famiglie di rustici residenti a Cervere si trasferivano a Fossano, creando il presupposto per un’aggregazione territoriale alla villanova se le migrazioni fossero state cospicue. Se ciò non avvenne fu perché la comunità rurale non aveva ancora raggiunto una sufficiente capacità di organizzarsi a comune, e quindi l’iniziativa migratoria fu soltanto di singole famiglie e non della comunità nel suo complesso.
     Una vera e propria emigrazione di massa degli abitanti di Cervere (almeno temporanea) avvenne invece in occasione della fondazione della villanova di Cherasco. Fondata dal comune di Alba nel 1243, Cherasco aggregò al territorio di di altri villaggi circostanti i cui abitanti erano immigrati nella villanova. In realtà ciò fu possibile perché il comune albese, subito dopo la fondazione di Cherasco, aveva acquistato dai consignori di Manzano e Sarmatorio i diritti giurisdizionali sulle Anche il castello e la ( Durante la prima dominazione angioina, mentre Alba e Cherasco passavano agli Angiò, Asti occupò la castellania di Cervere e il castello fu devastato dall’esercito astigiano intorno al 1273. Con la fine della prima dominazione angioina, allorché Cherasco ottenne l’indipendenza da Alba, Asti riconobbe al nuovo comune “paraurbano” – alleato nel 1277 con le due città – il possesso di Fontane e Cervere, che da quel momento entrarono a far parte del distretto comunale cheraschese.
   Va notato tuttavia che nel 1280 Pietro Operti, della famiglia de Sarmatorio, ritornando ad allearsi con Asti poterono recuperare i vecchiCodex, vol. III, pp. 682 sg., doc. 662 [10 giugno 1202]; pp. 748 sgg., doc. 708 [16 giugnoII Libro Verde del comune di Fossano, p. 91, doc. 82 del 984; p. 108, doc. 89 [31Carrascum (Cherascotto) quelloville del circondario.villa di Cervere il 13 dicembre 1243 furono ceduti al comune cittadinoAppendice documentaria al Rigestum Comunis Albe, p. 126, doc. 157 [13 dicembre 1243]). de Sarmatorio autorizzava i Fossanesi a raccogliere legna secca nei boschi di Cervere, che costituivano probabilmente le terre di uso comune per tutti i residenti del luogo. Nel 1309 lo stesso Pietro Operti prestò giuramento di fedeltà a Carlo II d’Angiò per il castello di Cervere. All’inizio del Trecento anche la famiglia Piloso di S. Vittoria (appartenente al consortile dei signori di Manzano) possedeva terre e diritti signorili a Cervere (AST, Corte, Paesi per A e B, Cervere, m. 47).
      Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento è dunque ancora molto fluida 1’appartenenza di Cervere alla giurisdizione territoriale di Cherasco. Cherasco ricostruì all’inizio del secolo XIV il castello di Cervere e nel 1347 alcuni documenti inediti conservati nell’archivio Adriani di Cherasco tornano a parlare della castellania di Cervere: ciò dimostra che il territorio di castello aveva conservato la propria fisionomia seppure all’interno del distretto cheraschese (Adriani 1853). Un primo distacco del territorio di Cervere da Cherasco avvenne con il ritorno degli Angiò: nel 1356 Giovanna di Napoli investì per feudo Corradino de Braida del castello di Cervere; quest’ultimo però lo cedette nuovamente al comune di Cherasco nel 1366.
      Alla fine del secolo XIV, sotto il dominio visconteo, il castellano di Cervere era in contrasto con il comune di Cherasco per la giurisdizione del luogo. Prima del 1383 il castello di Cervere è ceduto dal castellano Riccardo Porro di Pavia al siniscalco angioino. Nel 1397 la , stipulava patti con il comune di Fossano: in qualità di signore di Cerverecommunitas di Cervere appare in un atto ben distinta da Cherasco: la crescita della comunità aveva cosi portato, sotto il dominio visconteo, alla separazione definitiva dal comune cheraschese (Bacino 1994). La separazione da Cherasco avvenne al confine con il territorio di Fontane, seguendo una linea che grosso modo congiungeva le attuali borgate cheraschesi Bricco e Cappellazzo con il castello di Montemaggiore, ai confini con Marene (cfr. la scheda dedicata a Cherasco), mentre la linea di confine con Fossano era segnata dal vecchio territorio di Ricrosio, annesso a Fossano. Il funzionamento del comune rurale è attestato solo a partire dalla fine del Quattrocento, quando la comunità contende a Cherasco e al monastero di S. Pietro di Savigliano il possesso di cinquanta giornate di pascolo (AST, Corte, Paesi per A e B, Cervere, m. 47, n. 15 [ post 1499]). Nel 1504, poiché Cherasco aveva aperto una bealera sulla Stura in prossimità del territorio di Cervere, fu riconosciuto a quest’ultimo comune il diritto di costruivi un mulino: in quell’occasione si fissarono anche i confini tra Cherasco e Cervere (AST, Corte, Paesi per A e B, Cervere, m. 51, n. 7).
     È questo il momento in cui appare consolidato il territorio del comune. Nonostante le infeudazioni del castello e di beni a numerosi signori sino al secolo XVIII non sembra si pervenga, successivamente a questa data, a frazionamenti del territorio, come del resto documentano anche gli atti ottocenteschi relativi alle prime privatizzazioni di beni comunali.