Margarita

AutoriComino, Giancarlo
Anno Compilazione1996
Provincia
Cuneo
Area storica
Monregalese.
Abitanti
1225 (ISTAT 1991).
Estensione
1154 ha (ISTAT 1991).
Confini
A nord e a est Morozzo, a sud Beinette e Chiusa Pesio, a ovest Pianfei e Mondovì.
Frazioni
Il comune di Margarita non ha nessuna frazione.Vedi mappa.
Toponimo storico
«Sancta Margareta» nell'atto di vendita del prete Gisulfo ai coniugi Anselmo e Rotelda del 23 marzo 1018 (Morozzo della Rocca 1894-1907, III, p. 285); come «Sancta Margarita» in una serie di atti del monastero cistercense di S. Maria di Pogliola a partire dal 1195 (AST, Corte). Il toponimo viene spiegato con l'esistenza di un edificio religioso dedicato alla santa, sicuramente attestato tuttavia solo dal 1255 (Cartario della Certosa di Casotto, doc. 395, p. 244). Il testamento del secondo signore feudale del villaggio, Giorgio Daziano, del 10 settembre 1427 già distingue l'intitolazione della chiesa dal nome del paese, che sarà in seguito sempre denominato Margarita (AC Margarita, Cat. V, Patrimonio comunale, vol. I).
Diocesi
Margarita fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando rientra nel territorio assegnato alla nuova diocesi di Mondovì.
Pieve
«Plebs [prepositura] Morotii». Il Registrum ecclesiarum dioecesis Astensis del 1345 ricorda la chiesa di S. Margherita subito dopo quelle di Morozzo e di Rocca de' Baldi (Conterno 1988, p. 27). Essa sorgeva all'interno del ricetto, dove questo si restringeva quasi a formare il vertice di un triangolo acuto (Lovera di Castiglione 1955, pp. 35-37).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchia di S. Margherita, fondata nel 1640. La nuova chiesa parrocchiale fu costruita negli anni 1725-1748 su progetto dell'architetto Francesco Gallo. Sono inoltre presenti nel territorio di Margarita: l'oratorio della confraternita dei Disciplinati di S. Antonio abate, già "collettoria" degli Antoniani di Vienne, dipendente dalla commenda di Fossano, la cappella di S. Bernardo; la cappella dei SS. Rocco e Sebastiano; la cappella di S. Anna e di S. Magno (Lovera di Castiglione 1955, pp. 170 sgg.).
Assetto Insediativo
Luoghi Scomparsi
Non si hanno attestazioni.
Comunità, origine, funzionamento
Le testimonianze sull'esistenza di una comunità organizzata a livello politico sono abbastanza precoci e datano almeno dalla metà del XIII secolo: l'atto sopra ricordato del 1255, infatti, concerne una vendita fatta ai Certosini di Casotto dal sindaco Anselmo Fontana. Tuttavia per una più chiara visibilità nelle fonti occorre attendere il 1326, quando la controversia per il bosco della Retormia, di uso comune, oppone la «universitas Sancte Margarite», rappresentata dal suo sindaco Belengerio Bernello, e quella di Morozzo (AC Margarita, Cat. V [documento del 29 aprile 1326 in copia del 1429]).
Statuti
Non noti. Lovera di Castiglione ricorda nel suo libro i bandi campestri del 1683, ricavati probabilmente dal suo archivio privato, già dei Solaro della Margarita (Lovera di Castiglione 1955, pp. 216-219).
Catasti
L'archivio comunale conserva due volumi del catasto cinquecentesco (rispettivamente 1559 e 1588); cinque volumi di quello del Seicento (1642, 1656). La misura generale data al 1762 e presenta un volume figurato più altri descrittivi; seguono quello napoleonico e dell'Otto-Novecento. È presente anche il Libro dei trasporti dal 1851.
Ordinati
L'archivio comunale ha subito gravi depauperamenti, che hanno colpito soprattutto gli ordinati: rimane di antico un solo volume (1799-1802); la serie inizia nel 1925.
Dipendenze nel Medioevo
Comitato di Bredulo. Il territorio che già alla fine del XII secolo viene ascritto alla villa di Santa Margherita appare controllato da alcuni membri del consortile dei Morozzo, che nel corso del Duecento effettuano una cospicua serie di vendite alle monache di Pogliola, tra le quali entra la «domina» Milimanda, figlia di Guglielmo «de Veteri Castello» di Morozzo. Tra i diritti acquisiti da Pogliola vi è anche quello di decima, che il vescovo di Asti conferma, unitamente ai possessi di terre, nel 1272, quando, per gestire tutto il patrimonio, è già esistente una grangia (AST, Corte, Monache di S. Maria di Pogliola, m. 1; Lotto A e Lotto B; Guglielmotti 1990).
Feudo
Margarita, dopo la distruzione del castello di Morozzo ricordata con enfasi dai testimoni del processo del 1326, è compresa nel distretto della città di Mondovì, che può così contenere l'espansione nella zona del comune di Cuneo, che tenta inutilmente di annettere al proprio distretto sia Margarita sia Morozzo. Il consolidarsi del potere sabaudo viene segnato dalle infeudazioni a Montrosio di Gorzano (1411), Giorgio Daziano (1419), e Francesco de Thomatis (1440). Quest'ultimo tuttavia, stretto da vicino dalla città di Mondovì, che intende controllare tutta la zona gravitante su Morozzo, viene obbligato a cedere nel 1445 il suo feudo al duca di Savoia, che ne dispone, dietro rimborso della somma pagata, il ritorno sotto la giurisdizione monregalese (Lovera di Castiglione 1955, pp. 50-51). Il 7 ottobre 1619 viene nuovamente infeudata, questa volta al conte di Mombasiglio Oddino Sandri Trotti, la cui figlia ed erede vende Margarita il 17 maggio 1647 ad Antonio Solaro, che ne ottiene l'investitura col titolo di conte. La famiglia ne rimane in possesso fino al 1912, quando muore il settimo e ultimo conte della Margarita, Carlo Alberto (Lovera di Castiglione 1955, pp. 52, 253-255).
Mutamenti di distrettuazioneSe il già citato documento del 1326 prova che il distretto di Cuneo si era spinto fino ad inglobare Morozzo, tuttavia la testimonianza della divisione del bosco della Retormia tra lo stesso comune e quello del Monteregale sembra indicare che quest'ultimo non intendeva affatto rinunciare a quelli che riteneva i suoi diritti sulla zona. A fine secolo, infatti, Margarita fa parte del distretto monregalese, e Cuneo, nonostante l'accordo col conte di Savoia nel 1382, non riesce a riavere le villae che erano state sue durante la dominazione angioina. Dopo la parentesi delle infeudazioni, l'appartenenza al distretto di Mondovì non è più in discussione dal 1446 al 1619 (Lovera di Castiglione 1955, pp. 47-50).
Mutamenti Territoriali
Non ne sono segnalati fino al 1855, quando i beni del Pra Forchetto, fino ad allora in comune con Morozzo, vengono divisi in senso longitudinale sulla direzione da levante a ponente, in modo tale che Morozzo abbia la sua parte a nord e Margarita un maggiore quantitativo (circa 40 giornate in più).
Comunanze
Esse si possono dividere in tre tipi: i boschi (la Retormia), i gerbidi (Pra Forchetto), le acque, convogliate a formare numerose bealere; quella che interessa più direttamente il territorio margaritese è la Ceresana, sfruttata nel Seicento per impiantarvi delle risaie, progetto poi abbandonato. Scomparso il bosco della Retormia per i numerosi interventi di abbattimento, tanto che nel Seicento se ne era già persa memoria, il Pra Forchetto viene usato in comune da Margarita e Morozzo e difeso contro le pretese di Mondovì. Dopo la divisione di metà Ottocento, viene sottoposto a lavori di bonifica, lottizzato e dato in affitto; anche le sue acque vengono divise e regolamentate (AC Margarita, Cat. V, Patrimonio comunale, vol. II [da ordinare]).
Liti Territoriali
La principale vertenza riguarda poco meno di cinquanta giornate che nella misurazione del 1711 erano state lasciate «framischiate» con Morozzo: nel 1762 l'intendente di Mondovì le assegna in parte a quest'ultima comunità e parte  a Margarita, ma la questione si trascina fino a metà Ottocento, legata a quella di Pra Forchetto.
     Sempre in occasione della misurazione generale vengono definiti i confini con Beinette, ma i termini vengono piantati solo nel 1786, pare di capire secondo la transazione del 3 dicembre 1505 [A.C.M., cat. V, vol. II; vd. anche schede Beinette e Morozzo].
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Chusa di Pesio).
A.C.C., Ordinati, voll. 94 e 96
A.C.M. (Archivio Storico del Comune di Margarita)
A.C.M., Cat. V, Patrimonio comunale, vol. I e vol II [da ordinare].
A.C.MO. (Archivio Storico del Comune di Mondovì).
A.C.MO., cat. I, classe I, Aggregazione e distacco di frazioni 1950-55, fasc. 5
A.S.T.  (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Corte, Monache di S. Maria di Pogliola, m. 1; Lotto A e Lotto B.
C.U.C. (Commissariato per la liquidazione degli Usi Civic, Torinoi)
C.U.C., Provincia di Cuneo, cart. 118.
Bibliografia
Cartario della Certosa di Casotto 1172-1326, a cura di G. Barelli, Torino 1957 (BSS 179). Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, X, Torino 1842, pp. 162-169.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì: le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario 1388-1988, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Guglielmotti P., I signori di Morozzo nei secoli X-XIV: un percorso politico del Piemonte meridionale, Torino 1990 (BSS 206).
Lovera di Castiglione C., Vicende del comune di Margarita dal secolo XIIad oggi, Borgo San Dalmazzo 1955.
Maero F.P., Salvaguardia delle identità locali e razionalizzazione amministrativa in provincia di Cuneo, in ««BSSSAACn.», 116 (1997), pp. 89-128. Michelotti A., Storia di Mondovì, Mondovì 1921.
Morozzo della Rocca E., Le storie dell'antica Città del Monteregale ora Mondovì in
Piemonte, I-III, Mondovì 1894-1907.
Nallino P., Il corso del fiume Pesio, Mondovì 1788.
 
Descrizione Comune
Margarita
          Unica, tra i luoghi ricordati insieme a Morozzo nella vendita del 1018, a non essere scomparsa, Santa Margherita mantiene una propria visibilità nelle fonti grazie alla presenza patrimoniale dei signori di Morozzo e all'espansione nella zona del monastero di Pogliola. Incastellata nel 1197, già due anni prima è definita «villa»: consistenti beni e relativi diritti di decima passano dai discendenti di Guglielmo «de Veteri Castello» al monastero cistercense spesso tramite i privati che li hanno in gestione. Non appare trascurabile la presenza del priorato benedettino di S. Biagio, se al momento della vendita di Guglielmo del fu Andrea di Santa Margherita, Pogliola deve ottenere l'approvazione del priore di S. Biagio, che la concede in cambio di un censo annuo (una pisside colma di ostie). Nei primi anni del Duecento un atto viene stipulato «in loco ubi dicitur Santa Margarita» (AST, Corte, Monache di S. Maria di Pogliola, Lotto A, perg. del 7 agosto 1207), ma è di pochi anni dopo la prima testimonianza accertata dell'esistenza di un suo territorio e di pertinenze, nel 1272 assimilate al distretto di Morozzo (AST, Corte, Monache di S. Maria di Pogliola, Lotto B, 15 febbraio 1272).
Indubbiamente il moltiplicarsi della presenza cistercense nella zona, la messa a coltura e lo sfruttamento coordinato delle terre, e la necessità di delimitare il diritto di decimazione hanno il loro peso nel costituirsi così precoce di un territorio. La grangia di Pogliola diventa un punto di riferimento per tutta la comunità e per coloro che gravitano sul monastero a vario titolo: si può dire che coll'inizio del Trecento essa ha assunto una forza tale da attirare l'attenzione del monastero di Fruttuaria, al quale viene concessa in affitto la grangia fin dal 1321 (Guglielmotti 1990, p. 276). Nel frattempo le villenove di Cuneo e Mondovì, favorite dal declino della famiglia dei Morozzo, spingono per insediarsi nella zona ed attrarla nel loro distretto; già nel novembre 1308 a Margarita si usa la misura di Cuneo (AST, Monache di S. Maria Pogliola, m. 1); il bosco della Retormia, di uso comune con gli uomini di Morozzo, viene diviso tra Cuneo e Mondovì, e nelle accuse mosse dai campari di Morozzo nel 1326 agli abitanti di Margarita non è difficile vedere l'interesse monregalese, che tende a rafforzarsi dopo la caduta della dominazione angioina e la dedizione ai Savoia.
Le infeudazioni sembrano compromettere gravemente la sua egemonia su Margarita, ma dopo estenuanti trattative con Francesco de Thomatis, Mondovì rientra in possesso del villaggio e si dispone immediatamente a regolare i suoi rapporti con la comunità sulla base di un'ampia esenzione dalle gabelle di transito per merci e derrate dirette a Carrù, Peveragno, Chiusa e Beinette (transazioni del 1445 e 1598). L'intervento del vescovo di Mondovì fa sì che nel 1459 vengano definiti i limiti del territorio comunale, nella sostanza quelli già stabiliti con il feudatario Daziano, delimitato a nord dal fosso di Montanera, dalla Ceresana e dal rivo Beinette fino alla strada vecchia per S. Maria Rocca-Chiusa, dall'altro lato dal gerbido di Praforchetto fino al «Pautasso», zona paludosa verso Morozzo e il torrente Brobbio (Lovera di Castiglione 1955, pp. 54-55).
L'accordo stipulato con Cuneo il 16 agosto 1507 mostra un territorio di Margarita ormai ben consolidato e saldamente nelle mani di Mondovì, come del resto quello di Morozzo, mentre Castelletto e Montanera gravitano ormai su Cuneo (AC Margarita, cat. V, vol. I). Non trascurabile è la presenza, nel territorio della comunità, di beni posseduti da alcuni particolari della vicina Peveragno, che nel corso del XV secolo allargano l'area pascolativa nelle zone di Riforano, Ceresana, Praforchetto e Trucchi, inserendosi dunque tra i limiti di Mondovì, Cuneo e Beinette. L'accordo raggiunto il 23 settembre 1493 permette alla città di consolidare la sua presenza contro una possibile intromissione della rivale Cuneo: di contro alla rinuncia ad una consistente parte di beni comuni (il documento parla di 800 giornate), Mondovì ne ottiene l'esatta misurazione, che dovrà essere effettuata da due agrimensori eletti dalle parti, il pagamento di una somma forfettaria (550 fiorini), più un canone annuo di 70 fiorini, e la registrazione dei beni a Mondovì, rinnovabile di nove anni in nove anni. Il periodo di pascolo è stabilito dal 15 settembre al 15 aprile; i confini sono fissati dalla Ceresana, dalla via che proviene da Beinette e si dirige verso Tetti Pesio, dalla bealera di Bene e dalla via che congiunge il tetto dei Corderi con la Ceresana stessa (AC Margarita, cat. V, vol. I).
Come Beinette, il villaggio di Margarita si presenta fortemente accentrato intorno al castello e alla chiesa, chiuso da un ricetto; la zona paludosa del Praforchetto con le relative comunanze godute con Morozzo ne contiene le spinte verso l'esterno.
Scarse sono anche le cappelle sul territorio, nessuna delle cascine ha uno sviluppo tale da favorire la formazione di una frazione o di un gruppo di case; neanche la grangia di Pogliola raggiunge questo scopo. Questo è il risultato di un'economia complessivamente più povera rispetto a quella della vicina Beinette; le acque che si originano o transitano sul suo territorio vengono in prevalenza godute da altre comunità, e le liti riguardano essenzialmente problemi di pascolo.
Dopo una lite con Morozzo per la regolamentazione dei relativi diritti di pascolo nel Praforchetto durata oltre quattro secoli, quest'ultimo viene delimitato nel 1855 nei termini che si è detto, per poterlo bonificare e lottizzare. Questo, agli occhi della popolazione di Margarita, sembra avvallarne la patrimonialità, tanto che di fronte alle pressanti richieste di fornire chiarimenti nel 1926, il sindaco e poi il podestà rispondono che il loro comune non ha usi civici, essendo il tenimento del Praforchetto stato acquistato regolarmente. Cosa che si rivelerà impossibile da sostenere; nonostante i podestà di Morozzo e Margarita si siano opposti all'applicazione della Legge 16 giugno 1927 n. 1766, la sentenza del 21 dicembre 1938 riconosce che
le terre comunali di Margarita attualmente trasformate da pascolo, gerbidi e boschi in prati e seminativi con vantaggio notevole dell'economia rurale e della produzione nazionale, conservarono anche dopo tale trasformazione la loro antica destinazione [...] e la nuova destinazione che esse hanno così conseguito non può avere rispetto ad esse determinato l'estinzione degli originari diritti dei comunisti ed il loro passaggio in proprietà del Comune.
Con provvedimento della G.R. del 19 giugno 1990 il comune di Margarita è stato autorizzato ad alienare poco più di 30 giornate di uso civico per destinare la somma ricavata al completamento della casa protetta per anziani (tutta l'ampia documentazione concernente gli anni 1925-1938 è reperibile in presso il Commissariato per la liquidazione degli usi civici [CLUC, Provincia di Torino, cart. 118]).
Il progetto di accorpamento, in epoca fascista, del comune con quello di Morozzo fallisce per la decisa opposizione della comunità (Maero 1997, p. 107).
Nel 1952 viene presentata istanza al Presidente della Repubblica per ottenere il distacco di alcuni cascinali (Fontanotto, Baronotto, Barone, Cabanone) dal comune di Mondovì per aggregarli a Margarita, da cui distano da 750 a 1.400 metri: anche questo tentativo di modifica del territorio non ha esito (AC Mondovì, cat. I, classe I, Aggregazione e distacco di frazioni 1950-55, fasc. 5).