Sinio

AutoriOlivieri, Antonio
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo.
Area storica
Alta Langa.
Abitanti
483 (ISTAT 1991).
Estensione
8,46 kmq (ISTAT 1991).
Confini
A nord Montelupo Albese, a nord-est Rodello, a est Albaretto della Torre, a sud-est Cerretto Langhe, a sud Roddino, a ovest Serralunga d'Alba.
Frazioni
Nessuna «località abitata» diversa dal capoluogo secondo il censimento del 1991 (ISTAT 1991).
Toponimo storico
Attestato nelle forme «Sine» (991), «Sinio» (1187), «Sinio» (1197), «Sinnio» (1267), ecc.
Diocesi
Alba (dal medioevo senza interruzione sino al riassetto circoscrizionale diocesano del 1817, cui fu data occasione dalla creazione della diocesi di Cuneo).
Pieve
Non individuata.
Altre Presenze Ecclesiastiche
La chiesa parrocchiale, ricostruita nell'Ottocento, è intitolata a S. Frontiniano; esisteva anche un'altra chiesa, affidata ai Disciplinati (Casalis 1850, pp. 199­-200).
Assetto Insediativo
Nessuna «località abitata» diversa dal capoluogo è indicata nei censimenti del 1981 e del 1991. Il IX censimento (1951) elencava invece le frazioni di Borine, Fontane, Gabutto, Pelissera, Sappa (nucleo diviso con il comune di Roddino), che ospitavano allora il 14,6 per cento degli abitanti (il concentrico il 25,5 per cento, le case sparse quasi il 60 per cento, come è caratteristico di molti comuni dell'Alta Langa). È significativo il fatto che, nel 1981, quando non vengono più segnalate frazioni nel territorio di Sinio, il rapporto tra abitanti del capoluogo e abitanti fuori dal capoluogo (ora le sole case sparse) sia rimasto identico a quello del 1951, pur nella diminuzione della popolazione complessiva (777 nel 1951, 422 nel 1981): 25,5 e 74,6 per cento circa nel 1951, 25,6 e 74,4 per cento nel 1981.
Luoghi Scomparsi
Non rilevati.
Comunità, origine, funzionamento
Non si hanno testimonianze medievali di una organizzazione comunitaria di Sinio. È interessante, a questo proposito, rilevare che la questione confinaria (conclusasi nel 1481-82) in cui furono coinvolti, nella seconda metà del Quattrocento, i territori di Sinio e Montelupo, fu risolta, con ogni probabilità, senza coinvolgere le due comunità. Sinio nel documento di ratifica dell'accordo intervenuto tra le parti, costituite dalle forze che controllavano politicamente i due tenitori, compare solo come luogo, e non come comunità, e i suoi abitanti non vengono mai citati. Si deve però sottolineare che questa assenza potrebbe essere stata determinata solo dal punto di vista particolare che la fonte assume, che è quello dei domini del Carretto, consignori di Sinio (AST, Corte, Monferrato feudi, m. 62). D'altra parte l'esistenza di statuti quattrocenteschi, rinvenuti all'inizio degli anni Settanta nell'archivio comunale (cfr. il lemma 'Statuti'), dimostra a sufficienza, al di là del loro contenuto, l'esistenza di una comunità dotata quantomeno di energie e organizzazione sufficiente a dotarsi di un tale strumento.
Statuti
Esistono statuti della seconda metà del sec. XV. Si credeva fossero andati distrutti o comunque perduti nel corso delle ultime vicende belliche; sono stati invece rinvenuti nell'archivio comunale di Sinio nel dicembre 1971.
Catasti
Libro dei trasporti 1800-1849 (un volume) (dati tratti da scheda del 1960 presso la Soprintendenza archivistica del Piemonte, nella quale si dice che presumibilmente gli atti anteriori all'Ottocento, tranne gli statuti del secolo XV, furono dati al macero nel 1938).
Ordinati
Delibere 1838-1914 (29 voll.) (dati tratti da scheda del 1960 presso la Soprintendenza archivistica del Piemonte, nella quale si dice che presumibilmente gli atti anteriori all'Ottocento, tranne gli statuti del secolo XV, furono dati al macero nel 1938).
Dipendenze nel Medioevo
Nel novembre 1228 un gruppo di potenti di stirpe aleramica, identificabili tutti, collettivamente, come marchesi del Vasto, stipularono un'alleanza politico-militare con il comune di Asti contro Alba e Alessandria. Tra le varie reciproche promesse il comune di Asti promise di non fare pace né tregua finché il dominus Enrico del Carretto e il dominus Grattapaglia non avessero recuperato il castello di Sinio e il castello e villaggio di Novello, e due parti del castello e villa di Monforte, e finché il marchese di Saluzzo non avesse recuperato Lequio e la parte che aveva del castello e villa di Monforte, ecc. Il dominus Enrico e Grattapaglia giureranno fedeltà al comune di Asti di ciò che avranno recuperato in Novello, Monforte e Sinio ecc. (Codex Astensis, pp. 309-316, doc. 261; Tallone 1906, p. 87, reg. 301).
La documentazione superstite non ci permette purtroppo di offrire un disegno coerente della dipendenza di Sinio nel medioevo. Qui si aggiungerà soltanto che, quando nel 1303 il comune di Alba si sottomise formalmente con il suo distretto a Carlo II d'Angiò, il re promise ai rappresentanti di Alba, tra le altre cose, di non addivenire ad alcun accordo con il marchese di Saluzzo e con Enrico del Carretto prima che fosse restituito «dominis de Cerratis castrum et villam Synei» (Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, pp. 273-282, doc. 167). Chi fossero questi ultimi e in quali rapporti fossero con Alba, che si sottometteva a Carlo II d'Angiò non si saprebbe ora dire: certo è che, quali che fossero i diritti o il controllo che Alba, sia pure in modo mediato, pretendeva di esercitare su Sinio, non sembra potesse farlo ormai che all'ombra di un potere come quello angioino.
Feudo
Nell'agosto del 1482 in un atto rogato nel castello di Novello i domini Giacomo, Antonio, Enrichetto e Giovanni del Carretto «de castro Novelli Sineique condomini» ratificano un patto di determinazione di confini (cfr. il lemma 'Mutamenti territoriali') intercorso tra il loro defunto fratello Bernardo, che agiva anche come loro rappresentante, da una parte, e il consigliere del marchese di Monferrato e un rappresentante della città di Alba dall'altro (AST, Corte, Monferrato feudi, m. 62).
Nel gennaio 1666 Maria Giovanna Battista duchessa di Savoia (moglie di Carlo Emanuele II) si interessava alla successione del Marchesato di Novello (composto da Novello, Monforte, Monchie, Sinio e Castelletto): il marchese Aleramo del Carretto, morto senza figli, nel suo testamento del settembre 1665 aveva disposto che tutti i suoi beni, feudali e non, passassero a Carlo Asinari marchese di Clavesana (allora governatore di Carmagnola) e ai suoi successori. Il patrimoniale di Carlo Emanuele II aveva preteso la devoluzione al fisco regio del marchesato di Novello (ordine della Camera dei conti [6 ottobre 1665]). Alla devoluzione si opposero anche i marchesi Giuseppe e Carlo Francesco del Carretto consorti nel detto marchesato, che pretendevano la successione per ragioni di agnazione. Maria Giovanna tuttavia condiscendeva alla supplica del marchese di Clavesana e prestava il suo consenso alla «dispositione de suddetti feudi [...] fatta dal suddetto fu marchese Aleramo del Carretto» a favore del marchese di Clavesana, senza tuttavia che questo significasse l'immediata invalidazione della devoluzione e senza che i del Carretto citati sopra perdessero i loro diritti se ne vantavano di legittimi (AST, Camera dei Conti, Patenti controllo finanze, 1665 in 66, f. 144). Documenti del genere, quando siano privi di un "contorno" documentario adeguato, hanno un interesse limitato alla segnalazione di orientamenti e tendenze, che non sappiamo valutare però quale rispondenza avessero nella realtà dei poteri locali. Comunque un documento del 1730 ci mostra che il re di Sardegna aveva preposto al feudo di Novello, che ormai doveva appartenergli in toto, un agente di sua nomina (che si occupava anche del feudo della Morra) (AST, Camera dei Conti, art. 775, lett. N-O, m. 10, n. 404).
Mutamenti di distrettuazione
Sinio nel secolo XVI doveva far parte, come sembrerebbe attestare il documento del 1482 (cfr. il lemma 'Feudo') del marchesato di Novello di cui erano condomini i del Carretto.
Mutamenti Territoriali
Non è possibile conoscere l'esito della contesa di natura confinaria fra Novello e Sinio risolta da un officiale del ducato di Monferrato, da un lato, e da un rappresentante di Alba (nel cui distretto si trovava Montelupo), e dai signori di Sinio dall'altra.
Nel 1951 fra le frazioni si Sinio è elencata anche Borine che nella prima metà dell'Ottocento era stata indicata da Casalis e da De Bartolomeis come frazione del contermine comune di Albaretto (si veda la scheda dedicata a Albaretto della Torre). In un documento relativo ad Albaretto del 1688 Borine risultava essere una regione del territorio coerente con il confine di Lequio e Rodello. Un'altra frazione risultante dal censimento del 1951, Sappa, era, aggiungeva una nota, un nucleo diviso con il comune di Roddino. Nella scheda relativa a quest'ultimo però non si offriva alcun dato relativo alla popolazione della frazione (che nella scheda Sinio risultava di 14 abitanti). Non si è in grado di precisare le trasformazioni territoriali, se in effetti ce ne furono, realmente sottese a questi punti critici della documentazione di cui disponiamo.
Comunanze
La scheda relativa a Sinio disponibile presso il Commissariato per la liquidazione degli usi civici, formata con dati raccolti dal perito istruttore incaricato dal Commissariato nella relazione del 16 novembre 1934 (il primo decreto commissariale di assegnazione dei beni comuni di Sinio a categoria è del dicembre 1934), consiste in un elenco di soli 5 appezzamenti estesi complessivamente 1.418.000 mq. Si tratta di un seminativo, un bosco e un prato siti nel concentrico (rispettivamente 154.000 mq, 180.000 mq, 671.000 mq); di un appezzamento assegnato a categoria «destinazioni varie» in località S. Sebastiano (113.000 mq) e di un incolto in località Taloria (300.000 mq). Il perito istruttore nella sua relazione accenna al fatto che il comune possedeva anticamente molti terreni, ceduti però verso il 1660.
Liti Territoriali
Un atto di ratifica del 1482 (cfr. il lemma 'Feudo') attesta un accordo risalente all'anno precedente dei fratelli del Carretto, condomini di Novello e Sinio, con un officiale del marchese di Monterrato e un rappresentante della città di Alba, che aveva dato luogo a un istrumento «determinationis, divissionis, compositionis et transationis finium Montelupi iurisditionis civitatis Albe seu finium dicte civitatis et finium ac iurisditionis eiusdem loci Sinei». Non disponiamo purtroppo del detto accordo, ma dobbiamo pensare che fosse giunto a conclusione di una contesa di natura confinaria risolta da un lato, quello del ducato di Monferrato, da un officiale ducale e da un rappresentante di Alba (nel cui distretto si trovava Montelupo), e dai signori di Sinio dall'altra: i rappresentanti delle due comunità coinvolte, con i loro territori, nella controversia confinaria, non erano menzionati nell'atto di ratifica, segno che forse non erano stati coinvolti in una disputa che pure li riguardava.
Fonti

A.C.S. (Archivio

A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Camera dei Conti, art. 775, lett. N-O, m. 10, n. 404;
A.S.T., Camera dei Conti, Patenti controllo finanze, 1665 in 66, f. 144;
A.S.T., Corte, Monferrato feudi, Mazzo 62.
Bibliografia
Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS 22).
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XX, Torino 1850.
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, I, Roma 1887, II-IV, Roma 1880.
De Bartolomeis G.L., Notizie topografiche e statistiche sugli Stati Sardi, 4 voll. in 6 tomi, Torino 1840-1847.
Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.
Istituto Centrale di Statistica, IX Censimento Generale della Popolazione. 4 Novembre 1951, Roma 1956.
Istituto Centrale di Statistica, XII Censimento Generale della Popolazione. 25 Ottobre 1981, Roma 1986.
Istituto Centrale di Statistica, XIII Censimento Generale della Popolazione. 20 Ottobre 1991, Roma 1994.
Istituto Geografico Militare, Firenze, tavoletta n. 81-IV-NO, "Monforte d'Alba"; tavoletta n. 81-IV-SO, "Bossolasco".
Olivieri D., Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965.
Descrizione Comune
Sinio    

In questa seconda parte ci si limiterà ad analizzare i pochi dati di cui si dispone relativi a frazioni del territorio di Sinio. Si è visto (cfr. il lemma 'Assetto insediativo') che i censimenti del 1991 e del 1981 non elencavano per Sinio nessuna «località abitata» diversa dal capoluogo. Il censimento del 1951 ne elencava invece ben 5, che ospitavano allora il 14,6 per cento degli abitanti (il concentrico il 25,5 per cento, le case sparse quasi il 60 per cento, come è caratteristico di molti comuni dell'Alta Langa). È significativo il fatto che, nel 1981, quando non vengono più segnalate frazioni nel territorio di Sinio, il rapporto tra abitanti del capoluogo e abitanti fuori dal capoluogo (ora le sole case sparse) sia rimasto identico a quello del 1951, pur nella diminuzione della popolazione complessiva (777 nel 1951, 422 nel 1981): 25,5 e 74,6 per cento circa nel 1951, 25,6 e 74,4 per cento nel 1981.
Se si entra nel merito delle frazioni elencate nel 1951 - Borine, Fontane, Gabutto, Pelissera, Sappa - vediamo che una di esse, Borine (prende il nome da un torrente), nella prima metà dell'Ottocento era stata indicata da Casalis e da De Bartolomeis come frazione del contermine comune di Albaretto (si veda la scheda dedicata a Albaretto della Torre). In un documento relativo ad Albaretto del 1688 Borine risultava essere una regione del territorio coerente con il confine di Lequio e Rodello.
Un'altra frazione risultante dal censimento del 1951, Sappa, era, aggiungeva una nota, un nucleo diviso con il comune di Roddino. Nella scheda relativa a quest'ultimo però non si offriva alcun dato relativo alla popolazione di questa frazione (che nella scheda Sinio risultava di 14 abitanti).
Non si è in grado di precisare le trasformazioni territoriali, se in effetti ce ne furono, realmente sottese a questi punti critici della documentazione di cui disponiamo. Certo è che dei cambiamenti devono essere intervenuti: slittamenti di toponimi o di confini tra le fine del Seicento, la prima metà dell'Ottocento e il Novecento, per la frazione di Borine (che nel 1951 aveva 25 abitanti); non si sa bene cosa per Sappa, che, dopo il 1951, quando aveva 14 abitanti, scompare dai censimenti, ingoiata forse dalla crisi demografica che ha afflitto tutti i piccoli centri delle Langhe e che a Sinio, in un trentennio (1951-1981), causò la perdita del 45,7 per cento degli abitanti.