San Secondo di Pinerolo

AutoriCosentino, Rosanna
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Torino.
Area storica
Pinerolese.
Abitanti
3270.
Estensione
1262 ha (ISTAT)-1295 ha (SITA).
Confini
Il territorio di San Secondo confina a nord, per un breve tratto, con quello di Porte; a nord-est con quello di Pinerolo (i due territori sono separati dal torrente Chisola); a est confina con Osasco; a sud con Bricherasio; a ovest con Prarostino e, per un tratto più breve, con S.Germano Chisone.
Frazioni
Le attuali frazioni di San Secondo sono due: Airali (a sud) e Miradolo (a nord). Sono presenti, inoltre, gli insediamenti di Airali Sottani, Beilis, Camussi, Cardonata, Costagallina (nucleo contiguo al Comune di Prarostino), Cascina Smeriglio, Lombarda, Luganera, Marino, San Rocco, San Sebastiano, Villa Caramora (ISTAT 1994).
Toponimo storico
Sanctus Secundus (CASALIS 1850,743). L'attuale denominazione risale al 1863: prima di tale data non era inclusa la specificazione "di Pinerolo" (ISTAT 1985).
Diocesi
Pinerolo. Fino al 1748 dipendeva dalla diocesi di Torino.
Pieve
Non si sono rinvenute informazioni pertinenti.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Abbazia di Santa Maria di Pinerolo. Le chiese di Miradolo e Prarostino (Santa Maria e San Secondo di Miradolo) nel 1386 appartenevano al distretto plebano di Osasco (che a sua volta dipendeva dalla giurisdizione, temporale e spirituale, dell'abbazia di Cavour) (CASIRAGHI 1979, 119).
Luoghi Scomparsi
Nel 1787 nelle campagne intorno a San Secondo fu ritrovata una lapide con una iscrizione a caratteri latini, nella quale si faceva riferimento alla tribù Stellatina, a cui era iscritta questa regione in epoca romana. Il reperto oggi non è più rintracciabile, ma di esso resta testimonianza nel verbale del Consiglio del 17 ottobre 1787 (BIAGGI 1987, 17).
Comunità, origine, funzionamento
Poco si conosce sulle origini della comunità, data anche la forte connotazione feudale del territorio. Dopo la dominazione francese (1536-1599), la comunità, tornata sotto il dominio dei Savoia, vide riconfermati o propri privilegi con Regie Patenti del 1562. I primi ordinati sono del secolo XVII (A.C. San Secondo di Pinerolo).
Statuti
1550: Patenti in pergamena di conferma di franchigie concesse dai sovrani di Savoia alla comunità di San Secondo. Tornate sotto il dominio diretto dei Savoia, le comunità di San Secondo, Miradolo e Roccapiatta si videro riconfermate da Emanuele Filiberto gli antichi privilegi con le patenti del 1562. Nella conferma di privilegi e franchigie di San Secondo da parte di Emanuele Filiberto nel 1562 è ricordato il “Liber capitulorum" che San Secondo ebbe in comune con Prarostino, Miradolo e Roccapiatta (FONTANA 1907, 630)
1681: Libro di franchigie concesse dal duca Vittorio Amedeo II.
Catasti
1591 Registro e consegnamentlo fatto per tutti gli uomini di San Secondo, San Bartolomeo, Miradolo (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald. 848);
1669 Registro della comunità di San Secondo (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald.850);
1739-1758 Cattastro della comunità (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald.852); 1748 Misura generale del territorio (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald. 853); s.d. Rubrica catastale (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald.870); s.d. Mappe di San Secondo (A.C. San Secondo di Pinerolo, faldd. 871-873)
1761: Tipo parallelo contenente figurazioni del corso del Chisone (con il corso del 1740 e le successive modifiche) (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald. 883)
1778: Linea perimetrale tra le comunità di Osasco e di San Secondo (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald.884)
s.d.: Tipi regolari e linee perimetrali del Chisone (A.C. San Secondo di Pinerolo, faldd. 885-888)
Catasto Rabbini (1859): Mappa, Matrice, Sommarione (A.S.T., Camerale); Catasto 1857 (A.S.T., Camerale); Catasto antico (A.S.T., Camerale).
Ordinati
Si conservano gli ordinati dal 1601 al 1846 (A.C. San Secondo).
Dipendenze nel Medioevo
Castellala di Miradolo (BIAGGI 1987,46). Con la creazione dei comitati carolingi, l'attuale Pinerolese fu compreso nel comitato di Torino. I franchi condussero una politica incentrata anche sulle donazioni a monasteri e vescovadi. Nel secolo XI, nel Pinerolese primeggiava l'abbazia di Santa Maria di Cavour (BIAGGI 1987, 24). Le terre della castellania di Miradolo e San Secondo non subirono modificazioni rilevanti nel passaggio di poteri dagli Acacia ai Savoia. Nel 1424 l'altra metà del feudo di Miradolo e Roccapiatta con quello di San Secondo e Prarostino (Villar Odino) furono permutati a Percivalle e Gabriele Frassinello, che prestarono omaggio feudale al duca. Nel febbraio 1483 una porzione del feudo di San Secondo fu investita a Perrone dei Rorenghi di Luserna e, nel dicembre dello stesso, anno Carlo I di Savoia permutò il feudo di San Secondo con quello di Villastellone, che era tenuto da Anequino de Villa. Tornato ai Savoia, fu nuovamente infeudato, nel 1485, a Bartolomeo de Rochi. Nel 1521, infine, tornato nuovamente in mani sabaude, fu ceduto ai fratelli Scaglia (BIAGGI 1987, 59).
Feudo
1360 Francesco Bernezzo signore di Vigone; 1363 Giacomo d'Acaia. Amedeo; 1397 fratelli Costa; 1424 Percivalle e Gabriele Frassinello; 1483 Perrone dei Rorenghi di Luserna; 1483 Anequino de Villa; 1485 Bartolomeo de Rochi; 1521 fratelli Scaglia; 1534 Carlo di Mombello, conte di Frossasco; 1561 Andrea Provana , signore di Leinì; 1577 Ottavio Cacherano della Rocca; 1586 fratelli Parpaglia; 1679 conte Carlo Bianco.
La parte della castellania di Miradolo corrispondente a Miradolo e Roccapiatta era feudo dei Bersatori. Nel 1561 i Bersatori cedettero i loro possedimenti ai fratelli Averardi. (GUASCO 1911, 444).
Nel 1534, Carlo II di Savoia investì Carlo di Mombello, conte di Frossasco, del luogo e giurisdizione, redditi feudali di San Secondo. La parte della castellania di Miradolo corrispondente a Miradolo e Roccapiatta era feudo dei Bersatori. Alla morte di Carlo di Mombello senza eredi nel 1561 il feudo di San Secondo passò ad Andrea Provana , signore di Leynì che aveva sposato in seconde nozze la vedova di Carlo di Mombello. Nello stesso anno metà del feudo di Miradolo e Roccapiatta veniva venduto dai Bersatori ai fratelli Averardi; nel 1571 il conte Andrea Provana ottenne da Emanuele Filiberto la concessione di unire il feudo di San Secondo con quello di Aipignano e col contado di Frossasco, tutti di sua proprietà. Nel 1577 poi Provana vendette il feudo di San Secondo a Ottavio Cacherano della Rocca. Nel 1586 Andrea Provana, che era nuovamente entrato in possesso del feudo di San Secondo, lo vendete ai fratelli Parpaglia. Alla morte deirultimo Parpaglia avvenuta nel 1667, il feudo passò nelle mani regie. Nel 1679 il feudo di San Secondo con le sue terre annesse venne concesso al conte Carlo Bianco. Questa casata per la sua prolungata presenza fino alla rivoluzione francese, diede origine a una signoria ben amministrata, cosicché "la storia della comunità si identificò ben presto con quella dei feudatari" (BIAGGI 1987, 63).
Mutamenti di distrettuazione
Nel 1397 Amedeo d'Acaia divise la castellania di Miradolo, separando il feudo di San Secondo dalla borgata di Roccapiatta e dal castello di Miradolo. Il territorio della castellania di Miradolo, poi contea di San Secondo, venne nuovamente diviso nel 1662: Prarostino zona valdese, San Secondo cattolica (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald. 54,18)
Mutamenti Territoriali
Nel 1906-1907, una rettifica di confini territoriali tra San Secondo e Prarostino vide il passaggio di alcune zone di territorio confinanti tra i due Comuni (A.S.T., Camerale, Prefettura di Torino, Atti amministrativi, n. 870).
In epoca fascista (1928), i Comuni di San Secondo, Prarostino, Roccapiatta e Osasco furono uniti in un'unica giurisdizione; San Secondo ne era il capoluogo. Osasco si ricostituì in Comune autonomo nel 1947; Prarostino e Roccapiatta nel 1959 (sotto l’unica denominazione di Prarostino) (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald. 54; ISTAT 1985).
Comunanze
In occasione della divisione del territorio di San Secondo da quello di Prarostino del 1662, i documenti fanno riferimento alla divisione dei beni comuni che devono essere assegnati per tre quarti ai catolici e per un quarto ai valdesi.
Nella descrizione della provincia di Pinerolo del 1753-1787 si legge che i pascoli comuni sono in parte eccedenti al bisogno, ma dipendono dal feudo e per essi la comunità paga un canone annuo; è riservata al vassallo la decisione di seminare ghiande, con esclusione del pascolo per 7 anni in tutti i pascoli comuni che sono anche terreni poco fertili (B.R.T., Manoscritti, Miscellanea Storia patria, n.854).
Il Commussariato per gli usi civici ha assegnato 54.1865 ha di terreni alla cat A (boschi e pascoli) e 1.5717 ha alla cat. B (terre per colture agrarie). Nel 1941 è stata decretata la chiusura delle operazioni di accertamento e liquidazione generale degli usi civici per il comune (C.L.U.C., Prov. To, n.252).
Liti Territoriali
A.S.T., Sezioni Riunite, Camerale  Piemonte Procès verbal de Pinerol pour les confins de S.Second, Ozasque, Massel et Garsillane et de la rivière du Chison (1633-34).
Fonti
A.C.S. (Archivio Storico del Comune di San Secondo di Pinerolo).
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Corte, Inv. 24, Provincia di Pinerolo.
A.S.T., Corte, Paesi per A e per B, S, mazzo 17
A.S.T., Camerale, il Archiviazione, Capo 21, mazzo 1, 13, 25
A.S.T., Camerale, Prefettura di Torino, Atti amministrativi, n. 870.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T., Manoscritti , Miscellanea Storia patria, n.854, Descrizione delle province di Susa, Pinerolo e Casale (1753-1787).
C.U.C. (Commissariato per la iquidazione degli Usi Civici, Torino).
C.U.C., Prov.To,n.252.
Bibliografia
E. BIAGGI, Castellania di Miradolo. contea di San Secondo nella storia del vecchio Piemonte, Pinerolo 1987
D. CARUTTI, Storia della città di Pinerolo. Pinerolo 1893
G. CASALIS, Dizionario geografico storico-statistico commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna. voll. X, XVIII, Torino 1833-1856
G. CASIRAGHI, La diocesi di Torino nel medioevo, in "Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino", CLXXXXVI (1979)
R. COMBA, Contadini, signori e mercanti nel Piemonte medievale, Bari 1988
G.L. DE BARTOLOMEIS, Notizie topografìche e statistiche sugli stati sardi. Torino 1840-1847
L. FONTANA, Bibliografìa degli Statuti dei comuni deirItalia superiore, Torino 1907
P. GIACOSA,Un inventario di un castello piemontese al principio del secolo XVI pubblicato da P. Giacosa, in "Miscellanea di storia italiana", XXVIII (1890), pp.603 sgg
F. GUASCO, Dizionario feudale degli antichi stati Sardi e della Lombardia (dall’ epoca carolingia ai nostri tempi) (744-1909), IV, Pinerolo 1911
ISTAT, Popolazione residente e presente dei Comuni. Censimenti dal 1861 al 1971. Circoscrizioni territoriali alla data di ciascun censimento, Roma 1985
ISTAT, Popolazione e abitazioni. Fascicolo provinciale Torino. 13° Censimento generale della popolazione 20 ottobre 1991, Roma 1994
ISTAT, Popolazione residente dei Comuni. Censimenti dal 1861 al 1991. Circoscrizioni territoriali al 20 ottobre 1991, Roma 1994
VESME, GABOTTO, CARUTTI, DURANDO, DEMO, PATRUCCO, Studi pinerolesi, in "Biblioteca della Società Storica Subalpina" I (1899)
Descrizione Comune

San Secondo di Pinerolo

     Le origini di San Secondo sono assai remote, ma di questo passato restano poche tracce. Un ruolo importante nelle terre pinerolesi fu svolto dai longobardi. In un documento del 739, i luoghi di Talucco (oggi frazione di Pinerolo) e di valle Dubiasco risultano compresi entro i confini del dominio longobardo in Piemonte. (BIAGGI 1987, 22).
     L'attuale territorio di San Secondo fu compreso, fin dalle sue origini, in una circoscrizione territoriale più ampia, denominata Miradolo (oggi Miradolo è frazione di San Secondo, ma in tempi remoti era villaggio di rilievo). Essa comprendeva gli attuali comuni di San Secondo e Prarostino. La prima attestazione scritta in cui compare il nome di Miradolo è del 1026 circa. Si tratta di un diploma di Corrado II il Salico (eletto nel 1024), nel quale l'imperatore conferma ai figli di Ardoino V (Bosone e Guido, capostipiti dei Romagnano) la terza parte di Miradolo.
Nel 1064, poi, Adelaide, figlia di Olderico Manfredi e nipote di Ardoino V, lo dona all'abbazia di Santa Maria di Pinerolo, da lei fondata in quell'anno. Si può supporre, dunque, che la contessa Adelaide avesse in precedenza acquistato Miradolo dai cugini Bosone e Guido. Per circa un secolo Miradolo con le sue pertinenze, compreso anche Prarostino, fu possesso dell'abbazia di Santa Maria di Pinerolo. Dopo questo periodo esso fu incorporato nei domini sabaudi: Amedeo III, nel 1131, ribadiva infatti le antiche donazioni all'abbazia, ma tratteneva per sé la giurisdizione in qualità di erede di Adelaide (che aveva sposato Oddone di Savoia nel 1045) (BIAGGI 1987, 32).La giurisdizione sabauda su una parte almeno di Miradolo fu ribadita dalla politica dei successori di Amedeo III.
Con Filippo, che nel 1301 assunse anche del titolo di principe d'Acaia, il castello e la villa di Miradolo assunsero maggior importanza: infatti nello stesso 1301 il principe concedeva privilegi e franchigie.(BIAGGI 1987, 46). In questo periodo la villa, da cui partiva la gestione della castellania, fu fortificata, mentre il castello che sorse sulla cima della collina (distrutto nel secolo XVI) ebbe funzione di difesa militare.
Nel 1360 Amedeo VI conte di Savoia, che aveva momentaneamente occupato le terre di Giacomo d'Acaia, investì metà dei diritti feudali di Miradolo a Francesco Bernezzo signore di Vigone. L'altra metà del feudo la tenne come dominio diretto fino al 1363 quando la restituì al Principe d'Acaia. Nel 1397 Amedeo d'Acaia egli divise la castellania di Miradolo, separando il feudo di San Secondo dalla borgata di Roccapiatta e castello di Miradolo e vendette e infeudò questi ultimi ai fratelli Costa. Alla sua morte il dominio degli Acaia passò al fratello Ludovico; egli lo tenne fino alla morte (1418), quando tornò sotto il dominio sabaudo di Amedeo VIII (BIAGGI 1987, 57).
Il territorio della castellania di Miradolo, poi contea di San Secondo, venne diviso nel 1662: l'attuale comune di Prarostino (insieme con San Bartolomeo e Roccapiatta) fu riconosciuto come territorio di influenza valdese; San Secondo come zona di influenza cattolica. Il documento completo del 14 novembre 1662 (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald.54,18) attesta:
che gli huomini professanti la pretesa religione riformata abitanti nel fmaggio di San Secondo nelle regioni di San Bartolomeo e Prarostino con quelli che abitano le valli di Luserna , San Martino e Perosa abbiano dalla clemenza di S.A.R. Carlo Emanuele ... di potersi separare ... non avranno l'abitazione salvo ne luoghi di Prarostino, San Bartolomeo e Roccapiatta ove permettiamo che facciano l'esercizio della loro religione.
Il documento, inoltre, tratta dei pascoli comuni, ribadendo che i beni comuni che si trovano nei confini di Prarostino e di San Bartolomeo devono essere divisi nel seguente modo: un quarto ai valdesi e tre quarti ai cattolici; ribadisce quindi che i "limiti antichi" si estendono da Costalonga e dalla Massera "in su verso la montagna e alla divisa del Collarei", dove si trova un canale: qui i valdesi potranno abitare e esercitare la loro religione, mentre "in giù" il territorio resta cattolico. La rettifica dei confini del 1662 fu caratterizzata dal fatto che si era considerato come territorio di Prarostino ogni zona di proprietà valdese, anche se circoscritta da zone di cattolici appartenenti al comune di San Secondo (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald. 54,19).
Naturalmente questa divisione suscitò numerose difficoltà, che si protrassero fino ai giorni nostri. Nella relazione della Commissione per gli affari generali del Consiglio Provinciale di Torino del 1906 si legge che, in conseguenza alla suddivisione territoriale basata sul culto professato:
... si trovavano porzioni di terreno incluse da ogni parte in un Comune ed amministrate dalF altro. Evidente l'opportunità di riunire tali porzioni di stabili al Comune dal territorio del quale erano circondati. Tentata e non riuscita altra volta la pratica per determinare una delimitazione fra detti due Comuni, che raggiungesse tale scopo mediante ragionevoli compensi territoriali atti a mantenere inalterata o quasi la importanza terriera dei due Enti, questi ... concordavano la rettifica dei confini dei rispettivi territori (A.S.T., Camerale, Prefettura di Torino, Atti amministrativi, n. 870).
Le questioni relative a questo confine sembrarono terminare nel 1907, con la formazione del nuovo catasto: fu, infatti, stabilito come confine tra le due comunità il corso del rivo Chiamogna nel tratto discorrente nella parte occidentale del territorio di San Secondo. Tuttavia, data la fluidità intrinseca di questo confine, la questione non sembra giunta a una risoluzione definitiva neppure ai giorni nostri.
Nel 1635 fu anche ribadita la divisione della comunità di Porte da quella di San Secondo: elemento di separazione è il fiume Chisone (A.C. San Secondo di Pinerolo, fald. 54,17).