Feisoglio

AutoriAngelini, Massimo
Secondary AuthorsFiore, Alessio
Anno Compilazione1996
Anno Revisione2013
Provincia
Cuneo
Area storica
Alta langa
Abitanti
355 (ISTAT 2011)
Estensione
740 in base ai dati del SITA e dell'ISTAT 2013, 740 in base a dati comunali 2013.
Confini
In senso N-E-S-O: Serravalle Langhe, Cerreto Langhe, Cravanzana, Torre Bormida, Levice, Gorzegno, Niella Belbo e Bossolasco.
Frazioni
Sono attualmente riconosciute dal comune una frazione Sprella e una regione San Rocco. Nel censimento del 2001 era frazione di Feisoglio, oltre al centro omonimo, solo Borgata Vernetta (Istat 2001).
Toponimo storico
Feixolium» nel 1142 (Grassi 1789, III, 7), «Fauxolius» nel 1209 (Rigestum comunis Albe, I, doc. 15). Usata anche la forma «Feisolium»  (Casalis 1837, 566); più tardi diffuso anche «Feissoglio» in alternanza a «Feisoglio», fino alla stabilizzazione ottocentesca della forma attuale.
Diocesi
Alba senza interruzioni dal medioevo, dopo la ricostituzione della diocesi albese, brevemente soppressa nel X secolo dopo le incursioni magiare e saracene (Conterno 1979).
Pieve
Il vicino centro di Bossolasco risulta dipendere nel 1325 dalla pieve di Dogliani (Conterno 1979: "Registrum ecclesiae et episcopatus Albensis). Forse anche Feisoglio, non citata nel documento, dipendeva dalla medesima pieve.
Altre Presenze Ecclesiastiche
A partire dal 1033, in seguito a donazione dei marchesi obertenghi, possiede beni nel territorio di Feisoglio l’abbazia di S. Maria di Castione, nel Parmense (Documenti genovesi, doc. 11, a. 1033). Tali beni fanno però capo alla cella benedettina che sorge pochi anni dopo nell’attuale territorio di S. Benedetto Belbo (Appendice a, Affò, Storia della città di Parma, II, doc. 21, a. 1049; vedi anche scheda San Benedetto Belbo). La chiesa parrocchiale, intitolata a San Lorenzo, è stata costruita nel 1428 nel punto più alto del paese. All’interno della chiesa sono conservate due lapidi commemorative del secolo XIII, provenienti dalla chiesa precedente, forse situata nel medesimo luogo. Verso la fine del Cinquecento è attivo un oratorio dei disciplinati ( Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1313, Visita di mons. Cane, a. 1590). Al XVII secolo risale il santuario della Madonna degli Angeli e due cappelle campestri, dedicate a San Sebastiano e San Rocco (Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1326, Visita di mons. dalla Chiesa, a. 1689), a cui si aggiunge nel secolo successivo quella intitolata a San Giovanni Battista (Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1332, Visita di mons. Natta, a. 1753).
Assetto Insediativo
Feisoglio è menzionata per la prima volta come locus nel 1033, nella donazione di beni fondiari effettuata dal marchese Adalberto II al monastero di Castione (Documenti genovesi doc. 11, a. 1033). Un testo del 1209 è ambiguo per quanto riguarda la definizione di Feisoglio, a cui potrebbe riferirsi sia il termine castrum, sia quello villa Alba (Rigestum comunis Albe, I, doc. 15). Si tratta comunque all’epoca di un insediamento accentrato, anche se a causa di questo indeterminatezza non sappiamo se cinto o meno di mura. La situazione cambia sembra a partire dal Seicento; le visite pastorali dipingono infatti un insediamento sempre più sparso, come testimonia anche il proliferare delle cappelle rurali (Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1326, Visita di mons. dalla Chiesa, a. 1689; Atti di visite pastorali, n. 1332, Visita di mons. Natta, a. 1753). Il nucleo insediativo principale perde, almeno relativamente, importanza mentre si sviluppa un habitat disperso, nella tipica forma della cascina. Verso la metà dell’Ottocento si raggiunge il picco demografico, che si associa al massimo tasso di frammentazione insediativa. Se il nucleo insediativo principale rimane comunque di gran lunga il principale polo demico, una parte consistente della popolazione vive nelle numerose cascine e piccole borgate che punteggiano il territorio comunale. Negli ultimi decenni è proprio questo insediamento disperso a contrarsi, con l’abbandono progressivo di molte località. Risultano ad es. disabitate numerose località un tempo sedi di insediamenti: Lavalle, Bandia Soprana, Bandia Sottana, La Cascina. Roatta Sottana, Sotto le Vigne.
Luoghi Scomparsi
Non identificati.
Comunità, origine, funzionamento
Nel 1471, dagli statuti del marchesato, risulta in attività un consiglio della villa di Feisoglio, i cui membri rimangono in carica tre anni (Statuti, tariffe, pp. 3-31). Gli ordinati, la cui serie era conservata dal 1614 (Bianchi, 1881, 257) testimoniano la piena formalizzazione istituzionale della comunità locale.

 

Statuti
Nell’agosto del 1471 i co-signori del marchesato di Bossolasco concedono gli statuti a Feisoglio, insieme ad Albaretto, Bossolasco, Niella, San Benedetto (Statuti e tariffe). Dopo una lite tra le comunità e il vicario signorile, accusato di governare senza tenere conto degli statuti, questi ultimi sono confermati e rinnovati nel 1576 (Statuti, tariffe, p. 31).
Catasti
Ancora alla fine dell’Ottocento erano conservati registri di "misure territoriali, libri dei trasporti e catasti" per il periodo 1620-1760, dei quali attualmente non resta traccia (Bianchi, 1881, 257).
Ordinati
Un elenco del 1881 descrive la serie degli ordinati tra il 1614 e il 1800, andata perduta con la distruzione dell’archivio comunale, avvenuta durante il secondo conflitto mondiale (Bianchi, 1881, 257).
Dipendenze nel Medioevo
In epoca post-carolingia Feisoglio è nel territorio del comitato di Alba, a sua volta incluso nella marca arduinica di Torino; si tratta di un locus et fundus in cui possiedono beni fondiari di una qualche entità non i marchesi di Torino, ma un ramo dei marchesi obertenghi; tali beni sono donati da Adalberto II all’abbazia di S. Maria di Castione, nel Parmense (Documenti genovesi di Novi e Valle Scrivia, n. 11, a 1033). Dopo la dissoluzione della marca arduinica alla fine dell’XI secolo, in seguito alla morte della contessa Adelaide, l’area in cui è compresa Feisoglio, dopo un complesso conflitto, viene incorporata negli ampi possedimenti del marchese Bonifacio del Vasto, che assume il controllo di gran parte dell’area meridionale della vecchia marca (Provero 1992a). Alla morte di Bonifacio, nel 1141, il grande dominato si frantuma tra gli eredi e la zona probabilmente sotto il dominio i marchesi di Busca, e poi sotto un ramo di questi ultimi i Lancia. I vicini centri di Niella e Bossolasco risultano infatti sotto pieno controllo allodiale di Manfredo Lancia nel 1196. Con il collasso della dominazione dei Lancia, nei primi decenni del XIII secolo, l’area cade probabilmente sotto il controllo di un altro ramo dei discendenti di Bonifacio del Vasto, i del Carretto (Provero 1992b). Già nel 1209 Enrico del Carretto risulta controllare la giurisdizione del villaggio, che in quell’anno cade però (temporaneamente) sotto l’alta autorità del comune di Alba (Rigestum comunis Albe, I, doc. 15). Nel 1268 l’area, nel quadro di una partizione in tre parti del dominio carrettesco tra i figli di Enrico II è compresa nel terziere di Novello, spettante ad Enrico III (Brichieri Colombi, 1741). In seguito a ulteriori partizioni ereditarie prende forma nel 1324 il marchesato di Bossolasco, il cui nocciolo duro è costituito, oltre che dal centro omonimo, da Niella, Feisoglio, Albaretto (Torre) e San Benedetto Belbo. Nel 1471 in seguito alla morte dell’ultimo erede maschio, Giovanni Bartolomeo del Carretto, il ramo dei marchesi carretteschi di Bossolasco si estingue. Ereditano il marchesato le famiglie presso cui si erano sposate le quattro figlie del defunto marchese: i S. Giorgio dei conti di Biandrate, i marchesi di Ceva, i del Carretto di Balestrino e Savona, e i Valperga (AST, Corte, Langhe feudi, Bossolasco, Mazzo I, nn. 5-10). Il marchesato non viene spartito in unità indipendenti, ma rimane indiviso, in quattro quote parti, gestite in solido dagli eredi, anche se dalla documentazione successiva sembra emergere una predominanza informale dei del Carretto di Balestrino, che controllano il palazzo marchionale di Bossolasco, indiscusso centro del piccolo marchesato, che nel 1495 è composto, oltre che dai centri sopra menzionati, anche da Monesiglio, successivamente scorporato. 
Feudo
Nel 1431 Manfredo del Carretto di Bossolasco dona al duca di Milano il marchesato di Bossolasco, di cui fa parte Feisoglio, e lo riottiene in feudo (AST, Corte, Langhe feudi, Bossolasco, Mazzo I, n. 2). La donazione e l’infeudazione sono confermate tre anni dopo (nn. 3-4). Dopo il 1471, con l’estinzione del ramo carrettesco dei marchesi di Bossolasco, divengono feudatarie del duca di Milano le quattro famiglie degli eredi, ciascuna per quarto. La prima investitura nota dei Valperga risale al 1477 (n. 5); dei S. Giorgio conti di Biandrate al 1486 (n. 6), nello stesso periodo ai del Carretto di Balestrino (n. 7) e ai marchesi di Ceva al 1490 (n. 8). La configurazione dei feudatari rimarrà stabile nei secoli successivi, eccezion fatta per la sostituzione dei marchesi di Ceva con quelli di Mombasiglio nel corso del Seicento, sempre per un quarto del feudo. Con la conquista del Milanese da parte del re di Francia Francesco II, cambia (brevemente) anche la dipendenza feudale; al 1532 risale infatti il giuramento di fedeltà a Francesco II (in qualità di duca di Milano) a cui segue reinvestitura del feudo (n. 16). Ben maggior importanza ha invece la conquista del Milanese da parte degli Asburgo pochissimi anni più tardi. Con il giuramento di fedeltà a Carlo V del 1536 (n. 18), si apre infatti la lunga stagione di Feisoglio come feudo imperiale. Tuttavia Feisoglio (come tutto il marchesato di Bossolasco) appartiene al novero dei feudi imperiali spagnoli; è cioè dipendente non direttamente dalla corte imperiale di Vienna, ma dal governo spagnolo di Milano, come risulta ad esempio dall’investitura del 1601 (n. 26).
Mutamenti di distrettuazione
A partire dal 1324 fa parte del marchesato di Bossolasco, in seguito anche definito mandamento. A partire dal 1536 Feisoglio fa parte dei Feudi imperiali (spagnoli) della Langhe, fino all’annessione al Regno di Sardegna nel 1735, dopo la quale è annesso alla preesistente provincia di Alba (Torre, 1983; Raviola 2011). In epoca napoleonica è inclusa nel dipartimento di Montenotte, corrispondente all’incirca all’odierna provincia di Cuneo. Nell’Ottocento, dopo la Restaurazione fa parte della provincia di Alba e, all’interno di quest’ultima, è incluso nella circoscrizione del mandamento di Bossolasco, più ampio dell’omonimo marchesato-mandamento seicentesco. Oltre a Bossolasco, S. Benedetto Belbo, Albaretto Torre e Feisoglio, ne fanno infatti parte anche Serravalle, Somano, Cissone, Arguello e Gorzegno (Casalis, II, pp. 564-66). Nel 1861, nel quadro dei grandi accorpamenti provinciali post-unitari, entra nella nuova provincia di Cuneo (Atlante storico della provincia di Cuneo; Sturani 1995). Fa attualmente parte della comunità montana Alta Langa e Langa delle Valli Bormida e Uzzone.
Mutamenti Territoriali

 Non sono attestati mutementi territoriali posteriori all'Unità dìItalia (SITAT).

Comunanze
Nella scheda del C.L.U.C. sono descritte cinque particelle di terreni gravati da diritti comuni, per complessivi 1.380 mq. Si tratta di incolti produttivi situati in località Madonna degli Angeli, ai quali, nel 1932, nella relazione delle terre appartenenti al demanio comunale, era stato aggiunto anche il cimitero.
Liti Territoriali
Non risultano liti territoriali con le comunità vicine, ma solo conflitti relativi a riparti dei censi signorili, degli alloggiamenti militari, ecc. (vedi ad es. Archivio Storico del Comune di Bossolasco, sez. 1, fald. 3, fasc. 3, a. 1727)
Fonti
Appendice a, I. Affò, Storia della città di Parma, II, Parma 1792-95, doc. 21 (a. 1049), p. 322.
Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS XXII).
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, II, a cura di Q. Sella, P. Vayra, Roma 1887, doc. 53 (a. 1196), p. 119.

Documenti genovesi di Novi e Valle Scrivia, a cura di A Ferretto, Pinerolo 1909 (BSSS, 51), doc. 11 (a. 1033).

Il Minutario del beato Alerino Rembaudi, vescovo di Alba (1439-1442), a cura di B. Molino, Bra 2004.
 

Registrum ecclesiae et episcopatus Albensis (a. 1325), edito in Conterno 1979, pp. 71-74.

Il «Rigestum comunis Albe», a cura di E. Milano, 2 voll., Pinerolo 1903 (BSSS XX e XXI).

Statuti, tariffe, prìvileggi e conventioni del Marchesato e Mandamento di Bossolasco, Balestrino 1704.

Archivio Storico del Comune di Bossolasco, sez. 1, fald. 3, fasc. 3, a. 1727. Causa della comunità di Bossolasco contro le comunità di Niella, Feisoglio e San Benedetto.

AST, Corte, Langhe feudi, Bossolasco, Mazzo I.

AST, Sezioni riunite, Prima archiviazione, Provincia d’Alba, mazzo 1, fasc. 11 (aa. 1753-54).

AST, Sezioni riunite, Prima archiviazione, Provincia d’Alba, mazzo 1, fasc. 12 (a. 1756).

AST, Sezioni riunite, Prima archiviazione, Provincia d’Alba, mazzo 1, fasc. 13 (a. 1759).

Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1312, Visita di mons. Marino, aa. 1573-80.

Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1313, Visita di mons. Cane, a. 1590.

Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1316, Visita di mons. Brizio, aa. 1643-45.

Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1326, Visita di mons. dalla Chiesa, a. 1689.

Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1332, Visita di mons. Provana, aa. 1692-95.

Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1332, Visita di mons. Natta, a. 1753.
Bibliografia

L’alta valle Belbo fra XI e XX secolo. Momenti di Storia, a cura di R. Comba e G. Coccoluto, numero monografico del «Bollettino della società per gli Studi storici archeologici e artistici della provincia di Cuneo», 140 (2009).

Atlante storico della provincia di Cuneo, a cura di P. Camilla, G. Lombardi, E. Mosca, G. Sergi, Cuneo 1973.

N. Bianchi, Le carte degli archivi piemontesi, Torino 1881.

G.B. Brichieri Colombi, Tabulae genealogicae gentis Carrettensis marchionum Savonae, Finarii, Clavexanae, Vindobonae 1741.

G. Coccoluto, Organizzazione ecclesiastica, presenza monastica  e insediamenti umani: per una cartografia dell’alta Valle Belbo fra XI e XIV secolo, in «Bollettino della società per gli Studi storici archeologici e artistici della provincia di Cuneo», 140 (2009), pp. 23-80.

R. Comba, Dal Parmense all’Alta Langa: l’abbazia di S. Maria di Castione e le origini di San Benedetto Belbo, in «Bollettino della società per gli Studi storici archeologici e artistici della provincia di Cuneo», 140 (2009), pp. 13-22.

G. Conterno, Pievi e chiese dell’antica diocesi di Alba, in «Bollettino della società per gli Studi storici archeologici e artistici della provincia di Cuneo», 80 (1979), pp. 55-88.

G. Gullino, Le comunità dell’alta Valle Belbo attraverso i loro statuti, in «Bollettino della società per gli Studi storici archeologici e artistici della provincia di Cuneo», 140 (2009), pp. 81-85.

G.B. Pio, Cronistoria dei comuni dell’antico mandamento di Bossolasco con cenni sulle Langhe, Alba 1920.

L. Provero, Dai marchesi del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo: sviluppi signorili entro quadri pubblici (secoli XI-XII), Torino 1992 (Biblioteca storica subalpina, CCIX).

L. Provero, Clientele e consortili intorno ai Lancia in Bianca Lancia d’Agliano, a cura di R. Bordone, Alessandria 1992, pp. 185-198.

L. Provero, I marchesi del Carretto: tradizione pubblica, radicamento patrimoniale e ambiti di affermazione politica, in Savona nel XII secolo e la formazione del comune: 1191-1991 (Atti del convegno di studi di Savona, 26 ottobre 1991), in «Atti e memorie della Società savonese di storia patria», n.s. XXX (1994), pp. 21-50.

B.A. Raviola, Alba e le Langhe. Dal Monferrato e dai feudi imperiali allo Stato sabaudo, in Le Langhe di Camillo Cavour. Dai feudi all’Italia unita, a cura di S. Montaldo, Ginevra-Milano 2010, pp. 27-44.

G. Sergi, I confini del potere. Marche e signorie fra due regni medievali, Torino 1995.

A.A. Settia, L’alto medioevo ad Alba. Problemi e ipotesi, in Studi per una storia d’Alba, V, Il medioevo. Dall’alto medioevo alla fine della dominazione angioina: VI-XIV secolo, a cura di R. Comba, Alba 2010, pp. 23-55.

M.L. Sturani, Il Piemonte, in Amministrazioni pubbliche e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, Bologna, 1995, pp. 107-153.

A. Torre, Élites locali e potere centrale tra Sei e Settecento: problemi di metodo e ipotesi di lavoro sui feudi imperiali delle Langhe, in «Bollettino della società per gli Studi storici archeologici e artistici della provincia di Cuneo», 89 (1983), pp. 41-63.

Descrizione Comune

Feisoglio

Dopo il collasso della marca arduinica di Torino, alla fine dell’XI secolo, l’area cade nelle mani del marchese aleramico Bonifacio del Vasto. Dopo la sua morte, e la spartizione tra gli eredi dell’ampio dominato, troviamo nel 1196 Niella (come bene allodiale, in piena proprietà) nelle mani dei marchesi Lancia (Codex Astensis, II, doc. 53). Con la crisi del potere dei Lancia, negli anni immediatamente successivi, il centro cade probabilmente sotto il controllo di un altro ramo dei discendenti di Bonifacio del Vasto, i del Carretto (Provero 1992b). Con il collasso della dominazione dei Lancia, nei primissimi anni del XIII secolo, il villaggio sotto il controllo di un altro ramo dei discendenti di Bonifacio del Vasto, i del Carretto (Provero 1992b). Già nel 1209 Enrico del Carretto risulta controllare la giurisdizione del villaggio (definito nel documento villa o castrum, il testo è infatti ambiguo) che in quell’anno cade però (anche se solo temporaneamente) sotto l’alta autorità del comune di Alba (Rigestum comunis Albe, I, doc. 15). Nel 1268 l’area, nel quadro di una partizione in tre parti del dominio carrettesco tra i figli di Enrico II è compresa nel terziere di Novello, spettante ad Enrico III (Brichieri Colombi, 1741). Nel 1268 Feisoglio, nel quadro di una partizione in tre parti dell’intero dominato carrettesco tra i figli di Enrico II, è inclusa nel terziere di Novello, destinato a Enrico III (Brichieri Colombi, 1741). In seguito a ulteriori partizioni ereditarie prende forma nel 1324 il marchesato di Bossolasco, il cui nocciolo duro è costituito, oltre che dal centro omonimo, da Feisoglio, Niella Belbo, Albaretto Torre e San Benedetto Belbo. Nel 1471, in seguito all’estinzione del ramo carrettesco e al passaggio della giurisdizione ai coeredi (vedi per il dettaglio la voce Feudo) vengono rilasciate alle comunità del marchesato delle franchigie comuni; dal testo risulta in attività in quella fase un consiglio della villa di Feisoglio, i cui membri rimangono in carica tre anni (Statuti, tariffe, pp. 3-31). La piena maturità istituzionale della comunità risulta anche dalla presenza della serie degli Ordinati del consiglio, conservati a partire dalla fine del secolo successivo. Il potere signorile rappresenta fino al 1735 (anno dell’annessione al regno di Sardegna) il punto di riferimento della vita della comunità niellese. È con i co-signori che la comunità entra periodicamente in conflitto per cercare di difendere o accrescere le sue prerogative, come mostra ad esempio la convenzione con i suoi signori dopo un conflitto relativo all’esazione delle decime (Statuti, tariffe, pp. 84-89). Ed è con gli altri centri del mandamento che i rapporti sono più stretti. Il marchesato di Bossolasco rimane un’entità autonoma, anche se dipendente feudalmente dal ducato di Milano prima e dall’impero a partire dal 1532 (AST, Corte, Langhe feudi, Bossolasco, Mazzo I, n. 18). Feisoglio rimarrà feudo imperiale (e parte del marchesato/mandamento di Bossolasco) fino al 1735, data della sua annessione al regno di Sardegna e della sua incorporazione nella provincia di Alba (Raviola 2010). Durante il periodo napoleonico entra a fare parte del dipartimento di Montenotte. Con la Restaurazione, è nuovamente parte della ricostituita provincia di Alba e, all’interno di quest’ultima, è compresa nel mandamento di Bossolasco, più ampio dell’omonimo marchesato-mandamento seicentesco. Oltre a Bossolasco, San Benedetto Belbo, Albaretto Torre, Niella e Feisoglio, ne fanno infatti parte anche Serravalle, Somano, Cissone, Arguello e Gorzegno (Casalis, II, pp. 564-66). Rimane comunque evidente come gli stretti legami tra i centri compresi nel vecchio mandamento-marchesato risultino ancora vitali e strutturanti a distanza di un secolo dall’annessione al regno. Nel 1861, nel quadro dei grandi accorpamenti provinciali post-unitari, entra a fare parte della nuova provincia di Cuneo (Atlante storico della provincia di Cuneo; Sturani 1995). Fa attualmente parte della comunità montana Alta Langa e Langa delle Valli Bormida e Uzzone.

Per quanto riguarda i dati demografici, disponiamo di fonti affidabili a partire dalle visite pastorali del Seicento. Risultano così circa 300 abitanti nel 1643, con una tendenza alla netta crescita nei decenni successivi (Archivio storico diocesano di Alba, Archivio dei Vescovi, Atti di visite pastorali, n. 1316, Visita di mons. Brizio, aa. 1643-45). Si contano infatti 564 residenti nel 1689, saliti a 723 nel 1836. A questo aumento si accompagna una forte crescita dell’habitat disperso, nella tipica forma della cascina, che consente di sfruttare nel modo ottimale le magre risorse economiche del territorio locale. Si assiste a un declino sempre più marcato a partire dal secondo dopoguerra. Dagli 832 abitanti del 1901 si passa ai 402 del 2011 (ISTAT); meno della metà. L’immigrazione verso la pianura e le città industriali, molto attraente in un’area caratterizzata da un’economia agricola di puro sostentamento, su terreni difficilmente sfruttabili e non adatti a colture di pregio, si rivela esiziale per il popolamento locale. A soffrire è soprattutto l’insediamento disperso, con l’abbandono di numerose cascine e località precedentemente abitate.